#apprezzamento della vita
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pier-carlo-universe · 2 days ago
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"Al mio cuore, di domenica" di Wisława Szymborska: Un inno alla vita silenziosa del cuore. Recensione di Alessandria today
Esplorando la gratitudine e la consapevolezza attraverso i versi della poetessa polacca
Esplorando la gratitudine e la consapevolezza attraverso i versi della poetessa polacca Wisława Szymborska, insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996, è una delle voci più significative della poesia contemporanea. Nata il 2 luglio 1923 a Kórnik, in Polonia, si trasferì presto a Cracovia, dove intraprese studi in lettere e sociologia. Durante la Seconda Guerra Mondiale, lavorò nelle…
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deathshallbenomore · 2 years ago
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chissà quante risate si è fatto dio quando ha detto “questa qui la facciamo lesbica ma anche assolutamente inetta, tanto perché l’omosessualità non rappresentava un elemento di difficoltà sufficiente. e poi, per divertirci un po’, le diamo anche un debole gender-estetico-platonico per gli uomini biondi. per la gag”
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volevoimparareavolare · 1 month ago
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Il blog chiude
Dopo quasi di 9 anni, ho deciso di chiudere definitivamente il mio blog. Questo, per me, è stato un vero e proprio porto sicuro per tutte le tempeste della mia vita, lo spazio confortevole in cui ho pianto centinaia di volte, la camera in cui poter chiudermi, lasciando fuori le urla e il rumore e tutte le paure. Per anni.
Nell’ultimo periodo, ovvero gli ultimi 2 anni, tuttavia, ho sentito che questa parte della mia vita si è conclusa. Non trovo più conforto nell’aprire il mio cuore su questo social. E la scrittura é diventata per me fonte di tremendo dolore. E intima riflessione. Non mi sento più libera di mettere su carta (o su schermo) i miei pensieri perché spesso mi spaventano, spesso non vorrei leggerli, spesso mi riempiono lo sguardo di lacrime e mi portano a cancellare ogni parola con dita tremanti.
Mi mancano terribilmente le emozioni che provavo quando ero un’adolescente innamorata, incasinata e incredibilmente drammatica, piena di sogni e di speranze ancora più grandi. In questi anni sono successe cose che hanno in parte spento la mia luce. É capitato spesso di sentirmi talmente sfinita e spaventata che davvero non c’era nulla, nemmeno i miei preziosi libri, che potesse darmi un qualche tipo di conforto.
La cosa che più mi distrugge è il tempo che ho ridotto sempre di più alla scrittura. Non avevo mai le forze. La motivazione era troppo fragile. Le mie storie, che per alcuni erano tutte uguali, sull’importanza di continuare a cercare la luce nonostante il buio, il calore nonostante anni di gelo, mi hanno in parte abbandonato. Sono morte con la ragazza che desiderava disperatamente di essere salvata dall’amore di qualcuno. La ragazza che avrebbe dato qualsiasi cosa pur di ricevere affetto. Che voleva solo qualcuno che, guardandola dritto nei suoi occhioni tristi, gli avrebbe promesso che si sarebbe preso cura di lei, e che sarebbe rimasto.
Ora quella ragazza si è rassegnata all’evidenza che il principe azzurro esiste solo nei cartoni della Disney e nei libri di Chloe Walsh. Nella vita reale deve salvarsi da sola. E questa cosa, emotivamente, la distrugge.
Ringrazio di cuore tutti coloro che nel corso degli anni hanno avuto il tempo e la voglia di leggere i miei scritti, lasciandomi messaggi e commenti di apprezzamento. Quelle cose mi facevano sorridere per intere settimane, diventavano i miei sfondi del cellulare, mi facevano sentire quello che ho sempre cercato per tutta la vita; importante. Non credo potrete mai capire quanto mi abbiano salvato, in certi momenti.
Spero che questa fase della mia vita possa rendermi una persona migliore. La parte più vera e pura di me continua a sperare che un giorno vedrà pubblicato il suo libro nella vetrina di una libreria. E che potrà finalmente sorridere a se stessa e dire “ce l’ho fatta”.
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missviolet1847 · 8 months ago
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Lettera aperta del personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo | il manifesto
4 mesi fa
PALESTINA. Cancellato lo spazio dell'istruzione palestinese. Uccisi 94 accademici, 4.327 studenti, 231 insegnanti. Il campus di Israa tramutato in centro di detenzione. E nelle accademie israeliane sospesi o espulsi i docenti che hanno chiesto il cessate il fuoco.
1 giugno 2024 — Aggiornato alle 10:59
APPELLI
Lettera aperta del personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo
Al-Azhar University a Gaza (Ap)
Al-Azhar University a Gaza - Ap
GAZA. Accademici palestinesi e personale delle università «per affermare la nostra esistenza, quella dei nostri colleghi e dei nostri studenti, e l'insistenza sul nostro futuro, di fronte a tutti gli attuali tentativi di cancellarci»
Pubblicato 4 ore fa
Edizione del 2 giugno 2024
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Ci siamo riuniti come accademici palestinesi e personale delle università di Gaza per affermare la nostra esistenza, quella dei nostri colleghi e dei nostri studenti, e l’insistenza sul nostro futuro, di fronte a tutti gli attuali tentativi di cancellarci.
Le forze di occupazione israeliane hanno demolito i nostri edifici, ma le nostre università continuano a vivere. Riaffermiamo la nostra determinazione collettiva a rimanere nella nostra terra e a riprendere l’insegnamento, lo studio e la ricerca a Gaza, nelle nostre università palestinesi al più presto.
