#arcate
Explore tagged Tumblr posts
Text
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#fotografia#foto#scatto fotografico#conclave#viterbo#palazzo papale#fontana#arcate#archi#affreschi#luce divina#papa#vesti#croce#antifonari#liturgia#culto#religione#storia#arte#scrittura onciale
5 notes
·
View notes
Text
#arcane#i love them#ekko is like. grieving what could've been in a perfect world. doing cool scinece with heimerdinger. getting a girlfriend briefly.#meanwhile Jayce is experiencing The Horrors#arcane season 2#arcate s2 act 3#ekko arcane#jayce talis
373 notes
·
View notes
Photo
The Magnus Arcats: The Dark aka The Furever Blind
[ID: A digital drawing of a cat standing in an overflowing sink, in desaturated browns and black. Inside a black circular frame, the cat is looking towards the viewer, rear paws on the edge of the sink while her front legs are at the bottom of the sink, deep into the foul-looking water. Her eyes are entirely black. There are no colors to differentiate the elements of the drawing: only the water is darker, overflowing towards the viewer. Singed: Meaningless Mikhaïl. End ID.]
The End aka Terminou
The Vast aka Vertipaws
The Web aka The Meowther of Puppets
The Corruption aka The Clawruption
#tma#mikhail draws#the dark#described#the magnus arcats#thanks to my cat who posed for this one#we got her used to drinking from the sink it's bad#the magnus archives#tma fanart
80 notes
·
View notes
Text
#anyway#fuckin jayce tabby!#CATLIN KITTENMMAN!#sorry#caitlin arcane#jayce arcane#mel arcane#heimerdinger#mel medarda#jayce talis#caitlyn kiramman#arcane heh more like arcat#my beautiful wife is sevika if you needed clarification#milo scribbles
3 notes
·
View notes
Note
Hey Asha
Boop! :]
[@yaaay-propellerhat]
ACK WHARTHOW
2 notes
·
View notes
Text
Beware: Bite Risk!
IMPORTANT!
He is a sad kitten, who’s done nothing wrong in his life and needs a home asap!
#meow#arcat#this joke is really funny in Danish because mand means man but he’s not a man he’s a cat#pls clap#armand#iwtv#iwtv fanart
134 notes
·
View notes
Text
PENSIERI D'AUTUNNO
Ancora sono verdi le foglie sopra i rami,
ancora sono in fiore lavande e gelsomini.
Stormi di uccelli neri fuggono all'orizzonte,
verso un tramonto rosso che sa di meraviglia,
Antiche arcate si stagliano contro il cielo
fino a sfumar la scena dentro una sera nuova.
Sagome nelle strade si tirano parole,
chi porta il cane a spasso, chi va di passo lento,
chi resta fermo e aspetta, chi corre con affanno.
Ognuno porta dentro i pensieri del proprio Autunno.
@ilpianistasultetto
Roma - Parco degli acquedotti- 22/10/2023
55 notes
·
View notes
Text
"Multa, quae impedita natura sunt, consilio expediuntur."
(Molti sono i problemi la cui soluzione trova ostacoli nella natura, ma che vengono risolti dall'intelligenza.)
Tito Livio, XXV, 11.
(nella foto: il pont du Gard, ponte romano a tre ordini di arcate sul fiume Gard in Francia. Fu costruito nel 17 a.C. da Agrippa durante l'impero di Augusto. Il ponte, alto 47 m. e lungo 275 m., passa l'acquedotto che porta l'acqua alla città romana di Nemausus, odierna Nimes.)
6 notes
·
View notes
Text
🌉La storia del Ponte Vecchio a Firenze è una delle più affascinanti e ricche di aneddoti tra le strutture architettoniche italiane.
