#anima fragile

[noctographia]

“Ho un cuore che si innamora dei dettagli. Del modo in cui qualcuno dice il mio nome. Del silenzio tra due frasi. Della fragilità che prova a restare intera.”

—noctographia.

[sinestetica-mente]

Ero la regina del mio regno, vigeva il caos e la disperazione. Io, con eleganza e compassione, mi sono presa per mano, facendomi sedere su quel trono benedetto dalle maldicenze della gente, mi sono armata di sorriso e corona e ho cambiato, adattato, l’ambiente alla mia sensibile anima.

Tea

[tizianacerralovetrainer]

Ormai mi è chiaro che chi non pratica l'umiltà non ha avuto il coraggio di incontrare la sua ombra più profonda.

Perché chi si è visto spezzarsi, non respirare, sbagliare ancora e ancora, esercitare un controllo da impazzire, arrendersi, riprendersi per i capelli, gridare fuori i demoni: non può non aver imparato - profondamente - da dove viene. Da lì, dalla terra, dall'humus, da dove nasce la parola umiltà: fertile e gentile. Lì dove si tocca il fondo e si scava, ancora. Lì dove si mettono le radici per le altezze, altimenti si è solo bandiere al vento della superficialità.

Perché dopo quello puoi solo inchinarti di fronte alla storia di ognuno, rispettare, onorarne le sfide e starvi accanto con onesta presenza. Baciarne le difficoltà e accarezzarne le paure.

E non è una gara a chi ha sofferto di più, non si pronunciano frasi mortificanti come "c'è chi sta peggio". Qualsiasi sfida abbiamo incontrato, abbiamo toccato lo stesso suolo e siamo diventati sorelle e fratelli della stessa tribù.

Ognuno necessario con la sua ombra, ognuno necessario con la luce che da lì proviene.

Chi sminuisce non conosce. Chi si crede migliore sta solo fingendo una sicurezza mai conquistata, e priva di gentilezza.

Forza tribù.

[Gloria Momoli]

[anima--fragile]

A casa mia la luna non ha mai bussato.

È sempre entrata prepotentemente dalle persiane. Come le emozioni forti.

Ché mica bussano mai, quelle.

[gagliandi]

Una parte di me t’amerà per sempre L’altra parte di me non saprà che dire. Quattro quarti di me dentro un bicchiere. Che gioia mi dai. A part of me will love you forever The other part won’t know what to say. Four quarters of me inside a glass. What joy you give me.

[raccontidialiantis]

Il giorno dell’Angelo

Dunque, vediamo un po’ a che punto siamo con te. Sono decenni che ti seguo e ti guido paziente. Ti ho avuto in affidamento una trentina d’anni fa, secondo la vostra concezione limitata del tempo. Mi sei stato passato da un caro collega quando lui è stato premiato e promosso ad altro incarico di superiore responsabilità. Io ero e resto ancora solo un angelo alle prime armi. E con te ho di fatto imparato il mestiere: neppure noi “nasciamo imparati”, come dite voi, sai?

Forse è anche per questo mio goffo apprendistato sul campo, che te ne sono capitate parecchie. Ma in fondo te la sei cavata bene. Pochi punti sulla pelle. Tanti nell’anima. No, non ringraziarmi ancora, ché non è finita: vedrai che roba! Hai capito in qualche modo che ci sono, che cerco di tenerti a freno quando ti arrabbi. E di confortarti quando hai gli inevitabili momenti di scoraggiamento. Però sei testardo; hai quasi portato a compimento il tuo percorso.

Certo: nessuno sa qual è il chilometraggio che gli è stato assegnato, né quale sia la sua missione sulla Terra, il suo scopo primario nell’esistenza presente che gli è toccata. Hai capito sbattendo la testa più volte che c’è solo da usare il benedetto “libero arbitrio”, che altro non è se non scegliere la via più difficile e impegnativa. Sempre. Che poi è anche quella che ti farà tagliare le curve per accorciare il cammino dell’elevazione della tua anima - il tuo vero “io” - verso i piani superiori della scala evolutiva spirituale.

