#Francesco Alberici
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Silvestrin su Morgan ha torto, torto marcio
Ancora una volta invece che ritagliarsi del tempo per parlare delle cose interessanti che la musica italiana sta esprimendo nel suo sottoterra, anche coloro che si definiscono “divulgatori” preferiscono tifare per il vecchio trombone contro il pubblico.
Suonate sempre con anima; suonate non solo con le dita, ma anche con la testa e col cuore; fate del Clavicembalo ben temperato il vostro pane quotidiano; completate i vostri studi musicali leggendo poesie e facendo passeggiate nei boschi; non aiutate a diffondere le cattive composizioni, al contrario aiutate a sopprimerle; le leggi della morale sono anche le leggi dell’arte; nulla di grande si…
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#Beatles#Cinema#Critica#Ctrl+Alt+Canc#cultura#cultura italiana#David Bowie#declino#dua lipa#edoardo bennato#elton john#enrico silvestrin#father murphy#francesco alberici#Franco Battiato#giulia spattini#heroin in tahiti#hombre collettivo#insulti#julian cope#la piramide di sangue#letteratura#mai mai mai#malmadur#morgan#Musica#musica leggera#omofobia#provocazione#psichedelia occulta
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SCARTI Centro di Produzione Teatrale di Innovazione presenta "Fuori Luogo 13"
SCARTI Centro di Produzione Teatrale di Innovazione presenta "Fuori Luogo 13". La Spezia. Diciannove spettacoli che rappresentano il meglio della scena contemporanea italiana e internazionale, due festival - uno dedicato agli artisti under30 e l’altro alle arti performative - progetti speciali e incontri con gli artisti, approfondimenti con i protagonisti, e tantissimi eventi e laboratori. Torna il sempre più variegato Fuori Luogo La Spezia, percorsi di teatro contemporaneo nel presente, progetto di punta di Scarti Centro di produzione d’innovazione della Liguria, realizzata con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del Bando “Linee guida cultura contemporanea” e sostenuta dal Ministero della Cultura e da Regione Liguria. “I miei complimenti per questa nuova programmazione di Fuori Luogo, un ricco calendario che coinvolge tutte le generazioni ed è ormai diventato un appuntamento culturale irrinunciabile per la nostra città – dichiara il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini - Un’occasione importante di socialità e di cultura per riflettere, approfondire, emozionarsi e divertirsi nel nome dell’arte e della creatività, elementi che da sempre connotano le attività del Dialma Ruggiero.” "Per questa tredicesima edizione dal provocatorio titolo MAINSTREAM - spiega il direttore artistico Andrea Cerri - presenteremo spettacoli e progetti che pur attraverso il rigore della ricerca, della sperimentazione artistica e pur improntati al rischio culturale (per loro natura e attitudine lontani dal concetto di Mainstream inteso per descrivere fenomeni “di massa”) riescano ad affondare nella carne viva della contemporaneità, rivolgendosi alla comunità tutta, cercando di parlare a un pubblico ampio e popolare, attraversando poetiche e linguaggi differenti, partendo dal nostro territorio per estendere lo sguardo a ciò che avviene lontano da noi." Tantissimi gli ospiti: da Gli Omini, che condurranno un’indagine nel quartiere di Fossitermi “rubando” le storie degli abitanti per restituirle sul palco con la loro verve comico-grottesca, fino al collettivo berlinese Rimini Protokoll, che porterà in scena un robot umanoide doppio del drammaturgo tedesco Thomas Melle, passando per il nuovo spettacolo-dispositivo del pioniere del teatro partecipativo, il catalano Roger Bernat, e i lavori di Roberto Abbiati, Compagnia Licia Lanera, Fabiana Iacozzilli, Massimiliano Civica, Tony Clifton Circus, i Sacchi di Sabbia, Francesco Alberici, Filippo Nigro e Fabrizio Arcuri, Balletto Civile, Teatro dei Borgia, Gianluca Stetur; Fuori Luogo diventerà casa e agorà per la cittadinanza. Chiuderanno la stagione i festival: torna alla sua seconda edizione Tutta la vita davanti. Festival di teatro per vecchi del futuro, a cura di Alice Sinigaglia, che quest’anno sarà affiancato alla restituzione del percorso di formazione con i ragazz* delle scuole superiori spezzine No Recess! mentre dal 23 al 25 giugno da non perdere FisiKo! Festival internazionale di azioni cattive, progetto che mette al centro la danza e i linguaggi del corpo. Anche quest’anno verrà ospitato lo spettacolo finale del progetto Per Aspera ad Astra - come riconfigurare il carcere attraverso il teatro e la bellezza con i detenuti della casa circondariale Villa Andreino della Spezia (promosso da Acri e 11 Fondazioni di origine bancaria tra cui Fondazione Carispezia e curato da Gli Scarti). Non mancherà poi un focus sui più piccoli, con la stagione Fuori Luogo Kids, occasione per bambini e famiglie di sperimentare attraverso il gioco teatrale. Anche quest’anno affiancherà la stagione di Fuori Luogo 13 MAINSTREAM il progetto Tea Time: una serie di piccole performance, incontri e proiezioni con artisti ed esperti provenienti da diverse discipline, nell’ottica di uscire dal contenitore teatro e aprirsi alla contaminazione con le altre arti. E sempre nell’ottica di valorizzare la creatività Under 35, torna Profeti in Patria, progetto di piccole performance di artisti del territorio che sono andati via per poi ritornare. Spazio anche alla poesia performativa con alcune serate di Poetry Slam: Senti Che Muscoli SP!, organizzati in collaborazione con I Mitilanti, che sbarcano al Dialma! per la prima volta. Novità di quest’anno saranno la possibilità