#Tirannia
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Nessuna tirannia è così irritante come la piccola tirannia delle richieste ufficiali dei poliziotti, degli impiegati governativi e dei dispositivi elettromeccanici.
(Edward Abbey)
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“ I raggi delle torri non erano destinati ai degenerati. Agivano sul sistema nervoso di tutti gli esseri umani che abitavano su quel pianeta. Il meccanismo fisiologico non era ancora stato individuato, ma gli effetti principali dell'irradiazione si potevano riassumere così: il cervello perdeva la propria capacità di analisi critica. Ogni individuo pensante si trasformava in un individuo credente e, come se non bastasse, credente in maniera fideistica e fanatica, a dispetto dell'evidenza della realtà. A chi si trovava nel campo di irradiazione si poteva far credere qualsiasi cosa con i mezzi più elementari, e costui recepiva ciò che gli veniva inculcato come l'unica verità possibile ed era disposto, in suo nome, a vivere, soffrire e morire. E questo campo era onnipresente. Invisibile, onnipervasivo, eterno. A irradiarlo ininterrottamente era la gigantesca rete di torri che copriva il Paese. Come un enorme aspirapolvere, risucchiava da decine di migliaia di anime qualsiasi dubbio riguardo a ciò che strombazzavano giornali, radio, televisione, opuscoli, ciò che sostenevano gli insegnanti a scuola e gli ufficiali nelle caserme, ciò che splendeva sulle scritte al neon nelle strade e che predicavano dai pulpiti delle chiese. I Padri Ignoti dirigevano a loro piacimento la volontà e l'energia di milioni di persone. Potevano costringere le masse ad adorarli (e lo facevano); potevano suscitare in esse un odio imperituro nei confronti dei nemici interni ed esterni; avrebbero potuto trasformarli a milioni in carne da cannone e da mitragliatrice, e quei milioni sarebbero andati a morire senza batter ciglio; avrebbero potuto obbligarli ad ammazzarsi l'un l'altro in nome di qualsiasi cosa; avrebbero potuto scatenare un'epidemia di suicidi, se gliene fosse punta vaghezza... I Padri potevano tutto. “
Arkadij e Boris Strugackij, L'isola abitata, con una postfazione di Boris Strugackij, traduzione e saggio critico di Valentina Parisi, Carbonio editore (collana Cielo stellato n° 42), 2021¹, pp. 205-206.
[1ª Edizione originale: Обитаемый остров (versione censurata) sulla rivista letteraria sovietica Neva nel 1969, numeri 3, 4 e 5]
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A volte, nel vedere il basso livello (la bassa lega) dei politici di governo e opposizione che decidono della mia vita e deliberano sulle mie giornate e sull’andamento della mia vecchiaia, penso che avesse una qualche ragione quel monarchico illuminato e illuminante di Voltaire, quando spiegava nel suo “Dizionario Filosofico“:
“Si chiama «tiranno» quel sovrano che non conosce altre leggi che il suo capriccio, che ruba gli averi dei suoi sudditi e poi li arruola per andare a rubare quelli dei suoi vicini. […]
Si distingue la tirannia di uno solo e quella di molti. Questa tirannia di molti sarebbe quella di un corpo che usurpasse i diritti degli altri corpi, e che esercitasse il dispotismo per mezzo delle leggi da lui corrotte. […]
Sotto quale tirannia preferireste vivere? Sotto nessuna; ma, se bisognasse scegliere, detesterei meno la tirannia di uno solo che quella di molti. Un despota ha sempre qualche momento di buonumore; un’assemblea di despoti non ne ha mai. […]
Se vivo sotto un solo despota, me la cavo scansandomi contro un muro, appena lo vedo passare, o prosternandomi o battendo la fronte in terra, secondo i costumi dei vari paesi; ma se al governo c’è una compagnia di cento despoti, sono costretto a ripetere la cerimonia cento volte al giorno, il che alla lunga è assai noioso, quando non si abbiano le giunture pieghevoli. Se poi ho un podere vicino a quello di uno di questi signori, sarò schiacciato; se ho un processo contro un parente dei suoi parenti, sarò rovinato. Come fare? Ho paura che in questo mondo si sia ridotti ad essere incudine o martello: beato chi sfugge a questa alternativa.”
↪️ aitanblog.wordpress.com/2024/05/31/considerazioni-a-rischio-di-fraintendimento/
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Se per vivere, o LIBERTA', chiedi come cibo la nostra carne e per bere vuoi il nostro sangue e le nostre lacrime, noi te li daremo, tu devi vivere...
Alexandros Alekos Panagulis
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👍👏👏💪🙏🚜🚜🚜
De plus en plus de nation se lève contre cette tyrannie! C'est le tour de l'Italie!
More and more nations are rising up against this tyranny! It's Italy's turn!
Sempre più nazioni si sollevano contro questa tirannia! È il turno dell'Italia!