Certo: noi custodi vi guardiamo, da lassù e sorridiamo. O magari ci dispiacciamo degli sforzi che fate, delle lacrime di rabbia e delle fatiche fatte per conquistare traguardi in fondo futili, tutte cose caduche, che alla luce del tempo che passa valgono poco più di zero. Poi vi tradite, vi ingannate, vi odiate. Ma più spesso per fortuna ci stupite e ci commuovete con atti d’amore puro e disinteressato, con dolcezze inaspettate e infinite. Che spesso sono il frutto di scelte anche molto difficili, per voi. Vi ammiriamo, per queste cose.

Libero arbitrio. Un po’ vi invidiamo, perché a noi, senza un corpo che soffre, fragile, preda di influenze e bisognoso di continue cure, non è di conseguenza concesso provare emozioni forti, essere schiavi delle grandissime passioni che sono vostra croce e vostro privilegio. Per noi è tutto molto più diluito. Soffuso in una luce bianca benefica e morbida. Una sala d’attesa perenne, in pratica. Che poi il nostro grande desiderio di salire di grado è ciò che ci spinge infine a scendere sulla Terra, a incarnarci indossando a nostra volta dei corpi.

Opportuni mezzi per misurarci con cose vere e difficili, come la gestione dei rapporti tra esseri umani. Sappiamo bene che vivere è difficile. Per tutti. No, fidati: ognuno porta la croce che gli spetta, a seconda della propria posizione nel piano evolutivo concordato lassù prima di scendere. E per ciascuno c’è una fila di esistenze: lunga o breve. Alcune saranno necessariamente molto impegnative, altre cosiddette “di riposo” e altre ancora magari di utilità per altri esseri umani.

Perché soprattutto aiutare gli altri è ciò che fa bene all’anima. No, le esistenze terrene non avvengono in ordine “cronologico” come potreste immaginare: il tempo non si dispiega “in sequenza” come ve lo immaginate. Ma lasciamo perdere questo argomento, perché il tempo è impossibile da comprendere, per la natura umana. Oggi è per tutti un giorno uguale a ieri e sarà uguale anche domani. C’è molta sofferenza comune, in questo periodo sul pianeta blu.

Ciascuno rielabori intimamente e senza pregiudizi il messaggio portato dalle malatie e dalle soffrenze fisiche. Risulta evidente che qualcuno vi sta avvertendo: a livello individuale non è più possibile per nessuno pensare di essere “migliore” del suo vicino. Che si possa avere diritto a dei privilegi rispetto a un qualsiasi altro essere umano. O addirittura che l'uomo abbia su questo pianeta più diritti di esistenza di altre specie, che si possano sfruttare le risorse in modo scellerato, come avete fatto negli ultimi sessanta o settanta anni.

Nessun’anima è migliore o più degna di quella di un altro: ci sono solo miliardi di anime in marcia parallela verso la Luce. Ognuna soffre e fa esperienza secondo il proprio livello di spiritualità, evoluzione e comprensione delle leggi cosmiche. E le religioni dovrebbero servire poi a farvi amare, rispettare, aiutare; non a essere pretesto per le guerre e per l’accumulo di beni, alla fine tutti deperibili e totalmente inutili. “Le guerre non nascono perché la gente è religiosa, ma perché non lo è abbastanza.” (Enzo Biagi)

Comunque, tu: niente paura. Sono qui, ti sorveglio e ti sarò vicino. Sino al momento della tua prossima transizione. Perché, grazie a Dio, almeno tu sai con fiducia che non sei la carne che pure curi, bensì lo spirito che la abita. E poi continuerai il tuo viaggio in altra maniera. Avrò cura di te, perché dopotutto anche a me servono i… “contributi” per salire di grado! E tra l’altro anche se al momento indosso le ali, non mi è dato sapere se ho finito il mio ciclo di studi, di reincarnazioni sulla Terra. Per un po’ ancora, probabilmente anche per me quassù vale il “carpe diem”.