di sottoscrivere l’abbonamento ai 13 spettacoli che si svolgeranno al Dialma, La Spezia, il nuovo orario spostato alle ore 20.30 per tutti gli spettacoli, e l’inaugurazione e apertura del Social Bar (progetto in collaborazione e con il contributo di Fondazione Carispezia, Fondazione Aut Aut e La Luna Blu, per l’inserimento lavorativo di ragazzi con autismo) che consentirà agli spettatori di poter usufruire di un nuovo servizio bar prima e dopo gli spettacoli con aperitivi e prodotti alimentari della Luna Blu. Programma completo spettacoli al Dialma, La Spezia Ad inaugurare questa stagione Fuori Luogo sarà uno speciale lavoro dedicato alla Spezia e in particolare a Fossitermi, quartiere che da sempre ospita la rassegna ed è casa per Scarti: venerdì 13 e sabato 14 ottobre debutta Al di là della Scorza- Indagine lampo a Fossitermi de Gli Omini, gruppo toscano caustico e amatissimo, formato da Francesco Rotelli, Giulia Zacchini e Luca Zacchini che metterà radici per una settimana nel quartiere abitando ogni bar, negozio, ristorante, panchina e parchetto, rubando alla cittadinanza le sue stesse storie, assorbendo e ascoltano tutto ciò che li circonda, uomini, donne, vecchi, bambini, matti di città e di quartiere, per poi restituirle in scena. Un lavoro da non perdere che Fuori Luogo ha voluto fortissimamente per rimarcare un’appartenenza e una compenetrazione nel tessuto sociale della città. Da martedì 17 a giovedì 19 ottobre per la prima volta alla Spezia si terrà l’Assemblea Nazionale C.Re.S.Co. importante e fondamentale coordinamento nazionale che raccoglie e rappresenta oltre 200 promotori nel settore culturale: artisti, professionisti, strutture e festival che utilizzano i nuovi linguaggi della scena, ponendosi, quale interlocutore propositivo presso le istituzioni nazionali (MiC, MAECI, MIM) e regionali, facendosi portavoce di istanze collettive. In particolare il 19 ottobre avrà luogo la tavola rotonda Per un ecosistema dello spettacolo dal vivo dedicata sia all’analisi delle politiche nazionali e territoriali, sia all’approfondimento di temi di grande attualità come la sostenibilità ambientale, l’accessibilità e l’inclusione analizzati nell’ambito dello spettacolo dal vivo in dialogo con Istituzioni, esperti e operatori. La rassegna prosegue poi sabato 4 novembre con Circo Kafka, spettacolo tratto da “Il processo di Franz Kafka”, con Roberto Abbiati e la partecipazione di Johannes Schlosser per la regia di Claudio Morganti, che ne cura anche le musiche insieme a Schlosser, per la produzione di Teatro Metastasio di Prato, TPE Teatro Piemonte Europa. Lo spazio scenico è un surrogato di circo. È il dramma, o forse la commedia, di K, che si sveglia una mattina e trova poliziotti vestiti di tutto punto nella sua camera. Sabato 18 novembre Fuori Luogo ospita la Compagnia Licia Lanera, che torna alla Spezia per presentare Con la carabina, di Pauline Peyrade, con Danilo Giuva e Ermelinda Nasuto, spettacolo Premio UBU 2022 come migliore regia e miglior testo straniero/scrittura drammaturgica (messi in scena da compagnie o artisti italiani). Nato dalla penna della drammaturga francese Pauline Peyrade Con la carabina è un testo lucido e imparziale, che supera la supposta dicotomia tra buoni e cattivi, analizzando i meccanismi culturali e antropologici alla base della violenza di genere. La scena, un non luogo claustrofobico e violento, ospita solo due attori, Ermelinda Nasuto e Danilo Giuva, ora adolescenti ora adulti. La regista e drammaturga Fabiana Iacozzilli sarà a Fuori Luogo sabato 25 novembre con La classe, un docupuppets per marionette e uomini, una storia che nasce dai ricordi delle scuole elementari all’istituto Suore di Carità legati alla sua maestra, Suor Lidia. I pupazzi si muovono senza pathos su tavolacci che rimandano a banchi di scuola, ma anche a tavoli operatori o da macello. Un rito collettivo, in bilico tra La classe morta di Tadeusz Kantor e I cannibali di George Tabori, in cui gli adulti rileggono i ricordi di un’infanzia vissuta nella paura di buscarle. Venerdì 1 e sabato 2 dicembre il maestro Premio Ubu Massimiliano Civica, spesso ospite a Fuori Luogo, presenta la conferenza-spettacolo L’Angelo e la Mosca, commento sul teatro di grandi Mistici, produzione Teatro Metastasio di Prato: racconti, facezie e buffi indovinelli da sempre utilizzati dai grandi Maestri dell’Occidente e dell’Oriente per “contrabbandare” insegnamenti profondi, per aprire il cuore degli uomini a una comprensione più elevata della realtà. I racconti del Baal Shem Tov e dei Rebbe dello Chassidismo, le storie dei Sufi e le poesie di Jalal al-Din Rumi, gli indovinelli dello Zen e le parabole di Jesù nei Vangeli Apocrifi serviranno per provare ad illustrare e spiegare aspetti, comportamenti e situazioni del mondo del Teatro e dei suoi protagonisti. Sabato 9 dicembre tornano i Tony Clifton Circus, già ospiti nella scorsa edizione, in scena questa volta con Christmas Forever- eutanasia di un mito sovrappeso, un viaggio folle ed esilarante tra le pieghe di un mito contemporaneo, simbolo assoluto della tendenza al consumismo senza limiti, una delle divinità dell'Olimpo dell'immaginario collettivo: Babbo Natale, santo, vecchio, saggio e supereroe, rapito con l’intenzione di ucciderlo. L’anno per Fuori Luogo si chiude venerdì 22 dicembre con un altro atteso ritorno alla Spezia: I Sacchi di Sabbia con La commedia più antica del mondo, un discorso su Gli Acarnesi di Aristofane, un’opera che oggi nessuno mette più in scena ma che possiede un dispositivo comico, ripulito dai cascami del tempo, ancora esplosivo. Con un ghigno rabbioso e idealista, Aristofane costruisce un nuovo mondo libero da ingiustizie e ipocrisie, dove non esistono la povertà e la guerra. Sarà una prestigiosa produzione SCARTI - che dopo il debutto a Spezia andrà direttamente al Piccolo Teatro di Milano .