Invitiamo i nostri amici e colleghi di tutto il mondo a resistere alla campagna di scolasticidio in corso nella Palestina occupata, a lavorare al nostro fianco nella ricostruzione delle nostre università demolite e a rifiutare tutti i piani che cercano di aggirare, cancellare o indebolire l’integrità delle nostre istituzioni accademiche. Il futuro dei nostri giovani a Gaza dipende da noi e dalla nostra capacità di rimanere nella nostra terra per continuare a servire le generazioni future del nostro popolo.
Lanciamo questo appello da sotto le bombe delle forze di occupazione nella Gaza occupata, nei campi profughi di Rafah e dai luoghi di un nuovo esilio temporaneo in Egitto e in altri paesi ospitanti. La diffondiamo mentre l’occupazione israeliana continua a condurre quotidianamente la sua campagna genocidaria contro il nostro popolo, nel tentativo di eliminare ogni aspetto della nostra vita collettiva e individuale.
Le nostre famiglie, i nostri colleghi e i nostri studenti sono stati assassinati, mentre noi siamo stati ancora una volta resi senza casa, rivivendo le esperienze dei nostri genitori e dei nostri nonni durante i massacri e le espulsioni di massa da parte delle forze armate sioniste nel 1947 e nel 1948.
Le nostre infrastrutture civili – università, scuole, ospedali, biblioteche, musei e centri culturali – costruite da generazioni del nostro popolo, sono diventate rovine a causa di questa Nakba deliberata in corso. La deliberata presa di mira delle nostre infrastrutture educative è un tentativo evidente di rendere Gaza inabitabile e di erodere il tessuto intellettuale e culturale della nostra società. Tuttavia, ci rifiutiamo di permettere che tali atti spengano la fiamma della conoscenza e della resilienza che arde in noi.
Gli alleati dell’occupazione israeliana negli Stati Uniti e nel Regno Unito stanno aprendo un altro fronte scolastico promuovendo presunti schemi di ricostruzione che cercano di eliminare la possibilità di una vita educativa palestinese indipendente a Gaza. Rifiutiamo tutti questi schemi e invitiamo i nostri colleghi a rifiutare qualsiasi complicità in essi. Esortiamo inoltre tutte le università e i colleghi di tutto il mondo a coordinare qualsiasi sforzo di aiuto accademico direttamente con le nostre università.
Esprimiamo il nostro più sentito apprezzamento alle istituzioni nazionali e internazionali che sono state solidali con noi, fornendo sostegno e assistenza in questi momenti difficili.
Sottolineiamo tuttavia l’importanza di coordinare questi sforzi per riaprire effettivamente le università palestinesi a Gaza.
Sottolineiamo l’urgente necessità di riaprire le istituzioni scolastiche di Gaza, non solo per sostenere gli studenti attuali, ma per garantire la resilienza e la sostenibilità a lungo termine del nostro sistema di istruzione superiore. L’istruzione non è solo un mezzo per impartire conoscenze; è un pilastro vitale della nostra esistenza e un faro di speranza per il popolo palestinese.
Di conseguenza, è essenziale formulare una strategia a lungo termine per riabilitare le infrastrutture e ricostruire le strutture delle università. Tuttavia, tali sforzi richiedono un tempo significativo e finanziamenti consistenti, mettendo a rischio la capacità delle istituzioni accademiche di sostenere le operazioni, con la potenziale perdita di personale, studenti e della capacità di operare nuovamente.
Considerate le circostanze attuali, occorre passare rapidamente all’insegnamento online per mitigare le interruzioni causate dalla distruzione delle infrastrutture fisiche. Questa transizione richiede un sostegno completo per coprire i costi operativi, compresi gli stipendi del personale accademico.
Le tasse studentesche, principale fonte di reddito per le università, sono crollate dall’inizio del genocidio. La mancanza di entrate ha lasciato il personale senza stipendio, spingendo molti a cercare opportunità esterne.
Oltre a colpire il sostentamento dei docenti e del personale universitario, questa tensione finanziaria causata dalla deliberata campagna di scolasticidio rappresenta una minaccia esistenziale per il futuro delle università stesse.
Pertanto, è necessario adottare misure urgenti per affrontare la crisi finanziaria che le istituzioni accademiche stanno affrontando, per garantire la loro stessa sopravvivenza. Chiediamo a tutte le parti interessate di coordinare immediatamente i loro sforzi a sostegno di questo obiettivo critico.
La ricostruzione delle istituzioni accademiche di Gaza non è solo una questione di istruzione; è una testimonianza della nostra resilienza, della nostra determinazione e del nostro incrollabile impegno a garantire un futuro alle generazioni a venire.
Il destino dell’istruzione superiore a Gaza appartiene alle università di Gaza, ai loro docenti, al personale e agli studenti e al popolo palestinese nel suo complesso. Apprezziamo gli sforzi dei popoli e dei cittadini di tutto il mondo per porre fine a questo genocidio in corso.
Invitiamo i nostri colleghi in patria e a livello internazionale a sostenere i nostri risoluti tentativi di difendere e preservare le nostre università per il bene del futuro del nostro popolo e della nostra capacità di rimanere nella nostra terra di Palestina a Gaza. Abbiamo costruito queste università partendo dalle tende. E dalle tende, con il sostegno dei nostri amici, le ricostruiremo ancora una volta.