Il primo Ponte Vecchio fu costruito in legno intorno al 996 d.C. sotto il regno di Ottone III. Era una struttura modesta ma essenziale per collegare le due sponde dell'Arno. Nel 1117, un'alluvione distrusse il ponte, portando alla sua ricostruzione in pietra nel 1220. Dopo una nuova alluvione nel 1333, Taddeo Gaddi, un allievo di Giotto, supervisionò la ricostruzione del ponte con tre arcate, che è la struttura che vediamo oggi.
Nel 1944, i nazisti distrussero tutti i ponti di Firenze tranne il Ponte Vecchio, ma minarono le strade d'accesso per impedirne l'uso, danneggiando comunque le strutture circostanti. Dopo la guerra, il Ponte Vecchio fu uno dei simboli della rinascita di Firenze. Il Ponte Vecchio non è solo un passaggio ma un simbolo della bellezza e della continuità della cultura fiorentina attraverso i secoli.
#architettura #storia #geografia
2 notes
·
View notes
Text
“Tutto cambia, Levi Reonhato. Non sei più un bambino ora, ma un uomo, con un fardello da uomo sulle spalle e una scelta da uomo davanti a te.”
Il caldo desertico era svanito e una falce di luna spuntò bassa all’orizzonte, sottile e rossa come il sorriso di un cannibale. Attraverso le arcate s’intravedeva il tenue bagliore delle luci, decine di migliaia di lampade a olio sminuite dalla vasta oscurità del deserto circostante. A sud, una cappa di fumo smorzava la lucentezza del fiume. Il vento trasportava con sé l’odore di acciaio e di fornace, sempre presente in una città conosciuta solo per i suoi soldati e le sue armi. Come vorrebbe, Levi, aver visto Serra prima di tutto questo, quand’era la capitale dell’Impero dei Dotti. A quei tempi i grandi edifici erano biblioteche e università, non caserme e sale di addestramento. La Strada dei Cantastorie ospitava un gran numero di palchi e di teatri, non un mercato di armi in cui le uniche storie che si raccontavano erano quelle di guerra e di morte. Era un desiderio stupido, come quello di volare. Nonostante le conoscenze di astronomia e architettura e matematica, i dotti si erano sgretolati sotto l’invasione dell'Impero. La bellezza di Serra era perduta ormai. Adesso era una città marziale. In alto, il cielo splendeva, illuminato dalla luce fioca delle stelle. Una parte del corvino sepolto da tempo capì che questa era bellezza, ma non era più in grado di meravigliarsene come faceva da bambino. Allora, si arrampicò sugli alberi del pane per avvicinarsi alle stelle, convinto che un po’ di altezza in più lo avrebbe aiutato a vederle meglio. Allora, in quel mondo era fatto di sabbia e cielo. Allora, era tutto diverso. x: «Tutto cambia, Levi Reonhato. Non sei più un bambino ora, ma un uomo, con un fardello da uomo sulle spalle e una scelta da uomo davanti a te.» Levi aveva in mano il coltellino e lo puntò alla gola dell’uomo incappucciato accanto a lui. Da dove era saltato fuori? Giurerebbe sulla vita dei suoi genitori e di quell'imbranata di sua sorella che quest’uomo non era qui un attimo fa. «Chi diavolo sei?» gli chiese tagliente. Lo sconosciuto abbassò il cappuccio e il corvino ottenne la sua risposta: un Augure. Che ci faceva qui un / Augure /? Credeva che i santoni avessero di meglio da fare, come rinchiudersi nelle caverne a leggere le viscere delle pecore. Era esattamente uguale da come sua madre Laia un tempo li aveva descritti: la sclera degli occhi dell’Augure era di un rosso demone acceso, in contrasto con le iridi nere e lucenti; la pelle si tendeva sulle ossa del suo viso come un corpo torturato sulla ruota. A parte gli occhi, in lui non c’era molto colore in più rispetto ai ragni traslucidi che si annidavano nelle catacombe di Serra.