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Resistere ad una catastrofe, o non soccombere a un dolore, attivano in noi gli stessi meccanismi difensivi. La resilienza descritta da Attali assume nel libro di Snyder, quasi la forma di un imperativo: «resistete» ci ammonisce il professore di Yale, perché solo così si può spezzare «l’incantesimo dello status quo». Il disagio dell’anticonformismo, che spesso si trasforma nella dolorosa solitudine della ribellione, è necessario alla rottura del potere tirannico: scegliere consapevolmente di essere eccezioni rispetto alla regola dominante, significa anche scegliere di sacrificare parte della propria felicità presente, in funzione di un futuro in cui le azioni inconsuete saranno, forse, riconosciute.
"The hero of a David Lodge novel says that you don’t know, when you make love for the last time, that you are making love for the last time. Voting is like that. Some of the Germans who voted for the Nazi Party in 1932 no doubt understood that this might be the last meaningfully free election for some, but some did not."---
"On Tyranny: Twenty Lessons from the Twentieth Century," by Timothy Snyder
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I Tiranni Mascherati - Gianluca Cadeddu: Una Denuncia Contro il Potere e l'Ipocrisia
Gianluca Cadeddu smaschera la tirannia politica e sanitaria nell'Italia post-pandemica
Gianluca Cadeddu smaschera la tirannia politica e sanitaria nell’Italia post-pandemica I Tiranni Mascherati è un libro che non fa sconti. Gianluca Cadeddu, con un linguaggio diretto e appassionato, denuncia apertamente quella che lui definisce una “tirannia politica-pandemica-sanitaria inculante” che ha soggiogato l’Italia e gli italiani. Attraverso un tono provocatorio e spesso crudo, l’autore…
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"Il segreto della libertà
risiede nell' istruire le persone.
Il segreto della tirannia,
nel mantenerle ignoranti".
(Maximilien de Robespierre)
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Viene alla mente un dialogo del racconto Middle England di Jonathan Coe: - "La tirannia non si identifica necessariamente con un individuo, ma con un'idea." - "Così voi vivreste sotto la tirannia di un'idea?" - "Proprio così." - "E di che idea si tratta?" - "Quella del politicamente corretto, ovvio." L'impostazione di Coe era ovviamente era (ed è) derisoria di una simile affermazione. Ma le cronache di Nichelino ci ammoniscono che c'è poco da ridere, anzi c'è molto da preoccuparsi per la tenuta libertaria di quest'angolo d'Occidente. Forse un giorno non lontano, per lavorare, dovremmo farci tutti la tessera del Politicamente Corretto...
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La tecnologia, a cui, come quasi tutti, sono grandemente riconoscente, ha però il vizio di insinuarci nella mente che ogni cosa si può risolvere per schemi razionali, e che anzi solo lo schema razionale porta a veri risultati; ecco, questo è un pregiudizio vetero-illuminista, una sorta di superstizione che ha preso il posto delle antiche devozioni, ma una volta liberati dalla tirannia di questo luogo comune, l'uomo che è in noi torna a vivere secondo la naturale espressione delle sue umanissime qualità. Ho in progetto di tornare a credere negli dei greci.
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“Non siate servili, rischiate, liberatevi dalla tirannia del mondo”. Thomas Merton art by_nuhanotion_ ******************* “Don’t be servile, take risks, free yourself from the tyranny of the world.” Thomas Merton art by_nuhanotion_
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Giunsi a capire la responsabilità morale che avevo verso le immagini che mi avevano influenzato così decisamente. Mi resi conto che il linguaggio, non importa quanto accurato, non può sostituire la vita. Se cerca di sostituirla, non solo la vita perde vigore, ma si impoverisce esso stesso. Per riuscire a liberarsi dalla tirannia degli impulsi dell'inconscio bisogna adempiere sia i propri obblighi intellettuali che quelli morali.
Ricordi, sogni, riflessioni, C. Jung
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Ribellarsi ad una tirannia non è terrorismo, ma LEGITTIMA DIFESA.
Non esistono genocidi più importanti di altri: non esistono persone falciate da una ideologia meno importanti di altre.
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In ricordo della Primavera di Praga, la sollevazione popolare in Cecoslovacchia che chiedeva libertà e democrazia, repressa nel sangue dal regime comunista sovietico nella notte tra il 20 e il 21 agosto di 56 anni fa.
Oggi come allora, nessuno spazio alla tirannia e all’odio politico.
Link post Fb: is.gd/zP7tGV
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Ribellarsi ad una tirannia non è terrorismo, ma LEGITTIMA DIFESA.
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È una questione complessa.
La frase preferita di politici, progressisti, attivisti e intellettuali di ogni tipo. Ma le impalcature della complessità non sono altro che architetture per nascondere un concetto molto più semplice: libertà o autorità.
È la tenue tirannia democratica di cui parlava Tocqueville nel 1835: i cittadini, soli contro le masse, sono incentivati a supportare la creazione di sistemi politici altamente astratti e di apparati legali-burocratici costruiti appositamente per sollevarli dal dovere di pensare e agire per loro stessi e per le loro comunità.
È una tirannia che asserve le anime degli uomini, piuttosto che i loro corpi. Non c'è assolutamente NULLA di complesso.
Matte Galt
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