#Eventi Kafka
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Art Site Fest presenta “Anatomia di un digiunatore”: Omaggio a Franz Kafka nel centenario della sua morte
Una lettura-concerto ispirata all'opera di Kafka, il 15 ottobre al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.
Una lettura-concerto ispirata all’opera di Kafka, il 15 ottobre al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. In occasione del centenario della morte di Franz Kafka, l’Art Site Fest propone un evento unico che fonde letteratura e musica: “Anatomia di un digiunatore”, una lettura-concerto dedicata allo scrittore praghese. L’appuntamento è fissato per il 15 ottobre alle ore 18:30 presso il…
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West London Film Festival, la Shorts night svela i segreti del McNally regista
Di Pietro Nigro Cosa hanno in comune Downton Abbey e I Pirati dei Caraibi? Lo abbiamo scoperto alla Shorts Night, l'anteprima del West London Film Festival del 4 luglio al Chiswick Cinema di Londra. West London Film Festival, la Shorts night svela i segreti del McNally regista Cosa hanno in comune Downton Abbey e I Pirati dei Caraibi? Lo abbiamo scoperto partecipando alla Q&A con l'attore e regista Kevin McNally che ha reso ancora più interessante la Shorts Night, l'anticipazione del West London Film Festival che si è tenuta il 4 luglio al Chiswick Cinema di Londra. La Shorts Night è uno degli eventi speciali organizzati da Giorgia Cecconi in vista dell'attesissimo Festival che si terrà nella capitale inglese dal 25 al 27 ottobre. Per i professionisti del cinema la Shorts night è stata una preziosa occasione di networking; per gli appassionati la possibilità di partecipare alla sessione di Q&A, e per tutti, ovviamente, il piacere di godersi la proiezione dei tre corti in cartellone. Si tratta di Sister Wives (scritto, diretto e interpretato da Louisa Connolly-Burnham), Mr Strappy (scritto da Allie Moss con la regia di Adolfo Vico) e di Lipstick (diretto da Kevin McNally, e scritto da Paul McNeilly). Tutte e tre le pellicole proposte affrontano l’amore al femminile, dal rapporto proibito e di riappropriazione della libertà di Sister Wives alla relazione in stallo di una coppia lesbo in Mr Strappy, fino alla protagonista femminile di Lipstick, la donna che crede che lo spirito del figlio morto sia rimasto nella sua stanza e le mandi messaggi scritti sullo specchio con il rossetto. Q&a con Kevin McNally, l'attore che spiega come è diventato anche regista Cosa c'entrano allora Downton Abbey e I Pirati dei Caraibi con i corti? Gli appassionati della saga con Jonny Deep avranno riconosciuto tra i nomi che abbiamo citato l'interprete del personaggio di Joshamee Gibbs: Kevin McNally. Ebbene, l'attore e regista britannico ha assistito alla proiezione dei corti insieme alla moglie, l'attrice Phyllis Logan, che a sua volta è stata tra le protagoniste di Downtown Abbey, e al termine di Lipstick si è sottoposto di buon grado alla sessione di domande e risposte parlando a lungo con il pubblico di questo significativo cambio di rotta nella sua carriera. Con l'ironia che lo contraddistingue, McNally ha ripercorso il suo avvicinamento alla regia, che è avvenuto in modo molto graduale, lavorando a progetti con gli studenti che partecipano ai suoi corsi. Per questo, anche se il suo primo tentativo - su cui è molto critico - risale al 2007, McNally indica Lipstick come il suo film di debutto alla regia e racconta tanti aneddoti del suo ruolo e del suo modo di lavorare. "Penso che la funzione del regista debba essere quella di un facilitatore - ha spiegato McNally - e sono arrivato a questa conclusione anche per le tante esperienze di lavoro con registi pretenziosi, che magari pensavano di saperne di recitazione più di noi attori". Kevin McNally dunque è diventato regista facendo prima l'attore, e diventando un direttore che sa far squadra con gli attori e la crew che lavora con lui. Una gustosa conferma arriva dal "The making of", il dietro le quinte che è stato girato durante la lavorazione di Lipstick e proiettato alla Shorts night: un video che raccoglie le testimonianze pressoché di tutto il cast e perfino della proprietaria dell'abitazione in cui è stata girata la storia, e che testimonia lo spirito cameratesco che si respirava sul set. "Nel ruolo di regista - ha aggiunto McNally - cerco sempre di mettere in pratica il consiglio che mi ha dato il mio amico e collega Peter Dougan Capaldi (famoso per la serie britannica Doctor Who e regista premio Oscar per il cortometraggio Franz Kafka's it's a wonderful life): Rispondi subito alle domande di tutti e pensaci dopo". Per l'attore si tratta di un vero e proprio mantra, una regola di comportamento sempre rispettata perché gli permette di risparmiare il tempo, il bene di lusso di cui un regista è sempre maledettamente sprovvvisto e che per un progetto cinematografico è la sfida principale. Una regola che - c'è da giurarci - McNally intende rispettare anche nel suo prossimo progetto, di cui sarà protagonista proprio l'interprete di Mrs Hughes, Phyllis Logan, che dal dal 2011 è anche la Signora McNally. Prossimo appuntamento, 3,2,1... ACTION! all'Istituto Italiano di Cultura La futura collaborazione dei coniugi McNally è sicuramente una ghiotta anticipazione, ma non esaurisce il cammino di avvicinamento al West London Film Festival, che prosegue con altri due appuntamenti. Il primo, è "3,2,1... ACTION!", un'altra occasione di networking organizzata dalla Nervosa Production che si terrà domani 10 luglio alle 18.30 all'Istituto Italiano di Cultura di Londra: all'appuntamento, curato da Giorgia Cecconi e Alessandra Gonnella con un panel di professionisti italiani protagonisti della scena cinematografica internazionale (qui il link). ... Continua a leggere su
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Verona: Libri e Rose 2024 fa il pieno con circa 4000 presenze.
Verona: Libri e Rose 2024 fa il pieno con circa 4000 presenze. E' con soddisfazione che si è chiusa la terza edizione di Libri e Rose, Scrivere stampare leggere. La rassegna è stata capace di radunare un pubblico di circa 4000 partecipanti, diversi per età, genere e provenienza, coinvolti dalla natura estremamente varia delle proposte. La manifestazione - organizzata grazie alla grande professionalità di importanti organizzazioni nazionali (la Kasa dei Libri di Milano), istituzioni culturali cittadine, come la Società Letteraria, il Conservatorio dall'Abaco e la Biblioteca Civica, con la sponsorizzazione tecnica di Flover e grazie alle attività operative di diverse aree del Comune di Verona, in primis l'assessorato alle Biblioteche e quello alla Cultura ma anche il supporto di numerose direzioni - si è svolta con oltre 20 incontri con gli autori, mostre, eventi musicali, appuntamenti culturali. La rassegna ha portato a Verona autori e discussant noti a livello nazionale, la cui qualità ha saputo catturare l'attenzione del pubblico. Si sono alternati autori del calibro di Salvatore Settis, Piero Dorfles, il Premio Strega Helena Janeczek, scienziati come Guido Tonelli, cronisti di guerra come Giovanni Porzio e l'irlandese Sally Hayden, fresca vincitrice del Premio Terzani. La kermesse è stata anche occasione per fare un approfondimento su alcune figure rilevanti del panorama culturale internazionale, di cui ricorrono nel 2024 gli anniversari: tra questi, Franz Kafka e Giacomo Puccini nel centenario della morte. Un ottimo pretesto per ricordare anche un artista eclettico come Walter Chiari, attore di teatro, cinema, acuto e sottile mattatore del varietà televisivo, nei cento anni dalla sua nascita a Verona in via Quattro Spade. "Sulla base del riscontro di pubblico – ha dichiarato l'assessora alla Cultura - l'Amministrazione comunale intende dare ulteriore impulso alla rassegna letteraria, confermando da subito l'edizione 2025, su cui lavorerà per estendere la notorietà e le reti di collaborazione, convinti dell'importanza di rafforzare i legami tra il mondo dei libri e i diversi pubblici. Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito al risultato della manifestazione, che saputo trasformare la lettura in momenti di socialità e condivisione". "Un'edizione di successo testimoniata dalla risposta del pubblico – ha aggiunto l'assessora alle Biblioteche –. I numeri della rassegna sono il frutto di una proposta culturale di livello unita dialogo attivo con le istituzioni culturali del territorio".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Riflessioni e pensieri sul padre
Riflessioni e pensieri sul padre Riflessioni e pensieri sul padre, sui padri, sulla paternità e più in generale idee varie, battute e provocazioni sui genitori, i figli, e anche la famiglia. In conformità al sistema tradizionale dei ruoli, gli uomini si sono assunti il peso completo del mantenimento della famiglia: sono stati così privati di qualsiasi contatto emotivo con i propri figli e sono oppressi da responsabilità che spesso conducono a seri disturbi fisici e psicologici. B. Linner La società attuale non è in grado di sostituire in modo soddisfacente l’azione economica ed educativa del padre. Nella funzione educativa ed amministrativa da lui assolta in altri tempi, anzi nel suo stesso rigore trovava espressione sia pure infelice un’esigenza che sussiste oggi ancor sempre, e che la società, mentre mette in pericolo la famiglia, tuttavia non soddisfa. Sotto il peso del padre i figli apprendevano a non intendere gli insuccessi in ordine alle loro cause sociali, ma a tenersi alle loro origini individuali e ad assolutizzarle come colpa, fallimento o inferiorità personale. Se la famiglia soddisfaceva al suo compito, i figli acquistavano così una coscienza, la capacità di amare e la coerenza. M. Horkheimer & Th. W. Adorno Un tranquillo impiegato cinquantenne al rientro dalla cerimonia di beatificazione del grande santo di Pietralcina ha sterminato a coltellate la moglie e le due giovani figlie. Un altro estremo esempio dell’immensa forza del grande padre pio di stimolare suggestivi ed inspiegabili eventi miracolosi. Carl William Brown Quello che tu, padre, avevi dovuto conquistarti lottando, noi lo ricevemmo dalle tue mani, ma la lotta per la vita, quella che a te fu subito familiare, e che naturalmente neppure a noi venne risparmiata, noi la dovemmo combattere più tardi, con forze infantili nell’età adulta. F. Kafka E si riflette che l’unico timore che sogliono avere i figli, è del padre: e allora essi temeranno la madre, il maestro, l’aio, quando il padre si fa temere dai figli e subordina i figli alla madre, al maestro, all’aio; e dona a questi la sua autorità costituendoli suoi luogotenenti; sicché le loro direzioni prendono forma dalla paterna autorità. G.M. Sarnelli