Si chiedeva come fosse possibile che sua madre, una donna così tanto intelligente, pensava davvero che gli Auguri fossero immortali? Ma in fondo non era l’unica. I marziali credevano che il / potere / degli Auguri derivasse dal loro essere posseduti dagli spiriti dei morti. Eppure, a chiunque aveva un briciolo di logica, era chiaro che erano una banda di ciarlatani, venerati in tutto l’Impero non solo come creature immortali, ma anche come oracoli ed esperti nella lettura del pensiero. x: «Nervoso, Levi?» l’uomo spinse via il coltello dalla gola, «perché? Non devi avere paura di me. Sono solo “un ciarlatano che vive nelle caverne, uno che legge le viscere delle pecore”. Giusto?» Che il cielo lo fulmini! Come faceva a sapere che Levi pensava queste cose? Cos’altro sapeva? «Era uno scherzo» replicò, «uno stupido scherzo.» x: «E il tuo piano per disertare? Anche quello è uno / scherzo /?» Il corvino rimase in silenzio. Chiunque tenterebbe di scappare da quella “prigione”, chi è che non lo farebbe? x: «Gli spettri delle nostre cattive azioni cercano vendetta» disse la figura dall’aspetto pallido, «ma il prezzo da pagare sarà elevato». «Il / prezzo /? Di cosa cazzø stai blaterando vecchio?» lasciando stare / l’educazione / che i suoi genitori gli avevano insegnato, gli ci volle un istante per capire. Voleva farlo pagare per consentirgli di mettere in atto il suo piano. All’improvviso l’aria della sera si fece più fresca, e pensò alla segreta di Kauf di cui aveva tanto sentito parlare, dove l’Impero spediva a soffrire i disertori nelle mani dei suoi servi più crudeli. E pensò alla frusta di quella strega, al sangue di quei poveri ragazzi che macchiavano le pietre del cortile di Rupenera. Gli aumentò di colpo l’adrenalina, dicendogli di attaccare l’Augure, di sbarazzarsi della minaccia che rappresentava, ma il buon senso prevalse sull’istinto. Gli Auguri godevano di un tale, sconfinato rispetto, che ucciderne uno non era un’opzione percorribile. Umiliarsi invece poteva essere utile. Dunque, era qui per punirlo? x: «Non sono qui per punirti. In ogni caso, il tuo futuro è già una punizione sufficiente. Sai perché sei qui, Levi?» l’Augure si voltò verso la torre campanaria modellata come un diamante. Le parole di cui erano fregiati i mattoni della torre erano così familiari che ormai non le notava quasi più nessuno: “Dai giovani temprati per la battaglia s’innalzerà il Predestinato, l’Imperatore Supremo, flagello dei nostri nemici, condottiero di un esercito devastante. E l’Impero sarà completo.” x: «Per le profezie. Per il futuro contenuto nelle visioni degli Auguri. Ecco perché abbiamo costruito questa accademia. Ecco perché sei qui. Conosci la storia?» Cinquecento anni fa, un brutale guerriero di nome Taius aveva riunito i clan divisi dei marziali ed era piombato giù dal Nord, annientando l’Impero dei Dotti e conquistando la maggior parte del continente. Si era autoproclamato Imperatore e aveva fondato la propria dinastia. Ma gli Auguri, considerati santi già a quei tempi, avevano scoperto nelle loro visioni che la stirpe di Taius un giorno si sarebbe estinta. E in quel momento avrebbero dovuto scegliere il nuovo imperatore attraverso una serie di prove di forza fisica e mentale: le Selezioni.
