#Progetti Sostenibili Torino
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Art Site Fest presenta “Anatomia di un digiunatore”: Omaggio a Franz Kafka nel centenario della sua morte
Una lettura-concerto ispirata all'opera di Kafka, il 15 ottobre al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.
Una lettura-concerto ispirata all’opera di Kafka, il 15 ottobre al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. In occasione del centenario della morte di Franz Kafka, l’Art Site Fest propone un evento unico che fonde letteratura e musica: “Anatomia di un digiunatore”, una lettura-concerto dedicata allo scrittore praghese. L’appuntamento è fissato per il 15 ottobre alle ore 18:30 presso il…
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notiziariofinanziario · 11 months ago
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Nasce il fondo dedicato alla sostenibilità
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Fondo più alto mai erogato per progetti di ricerca in economia circolare. MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile – Partenariato Esteso finanziato dal MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca), ha ricevuto un totale di 125 milioni di euro (114 milioni da fondi PNRR e 11 milioni da privati), ammontare di fondi più alto mai erogato per progetti di ricerca di base in ambito economia circolare e sostenibile. Di questa dotazione, il 40% dei fondi pubblici è destinato al Mezzogiorno, territorio soggetto a un recente e importante sviluppo tecnologico e industriale. MICS raccoglie al suo interno 12 partner pubblici e 13 partner industriali che operano nei comparti dell’Abbigliamento, Arredamento e Automazione-Meccanica, settori che, insieme al loro indotto, generano circa il 50% del valore della produzione nazionale, guardando ai dati ISTAT 2024. In più, oltre ai 350 ricercatori e professori già presenti e ai 100 nuovi arrivi, entro la chiusura del progetto prevista per la fine del 2025, sono in programma ulteriori nuove assunzioni per un ammontare complessivo di circa 600 ricercatori coinvolti. Si tratta di un’iniziativa sostanziale e concreta per favorire il rientro e la valorizzazione dei talenti italiani nel mondo della ricerca e dell’industria. I progetti, infatti, sono svolti in collaborazione con le aziende o internamente ad esse: una volta conclusi, queste avranno l’opportunità di implementare i risultati concretamente al proprio interno. I ricercatori potranno contribuire al trasferimento tecnologico nel continuare la loro attività nelle imprese coinvolte, generando un upskilling importante. Le 8 aree tematiche (Spoke) Le sfide tecnologiche affrontate da MICS sono molteplici nell’ambito del design, produzione e consumo, nonché del fine vita dei materiali, dei prodotti, delle tecnologie di produzione e dei processi necessari per passare a modelli più verdi e circolari, tramite la ripartizione in otto aree tematiche di ricerca, denominate Spoke. Ogni Spoke identifica un’area tematica di ricerca nell’ambito della quale i partner di MICS collaborano seguendo un percorso comune; infatti gli Spoke sono trasversali alle diverse industrie. – SPOKE 1: “Design digitale avanzato: tecnologie, processi e strumenti” guidato da Flaviano Celaschi, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna; – SPOKE 2: “Strategie di eco-design: dai materiali ai sistemi prodotto-servizio (PSS)” guidato da Giuseppe Lotti, Università degli Studi di Firenze; – SPOKE 3: “Prodotti e materiali verdi e sostenibili da fonti non critiche e secondarie” guidato da Pierluigi Barbaro, Consiglio Nazionale delle Ricerche; – SPOKE 4: “Materiali intelligenti e sostenibili per prodotti e processi industriali circolari e aumentati” guidato da Domenico Caputo, Università degli Studi di Napoli Federico II; – SPOKE 5: “Fabbriche e processi a ciclo chiuso, sostenibili e inclusivi” guidato da Sergio Terzi, Politecnico di Milano; – SPOKE 6: “La manifattura additiva come fattore dirompente della Twin Transition” guidato da Federica Bondioli, Politecnico di Torino; – SPOKE 7: “Modelli di business innovativi e orientati al consumatore per catene di approvvigionamento resilienti e circolari” guidato da Ilaria Giannoccaro, Politecnico di Bari; – SPOKE 8: “Progettazione e gestione della fabbrica orientata al digitale attraverso l’Intelligenza Artificiale e gli approcci basati sull’analisi dati” guidato Daria Battini, Università degli Studi di Padova. I partner coinvolti ad oggi - Tra i partner pubblici coinvolti spiccano: Consiglio Nazionale delle Ricerche, Politecnico di Bari, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Bergamo, Università degli Studi di Bologna, Università degli Studi di Brescia, Università degli studi di Federico II di Napoli, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Palermo e Università di Roma La Sapienza. - Tra i partner industriali: Aeffe, Brembo, Camozzi Group, Cavanna, Italtel, Itema, Leonardo, Natuzzi, Prima Additive, SACMI, SCM Group, Stazione Sperimentale dell’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti, Thales Alenia Space – Italia. “MICS è la più grande iniziativa italiana per la realizzazione di progetti di ricerca per lo sviluppo di un’economia circolare, sostenibile e digitale e il suo obiettivo è quello di sostenere e valorizzare concretamente la crescita dei comparti dell’Abbigliamento, Arredamento e Automazione-Meccanica, settori portanti della nostra economia, che ricoprono circa il 50% del valore della produzione nazionale, secondo dati ISTAT, considerando gli impatti diretti e l’indotto creato per i servizi a contorno. Grazie alla partecipazione dei più prestigiosi centri di ricerca e università italiani e il conseguentemente coinvolgimento di un numero sempre maggiore di ricercatori, che raggiungeranno quota 600 entro la fine del 2025, MICS fornirà un’occasione concreta per aumentare considerevolmente il livello di attrattività di talenti del nostro Paese offrendo un futuro a tutti quei giovani che vogliono fornire il proprio contributo in termini di