(sotto il testo originale segue traduzione inglese e nomi firmatari)
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—Al-Azhar University a Gaza -
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susieporta · 1 year ago
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CAMBIAMENTI
quando c’e’ da fare un cambiamento, s’inizia sempre col percepire un fastidio.
Questo fastidio, nel tempo, diventa irritazione, poi frustrazione, poi rabbia o depressione, poi s’inizia a stare male.
Se fossimo così saggi da soffermarci a guardare il fastidio e da lì attuare il cambiamento, non si arriverebbe allo step finale ( spesso è la malattia)
Invece la paura di cambiare ci fa restare immobilizzati, sullo stesso punto senza muovere un passo, a volte per anni!
A volte anche una vita intera.
Molte volte sono i condizionamenti a tenerci inchiodati a quel lavoro, a quel matrimonio, a quello stile di vita, a quell’abitudine.
Conosco molte persone, sagge, intelligentissime, che ancora sentono il bisogno di chiedere l’approvazione dei genitori quando devono prendere decisioni importanti!
Talvolta l’idea sorpassa anche la mia mente.
Il cambiamento tuttavia, differentemente da quel che ci e’ stato insegnato, è l’unica costante dell’esistenza.
Tutto cambia. Sempre e continuamente.
Perché noi no?
Perché noi dovremmo fare per 80 anni le stesse cose?
Ho molta stima e apprezzamento per chi sa reinventarsi a tutte le età, in ogni modo, considerando la vita per quel che è cioè un grande laboratorio, un gioco sperimentale e certamente mortale.
Nessuno di noi ha realmente qualcosa da perdere giacché è tutto in prestito incluso il corpo grossolano.
La paura di fallire attanaglia molte persone, ma il vero e unico fallimento è non essere se stessi, non aver vissuto la vita che volevi vivere- che per altro è il pentimento più frequente in punto di morte…
Cambiare fa paura perché ci è stato insegnato a puntare sulle cose stabili e certe.
Che fregatura!
Le cose stabili e certe sono solo la morte e le tasse diceva qualcuno, sicche’ tu mi stai dicendo che abbiamo puntato su qualcosa di non vivo e non vitale e anche noioso ( non so a chi piacciono le tasse ..!) ?
Eh si amico.
Dentro ognuno di noi ci sono molti talenti.
Invece molti tendono a identificarsi col proprio lavoro!
Ma un architetto può essere un bravissimo scacchista, o un danzatore, o un ricamatore.
E per noi è molto importante esprimere tutte le parti di noi.
Una cosa che mi fa girare gli occhi al cielo è essere appellata con la mia professione- che per altro nemmeno pratico più in senso stretto ma solo su carta- ah tu che sei psicologa, ah tu che hai studiato questo e quello!
Che noia mortale.
Per me la psicologia è una piccola parte della mia vita. Io sono molto di più, la mia anima contiene molto di più.
Cambiare significa aprirsi alla vita, al vitale, al pulsare, al fluire, allo scorrere, al lasciar andare.
Se non cambi quando devi, dovrai cambiare con le maniere forti.
Col dolore
Con la perdita
Con gli incidenti
Apriti al cambiamento, c’e’ sempre qualcosa dietro l’angolo, c’e’ qualcosa che devi ancora imparare e comprendere e sperimentare.
Ci sono altre parti di te che vogliono essere chiamate per nome e uscire a danzare.
Accogli l’invito della vita.
_Claudia Crispolti
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tazebao · 1 month ago
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declinare il tempo
Sappiamo che la luce che proviene dai corpi celesti, come le stelle o le galassie, ci mette milioni o perfino miliardi di anni per raggiungere la Terra.
Le stelle ne sono la testimonianze di questi eventi passati, alcuni di milioni di anni fa, nonostante li vediamo nel nostro presente.
Allo stesso modo il tempo, nella nostra vita quotidiana, è un intreccio di passato, presente e futuro.
Una relazione complessa che suscita fascino.
Oggi in un mondo interconnesso, l'idea di "il futuro nel presente" non è più un paradosso, ma una realtà condivisa.
Quando interagiamo con qualcuno che si trova in un fuso orario diverso, stiamo comunicando con una persona che vive, in effetti, in una parte differente della nostra linea temporale.
È come declinare il tempo: "il futuro nel presente".
Oggi è domani per te, ieri per me.
Mentre noi siamo ancora nel nostro presente, loro si trovano già nel loro domani.
Luoghi lontani, stesso momento di conversazione, ma separati da date diverse
A dividerci non è solo la distanza, ma anche l'arco temporale.
La nostra linea temporale si restringe, e la distanza che ci separa è rappresentata non solo dai chilometri, ma anche dagli istanti che ci dividono.
Siamo connessi simultaneamente e in modo asimmetrico: dove le ore si sovrappongono ma le date divergono.
Questo ci porta a riflettere su come il tempo, un tempo considerato un flusso unidirezionale e immutabile, diventa come un tessuto che intreccia diversi momenti della nostra esistenza.
Presente, passato e futuro.
Nell'arco di poche ore abbiamo ristretto la linea del tempo.
Per comprendere meglio questa idea, possiamo fare riferimento ad alcune teorie sul tempo.
La teoria della relatività di Einstein, ad esempio, ci insegna che il tempo non è assoluto, ma relativo, attraverso fusi orari differenti, viviamo una versione tangibile di questa teoria: ci muoviamo attraverso diverse dimensioni temporali, creando una connessione che si estende oltre i confini tradizionali del tempo lineare.