- il primo spettacolo dell’anno, giovedì 25 e venerdì 26 gennaio 2024: Bidibibodibiboo, testo finalista alla 56a edizione del Premio Riccione per il Teatro, di Francesco Alberici - già Premio Ubu under35 - anche in scena con Daniele Turconi, Salvatore Aronica, Maria Aaris e Andrea Narsi. Prodotto da SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione in coproduzione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, Ente Autonomo Teatro Stabile di Bolzano e creato nell’ambito dell’École des Maîtres 2020/21. Con grande tenerezza e dissacrante ironia Alberici racconta le scelte e le rinunce, i sogni e le grandi paure di una generazione alle prese con un mondo del lavoro drammaticamente spietato. La giuria della 56a edizione del Premio Riccione per il Teatro ha sottolineato come «con un’efficace e misurata composizione, l’autore, racconti con asciutta verosimiglianza ed efficacia, la caduta agli inferi aziendali del protagonista: attacchi, vergogna, licenziamento, omissione, liberazione.» Sabato 17 febbraio l’attore Filippo Nigro, tra i volti più interessanti del cinema e del teatro italiano, sarà a Fuori Luogo con Fabrizio Arcuri per presentare Every Brilliant Thing (Le cose per cui vale la pena vivere), testo scritto da Duncan Macmillan nel 2013, una narrazione scandita da liste di cose per cui vale la pena vivere, un racconto in forma di confessione composto da piccole illuminazioni, incontri e manie, nel quale l’attore mette a fuoco il rapporto con il padre, il fallimento del suo matrimonio e la ricerca di aiuto nei momenti di difficoltà. Ne esce una lista imprevedibile, emozionante e personalissima, fatta di episodi e aneddoti catturati al volo dal protagonista a margine di libri, scontrini e sottobicchieri. Sabato 24 febbraio grande appuntamento con la scena artistica internazionale: il collettivo Rimini Protokoll - tra i più importanti innovatori teatrali degli ultimi venticinque anni - presenta a Spezia Uncanny Valley, dove un robot umanoide riproduce in tutto e per tutto una persona reale, il drammaturgo tedesco Thomas Melle. Cosa significa per l'originale quando la copia prende il suo posto? L'originale può conoscersi meglio attraverso il suo doppio elettronico? Perché se da un lato la somiglianza facilita il processo di accettazione, se il robot è troppo simile a un essere umano proviamo una strana diffidenza? Che cos’è umano e cosa macchina? Il pubblico è invitato a lasciarsi andare in un viaggio attraverso la valle del perturbante (uncanny valley). Venerdì 15 e sabato 16 marzo Balletto Civile propone Davidson, spettacolo danzato tratto dalla sceneggiatura de Il Padre Selvaggio di Pier Paolo Pasolini, storia di un ragazzo nero sensibile e acuto, proveniente da una tribù dell’Africa, e del suo incontro con un insegnante progressista e tormentato – una figura di frontiera alter ego dello stesso Pasolini - che cerca di dare ai suoi ragazzi un’istruzione moderna e anticolonialista. In Davidson i corpi di Maurizio Camilli e Confident Frank dialogano tra loro affrontando questioni politiche e poetiche come il rapporto tra bianchi e neri, il problema della libertà e della democrazia e il difficile rapporto che intercorre tra noi e l’altro. Sabato 23 marzo il pubblico sarà invitato a riflettere sul senso della militanza politica, sui diritti della cittadinanza e sugli ideali di libertà e democrazia, ma anche sul teatro come strumento poetico e politico grazie a Giacomo di Teatro dei Borgia, già ospiti a Fuori Luogo nel 2023 con la trilogia La Città dei Miti. Lo spettacolo vuole porre in risalto il discorso politico di Matteotti, mettendo a confronto due dei suoi interventi in Parlamento: quello del 31 gennaio 1921, in cui denuncia le connivenze tra le forze politiche borghesi e le squadracce fasciste, e quello del 30 maggio 1924, l’ultima seduta a cui partecipò prima di essere assassinato, in cui contesta i risultati delle elezioni dell’aprile di quell’anno. I discorsi di Matteotti vengono riproposti nella loro nuda e terrificante verità e veicolati dal corpo di Elena Cotugno, unica attrice in scena. La rassegna prosegue sabato 6 aprile con La Scelta del regista catalano Roger Bernat / FFF. Come si scelgono gli spettacoli per un festival? Quali sono i ragionamenti che una direzione artistica affronta? Esistono criteri puramente estetici? Da che spettacolo mentale, da che copione ideologico tiriamo fuori le nostre opinioni sugli spettacoli altrui? Quali gli scontri, le discussioni artistiche, economiche, etiche e politiche? In questo spettacolo Bernat - famoso per i suoi dispositivi partecipati in cui gli spettatori diventano spett-attori - lascia ai partecipanti la responsabilità di rispondere a queste domande e di scegliere, insieme, uno spettacolo che sarà programmato nella prossima stagione di Fuori Luogo La Spezia. A chiudere questa variegata stagione di Fuori Luogo sarà sabato 20 aprile l'intenso e talentuoso Gianluca Stetur, artista che negli anni ha lavorato con i più grandi nomi del teatro e che a Spezia conduce spesso laboratori per attori, con Buio Caligola, spettacolo diretto da Ombretta Nai, prodotto da SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione. A maggio 2024 si terrà inoltre lo spettacolo finale del progetto di formazione No Recess!, laboratorio permanente con gli studenti delle scuole superiori della Spezia, che