conoscenze per migliorare e rendere più sostenibili settori chiave della nostra economia.” – dichiara Marco Taisch, Presidente di MICS. L’evento “Il futuro è il nostro partner” MICS organizza il 23 e 24 gennaio prossimi, l’evento “Il futuro è il nostro partner” durante il quale, alla presenza di ricercatori, esperti, aziende e istituzioni, verranno presentati i risultati raggiunti a un anno dalla nascita di MICS e i prossimi bandi aperti ai progetti di ricerca di università, centri di ricerca e imprese esterni al partenariato. L’evento che riunisce il mondo industriale, le istituzioni, gli esperti e i ricercatori per discutere di come il Made in Italy possa diventare più sostenibile e circolare, oltre a essere un momento di confronto sul futuro di Abbigliamento, Arredamento e Automazione- Meccanica, i tre settori di eccellenza industriale italiani, sarà anche l’occasione per incontrare i professionisti e i ricercatori che guidano l’avanzamento tecnologico e innovativo del nostro Paese. Durante le due giornate nelle tavole rotonde verranno anche discussi i progetti e le tematiche su cui si concentra il lavoro di MICS. In base alla tematica scelta, i partner di MICS possono collaborare seguendo un percorso comune poiché gli Spoke sono trasversali alle diverse industrie. L’appuntamento aperto al pubblico è previsto il 23 gennaio dalle ore 14.30 alle 18.30 a Palazzo Brancaccio, Roma (ingresso da via Merulana 248). L’ingresso è gratuito, previa iscrizione. Read the full article
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agrpress-blog · 1 year ago
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Le città sono al centro della sesta edizione del concorso fotografico promosso da Quotidiano Energia. Le politiche ambientali, infatti, offrono l'opportunità di ridisegnare e migliorare gli ambienti urbani, rendendoli più sostenibili, vivibili e all'avanguardia dal punto di vista tecnologico. Questa evoluzione mira a trasformare le città in vere e proprie "smart city". L'obiettivo dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite è, infatti, rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. L'Unione europea ha avviato una missione speciale volta a trasformare le città in "smart city con impatto climatico zero entro il 2030". In questa iniziativa, nove comuni italiani, tra cui Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino, sono tra i 100 partecipanti che riceveranno finanziamenti per sostenere progetti innovativi, coinvolgendo la popolazione locale, il mondo della ricerca e il settore privato. Il concorso fotografico del 2023 è dedicato alle città in transizione e chiede ai partecipanti di catturare la trasformazione degli spazi urbani, degli edifici, dei sistemi di mobilità e viabilità, la gestione delle aree verdi e le nuove soluzioni architettoniche e tecnologiche, inclusa la produzione di energia. Come Partecipare La partecipazione al concorso è gratuita ed è aperta a fotografi professionisti e non. Ogni partecipante deve inviare un massimo di due fotografie insieme a una didascalia entro il 5 novembre 2023, entro le 24:00, pena la squalifica. Le foto non devono mai essere state premiate in altri concorsi. Nel caso in cui nelle immagini siano presenti minori o un minore desideri partecipare, è necessario compilare la sezione dedicata e inviare la documentazione allegata e firmata dal genitore. Le fotografie devono rispettare le seguenti specifiche: Formato: .jpg Risoluzione minima: 300 dpi Foto a colori e in bianco e nero Orientamento orizzontale e verticale Le foto devono essere ottenute da un unico scatto Sono ammesse regolazioni di contrasto e luminosità e l'uso di filtri, purché non alterino il soggetto dell'immagine Ogni foto deve essere accompagnata da una didascalia di 170 caratteri spazi inclusi Non sono ammessi fotomontaggi, scritte sovraimpresse, bordi, cornici o altre aggiunte o alterazioni Ogni partecipante concede a Gruppo Italia Energia srl, sponsor, enti patrocinanti e società affiliate il diritto di utilizzare le foto inviate, menzionando l'autore, nelle proprie pubblicazioni e canali web e social. Il vincitore riceverà un premio di 1.000 euro per l'acquisto di materiale fotografico, valido fino al 31 maggio 2024, insieme ad altri riconoscimenti, tra cui la pubblicazione delle foto più meritevoli sulle pubblicazioni di Gruppo Italia Energia, sui siti e prodotti dei sponsor, enti patrocinanti e società affiliate, menzionando l'autore. QUI TUTTE LE INFO: CONCORSO FOTOGRAFICO CITTA' IN TRANSIZIONE La Giuria La giuria incaricata di valutare le fotografie è composta da esperti del settore: Romina Maurizi, Direttrice responsabile di Quotidiano Energia Agnese Cecchini, Direttrice di Canale Energia, e7, il settimanale di Quotidiano Energia, e Direttrice editoriale di Gruppo Italia Energia Antonio Politano, Fotografo e Giornalista Maurizio Riccardi, Direttore del Gruppo AGR e di Agrpress.it Giancarlo Zema, Architetto - Zema Design Group Giulia Tornari, Direttrice di Contrasto Questo concorso fotografico offre l'opportunità di documentare e condividere le trasformazioni urbane e il progresso verso città più sostenibili e all'avanguardia.
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campaniareturns · 5 years ago
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Scandalo al sole
Ci sono stati interi giorni che ho trascorso sul ciglio di una strada insieme ad amici marocchini, mentre osservavo i bicchierini per il tea o i diversi tipi di tajin ed immaginavo una cena da preparare come un invito da ricevere. Ho ascoltato i loro racconti, le storie di un tempo, il vociare di ciascuno rincorrersi se le versioni non collimano… sono rimasta in silenzio di fronte ai più anziani, altrettanto loro con me, ho sorriso alle mamme che giungevano a fare la spesa e mi sono informata con loro degli ingredienti migliori che il negozio offre. Non ci sono solo marche del Marocco: prodotti da ogni dove dal Mediterraneo e dall’est Europa, sin dalla Russia. Ho studiato, da autodidatta come avrebbe detto De Mita senior.