Questo significa che può variare in base alla velocità a cui ci muoviamo e alla nostra posizione rispetto a un campo gravitazionale.
Anche se queste idee sono principalmente teoriche e scientifiche, ci forniscono un fondamento per la comprensione come diversi individui possono percepire il tempo in modo differente a seconda delle loro esperienze e posizioni.
Dal punto di vista della sintassi linguistica, i tempi verbali ci permettono di ancorare le nostre esperienze in una sequenza temporale: passato, presente e futuro.
Tuttavia, nel mondo globalizzato di oggi, queste distinzioni si fanno più sfumate.
Parlare di eventi futuri come se fossero presenti diventa una necessità pratica quando ci relazioniamo con persone in diversi fusi orari.
Capire e accettare questa fluidità del tempo ci offre potere.
Ci permette di empatizzare meglio con gli altri, comprendendo che la loro percezione degli eventi può differire dalla nostra.
Ci offre la possibilità di pianificare in modo più efficace, tenendo conto delle variazioni temporali globali.
Inoltre, questa comprensione può arricchire il nostro apprezzamento verso la diversità culturale e temporale, ricordandoci che il nostro domani può essere l'oggi di qualcun altro.
Declinare il tempo in "il futuro nel presente" ci ricorda che siamo tutti intrecciati in un razzo temporale che trascende i confini geografici e cronologici.
Imparare a navigare in questa complessità con le giuste teorie e strumenti sintattici non solo amplia la nostra comprensione del mondo, ma ci equipaggia anche a vivere in armonia con le diversità temporali che incontriamo.
Proprio come le stelle nel cielo notturno, il tempo ci connette tutti, passato, presente e futuro, in un'unica esperienza universale.
Tuttavia, questa divisione non deve essere vista come un ostacolo, ma come un'opportunità per arricchire la nostra esperienza umana.
Mentre intrecciamo conversazioni, collaborazioni e connessioni con persone in diversi fusi orari, abbracciamo una realtà in cui passato, presente e futuro si fondono, offrendoci una visione più ampia e profonda del mondo.
Così, il futuro non è più un concetto distante, ma una parte integrante del nostro presente, vissuta e condivisa ogni giorno nel vasto panorama dell'esistenza umana.
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thegianpieromennitipolis · 2 years ago
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Da: IL GOTICO CHE NON TI ASPETTI - di Gianpiero Menniti 
L'INFINITA TRADIZIONE
In arte, la tensione verso la vita è sempre un richiamo alla fragilità dell’esistenza. La stessa rappresentazione è tentativo effimero di superamento dell’ineluttabile, anche quando la figurazione pittorica o plastica sembri voler cogliere accenti di illusoria fede metafisica, di grandezza e di fasto tendenti all’espressione eterna: è esigenza antropologica di finalismo.  Vita e morte convivono nella sensibilità dell’artista.  Anche il richiamo più potentemente prosaico al reale materico, risulta essere rappresentazione del limite invalicabile, di un buio lasciato ai margini.  Ogni rappresentazione, sia che abbia carattere sacrale che mondano o profano, lascia sullo sfondo del suo divenire visione ipostatizzata l’incertezza dell’astratto come di una domanda mai soddisfatta e sempre incombente sul significato dell’esistenza.  È per questa ragione profonda che un’opera pittorica o plastica suscita passioni inesplicabili: rappresenta il riverbero di una lacerante incertezza colta nel suo presentarsi al cospetto delle coscienze. Alla luce di queste considerazioni, porre la comparazione tra due stili d’arte non consiste solo nel rilevarne i valori iconografici, iconologici e formali emergenti: il tema si sposta più in profondità, laddove per ogni stile esiste un comune sedimento nel quale alberga la sensibilità verso quel limite oscuro.  Poi, il tempo in quanto fenomeno culturale, incide sulla figurazione (bi e tri-dimensionale) e concorre a delineare l’interpretazione delle suggestioni creative e l’uso degli strumenti di rappresentazione.  Di qui nasce lo stile che diviene tradizione quando riceve un riconoscimento di diffuso apprezzamento collettivo.  E dalla tradizione (nel suo significato etimologico di “trasmettere oltre” ) nasce la necessità di un’artificiosa classificazione nella quale “l’infinito trasmettere” si perde in improbabili cesure.  Il gotico internazionale, in origine “gotico cortese” (dal magistero di Simone Martini) e poi tardo gotico, non può essere derubricato a vaga espressione che il Rinascimento (altra visione schematica) supera confinandola nei recessi “dell’età di mezzo”: lo stile gotico è, nel suo lungo processo di maturazione intertestuale, anticipatore del Rinascimento stesso, sia nella versione italiana che in quella accostata del mondo fiammingo: nella ricerca di simmetria compositiva; nella visione della profondità come richiamo narrativo; nella tensione verso una caratterizzazione psichica nell’espressività dei gesti e dei volti; nell’accuratezza realistica dei particolari; nella varietà coloristica e nella ricercatezza luministica.