Papà con le sue figlie La chiesa ha istituito una linea telefonica a pagamento dove si possono ascoltare canzoncine elaborate con i testi del rosario, brani che fanno tra l'altro parte di un cd che sta per uscire anche nei negozi. Voglio ricordare al santo padre che esiste anche la prostituzione sacra e che se proprio ha bisogno di soldi potrebbe far lavorare un po' anche le suore. Carl William Brown Di tutte le rocce su cui costruiamo la nostra vita, oggi ci viene ricordato che la famiglia è la più importante. E siamo chiamati a riconoscere e onorare quanto ogni padre sia fondamentale per tale fondazione. Sono insegnanti e allenatori. Sono mentori e modelli di ruolo. Sono esempi di successo e gli uomini che costantemente ci spingono verso di esso. Ma se siamo onesti con noi stessi, ammetteremo che quello che manca anche a troppi padri? mancante da troppe vite e troppe case. Hanno abbandonato le loro responsabilità, comportandosi come ragazzi invece che come uomini. E per questo le fondamenta delle nostre famiglie sono più deboli. Barack Obama I dati biologici fanno senz’altro pensare che è stato l’uomo a raggiungere la paternità, mentre la donna è stata madre fin dall’inizio, prima che l’uomo decidesse di stuprarla, odiarla, renderla schiava e poi invidiarla e imitarla Certo sembra estremamente paradossale affermare che la paternità è un tratto materno dell’uomo, ma è tanto paradossale quanto vero. G. Zilboorg È lo statuto familiare quello che un giorno dovremo modificale dà cima a fondo, giacché le famiglie tradizionali sono popolatrici, e tutti i moralisti si sono profusi nel lodarle. Noi vogliamo prendete in parola questi moralisti, e poiché la fecondità è divenuta criminale, un giorno infieriremo contro il crimine, sconvolgendo lo statuto familiare. Inoltre è qui che ha sede la scuola della schiavitù, ed è per questo che i tiranni amano le famiglie tradizionali, in cui la donna è serva e i figli sottomessi, mentre il padre - fosse pure osceno, ridicolo e miserabile - è padrone in casa sua e archetipo dei nostri principi, proprio cosi, modello vivente dei nostri dèi e dei nostri re! Questo assetto è durato troppo, la massa di perdizione ne è la conseguenza. Albert Caraco I genitori sono stati figli e i figli potenzialmente saranno ancora genitori, e nel frattempo hanno anche vissuto insieme; dunque nel parlare di padri, madri e generazioni varie ricordatevi che gli elementi fondamentali sono il tempo e lo spazio; ecco perché la discussione è di natura eminentemente fisica, quasi scientifica, addirittura direi metafisica. Carl William Brown
Mio padre Luciano nel 1984 Una volta conoscevo un ragazzino in Inghilterra che chiese a suo padre: ‘I padri sanno sempre più cose dei figli?’ e il padre rispose ‘Sì’. Poi il ragazzino chiese: ‘Papà, chi ha inventato la macchina a vapore?’ e il padre: ‘James Watt’. E allora il figlio ribatté: ‘Ma come mai non l’ha inventata il padre?’. G. Bateson La percezione da parte di un ragazzo di un padre come individuo affettuoso e potente è di suprema importanza per lo sviluppo della mascolinità, ma non vi sono prove per dire che la struttura della personalità dei genitori, in particolare il grado di tipificazione sessuale e la fiducia in sé, abbiano una influenza significativa. Anzi, l’incoraggiamento da parte dei genitori alla partecipazione del ragazzo ad attività mascoline non pare abbia un effetto significativo nelle preferenze del giovane per un ruolo sessuale. P. Mussen/E. Rutherford Se un uomo avrà un figlio testardo e ribelle che non obbedisce alla voce né di suo padre né di sua madre e, benché l’abbiano castigato, non dà loro retta, suo padre e sua madre lo prenderanno e lo condurranno dagli anziani della città, alla porta del luogo dove abita, e diranno agli anziani della città: Questo nostro figlio è testardo e ribelle; non vuole obbedire alla nostra voce, è uno sfrenato e un bevitore. Allora tutti gli uomini della sua città lo lapideranno ed egli morirà; così estirperai da te il male. Deuteronomio, Antico Testamento Al ristorante, due tavoli più in là del mio, stasera c’è un tale che mi sembra di conoscere… Anche lui, a un certo punto, si volta e sorride. Allora è vero. Rispondo al sorriso con un cenno del capo, ma non riesco proprio a ricordare dove ci siamo già visti. Più tardi, al momento di uscire, il tizio, passandomi vicino, mi posa una mano sulla spalla. «Come va, figliolo?» «Papà! Che mi venga un colpo! Cosa fai da ‘ste parti?» Romano Bertola Dio per Freud era un padre potenziato. A me sembra più che altro un personaggio delle favole, tipo il lupo cattivo, l'uomo nero o l'orco, che ha lo spiacevole compito di far paura ai poveri diavoli al fine di obbligarli ad osservare mestamente e passivamente la stupida morale dei benestanti. Questa funzione l'ha svolta egregiamente per molti secoli, perlomeno fintanto che il potere non ha inventato i mass media. Carl William Brown Come dice Lacan, è certo che il posto del padre è spesso lasciato vuoto. Non occupato dall’uomo che è detto il padre, né sembra esserlo da chicchessia. In effetti, il posto è puramente e semplicemente vuoto. C’è un posto libero per un’autorità maschile, ma l’autorità che esiste effettivamente (quando esiste) spesso non è quello che si dice un’autorità. È terrore, è mero potere, forza bruta, che non suscita il minimo rispetto, ma soltanto paura. R.D. Laing
Pensieri e riflessioni sul padre Il padre delle moderne ricerche sullo stress, Hans Seyle, afferma che lo stress non dipende tanto da ciò che accade, quanto dal modo in cui noi lo interpretiamo. Sarà anche così, io comunque gli auguro ogni possibile disgrazia, e poi vedremo. Carl William Brown Quando gli uomini vivono più per il ricordo di quello che è stato che per la preoccupazione di ciò che è, quando sono più dediti al rispetto per quello che pensavano i loro antenati che non a pensare loro stessi, il padre è il legame naturale tra passato e presente Quando la società si democratizza e gli uomini adottano come loro principio generale che è buono e giusto giudicare tutto per conto proprio, usando le precedenti credenze non come una regola e un dogma di fede, ma semplicemente come mezzo d’informazione, il potere esercitato dal modo di pensare di un padre su quello dei suoi figli diminuisce così come il suo potere legale. A. de Tocqueville Essere papà mi ha reso più consapevole di me stesso. Posso vedere tutte le mie virtù e i miei difetti. Diventano straordinariamente chiari quando mia figlia comunica con me nello stesso modo in cui io comunico con lei. Posso davvero dire dove e quando ho sbagliato. Harold perrineau Ho visto un uomo piccolo con grossi calli su entrambe le mani lavorare quindici e sedici ore al giorno. Una volta l'ho visto letteralmente sanguinare dalle piante dei piedi, un uomo venuto qui senza istruzione, solo, incapace di parlare la lingua, che mi ha insegnato tutto quello che dovevo sapere sulla fede e sul duro lavoro con la semplice eloquenza del suo esempio. Mario Cuomo Riflessione umoristica, non prendetela troppo sul serio. Per quanto riguarda la mia biografia, ai posteri basti sapere che ero un ragazzo di vastissime letture, di un'enorme cultura, di una profonda sapienza, di una coerente saggezza, di un'incommensurabile forza psichica e di innumerevoli esperienze pratiche. Per ciò che concerne invece quella dei miei genitori, basti sapere che erano il padre e la madre di un grande filosofo. Carl William Brown La maternità non è la paternità. Nella maternità la donna abbandona il proprio corpo al bambino. E i bambini le stanno sopra come su una collina, come in un giardino, la mangiano, la picchiano, ci dormono sopra e lei si lascia divorare e qualche volta dorme mentre loro le stanno addosso. Niente di simile avverrà mai nella paternità. Marguerite Duras La persona che teme di diventarepadre non capisce che la paternità non è qualcosa di perfetto che fanno gli uomini, ma qualcosa che perfeziona l'uomo. Il prodotto finale dell'allevare dei bambini non è il bambino ma il genitore. Frank Smith Pittman III Le relazioni basate sull'amore fedele, fino alla morte, come il Matrimonio, la paternità, l'essere figli, la fratellanza, si apprendono e si vivono all'interno del nucleo familiare. Quando queste relazioni formano il tessuto di una societàumana, le danno coesione e consistenza. Papa Francesco
Papà con sua figlia Settembre 1998. Muore Lucio Battisti, un grande poeta che attraverso le sue canzonette è riuscito a dare persino una certa dignità alla banalità. Egli è stato un faro musicale, nonché un padre melodioso, per molteplici generazioni e anche Carl William Brown nei lontani anni 80 gli rese un grande omaggio acquistando da un marocchino in un bar una sua compilation di greatest hits. Carl William Brown Nessuno di voi potrà mai essere abbastanza orgoglioso di essere il figlio di un TALE Padre che non ha suoi pari in questo mondo: così grande, così buono, così impeccabile. Cercate tutti di seguire le sue orme e non scoraggiatevi, perché per essere davvero in tutto come lui nessuno di voi, ne sono certo, lo sarà mai. Cercate, quindi, di essere come lui in alcuni punti, e avrete acquisito moltissimo. Regina Vittoria Henry James una volta definì la vita come quella situazione difficile che precede la morte, e certamente nessuno ha un debito d'onore o di gratitudine per averlo messo in quella situazione difficile. Ma un bambino ha un debito con suo padre, se papà, dopo averlo messo in questo guaio, si toglie il cappotto e si mette all'opera per mostrare a suo figlio il modo migliore per sfondarlo. Clarence Budington Kelland Man mano che diventavo grande, osservando sempre di più il mondo, il mio umorismo andava sviluppandosi a dismisura, tanto che quando mio padre si sedeva a leggere avidamente la pagina dei necrologi non potevo esimermi dal chiedergli se non vi fossero per caso novità divertenti. Carl William Brown Sherman fece la terribile scoperta che prima o poi gli uomini fanno riguardo ai loro padri... che l'uomo davanti a lui non era un padre anziano ma un ragazzo, un ragazzo molto simile a lui, un ragazzo che era cresciuto e aveva un figlio suo e , come meglio poteva, per senso del dovere e, forse, amore, adottò un ruolo chiamato Essere Padre affinché suo figlio avesse qualcosa di mitico e infinitamente importante: un Protettore, che avrebbe tenuto a freno tutto il caotico e catastrofico possibilità di vita. Tom Wolfe La cosa da ricordare sui padri è che sono uomini. Una ragazza deve tenerlo a mente: sono cercatori di draghi, decisi a salvataggi improbabili. Gratta qualsiasi padre, trovi qualcuno pieno zeppo di scrupoli e terrori romantici, convinto che il cambiamento sia una minaccia - come le tue prime scarpe con i tacchi, come la tua prima bicicletta che ci sono voluti mesi per ottenerla. Phyllis McGinley Sullo stesso argomento potete anche leggere: Aforismi e citazioni sul padre Aforismi per autore Aforismi per argomento Pensieri e riflessioni Read the full article
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Gartner Inc. e l'informatica quantistica
Gartner Inc. è una società per azioni multinazionale tra le più importanti del settore tecnologico.