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(fonte della foto www.animanticaviaggiaconme.it)
Quando mi sono imbattuta nell’architetto napoletano Silvio d’Ascia ho sorriso tra me ripensando alle ore trascorse accanto agli amici marocchini, protagonisti della versione un tantino più moderna in lingua italo-marocchina de “Il nostro quartiere” di Nagib Mahfuz…
Ricciolo e vagamente legato mentre proviamo a collegarci via skype, l’architetto mi piace per quella sua attenzione ai dettagli: parla dei piccoli ponti per la mobilità green o dei collegamenti pedonali sui quali è impegnato a lavorare con il suo studio per le città francesi, alla stessa stregua della stazione per l’alta velocità che ha realizzato a Kenitra, insieme ad Omar Kobbite.
“L’idea di attivare costantemente una connessione tra la modernizzazione delle infrastrutture sostenibili e la rigenerazione urbana – dice – è senza dubbio corretta, non solo sul piano urbanistico ma anche sulle possibilità concrete di attrarre investimenti privati, compresi quelli che si sostengono accompagnando benefici sociali ed ambientali.
In questo senso l’alleanza tra la rete delle città e il sistema delle imprese è sicuramente un approccio orizzontale indispensabile, capace di far crescere in modo equilibrato più aree di un Paese, più aree di Stati diversi e certo rappresenta un metodo che rafforza la diplomazia in generale.
Trovo estremamente felice l’intuizione condivisa dal Sindaco di Milano unitamente al Presidente di Confindustria Boccia che aderisce ai principi di “The World is Flat di T.L. Friedman” e si pone la questione ambientale come strumento per affermare l’economia dolce.”
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(Silvio D’Ascia con Badreddine Bertul e Omar Kobbitè)
Giuseppe Sala, è recentemente tornato al quartiere Isola e giustamente ha riconosciuto che in quel quartiere si è sviluppato l’esempio più avanzato della rigenerazione urbana milanese. Condivido la sua opinione perché effettivamente si è creata una connessione tra gli interventi di lustro per una popolazione dalle ampie disponibilità economiche e l’insieme di azioni che imprese piccole e medie hanno potuto realizzare, professionisti, commercianti, cooperative. La rete sociale si è innovata… 
Nonostante i passi avanti, mancano ancora gli interventi su molti quartieri popolari, soprattutto regionali in vero; non parlo solo del rifacimento di una cappottatura, un fatto rilevante, mi riferisco ad una strategia che sappia rompere complessivamente, lì dove è più semplice “nel progetto Isola”, quella separazione sociale, culturale o di protagonismo che ancora divide. Non è altro che l’obiettivo di mandato del Sindaco, già auspicato fin dai tempi di Expo2015: allora con il suo staff si pose il problema di come far partecipare a quell’impresa, che personalmente avrei preferito nella visione IFMA, larghe fasce di popolazione; si arenarono sulle forme contrattuali.
Proposi un semplice part time verticale od orizzontale con l’obiettivo di garantire flessibilità nella stabilità: si fece. 
C’è il filo del discorso che unisce la passione del Sindaco per Milano ed esso arriva da lontano, se vuoi iniziare a saperne di più basta un sopralluogo alla Fondazione Pirelli.
L’architetto campano sorride, gli si illumina lo sguardo anche dentro la nostra connessione precaria: “beh il mio cuore resta e resterà per sempre napoletano, non c’è dubbio Silvia! Conservo nei cassetti molti progetti per la mia città: alcuni realizzati, come la Porta del Parco a Bagnoli, finito ma in disuso, o come quello dedicato alla Stazione di Montesanto, ancora non realmente completata! Mentre spero di poter tornare a Napoli, ho realizzato diversi progetti altrove tra cui la Stazione dell’Alta Velocità di Torino Porta Susa, due grandi complessi finanziari in Cina, Kenitra Station in Marocco, ed ora sono concentrato soprattutto su una serie di interventi di scala differente in Francia.
Di Kenitra Station posso dire che innanzitutto abbiamo rigenerato e creato fiducia nel futuro. 
Ricordo l’intensa attività di confronto con il Prefetto e le diverse istituzioni della città in fase progettuale, la riflessione sugli spazi per una programmazione commerciale e culturale che possa fiorire dentro e fuori dalla stazione; quella sulle funzioni economiche, e non solo, pensate all’interno del fabbricato viaggiatori; come creare la connessione con quanto già avviene nei quartieri più contigui messi in relazione dalla stazione stessa: il quartiere moderno in espansione dell’università e dell’ospedale a nord, ed il centro storico con il quartiere della “reale” pubblica amministrazione a sud della stazione.
 Il lavoro con i colleghi marocchini, l’amico Omar Kobbité, è stato fondamentale, una reciprocità progettuale dall’esito prezioso! Siamo partiti da uno scambio di visioni tra mondi diversi, un lavoro culturale per comprenderci e per tenere insieme efficienza e creatività, mettendo la mia esperienza nel campo delle stazioni a servizio di un contesto locale e nazionale in cerca di modernità, rappresentata dall’arrivo della Linea ad Alta Velocità!
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(Silvio D’Ascia con Omar Kobbitè)
Con un fondo d’investimento sostenibile cinese, raccolsi la disponibilità per una partnership con Milano sul quartiere Maciachini. Mapei e Branca erano d’accordo e avrebbero sostenuto ciascuno con un’azione. Tu come ti sei mosso ?
Complimenti! Accennavo sopra, ma in questi giorni così difficili mi preme ancor di più menzionare come assolutamente positiva la mia esperienza con la Cina. Il Data Processing Center Building Complexe rappresenta un esempio interessante, anche se a grande scala, per sostenere economicamente un investimento di trasformazione urbana: mi riferisco alla creazione dal nulla del nuovo quartiere di Shanghai tra Pudong City et Pudong Airport in un’ area periferica paludosa. Siamo partiti dall’esigenza manifesta di Sviluppo del Digitale delle compagnie finanziarie ed assicurative cinesi in crescita economica esponenziale alla fine del XX° secolo, per creare delle vere e proprie nuove cittadelle finanziarie, alimentate energeticamente dall’energia fatale recuperata dai Data Center,con l’idea di poter creare, al contempo, le condizioni urbane di promozione sociale delle migliaia di persone che vi lavorano ogni giorno.”