Sei tu il mio lavoro di oggi. Ma in passato, sai, ho avuto di peggio: cose che non posso dirti, per la legge sulla Privacy Eterna. Oggi che col freddo invernale non si può andare a fare un picnic o una gita al mare, guarda i link qui sotto e rifletti. Roba vecchia? Ti ricordo che il tempo non esiste, che il male è connaturato alla natura umana. E che tutti noi svolgiamo un’enorme, lunga e molto complessa recita. Senza il male, non riconoscereste quanto può essere importante una carezza o un segno d’approvazione, un aiuto. O un bacio appassionato. Buona riflessione.

RDA

[noctographia]

“A volte sembra che la felicità abbia dimenticato la strada per arrivare da me. Che tutti corrano verso qualcosa, e io inciampi anche solo a stare in piedi.”

—noctographia.

[sinestetica-mente]

Sento che queste montagne mi appartengono.

Come l’acqua, si sono infiltrate dolcemente, ma con decisione, nelle crepe del mio cuore.

La mia anima vaga libera, nascondendosi talmente bene che non so se quelle nuvole siano tali o sia proprio lei, la mia anima errante.

-Tea

[yridenergyridenergy]

Sukekiyo 2025/04/21 "Makoto, Ryougan Chishibaru" live report

-Setlist-

Candis

MOAN

Aishita Shinzou

breeder

Houmonsha X

Creeper

Sharara

Honnou okotowari

mystery na

Kashikomi Kashikomi

Frame out kara no

(session)

anima

-encore-

Kashikomi Kashikomi

I'm not really going to write much about Kirito's part. No one wants my opinion on his songs. He did nine or ten songs, and he was reading almost all the lyrics that were in Japanese. If there are any Pierrot fans reading this, could you please explain? The fact that he constantly had to look down at his memo sheets, even having to step back from the crate to make sure he could see the words well... There's something very wrong about this. Is it a lack of self-confidence, or something medical? We got a sheet for his tour this month and the next, so it's not like he has zero experience and practice. And I'm clearly sensitive to memory disorders myself - that's why I write these reports to begin with - but I've never heard of a singer reading so much.

Other than that, one major difference that I noticed between Kirito's band's presence on stage and Kyo's bands' is the lighting. The musicians were constantly lit up, even if there was a backdrop video. It definitely made the show a lot weirder and less submersive than Kyo's bands. Fans of Kirito probably get much better pictures, but performance-wise, there's nothing like being bathed in darkness, apparently.

Kirito did MCs. From what I gathered, he teased the fact that sukekiyo fans are referred to as "torii-chan". He said it was cute, like fragile. I think he had his fans shout in comparison, and it seemed to be mostly male voices hah. Kirito also said something about Kyo but I was totally confused with my basic level of understanding for verbal Japanese because he never added a suffix after Kyo's name... It seemed to be about the discussion on the title of the show.

Onto sukekiyo, what a fucking show! I'm so glad people are now at the level of physical excitement as I was two years ago, pretty much on my own hah. It was amazing, the crowd followed everything and reacted to the songs even if we didn't know at first whether we could clap, let alone cheer after the songs or even when the members walked on stage.

Yuchi wore a kind of tutu skirt, I think? With a weird protruding black bra on top of a white dress shirt. He had a spiky hat, beautiful makeup, black (fingerless?) gloves and goldej rings around his neck. Takumi's hair strands were mostly pink/purple but a couple were blue on his left. He had a kind of black and white suit, I think. Mika wore all black. UtA wore a black ensemble with buttons all down the front, like a school uniform. His hair was either blond or pink, slightly puffy.

Kyo wore two articles from Adidas:

I think he hiked up the skirt higher than the model in this picture, because it appeared puffy, and it definitely seemed like a lot of his thighs was showing. Due to how Club Citta is constructed, I have no clue what shoes he wore. He also had large glasses, like in the breeder PV, and he added a couple of blond extensions to the sides of his head, in bows.

