#Vittorio Foa
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pensierispettinati · 7 months ago
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È stato Vittorio Foa a dire all’onorevole Pisanò del Movimento Sociale Italiano una frase che fa ancora la differenza tra fascisti e non: “Se avesse vinto lei - sottolineava in un dibattito televisivo - io sarei ancora in prigione. Avendo vinto io, lei è senatore della repubblica e parla qui con me”.
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daimonclub · 7 months ago
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Aforismi e citazioni sul lavoro
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Aforismi e citazioni sul lavoro Aforismi e citazioni sul lavoro, una raccolta di varie citazioni di autori famosi su una delle attività più importanti e spesso faticose della nostra società. La festa internazionale dei lavoratori si celebra il 1 maggio di ogni anno, una tradizione che continua ancora oggi in più di 60 paesi. Tutte le professioni sono delle cospirazioni contro i profani. George Bernard Shaw Il lavoro mi piace, mi affascina. Potrei starmene seduto per ore a guardarlo. Jerome Klapka Jerome Dobbiamo lavorare di meno, perché un uomo sfinito dalla fatica è costretto ad essere fedele alla propria moglie. Occorre del tempo, invece, per danzare, cantare, amare la propria donna e quella degli altri. Rajneesh Bhagwan Più desidero che qualcosa sia fatto, meno lo chiamo lavoro. Richard Bach È troppo difficile pensare nobilmente quando si pensa a guadagnarsi da vivere. Jean-Jacques Rousseau Tutti gli sventurati, tutti coloro la cui schiena brucia / sotto il sole feroce e che vanno, che vanno / con la fronte che scoppia in un lavoro infame. / Giù il cappello, borghesi. Questi sono i veri uomini. Arthur Rimbaud Lavoriamo senza pensare: è il solo mezzo per rendere sopportabile l’esistenza. Voltaire Il lavoro è uno sforzo diretto ad ottenere una remunerazione. Th. R. Malthus Si gusta doppiamente la felicità faticata. Baltasar Gracián Non voglio raggiungere l'immortalità con il mio lavoro. Voglio arrivarci non morendo. Woody Allen Si sa che il lavoro ha sempre addolcito la vita: rimane tuttavia il fatto che non a tutti piacciono i dolciumi. Victor Hugo Decise di cambiar vita, di approfittare delle ore del mattino. Si levò alle sei, fece la doccia, si rase, si vestì, gustò la colazione, fumò un paio di sigarette, si mise al tavolo di lavoro e si svegliò a mezzogiorno. Ennio Flaiano L'avidità è il pungolo dell'operosità. David Hume Al mondo non ci sono che due modi per fare carriera: o grazie alla propria ingegnosità o grazie all'imbecillità altrui. La Bruyère De, Jean Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore. Bertolt Brecht E' impossibile godere appieno dell'ozio se non si ha un sacco di lavoro da fare. Jerome Klapka Jerome Il lavoro allontana tre grandi mali: la noia, il vizio ed il bisogno. Voltaire Occorre che un uomo muoia per divenire forza-lavoro. È quella morte che egli trasforma in salario. Jean Baudrillard Dopo tutto, l’intera storia del lavoro umano è una storia di resistenza all’organizzazione del lavoro, al potere politico, all’ideologia del lavoro. Vittorio Foa La grande maggioranza delle persone lavora soltanto per necessità e da questa naturale avversione umana al lavoro nascono i più difficili problemi sociali. Sigmund Freud Lavorare è meno noioso che divertirsi. Charles Baudelaire Intelligenza: quando ti accorgi che il ragionamento del tuo principale non fila. Saggezza: quando eviti di farglielo notare. Anonimo Per ridurre il costo del lavoro si potrebbe ritornare allo schiavismo puro, no! Carl William Brown Fa’ sempre qualcosa, di modo che il diavolo ti trovi sempre impegnato. San Gerolamo Alla fin fine, il lavoro rimane sempre il miglior mezzo per far passare la vita. Gustave Flaubert I consumatori ricercano la massima soddisfazione, i produttori il massimo profitto e i lavoratori devono lottare contro il massimo sfruttamento. Carl William Brown Spesso le grandi imprese nascono da piccole opportunità. Demostene Una persona che usa merci e servizi, senza produrre merci e servizi equivalenti, arreca al Paese esattamente lo stesso danno che arreca un ladro: in effetti si tratta proprio