Si occupa di consulenza strategica, ricerca di mercato e analisi nel campo della tecnologia dell’informazione insieme ad altri settori, con un portafoglio di oltre 15.000 clienti nel mondo. È considerata anche la più importante fonte d’informazioni strategiche globali dell’IT. L'attività principale di Gartner Inc. consiste nel supportare le decisioni d’investimento dei suoi clienti attraverso la ricerca, la consulenza strategica, il benchmarking (Il benchmark o benchmarking in economia è una metodologia basata sul confronto sistematico che permette alle aziende che lo applicano di compararsi/confrontarsi con le migliori e soprattutto di apprendere da queste per migliorare), gli eventi e le notizie. Gartner supporta i C-Levels nella pianificazione aziendale a prendere le corrette decisioni, attraverso le informazioni sui diversi scenari di mercato, a investire correttamente i propri budget e generare nuove opportunità di business per prosperare e scalare. I clienti di Gartner fanno leva sulla reputazione globale di quest’ultima al fine di elevare la propria affidabilità sul mercato e acquisire un vantaggio competitivo. L’azienda è stata fondata nel 1979 da Gideon Gartner e nel corso degli anni si è espansa fino ad acquisire altre 30 aziende, tra queste Real Decisions, MetaGroup, AMR Research, Burton Group. Nel 1987 apre il primo ufficio in Europa, nel 1990 in area APAC (nel 1993 in Australia e nel 1995 a Tokyo). Tra i suoi successi ricordiamo la creazione dell’indice e della metodologia di calcolo del costo totale di possesso (TCO), e due tipologie di ricerca qualitativa, una di queste è l’Hype Cycle. Il modello Hype Cycle (lett. ciclo dell’esagerazione) è una metodologia sviluppata per rappresentare graficamente la maturità, l’adozione e l’applicazione di specifiche tecnologie. La sede principale è a Stamford, Connecticut, negli Stati Uniti d'America. Ha oltre 19.000 associati (dipendenti), includendo più di 2.500 analisti esperti e consulenti, in oltre 150 sedi a livello mondiale.Fatta questa premessa, partiamo da un dato acquisito. Secondo Gartner, circa il 40% delle grandi aziende avvierà alcune iniziative sul calcolo quantistico entro il 2025. Ciò dovrebbe evidenziare il potenziale dell’informatica quantistica e giustificare la sua nomina a una delle tecnologie più dirompenti del decennio. Di seguito l'elenco delle aziende che hanno aperto la strada allo sviluppo e alla commercializzazione di questa tecnologia. Questo elenco ha registrato una performance del 6.79% nell’ultimo anno. A titolo di confronto, FTSE MIB Index è il 27.62% rispetto allo stesso periodo. Il beta di questo elenco, che è una misura della volatilità, è di Moderatamente alto a 1.09. Il beta dell’elenco viene calcolato usando un beta medio equamente ponderato dei titoli presenti nell’elenco. Questo elenco include il 90.00% delle azioni Tecnologia, il 10.00% delle azioni Beni di consumo ciclici. Le prestazioni dell’elenco vengono calcolate con una metodologia di equa ponderazione. L’elenco viene generato attraverso l’analisi del web e l’uso di algoritmi per far emergere titoli potenzialmente rilevanti per argomento. L’elenco ha finalità didattiche e include titoli che potrebbero essere adatti a una watchlist. Non è destinato a scopi d’investimento o trading. AMAZON.COM, INC. Amazon.com, Inc. offre un’ampia gamma di prodotti e servizi tramite il suo sito Web. I prodotti dell’Azienda includono merce e contenuti che compra per rivendere da fornitori e quelli offerti da terze parti venditrici. Produce e vende anche dispositivi elettronici. Opera attraverso tre segmenti: Nord America, Internazionale e Amazon Servizi Web (AWS). I suoi prodotti AWS includono analitica, Amazon Athena, Amazon CloudSearch, Amazon EMR, Amazon Elasticsearch Service, Amazon Kinesis, Amazon Managed Streaming for Apache Kafka, Amazon Redshift, Amazon QuickSight, AWS Data Pipeline, AWS Glue e AWS Lake Formation. Le soluzioni AWS includono machine learning, analitica e data lakes, Internet of Things, elaborazione dati senza server, contenitori, applicazioni aziendali ed archiviazione. Inoltre, l’Azienda fornisce servizi, come la pubblicità. Fornisce anche Amazon Prime, un programma ad iscrizione che include la spedizione gratuita, accesso allo streaming di vari film e serie TV.Amazon.com Inc. presenta un risultato di +2.51% nell'ultimo mese e -3.62% nell'ultimo anno. ALPHABET INC. ALPHABET INC. è una società holding. La Società detiene partecipazioni in Google Inc (Google). Le divisioni della Società includono Google e Altre scommesse. Il segmento di Google include prodotti per Internet, ad esempio Ricerca, Annunci, Commerce, Maps, YouTube, App, Cloud, Android, Chrome, Google Play e prodotti hardware, tra cui Chromecast, Chromebook e Nexus, che sono venduti dalla Società. L‘infrastruttura tecnica e la Realtà Virtuale sono inclusi nel segmento di Google. Quest’ultimo è impegnato nella pubblicità, vendite di contenuti digitali, applicazioni e servizi cloud, come pure la vendita di hardware di marca Google. La divisione di Altre Scommesse consiste di vari settori operativi e comprende società, quali Access/Google Fiber, Calico, Nest, Verily, GV, Google Capital, X e altre iniziative. Questo segmento denominato Altre Scommesse è impegnato nella vendita di prodotti hardware Nest, Internet e servizi televisivi attraverso Google Fiber e servizi di licensing e ricerca e sviluppo attraverso Verily.Alphabet Inc. presenta un risultato di +7.18% nell’ultimo mese e +8.46% nell’ultimo anno. NVIDIA CORPORATION NVIDIA CORPORATION si concentra su grafica per Personal Computer (PC), unità di elaborazione grafica (GPU) ed anche intelligenza artificiale (AI). Opera attraverso due segmenti: GPU e Tegra Processor. I marchi del prodotto GPU mirano a mercati specializzati, inclusi GeForce per giochi, Quadro per progettisti, Tesla e DGX per scienziati informatici AI e grandi ricercatori di dati; e GRID per utenti dell'elaborazione dati visivi basati su cloud. Il marchio Tegra integra un intero computer in un singolo chip, e incorpora GPUs e unità di elaborazione centrale multi-core per guidare super-elaboratori per giochi mobili e dispositivi d'intrattenimento, come anche robot autonomi, droni e auto. Il processore della Compagnia crea piattaforme indirizzate a quattro mercati: Gioco, Visualizzazione Professionale, Centro Dati ed Automobilistico. L’offerta include NVIDIA DGX AI super computer, la piattaforma di calcolo per auto NVIDIA DRIVE AI ed il servizio per il gioco in cloud GeForce NOW. NVIDIA Corp. presenta un risultato di -4.88% nell’ultimo mese e +142.59% nell’ultimo anno. INTEL CORPORATION Intel Corporation è impegnata nella progettazione e nella produzione di prodotti e tecnologie. I segmenti dell’azienda comprendono Client Computing Group (CCG), Data Center Group (DCG), Internet of Things Group (IOTG), Mobileye, Non-Volatile Memory Solutions Group (NSG) e Programmable Solutions Group (PSG). Il segmento CCG focalizza la sua attenzione sul sistema operativo a lungo termine, sull’architettura di sistema, sull’hardware e sull'integrazione delle applicazioni che consentono di sperimentare il PC. Il segmento DCG sviluppa piattaforme workload - optimized per l’elaborazione, lo storage e le funzioni di rete. Il segmento IOTG sviluppa piattaforme di computing ad alte prestazioni che risolvono le esigenze tecnologiche per i casi d’uso aziendali che si estendono ai settori verticali e ai mercati embedded. Il segmento Mobileye fornisce soluzioni di assistenza alla guida e di guida autonoma. Il segmento NSG fornisce prodotti di memoria e archiviazione basati sulla tecnologia Intel 3D NAND. Il segmento PSG offre semiconduttori programmabili, principalmente FPGA, ASIC strutturati e prodotti correlati. Intel Corp. presenta un risultato di -1.86% nell’ultimo mese e -7.43% nell'ultimo anno. Alibaba Group Holding Limited Alibaba Group Holding Limited è una holding. Attraverso le sue filiali, la società è impegnata in online e mobile commerce attraverso l’offerta di prodotti, servizi e tecnologie che consentano ai commercianti, marchi e altre aziende per trasformare il loro modo di commercializzare, vendere e operare in Cina e a livello Internazionale. Le sue divisioni si occupano di core commerce, cloud computing mobile media e intrattenimento e altre iniziative d’innovazione. Attraverso la partecipata di affiliati, s’interessa anche nella logistica e servizi locali settori del commercio al dettaglio in Cina gestiti dalla stessa società. Alibaba Group Holding Ltd. presenta un risultato di -4.21% nell’ultimo mese e -1.79% nell’ultimo anno.