Candis was awesome as usual, the extension at the start really enhancing the song. I can't get enough of Kyo's sudden knee drops in this performance! I hadn't known whether we even needed penlights for the show - Kyo usually warns us ahead of time. When I realized which it was and that it needed a penlight, I rummaged through my bag, but like a sign of life, one penlight started flashing out of the three: the right one!

It was my first time witnessing MOAN with the penlight. We essentially do our best to replicate Kyo's moves in the chorus.

Aishita Shinzou is kind of where we started being less stiff, I think. Kyo asked us to sing a few times, and he was jumping and dancing (the dance reminds me of North American Indigenous dances) a lot. Oh and he did the finger-in-his-mouth thing before jumping!

breeder came on and woah, the PV plays in the background but whatever, what a banger, as expected! Kyo at first asked us for a few "kill my mind", but near the end of the song, we were basically tasked with them all, essentially wrapping up the song ourselves. I think we also had to do one or two "how much am I worth?" At first, it was just Mika and Yuchi playing. Yuchi had this big bass placed vertically. Kyo looked at us and nodded, hopefully when he saw that many of us were excited for the song to be performed.

And you know what? To be honest, there's something to be appreciated with projecting a PV that doesn't feature Kyo behind him on stage. It's always weird when they show the PVs since Kyo is different and unique, so he has starkly different looks and he doesn't always move the same way on stage and on screen. Having some rando isn't distracting, in that sense.

At some point, Kyo briefly asked us, seemingly out of curiosity, if this was indeed a "Ceremony of Liberation", to which we cheered and understood that we could let loose completely.

In Houmonsha X, I found Kyo to move less than he did in the Jetblack Ceremony performances, but maybe because he compensated then for the fact that nobody else could move. Even the musicians were hella concentrated and immobile during the instrumental parts. At least now, we could dance.

I got to see Creeper live! The pot-stirrong at the beginning, all the little moves throughout this song! Kyo asked us to shout the "kaeru"s sometimes, and I seem to recall that Kyo pointed a lot to us based on the lyrics.

Before this point, maybe in Aishita Shinzou, Kyo walked over on the right side of the stage and he was teasingly chewing his index in his mouth with a grin while staring at us, as if considering who he'd ask out.

Sharara and Honnou okotowari were very nice, but I don't necessarily remember anything specific right now. Probably because it involved a ton of headbanging? I think Kyo might have moved sensually more at the end of Honnou okotowari than at the beginning, even though that's how the song sounds with his low singing? And it's lovely that Kyo changed the tone of the third or fourth paragraph in Honnou okotowari to ramble on in a high-pitched voice as though he's 'bitchly vexed' and disappointed.

For mystery na, I haven't heard the studio recording beyond the audio teaser that they added on YouTube a week or so ago. They kept the essential parts of it, but there's a weird kind of empty section near the end? We were also expected to sing a part that sounds like: "...smile" but hey, most of us haven't had the chance to listen to it yet, so it showed. Otherwise, I loved how Kyo rapped, and how he made a gesture from his chest to three parts of the crowd for the "ha haha haha" part after "Odoreeeee", as though he was distributing the wealth or some emotion.

Kashikomi Kashikomi played next and it's crazy how everybody in the band is super demanding of us even in this super short song hah. For some reason, there's an emphasis that the 🙏 be bumped upward, and since the song is about ditching the concept of sexes/genders, I must say I'm confused. When Kyo sings the "woman?" "man?" part, at least once he pointed to Yuchi for one of them, and UtA for the other, before going crazy growling the rest and leading us to the headbanging part.

Frame out kara no was as cool as I expected, even if Kyo didn't do the same "throwing his hands in the air and walking around mad" move like in the video I posted recently. There was a ton of gesturing of a camera frame, and Kyo adlibbing or again changing the tone of some lyrics to act really disappointed by the resulting photograph that he held so much hope for. And when he sings about stabbing, he goes straight to Yuchi, who has his back turned because of whatever instrument he plays then, and Kyo boldly gestures stabbing him, before retreating to his central position.