Proprio quell’insieme di dati raccolti, grazie a tutte le direzioni competenti del Comune, è diventato uno schema per altre città ed è su di esso che ho raccolto la disponibilità di alcune Camere di commercio estere a costruire insieme alle Città campagne di comunicazione specifiche per favorire investimenti diretti estero.
Architetto, hai letto “Chiamate in attesa”? No, di che si tratta
E’ un testo del Cardinale Tolentino Mendoça, cardinale portoghese “capo bibliotecario del Vaticano”, io affettuosamente lo definisco così. Il Papa lo scorso anno gli ha affidato la stesura degli Esercizi Spirituali, quel volume risalta con naturalezza, la piacevolezza dei rapporti, la sensibilità di ciascuno di noi che trova nella relazione con “l’altro”, il senso di un cammino.
Vuoi dire che non dobbiamo perdere di vista la poesia che risiede in ciascuno di noi quando progettiamo, innoviamo e immaginiamo la relazione tra le persone o tra le persone e gli spazi?
Mi trovi pienamente d’accordo.
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sounds-right · 6 years ago
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Food Week 2019 al Just Cavalli - Milano
Milano Food Week 2019 conquisterà, anche quest'anno, la città con eventi esclusivi di ogni tipo e sapore. La settimana più gustosa che ci sia, il cosiddetto Fuori Salone del Food & Wine torna con la sua decima edizione nella Capitale del food contemporaneo e Just Cavalli, il locale più elegante della città, all'ombra della Torre Branca, in viale Camoens, nello splendido giardino estivo, propone una settimana dedicata alle eccellenze. All'ora dell'aperitivo i brand del food & wine daranno appuntamento a tutti gli appassionati per sette imperdibili appuntamenti in un vero e proprio percorso enogastronomico tra le regioni italiane, con le loro eccellenze e specialità, come è nello stile di Just Cavalli che, nel suo ristorante esclusivo, propone piatti simbolo del Made in Italy con tocchi internazionali, tutto diretto e guidato dallo chef Fabio Francone.
Il calendario prevede, come protagonista, il 5 Maggio e il 6 Maggio, Emilia Romagna con protagonisti alcuni brand dell'eccellenza della Regione, come Polenghi, con i suoi prodotti a base di limone, Illica Vini, F&P Wine Group, Il Poggiarello, con le sue etichette, Società Agricola Graffignana, con le caciotte e le marmellate alle cipolle. Il 5 Maggio sarà presente anche Salsanatura, laboratorio artigiano piacentino sbarcato anche in USA, una salsa che aggiunge fantasia alle vostre creazioni in cucina. Il laboratorio artigiano piacentino "Salsa Natura" sbarca in America. I giovani titolari, nel giro di pochi anni, sono riusciti a conquistare la fiducia dei clienti, grazie soprattutto alla massima attenzione sulla qualità delle materie prime nella produzione delle salse: maionese, salsa ai funghi, boscaiola piccante, rucola e grana, salsa rosa con gamberi, salsa al radicchio, salsa tonnata. Non a caso sono stati scelti da Eataly Piacenza e collocati tra migliaia di prodotti di eccellenza della gastronomia italiana. Da qui alle sedi Eataly di tutta Italia, a Monaco e dal 2019 a Parigi. Un laboratorio dove si lavora con costanza, umiltà e serietà e che ora arriva negli States grazie anche ai contatti tramite la Camera di Commercio di Houston il cui presidente è il piacentino Brando Ballerini che da tanti anni vive nella città americana.Il 6, poi, TOMITALY, 100% Italian quality, olio e aceto balsamico. il 7 Maggio la serata sarà dedicata al Piemonte, con Pastificio Bolognese, di Alda e Giuseppe Muzzarelli, che hanno portato a Torino la pasta fresca emiliana nell'immediato dopoguerra. Achille, a quel tempo, era un bambino, ma, affiancando i suoi genitori, ha trasformato quel laboratorio in un punto di riferimento per chef e gourmet, all'interno del quale Cristina e Laura continuano la tradizione di famiglia. Durante la serata non mancherà lo showcooking di Andrea Larossa, 1 Stella Michelin, 2 Forchette sulla guida del Gambero Rosso, 1 Cappello sulla guida l'Espresso e 1 "Faccino Radioso" su Il Golosario. Tradizione, innovazione tecnica, accostamenti sperimentali e presentazioni fantasiose sono le sue caratteristiche, che condivide con la compagna Patrizia, esperta sommellier e responsabile di sala instancabile e attenta.
L'8 Maggio in occasione della serata dedicata al Triveneto, Enrico Cecotto, giovane artista del Veneto Orientale, sua terra natia, sarà lieto di stuzzicarvi con un'esposizione delle sue opere, omaggiando il pubblico realizzando un'opera dal vivo dove verrà sollecitato il palato con il "POP RELAZIONALE", una tecnica all'avanguardia che prevede un utilizzo innovativo e fuori dagli schemi di materiali e strumenti. Energica e d'impatto, l'arte multisensoriale di Cecotto vi accompagnerà durante l'aperitivo con colori freschi e frizzanti che ottimamente si abbineranno al vostro drink preferito.