Noi di Vortici.it abbiamo fatto emergere, attraverso alcuni esempi, come Gartner, in quanto società di consulenza, ricerca e analisi nel campo dell’Information Technology, sia nata per rappresentare graficamente la maturità, l’adozione e l’applicazione di specifiche tecnologie, in un tempo in cui simili rilievi sono imprescindibili in campo economico. Scopri la nostra sezione Economia Immagine di copertina ed immagini: Freepik.comAltre immagini: Di Gartner, Inc. Pubblico dominio Read the full article
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Italo Calvino: 100 anni dalla sua nascita
Italo Calvino è stato uno dei più grandi scrittori italiani del XX secolo. Nato a Santiago de Las Vegas, in Cuba, il 15 ottobre 1923, Calvino è stato autore di opere che hanno segnato la letteratura italiana e internazionale. Nel 2023 si celebreranno i cento anni dalla sua nascita, un'occasione per ricordare la sua vita e la sua opera. La vita di Italo Calvino Italo Calvino è nato da genitori italiani emigrati a Cuba. Nel 1925 la famiglia si trasferì a Sanremo, in Italia, dove Calvino trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Calvino si unì alla Resistenza italiana e combatté contro il regime fascista. Dopo la guerra, si laureò in Lettere all'Università di Torino e iniziò a lavorare come editore per la Einaudi. La carriera letteraria di Calvino iniziò negli anni '50, quando pubblicò il suo primo romanzo, "Il sentiero dei nidi di ragno". Nel corso degli anni, Calvino scrisse molti altri romanzi, raccolte di racconti e saggi, tra cui "Il barone rampante", "Il cavaliere inesistente", "Le città invisibili" e "Se una notte d'inverno un viaggiatore". Le sue opere sono state tradotte in molte lingue e hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.Calvino morì il 19 settembre 1985 a Siena, all'età di 61 anni. L'opera di Italo Calvino L'opera di Italo Calvino è stata caratterizzata da una grande varietà di stili e generi letterari. Calvino ha scritto romanzi, raccolte di racconti, saggi e poesie, spaziando dal realismo al fantastico, dallo storico al contemporaneo. La sua scrittura è stata influenzata da molti autori, tra cui Jorge Luis Borges, Franz Kafka e James Joyce. Uno dei temi principali dell'opera di Calvino è stato il rapporto tra l'uomo e il mondo. In molte delle sue opere, Calvino ha esplorato il tema della solitudine dell'uomo moderno, del suo isolamento e della sua alienazione. Altri temi ricorrenti sono stati la fantasia, l'immaginazione e la creatività. Le opere di Calvino sono state apprezzate per la loro originalità, la loro bellezza e la loro profondità. La sua scrittura è stata descritta come "leggera" e "aerea", ma anche come "profonda" e "filosofica". Calvino ha influenzato molti altri scrittori italiani e internazionali, tra cui Umberto Eco, Salman Rushdie e David Mitchell. I cento anni dalla nascita di Italo Calvino Il 15 ottobre 2023 si celebreranno i cento anni dalla nascita di Italo Calvino. In Italia e in tutto il mondo, si terranno eventi e iniziative per ricordare la vita e l'opera di questo grande scrittore. Saranno organizzate mostre, conferenze, letture e spettacoli teatrali, per celebrare la figura di Calvino e la sua eredità letteraria.Inoltre, molte case editrici stanno preparando nuove edizioni delle opere di Calvino, con introduzioni e commenti di critici e scrittori. Saranno anche pubblicati nuovi libri su Calvino e la sua opera, per approfondire la conoscenza di questo autore straordinario. In conclusione, i cento anni dalla nascita di Italo Calvino saranno un'occasione per ricordare la vita e l'opera di uno dei più grandi scrittori italiani del XX secolo. La sua scrittura ha influenzato molte generazioni di lettori e scrittori, e la sua eredità letteraria è ancora viva e attuale oggi. Read the full article
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The Ancient Magus' Bride: trailer per il secondo episodio di The Boy from the West and the Knight of the Blue Storm
Il primo capitolo della trilogia arriverà in streaming su Crunchyroll a dicembre.
Pubblicato nuovo trailer di “The Ancient Magus' Bride - The Boy from the West and the Knight of the Blue Storm”, che anticipa brevemente gli eventi del secondo episodio della nuova trilogia di OVA, basata sul popolare manga fantasy di Kore Yamazaki.
Il primo episodio è stato allegato al volume numero 16 del fumetto, uscito in Giappone lo scorso 10 settembre, mentre i prossimi usciranno rispettivamente il 10 marzo 2022 e il 10 settembre 2022. La trilogia inizierà ad essere distribuita globalmente in streaming su Crunchyroll, a partire da dicembre.
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Questo nuovo adattamento è considerato la prima parte di un nuovo progetto d’animazione, preso in carico dal neonato STUDIO KAFKA, appena fondato da Kouichi Naruse, ex membro di WIT STUDIO (After the Rain, L’Attacco dei Giganti, Vivy: Fluorite Eye’s Song), assieme agli animatori Takahiko Abiru (designer e direttore d’animazione in Vinland Saga) e Kazuaki Terasawa (direttore d’episodio in Overlord II e Anonymous Noise).
Poco prima che Chise diventasse una studentessa a tempo pieno, durante il sonnellino di Cartaphilus… Chise ha ricevuto un invito all'accademia e lei, con l'aiuto di Elias e degli altri, ha iniziato a prepararsi. In un giorno tanto pieno, è arrivato uno spriggan a casa sua su uno strano cavallo a recare un messaggio secondo cui “qualcosa di male sarebbe accaduto durante la caccia selvaggia”. Gabriel, un normale ragazzo appena trasferito da Londra, era annoiato. Da questa situazione in cui era lontano dai suoi amici e in una terra a lui estranea. Da tutto. Guardava fuori dalla finestra, come se volesse fuggire attraverso essa, quando ha scorto del fumo di tabacco. Quando è corso fuori per rincorrerlo è successo l'impossibile: il suo mondo ha iniziato a sovrapporsi a quello nascosto dei maghi.
La regia dell’anime è affidata proprio a quest’ultimo, mentre alla sceneggiatura ritorna Aya Takaha (The Ancient Magus’ Bride, The Ancient Magus’ Bride: Those Awaiting a Star), con al fianco Yoko Yonaiyama (Uma Musume Pretty Derby). Il design dei personaggi è sempre curato da Hirotaka Katou (Hoozuki no Reitetsu, The Ancient Magus’ Bride) e anche le musiche sono firmate ancora una volta da Junichi Matsumoto (Plunderer, The Ancient Magus’ Bride).
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Il manga, edito in Italia da Star Comics, viene serializzato in Giappone dal 2013 e attualmente conta 16 volumi.
L’opera ha già ispirato un OVA diviso in tre parti dal titolo “The Ancient Magus’ Bride: Those Awaiting a Star”, uscito fra il 2016 e il 2017, seguito poi da una serie animata di 24 episodi, trasmessa fra il 2017 e il 2018. Entrambi sono stati diretti da Norihiro Naganuma (Yowamushi Pedal Movie) presso WIT STUDIO e sono già distribuiti in streaming sempre da Crunchyroll, sottotitolati in italiano.
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Autore: SilenziO)))
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Alle volte degli sprazzi di vita penetrano di soppiatto nel mio mondo fatto di pensieri e ragionamenti perpetui. Tutto si sfalda di fronte a questi eventi, nulla é più lo stesso. In questi istanti, così veri, tangibili, concreti, mi sembra di sbirciare di soppiatto dalla porta delle legge, mentre fra essa e me si frappone il guardiano. Chissà, forse farò la stessa fine dell’uomo di campagna del racconto di Kafka.
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Se a capodanno fanno fare veglioni senza coprifuoco o eventi in piazza, è da riaprire i manicomi...
A natale e capodanno andrebbe tutto chiuso, perché se anche sarà sconsigliato farlo, gli spostamenti ci saranno. E vai poi a controllare che a tavola siano in sei e parenti di primo grado!
Ripeto, mi sembra quella parabola della bambola persa e dell'adulto che invia false lettere per consolare la perdita (di Kafka credo) È lampante che non si potrà festeggiare come al solito, e tocca solo farsene una ragione. Non dire "forse si potrà fare questo o questo" come se tutti fossimo incapaci di capire la situazione e siamo bambini piangenti
Tecnicamente è così, non si potrebbe festeggiare come al solito, cioè dopo cenoni e festeggiamenti vari sarà inevitabile un aumento esponenziale dei contagi.
Ma sinceramente non ho davvero idea di come si muoveranno, bisogna aspettare le prossime settimane.
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Il sospetto nei confronti delle proprie stesse parole si produce ogni volta che la distinzione fra il pubblico e il privato perde il suo senso. Che cosa hanno vissuto, infatti, gli abitanti dei campi? Un evento storico-politico (come - poniamo - un soldato che ha partecipato alla battaglia di Waterloo) o un’esperienza strettamente privata? Né una cosa né l’altra. Se era ebreo ad Auschwitz o donna bosniaca a Omarska, è entrato nel campo non per una scelta politica, ma per quanto aveva di più privato e incomunicabile: il suo sangue, il suo corpo biologico. Eppure proprio questi fungono ora da criteri politici decisivi. Il campo è, in questo senso, davvero il luogo inaugurale della modernità: il primo spazio in cui eventi pubblici e privati, vita politica e vita biologica diventano rigorosamente indistinguibili. In quanto è stato reciso dalla comunità politica e ridotto a nuda vita (e, per di più, a una vita «che non merita di essere vissuta»), l’abitante del campo è, infatti, persona assolutamente privata. Eppure non c’è un solo istante in cui egli possa trovar rifugio nel privato e proprio questa indiscernibilità costituisce l’angoscia specifica del campo.
Kafka è stato il primo a descrivere con precisione questo particolare genere di luoghi, che da allora ci è diventato perfettamente familiare. Ciò che rende tanto inquietante e, insieme, comica, la vicenda di Joseph Κ., è che un evento pubblico per eccellenza - un processo - si presenta invece come un fatto assolutamente privato, in cui l’aula del tribunale confina con la camera da letto. Proprio questo fa del Processo un libro profetico. E non tanto - o non solo - per i campi. Che cosa abbiamo vissuto negli anni ottanta? Una delirante, solitaria vicenda privata o un momento decisivo nella storia italiana e planetaria, carico di eventi fino a scoppiare? È come se tutto ciò di cui abbiamo fatto esperienza in questi anni fosse caduto in una zona opaca di indifferenza, in cui tutto si confonde e diventa inintellegibile. I fatti di Tangentopoli, ad esempio, sono eventi pubblici o privati? Confesso che non mi è chiaro. E se il terrorismo è stato veramente un momento importante della nostra recente storia politica, com’è possibile che esso affiori alla coscienza solo attraverso la vicenda interiore di alcuni individui, come pentimento, senso di colpa, conversione? A questo scivolare del pubblico nel privato fa riscontro il pubblicizzarsi spettacolare del privato: il cancro al seno della diva o la morte di Senna sono vicende pubbliche o personali? E come toccare il corpo della pornostar, in cui non c’è un centimetro che non sia pubblico? Eppure è da questa zona d’indifferenza, in cui le azioni dell’esperienza umana vengono svendute, che dobbiamo oggi partire. E se chiamiamo campo questa zona opaca d’indiscernibilità, è ancora dal campo che dobbiamo allora ricominciare.
Giorgio Agamben, In questo esilio. Diario italiano 1992-94.