Sukekiyo then started playing an improvised session, with Takumi peoducing a simple melody on the piano at first. I can't remember all of Kyo's lyrics, but it was about finding someone, something killed, tears, etc. and it became very intense rather quickly, with him shouting out his emotions. At that time, a lot of hands at the front of the crowd got up and became really agitated, so I was thinking that they were vibing way too much with Kyo and believing that they were the ones who resonated with him the most, but no, I guess they were frantically pointing out that someone had a medical emergency right there. The band kept performing like professionals.

Anima then played and the credits rolled on screen, signaling that it was probably the last song. It was emotional, most people listened stoically, in silence. This time, we started cheering before Kyo had completely walked off the stage.

We clearly didn't get enough sukekiyo with just about a half-show, so we quickly chanted: "ske-kiyo-sama" and man, you gotta love sukekiyo's punctuality. They always start their shows earlier than Dir en grey does, with little delay for latecomers, they took less than thirt minutes to come on stage after Kirito left, and once we called them for an encore, they were back right away.

Kyo asked us, unbothered, if we could go on. He kept alternating between "Ikimasu ka?" and "Ikaremasu ka?", the lattet of which is a much more formal question that would mean ", sir" in another context but which is hard to translate here. He sometimes used a tone that was like that of a polite employee asking a patron for confirmation on their request. He had his hand on his head while asking us that.

Kashikomi Kashikomi was played with somehow even less restraint, more intensity. Kyo took out one, then the second of his ear monitors to hear us, and he headbanged with us a lot. At the end of the song, he promptly walked out while the musicians jammed like a real end of concert. They were all smiles. UtA came to the very end of the other side of the stage and basked in gratefulness at multiple points on his way backstage. Yuchi insisted on us maintaining the Kashikomi 🙏 as high as possible. Mika left promptly the second time, but he had waved broadly at us from behind his screens after the main setlist in acknowledgement.

By the way, when we entered the venue, the staff asked us one by one which band we mainly came to see, and they had a counter for each.

I haven't felt like wanting to run until I collapse and exhaust all this overflowing energy in a long time.

I am definitely not bringing any penlights tomorrow - this show is meant to be danced unhampered!

[mccek]

Tutto è cambiato da quel 2010,

anni passati buttata in un letto, 

salvata per miracolo, le ore sotto i ferri sono state dieci, 

per me sono state eterne, mi sentivo inerme, 

“la paziente ha perso troppo sangue, la situazione é complicata, 

non ho mai creduto a Dio, sempre pregato gli angeli che mandano segnali dal cielo, 

questa vita ti ha maneggiata bruscamente, mai stata delicata,  

ti ha tolto l’uso dei tuoi arti, 

non sapendo che il tuo punto di forza é insito nel tuo carattere, 

quanta forza di volontà, non ti fai mai abbattere, 

ma dimmi un giorno come farò a dimenticarti? 

Conservo con me quel delfino trovato in una giornata triste dentro un cassetto, 

tuo figlio é sempre quello di un tempo, 

un concentrato di ansie e incertezze, 

che scrive i suoi mostri sopra un foglietto,

dicevi “non piangere”, guarda dentro la tasca,

di anni ne avevo 6, a scuola piangevo ogni santo giorno, 

tant’era la paura della solitudine, che chiedevo alle maestre sé fossi rimasto solo, insicuro delle mie stesse insicurezze,

speravo nessuno vedesse, stringevo il delfino, 

chiudevo gli occhi, allontanando quelle paranoie  trasportate dalla burrasca,  

di idee negative succubi di voci “cattive”, 

ti chiedevo “Mamma? 

Perché quando gli altri piangono io stringo loro la mano e sorrido?

Se quando piango loro mi fissano, ridendo a squarciagola come in un grido?”

“Ognuno é fatto a modo suo, 

non tutti hanno un cuore compatibile col tuo”.

