#Nobel per la Letteratura
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La profonda riflessione sul dolore umano in "Spesso il male di vivere ho incontrato" di Eugenio Montale. Recensione a cura di Alessandria today
Una poesia emblematica di Eugenio Montale sul confronto con il male e l’indifferenza della natura.
Una poesia emblematica di Eugenio Montale sul confronto con il male e l’indifferenza della natura. Recensione dettagliata e completa: Spesso il male di vivere ho incontrato è uno dei componimenti più intensi e significativi di Eugenio Montale, tratto dalla raccolta Ossi di seppia, pubblicata nel 1925. La poesia è un ritratto della condizione umana che Montale osserva con una lucida e spietata…
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[Tonio Kroger][Thomas Mann]
"Tonio Kroger" di Thomas Mann affronta il tema del dolore nell'adolescenza, evidenziando il contrasto tra sensibilità artistica e normalità. Quest'opera scritta nel 1903 continua a essere attuale, esplorando il conflitto interiore del protagonista, Tonio,
Il male di vivere di un adolescente, un classico senza tempo. Titolo: Tonio KrogerScritto da: Thomas MannTitolo originale: Tonio KrögerEdito da: SantelliAnno: 2024Pagine: 78ISBN: 9788892921344 La trama di Tonio Kroger di Thomas Mann Scritto nel 1903, questo racconto lungo si rivela oggi in tutta la sua drammatica attualità. In esso l’autore affronta il difficile rapporto tra un adolescente…
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Non essere amati è solo sfortuna; la vera disgrazia è non saper amare.
Il y a seulement de la malchance à n’être pas aimé ; il y a du malheur à ne point aimer.
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Han Kang — come la Corea del Sud si aggiudica il Nobel per la Letteratura 2024
La scrittrice sudcoreana Han Kang — già vincitrice del Man Booker International Prize nel 2016 e del Premio Malaparte nel 2017 — ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura 2024 per “la prosa intensamente poetica che si confronta con i traumi storici e che espone la fragilità della vita umana”, come annunciato dagli stessi account del Premio. Nata nel 1970, Han Kang è quella che si può…
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I saccheggiator - Traduzione di Carlo Prosperi - Torna in una nuova traduzione l’ultimo romanzo di William Faulkner, premiato con il Pulitzer nel 1963 - La nave di Teseo
William Faulkner – I saccheggiatori – Traduzione di Carlo Prosperi – La nave di Teseo La nave di Teseo Deve imparare da sé che la più vile di tutte le cose è avere paura.[ William Faulkner Torna in una nuova traduzione l’ultimo romanzo di William Faulkner, premiato con il Pulitzer nel 1963 e diventato nel 1969 un film con Steve McQueen. Questa versione – condotta sull’edizione americana…
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#I saccheggiatori#La nave di Teseo#Premio Nobel per la Letteratura#Pulitzer1963#Traduzione di Carlo Prosperi#William Faulkner
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Sulla riva del mare: Il libro che intreccia le storie di Omar e Latif nell'India post-coloniale
“Sulla riva del mare” è un romanzo che narra l’intrecciarsi di due difficili storie di vita.Si tratta delle vite di Omar e Latif, due uomini assetati di riscatto personale e pronti a scommettere tutto per trasformare la loro vita. Questo è, in sintesi, il romanzo di Abdulrazak Gurnah, premio Nobel per la Letteratura 2021.Questa è l’immagine, poi fattasi parola, raccolta dallo sguardo implacabile…
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#Abdulrazak Gurnah#autenticità#colonialismo#intrecci di storie#mondo post coloniale#premio Nobel per la Letteratura#romanzo#Sulla riva del mare
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La tenerezza è l’arte di personificare, condividere i sentimenti e quindi scoprire infinite somiglianze. La tenerezza è la forma più modesta di amore. È il tipo di amore che non appare nelle Scritture o nei Vangeli, nessuno lo giura, nessuno lo cita. La tenerezza è spontanea e disinteressata e va ben oltre il sentimento empatico dei compagni. Invece è la condivisione consapevole, sebbene forse malinconica, comune del destino. La tenerezza è una profonda preoccupazione emotiva per un altro essere, la sua fragilità, la sua natura unica e la sua mancanza di immunità alla sofferenza e agli effetti del tempo. La tenerezza percepisce i legami che ci collegano, le somiglianze e l’identità tra di noi.
- Olga Tokarczuk, dal discorso all’assegnazione del Nobel per la letteratura 2018
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Storie di Donne...
Lei si chiamava Grazia...
Grazia Deledda per la precisione.
Nasce a Nuoro, in Sardegna, nel 1871,da una famiglia benestante.
Grazia fin da piccolina legge sempre, ovunque. Finisce la quarta elementare e i genitori le dicono che è tempo di lasciare la scuola.
Grazia non capisce, le piace tanto studiare...
"Semplice, perché sei una femmina" le viene risposto.
Grazia serra le braccia e ,in qualche modo ,la spunta. Studia a casa con un precettore, poi continua da sola. Ha 17 anni, invia un racconto a una rivista.