quest’anno, per la prima volta, si unisce a “Tutta la vita davanti. Festival di teatro per vecchi del futuro”, con un’intera settimana di spettacoli dedicati alla creatività Under 35. Infine per il primo anno in collaborazione con Fuori Luogo si terrà Senti Che Muscoli SP!, rassegna di poetry slam al Dialma, organizzata da I Mitilanti e composta da tre round ad eliminazione e una finale in cui i vincitori di ciascun round si sfideranno a colpi di versi per aggiudicarsi lo slam. Durante la competizione poetica, i/le partecipanti recitano testi scritti di proprio pugno, sottoponendosi alla valutazione di una giuria composta da cinque elementi estratti a sorte tra il pubblico. Non sono ammessi né accompagnamenti musicali, né oggetti e costumi di scena. ABBONAMENTI Abbonamento a 13 spettacoli c/o Il Dialma intero 160 € ridotto (under 30 e over 65) 110 € Scarti e altre convenzioni 85 € studenti Under 19 55 € L’abbonamento dà diritto al biglietto ridotto/convenzionato per gli spettacoli di Fuori Luogo che si terranno al Teatro degli Impavidi e nelle altre location BIGLIETTI SINGOLI intero 15 € ridotto (under 30 e over 65) 10 € Scarti e altre convenzioni 8 € studenti Under 19 5 € Per info e prenotazioni Il Dialma, La Spezia - 3332489192 (anche messaggio whatsapp) [email protected] orari biglietteria fino al 13 ottobre per campagna abbonamento: mar, mer, giov dalle 15 alle 20/ venerdì dalle 10 alle 13 Biglietti e abbonamenti acquistabili anche presso la biglietteria del Teatro degli Impavidi 3464026006 [email protected] (dal lun al sab 9.30-13.00 e il giovedì anche il pomeriggio dalle 16 alle 19) e online su Vivaticket... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Caspar Ottaviano de' Medici-Ambassador Michelangelo-Artist Petyr Baelish-lord Giovanni Montpensier-2nd Baron Montpensier of Calabria Giralamo de Treviso- also known as Girolamo di Tommaso da Treviso the Younger and Girolamo Trevigi, was an Italian Renaissance painter. Stylistically, Girolamo is associated with Giorgionismo and the continuation of Giorgione’s style, and, while working in Bologna during the 1520s, the influence of Raphael’s St. Cecilia.Besides working in Bologna, which included sculptural decoration on the portal of San Petronio and grisaille paintings inside, he also worked in Genoa, Faenza, Trent, and at the Palazzo del Te in Mantua. Giorgio Vasari, in his Lives of the Most Excellent Painters, Sculptors, and Architects, writes that Girolamo traveled to England to work as a military engineer for Henry VIII.He also worked as a painter there,A Protestant Allegory in the Royal Collection shows the Pope on the ground being pelted with large stones by various figures.Girolamo was working as an engineer for Henry when killed by a cannon shot during the siege of Boulogne-sur-Mer in 1544. Tate Langdon- courtier at Italian court. He is a fictional character, his story is all yours to make. Pier Paolo Vergerio- the Younger, was an Italian religious reformer. Although Vergerio achieved little in the way of his appointed task, which was to induce the Protestants to send delegates to the council, Pope Paul III twice dispatched him across the Alps; and meanwhile rewarded him, first with the bishopric of Modruš in Croatia. In the year 1540, Vergerio again entered active diplomatic service; he was at Worms at the religious conference as commissioner for King Francis I of France. It was in memory of the council that he dedicated the tract De unitate et pace ecclesiae. Like Cardinal Contarini, beside whom he also appeared at the religious conference of Regensburg in 1541, he was charged with having conceded too much to the Protestants. Bernardo Tasso-born in Venezia, was an Italian courtier and poet. He was, for many years, secretary in the service of the King of Italy, and he was a childhood friend to a King. Valerie Rocksford-lady in waiting at Italian court. She is a fictional character, hers story is all yours to make. Girolamo Riario- best friend to Caspian de'Noli and Captain-general of the Holy Roman Church. He is a fictional character, his story is all yours to make. Clemencia Huerta- lady in waiting to Juana of Aragon Lorenzo de Mauro-Soldier and loyal to Juana of Aragon Joanna d'Aragona - daughter of Gerome Dudley and Juana of Aragon Ercole II d'Este, Duke of Ferrara- He was the eldest son of Alfonso I d'Este and Lucrezia Borgia.In April 1528, he married Renée of France, the second daughter of Louis XII, King of France, and Anne of Brittany. Renée received from Francis I of France an ample dowry and annuity. Thus the court she assembled about her in Ferrara corresponded to the tradition which the cultivation of science and art implicitly required, including scholars like Bernardo Tasso and Fulvio Pellegrini Morato. Anna d'Este- was an important princess with considerable influence at the court of France and a central figure in the French Wars of Religion. In her first marriage she was Duchess of Aumale, then of Guise, in her second marriage Duchess of Nemours and Genevois. Alfonso II d'Este, Duke of Ferrara-He was the elder son of Ercole II d'Este and Renée de France, the daughter of Louis XII of France and Anne of Brittany and was the fifth and last Duke of Ferrara. Lucrezia d'Este-was a Ferrarese noblewoman and duchess of Urbino from 1570 to 1578. She was the third daughter of Ercole II d'Este, Duke of Ferrara and his wife Renée of France, the second daughter of Louis XII of France and Anne of Brittany. She was notable as a patron of the arts - she and her younger sister Eleonora d'Este were the dedicatees of Torquato Tasso's