“Non ha importanza se nessuno ti ha compreso, 

non ti sei “abbassato”, non hai cercato compassione, per essere accettato”,

Tu come me davi retta a tutti, poi quando c’era bisogno, “ognuno c’ha i sui impegni”, (già!),

strano come poi piangano lacrime di coccodrillo mentre sei disteso su una bara.

Stesso sangue, avvelenato dalla vita, dal pregiudizio inutile di chi fingeva di esserci vicino,

umani come medicine, un giorno ti elevano al settimo cielo, i restanti ti rigettano l’inferno, 

finisci in para, dicono “passerà”, nessuno ci tiene, impara.

Ti sento piangere le notti, 

con due tumori che si fanno spazio nel tuo corpo, silenziosamente, 

mi dici che non molli, anche sei distrutta, “non voglio spegnere quel tuo sorriso”, 

io non ne conosco di altri motti, 

mi guardi, mi stringi, col corpo che trema, la mia anima lo sente, 

io invidio il tuo essere, fragile e tenace, 

tu non vivi, sopravvivi, lotti,

come quando ballavi il tango, 

cambiavi l’atmosfera, 

la tua? La classe di chi soffre senza farlo notare, 

a ogni tuo passo il mio cuore accelera, 

professionisti che dicevano “incantevole, come

una bambina si diverte in mezzo al fango”.

In una vita di spine, senza una rosa,

sei un’artista nel dipingere le mie giornate, 

metti ordine fra miei pensieri come in un quadro a ogni dettaglio i suoi colori, 

siamo io e te e papà, stretti dentro un incubo, sappiamo che ogni giornata potrebbe essere preziosa, 

ho sempre dato tutto per scontato, bastava dirti grazie, rispettare le tue urla, i tuoi dolori.

Quante volte mi hai detto ti vorrei aiutare? 

Ma testardo davo retta solo a me stesso,

capendo che una donna é l’unica soluzione, 

se ti sa guardare dentro, é più erotico del sesso,

ti scrivo le mie lacrime del cuore, 

quelle che nessuno vede, 

mentre dentro sé stessi ogni equilibro cede.

Ti ho detto troppe volte, “se ti spegnessi metterei fine ai miei giorni”, 

tu solo una cosa mi hai risposto “fammi rivivere in quei giorni”.

[anima--fragile]

Amo guardarti dormire

Mi trasmetti tranquillità

[fugamalefica]

A Jungian Analysis of Bellatrix and Voldemort

Voldemort represents what happens when the Shadow is completely denied and exiled, when the vulnerable child is never loved, and the self adapts by amputating everything soft, tender, and human. What remains is brilliant intellect, terrifying hunger for power, and a complete ego-driven rejection of vulnerability. He doesn't just repress the Shadow but becomes a distorted version of it, identified mainly with control. In Jungian terms, rejecting the Shadow doesn't make it disappear but makes it stronger, and in Voldemort's case, it leads to spiritual dismemberment through the Horcruxes.

He's the classic case of persona inflation. His public persona as the invincible Dark Lord is meant to cover up a fragile, abandoned child rotting beneath. His anima is fractured as he has no healthy inner feminine. Emotion is vulnerability to him and intimacy is dangerous, but the anima doesn't vanish. Instead, it appears in an externalised form through Bellatrix.

Bellatrix is the Shadow incarnate but unlike Voldemort, she embraces it. She feels ecstasy in destruction, sensuality in cruelty, and love in darkness. She doesn't fear her own darkness but revels in it. Where Voldemort dissociates from all feeling to preserve a sense of control, Bellatrix unites passion and destruction into one blazing core where she feels freely and without any inhibition. She possesses an almost fearsome independence of mind, magical prowess, as well as intense and all-consuming devotion.

She hasn't disowned her instincts. Instead, she channels them through Voldemort. She becomes the mirror of his soul, even as he denies he has one. Voldemort has projected his entire anima onto Bellatrix. The chaos, sensuality, loyalty, and emotional power he doesn't allow himself to feel. That's why she captivates him so. He doesn't understand his own emotions but in her he sees what they could be.