di un furto. G.B. Shaw Quando il caos è intorno a te, ricorda: quello che sopravvive alla storia è il lavoro dell'uomo. Anonimo Se il riposo non è un po' ancora lavoro, è subito noia. Jules Renard La riduzione della giornata lavorativa a un punto in cui la quantità del lavoro non impedisce lo sviluppo umano, è il primo elemento di libertà. H. Marcuse E noi qui in tuta a far la classe operaia, come dei pirla. Altan Non dimostrarti insostituibile; se non puoi essere sostituito, non sarai promosso. Anonimo Oggi anche il cretino è specializzato. Ennio Flaiano Tutti lavoriamo per arrivare al riposo: è ancora la pigrizia a renderci laboriosi. Jean-Jacques Rousseau La schiavitù umana ha toccato il punto culminante alla nostra epoca, sotto forma di lavoro liberamente salariato. G.B. Shaw Il lavoro non è altro che uno stupido sforzo per un inutile spostamento. Carl William Brown Siamo arrivati a un tal grado di imbecillità da considerare il lavoro non solo come onorevole, ma addirittura come sacro, mentre non è che una dolorosa necessità. R. de Gourmont Mani inanellate non sanno mungere vacche Mani nere e callose fanno pane bianco. Canto popolare lituano, XVIII sec. Noi viviamo nell'epoca in cui la gente è così laboriosa da diventare stupida. Oscar Wilde Il lavoro d'equipe è essenziale. Ti permette di dare la colpa a qualcun altro. Arthur Bloch Si sa che il lavoro ha sempre addolcito la vita: il fatto è che non a tutti piacciono i dolciumi. Victor Hugo Un uomo non è un pigro, se è assorto nei propri pensieri; esistono un lavoro visibile ed uno invisibile. Victor Hugo Erano in tre e si doveva eseguire un lavoro; il più forte decise che avrebbe diretto le varie fasi dell'esecuzione, il più furbo disse che avrebbe controllato il buon esito dell'operazione e al più debole non rimase altro che iniziare. Carl William Brown La paura della noia è la sola scusa del lavoro. Jules Renard Ogni volta che basta una sola persona per eseguire un compito con la dovuta applicazione, il compito viene eseguito in modo peggiore da due persone e non viene affatto eseguito se l'incarico è affidato a tre o più persone. George Washington I malvagi lavorano più duramente per andare all'inferno di quanto non facciano i giusti per andare in paradiso. Josh Billings La fatica rende le donne loquaci e ammutolisce gli uomini. Clive Staples Lewis Ad ogni periodo di attività deve seguirne uno di riposo. Mao Tse-tung Il frutto del lavoro è il più dolce dei piaceri. Luc de Clapiers de Vauvenargues Ogni abitudine rende la nostra mano più ingegnosa e meno agile il nostro ingegno. Friedrich Nietzsche L'uomo è l'unica creatura che consuma senza produrre. George Orwell Il lavoro duro paga nel lungo periodo. La pigrizia paga subito. Anonimo Il lavoro è il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare. Oscar Wilde La vera libertà individuale non pu�� esistere senza sicurezza economica ed indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature. Franklin Delano Roosevelt Recessione è quando il tuo vicino perde il lavoro. Depressione è quando lo perdi tu. Panico quando lo perde anche tua moglie. Boris Makaresko Il lavoro è la maledizione delle classi alcolizzate. Oscar Wilde Vivere del proprio lavoro, una necessità; vivere del lavoro altrui, un'aspirazione. Alessandro Morandotti Lui non sa nulla e pensa di sapere tutto: tutto ciò fa pensare chiaramente ad una carriera politica. George Bernard Shaw Se fossi un medico, prescriverei una vacanza a tutti i pazienti che considerano importante il proprio lavoro. Bertrand Russell La religione ci rende inadatti ad ignorare la nullità e ci butta nel lavoro della vita. John Updike Non un giorno senza una riga. Plinio il Vecchio Lavoro è vita, lo sai, e senza quello esiste solo paura e insicurezza. John Lennon Non ci sono lavoro stupidi, è evidente... Ma ce ne sono di quelli che vengono lasciati agli altri. Miguel Zamacoïs Il lavoro è stato il primo prezzo che si è pagato per ognicosa ed è la misura reale del valore di scambio di ogni merce. Adam Smith Il Governo ha due doveri, quello di mantenere l'ordine pubblico a qualunque costo ed in qualunque occasione, e quello di garantire nel modo più assoluto la libertà di lavoro. Giovanni Giolitti Se fai il lavoro male, dopo