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Non si lasci ingannare dalle apparenze. Nel taxi la radio trasmetteva un programma di musica classica in FM. Il brano era la Sinfonietta di Janáček. Non esattamente la musica piú adatta da sentire in un taxi bloccato nel traffico. E del resto nemmeno l’autista sembrava ascoltarla con troppa attenzione. L’uomo, di mezza età, era impegnato a guardare in silenzio la fila interminabile di auto che aveva davanti, come un pescatore provetto che, ritto a prua, scruta un minaccioso gorgo di correnti. Aomame, sprofondata nel sedile posteriore, gli occhi leggermente socchiusi, ascoltava la musica. Quante persone ci saranno al mondo che, sentendo l’attacco della Sinfonietta di Janáček, possono dire con sicurezza che si tratta proprio della Sinfonietta di Janáček? La risposta potrebbe variare tra «pochissimi» e «quasi nessuno». Eppure, per qualche ragione, Aomame era in grado di riconoscerla. Janáček aveva composto quella piccola sinfonia nel 1926. Il tema iniziale era stato scritto come fanfara per una grande manifestazione sportiva. Aomame provò a immaginarsi la Cecoslovacchia nel 1926. I suoi abitanti, dopo la fine della Prima guerra mondiale e la liberazione dal lungo dominio asburgico, si godevano la pace temporanea che aveva visitato l’Europa centrale, bevendo birra Pilsner nei caffè, e producendo mitragliatrici belle e potenti. Due anni prima si era spento, ignorato dal mondo, Franz Kafka. Presto, non si sa bene da dove, sarebbe comparso Hitler, e in un attimo avrebbe divorato quel paese bello e accogliente, ma allora nessuno sapeva che sarebbe accaduta una cosa tanto terribile. Forse la frase piú importante che la storia insegni agli uomini è «A quel tempo nessuno sapeva ciò che sarebbe accaduto». Ascoltando la musica, Aomame immaginava il vento che attraversava dolcemente le pianure della Boemia, e pensava agli eventi della storia."
Murakami Haruki, 1Q84
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“Scrivere non è predicare una verità. È scoprirla”. Milan Kundera compie 90 anni! Lo festeggiamo con una intervista in cui parla di politica (“uno show tragico”), scrittura, Europa, ruolo del romanzo etc.
Milan Kundera è l’ultimo, autorevole, rappresentante del romanzo europeo. Il romanzo europeo è un romanzo ‘di idee’ rispetto a quello americano, ‘di trama’. In Europa si pensa, in Usa si fa (e si dis-fa). Da quando l’Europa ha smesso di pensare – pensando con la testa di altri – la letteratura – perciò, l’Europa in sé – è in disarmo: non dialoga, subisce.
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“Durante le varie fasi della storia del romanzo, nazioni diverse si sono per così dire passate il testimone: prima l’Italia con Boccaccio, il grande precursore; poi la Francia di Rabealis; poi la Spagna di Cervantes e del romanzo picaresco; nel Settecento fu la volta del grande romanzo inglese con l’intervento, sul finire del secolo, del tedesco Goethe; l’Ottocento appartiene invece, interamente, alla Francia, pur tenendo conto dell’ingresso del romanzo russo, negli ultimi trent’anni del secolo, e della comparsa, subito dopo, di quello scandinavo. Viene, poi, il Novecento e la vicenda mitteleuropea con Kafka, Musil, Broch, Gombrowicz… Se l’Europa fosse una nazione unica, non credo che la storia del suo romanzo avrebbe potuto protrarsi per quattro secoli con tanta vitalità, tanta forza e tanta varietà”. La lezione narrativa di Kundera – simile a quella di Thomas S. Eliot – ha nitidezza politica. Ascoltate i grandi scrittori, gente.
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In effetti. Manzoni, George Eliot, Victor Hugo, Dostoevskij, Tolstoj, Gombrowicz, Martin Amis… Lo scrittore europeo fa agire il pensiero, si erge nel golfo della contraddizione, si contraddistingue perdendosi. Nel cinema accade lo stesso: da Fellini a Bergman, da Antonioni a Herzog e Kieslowski, agiscono le visioni e la frizione dei sentimenti, non l’azione. L’abominio del pensiero in favore dello ‘spettacolo’ ha garantito la nostra smisurata piccolezza rispetto alla muscolarità visiva – non visionaria – americana e – vedrete, vedremo – all’epica cinese.
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Il bilinguismo come tradizione dell’intelletto ‘europeo’. Kundera, si sa, scrive in ceco e in francese. Beckett scriveva in inglese e in francese come Nabokov parte dal russo per arrivare all’inglese. Joseph Conrad, ucraino, parlava in francese e ha scritto in una magnetica prosa inglese. Brodskij scrive le poesie in russo e i saggi in inglese. Rilke, praghese, si esprimeva in tedesco e in francese. Manzoni scriveva in italiano ma nelle lettere detta nella lingua degli intellettuali del tempo, il francese; Dante inventa il volgare, scrive in latino, legge i provenzali. Natura dello scrittore europeo è varcare i linguaggi (perché l’anima dell’uomo ha vastità linguistica, è lingua) – restando nel proprio.
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In un testo “In omaggio a Stravinskij” raccolto ne I testamenti traditi, Kundera centra il lavoro dello scrittore. “Da sempre detesto, profondamente, violentemente, quelli che in un’opera d’arte vogliono trovare una posizione (politica, filosofica, religiosa ecc.), invece di cercarvi una intenzione di conoscere, di capire, di cogliere questo o quell’aspetto della realtà”.
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Ogni tentativo di conoscere – senza sbandierare opinioni o sbraitare – è atto d’offesa. Un romanzo, se è grande, è tormento: scortica con il taglierino. L’ironia cinica di Kundera è il bisturi di chi ti stacca la calotta cranica mentre cammini, ebete, nelle vie del centro.
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A proposito: le accuse di MK contro il ‘pubblico’, le chiacchiere da social bar. “Ma il conformismo dell’opinione pubblica è una forza che si è eretta a tribunale, e il tribunale non può perdere tempo con i pensieri, il suo compito è quello di istituire processi. E a mano a mano che fra giudici e accusati si scava l’abisso del tempo, le grandi esperienze vengono giudicate sempre più spesso da esperienze inferiori. Così gli errori di Céline vengono giudicati da persone immature, incapaci di vedere come, proprio in virtù di quegli errori, i romanzi di Céline contengano un sapere esistenziale che, a saperlo intendere, potrebbe renderle più adulte. Perché in questo consiste il potere della cultura: nel riscattare l’orrore transustanziandolo in saggezza esistenziale”.
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Nel 1985, quando Milan Kundera è già un ‘fenomeno mondiale’ in virtù de L’insostenibile leggerezza dell’essere, Olga Carlisle lo intervista per il New York Times. L’intervista si intitola, banalmente, A Talk With Milan Kundera. Festeggiare Kundera significa omaggiare la propria intelligenza, per questo, abbiamo deciso di tradurre l’intervista. Con formidabile perizia profetica, qui Kundera allinea i suoi temi più cari. (d.b.)
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OC (Olga Carlisle) Per dieci anni, più o meno, hai vissuto in Francia. Ti senti un émigré, un Francese, un Ceco o solo un Europeo senza nazionalità specifica?
MK Quando gli uomini di pensiero tedeschi lasciarono il loro stato per l’America negli anni Trenta, erano sicuri che vi sarebbero tornati, un giorno. Consideravano la loro permanenza all’estero come temporanea. D’altro canto io non ho speranza in alcun genere di ritorno. La mia soluzione francese è definitiva e perciò non sono un émigré. Ora la Francia è la mia unica patria. Né mi sento privo di radici. Per mille anni la Cecoslovacchia è stata una parte dell’Occidente. Oggi essa è parte dell’impero a Est. Mi sentirei molto più sradicato a Praga che a Parigi.
OC Ma scrivi ancora in ceco?
MK Scrivo i saggi in francese, ma le storie in ceco perché le mie esperienze di vita e la mia immaginazione sono ancorate alla Boemia, a Praga.
OC Fu Milos Forman, ben prima di te, a rendere nota la Cecoslovacchia al più vasto pubblico occidentale, con film come “Al fuoco, pompieri!”.
MK Davvero lui incarna quel che chiamo lo spirito fine di Praga – lui con altri registi cechi, Ivan Passer e Jan Nemec. Quando Milos viene a Parigi, sono tutti scossi, stupiti. Com’è possibile che un regista così famoso sia così libero da ogni sentimento snob? A Parigi, dove nemmeno una commessa alle Galeries Lafayette sa come ci si comporta in modo naturale, la semplicità di Forman risulta semplicemente come una provocazione.
OC Come definiresti “il sottile spirito di Praga”?
MK Hai Il Castello e Il buon soldato Schweik di Hasek che sono tutti percorsi da questo sentimento, un senso straordinario verso la realtà. Prendi il punto di vista di un uomo normale, la storia vista a partire dal basso, una semplicità che ti provoca, con un genio per le assurdità. E un senso dell’umorismo con pessimismo infinito. Ad esempio, un Ceco richiede un visto per emigrare, e l’officiale gli domanda ‘Dove vuoi andare?’. ‘Non importa’, risponde l’uomo, al quale viene dato un mappamondo. ‘Prego, scelga’. Ora l’uomo guarda il mappamondo, vi scorre sopra il dito lentamente e dice ‘Non ne ha un altro?’.
OC Ma oltre alle tue radici praghesi, quali altri amori letterari ti hanno formato?
MK Per primi i romanzieri francesi Rabelais e Diderot. A mio giudizio il vero fondatore, il re della letteratura francese è Rabelais. Con Jacques il Fatalista di Diderot il quale ha portato il sentimento di Rabelais dentro il Dciottesimo secolo. Non fatevi sviare dal fatto che Diderot fosse un filosofo: il suo romanzo non può essere ridotto a nessun tipo di discorso filosofico: è una recita dell’ironia, il romanzo più libero che sia mai stato scritto, la libertà volta in romanzo. Ne ho fatto recentemente un adattamento teatrale ed è stato messo in scena da Susan Sontag a Cambridge, Mass. come Jacques e il suo padrone [gennaio 1985, American Repertory Theater]
OC E le tue altre radici?
MK Il romanzo dell’Europa di mezzo, quello del nostro secolo. Kafka, Robert Musil, Hermann Broch, Witold Gombrovicz. Questi romanzieri sono malfidati in modo meraviglioso di quel che Malraux chiama “illusioni liriche”. E malfidati verso le illusioni che riguardano il progresso, il kitsch della speranza. Sto con loro a condividere una tristezza sul crepuscolo dell’Occidente: ma non è una faccenda sentimentale, è più ironica. E la mia terza radica è: la poesia ceca moderna. Per me è stata un’ottima scuola di immaginazione.
OC E tra questi poeti c’è anche Jaroslav Seifert? Avrebbe meritato di vincere il Nobel nel 1984?