Both of them are creatures of the Shadow but Bellatrix lives in hers while Voldemort tries to escape his, and yet, he's drawn to her, again and again. Why? Because the Shadow is always magnetic. The unconscious wants to be made conscious. He may loathe the vulnerability her love awakens, but he can't look away, and when she dies, he loses control for the first and only time because she was his last emotional tether and his last link to the possibility of integration.

Bellatrix worships him. She projects her inner god archetype onto him. He's her source of meaning and her sacred object of devotion. He receives her worship like an old deity and it shakes something in him because he doesn't understand love, but she does. In Jungian terms, Bellatrix is offering him a chance to reclaim the soul he severed not through softness, but through shared darkness. She sees his flaws, his power, his cruelty and loves him because of it. That love terrifies him because it threatens to make him feel.

Voldemort's downfall is his refusal to integrate. He disowns his pain, his love, his anima until nothing remains but a shell, and that shell shatters when Bellatrix dies. Bellatrix, on the other hand, overidentifies with the archetype. She is the Shadow. There is no boundary, no ego separation. That's why she can't survive without him because she never individuated from the archetype she worships.

[anima-complicata-80]

….🥹🖤

(Esatto….la tua anima fragile…)

[daily-pedro-aus]

BNA (Brand New Animal) AU

Inspired by the anime of the same name! (check it out, it's really good)

No nickname yet

Pronouns: He/them

Theme songs: Ready to (BNA opening) / NIGHT RUNNING - Shin Sakiura

That's another one of this AU where I literally have no idea how it would go lol

All I know is that he's a jaguar beast man

The story wouldn't really need to change much, it could take place in the future of the anime, in another beastman city similar to Anima City

Hang on, I think I'm coming up with something

An unspecified amount of times after the anime (it's definitely been several years), beastmen and humans are living in a fragile harmony

The events of Anima City definitely helped the beastmen

More beastmen cities have sprouted all over the world

But there are still many cases of racism and segregation everywhere

Pedro was victim of such racism as his family was killed when he was young

He got adopted by Mitch (who is a human) who only saw him as a potentially very strong henchman due to his beastman nature

So Pedro grew up in a human family, trained to become a proverbial "attack dog" (more like attack jaguar in his case)

He despised this life but the Fam was the only source of support he had, since they lived in a human-centric city

He thus was very close to Ophelia and Denny who were the only ones to treat him as equal

But then the Incident happened

You know the rest

After this whole mess, Pedro decided to move to a beastmen city where he is still being a vigilante and helping those in need

[pier-carlo-universe]

Le anime nude di Rita Frasca Odorizzi: un viaggio poetico tra tempo, amore e fragilità. Recensione di Alessandria today

Una poesia intensa che esplora la lotta con il tempo e il legame indissolubile tra due anime.

Una poesia intensa che esplora la lotta con il tempo e il legame indissolubile tra due anime. Analisi della poesia.La poesia Le anime nude di Rita Frasca Odorizzi è un’opera delicata e intensa, che racconta con profondità il conflitto con il tempo e l’incedere della vita. Attraverso un linguaggio evocativo e immagini suggestive, l’autrice esplora i temi della fragilità umana, del dolore, della…

[raccontidialiantis]

Ti prego: comanda il mio corpo

Prendi possesso pieno della anima. Plasma la mia mente. Perché sono fragile, sono donna: ho bisogno che tu mi domini, che mi dia sicurezza, protezione. Ho necessità assoluta di sentirmi apprezzata, soprattutto quando ti soddisfo, quando ti servo. Lascia che adori il tuo corpo di uomo forte e la tua meravigliosa anatomia maschile.

Usa tutto il mio essere: le mie morbide colline, i dolci orifizi e le mie labbra sono tue, per il tuo piacere. E poi sorridimi. Sfogati pure su di me, se ti farà sentire meglio. Perché servire te è la mia unica ragione di vita e il mio unico scopo d'amore. Poi potremo anche parlare, ridere e scherzare. Di tutte queste cose è fatto l'amore.

RDA