- Masolino da Panicale (1383 - 1447): "Madonna col Bambino", 1423, Galleria degli Uffizi, Firenze
- Gentile da Fabriano (1370 - 1427): "Madonna con il Bambino e angeli", tratta dal "Polittico Quaratesi", 1425, National Gallery, Londra
- Masaccio (1401 - 1428): "Madonna in trono col Bambino e quattro angeli", tratta dal "Polittico di Pisa"1426, National Gallery, Londra 
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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ali3natamente · 2 years ago
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“Ha raggiunto il successo chi ha vissuto bene, ha riso spesso ed ha molto amato; chi si è conquistato il rispetto delle persone intelligenti e l’amore dei bambini piccoli; chi ha riempito il suo spazio e ha adempiuto ai suoi doveri; chi ha lasciato il mondo meglio di come l’abbia trovato, sia per mezzo di una pianta più curata, una perfetta poesia od un’anima riscattata; chi non ha mai smesso di manifestare il suo apprezzamento per le bellezze della terra e non ha mai mancato di esprimerlo; chi ha sempre cercato il meglio negli altri e ha dato loro il meglio che aveva; colui la cui vita è stata un’ispirazione; la cui memoria è una benedizione”
--B.A.S.
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vashthewitch · 8 months ago
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inoltre, si dovrebbe pensare agli artisti come ad un lignaggio specifico e ridotto. la faccio molto semplice, ma è così che la penso anche se non è una cosa accettabile fuori da qui. ogni artista è come se avesse un potere magico: c'è chi usa il fuoco, che avvelena, chi costruisce giocattoli. sono figure in cui si sommano saperi diversi, anche noti, ma questi saperi vengono riformulati e trasformati in qualcosa di inutile. inutile nel senso di qualcosa che non ha un risultato pratico, spendibile all'interno della vita. gli artisti possono essere intrattenitori, e quindi costruire cose inutili che fanno rimanere a occhi aperti perché difficilissime e spettacolari; oppure criptici, e quindi costruire cose inutili incomprensibili al grande pubblico. in entrambi i casi però, quello che fanno parlerà soprattutto ad altri artisti, tanto di ieri quanto di domani. chi non è artista perderà il vero messaggio dietro l'opera o lo assorbirà superficialmente. e comunque va benissimo. gli oggetti d'arte però, e quindi il loro apprezzamento, solidificano un sodalizio eterno tra artisti che sono essenzialmente esseri umani devoti al superfluo. sono testimonianze che rafforzano l'idea che la propria esistenza di artista non sia solitaria e inutile: se qualcuno prima di noi l'ha fatto possiamo farlo anche noi. l'artista, spesso, quasi sempre, non può fare a meno di fare quello che fa. non può esimersi dal fare cose inutili.
per tutte le altre persone, l'opera d'arte è l'esempio di una deviazione dal rettilineo della vita. dimostra una dissipazione di quel che si sa. e soprattutto che, se anche si spreca o non si produce non succede nulla di male, ma solo qualcosa di diverso. per le altre persone le opere d'arte sono incredibili nel senso che non si può credere che qualcuno abbia fatto quel che ha fatto, abbia agito senza produrre o prodotto senza guadagnare o prodotto senza un perché (un perché non per forza capitalistico, ma anche pratico).
nella vita di tutti i giorni si incontrano molti atti artistici. vengono soprattutto da artigiani e dai vecchi. li si riconosce perché sono gesti, come per esempio ricette di cucina, dove l'inutile ha un ruolo fondamentale. la nonna di sofia toglieva i semini dalle fragole per fare una marmellata prelibatissima proprio a lei, la nipote preferita. questo gesto è evidentemente artistico, perché tende inutilmente ad una perfezione immaginata per l'occasione e in questo sforzo genera una cosa che non è il soddisfacimento del palato, ma un'emozione (diciamo così ma è più complesso di così, perché diventa anche ricordo, diventa un gesto di cura che però vuole accarezzare una cosa più profonda di una ferita o di una insicurezza; vuole dimostrare l'amore e consolare e dire che ci si sarà sempre e per sempre - e questo è impossibile, ma non importa. nel futuro, poi, sofia si ricorderà di questa cosa assurda e impossibile e ci legherà attorno l'amore per sua nonna).
l'opera d'arte è questo ma all'ennesimo livello. perché perde tutti i collegamenti con la realtà e l'utilità delle cose. non c'è nessuna marmellata, nessuna fragola nessun semino da togliere. o se ci sono, manca il contesto in cui questi dovrebbero avere senso. l'opera è difficile perché noi non siamo i nipoti, ma non per questo è impossibile. non sempre le opere d'arte sono destinate ad una persona specificatamente. a volte sono gesti così, come quella marmellata, ma fatti per sé. e se non sono per nessuno allora sono per tutti, anche perché tutti gli artisti vogliono essere guardati e, in fondo, capiti.
io ho cominciato a capire questo guardando agli impressionisti. non avevo mai misurato il loro potere eversivo fino a quando non ho letto un po' di cronache e ho capito che non erano mai stati i soggetti il punto. il soggetto era quel che c'era fuori sotto gli occhi, ma il punto era trasformare quel fuori. una trasformazione inutile, ma portata allo sfinimento, prendendo i soggetti e trasformandoli in macchie di colore che però fossero anche, insieme, riconoscibili.
serve stare continuamente su questa soglia quando si guarda l'opera d'arte. il problema però, materia di un altro post, è dov'è che guardiamo l'opera. perché l'esperienza al museo o alla mostra è una cosa sbagliatissima. è una cosa che si può fare solo se prima hai capito che ogni opera parla di libertà in un modo molto più concreto, ma anche meno idealistico, di qualsiasi testo filosofico. è una libertà pratica che, di volta in volta, da contesto in contesto, ci si può trovare a misurare. libertà di agire per il nulla, di sprecare fiato, senza però scomparire. l'arte, per i non artisti, serve proprio a questo. per loro invece, lo abbiamo già detto, ha un'altra funzione.