Per ovvi motivi, Taius non aveva apprezzato granché la profezia, ma gli Auguri dovevano averlo minacciato di strangolarlo con le budella di pecora, perché non aveva fiatato quando avevano eretto Serra e cominciato ad addestrarvi gli allievi. E, cinque secoli dopo, erano ancora tutti qui, in attesa che la linea dinastica del vecchio furbacchione si estinguesse e che uno di loro potesse trasformarsi in un imperatore nuovo di zecca. Generazioni di guerrieri si erano addestrati, avevano servito ed erano morti senza essere neppure sfiorati dalle Selezioni. Serra può anche essere nata come luogo in cui istruire il futuro imperatore, ma ora era solo una palestra per sfornare le risorse più micidiali dell’Impero. «Conosco la storia», Levi interruppe finalmente il suo ostinato silenzio. Laia gli raccontava storie bislacche dato che quelle d’amore non erano di suo gradimento. Era la sua narratrice e potrebbe anche sembrare una pazza scappata da un manicomio che papà James - santo uomo che era - aveva sposato, ma con la sua voce, il guizzo di una mano e l’inclinazione della testa sapeva tessere le trame di mondi interi. Eppure Levi non credeva a una sola parola di quel mito, per lui era soltanto sterco di cavallo. x: «Non è né un mito né sterco di cavallo, mi dispiace», replicò l’Augure serio. «Sei davvero capace di leggere il pensiero.» x: «Una formulazione semplicistica per un’impresa complessa. Ma è così, ne siamo capaci.» «Allora sai tutto. Del mio piano di fuga, delle mie speranze, del mio odio, della mia famiglia. Tutto.» x: «È un buon piano, Levi», confermò il santone. «Quasi infallibile. Se desideri portarlo a termine, io non ti fermerò.» “È un trucco” gridò la mente del corvino, ma guardò negli occhi del santone e non vide alcuna menzogna. x: «Vieni, facciamo due passi.» Levi era troppo intontito per fare altro che non fosse seguirlo. Se l’Augure non stava cercando d’impedirgli di disertare, allora cosa voleva? Cosa intendeva quando aveva detto che il suo futuro sarà già una punizione sufficiente? Il corvino aveva cercato di leggere i suoi pensieri, tutto ciò di cui aveva bisogno sapere, ma il / velo / dell’Augure glielo impediva. Raggiunsero la torre e le sentinelle di guardia si allontanarono, come obbedendo a un tacito ordine. Levi e il santone erano soli a contemplare nell’oscurità le dune di sabbia. Era così lontano da casa sua, dalla sua famiglia... chissà cosa staranno facendo in questo momento. Cosa penserebbero di lui se diventasse un assassino? Lo avrebbero ugualmente accettato? Tanti pensieri affollarono la mente del corvino. A volte aveva come un nido di scorpioni che gli brulicavano nella mente, senza posa. x: «Quando sento i tuoi pensieri, mi torna in mente Taius il Primo. Aveva nel sangue l’istinto del soldato, proprio come te. E, come te, ha lottato col proprio destino» sorrise al suo sguardo incredulo. «Oh, si. Conoscevo Taius. Conoscevo i suoi avi. lo e i miei simili calpestiamo questa terra da un migliaio di anni. Abbiamo scelto Taius per creare l’Impero, così come abbiamo scelto te, cinquecento anni dopo, per servirlo.» Era impossibile! Se quest’uomo sapeva leggere nel pensiero, l’immortalità potrebbe essere piuttosto ragionevole come passo successivo. Allora, vuol dire che tutte quelle stupidaggini sugli Auguri posseduti dagli spiriti dei morti erano vere? Se solo la sua famiglia potesse vederlo... come gongolerebbe! Con la coda dell’occhio, guardò il santone. Osservandolo di profilo, gli sembrava di colpo curiosamente familiare. C: «Il mio nome è Caino. Sono stato io a sceglierti.»
