#Televisione
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scogito · 7 months ago
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La mia paura è che anche all'alba della nuova Atlantide resterà in piedi qualche tg che farà il servizio sui bollini rossi dell'estate.
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minollo63 · 10 months ago
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Dai un’occhiata
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Arisa desnuda...
Meglio come cantante sanremese o come pin up da giornale per soli uomini ? A voi l'ardua sentenza…
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milanodabere · 1 year ago
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"Colpo Grosso" (1987-1992)
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zibaldone-di-pensieri · 5 months ago
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Nuova serie Rai su Giacomo Leopardi
Conoscendo la Rai uscirà una merda...
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gregor-samsung · 7 days ago
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" Quando è scoppiata la prima guerra del Golfo, in Iraq, ho vomitato. In bagno. Da sola. Tutto quello che avevo in pancia. Tutto quello che il Jirro mi ordinava di fare. Quella guerra del gennaio del 1991, che ha seguito di poche settimane l’inizio della guerra somala, per me ancora oggi, dopo tanti anni, ha lo stesso colore verde del mio vomito. Era la prima volta che in televisione si vedeva un bombardamento di quella portata. E noi spettatori passivi e impauriti. Il verde era dappertutto. Non solo nel mio cesso. Squarciava il cielo tetro di Baghdad come nei vecchi videogame degli anni ottanta, colorandolo delle scie luminose di missili centauri che correvano dritti verso l’obiettivo.
La prima guerra del Golfo era in gestazione dall’agosto del 1990. Un attimo prima delle tensioni nel Golfo persico hooyo era partita per la Somalia e Diego Armando Maradona aveva perso la sua coppa del mondo allo stadio Olimpico contro la Germania di Rudi Völler. Il 2 agosto invece Saddam Hussein, padre padrone dell’Iraq, aveva invaso il vicino Kuwait come ritorsione all’estrazione di petrolio da pozzi a ridosso del suo confine. Nei mesi successivi accadde di tutto: movimento di truppe, mezzi corazzati, giornalisti con l’elmetto sparpagliati lungo il confine, caos organizzato, diplomazie alacremente al lavoro. E poi l’attesa estenuante della deflagrazione che avrebbe frantumato la breve illusione di pace che dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989 avevamo coltivato un po’ tutti. Deflagrazione che puntualmente arrivò allo scoccare del 15 gennaio 1991, ovvero il termine ultimo dato dall’ONU al baffuto ex amico dell’Occidente Saddam Hussein (foraggiato per anni, anni e anni di armi e via dicendo e poi trasformato in nemico pubblico numero uno) per il ritiro delle truppe dal Kuwait. Da lì fu guerra. Gli Stati Uniti in testa e poi i loro alleati fecero piovere su Baghdad e su tutto l’Iraq una pioggia di fuoco e fulmini che ci incollò davanti agli schermi televisivi per giorni. Non ricordo se fu proprio la prima sera di quei bombardamenti o una delle sere successive. So solo che mi chiusi in bagno a vomitare. "
Igiaba Scego, Cassandra a Mogadiscio, Bompiani (collana Narratori Italiani), 2023¹; pp. 92-93.
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rideretremando · 10 months ago
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"Belve di Francesca Fagnani è essenzialmente un programma di washing.
I ministri osceni fanno i gigioni, i ricchi piangono, le teste di cazzo riscoprono il loro lato sensibile. Il conflitto viene ridotto a dispetto, il giornalismo a frecciatina, con la scusa che la presunta cattiveria sia un guilty pleasure. Il potere resta lì, un grande padre buono a cui fare le boccacce quando si gira."
Christian Raimo
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ilblogdellestorie · 1 year ago
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L'evoluzione della televisione
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libero-de-mente · 17 days ago
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"Vai, contro i mostri lanciati da Vega,
vai, che il tuo cuore nessuno lo piega"
Sono passati anni da quel 4 aprile 1978, alle 18:45 sulla Rete 2 lo guardai per la prima volta. Come tantissimi ragazzi quel giorno.