Il 9 protagonista sarà la Lombardia, con i prosciutti firmati da Marco Colombo, del Salumificio Colombo di Crosio della Valle (Varese), che proporrà i suoi salumi e altri prodotti tipici nostrani. "Ho gusti semplicissimi, mi accontento solo del meglio", è la filosofia di questa azienda, fondata nel 1922 da Salvo Colombo. Da un secolo produce salumi di qualità che hanno portato l'azienda ad essere un punto di riferimento, mantenendo un solido carattere familiare e un forte legame con le tradizioni lombarde della lavorazione delle carni. La collaborazione con noti produttori dei territori locali li ha portati a creare diversi prodotti innovativi come il salame alla birra, la coppa con la birra, il salame con Gorgonzola e la Mortadella di fegato con Grappa d'Angera. Dalle idee innovative è nata anche una nuova linea di prodotti denominati Rustici di Nonno Salvo, salami aromatizzati in 15 gusti diversi, che coniugano innovazione e tradizione. Marco Colombo è Presidente agroalimentare di Aime (Associazione Imprenditori Europei) e grande imprenditore, con un'azienda storica, che produce salumi sin dal 1922. Oltre ai salumi saranno presenti i grissini Valbuzzi, nella linea de i Rustici ai cereali, ma anche al Grano Saraceno e Farro e alla Segale e Carbone e il gelato creato appositamente per Just Cavalli da Olivia Gelato, che porterà un carretto gelati?? con tendalino contenente 5 carapine e farà coppette gelato al momento da offrire ai clienti. Olivia Gelato è Gelato naturale come il sorriso! Nicoletta e Davide hanno mantenuto negli ultimi 10 anni come unica filosofia quella di offrire ai propri clienti prodotti genuini e naturali, accuratamente selezionati. Nessun utilizzo di conservanti, aromi artificiali, additivi chimici ed olio di palma! Solo ingredienti naturali, latte fresco di alta qualità e materie prime nel rispetto della salute dell'uomo e del pianeta, per offrire i sapori di una volta… quelli veri. Il risultato è un gelato sano e naturale che possa far riscoprire la naturalezza di un colore, il piacere di un profumo, di consistenze e gusti che pensavamo di aver dimenticato. Valtrebbia proporrà i suoi meravigliosi asparagi che saranno i protagonisti di un risotto preparato al momento durante lo show cooking.
Il 10 Maggio serata dedicata alla Toscana, con i vini Tenuta degli Dei, di Roberto e Tommaso Cavalli, con le etichette "Le Redini". Tenuta Degli Dei è, in un unico nome, il segno dell'eccellenza: la famiglia Cavalli interpreta l'amore per la propria terrain un progetto che celebra una grande passione. Il legame che unisce Tommaso Cavalli alla sua terra, affonda le radici in una passione autentica, consolidata da più di trent'anni di lavoro dedicati, insieme al padre Roberto, a un progetto che si chiama Tenuta degli Dei, proprietà di famiglia fin dai primi anni Settanta. Una realtà che trova precise coordinate geografiche a San Leolino presso Panzano in Chianti. La natura del territorio fa sì che l'allevamento dei cavalli da trotto trovi qui il contesto ideale per la crescita armoniosa dei puledri. Qui sono impiantate anche le vigne, nella valle della Conca d'Oro, zona ad alta vocazione vinicola grazie all'ottima esposizione solare e alla composizione del suolo. L'Azienda rappresenta ciò che da sempre spinge la famiglia toscana a dedicarsi alla terra, al vino e ai cavalli, simboli universali della tipicità toscana. Tommaso Cavalli ha da sempre come primo obiettivo la coltivazione di qualità, l'unica strada che porta alla produzione di eccellenza. Da molti anni, porta avanti insieme al padre Roberto il progetto Società Agricola degli Dei, lavorando ogni giorno con lo spirito di chi sa osare.Idee innovative e metodi sostenibili, condotti con passione e impegno continuo: così Cavalli produce il suo vino, che raccoglie aromi e fragranze del suo territorio, la sua luce, il suo umore. Lo stesso impegno che dedica all'allevamento dei cavalli, attività originaria dell'Azienda.Tommaso Cavalli è mosso da uno spirito moderno nel pieno rispetto dei valori della tradizione toscana e della loro essenza più autentica.La spiccata sensibilità per tutto ciò che è buono e genuino, unito a una costante ricerca del bello ereditata anche dal padre Roberto, lo portano a seguire le proprie passioni per progettare e condurre numerosi progetti nel campo del food & beverage. La Tenuta degli Dei è vicina alla antica Pieve di San Leolino presso Panzano in Chianti, uno dei borghi più belli della campagna toscana, facilmente raggiungibile sia da Firenze che da Siena. Non mancheranno il Gelato Geloso al gusto di cantucci Mattei e Vin Santo Marchese Antinori, tre eccellenze del territorio italiano, Gelato Geloso, gelato su stecco di qualità superiore, ricco, cremoso, diverso da qualsiasi altro, 15 gusti diversi tra creme e frutti. Gelato Geloso ha conquistato il mercato italiano e presenterà, in occasione della FoodWeek al Just Cavalli, una sua creazione al gusto di Cantucci Mattei, una tradizione del "biscotto tradizionale di Prato" iniziata nel 1858, quando Antonio Mattei aprì il suo Biscottificio con rivendita e inizio' a sfornare un biscotto secco alle mandorle. Da più di un secolo e mezzo non è domenica davvero nelle case di Prato senza i cantucci nel Sacchetto Blu e tutti i prodotti sono inseriti profondamente nella tradizione gastronomica italiana, perché la fama dei prodotti Mattei è diffusa anche oltre i confini cittadini e regionali. Tra i fan i Presidenti Carlo Azeglio Ciampi e Bill Clinton. Vin Santo Marchese Antinori è pieno, mieloso e ben sostenuto da una gradevole acidità. Le uve, provenienti esclusivamente dai vigneti delle tenute Antinori situate nel Chianti Classico, sono state attentamente selezionate e raccolte in cassette, poi disposte manualmente su appositestuoie dell'appassitoio di Tenuta Tignanello e qui lasciate ad appassire fino alla fine del mese di dicembre; al termine del processo di disidratazione naturale, i grappoli sono sofficemente pressati per mantenere inalterate tutte le proprietà organolettiche e aromatiche. Il mosto ottenuto viene introdotto nei tipici caratelli, prodotti con diverse essenze di legno e con una capacità variabile fra i 50 ed i 200 litri, dove ha avuto luogo la fermentazione alcolica lunga e lenta, poi interrotta. Il vino resta nei caratelli per circa 3 anni e poi viene assemblato per essere infine imbottigliato.