magari non te lo fanno fare più. Bill Watterson L'etica del lavoro è l'etica degli schiavi, e il mondo moderno non ha bisogno di schiavi. B. Russel Gli errori, come pagliuzze, galleggiano sulla superficie: chi cerca perle deve tuffarsi nel profondo. John Dryden Una piccola quantità di denaro che cambia di mano rapidamente farà il lavoro di una grande quantità che si muove lentamente. Ezra Pound L'artista è niente senza il dono, e il dono è niente senza il lavoro. Émile Zola Essere uomo è un mestiere difficile, soltanto pochi ce la fanno. Ernest Hemingway Una macchina è in grado di lavorare come cinquanta uomini comuni, ma nessuna macchina può svolgere il lavoro di un uomo straordinario. Elbert Hubbard L'opera esce più bella da una forma ribelle al lavoro dell'artista: verso, marmo, onice, smalto. Théophile Gautier Dio mi perdonerà: è il suo mestiere. Heinrich Heine La differenza tra un intellettuale e un operaio? L'operaio si lava le mani prima di pisciare e l'intellettuale dopo. Jacques Prévert Sulla tematica del lavoro potete anche leggere: Umorismo nero e lavoro Scuola, ozio e lavoro Labor Day explained Aforismi sulle pensioni Aforismi sulle pensioni di C.W. Brown Aforismi per autore Aforismi per argomento Riflessioni e pensieri Saggi e aforismi Read the full article
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armandoandrea2 · 8 months ago
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Dal senatore Vittorio Foa a un senatore del MSI: "Sai qual è la differenza tra voi e noi? Quando c'eravate voi io stavo in carcere, adesso che ci siamo noi tu sei senatore ".
La libertà di opinione è il fondamento della democrazia.
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liesmyth · 11 months ago
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“Come non di rado accade a Veltroni”…. volo
(Miriam Mafai in Il silenzio dei comunisti, di Vittorio Foa, Einaudi 2002)
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mayolfederico · 4 years ago
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diciotto settembre
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Xavier Valls
  Quartieri solari
Milano ha tramonti rossi oro. Un punto di vista come un altro erano gli orti di periferia dopo i casoni della «Umanitaria». Tra siepi di sambuco e alcuni uscioli fatti di latta e di imposte sconnesse, l’odore di una fabbrica di caffè si univa al lontano sentore delle fonderie. Per quella ruggine che regnava invisibile Per quel sole che scendeva più…
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gregor-samsung · 8 years ago
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Ho conosciuto Anna Maria Levi nella sua casa di Trastevere a Roma nel 2009. In occasione della ricerca del CDEC, Memoria della Salvezza, avevo voluto intervistare anche lei, per sapere come si fosse salvata dalla shoah. Era una donna di 88 anni, vivace, curiosa e brillante. Raccontò a me e alla mia collega Chiara Ferrarotti la sua vita movimentata, piena di interessi e anche di bizzarrie, della sua avventura (così la chiamava) come partigiana del Partito d'Azione, dei suoi amici (nomi altisonanti della Resistenza come Ada Gobetti, Bianca Guidetti Serra, Vittorio Foa, Franco Momigliano, Gigliola e Franco Venturi), della sua relazione strettissima d'affetto e di stima con suo fratello Primo, della loro infanzia spensierata, delle loro vacanze al Saccarello sulla collina di Superga con i cugini, della madre amatissima, Ester Luzzati, che lei cercò di proteggere in ogni modo, sottraendola appena in tempo alla pensione di Col de Joux dove si trovava assieme al figlio Primo e ai suoi compagni, poco prima dell' irruzione della polizia fascista. Annamaria ci mostrò decine di foto di lei, della sua famiglia, dei suoi amici di gioventù. Davanti ad ognuna si fermava per commentare, scherzare, ridere di se stessa e della sua vita un po' randagia. Di fronte alla fotografia di lei con suo fratello da bambini a Piossasco, nella casa che il nonno, dopo molte fatiche, si era comprata (vedi il racconto di Primo: Il fondaco del nonno) dice: "Non so più quale pedagogista ha detto: fortunati quei bambini che hanno avuto un giardino nella loro infanzia. Aveva ragione, io quel giardino me lo sogno ancora".