«A / condannarmi /, per meglio dire. Immagino che tu abbia scelto migliaia di uomini nel corso degli anni. Dev’essere proprio il tuo passatempo preferito» C: «Ma tu sei quello che ricordo meglio. Perché gli Auguri sognano il futuro: tutte le conseguenze, tutte le possibilità. E tu sei intrecciato nelle trame di ogni singolo sogno. Un filo d’argento in un arazzo notturno.» «E io che pensavo aveste sorteggiato il mio nome da un misero cappello.» C: «Ascoltami, Levi Reonhato» l’Augure ignorò la frecciata. Anche se la sua voce non era più alta ora di un istante fa, le sue parole erano avvolte nel ferro, appesantite dalla certezza. «La Profezia è realtà. Una realtà che affronterai presto. Tu cerchi di scappare. Tu cerchi di eludere il tuo dovere, ma non puoi sfuggire al tuo destino.» «Il mio / destino /?» C: «La vita non è sempre ciò che pensiamo sarà» sentenziò Caino. «Tu sei brace sotto la cenere, Levi Reonhato. T’infiammerai e brucerai, distruggerai e / devasterai /. Non puoi cambiare la tua sorte. Non puoi fermarla.» «Io non voglio!»
C: «Quello che vuoi non ha importanza. Dovrai fare una scelta. Tra disertare o fare il tuo dovere. Tra sfuggire al tuo destino o affrontarlo. Se diserti, gli Auguri non ti fermeranno. Scapperai. Lascerai l’Impero. Vivrai, ma non troverai sollievo nel farlo. I tuoi nemici ti daranno la caccia. Le ombre fioriranno nel tuo cuore, e diventerai tutto ciò che hai sempre odiato e temuto: malvagio, crudele, inesorabile. Sarai incatenato all’oscurità dentro di te come saresti incatenato alle pareti di un cella, in prigione.» Caino gli si avvicinò, il suo sguardo era spietato. «Ma se resti, se fai il tuo dovere, avrai la possibilità di spezzare per sempre i vincoli che ti legano all’Impero. Avrai la possibilità di raggiungere una grandezza inconcepibile. Avrai la possibilità di ottenere la vera libertà: del corpo e dell’anima. Quando il momento arriverà, lo saprai, Levi. Devi fidarti di me.»
«Come faccio a fidarmi? Quale dovere? La mia prima missione? La seconda? Quante persone dovrò torturare? Quanto male dovrò commettere prima di poter essere / libero /?» Gli occhi di Caino erano fissi sul viso del giovane, mentre fece un passo lontano da lui, e poi un altro. «Quando potrò lasciare l’Impero? Tra un mese? Un anno? ...Caino!» L’augure scomparse in fretta, come una stella all’alba. Levi si allungò per afferrarlo, per obbligarlo a restare e a dargli delle risposte, ma la sua mano trovò solo aria.
4 notes
·
View notes
Photo
The Magnus Arcats: The Corruption aka The Clawruption
[ID: A drawing of the cat incarnation of the Corruption and its content warnings. The CWs read “Animal suffering, worms, vomiting”. The drawing is of a dirty white cat throwing up while walking over a black background, titled “The claw-ruption”. The cat seems to be in pain, and nondescript worms crawl over its fur, out of its skin, some of them clustering together. It casts a sickly green shadow on the floor. Signed: Meaningless Mikhaïl. End ID]
The End aka Terminou
The Vast aka Vertipaws
The Web aka The Meowther of Puppets
#the magnus arcats#tma#described#mikhail draws#tma fanart#the corruption#animal suffering#worms#vomiting#the magnus archives#the magnus archives fanart#well this was a bit painful to draws#my mom's cat used to throw up a lot#i sketched this months ago with her as a model#she died in october#it feels closer than it is#but yeah thanks lili for everything you brought#the purring the white hair on black clothes the foul breath and the inspiration#we miss you#hope you won't mind this is part of your legacy
25 notes
·
View notes
Text
izolda bársonybundájú angyalom
orok rejtely marad szamomra, hogy mi mukodik ennek a kis kurvanak az agyaban, es plane, hogy hogyan, mert ilyenkor bezzeg kepes koncentralni a dacos korulmenyek ellenere is – uj mantrailinges csillag van szuletoben :D csak szokna mar le a lopkodasrol es arrol, hogy leorditja minden szembejovo arcat
5 notes
·
View notes
Text
Arcate del Teatro di Marcello - lato Foro Piscario/Albergo della Catena, alle nove di un mattino di fine agosto (domenica 25.8.24).