MK Certamente. E si sentiva che è stato il primo a venir proposto nel 1968, ma la giuria fu prudente. Temevano che il gesto sarebbe stato considerato come pura simpatia per uno stato allora recentemente occupato. E il premio è giunto troppo tardi [1984], tardi per il popolo ceco che era stato umiliato, tardi per la poesia ceca la cui grande epoca era conclusa da tempo, tardi per Seifert che ora ha 83 anni. Si dice che quando l’ambasciatore svedese giunse al suo letto d’ospedale per dirgli dell’onore, Seifert l’abbia guardato a lungo. Ma poi gli disse ‘E che me ne faccio ora di tutti questi soldi?’.
OC E a proposito di letteratura russa, ti tocca ancora, o gli eventi del 1968 te la fanno gustare male?
MK Mi piace molto Tolstoj. È più moderno di Dostoevskij. Tolstoj fu forse il primo ad afferrare la componente irrazionale nel comportamento umano. Il ruolo della stupidità – ma soprattutto delle azioni umane guidate da qualcosa di nascosto, non controllato, non controllabile, e che non rientra nel conteggio finale. Rileggete i passaggi che precedono la morte di Anna Karenina. Perché si uccide se davvero non vuole farlo? Come nasce la sua decisione? Per catturare queste ragioni, irrazionali ed elusive, Tolstoj scatta una foto del flusso di coscienza di Anna. Sta in carrozza; le immagini della strada si mescolano nella sua testa coi suoi pensieri illogici, frammentati. Perciò vedete che il creatore dello “stream” non è Joyce ma Tolstoj, in queste poche pagine di Anna Karenina. Raramente lo si riconosce, perché Tolstoj è tradotto male: ho letto una volta una traduzione francese di questo passo ed ero stupefatto, quel che nel testo originale è illogico e a frammenti diventava logico e razionale in lingua francese. Come se l’ultimo capitolo dell’Ulisse fosse riscritto e al lungo monologo di Molly fosse data una punteggiatura logica e convenzionale. Purtroppo, i nostri traduttori ci tradiscono, non osano tradurre l’inusuale nei nostri testi – il non comune, l’originale. Temono che le critiche li accuseranno di tradurre male. E per proteggerci, fanno carne di porco del lettore. Avete idea di quanto tempo ed energia ho speso a correggere le traduzioni dei miei libri?
OC Parli con affetto di tuo padre ne “Il libro del riso e dell’oblio”.
MK Era un pianista con una passione per la musica moderna, Stravinskij, Bartok, Schönberg, Janacek. Si spese per far accettare Leos Janacek come un artista, e Janacek era un compositore moderno affascinante, senza paragoni, impossibile classificarlo. La sua opera Dalla casa dei morti, tratta da Dostoevskij, è uno dei grandi lavori profetici del nostro secolo come Il processo o Guernica. Mio padre eseguiva questa musica complessa in sale da concerto semivuote. E da bambino io odiavo il pubblico che rifiutava di ascoltare Stravinskij e poi applaudiva Tchaikovskij o Mozart. Ho mantenuto una passione per l’arte moderna; questa è fedeltà a mio padre. Però mi sono rifiutato di proseguire nella sua professione, la musica mi piaceva, i musicisti no. Vivere in mezzo a loro era per me come mettermi un bavaglio con le mie mani. Quando lasciai la Cecoslovacchia con mia moglie, potemmo prendere solo pochi libri, scegliemmo Il centauro di John Updike, toccava qualcosa di profondo in me, un amore che sta per morire verso un padre umiliato, sconfitto
OC E ne “Il libro del riso” colleghi la memoria di tuo padre a un racconto su Tamina che vive su un’isola dove ci sono solo bambini.
MK Quel racconto è un sogno, sogno fatto da una immagine che mi perseguita. Pensate di essere forzati per il resto dei vostri giorni a rimanere circondati da bambini, senza poter mai parlare da adulti: che incubo. L’immagine da dove arriva? Non lo so, non analizzo mica i miei sogni, meglio passarli a qualche racconto.
OC I bambini hanno un posto strano nei tuoi libri. Ne “L’insostenibile leggerezza dell’essere” i bambini torturano un corvo e Tereza dice all’improvviso a Tomas “Ti sono grata per non aver voluto dei bambini”. Poi però uno trova nei tuoi libri della tenerezza verso gli animali, e nell’ultimo c’è un maiale che è quasi un personaggio stimabile. Non sarà un poco kitsch?
MK Non penso lo sia. Kitsch è desiderio di piacere a tutti i costi. Parlare bene degli animali e guardare scetticamente ai bambini non può piacere troppo al pubblico, può persino irritare, leggermente. Non che abbia nulla contro i bambini: ma il kitsch che li circonda mi dà fastidio. Qui in Francia, prima delle elezioni, tutti i partiti politici fanno i loro poster, ognuno con gli stessi slogan su un futuro migliore e sempre foto di bambini che sorridono, corrono e giocano. Purtroppo, il nostro futuro umano non è l’infanzia ma l’età adulta. Il vero umanesimo di una società si rivela nella sua attitudine verso l’età della vecchiaia. La quale è l’unico futuro che ognuno di noi ha davanti e che non sarà mai mostrato sui poster. Né a sinistra né a destra.
OC Vedo che la polemica destra e sinistra non ti esalta troppo.
MK Il pericolo che ci minaccia è l’impero totalitario. Khomeini, Mao, Stalin – sinistra o destra? Il totalitarismo non è né l’una cosa né l’altra, al suo interno queste distinzioni si essiccano. Non sono mai stato credente, ma dopo aver visto i cechi cattolici perseguitati durante il terrore staliniano ho provato la più profonda solidarietà verso di loro. Quel che ci separava, la fede in Dio, veniva dopo a quel che ci univa. Una solidarietà da impiccati. Quindi la stupidissima battaglia tra sinistra e destra mi pare obsolete e abbastanza provinciale. Odio partecipare alla vita politica, benché poi la politica mi affascini come show: uno show tragico, mortale nell’impero dell’Est – intellettualmente sterile ma divertente qui a Ovest.
OC A volte di dice, paradossalmente, che l’oppressione dia più serietà e vitalità ad arte e letteratura.
MK Ma non siamo romantici! Quando l’oppressione continua a durare, può distruggere una cultura da cima a fondo. La cultura vuole una vita pubblica, libero scambio di idee, necessita di pubblicazioni, esibizioni, dibattiti, confini transitabili. Pure, per del tempo, la cultura può durare in circostanze molto difficili. Dopo l’invasione russa del 1968, quasi tutta la letteratura ceca fu bandita e circolava solo in manoscritti. Una vita culturale aperta e pubblica veniva distrutta e nondimeno la letteratura degli anni Settanta è stata splendida. La prosa di Hrabal, Grusa, Skvorecky. È stato allora, al tempo più impossibile della sua esistenza, che la letteratura ceca ha ottenuto riconoscimento internazionale. Ma quanto a lungo riesce a sopravvivere nei tubi, sottoterra? Chi lo sa. L’Europa non ha mai provato situazioni simili, prima. Quando si arriva alla sventura delle nazioni, non dobbiamo dimenticare la dimensione temporale. In uno stato di fascisti, di dittatori, tutti sanno che la storia finirà un certo giorno. Tutti guardano verso la fine del tunnel. Nell’impero dell’Est il tunnel non ha fine – perlomeno dal punto di vista di una vita umana, adesso. Ecco perché non mi piace che si paragoni la Polonia, per dire, col Cile. Sì, la tortura e le sofferenze sono le stesse ma i tunnel hanno lunghezza davvero diversa. Questo cambia tutto. E l’oppressione politica si presenta ancora con un altro pericolo che – specie per un romanziere – è anche peggio della censura e della polizia. Voglio dire: il moralismo. L’oppressione crea un confine fin troppo chiaro tra bene e male e allo scrittore viene la tentazione di mettersi a predicare. Per il genere umano è attraente, per la letteratura mortale. Hermann Broch, il romanziere austriaco che amo di più, ha detto “L’unica moralità dello scrittore è la conoscenza”. Ha ragion d’essere solo un lavoro letterario che riveli un frammento sconosciuto di esistenza umana. Scrivere non è predicare una verità. È scoprirla.
OC Ma forse le società che subiscono oppressione offrono più occasioni allo scrittore di scoprire questo frammento, rispetto a quelle società che trascorrono le loro vite in pace?
MK Forse. Se pensate all’Europa di mezzo, che laboratorio prodigioso di storia! In un periodo di 60 anni abbiamo vissuto la caduta di un impero, la rinascita delle piccole nazioni, democrazia, fascismo locale, occupazione tedesca coi suoi massacri, invasione russa con le sue deportazioni, speranze di socialismo, terrore staliniano, emigrazione… sono sempre e ancora colpito nel constatare come si sono comportate le persone intorno a me in questa situazione. L’uomo è diventato enigmatico, sta lì come una domanda e da questo sbalordimento viene la passione di scrivere romanzi. Il mio scetticismo in relazione a certi valori che sono così inattaccabili – è radicato nella mia esperienza nell’Europa di mezzo. Per esempio, la gioventù è tratta non come una fase ma come un valore in sé. Quando spendono questa parola, i politici esibiscono un sorriso beota. Ma io, da giovane, ho vissuto il terrore, ed è stato il giovane che ha sopportato il terrore, in grandi numeri, con inesperienza, immaturità, la moralità del tutto o nulla, senso lirico. Il più scettico tra i miei romanzi è La vita è altrove. Il soggetto lì è la gioventù e la poesia, l’avventura poetica nel terrore staliniano, il sorriso della poesia, un sorriso di innocenza macchiato di sangue. La poesia è un altro di quei valori non attaccabili nella nostra società. Sono stato scioccato quando nel 1950 il grande comunista e poeta francese Paul Eluard approvava in pubblico l’impiccagione del suo amico e scrittore praghese Zavis Kalandra. Quando Brezhnev manda carrarmati a massacrare gli Afgani, è terribile ma per così dire “normale” – e prevedibile. Quando un poeta elogia un’esecuzione, è un soffio che manda all’aria tutta l’immagine che ti sei fatto del mondo.
OC Ma una vita ricca di esperienza rende i tuoi romanzi autobiografici…
MK Nessun personaggio lì è un autoritratto, nessun carattere un ritratto di persone viventi. Non mi piacciono le autobiografie camuffate, odio le indiscrezioni da scrittore: peccato capitale. Chiunque riveli qualcosa di intimo di vite altrui merita la frusta. Viviamo un’epoca dove la vita privata sta per essere tutta distrutta, la polizia la distrugge negli stati comunisti, i giornalisti la minacciano nelle libere democrazie, e poco a poco la gente sta perdendo il gusto per la sua vita privata. Il senso che questa vita privata possiede. La vita che non si può difendere dallo sguardo altrui è l’inferno. Lo conoscono quelli che hanno vissuto nello stato totalitario, ma quello è un sistema che porta fuori, come una lente caleidoscopica, le tendenze di ogni società moderna: natura devastata, declino di pensiero e arte, burocrati che imperversano e spersonalizzano, mancanza di rispetto davanti alla vita personale. Senza segreto, niente è possibile – né amore né amicizia.