Sono passati quasi 47 anni, una vita. Una vita completamente cambiata. Non sapevo, quella sera, che stavo per guardare la vita raccontata da un cartone animato, un anime di genere mecha.
Goldrake è dentro ognuno di noi, lo siamo tutti. Poiché abbiamo battaglie dentro di noi da combattere. I mostri lanciati da Vega, in realtà, sono le nostre paure e le nostre debolezze. Vincere le insicurezze e come vincere quei mostri.
"Mille armi tu hai non arrenderti mai
Perché il bene tu sei, sei con noi"
Come Goldrake, però, possiamo avere a disposizione delle armi. Un vero arsenale per alcuni di noi. Queste armi non sono il maglio perforante, l'alabarda spaziale o il tuono spaziale, no si chiamano speranza, determinazione e l'amor proprio.
Non dobbiamo mai arrenderci, perché dentro di noi c'è un eroe pronto a risvegliarsi, un Actarus pronto a entrare in azione.
"Con te, io sto tranquillo se ci sei tu
Io resto quaggiù e tu scatti lassù"
Siamo tutti chiamati a essere eroi nel nostro piccolo. Chi ha avuto un padre o una madre in cui trovare protezione. Altri non li hanno avuti, accelerando quel processo di presa di coscienza, a cui tutti siamo arrivati, che il nostro eroe siamo noi stessi.
Ognuno di noi può fare la differenza, anche con un piccolo gesto. Come Goldrake, dobbiamo essere pronti a difendere i valori in cui crediamo e a combattere per un mondo più giusto ed equo.
Io, personalmente, ho sognato con Goldrake. Sto cercando di sognare con me stesso. Nella vita. Le mie armi sono state quelle "risorse interiori" che non sapevo di avere. Poteri, quasi magici, che non sapevo di possedere.
Il 6 gennaio 2025 torna Goldrake in televisione, sempre su Rai2. Si chiamerà Goldrake U. Lo guarderò e sul divano, con me, ci sarà quel ragazzino sognatore di dodici anni che avrà ancora la bocca semichiusa, due occhi spalancati e sognanti e le mani intrecciate perché preso dall'episodio. Lo abbraccerò, lo stringerò a me, e gli dirò di non preoccuparsi. Perché un giorno scoprirà davvero chi è, non uno qualunque, ma una persona con un cuore e una mente diversa dalla mediocrità che lo circondava.
La vita è una continua sfida, ma la speranza è l'arma più potente che abbiamo. Questo ragazzino ne aveva tanta. Come Goldrake, può affrontare qualsiasi avversità e uscirne più forte. Lo spirito umano è invincibile. Basta crederci fino in fondo.
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aitan · 9 months ago
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Caso Scurati
Prima si censura fascistamente un testo antifascista, poi, si percepisce l'effetto boomerang, e si pubblica, postfascistamente, in altri canali (meno pubblici e nazionalpopolari della TV di Stato) il testo oScurato; infine, si cerca il capro espiatorio e si strombetta che "Chi ha sbagliato, pagherà". Un altro metodo postfascista da democratura del XXI secolo.
Cose che capitano e capiteranno ancora in questo Paese di M.
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kvetch19 · 3 months ago
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ulmicola · 2 years ago
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Zerocalcare, dimmi chi e' il tuo pusher che la roba che prendi devo fumarmela anche io. :D
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scogito · 1 year ago
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Non guardo Sanremo, ma non ho resistito (è un po' più ironico se si conosce il dialogo originale).