Seguono, dal web, foto d'epoca in cui si vedono botteghe inserite nel Teatro. Siamo alla fine dell'Ottocento - primi Novecento: dal 1885 le demolizioni dell'ormai ex Ghetto per il principio igienico-sanitario del "diradamento" e, dal 1888, la costruzione dei Muraglioni tiberini stanno rapidamente trasformando l'aspetto di questa zona oggi muta e tranquilla, fortemente musealizzata, allora ricca di vita e di commerci.
Il colpo di grazia verrà dal 1926, con i lavori di isolamento del Campidoglio e l'apertura della via del Mare.
#roma#rome#teatro di marcello#piazza montanara#albergo della catena#monte savello#foro piscario#circo flaminio#rione sant'angelo#italy#isolamento campidoglio#roma moderna
2 notes
·
View notes
Note
So first off, wanted to just say how much I adore your art you've made of Lampwick and P, it's so dang good, and you've inspired me to draw fan art of my own!! And second, any chance you'd be willing to try your hand at drawing Arlecchino as he would have possibly looked before how we end up seeing him in game? If not totally okay, but I love your work and would love to see your thoughts! ;w;
Hello!! Thank you for your kind words thye are really appreciated! I unfortunately have no time to draw Arlecchino how I think he would look like, but I found a original illustration of him how I imagine him to be.
Sort of like this but apply the Jaster puppet at the Venigni arcate and give him this design (ofc make it more puppet like hahah) Also very glad you like my Wick, I love him to death and pitch his cheeks like a auntie with his nephew daily!!
17 notes
·
View notes
Text
L'opera del giorno: il Trionfo di Galatea di Raffaello
L’opera che vi propongo oggi è l’affresco del Trionfo di Galatea che Raffaello realizzò nella loggia di Villa Chigi a Roma, più nota come la Farnesina. Fu il facoltoso banchiere Agostino Chigi a commissionare il lavoro al celeberrimo pittore urbinate per decorare parte della loggia che un tempo si apriva sul Tevere: le grandi arcate infatti furono chiuse solo nel Seicento. Chigi aveva fatto…
View On WordPress
#affreschi#antonietta bandelloni#art#artblogger#arte#artepertutti#arttraveller#bellezza#capolavoro#dipinti#english#Il dipinto del giorno#Raffaello#rinascimento#Roma
2 notes
·
View notes
Text
Mantenete le distanze
Dagli indifferenti
Dai guerrafondai
Da chi, per chiedere di far pace,
attacca e aggredisce
Da chi vi sta lontano semplicemente perché per ora non ha bisogno
Da chi vi critica in vostra assenza
Mantenete le distanze
dai ricordi molesti
Dai rimpianti e dalle farneticazioni
Che vi fanno distorcere la realtà del passato
Dai sempre sorridenti con arcate superiori in evidenza con tutti gli incisivi, i canini, i molari
Da chi non ama i fragili, gli ammalati di
solitudine e gli anziani
Da chi mente quando gli conviene e spiattella la verità quando vuol far male
Da chi è sempre educato ma anche falso
Mantenete le distanze
Da chi non ha problemi e rasenta sempre la perfezione
Da chi non sbaglia mai , non si abbuffa mai, non alza mai la voce
Da chi profuma troppo, parla troppo,
alza troppo la voce
Mantenete le distanze
Dall’infelicita
Dalle false promesse a voi stessi
Dai compromessi che non vi danno la pace
Da chi non c’è mai e promette
Mantenete le distanze
Dalla parte di voi che non si ama
E sa farsi male
Da chi. Vi manca di rispetto
semplicemente perché non vi
vuole bene
Mantenete le distanze
I Zoe
tratto da “Le odi civilizzate” pagina fb
3 notes
·
View notes