Anna Maria e Primo Levi Un inedito racconto fotografico
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joeinct · 5 years ago
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Vittorio Foa, Photo by Paola Agosti
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corallorosso · 5 years ago
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Giorgio Pisanò faceva parte della Gioventù italiana del littorio. Vittorio Foa, invece, era un partigiano e per le sue idee finì in carcere. Divennero entrambi parlamentari: il primo per il MSI, il secondo per il PSI e il PCI. Un giorno i due s'incontrarono in un dibattito televisivo e Pisanò disse: "Ci siamo combattuti da fronti contrapposti, ognuno con onore. In fondo eravamo tutti patrioti. Possiamo darci la mano..." Foa lo osservò per un attimo, poi lo interruppe così: "Un momento. Se si parla di morti, va bene: i morti sono morti. Ma se si parla di quando erano vivi, erano diversi. Se aveste vinto voi, io sarei ancora in prigione. Siccome abbiamo vinto noi, tu sei senatore. Ecco, ci rifletta. Ci rifletta un istante". Eccolo qui, il 25 aprile. Ed è la festa della liberazione di tutti, anche di chi ancora non l'ha capito. (Cathy La Torre)
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adrianomaini · 4 years ago
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Quella recensione del 1937
Quella recensione del 1937
Leone Ginzburg – Fonte: Wikipedia […] Dirà Vittorio Foa a Carlo Ginzburg, il primogenito di Leone: «A differenza di Gobetti tuo padre era un filologo» 53. La filologia è realmente il denominatore comune delle attività intraprese da Ginzburg, negli studi come in politica.“Non è che costringesse i suoi amici a buttarsi anima e corpo nell’opposizione clandestina, ma li poneva col suo esempio…
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spettriedemoni · 6 years ago
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25 aprile
Salvini dichiara su Facebook che il 25 aprile ci sarà un derby tra i partigiani - che definisce “comunisti” - e fascisti. Afferma che lui non vuole schierarsi. E quindi il 25 aprile andrà in Sicilia per sostenere le forze dell’ordine.
Solo due cose.
1. La nostra Costituzione è Social Democratica - non è un caso. Tra gli oppositori del regime c’erano infatti cattolici, comunisti, socialisti, ebrei, industriali, operai, professionisti, borghesi...
Anche per questo motivo, l’equazione “partigiani” = comunisti è semplicemente ridicola.
2. Lei proprio non può permettersi di disinteressarsi della questione, perché il Suo ruolo è quello di Ministro della Repubblica Italiana. Per questo motivo, coerenza, buon gusto e protocollo, la vorrebbero dalla parte delle persone che festeggiano la Liberazione di questo Paese che ha consentito la nascita della democrazia che Lei rappresenta.
Tra questi due poli lei vuole mantenersi equidistante, come se l’uno valesse l’altro.
Si ricordi sempre cosa disse Vittorio Foa al neofascista Pisanò: abbiamo vinto noi e tu sei senatore.