poem O figlie di Renata (O daughters of Renata). Eleonora d'Este-was a Ferrarese noblewoman. She was the fourth daughter of Ercole II d'Este, Duke of Ferrara and his wife Renée of France, the second daughter of Louis XII of France and Anne of Brittany. She and her elder sister Lucrezia d'Este were the dedicatees of Torquato Tasso's poem O figlie di Renata (O daughters of Renata). Luigi d'Este-was an Italian Catholic cardinal, the second of the five children of Ercole II d'Este, Duke of Modena and Ferrara, and Renée, daughter of Louis XII of France. Rodrigo de Puebla- royal advisor to Juana of Aragon Juliet Capulet- lady in waiting and best friend to Juana of Aragon Costanza Farnese- best friend to Anastasia of Aragon Giacomo Boncompagni- future husband to Anastasia of Aragon Catalina Alberici- governess to Isabella de Aleramici Paris da Mula - Count of Visu and husband of Juliet Capuletti Sister Lucy Brocadelli - nun. Fictioonal Lucrezia Borgia - Duchess of Ferrara; wife of Alfonso d'Este Francesca Salviatii - a lady of Florence Isabella of Taranto-Dowager Queen of Taranto Piero Strozzi Italian military leader Adelaide of Taranto - daughter of Juana Aragon Emma of Taranto - daughter of Juana Aragon Ercole II d'Este - brother of Juana Aragon Costanza d'Avalos-Duchess of Francavilla Joanna d'Aragona-Countess of Lecce and Brienne Cosimo d'Aragona - King of Lombardy; son of Juana of Aragon & Caspar de Medici Luca Garcia - Prince of Italy; brother of Cesare, Giovanni & Lucrezia Gianna Moretti - maid; fictional ; her story is yours to make Louise Borgia - Duchess of the Romagna Francesca Garcia - Princess of Italy; sister of Francesco & Madeline Maria Schenk - Queen of Italy Lucrezia Garcia - Princess of Italy Giulia Amalfi - lady in waiting
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Fuori Luogo La Spezia. Stagione 2019/2010
Si è aperta con un sold out la nona stagione di Fuori Luogo, ovvero la più interessante proposta dedicata al teatro contemporaneo fra Genova all’alta Toscana. Tutto esaurito lo scorso 19 ottobre quando un pubblico incantato ha assistito a Overload di Teatro Sotterraneo, premio Ubu 2018. (more…)
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#Andrea Cosentino#Bach Duet#Balletto Civile#Chiara Guidi#Claudia Castellucci#Claudio Morganti#Compagnia della Fortezza#Emma Dante#Enrico Casale#Enzo Moscato#Ex Ceramiche Vaccari#Fanny&Alexander#Francesco Alberici#Fuori Luogo#Generazione Eskere#Gianluca Stetur#Marco Cavalcoli#Michela Lucenti#Piergiorgio Giacché#Stagione 2019/2020#Stagione teatrale 2019/20#Teatro degli Impavidi#Teatro Sotterraneo#Virgilio Sieni
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Playground: l'ultimo appuntamento al Royal Court
Di Simone Platania @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Ritorna Playground: l'ultimo appuntamento al Royal Court Theatre il 28 ottobre. Playground e l'ultimo appuntamento al Royal Court Theatre Il ciclo di eventi e di incontri tra drammaturgi italiani e britannici Playground è giunti al termine. L'ultimo appuntamento si è tenuto il 14 ottobre e ora è tempo di saggiare i risultati dei partecipanti dei workshop sulla drammaturgia. Infatti venerdì 28 ottobre, Playground torna con un'ultima serata presso il Royal Court Theatre. I 7 drammaturghi italiani che hanno partecipato ai laboratori di Playground R&D (Reasearch and Development) e alle prove di lettura online, saranno i protagonisti della serata a teatro. Condivideranno e mostreranno al pubblico alcuni estratti dei 6 spettacoli creati e tradotti durante i workshops. Le scene verranno dirette dai registi londinesi Atri Banerjee, Alessandra Davison e Nastazja Domaradzka, con un cast di 6 attori locali. Playground: chi sono gli ospiti della serata L'ultimo appuntamento di Playground vede i 7 partecipanti dei workshops mettere in scena i propri spettacoli drammaturgici presso il teatro Royal Court. Ma chi sono gli ospiti della serata? Francesco Alberici, Magdalena Barile, Francesca Caprioli, Valeria Belardelli, Valentina Diana, Nalini Vidoolah Mootoosamy, Pier Lorenzo Pisano. Questi i nomi dei partecipanti, i quali non presenzieranno solo alla serata del 28 ma passeranno un'intera settimana ospiti a Londra. Durante questo periodo, il regista Omar Elerian e la studiosa-traduttrice Margherita Laera (Università di Kent) faciliteranno le opportunità di networking tra il gruppo di italiani e i teatranti locali. Gli spettacoli in scena Playground è un progetto dell'Istituto Italiano di Cultura di Londra e di PAV/Fabulamundi. Negli ultimi due anni il ciclo di eventi e workshop si è sempre svolto a distanza e online. Quest'anno, a pandemia finalmente finita, l'Iic di Londra e Pav hanno organizzato un evento dal vivo per celebrare la conclusione degli incontri. A partire dalle ore 15.00 del 28 ottobre andranno in scena presso il Royal Court Theatre le seguenti opere: - BIDIBIBODIBIBOO di Francesco Alberici, traduzione di Flora Pitrolo - GENTLEMAN ANNE di Magdalena Barile, tradotto da Margherita Laera - TIPPING POINT di Valeria Belardelli e Francesca Caprioli, con la traduzione di Belardelli, Caprioli e Margherita Laera. ... Continua a leggere su www. Read the full article
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Gioielli Rubati 214: Nadia Alberici - Yves Bergeret (trad. Francesco Marotta) - Cetty Di Forti - Neurs Bonet I Sala - Grazia Denaro - Monica Santi - Diacono Massimo Caccia - PP.
Gioielli Rubati 214: Nadia Alberici – Yves Bergeret (trad. Francesco Marotta) – Cetty Di Forti – Neurs Bonet I Sala – Grazia Denaro – Monica Santi – Diacono Massimo Caccia – PP.