(fonte video: Facebook, Fenomenologia della lingua)
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weirdesplinder · 1 year ago
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Maratona di sette film anni ottanta da vedere a Natale
Vi propongo sette film anni 80' da vedere in sette serate durante le vacanze di Natale o il periodo natalizio in generale. Non si tratta di film ambientati a Natale (o almeno non tutti), ma film anni 80' che reputo adatti al periodo. Ho volutamente escluso titoli come Una poltrona per due e Il principe cerca moglie, sarebbe stato troppo ovvio. Eccomi la mia lista:
Die hard trappola di cristallo
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Trama: John McClane è un poliziotto di New York che giunge a Los Angeles per passare le vacanze di Natale con la moglie Holly ed i figli, nonostante la coppia stia vivendo un periodo di crisi matrimoniale. Nel grattacielo (il Nakatomi) dove lavora la donna si sta svolgendo un party per le festività natalizie fra i dipendenti della compagnia; all'improvviso irrompe al suo interno un gruppo armato e ben addestrato di criminali della Germania Est, che provocano alcuni morti tra i presenti. Il loro scopo sarebbe quello di costringere le autorità a liberare alcuni "fratelli della rivoluzione" detenuti nelle carceri americane e di mezza Europa. In verità l'unico vero obiettivo di Gruber è quello di penetrare nel caveau dell'edificio dove si trovano 640 milioni di dollari in titoli...
SOS fantasmi
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Trama: Francis Xavier Cross è il direttore di un network televisivo statunitense: estremamente cinico ed egoista, cerca di raggiungere l'apice della propria carriera preparando un musical dedicato alla novella di Charles Dickens Canto di Natale, che andrà in onda la notte della vigilia di Natale. La vita di Cross è quella del tipico uomo di successo, ma se da un lato è divenuto ricco e famoso, dall'altro ha perso tutte le persone a lui più care. La fidanzata Claire lo ha lasciato per seguire le persone bisognose, il fratello lo cerca continuamente ma lui non si fa trovare ed i suoi dipendenti lo temono e lo odiano profondamente. Tanto più che poco prima di Natale licenzia senza scrupolo il suo dipendente Eliot. La sua segretaria Grace, vedova con cinque figli di cui il più piccolo affetto da mutismo, deve però sopportare stoicamente le sue angherie, perché ha bisogno di quel lavoro.
Beetlejuice
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Trama:  I pacifici coniugi Maitland, Adam e Barbara, rimangono vittime di un incidente d'auto; tornati da soli nella loro villa, scoprono cose bizzarre: sono capaci di fare azioni e gesti sovrannaturali, nessuno è in grado di vederli Grazie a un libretto chiamato Il manuale del novello deceduto capiscono di essere morti e soprattutto di essere diventati dei fantasmi. La loro casa rimane ufficialmente vuota e viene acquistata dall'eccentrica famiglia Deetz, che da New York porta nella nuova cittadina tutte le nevrosi della città. Adam e Barbara, infastiditi dalle loro insopportabili personalità, tentano di spaventarli senza successo e scoprono che Lydia (figlia di Charles Deetz, nata da un suo precedente matrimonio), una sconsolata e lugubre ragazza goth, è capace di percepirli e vederli e cerca invano di aiutarli. Adam e Barbara attraversano un portale e si recano nell'altro mondo, più simile ad un ufficio statale che all'oltretomba, dove si consultano con la loro assistente tombale, Juno: dovranno restare nella loro casa per almeno 125 anni e, se vorranno imparare a spaventare gli scocciatori, dovranno studiare a fondo il Manuale. Nonostante i fermi avvertimenti di Juno, Adam e Barbara contattano il suo ex assistente Betelgeuse (pronunciato come Beetlejuice, "succo di coleottero"), una sorta di bizzarro, libidinoso e vivace ghoul che di professione fa il "bio-esorcista", ovvero il contrario del classico esorcista: è un fantasma che si sbarazza degli umani per dare pace agli altri spiriti. Adam e Barbara si pentono presto di averlo invocato
Jumpin' Jack Flash
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Trama:  Terry Doolittle lavora in una grande banca di New York, utilizzando dei computer in rete per trasferire fondi. È una buona impiegata ed è popolare con i colleghi, ma a causa del suo look fuori dagli schemi e dal suo modo di fare molto diretto non è ben vista dal suo capo James Page. Un giorno Terry viene contattata sul suo computer da un uomo che si fa chiamare "Jumpin' Jack Flash", che le dice che lui è un agente segreto britannico in Europa orientale e che il KGB lo sta cercando per arrestarlo. Jack chiede a Terry di andare al Consolato Britannico per consegnare uno strano messaggio in codice al Dipartimento C. Nonostante qualche esitazione, Terry recapita il messaggio a un addetto alla sicurezza del consolato, Jeremy Talbot, che la informa che non c'è nessun Dipartimento C. Jack allora le chiede di entrare nel suo appartamento a New York per recuperare una padella, su cui ci sono dei contatti della CIA.