[traduzione italiana di Andrea Bianchi]
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Pavia: "La Milanesiana 2023" di Elisabetta Sgarbi torna all’Almo Collegio Borromeo con tre appuntamenti dal titolo “Ritorni”
Pavia: "La Milanesiana 2023" di Elisabetta Sgarbi torna all’Almo Collegio Borromeo con tre appuntamenti dal titolo “Ritorni”. LA MILANESIANA, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, torna nella splendida cornice dell’Almo Collegio Borromeo a Pavia con tre imperdibili serate il 29, 30 e 31 maggio, dal titolo “Ritorni”. “Sono molto riconoscente a Elisabetta Sgarbi e davvero felice che anche quest’anno la Milanesiana faccia tappa a Pavia per tre serate d’eccezione attorno al tema dei “Ritorni” che all’Almo Collegio Borromeo non può che essere caro. Anzitutto perché è il collegio universitario di merito più antico d’Italia e varcare il portone del nostro Palazzo significa immergersi nel passato e ritornare in quello che il Cardinal Federigo Borromeo chiamava “il mio Collegio”. In secondo luogo perché ogni giorno raccogliamo la responsabilità di rendere attuale la storia con i suoi lasciti per insegnare ai nostri duecento alunni che costruire oggi il proprio domani significa, per prima cosa, saper ritornare a ieri. Fare discernimento non è un esercizio di fantasia verso il futuro ma di memoria verso il passato, che significa anche rileggere e accogliere il presente, accertarsi per ciò che si è. Mi auguro che questo tema proposto dalla Milanesiana 2023 ravvivi la coscienza collettiva e ci aiuti a far tesoro dei ritorni, senza i quali nessuno saprebbe dove andare, perché il presente non può cancellare il passato senza perdere il proprio specifico senso.” (Alberto Lolli, Rettore Almo Collegio Borromeo) Il primo appuntamento è il 29 maggio alla presenza del Rettore Alberto Lolli e del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che accoglieranno due importanti ospiti: Abdulrazak Gurnah (Premio Nobel per la Letteratura 2021) e Ben Okri (Booker Prize 1991). I due scrittori dialogheranno con Alessia Rastelli. Gurnah sarà insignito del Premio Rosa d’Oro della Milanesiana ricevendo un’opera di Gerardo Sacco. A questo momento letterario segue un momento di musica con la pianista di fama internazionale Gile Bae in concerto. Interviene Francesco Micheli. Il 30 maggio va in scena “Una relazione per un’accademia”, tratto dall’omonimo racconto di Franz Kafka, in occasione dei 140 anni dalla sua nascita, con protagonista Tommaso Ragno. Lo spettacolo è preceduto da un prologo letterario di Mauro Covacich. La piece è pensata anche in occasione dei 100 anni dalla morte di Franz Kafka che ricorreranno il prossimo anno (1924-2024). Il 31 maggio, invece, a 30 anni di distanza da “Oylem Goylem” che lo fece conoscere al grande pubblico, Moni Ovadia torna in scena con lo spettacolo “Cabaret Yiddish” accompagnato da Maurizio Dehò (violino), Paolo Rocca (clarinetto), Albert Florian Mihai (fisarmonica), Luca Garlaschelli (contrabbasso) e Mauro Pagiaro (suono). Le tre serate, in collaborazione con Almo Collegio Borromeo, avranno inizio alle ore 21.00 e saranno introdotte da Elisabetta Sgarbi, ideatrice e direttore artistico de La Milanesiana. Ingresso libero su prenotazione. Lunedì 29 maggio Martedì 30 maggio Mercoledì 31 maggio... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Inizi questo romanzo già sapendo che è inconpiuto quindi qualsiasi cosa non ti piace la reputi un problema di mancata rielaborazione.
In effetti ci sono molte che cose che lungo la strada non ti rendono piacevole la lettura ma non è colpa di Kafka, alla fine.
Romanzo molto particolare, ti aspetti che parli di un processo ma il motivo per cui avviene non viene spiegato mai.
Il protagonista viene investito da eventi assurdi di cui non riesci a darti una spiegazione precisa ma sono affascinanti. È quasi divertente il fatto che si parla di tutto al di fuori di quello che vuoi sapere. Nel complesso l'autore riesce a trasmettere quel senso di spaesamento e confusione che è proprio del protagonista portandoti in un'avventura assurda.
Voto: 7
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ARA, nuovo (piccolo) club a Roma
C'è aria di novità nel clubbing. E' appena nato ARA, nuovo Boiler Club, uno spazio intimo in cui il suono e il panorama di Roma creano un'esperienza immersiva. ARA è pensato per vivere party che coinvolgano poche decine di persone e sorge in un luogo speciale, ricco di storia, il più alto della Città eterna, da cui si gode un panorama mozzafiato. Fa parte del Monastero dei Santi, un boutique hotel extra-lusso con sole 4 suite, anch'esso appena nato.
"Il nome ARA è un omaggio all'altare dell'antico monastero che questo luogo magico ospitava", spiegano KARLHEINZ e Haldo, duo di dj producer conosciuto a livello internazionale per il sound coinvolgente della loro techno fusion. Hanno creato questo Boiler Club, ovvero un club in cui tutto ribolle e può essere diffuso online, anche per dare un luogo fisico alle loro sperimentazioni artistiche. Tra le recenti creazioni di KARLHEINZ ad esempio c'è Licht, uno strumento che crea musica per interpolazione luminosa e nasce per farsi sentire e vedere nel buio dei locali.
"All'interno di ARA luce e suono si fondono, creando un'immersione totale di queste due energie. Fondendole, si vive la musica in modo diverso rispetto a un club o un grande festival", continuano KARLHEINZ e Haldo. Le pareti di ARA sono bianche, così la serata può poi avere il suo colore, cambiando anima allo spazio. E il bianco è la perfetta cornice per Roma, i suoi tramonti e le sue notti.
Il luogo in cui nasce ARA ha una storia millenaria. Tito Livio e Polibio raccontano che il conquistatore Annibale, partito da Cartagine, dopo aver attraversato Spagna, Gallia e le Alpi con il suo esercito e con gli elefanti al seguito, arrivò proprio qui, a Monte Mario, al tramonto, nel luogo più alto della città, quando la luce regala una vista unica... "Forse restò abbagliato da tanta bellezza, perché non attaccò e le truppe romane nella notte si riorganizzarono" raccontano i due artisti. "Forse tutto l'Occidente, così come lo conosciamo, deve qualcosa a quel tramonto".
ARA non ha una programmazione standard, ma propone soltanto circa 15-20 eventi ogni anno, tutti rigorosamente su invito, alternando in consolle artisti internazionali e nuovi talenti. E' un Members Club dedicato a chi vuol vivere nuove esperienze, piuttosto che essere l'ennesimo locale esclusivo. "Viviamo da sempre la scena della musica elettronica romana e tra appassionati ci conosciamo un po' tutti", spiegano KARLHEINZ e Haldo. "Ai più esigenti, ARA e il Monastero dei Santi offrono il meglio per food, accommodation, beverage e servizio; ma sono musica e arte il centro della nostra proposta".
Ad esempio, il 26 maggio 2022, ad ARA, insieme alla musica di KARLHEINZ e Haldo, sarà ospite Francesca Nini Carbonini, artista che ha portato una sua installazione al Burning Man, celeberrimo festival che infuoca il deserto del Nevada con arte e musica elettronica. ARA ospita un'esposizione permanente dei suoi quadri e quella sera prenderà vita una sua performance di "vandalizzazione", oltre alla presentazione dell'album musicale KAFKA 9.0 in the box.
ARA Exclusive Boiler Club
Small Luxury Hotel & Boutique
Monastero Dei Santi 5*
Roma - Italy
+39 3295910496
www.monasterodeisanti.com
www.karlheinz.it
www.francescanini.com
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“Tutto è finito, e noi prendiamo l' aperitivo all' ombra del nostro tramonto”
Credo che L' immortalità sia il primo libro occidentale che Milan Kundera abbia scritto. L' insostenibile leggerezza dell' essere, sebbene composto in Francia, grondava di personaggi, ricordi, angosce di Praga. Qui la Cecoslovacchia è scomparsa, non so se abolita dal troppo amore o soffocata dalla dimenticanza: soltanto un personaggio, verso la fine del libro,ricorda la Piazza della Città Vecchia, il cuore di Praga, dove Kafka abitava. Dall' alto del suo appartamento, che guarda sopra i tetti di Parigi e dell' Occidente, mosso dal furore, dalla nostalgia e dal lirismo, Kundera avrebbe potuto immaginare la Francia nascosta che vive dietro le superfici moderne e reinventarla, come fece Nabokov quando raccolse intorno a Lolita i miti americani che gli americani ignoravano.