Tu arrivi . Tu arrivi, scosti appena l’ombra E mi apri come una melagrana . Succo rubino Pare che sia una gioia per la vita La delizia che si spande . Il giardino si è riempito di frutti rossi! . di Nadia Alberici, qui: https://sibillla5.wordpress.com/2022/09/10/tu-arrivi/ . * . Una carena infinita . La tua vita: sedimenti, argille, sabbie. Io sono la barca che puoi tirare a riva. . Rifletti. Io…
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BARCELONA imagenes para la historia.
EFEMERIDE DEL 28 DE MARZO. Tal dia como hoy 28 de Marzo del 1909 se inaugura el velódromo "Parc dels Sports". A començaments de 1909 l'antic camp de futbol del carrer Muntaner va ser convertit en velòdrom a iniciativa del ciclista belga Victor Touron, que havia actuat diverses vegades a Barcelona, i que, convertit en empresari, va invertir en la construcció d'una corda de fusta amb les corbes inclinades seguint el disseny dels millors velòdroms europeus. Les obres es van iniciar el 18 de gener i en poc més de dos mesos el nou recinte quedava enllestit. El 28 de març de 1909 es va inaugurar amb el nom de Velódromo Parque de Sports, que ocupava el solar delimitat pels carrers Muntaner, Coello (avui Londres), Casanova i Indústria (avui París).
Malgrat l'eufòria inicial, el negoci no va a anar tant bé com s'esperava. L'assistència de públic i les recaptacions eren molt escasses. Els ciclistes que actuaven al velòdrom eren gairebé exclusivament estrangers i poc coneguts (o gens) per l'afició barcelonina a l'esport de la bicicleta. Això va fer decidir Touron a vendre el negoci i el velòdrom canviaria d'amos a començaments de 1910. L'octubre de 1909 la premsa ja anunciava la posada en venda del velòdrom, fet que va fer perillar la celebració de les proves del campionat d'Espanya de velocitat i mig fons, que finalment el velòdrom va poder acollir al novembre d'aquell any.
Una nova empresa, al capdavant de la qual hi figurava el ciclista italià retirat Francesco Alberici, va reobrir el velòdrom el dia 30 de gener de 1910. El recinte, a banda de les proves ciclistes va acollir també d'altres disciplines esportives. El 23 de maig de 1910 a la pelouse (zona central) de la pista s'hi va celebrar el primer partit d'hoquei herba jugat a Espanya. No obstant això, la vida d'aquest velòdrom fou efímera, ja que l'any següent (1911) la pista seria enderrocada i l'espai reconvertit novament en camp de futbol. L'Espanyol hi va començar a jugar el seus partits des de finals de febrer de 1911. El record d'aquella instal·lació esportiva queda avui encara testimoniat per l'existència del Bar Velódromo al carrer Muntaner tocant a Londres.
Fuente del articulo:barcelofilia.blogspot.com.es
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11/05/2018 - 20/05/2018 #Quasi Niente
Inizia oggi e prosegue fino all’apertura pubblica del 20 maggio la residenza creativa per la ricerca e la produzione del nuovo spettacolo di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
[ph. Chiara Ernandes]
Quasi Niente Progetto di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini liberamente ispirato al film Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni Collaborazione alla drammaturgia, Aiuto regia Francesco Alberici Con Francesca Cuttica, Daria Deflorian, Monica Piseddu, Benno Steinegger, Antonio Tagliarini Collaborazione al progetto Francesca Cuttica, Monica Piseddu, Benno Steinegger Consulenza artistica Attilio Scarpellini Luci Gianni Staropoli Suono Leonardo Cabiddu, Francesca Cuttica (Wow) Costumi Metella Raboni Direzione tecnica Giulia Pastore Organizzazione Anna Damiani Accompagnamento, Distribuzione internazionaleFrancesca Corona / L’Officina Produzione A.D., Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Metastasio di Prato, Emila Romagna Teatro Fondazione Coproduzione théâtre Garonne, scène européenne Toulouse, Romaeuropa Festival, Festival d’Automne à Paris / Théâtre de la Bastille – Paris, LuganoInscena LAC, Théâtre de Grütli – Genève, La Filature, Scène nationale, Mulhouse Sostegno Istituto Italiano di Cultura di Parigi, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, FIT Festival – Lugano
Oggetto di partenza del nostro nuovo progetto è Il deserto rosso, lo straordinario film del 1964, prima opera a colori di Michelangelo Antonioni, che a partire – sembra – da un breve racconto di Tonino Guerra vede in scena una straziante e fanciullesca Monica Vitti. Giuliana, moglie e madre, attraversa il deserto – in una scena davvero rosso – della sua vita senza che nessuno possa realmente toccarla, senza toccare davvero nessuno. Nemmeno l’incontro con Corrado, amico del marito, per tanti versi simile a lei, riesce a cambiare le cose. Poche le parole, alcune talmente belle da diventare proverbiali (“Mi fanno male i capelli”, la più nota, presa in prestito dalla poetessa Amelia Rosselli) e protagonista assoluto il paesaggio, una Romagna attorno a Ravenna trasfigurata dal regista (“ho dipinto la realtà” ha dichiarato all’epoca) in un mondo la cui malattia è anche la sua bellezza, in un cortocircuito di senso e di sensi che ancora oggi ci sbalordisce. Un oggetto ingombrante, visto, discusso, sviscerato, a differenza di Janina Turek, la protagonista del nostro lavoro del 2012, Reality e delle pensionate greche prese in prestito da Petros Markaris che abbiamo abitato in Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni del 2013, entrambi oggetti di cui pochi o nessuno si era occupato. Il deserto rosso è invece uno dei film centrali – hanno scritto – non solo del cinema italiano e internazionale ma delle arti visive del Novecento.La scelta è quella di essere cinque in scena, tre donne, due uomini. Prima di tutto per evitare il triangolo borghese, moglie-marito-amante, per avere la possibilità di lavorare liberamente attorno alla figura di Giuliana e infine per rispondere alla tensione anti-realistica del film. Infatti, se questa opera ci ha toccato è anche perché il film non è la sua trama e questo ci corrisponde. Da sempre nei nostri lavori siamo attratti da figure marginali, dimesse (quelle lucciole fisiche e di pensiero così ben descritte da Georges Didi-Huberman), abbiamo raccontato casalinghe e pensionate, ci siamo descritti nelle loro cadute e fallimenti. Figure apparentemente lontane da Antonioni e dalle sue ambientazioni medio borghesi. In realtà Giuliana è assolutamente parte di questa galleria di persone riuscite a metà, storte. È una ‘selvatica vestita elegante’, a suo modo una Kaspar Hauser. C’è qualcosa in lei che ci parla di una ricerca di verità che spesso, nella nostra sempre maggiore “capacità” di stare al mondo, abbiamo perso. Ci siamo adattati. Accomodati, abbiamo azzittito domande come quelle che si fa lei: “Ma cosa vogliono che faccia con i miei occhi? Cosa devo guardare?”. Il nostro vuole essere un lavoro non solo sul disagio, la fragilità, sulle crepe, ma anche sulla fanciullezza di questa donna, che il mondo non sembra più interessato ad ascoltare.“C’è qualcosa di terribile nella realtà, e io non so cosa sia. E nessuno me lo dice” dice Giuliana.