Lo pubblicano! Grazia festeggia, mentre in paese si grida allo scandalo. Anche il parroco si unisce alle malelingue. I genitori tentano di farla ragionare, spiegano che le donne badano alla casa, funziona così...
Grazia non si arrende, continua a scrivere ma a Nuoro trova ovunque terra bruciata , per cui fa le valigie e parte per Roma, la capitale della cultura, dove crede che non verrà giudicata per la pretesa di scrivere pur essendo una donna...
Pia illusione!
Scrittori e intellettuali la guardano dall’alto in basso. È una donna e anche senza istruzione, chi crede di essere?
Grazia non crede di essere qualcuno ,crede però in sé stessa e continua imperterrita a scrivere.
Ha 29 anni quando incontra Palmiro, un uomo schietto, gentile e senza pregiudizi che entra con garbo nei suoi pensieri e nella sua vita. Diventano marito e moglie.
Grazia è felice, ma un dubbio l'assilla : sarà contento suo marito di aver sposato una donna che vuole scrivere?
Palmiro, in effetti , non solo è contento di avere una moglie scrittrice ma lascia il suo lavoro e ne diventa l'agente .A questo punto, Grazia e Palmiro diventano gli zimbelli della città. Una donna intellettuale e un uomo che si mette al suo sevizio : si è mai vista una tale assurdità?
Grazia non raccoglie, si difende scrivendo a getto continuo libri che piacciono e non solo agli italiani.
I suoi libri, infatti, viaggiano oltre confine e arrivano agli occhi di una certa accademia reale svedese.
È il 1926.
Grazia Deledda, prima donna italiana, vince il premio Nobel per la letteratura e sale sul palco, mano nella mano con il marito.
Fu criticata, definita un’ignorante, un'illusa , ma lei si rivelo' semplicemente una donna che non ebbe paura di lottare per le sue idee e che riuscì ,alla fine, a vincere la sua battaglia.
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Libri che vanno letti 60
Vi dirò che uno degli innumerevoli autori italiani che andrebbero recuperati è una scrittrice. Il suo nome è Matilde Serao. Napoletana, è stata tra i fondatori del quotidiano Il Mattino. E ha sfiorato più volte il Nobel per la letteratura. Della sua produzione mi sento di consigliarvi il romanzo Mors mea.
La vicenda - drammaticissima, come quasi tutte quelle delle sue opere - si colloca prima e dopo la prima guerra mondiale. In essa ho ritrovato tutte le caratteristiche che mi fanno amare la Serao. Specialmente la sua tendenza all'eccesso: nel periodare frequentemente barocco; nella tragicità delle sue storie, narrate con grande partecipazione; nello spingere alle estreme conseguenze le azioni dei vari personaggi. Matilde, insomma, esagera. Ma credo mi piaccia soprattutto per questo.
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L'epopea americana di Ernest Hemingway: "Il Vecchio e il Mare". Recensione di Alessandria today
Un racconto di resistenza e determinazione che esplora la forza dell'animo umano
Un racconto di resistenza e determinazione che esplora la forza dell’animo umano. Il Vecchio e il Mare è una delle opere più iconiche dello scrittore americano Ernest Hemingway. Pubblicato nel 1952, questo romanzo breve è un viaggio nella resilienza e nella dignità umana. Ambientato nelle acque cubane, racconta la storia di Santiago, un vecchio pescatore che intraprende una lotta epica contro un…
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Il mondo senza amore è un mondo morto e giunge sempre un'ora in cui ci si stanca delle prigioni, del lavoro, del coraggio, [...], per reclamare il volto di un essere umano e il cuore meraviglioso della tenerezza.
Albert Camus, Taccuini
Nato il 7 novembre del 1913 a Dréan in Algeria,
Albert Camus è stato scrittore, filosofo, saggista, drammaturgo e attivista francese, il suo interesse letterario si basava per lo più sull’introspezione esplorativa dell’essere, di quell’umano che lo inquietava.
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Riceve il premio Nobel per la letteratura nel 1957, fu antifascista e s’iscrisse al Partito Comunista Algerino, anche se non fu mai sedotto dalle teorie Marxiste. Non durò molto, passando in seguito all’anarchismo più autentico, in altre parole quello individualista, divenne un attivista e partigiano, a dimostrazione della sua personalità eclettica e della sua mente filosofica molto fluida.
Albert Camus fu l’unico intellettuale europeo a condannare apertamente e duramente il lancio delle due bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, posizione che fece il giro del mondo in netta controtendenza al pensiero unico dominato dai vincitori della guerra. Nel 1945 insieme a George Orwell, Emmanuel Mounier, Lewis Munford e André Philip, partecipa al primo Congresso internazionale del Movimento Federalista Europeo, il cui fondatore era Altiero Spinelli e Ursula Hirschmann, l’obiettivo erano gli Stati Uniti d’Europa, in un certo senso un’anticipazione dell’Europa di oggi
♥️🎶
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Non abbiate paura di alzare la voce per l’onestà e la verità e la solidarietà contro l’ingiustizia e la menzogna e l’avidità. Se la gente di tutto il mondo avesse fatto questo, sarebbe cambiato il mondo.