Se aveste vinto voi io sarei già morto, o avrei passato la vita in galera.
Spero che ora la differenza Le sia chiara.
Teramo A. D. 2019
Fine della lezione.
(Prof Guido Saraceni via Facebook)
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ilbarbarossa · 5 years ago
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«Abbiamo vinto noi e sei diventato senatore. Se aveste vinto voi, io sarei morto o in galera»
Vittorio Foa
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effemerideitalia · 8 years ago
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Donald Trump contro l’accordo di Parigi
Donald Trump contro l’accordo di Parigi
L’accordo sul clima raggiunto alla COP21 di Parigi – siglato il 15 dicembre 2015 da 133 stati, firmato da 194 – è stato ratificato dagli Stati Uniti il 3 settembre 2016 ed è in vigore dal 4 novembre 2016
Le dichiarazioni di Trump contro l’accordo di Parigi sul clima (e per un programma di lavori di pubblica utilità e un riarmo mai visto prima) confermano quanto promesso in campagna elettorale e…
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MEMORIE  FAMILIARI AL FEMMINILE
Facciamo un piccolo passo indietro di qualche anno.. Siamo nel 1963 e Natalia Ginzburg vince il Premio Strega con Lessico famigliare, romanzo autobiografico dove le vite dei componenti della famiglia Levi e di tutti i loro amici si intrecciano alle vicende storiche della prima metà del Novecento, la guerra, l’antifascismo e la Resistenza. Natalia con dolcezza nostalgica traccia il ritratto di ogni personaggio attraverso le sue abitudini, i suoi modi di dire, le sue caratteristiche fisiche, il suo abbigliamento, come papà Giuseppe, che ai suoi figli ripete sempre: Non fate malagrazie oppure Non fate sbrodeghezzi e ancora Voi non siete gente da portare nei loghi; o come mamma Lidia che ogni mattina, dopo una doccia fredda, dice son gelata, sono ancora tutta gelata! Che freddo che fa!; oppure come la filastrocca del fratello Mario, il baco del calo del malo.
È un romanzo in cui si incontrano tante figure conosciute nel panorama italiano di quegli anni, da Adriano Olivetti, a Filippo Turati a Vittorio Foa, dove si trova il ritratto più dolce di Cesare Pavese: amava le prime ciliegie, quelle ancora piccole e acquose, che avevano, lui diceva, “sapore di cielo”.
L’autrice mette su carta in un sol fiato tutti i suoi ricordi più preziosi, quelli che vedono come protagonisti le persone a lei più care, per fissare le loro esistenze e renderle eterne, per fare in modo che il tempo non le porti via con sé, per evitare che abbiano vissuto invano.
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 Un’altra celebre cronaca di memorie familiari narrata in prima persona è Menzogna e sortilegio (Premio Viareggio nel 1948) di Elsa Morante, il cui io narrante omodiegetico, Elisa, al contrario di quello della Ginzburg, scrive non per raccontare un passato lontano, ma per dare voce ai bisbigli dei fantasmi dei suoi avi che la tormentano, nella speranza di risolvere quello che lei chiama l’enigma dei miei anni puerili, di rispondere alle domande che affiorano nella prima pagina del primo capitolo, Chi è questa donna? Chi è questa Elisa? e, finalmente, di uscire dal mondo di fantasia della sua cameretta. È proprio il sortilegio della scrittura che permetterà a Elisa di ricostruire la sua storia e di individuare la trama del male velenoso trasmessole dai suoi genitori, la menzogna.
L’avventurarsi in questo romanzo-cattedrale conduce il lettore in una dimensione travolgente di ricerca della verità in mezzo a un meticoloso svisceramento di tutti i particolari delle vite di ogni singolo personaggio, dei loro pensieri segreti e delle loro intenzioni, spesso dettate da egoismo e crudeltà.  