Il deserto rosso si interroga in maniera personalissima su quel cambiamento epocale che tutti gli artisti del dopoguerra hanno sofferto e raccontato (definito alienazione per Antonioni, genocidio culturale per Pasolini). Quell’alienazione – termine non a caso desueto – ci appartiene talmente tanto da non avvertirla più. La cerniera tra dentro e fuori in quest’opera è talmente particolare, profonda che non possiamo che essere sollevati dal fatto che il film inizi durante uno sciopero, che lo sfondo sia lo sfruttamento di operai chiamati a sradicarsi, a lasciare la loro terra per lavorare. Questa osmosi tra questi due livelli del racconto in Antonioni non vuole essere risolutiva, ideologica, ma scava, intreccia, sposta, eccoci ancora al rapporto tra figura e sfondo. In questo senso è illuminante la scena sottilmente straziante tra l’operaio e Giuliana, che si sono conosciuti in clinica, che hanno sofferto un male simile, che si riconoscono.
Dove siamo ora?
#residenza creativa#residenze 2018#daria deflorian#antonio tagliarini#defloriantagliarini#quasi niente#michelangelo antonioni#il deserto rosso
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Alberico Longo di Nardò alle prese col Petrarca
di Armando Polito
Dell’illustre concittadino mi sono già occupato in tempi diversi e il lettore che voglia saperne di più, prima o dopo la lettura di questo post, ha solo l’imbarazzo della scelta:
http://www.fondazioneterradotranto.it/2015/02/11/una-nota-su-alberico-longo-di-nardo/
http://www.fondazioneterradotranto.it/2015/02/11/una-nota-su-alberico-longo-di-nardo/
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/11/08/nardo-alberico-longo-e-la-sua-inedita-doppiamente-versione-di-un-mito/
In Le Rime di M. Francesco Petrarca riscontrate con ottimi esemplari stampati e con uno antichissimo testo a penna, Giuseppe Comino, Padova, 1722, a p. CIV si legge: in fine dell’edizione del 1740, che è la prima in ordine del presente Catalogo, aggiungasi , che nella Libreria del più volte menzionato Signore Giuseppe Smit, Inglese, in Venezia, se ne conserva un esemplare, in cui si leggono traduzioni in versi latini eleganti d’alcuni de’ più celebri Sonetti del Petrarca, fatte da M. Alberico Longo Salentino ad istanza del Sig. Francesco Melchiori da Uderzo, il quale le scrisse di sua mano, ed aggiunse ancora in molti luoghi di cotesto Codice, da lui una volta posseduto, dotte ed erudite osservazioni.
in Almorò Albrizzi, Memorie storiche di Oderzo, Venezia, 1743, a p. 5 si legge: Biblioteche. Di Biblioteca trovansi competentemente provveduti i PP. Cappuccini in materia di SS. PP. e Cà Amalteo in materia di Belle Lettere di ottime Edizioni, con qualche Manoscritto antico, fra’ quali un Petrarca moralizzato manoscritto d’incerta Autrice, lodata dalla Sig. Luisa Bergalli, che la suppone Veneta. Ve n’era poi una assai insigne di Francesco Melchiori, qui a a C. 9 riferito, ed accennata dal Bonifazio , (Stor. Triv. C. 20) nonché dalli Sig. Volpi di Paova nel loro ultimo stampato Petrarca, andata, non molti anni sono, compassionevolmente dispersa, parte in Venezia fra le celebri Biblioteche Soranzo, Pisani, Zeno, PP. della Salute, e Smith, il quale ne à riportato una Edizione sì rara di essoPetrarca, che non si sà, ove trovarsene il terzo esemplare; e parte in Inghilterra.
La notizia è ripresa, senza aggiungere granché, in Gian-Giuseppe Liruti, Notizie delle vie ed opere scritte da’ letterati del Friuli, Tipografia Alvisopoli, Venezia, 1830, p. 428: E per verità, bisogna , che fosse un singolar piacere di un uomo amatore dello studio dell’Antichità, della erudizione e delle buone lettere l’andar a ritrovarlo [Francesco Melchiori] in Oderzo; dove oltre una bella abitazione con le sue aggiacenze, e la di lui gioconda, e dotta conversazione, aveano una copiosa, e scelta Biblioteca, ragunata da lui di Libri stampati , e manoscritti, lodata dal Bonifazio nella Storia di Trivigi ultimamente ristampata, e da altri, nella quale potevano divertirsi, e che ora, non sono molti anni, è andata dispersa, parte in Venezia nelle Biblioteche Soranzo e Pisani, e parte in quelle di Apostolo Zeno, de’ Padri Somaschi della Salute, e del Sig. Smith, al quale è toccato un raro Pertrarca, e parte in Inghilterra.