(William Faulkner, nobel letteratura 1949)
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In quel momento eravamo vicinissimi. Distesi, abbracciati stretti. Il suono della pioggia era incessante. Qualcosa dentro di noi si è spezzato. Là dove non c’era luce né voce, tra frammenti di corallo sbriciolati dalla pressione, i nostri corpi cercavano ora di risalire in superficie.
Han Kang, L’ora di greco, Premio Nobel per la Letteratura 2024
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L’ora di greco - di Han Kang, Adelphi
Premessa: sono tra coloro che ritengono che il Nobel per la letteratura ad Han Kang si assolutamente meritato. Inutile proseguire la lettura se si è già convinti del contrario.
Probabilmente per me questo è il romanzo più bello tra quelli fin qui tradotti in italiano (o inglese). Molto breve ma denso, esplora temi profondi come la perdita, la solitudine, e la ricerca dell’identità. È del 2011 anche se qui da noi è arrivato appena l’anno scorso. Un viaggio introspettivo in cui due persone, apparentemente molto diverse, si incontrano e si comprendono attraverso la condivisione di un dolore nascosto e silenzioso.
Lei, Hanja, dopo aver vissuto un periodo di intensa sofferenza, ha trovato il silenzio come rifugio: non parlare, più che una scelta volontaria, è una reazione istintiva e fisiologica alla sua sofferenza. Le parole per lei si sono trasformate in strumenti di dolore, tanto che la voce stessa le sembra ormai qualcosa di estraneo. Dopo in matrimonio fallito e la perdita di custodia del figlio, persa anche la madre le sembra di aver ormai perso qualsiasi contatto con la propria identità e il mondo che la circonda. Come via di fuga da questo dolore, inizia a seguire lezioni di greco antico, una lingua che per lei diventa una sorta di “nuovo inizio”, poiché le consente di esprimere e riscoprire sé stessa senza le ferite che l’uso della lingua madre le provoca.
È così che la sua vita incrocia il suo insegnante di greco, un uomo non vedente che vive anche lui un’esistenza profondamente segnata dalla perdita. Per lui la cecità ha rappresentato un graduale distacco dal mondo, ma nonostante le difficoltà quotidiane ha imparato a navigare attraverso questo vuoto grazie all’amore per le parole e per la letteratura. Egli usa il greco come strumento per mantenere un legame con il mondo esterno e per dare un senso al proprio passato.
Attraverso questo incontro tra la donna e il suo insegnante, Han Kang esplora l’intimità della comunicazione e del linguaggio come mezzo di guarigione. Entrambi i protagonisti sono segnati da ferite invisibili e trovano nella lingua greca un terreno neutrale in cui potersi esprimere senza il peso delle loro storie personali. Il greco antico diventa simbolo di un viaggio interiore, che permette loro di riconoscere il proprio dolore e, in qualche modo, di riappropriarsi delle proprie vite.
Han Kang utilizza una prosa poetica e riflessiva per approfondire i sentimenti complessi dei protagonisti. La narrazione alterna i punti di vista della donna e dell’insegnante, e attraverso le loro prospettive frammentate il lettore è invitato a riflettere sul significato dell’empatia, della perdita, e della redenzione. I dialoghi sono ridotti al minimo, quasi come se l’autrice volesse rispettare il silenzio che i due protagonisti sembrano cercare.
In sostanza, un romanzo che parla di sopravvivenza emotiva. Attraverso la storia dei protagonisti, Han Kang esplora la possibilità di trovare una via d’uscita dal dolore e dalla perdita senza negare le proprie ferite. La lingua greca diventa metafora del processo di auto-ricostruzione, una lingua che, con le sue radici antiche, permette ai personaggi di esprimere sentimenti che sembravano impossibili da comunicare.
Un delicatissimo racconto di Han Kang, che con la sua scrittura minimalista invita alla riflessione sulla complessità dell’animo umano, sul ruolo del linguaggio, e sulla possibilità di una rinascita anche nei momenti più bui. Leggetelo solo se questi temi vi appassionano. Diversamente state andando incontro a una delusione.
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Posted @withregram • @kasadeilibri Mercoledì 17 alle 18 si alza il sipario per la mostra "Pirandello. Lo scrittore e il suo doppio"🎟🎫
Una full immersion nello sterminato mondo pirandelliano, dove mostriamo quasi tutte le sue edizioni originali, comprese cose che non si vedono mai come la sua tesi di laurea, in tedesco, sul dialetto di Agrigento, la prima apparizione in rivista del Mattia Pascal, locandine, giornali d'epoca eccetera.
Questo, insieme a un allestimento allegro, ci consente un viaggio inedito nei temi fondamentali della sua scrittura, dalle maschere al mito.
👉Vi aspettiamo per l'inaugurazione, mercoledì 17 gennaio ore 18
📅e poi tutti i giorni (lun-dom) dalle 15 alle 19 fino al 29 marzo
📍Kasa dei Libri, Largo De Benedetti 4, Milano
✅ingresso gratuito senza prenotazione
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