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laragazzachelegge · 4 years ago
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La verità come stile di vita e principio di rivoluzione
La verità come stile di vita e principio di rivoluzione
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Se è vero che è meglio vivere la realtà per quella che è, è altrettanto vero che anche la politica ha bisogno di soggetti coraggiosi, rispettosi delle regole, dei valori e pronti a raccontare la verità. La quale verità non è sufficiente saperla dire, giacché occorre dirla efficacemente nelle forme e nei contesti più diversi. «La parola – arguisce Vittorio Foa –è un impegno verso qualcuno». Ci si…
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iltrombadore · 4 years ago
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I ‘lombardi’ che piacciono a me: Eugenio Colorni, socialista, europeista, martire antifascista
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Era il 30 maggio del 1944, a pochi giorni dalla Liberazione di Roma, quando Eugenio Colorni spirò all’Ospedale San Giovanni dove era ricoverato dopo che due giorni prima i miliziani fascisti della ‘banda Koch’ lo avevano gravemente ferito a colpi d’arma da fuoco tirati alle spalle in via Livorno mentre tentava di fuggire alla cattura. Eugenio Colorni era un resistente, dirigeva la stampa dell’ Avanti! clandestino, e portava documenti falsi intestati al nome di Franco Tanzi. Aveva trentacinque anni. E’ medaglia d’oro della Resistenza. 
Era un ebreo di famiglia borghese, nato a Milano il 22 aprile del 1909, imparentato per via materna con la famiglia Pontecorvo, che ha dato all’Italia i nomi noti del regista Gillo e del grande fisico atomico Bruno. Figlio esemplare della tradizione laica e democratica milanese, si formò al Liceo Manzoni e si orientò per gli studi filosofici coltivando il pensiero di Croce avvicinandosi presto al socialismo e alla causa sionista per l’influenza diretta dei cugini Enzo ed Emilio Sereni. Studioso di Kant e Leibnitz, pubblicò studi critici sull’Estetica di Croce e divenne antifascista collaborando con il movimento di Giustizia e Libertà. 
Visse da vicino l’avvento dell’hitleriano in Germania dove ebbe incarichi universitari prima di trasferirsi per insegnare filosofia e pedagogia a Trieste. A partire dal 1935, Colorni intensificò il proprio impegno e prese contatto con il Centro interno socialista, e nell'aprile del 1937, dopo gli arresti di Luzzato e Morandi, ne divenne, di fatto, il responsabile.
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Nel settembre del 1938, all'inizio della campagna razziale fu arrestato dall'OVRA a Trieste, in quanto ebreo ed anti-fascista militante, e rinchiuso nel carcere di Varese. I giornali pubblicarono la notizia con gran risalto, sottolineando che egli «di razza ebraica, manteneva rapporti di natura politica con altri ebrei residenti in Italia e all'estero». Venne quindi assegnato al confino per cinque anni nell'isola di Ventotene, dove  discusse con gli altri compagni confinati.Risale a questo periodo la sua adesione alle idee federaliste europee propugnate da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con i quali, nel 1941, partecipò alla stesura del Manifesto per un’Europa libera e unita, meglio noto come Manifesto di Ventotene.
 Nel 1944, a Roma, nel mezzo della lotta partigiana, Colorni riuscì a pubblicare clandestinamente un volumetto dal titolo Problemi della Federazione Europea, che raccoglieva il Manifesto ed altri scritti sul tema . Nella sua "Prefazione" al Manifesto, auspicò la nascita di una politica federalista europea come scenario praticabile dopo la catastrofe della guerra.
  Nell'ottobre del 1941 il confinato fu trasferito a Melfi, da dove riuscì a fuggire nel maggio del 1943 per recarsi clandestinamente a Roma. Qui, dopo la capitolazione di Mussolini, il 25 luglio del 1943, si dedicò all'organizzazione del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, nato nell'agosto dalla fusione del PSI col giovane gruppo del Movimento di Unità Proletaria.