Un risolutivo passo avanti, invece, costituisce quanto scrive Cesare Scalon, Tra Venezia e il Friuli nel Cinquecento: Lettere inedite a Francesco Melchiori in un manoscritto udinese (Bartolini 151) in Vestigia. Studi in onore di Giuseppe Villanovich, Edizioni di storia e letteratura, Roma, 1984, p. 625: Il Petrarca, di cui fa menzione l’Albrizzi, è un Canzoniere di Vindelino da Spira del 1470, ora nella British Library (C. 6. b.2): dopo essere stata postillata da Alberico Longo Salentino, questa preziosa edizione era entrata in possesso di Francesco Melchiori, come documentano alcune note autografe del medesimo7. E in nota 7 l’informazione più ghiotta: London, British Library, C. 6. b. 2. Sul foglio di guardia anteriore IIr di mano del Melchiori: “Questo sonetto fu tradotto da M. Alberico Longo Salentino a mia contemplatione”, “Alla dolce ombra delle belle frondi- Canzone carissima al signor Francesco Sugana, mio cognato”.
Nel catalogo del Comino si faceva riferimento a traduzioni in versi latini eleganti d’alcuni de’ più celebri Sonetti del Petrarca, fatte da M. Alberico Longo Salentino ad istanza del Sig. Francesco Melchiori, dunque a più dei soli componimenti (un sonetto e una canzone) annotati di propria mano dal Melchiori nell’edizione custodita a Londra; a meno che il loro gradimento particolare a lui e a suo cognato l’abbia indotto a non dir nulla delle altre traduzioni.
Questa premessa è indispensabile per dire che, in attesa che la British Library immetta in rete la copia digitalizzata del prezioso testo, operazione indispensabile per procedere ad un controllo senza muovere un passo e senza spendere un centesimo, quella che mi accingo a presentare è la traduzione in latino fatta dal Longo di un sonetto dell’aretino, non prima di aver detto, ad onore, una volta tanto, dell’Italia che esso è contenuto in un manoscritto (Vat. lat. 9948) del XVI secolo conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana e liberamente consultabile all’indirizzo https://digi.vatlib.it/view/MSS_Vat.lat.9948, manoscritto del quale mi sono già servito in http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/11/08/nardo-alberico-longo-e-la-sua-inedita-doppiamente-versione-di-un-mito/.
Ne riproduco dalla c. 105v il dettaglio che ci interessa.
Ecco la trascrizione:
Pet(rarca) Canzo(n)iere Tradottione del so(netto) Io mi rivolgo indietro a ciascun passo.
Alberici Longi Salentini
Retrorsum aspicio passim dum corpore fesso
pes titubans proprium vix facit officium.
Tunc mi animum reficit vestris qua fertur ab oris
aura, et me querulum carpere cogit iter.
Mox mecum reputans bona quae iocondaa relinquo
quam sit iter longum quam mihi vita brevis.
Sisto gradum pavidus, nec non lachrymantia tristis
fixa diu teneo lumina nostra solo.
Interdum interb lachrymas dubius mecum ipso voluto,
quo pacto absque animo sistere membra queant.
Tunc Amor, an nescis proprium esse hoc munus amantum,
quorum hominum a reliquis longe alia est ratio.
__________
a Errore del copista per iucunda.
b Errore del copista: inter (indotto dal precedente interdum) per in.
Agli errori del copista va aggiunto quello presente nella schedatura (https://opac.vatlib.it/mss/detail/74990), dove nella trascrizione dell’incipit si legge auspicio per aspicio.
Fornisco ora la mia traduzione letterale per consentire agevolmente al lettore di fare il confronto con l’originale:
Indietro guardo qua e là mentre per il corpo stanco
il piede titubante a stento fa il suo dovere.
Allora mi ristora l’animo, dove dalle vostre contrade spira,
l’aria e mi costringe ad intraprendere un lamentoso cammino.
Poi pensando tra me i beni gioiosi che lascio,
quanto lungo sia il cammino, quanto breve per me la vita,
timoroso fermo il passo e triste i lacrimanti
occhi miei a lungo tengo fissi al suolo.
Talora in lacrime dubbioso tra me stesso penso
per quale patto le membra possano stare senz’animo.
Allora Amore: – Non sai che è proprio questo il dono degli amanti,
esseri umani la cui condizione è ben diversa da quella degli altri?
E questo è l’originale (componimento XV dell’edizione critica del Canzoniere a cura di Gianfranco Contini, Edizioni Einaudi, 1964; nella stessa edizione la canzone annotata dal Melchiori è il componimento CXLII):
Io mi rivolgo indietro a ciascun passo
col corpo stancho ch’a gran pena porto,
et prendo allor del vostr’aere conforto
che ‘l fa gir oltra dicendo: Oimè lasso!
Poi ripensando al dolce ben ch’io lasso,
al camin lungo et al mio viver corto,
fermo le piante sbigottito et smorto,
et gli occhi in terra lagrimando abasso.
Talor m’assale in mezzo a’tristi pianti
un dubbio: come posson queste membra
da lo spirito lor viver lontane?
Ma rispondemi Amor: Non ti rimembra
che questo è privilegio degli amanti
sciolti da tutte qualitati humane?
Spero che la mia traduzione sia riuscita a far comprendere come il Longo si sia attenuto quanto più era possibile all’originale. Non mi riferisco, però, solo all’aspetto concettuale, perché anche le scelte formali confermano la fedeltà. Mi si dirà che ai canonici quattordici endecasillabi del sonetto corrispondono sei distici elegiaci (in totale dodici versi) della traduzione. Credo che il Longo non avesse altra scelta e che proprio le caratteristiche del distico elegiaco (in cui il primo verso può variare da un massimo di diciassette ad un minimo di dodici sillabe, il secondo da un massimo di quattordici ad un minimo di dodici) abbiano determinato quella differenza di due versi, pur garantendo, a differenza di altre combinazioni metriche, un ritmo più vicino a quello dell’endecasillabo.
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