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errantepagina69 · 9 months ago
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Isaiah Berlin (Il potere delle idee)
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Se si obietta che tutto questo appare molto astratto e remoto dall'esperienza quotidiana, qualcosa che si preoccupa troppo poco degli interessi essenziali - la felicità e l'infelicità e il destino ultimo degli uomini comuni - la risposta è che si tratta di un'accusa infondata. Gli uomini non possono vivere senza descrivere e spiegare a se stessi l'universo. E i modelli che impiegano nel farlo non possono non influenzare profondamente le loro vite, anche e anzi specialmente quando ne sono inconsapevoli: buona parte dell'infelicità e della frustrazione degli uomini è dovuta all'applicazione meccanica e inconsapevole (oltre che deliberata) di modelli là dove non funzionano. Chi può dire quanta sofferenza sia stata causata dall'esuberante utilizzazione del modello organico in politica, o dalla concezione dello Stato come opera d'arte, o dalla rappresentazione, da parte dei teorici totalitari della nostra epoca, del dittatore come l'ispirato forgiatore della vita degli uomini? Chi dirà quanto male e quanto bene siano venuti, in epoche precedenti, dall'esagerata applicazione ai rapporti sociali di metafore e modelli costruiti ricalcando i paradigmi dell'autorità paterna (soprattutto nella sfera dei rapporti tra i reggitori dello Stato e i governati, o tra i preti e il laicato)? Se c'è una speranza di realizzare un ordine razionale sulla terra, o di arrivare a un giusto apprezzamento dei numerosi e svariati interessi che dividono i diversi gruppi di esseri umani - una conoscenza indispensabile a qualunque tentativo di valutare i loro effetti, e i modelli della loro interazione e delle sue conseguenze, mirando a trovare compromessi praticabili attraverso i quali gli uomini possano continuare a vivere e a soddisfare i loro desideri senza schiacciare ciò facendo gli altrettanto essenziali desideri e bisogni degli altri essa sta nel portare alla luce questi modelli sociali, morali e politici, e soprattutto i sottostanti paradigmi metafisici in cui sono radicati, mirando a esaminare se siano oppure no adeguati al loro compito. Il compito perenne dei filosofi è di esaminare qualunque cosa appaia refrattaria ai metodi delle scienze o dell'osservazione quotidiana: per esempio le categorie, i concetti, i modelli, i modi di pensare o di agire, e in particolare le maniere in cui si scontrano, puntando a costruire altre metafore, immagini, simboli e sistemi di categorie che siano meno internamente.
Prima uscita: 19 novembre 2023 Traduttore: G.Ferrara degli Uberti Editore: Adelphy Pagine: 352
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autolesionistra · 2 years ago
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Non so se avete presente quelle situazioni tipo quando sei in ferie da qualche parte e c'è un evento improbabile nei pressi, roba a cui non saresti mai andato ma non hai una mazza da fare (parlo di tempi in cui non avevo una mazza da fare) e decidi di farci un salto. Ecco, anni fa finii così a vedere in una chiesa montana un concerto di musica barocca per viola e clavicembalo.
Pur avendo mietuto qualche vittima fra gli astanti (fra le panche della chiesa si vedevano almeno un paio di teste reclinate in postura più da riposo che da ascolto) personalmente mi acchiappò parecchio, soprattutto quel pezzaccio di  “Folies d’Espagne” di Marin Marais. Avevano pure un CD che si auto-vendevano e lo andai a pigliare; anche se la cosa più vicina alla musica barocca che conoscevo erano le vignette di Sardelli, mi sentii in dovere di fare qualche apprezzamento al violista dicendo che il suo strumento aveva un gran suono, o qualcosa del genere. A quel punto intervenne la mogliera del violista a dire che forse pure suo marito aveva qualche merito nel gran suono e io diventai un poco bordeaux tentando di spiegare che volevo poi dire che mi era piaciuto molto come suonava e di riflesso si imbarazzò pure lui dicendo che, sì, aveva capito l’apprezzamento e ad entrambi credo si rafforzarono alcuni stereotipi di genere sulle mogliere.
Ora, io nella mia vita ho vissuto tanti momenti significativi il cui ricordo si è fortemente appannato quando non scomparso del tutto, ma questi momenti di grande inutilità e piccoli disagi tendo a ricordarmeli come se fossero successi ieri e in momenti casuali, tipo oggi. Pazienza.