11 Maggio 101 notte, all'insegna del food libanese In occasione della Food Week al Just Cavalli verranno proposti prodotti tipici, grazie alla collaborazione di un famoso chef Libanese, tra cocktail a base di succo di datteri e altre specialità del 'Paese dei cedri', ma non mancherà la danza del ventre e allestimento a tema e una speciale sorpresa per il pubblico presente, al quale verrà presentata una degustazione di Hookah Shisa con vari aromi del deserto, in una atmosfera da 1000 e una notte indimenticabile e tutta da vivere nel locale più elegante di Milano.Tra le prelibatezze, TABBOULE, insalata con prezzemolo e pomodori, menta e lime, HUMMUS, KEBEH, polpette fritte di carne con spezie, carni HALAL alla griglia, MTABBAL, crema di melanzane con salsa di sesamo, yogurt e lime, tutte da autentiche ricette libanesi, con piatti della tradizione che rispettano le ricette originali.
12 Maggio, poi, la protagonista della serata sarà la regione Sicilia, con lo chef Berengario Stagno D'Alcontres, con i prodotti della sua terra, che proporrà una rivisitazione di alcune antiche ricette della sua famiglia.
Just Cavalli Milano Torre Branca, Via Luigi Camoens, 20121 Milano M https://justcavallimilano.com 02311817
Diffuso da ltc per Francesca Lovatelli Caetani (ufficio stampa Just Cavalli): [email protected]
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snarkive · 15 years ago
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Modello Snark: network, creatività, progetto, territorio
di Gaspare Caliri e Sonia Fanoni - pubblicato su Ticonzero, n° 3/2010
Non c’è nulla di nuovo, oggi, nel parlare di interdisciplinarità, o di multidisciplinarità, specie nel mondo della progettazione per lo spazio pubblico. In questa sede si vogliono esporre le peculiarità di “Snark – Space making”, network multidisciplinare orientato alla collaborazione, ma de facto azienda di progettazione urbanistica e territoriale, dedita alla messa a punto di servizi per la governance e di policy design dello spazio condiviso, fortemente caratterizzata da un flusso organizzazionale “creativo”, dove i know-how delle varie discipline implicate (architettura, management, geografia, semiotica) trovano cittadinanza in istanze operative, più che teoriche, e operano una performance creativa e progettuale in un terreno neutro generato proprio dall’occasione di progetto. -- Non è una novità sentire parlare di interdisciplinarità nella progettazione per lo spazio pubblico, o in studi professionali che, in generale, si occupano di territorio o di progettazione territoriale. Da quando è parsa chiara l’insufficienza degli approcci della vecchia pianificazione territoriale, la cui crisi oggi è al centro di un dibattito a scala internazionale che travalica ormai le sue singole manifestazioni nazionali, è emersa l’importanza di approcciarsi a modelli di complessità. Di conseguenza, ad architetti, urbanisti e pianificatori si sono affiancati, per le questioni di progetto relativo al territorio, figure provenienti dall’economia, dal management, dal marketing, dalle scienze sociali.  
1 – Progettazione territoriale, nuove interdisciplinarità
  Sono le stesse municipalità[1] ad avere recentemente iniziato a creare la domanda per approcci interdisciplinari, per far fronte alla necessità complessa di abbattere le barriere tra ricercatori, progettisti, clienti e city-user, e per riflettere in modo più sinergico su processi di governamentalità (o governance, per usare un termine più adeguato per la progettazione territoriale odierna), su strategie basate su network di attori, su sistemi bottom up di manifestazione delle esigenze delle città e dei territori.   L’obiettivo della pianificazione del futuro è insomma di coinvolgere, nei processi decisionali, strumenti di planning di diversa derivazione, che provengano dall’architettura, dall’urbanistica, ma anche dall’ubiquitous computing, dall’analisi sociale, dal mondo dei social media.   Per far fronte a queste esigenze, esistono già esempi – anche italiani - interdisciplinari o multidisciplinari impegnati in approcci simili. Ne riportiamo un paio. Uno dei casi più interessanti e famosi deriva dall’esperienza di Avventura Urbana di Torino[2], associazione di progettazione urbana partecipata con un ampio ed eterogeneo ventaglio di attività (dall'elaborazione di programmi di riqualificazione urbana, piani strategici e azioni di sviluppo di spazi pubblici a quella di eventi di democrazia deliberativa per le politiche pubbliche) che mirano alla gestione creativa sia delle politiche pubbliche che delle iniziative di intervento private in atto nel territorio.   Il metodo di lavoro impiegato, vista anche la varietà dei progetti seguiti, non è strettamente proceduralizzato, bensì in progress e contingente, caratterizzato da un continuo e parallelo arricchimento di conoscenza ma soprattutto dal coinvolgimento diretto ed effettivo dei destinatari delle iniziative progettuali, che vengono a ragione inclusi nella polifonia decisionale per lo sviluppo di prodotti e il raggiungimento di soluzioni efficaci e condivise.   Esiste anche, su un versante più accademico-progettuale, e a una scala più ampia, il caso dello studio di architettura Carlo Ratti Associati[3], organizzazione interessante, oltre che per le aree progettuali coperte o per le singole soluzioni proposte, per la scelta di appoggiarsi, nelle attività di ricerca e sviluppo, alle ricerche accademiche condotte dal SENSEable City Laboratory, diretto dallo stesso Carlo Ratti, del Massachussets Institute of Technology (MIT) di Boston[4]. I progetti di ricerca in questione, benché svolti in ambito universitario, si articolano in proposte estremamente operative, che lo studio utilizza in chiave progettuale e di filosofia aziendale[5].   Di nuovo, quindi si nota come l'ampliamento degli attori e dei punti di vista coinvolti sia funzionale alla buona riuscita di organizzazioni che fanno della sinergia di attività e di pensieri il loro vantaggio competitivo[6]. Il caso di Snark, che qui vorremmo presentare, è un esempio di piattaforma progettuale, di nascita molto recente, che in qualche modo si distacca dai modelli già presenti di interdisciplinarità, per sviluppare un approccio multi-operativo, snello e flessibile, e in qualche modo “creativo”, riferendoci con questa espressione a quanto affermato in letteratura a proposito di modelli di creatività organizzazionale. Vorremmo cioè proporre un caso-studio che potrebbe diventare un modello di studio professionale di progettazione territoriale, che, a fronte di una volontà di darsi uno statuto e un riconoscimento come entità quasi-fissa, nei fatti sia dipendente da modelli organizzativi di network mobili di professioni e know-how diversi.   Un modello che, come vedremo, in un certo senso si avvicina a quanto analizzato nella creolizzazione e ri-territorializzazione disciplinare della microfisica da Peter Galison, nel suo Image And Logic (1997). Infine, cosa forse ancora più importante, un modello che si avvicina più a una realtà aziendale, per una serie di caratteristiche che illustreremo, piuttosto che a uno studio tradizionale, caratterizzato invece generalmente da dimensione artigianale, non replicabilità del progetto, relazione univoca tra singolo progetto e committente, così come tra progetto e fornitori - o consulenti - e tra progetto e comunicazione.  