Ricomincio da capo
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Trama: Phil Connors è un meteorologo televisivo dal carattere scorbutico ed egoista. Un giorno Phil deve recarsi controvoglia nella piccola città di Punxsutawney, in Pennsylvania, per fare un reportage sulla tradizionale ricorrenza del Giorno della marmotta (festa celebrata negli Stati Uniti e in Canada il 2 febbraio), a cui ormai partecipa da quattro anni. Qui però rimane intrappolato in un loop temporale: ogni mattina, alle 06.00 in punto, viene svegliato dalla radio che trasmette sempre lo stesso brano musicale (I Got You Babe di Sonny & Cher), e da allora la giornata trascorre inesorabilmente allo stesso modo della precedente. Gli eventi si ripetono esattamente uguali ogni giorno, e lui ben presto impara a sfruttarli per passare una giornata stravagante, spendere soldi, conquistare donne. Ma ogni tentativo di sedurre la bella collega Rita, che lo ha accompagnato per il servizio, fallisce invariabilmente. Alla lunga questa vita ripetitiva, e la consapevolezza che anche quando riesce a conquistare Rita, ella il giorno dopo non ne avrà più memoria, lo porta alla depressione e a tentare continuamente il suicidio nei modi più strani per interrompere il ciclo, ma si risveglia comunque, sempre nel Giorno della marmotta. Durante uno di questi giorni Phil si confida con Rita che, dopo un iniziale scetticismo, gli offre il consiglio di dedicare questa vita intrappolata ad aiutare il prossimo. Phil capisce così che non può in un singolo giorno - ovviamente - aiutare tutti, ma può migliorare se stesso. Scopre così i suoi talenti e capisce i bisogni altrui, il che lo rende un uomo apprezzato, amato e migliore. Alla fine tutto ciò lo porta a uscire dall'incantesimo, e a trovare finalmente il vero amore con Rita.
L'erba del vicino
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Trama: In una strada della periferia americana tre vicini sono incuriositi da dei nuovi eccentrici arrivati che vivono isolati in una vecchia casa: i Klopek. La curiosità diventa sospetto non condiviso dalle loro mogli a seguito di strani rumori notturni e da strani accadimenti. La temporanea scomparsa di un anziano li convince di avere accanto degli assassini e atteggiandosi in maniera esilarante da commando indagano ad ogni occasione nella proprietà. Riescono ad avvicinarli anche con l'aiuto delle mogli, che credendo ormai i propri mariti impazziti dalle loro mosse, per scoprire che facciano i vicini, vanno a bussare alla porta per fare la loro conoscenza. In effetti all'interno vedono un po' di cose strane, a cui però le mogli non danno alcun peso. Ingannando le mogli, i tre amici penetrano nella casa dei vicini, approfittando di una loro uscita, alla ricerca dell'anziano.
Big
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Trama: Josh Baskin è un ragazzino di tredici anni che abita a New York. Josh è follemente innamorato di Cynthia Benson, una sua compagna di scuola molto più grande di lui, ma non ha il coraggio di dichiararsi e la sua vita è una frana. I suoi genitori lo costringono, tra l'altro, a fare il baby-sitter alla sorellina più piccola. Un giorno al luna park, dopo essere stato umiliato davanti a Cynthia che ama tanto, vede una macchinetta che riproduce le fattezze del mago Zoltar (la macchina funziona nonostante l'alimentazione elettrica sia staccata) e decide di esprimere un desiderio: non essere più un bambino. Il giorno seguente Josh si sveglia e si rende conto che qualcosa è cambiato. Non appena si guarda allo specchio, scopre di essere cresciuto di vent'anni, diventando così un aitante trentenne. Ritorna verso il luna park dov'era situata la macchinetta, ma scopre che non c'è più il luna park e che la macchinetta è sparita. Ritorna a casa ma la madre non lo riconosce.