Grazie alla magia delle interwebs ho recuperato analogo concerto più recente dello stesso duo (Andrea Maini e Marco Vincenzi) che pur con tutti i limiti di un audio registrato apparentemente con la cornetta di un Siemens S62 regala un certo numero di emozioni, in particolare nella già citata Folies d’Espagne: https://youtu.be/rH3WeBIWf2M?t=961
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k-white · 1 year ago
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Mi sento in dovere di fare un post di apprezzanto per le seierie asiatiche: Thai, Coreane, Taiwanesi, Giapponesi
Perché guardando Un Professore2, e dopo essermi rivista parti della s1(Simuel cut) vedo quanto le relazioni gay/quuer vengano eclissate da quelle etero, pure in questa seconda stagione
A partite dalle scene intime: Simone personaggio principale gay dalla prima stagione ha avuto una sola scena "intima" con un ragazzo di cui abbiamo visto solo la.parte del bacio, quando invece con la ex ragazza abbiamo visto loro due a letto insieme, niente di troppo esplicito ma comunque di più del semplice "lasciato sottointeso" che hanno fatto per i Simuel
stesso vale per tutte le altre coppie etero che hanno scene intime e baci mostrati molto più esplicitamente delle loro controparti gay, cosa che avevo notato anche nella serie mediaset Il Patricarca dove la coppia canonica gay aveva solo baci casti e nessuna scena intima a differenza delle coppie etero che quasi hanno avuto scene di nudo e scene intime anche più esplicite delle controparti RAI
Quindi niente volevo apprezzare il fatto che negli ultimi anni l'Asia ci abbia regalato tutto questo contenuto di serie BL e ora finalmente anche GL con PROTAGONISTI gay o in relazioni gay e storyline che diventano sempre più autentiche e reali e non più stereotipate come magari lo erano all'inizio
e un apprezzamento anche per avere serie che vanno da innocenti coming of age con solo casti baci a serie full on smutty con una pletora di serie che si poszionano nel mezzo come livello di scene intime, ed il fatto che abbiamo la scelta di guardare quello che preferiamo perché le serie continuano ad apparire
questi paesi hanno visto il potenziale che le serie queer hanno sul pubblico giovane decondendo di investite su di esse, diventando uno dei poteri più forti che li sta portando ad essere più conosciute a livello internazionale, perché le compagnie che producono queste serie e alcuni degli stessi paesi sono ancora molto pregiudizievoli nei confronti della comunità LGBTQA+ nella vita comune, quindi perché RAI non investi un po' anche tu in personaggi gay nelle tue serie come protagonisti?
negli ultimi anni hanno aumentato un po' il numero di personaggi quuer specialmente per quanto riguarda i teenager ma una serie con una coppia gay come protagonista non c'è l'unica che ci si avvicina un Professore ma comunque la trama che riguarda Simone finisce sempre con avere lui soffrire per amore non corrisposto e finire coinvolto con criminalità giovanile suo malgrado
Io poi vorrei che le coppie gay non venissero egulcorate così tanto per quanto riguarda le scene di baci e sesso, LASCIATELI LIMONARE mi devo sorbire baci etero e scopate in ogni puntata datemi lo stesso trattamento per le coppie gay!
Spero che in questa stagione2 avremo Simone pomiciare con un ragazzo, che sia Mimmo o Mamuel non me ne frega sinceramente, basta che si limoni un ragazzo almeno 2 o 3 volte da qui all'ultima puntata perché se mi devo sorbire DanteAnita ManuelNeena e RayanViola(che onesto sono i più carini e gli unici di cui mi frega di coppia etero) mi dovete dare SimoneMimmo per bilanciare perché non mi pare giusto sto trattamento!
Per non parlare del fatto che non ci sta manco una coppia lesbica! cioè senza offesa ma Nina non ce la faccio a vederla etero stesso per Chicca(p.s. mi manca Chicca era meglio lei della bionda ossigenata)
E niente fine dello sfogo, aver passato due anni a vedere serie BL e non asiatiche e principalmente thai ha cambiato il modo in cui guardo le serie italiane, se non mi danno almeno una coppia gay e non mi fanno vedere baci per detta coppia mi spiace non avrete la mia attenzione
ormai ho degli standard per chimica e baci
giusto 2 foto come esempio perché questi due frame sembrano usciti da un quadro
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p.s. ^ loro due sono First Kanaphan e Khaotung Thanawat e la serie è Only Friends(visibile gratis su YouTube) per chi fosse interessato😚
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notiziariofinanziario · 2 months ago
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Il principe William e Kate Middleton hanno pubblicato sui social il bigliettino, già inviato a una lunga lista di destinatari, che riporta una foto della coppia con i tre figli e il messaggio "Auguriamo a tutti un felicissimo Natale". L'immagine sulla cartolina, che mostra l'intera famiglia, inclusi il principe George, la principessa Charlotte e il principe Louis, è tratta dal video che la famiglia a condiviso a settembre per celebrare il ritorno della principessa Catherine alla vita pubblica. La principessa Kate aveva infatti rivelato a marzo 2024 di aver incominciato un percorso di chemioterapia preventiva dopo il suo importante intervento chirurgico addominale di gennaio. Nel pubblicare il video a settembre, Catherine aveva incluso un messaggio, che recitava: "Ora che l'estate volge al termine, non posso dirvi che sollievo è aver finalmente completato il mio trattamento di chemioterapia Gli ultimi nove mesi sono stati incredibilmente duri per noi come famiglia. La vita come la conosci può cambiare in un istante e abbiamo dovuto trovare un modo per navigare in acque tempestose e strade sconosciute". Continuava: "La battaglia contro il cancro è complessa, spaventosa e imprevedibile per tutti, soprattutto per le persone più vicine a chi lo affronta. Con umiltà, ti mette faccia a faccia con le tue vulnerabilità in un modo che non avevi mai considerato prima e, con ciò, ti dà una nuova prospettiva su tutto Questo periodo ha ricordato a William e a me di essere grati per le cose semplici ma importanti della vita, che molti di noi spesso danno per scontate. Il fatto di amare ed essere semplicemente amati".  "Fare tutto il possibile per tenere questo male lontano è ora il mio obiettivo. Sebbene abbia terminato la chemioterapia, il mio percorso verso la guarigione e la completa ripresa è lungo e devo continuare ad accogliere ogni giorno come viene. Non vedo l'ora di tornare al lavoro e di intraprendere altri impegni pubblici nei prossimi mesi, quando potrò. Nonostante tutto quello che mi lascio alle spalle, entro in questa nuova fase di recupero con un rinnovato senso di speranza e apprezzamento per la vita". "William e io siamo così grati per il supporto che abbiamo ricevuto e abbiamo tratto grande forza da tutti coloro che ci stanno aiutando in questo momento. La gentilezza, l'empatia e la compassione di tutti sono state davvero umilianti. A tutti coloro che stanno continuando il loro percorso contro il cancro: rimango con voi, fianco a fianco, mano nella mano. Dall'oscurità può arrivare la luce, quindi lasciate che quella luce brilli". Il biglietto di auguri di Natale per la famiglia è stato pubblicato online alle 14 di ieri pomeriggio, dopo che era stato rivelato che la famiglia non avrebbe partecipato al tradizionale pranzo pre-natalizio della famiglia reale a Buckingham Palace. A quanto dichiarato da William qualche settimana fa, lui, Catherine e i bambini trascorreranno tuttavia il Natale con la famiglia allargata come sempre nella tenuta di Sandringham. Read the full article
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logorroicomentale · 4 months ago
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unpopular opinion: che ribrezzo quando vedo un post con dei bambini e dopo, o prima, un post porno.