2 – Snark – space making
  “Snark – Space Making”[7] è un network interdisciplinare che coinvolge architetti, urbanisti, geografi, semiologi, economisti ed esperti di management, giornalisti. I temi che tratta riguardano, in senso lato, la progettazione urbana, con una particolare attenzione a tecnologie di comunicazione mobile e di geolocalizzazione. Snark studia soluzioni per il reale e il virtuale a varie scale: dallo spazio pubblico di un quartiere alle macro-aree regionali, per cui è necessaria un’ottica di progettazione strategica. Gli approcci e i servizi che offre sono molteplici: spaziano dall’analisi etnografica ed etnosemiotica, al light urbanism, allo studio di fattibilità strategico-territoriale, al concept di dispositivi di partecipazione, di piattaforme informatiche, di social media.   Il gruppo di lavoro è nato per un’occasione concorsuale, e anche questo fa di Snark un caso studio interessante per il mondo del design di best practices urbane e territoriali. Nella fattispecie, si trattava di progettare una strategia di riqualificazione urbana per un’area del centro storico di Modena, per il concorso di idee ModenaCambiaFaccia, indetto dal Comune di Modena nel 2007. Fin da subito, è stato chiaro come gli obiettivi richiesti dal concorso portassero alla messa a punto di un ambiente di progettazione non limitato alla sola urbanistica tradizionale. Si è dunque messo in moto il network di contatti professionali delle persone che oggi compongono Snark; il pool di competenze non è stato costruito gerarchicamente, o scomponendo l’iter del processo di progettazione secondo per focalizzare, in maniera discreta, i vari know-how necessari. Per una sorta di chiusura “autopoietica”[8] del network, la squadra di lavoro si è attestata su quello che è poi diventato il nucleo dei fondatori di Snark: cinque persone provenienti dall’architettura, dalla semiotica, dalla geografia, dal management e dalla comunicazione.  
- Chairsharing
  Il caso di Modena è utile anche per esemplificare l’evoluzione di Snark; la proposta progettuale con cui il collettivo di professionisti si è presentato al concorso, a seguito di un’analisi sul campo e di uno studio di fattibilità, consisteva nello sviluppo del progetto SlowMOde, un’idea di intervento urbanistico “leggero” (detto light urbanism), basato su un concept di lentezza virtuosa, di indugio e fruizione meditata degli spazi e delle possibilità già presenti in nuce nel quartiere, da sviluppare poi con i mezzi della progettazione effettiva.   A questa prima fase di progetto ne è seguita un’altra, commissionata direttamente dal Comune di Modena, per sviluppare, tra tutti gli aspetti della prima proposta, quelli più “connaturati” all’arredo urbano, cioè il progetto di “sedute pubbliche”. Anche in questo caso, non si è trattato di un movimento di estrazione e sviluppo autonomo di un elemento progettuale astratto dal contesto, ma di un’orchestrazione di servizi attorno a quello che doveva semplicemente essere una seduta urbana, una panchina “evoluta”. Seguendo un approccio stratificato – al pari e anche maggiormente della prima occasione di progetto – il risultato di questa seconda fase è stata la messa a punto di un servizio di condivisione di sedie per lo spazio pubblico, prelevabili e riconsegnabili da una rastrelliera, come in un bike-sharing, chiamato, coerentemente con le sue familiarità, è chairsharing[9]. Ogni sedia è stata progettata per essere anche un’antenna WiFi in grado di offrire connettività gratuita ai city-user; al servizio è stato affiancato un sistema di strumenti che recuperano una visione di insieme tendente alla riqualificazione del quartiere, tra cui una fidelity-card di raccolta punti legata all’uso delle sedie, un sistema di mapping, un portale web che crea prossimità virtuale, tramite mappe interattive, con le risorse sostenibili della città.   La complessità del progetto dà conto, anche solo a fronte di una veloce descrizione, dell’intreccio di know-how che ha implicato, come del risvolto “creativo” e “innovativo”, nelle accezioni che descriveremo a breve, del lavoro di Snark. Di tutto questo processo di progettazione, ci interessano soprattutto alcuni aspetti tipici del modo di lavorare che contraddistingue l’organico di Snark. La storia che porta dal primo concept alla consegna del progetto esecutivo di chairsharing non è stata senza soluzioni di continuità, sia temporali che fisiche. I progettisti, benché conoscessero tutti a fondo la realtà modenese, vivevano e vivono dislocati in diverse città nel mondo (Barcellona, Londra, Bologna, Milano, Washington); i momenti chiave delle decisioni, del processo creativo e progettuale sono avvenuti spesso tramite riunioni virtuali, condivisione file e istant messaging via VoIP (Skype) e quasi in nessuno dei casi in una stanza con presente tutta la compagine.   La vicenda di chairsharing è inoltre costellata di momentanee soste nel processo di progettazione e di avviamento in parallelo di altri progetti. Una condizione di progetto che in realtà non ha comportato una perdita di efficacia, ma anzi occasioni di crescita tramite la condivisione del progetto stesso, ancora in fieri, con altri nodi (spesso anche esterni) del network di Snark e attorno a Snark. In questo modo chairsharing si è confrontato e arricchito grazie all’accostamento con altri progetti, sviluppati parallelamente: tra gli altri, un piano strategico territoriale per un distretto culturale, un sistema di social media logistico-qualitativo per un bikesharing evoluto, un modello di coabitazione sociale, un processo di riqualificazione culturale a varie scale su un centro di aggregazione infantile, varie mappature. E, chiaramente, vale viceversa.       FIGURA 1 – Il sistema di loghi, che ripercorrono gli usi possibili, per la comunicazione coordinata di chairsharing.     L’evoluzione progettuale di chairsharing ha poi visto un momento (dilatato anch’esso, e ancora in evoluzione) di campagna promozionale, tramite social media e media tradizionali.  