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Subito dopo a Milano, assieme a Spinelli, Rossi, Manlio Rossi Doria, Vittorio Foa, diede vita al Movimento Federalista Europeo che adottò come proprio programma il "Manifesto di Ventotene". A seguito dell'8 settembre, svolse nella capitale un'intensissima attività nella Resistenza: prese parte alla direzione del PSIUP e s'impegnò a fondo nella ricostruzione della Federazione Giovanile Socialista Italiana, nella formazione partigiana della prima brigata Matteotti e fu redattore capo dell'Avanti! clandestino, che ebbe larga risonanza per le idee europeiste e nell’incitare alla lotta contro l’occupazione tedesca. L’agguato che gli tesero i fascisti della ‘banda Koch, il 28 maggio del 1944, gli fu fatale. Tentò la fuga, ma gli assassini gli spararono alle spalle. Morì due giorni dopo all’Ospedale San Giovanni. E’ un eroe dell’Italia democratica.
Medaglia d'oro al valor militare :
«Indomito assertore della libertà, confinato durante la dominazione fascista, evadeva audacemente dedicandosi quindi a rischiose attività cospirative. Durante la lotta antinazista, organizzato il centro militare del Partito Socialista Italiano, dirigeva animosamente partecipandovi, primo fra i primi, una intensa, continua e micidiale azione di guerriglia e di sabotaggio. Scoperto e circondato da nazisti li affrontò da solo, combattendo con estremo ardimento, finché travolto dal numero, cadde nell'impari gloriosa lotta.» Roma, 28 maggio 1944
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latinabiz · 5 years ago
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La Lega sventa la vendita di beni strategici del Comune nel consiglio comunale del 16 aprile
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Riccardelli e Di Rocco Un elenco che ha fatto saltare sulla sedia molte persone a Formia, e l'assessore Mazza ha detto che sono beni solamente da valorizzare. Se c'è una prova che questa amministrazione se ne deve andare a casa è proprio quella che è stata offerta in consiglio comunale del 16 aprile, quando lo stesso assessore ha detto che in questo caso bisogna "governare" le persone che vogliono prendere in gestione il bene comunale. L'abbiamo vissuto con il Formia calcio 1905 quest'anno, dove tra dimissionari e affini che son venuti dall'altra sponda del Garigliano, in senso metaforico intendiamo, c'è il probabile rischio che questa gloriosa società faccia la fine di "Sansone con tutti i filistei". Ma ritorniamo all'oggetto di questo scritto. Secondo la versione fornita dal giornalista Saverio Forte in Temporeale, ma basta anche andare a sentire il video Facebook sul Consiglio comunale - a proposito sulla pagina ufficiale del Comune siamo ancora a dicembre 2018, c' è bisogno di una denuncia alle forse di polizia per farlo aggiornare o vogliamo; che si mettono i video su Facebook e poi le trascrizioni ufficiali non ci sono, non serve a niente - i due consiglieri comunali Di Rocco e Riccardelli hanno letteralmente sbottato: "Se qualcuno invoca collaborazione istituzionale da una parte e poi manifesta comportamenti a dir poco opinabili che vanno in una direzione diametralmente opposta al confronto auspicato dalla stessa maggioranza il nostro voto contrario al bilancio di previsione 2020 è il minino che potessimo esprimere”. Bisognava approvare una delibera propedeutica al documento contabile, quella inerente il piano di alienazione nel 2020 degli immobili di proprietà comunale, che dalla bozza dell’atto deliberativo sono spuntate tre schede anziché due. Si trattava di formalizzare la volontà del Comune di Formia di vendere e di sdemanializzare alcuni immobili di proprietà che, abbandonati a se stessi o peggio deprezzati a causa di un’annosa situazione di degrado e incuria, ha l’obiettivo di fare cassa durante l’esercizio finanziario appena iniziato. Tutto nella regola quando il gruppo consiliare del “carroccio” formiano ha trovato nell’elenco “A” due appartamenti, al primo e al secondo piano, al civico 15 di via dei Provenziali nel quartiere marinaro di Mola di 37 metri