So benissimo che chi reblogga questi post non ci vede nulla di male ed anzi, li reblogga per condividere valori o il semplice apprezzamento di 2 aspetti della vita, ma personalmente mi fa proprio brutto, anche se so che non c’è alcun motivo
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londranotizie24 · 4 months ago
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immaginepoesia · 4 months ago
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ILLUMINANTE CREATIVITA' di Lidia Chiarelli- by Ana Stjelja on ARTSMAGAZINE
Lidia Chiarelli, artista e poetessa italiana, porta con sé una ricca eredità che va oltre il suo impressionante lavoro. Figlia del celebre Guido Chiarelli, ingegnere e innovatore responsabile della rivoluzione dell’illuminazione pubblica a Torino, è cresciuta in un ambiente impregnato di creatività, innovazione e profondo apprezzamento per le arti.
Guido Chiarelli non è stato solo un maestro del suo mestiere, ma anche un pioniere nel trasformare Torino in una città di luci durante il dopoguerra. Il suo contributo è stato fondamentale per modernizzare il sistema di illuminazione pubblica della città e gli è valso il riconoscimento di leader nel suo campo. Il paesaggio urbano di Torino, illuminato dai suoi progetti, divenne un simbolo di progresso e modernizzazione, riflettendo la miscela di precisione ingegneristica e sensibilità artistica che caratterizzava il lavoro di Guido Chiarelli.
Lidia ha ereditato questa duplice passione per l’arte e l’innovazione, scegliendo di incanalarla in percorsi più creativi. Figura di spicco nel mondo dell’arte, è nota soprattutto per il suo coinvolgimento nel movimento letterario e artistico internazionale Immagine & Poesia, di cui è stata co-fondatrice nel 2007. Questo movimento cerca di unire l’arte visiva e la poesia, creando una sintesi di espressione artistica che colmi il divario tra parole e immagini.
Il suo stile artistico è decisamente surreale e simbolico, spesso caratterizzato dai temi della natura, dei sogni e delle emozioni umane. Attraverso la sua arte visiva, Lidia Chiarelli trasmette un senso di bellezza e introspezione senza tempo, invitando lo spettatore a esplorare strati di significato più profondi. Le sue opere sono spesso integrate dalla sua poesia, creando un’esperienza multisensoriale che riflette la sua convinzione dell’interconnessione di diverse forme d’arte.
Lidia Chiarelli ha anche dato un contributo significativo al Dylan’s Day, una celebrazione internazionale del poeta Dylan Thomas. Attraverso il suo coinvolgimento, Lidia Chiarelli onora l’eredità di Thomas fondendo la sua arte visiva con la poesia, facendo eco allo spirito di fusione creativa dell’evento. Le sue opere d’arte e le sue poesie ispirate a Dylan Thomas sono spesso presenti in mostre e pubblicazioni dedicate alla giornata, consolidando ulteriormente il suo ruolo nella promozione dell’interconnessione tra arte visiva e letteraria attraverso piattaforme globali.
Oltre ai suoi contributi come artista visiva e poetessa, Lidia continua a onorare l’eredità del padre, non solo attraverso il suo lavoro, ma anche incarnando lo stesso spirito innovativo che ha segnato la vita di Guido Chiarelli. Laddove lui usava la luce per trasformare il mondo fisico, Lidia usa l’arte e le parole per illuminare l’esperienza umana.
Attraverso mostre, pubblicazioni e collaborazioni internazionali, Lidia Chiarelli si è affermata come una moderna donna del Rinascimento, fondendo i mondi dell’arte e della letteratura, proprio come suo padre fece con l’ingegneria e l’innovazione. Lidia Chiarelli è la testimonianza del potere duraturo della creatività, portando avanti l’eredità della sua famiglia e forgiando al contempo un percorso unico nella scena artistica contemporanea.
Il suo percorso di artista, arricchito dal suo patrimonio, ci ricorda la profonda influenza che la famiglia, la storia e l’innovazione possono avere sulla produzione creativa di una persona. Così come Guido Chiarelli illuminava le strade di Torino, Lidia continua a brillare nel mondo dell’arte, diffondendo la sua luce al pubblico di tutto il mondo.
ANA STJELJA, Dubai-based, internationally acclaimed writer, editor, and digital artist
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