Kundera non ha fatto come Nabokov. Ha accettato la Francia superficiale, accogliendo l' idea che ha di sé stessa, con i suoi luoghi, le sue istituzioni, la sua conversazione, il suo brillio quotidiano. Cosa è dunque l' Occidente, questo mondo che sembra unire la forza del futuro con l' estenuazione della decadenza? Un grande romanziere non risponde a questo tipo di domande: lascia che i suoi personaggi rispondano in vece sua. Il più intelligente e sciocco di tutti, Paul, ha un' idea, che mi permetto di completare. Ai tempi di Balzac e di Dostoevskij, ogni uomo possedeva il proprio corpo, i propri sentimenti, i propri gesti, il proprio danaro, le proprie terre: era un immenso grumo di realtà e di tragedia, che si agitava sopra una scena soffocante. Oggi nessuno possiede più nemmeno il proprio corpo. Nessuno frequenta, e tanto meno ama, la realtà. Non c'è più peso: il tremendo peso che le persone e gli oggetti lasciavano nei romanzi. Non c' è più tragedia, né tensione tragica: la tragedia è rimasta là, nei paesi dell' Europa orientale, che Kundera si è lasciato dietro le spalle. L' Occidente non è altro che leggerezza questa leggerezza, che è la più insostenibile delle condizioni : immagine: euforia: attimo che non si ripete mai; apparenza dell' apparenza. Non c' è nulla che abbia importanza. E dunque le nostre vite, le nostre anime, i nostri libri anche questo romanzo che Kundera chiama col titolo ironico di L' immortalità non sono altro che gioco. In primo piano, L' immortalità è la storia parodistica delle apparenze che illudono l' Occidente. Sopra Parigi place de l' Opéra, rue de Rennes, le stazioni del Métro, i negozi splendidi di Fauchon, il palazzo della Televisione scintilla la luce stridula dell' operetta, che questa città continua ad emanare come fosforo. Chi potrebbe credere che qui, lungo la Senna, la storia esista ancora? Tutto è finito, e noi prendiamo l' aperitivo all' ombra del nostro tramonto. Apparenza è, in primo luogo, il nostro ridicolo desiderio di diventare immortali: il desiderio di Napoleone, di Goethe, di Bettina Brentano, di Mitterrand, persino dei giornalisti televisivi, che si mettono in posa per il futuro, dicono le frasi giuste per i fotografi, i posteri e i libri di scuola. Non c' è il desiderio che il robusto materialismo di Kundera il quale sa amaramente che essere mortali è l' esperienza umana fondamentale derida con più delizioso istinto comico. Ma apparenza è anche l' ipertrofia dell' anima, che da secoli affligge la cultura occidentale. Apparenza sono le immaginazioni isteriche dell' homo sentimentalis, che come Don Chisciotte ama e desidera chi non conosce. Apparenza è il gioco della meccanica amorosa questa eterna commedia di Marivaux , che rende vane le passioni profonde e trasforma le ultime futilità dell' immaginazione in passioni più durature delle rocce. Così, a prima vista, potremmo credere che, a Parigi, Kundera sia divenuto un illuminista, che coltiva e deride le apparenze: una specie di Montesquieu, che scrive le Lettres persanes della fine del ventesimo secolo. In realtà, il suo romanzo affonda in un immenso, grave lago di malinconia, che risucchia anche le parti più comiche. Forse è il libro più tragico che Kundera abbia scritto, sebbene oggi il mondo europeo non ami la tragedia. Egli ha abbassato e mitigato il tono, rinunciato ad ogni tensione narrativa, alleggerito la lingua, accarezzato sorridendo le superfici, come il più grande romanziere cinese, l' autore del Sogno della camera rossa, il quale viveva anche lui in un mondo dove era scomparsa la tragedia e raccontò una delle storie più tragiche che siano mai state scritte. Sebbene Kundera, come ogni romanziere sinfonico, sia presente in ogni immagine, egli si è sopratutto nascosto dietro due personaggi, Agnes e Rubens che occupano i poli opposti del libro, l' anima e il corpo. Come condivide i sentimenti di Agnes a passeggio per Parigi! Come lei, è diventato uno straniero: straniero alla vita e agli uomini. Desidera essere solo: non sopporta gli sguardi degli altri, che gli incidono rughe sul viso. Odia ferocemente il suo corpo, e il volto, questa forma esterna che ci avvilisce. Vorrebbe fuggire da tutto e da tutti in un altrove inesistente, dove nessuno lo scorga. Vorrebbe non essere più il proprio io: non vivere; ma trasformarsi in una fontana, in una vasca di pietra, nella quale l' universo cade come tiepida pioggia. Proprio lui, il materialista che esalta la nostra esistenza corporea e mortale, sogna l' Essere. Un materialista che contempla le immagini dell' Essere: ancora una parola, e Kundera dovrebbe confessare di essere giunto sulle soglie della mistica. Forse l' altro personaggio, Rubens, immagina che Dio sia scomparso dal mondo; e, prima di scomparire, abbia lasciato un programma, che in sua assenza continua a svolgersi inarrestabile, senza che nessuno vi possa cambiare qualcosa. Noi uomini, personaggi di Kundera siamo soltanto le variazioni e le permutazioni di questo programma. Non è possibile avanzare un' ipotesi cosmologica più tetra, che ricorda qualche filosofo del Settecento. Per conoscere da vicino questo programma, Rubens esperimenta una sola strada: il mondo dei corpi, la scienza dei corpi; e l' oscena esperienza erotica, che per lui rappresenta il cuore della vita piena e vera, ricca e misteriosa. Ma le vie della materia, nei libri di Kundera, sono sempre le più fantasiose. Il corpo, il sesso, l' oscenità generano una lirica e morbida catena di immagini, un' umida e gonfia ghirlanda di parole, come nessuna ipertrofia dell' anima ha mai sognato. Le strade di Agnes e di Rubens portano nello stesso luogo. Via via che il libro procede, l' ombra della morte si allarga, sempre più triste e luttuosa, e Kundera non pensa ad altro. Perseguitata dall' anima e dal suo inarrestabile desiderio di fuga, Agnes muore giungendo nel paese dove non ci sono volti, con uno strano sorriso sotto le palpebre chiuse. Perseguitato dal corpo e da un erotismo sempre più grave, Rubens conosce la vanità di ogni esperienza amorosa. Nella memoria gli restano soltanto pochi fotogrammi pornografici. Se il desiderio di immortalità è vano e ridicolo, non è meno vano il desiderio del suo contrario la vita o il fiore della vita, l' eros. Dappertutto non c' è che morte. Invece che L' immortalità, questo è il vero titolo del libro che Kundera ha nascosto sotto le più scintillanti apparenze. Come molti romanzi moderni, figli del Tristram Shandy, L' immortalità è diviso tra lo spazio del narratore e quello della narrazione. Nel primo spazio, vive Milan Kundera e un suo bizzarro amico: vi sono strade, radio, piscine, letti, automobili; e Kundera commenta amabilmente il proprio libro e ne annuncia gli episodi. Il secondo spazio, quello della narrazione, nasce da un gesto. In una piscina Kundera vede una signora sessantenne, sfiorita e senza più fascino, sollevare allegramente in alto il braccio destro, leggero e flessuoso, come una ragazza ventenne che lancia una palla colorata al suo amante. Questo braccio levato suscita in lui una nostalgia incomprensibile, la quale evoca dal nulla un personaggio di donna nient' altro che un' immagine, un fantasma, il riflesso di un sogno , Agnes, la protagonista del suo romanzo. Il gesto percorre il libro: Agnes lo impara da una segretaria del padre e lo insegna alla sorella, che con esso chiude il libro nato da un gesto. Così questo braccio flessuosamente levato diventa il simbolo del romanzo e di qualsiasi arte. Nulla è più lieve e immaginario della letteratura. Assomiglia alle fantasticherie che attraversano il nostro dormiveglia: è soltanto apparenza; eppure è un' immagine senza tempo, un' analogia tra spazi e persone diverse, un' essenza beata, una vaga promessa utopica la sola cosa, forse ad assicurare quell' immortalità, che cerchiamo inutilmente davanti ai fotografi della storia. Mentre lo spazio del narratore è reale, quello della narrazione è irreale. Eppure comunicano. Le figure del primo spazio entrano nel secondo, con la stessa facilità con la quale, ogni mattina, scivoliamo nella vasca da bagno: vi provocano eventi; e, alla fine del libro, Kundera incontra i suoi personaggi e conversa con loro. La vecchia invenzione di Sterne è rinnovata con una grandissima grazia. Forse il senso di questo libro è che, se il mondo del romanzo è apparenza, anche il mondo della realtà, che comunica con quello del romanzo, è una metafora. Kundera, che ha scritto il libro, e noi che lo leggiamo e tutti quelli che credono di vivere nell' Europa alla fine del ventesimo secolo tutti quanti, noi e loro, siamo lievi, inesistenti e romanzeschi come metafore. Kundera non è un grande saggista: non gli interessa possedere un' idea, svolgerla, svilupparla, combattere le idee rivali, sconfiggerle, e infine portare le proprie idee al trionfo finale, tra suoni di tamburi e di trombe. Vorrei aggiungere che, come tutti i veri scrittori, non ha nessuna simpatia per le idee intellettuali, queste piccole scatole di conserva per il pubblico consumo. Il suo desiderio è un altro. Vuole raccogliere un immenso complesso di idee: anche banali, come quelle enunciate dai mediocri intellettuali di Parigi, o alcune che adotta egli stesso, accettando di diventare una semplice nota del suo romanzo; e le trasforma in un sistema solare senza centro, dove tutti i pianeti, i satelliti e gli asteroidi e le pietre che attraversano lo spazio ruotano insieme nello spazio, tenute strette da rapporti invisibili. Quello che è sovranamente intelligente, nei libri di Kundera, non sono le idee, ma la forma luminosa e aerea che esse assumono nella scrittura. Non possiamo nemmeno più chiamarle idee, ma temi narrativi-musicali: analogie, similitudini. Musil diceva: Era come in una similitudine, dove i termini sono gli stessi eppure sono anche profondamente diversi, e dalla differenza dell' uguaglianza come dall' uguaglianza della differenza si levano due colonne di fumo, col profumo fiabesco di mele arrostite e di rami d' abeti gettati nel fuoco. La vita, per Kundera, è una serie illimitata di variazioni, con cui il caso trasforma il tema preparato dal Dio oscuro che ha abbandonato il mondo. Il romanzo è la stessa cosa: un tema con variazioni. Se non sappiamo chi o Chi ha inventato l' oscuro e tremendo tema che lo percorre (immortalità e morte, apparenze e tragedia), l' orgoglio del romanziere sta nel gioco inesauribile delle variazioni. Per eseguirlo, Kundera abolisce tutto ciò che innamorava Balzac e Dostoevskij: la tensione drammatica, l' unità d' azione, gli eventi rivolti come una freccia verso la soluzione finale. Ama i ricchi, pullulanti episodi, liberamente intrecciati tra loro, dove appare l' adorabile e inquietante volto del caso. Se Musil pensava che si fa centro solo quando si divaga, anche lui vagabonda, si aggira, perde tempo, arriva alla meta prendendola di fianco o alle spalle e poi dov' è la meta, forse non alla fine ma a due terzi del libro. Disegna variazioni attorno ai propri temi, li riflette, li rispecchia, li riverbera, fino quasi a nasconderli. Propone le immagini, le avvicina poi le separa, fondendole o allontanandole per sempre. Lascia che il racconto irraggi tutte le musiche e gli echi che porta in sé stesso, come l' acqua che zampilla senza fine da una fontana. L' immortalità non possiede la radiosa felicità, che L' insostenibile leggerezza dell' essere derivava dalla metafora centrale, riflessa in migliaia di luci. Qualche volta l' esecuzione musicale è meno perfetta: come se Kundera volesse pensare, invece di lasciare che il suo libro pensasse e inseguisse i propri pensieri. Ma, appena l' abbiamo abbandonato, il sistema solare del romanzo cresce nella nostra mente, e vi scopriamo ancora altri rapporti, echi riflessi, di cui non ci eravamo accorti. Nessuno, oggi, possiede la grazia di Kundera: il suo tocco: quella combinazione inimitabile di ironia e amarezza, di malinconia e leggerezza. Basta aprire il libro: leggere due righe, corteggiare un' immagine, inseguire disperatamente un motivo; e ci diciamo sorridendo: E' Kundera.
PIETRO CITATI il 18 marzo 1990
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