Onorevoli menzioni:
Gremlins
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milanodabere · 1 year ago
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Love me Licia (1986)
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zibaldone-di-pensieri · 2 months ago
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Rai 1 è una puttanata continua, si sta trasformando in canale 5, ma che schifo
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gregor-samsung · 2 years ago
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“ (D) I giornali hanno ricordato che il nazismo sognava l'uso generalizzato della t.v. e che solo la guerra distolse le energie tecniche ed economiche dal progetto. La t.v. nacque così, con una signorina tedesca impiegata delle Poste, Ursula Patschke, che [la sera del 22 marzo 1935] apparve in video e annunciò ai dieci apparecchi «ricevitori» esistenti a Berlino che tutto era pronto per «far scendere nei cuori dei camerati del popolo l'immagine del Fürher». Non le sembra un anniversario imbarazzante? Ha sottolineato che la t.v. è nata come strumento di consenso e di dominio.
(R) Nella Germania nazista, come lei diceva, la televisione non fu diffusa su larga scala. Perché la televisione, a differenza della radio, ha bisogno che i ripetitori siano a vista, ha bisogno di grandi impianti e forti investimenti. I francofortesi, quando parlano di masse e «media», non si riferiscono quasi mai alla televisione, bensì alla radio e alle adunate oceaniche. Sono fuggiti da paesi fascisti e nazisti, per cui studiano soprattutto i mezzi impiegati davvero da quelle dittature: Hitler e Mussolini avevano usato ampiamente, oltre alla radio, il cinema di fiction e il documentario. Basti pensare a film come «Scipione l'africano» o a documentari come quelli di Leni Riefenstahl. Sì, la potenza dei media è stata intuita e sfruttata anzitutto dai regimi autoritari e gerarchizzati. La prima stazione radiofonica del mondo è stata quella del Vaticano. I francofortesi, però, non sono come il Karl Popper degli ultimi anni, che ha già mangiato, digerito e rifiutato la televisione. Vengono da un'esperienza tutta radiofonica. Eppure già la radio appare loro uno spauracchio terribile, un'inedita possibilità di massificazione. D'altronde era vero: prima della radio un predicatore, poniamo il Savonarola, poteva essere ascoltato al massimo da qualche migliaio di persone. Non c'era, tecnicamente, possibilità di maggiore "audience". Ora si è passati a milioni; in alcuni casi (come le Olimpiadi o lo sbarco sulla luna) addirittura a miliardi. Tenga conto, per di più, che a metà degli anni cinquanta la radio da noi era ancora un lusso. Ricordo che sotto casa nostra abitava una vecchietta che per tutta la vita, e inutilmente, ha desiderato di possedere un apparecchio radiofonico. A metà degli anni cinquanta arriva anche la televisione, un «medium» che d'improvviso irrompe e agisce con presa inaudita. S'immagini un paese d'inverno: alle cinque è buio, i bar sono chiusi, la gente è a casa... La televisione crea veramente il villaggio globale. All'improvviso dà a tutti la possibilità di entrare dovunque: nelle case di lusso come alla Scala. E all'improvviso Agnelli e un contadino lucano vedono lo stesso telegiornale. Nella gerarchia del mezzo televisivo basta essere utenti per essere uguali agli altri. Personaggi totalmente sconosciuti, poi, diventano idoli all'improvviso. Con due o tre puntate di «Lascia o raddoppia» Mike Bongiorno diventa una star. E si conquista il saggio semiologico di un autore sofisticato come Umberto Eco. “
Domenico De Masi, Ozio creativo. Conversazione con Maria Serena Palieri, Ediesse (collana Interventi), Roma, 1997¹; pp. 49-50.
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