quadrati ciascuno, che già nella passata amministrazione si è cercato di vendere ma senza successo,  e di tre terreni di 750, 40 e 400 metri quadrati nella frazione di Penitro, in località Santa Maria La Noce ed in via Madonna di Ponza. L’assessorato all’urbanistica ha provveduto anche ad ipotizzare il valore, qualora venissero venduti, di questi cinque beni del comune: poco meno di 109 mila euro e, più precisamente, 108.825mila euro. Inferiore si è rivelata la stima per la cessione dei due beni contenuti nell’elenco da sdemanializzare: 63mila euro e mezzo circa per la “vendita” di due tratti stradali di 200 metri quadrati in via Appia Lato Napoli e di 210 metri quadrati, sempre in via Appia Lato Napoli, laddove un tempo c’era piazza Mercato. La questione che ha letteralemtne preso di contropiede sopratutto Di Rocco, ed ha creato un mix di imbarazzo e di incredulità tra alcuni esponenti della maggioranza civica ha riguardato, invece, l’elenco “C” di cui tutti, ma proprio tutti, ignoravano l’esistenza. Tranne uno: il sempre attento assessore all’urbanistica e al demanio e patrimonio del comune di Formia Paolo Mazza. E sembra anche Gerardo Forte, se si va a leggere al di là delle righe il suo intervento in Consiglio comunale.  L’oggetto di questa parte di piano non era più la vendita o la sdemalizzazione di alcuni pezzi dell’argenteria dell’amministrazione Villa ma qualcosa di più enigmatico: la valorizzazione di altri beni comunali. In pieno consiglio comunale Di Rocco e Riccardelli hanno chiesto pubblicamente cosa costituisse concretamente questo elenco “C” che, mai approdato in alcuna commissione consiliare, era pertanto un argomento oscuro per la maggioranza e tanto meno per le minoranze. Incalzato e costretto a “dire quello che sapeva” dal capogruppo Di Rocco, l’assessore Mazza è riuscito a celare il suo imbarazzo solo grazie alla mascherina anti Covid 19 che indossava alla destra del sindaco Paola Villa. Per il delegato all’urbanistica il termine valorizzazione significava “affidare in concessione” beni e strutture che a Formia, in piena emergenza Coronavirus, significherebbe fare la fortuna per qualcuno di natura economica. Nota: non era Mazza che ha stigmatizzato quando Sandro Bartolomeo prima e Michele Forte poi hanno cercato di affidare a società afferenti al senatore formaino ma ormai romano di adozione Raffaele Ranucci la costruzione del "porto di mezzo" che poi di fatto il project financing non è mai andato in porto, per usare un giro di parole. E lo stesso Mazza ha fatto rischiare una caduta della giunta sulla questione del porto che è un progetto molto più ampio rispetto a quello prospettato in comuen qualche tempo fa, sempre con un colpo di mano, poi ritirato?  L’elenco fa tramare le vene ai polsi a chiunque: l’ex discoteca Seven Up in via Fosso degli Ulivi a Gianola, l’Auditorium “Vittorio Foa” nell’area mercatale di via Olivastro Spaventola, il centro polifunzionale presso la lottizzazione “Gepi Cirina”, il campo di calcio pluriuso in via Cassio e nientemeno che i due stadi rimasti di proprietà comunale, quello storico di Castellonorato e il nuovo (ancora da ultimare) in località Fontana a Maranola. L’outing dell’assessore Mazza ha fatto arrabbiare e non poco i consiglieri comunali Di Rocco e Ricccardelli nel momento in cui la maggioranza Villa aveva in mente, dopo naturalmente la pubblicazione di altrettanti bandi, di dare in concessione questi beni pubblici per mezzo secolo, cinquant’anni. Quando Di Rocco e Riccardelli hanno cominciato a mostrare i muscoli, l’assessore Mazza ha dovuto stralciare dalla delibera questo famigerato elenco “C” – la richiesta di ritiro della Lega è stata finanche votata dalla stessa maggioranza – che, se fosse stato licenziato, avrebbe autorizzato il giorno dopo la Giunta a privatizzare (di fatto) questi beni approfittando anche della buonafede e dell’ignoranza – nel senso di non sapere – della stessa maggioranza … L'attenta opposizione del duo leghista è stata efficace in questo caso. Read the full article
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