– Network e azienda
  L’assenza di una “sede” dove raccogliere fisicamente le presenze dei progettisti è compensata da uno “sforzo” (in termini economici) quasi naturale per massimizzare, a causa della distanza, le comunicazioni e l’efficienza della condivisione. Non solo: se parliamo di network è proprio perché ogni componente del gruppo di lavoro non è un singolo elemento, è un nodo della rete che raccoglie e sfrutta il suo sotto-network per favorire la creatività e l’innovatività delle proposte di Snark. La distanza si tramuta dunque in moltiplicazione di ambienti di riferimento e di stimoli che ognuno di questi milieux può produrre. Una delle conseguenze dell’approccio al lavoro di Snark è la moltiplicazione procedurale; avere molte possibilità di input e di output, e la potenzialità di una rete non gerarchica, crea una notevole flessibilità, e quindi la possibilità di Snark di inserirsi, a seconda dei casi, nei vari momenti del processo di progettazione territoriale. In questo sta una delle principali differenze – professionali – rispetto ad altri casi di gruppi di progettazione interdisciplinare: esempi come Avventura Urbana o Carlo Ratti Associati, infatti, si concentrano comunque su fasi abbastanza precise del percorso che un progetto di urbanistica deve compiere; il primo sulla fase preparatoria, per così dire (e dei momenti di emersione partecipata delle esigenze della popolazione), il secondo – riassumendo - sulla ricerca e sullo sviluppo di strumenti tecnologici utili a una fase più avanzata.   La flessibilità di Snark posiziona invece il suo intervento indifferentemente sui vari momenti di quel percorso. In questo, Snark si avvicina allo spirito con cui l’azienda spagnola Santa&Cole, partner di progetto e fornitore per chairsharing (nonché leader per la fornitura dell’arredo urbano di Barcellona), si presenta: un’idea di curatela del progetto, non legata necessariamente a impianti di produzione di prodotti o servizi, ma capace di aggregare a sé quella rete di esecutori e di competenze di volta in volta necessaria al progetto.   Quanto alle dinamiche aziendali, anche in questo caso chairsharing è un esempio utile. Il modo in cui Snark pensa ai suoi progetti non è come eventi unici e isolati, ma come pacchetto di prodotti e servizi. Chairsharing è un progetto per Modena, ma è un prodotto che, ora, fa parte dell’offerta di Snark; e ciò avviene anche per altri progetti, sviluppati ancora per occasioni concorsuali o per altre spinte. In uno studio, generalmente, se la partecipazione a un concorso di progettazione non ha esito positivo, il progetto in questione viene accantonato. La visione aziendale di Snark pensa invece ai concorsi come momenti utili per sviluppare servizi e prodotti da mettere nel proprio sistema di offerta.   Anche in questo caso, ci sembra interessante – e, ancora una volta, sintomatico di un modello nascente – l’accostamento tra il network flessibile (visione orientata al progetto) e l’azienda (discorso orientato al management e al marketing). È centrale, per leggere un incastro di questo tipo, ancora uno sguardo all’interdisciplinarità e alle teorie sulla creatività.  
3 – Interdisciplinarità e complessità territoriale
  È sicuramente difficile tracciare una teoria dell’interdisciplinarità aziendale. Prendendo ad esempio la proposta sviluppata da Newell nel suo articolo “A Theory of Interdisciplinary Studies”, e il dibattito che questa ha generato[10], si nota subito come il discorso sull’interdisciplinarità sia principalmente focalizzato su questioni accademiche, più che operative. Newell segnala questioni terminologiche, epistemologiche, “barriere” tra paradigmi. Considera l’interdisciplinarità come un punto di arrivo piuttosto che di partenza, una missione da perseguire con fatica. C’è chi, come Bailis (2001), sottolinea come l’interdisciplinarità sia un “risultato” solo perché ne è possibile estrarre gli elementi discreti con il senno di poi. Con riferimento a Modena, l’interdisciplinarietà non è stata stabilita secondo una segmentazione dell’a priori teorico, ma è emersa nei risultati fattuali di un lavoro di ricerca sopra un oggetto di analisi complesso come il quartiere di una città. Del resto, se un’interdisciplinarietà è possibile solo a partire dai risultati, lo stesso vale per le fasi del suo agire, che possono solo essere ricostruite, non costruite.   Nel caso di Snark, le questioni dei confini tra le discipline non sono materia progettuale, ma delle attività di ricerca dei componenti del network, in ambienti diversi rispetto quello operativo, per così dire. Eppure, la validità interdisciplinare è senza dubbio una conditio sine qua non per il progetto urbanistico e territoriale, specie in un mondo come quello delle “best practices” di governance. Newell riconosce che l’approccio pluridisciplinare diventa necessario nel momento in cui si trattano problemi complessi, quindi anche in questo caso, parlando di città e di nuovi modi di affrontare la questione progettuale nelle complesse dinamiche territoriali. Eppure, il passo successivo affrontato in letteratura - da Newell, ma anche da Meek (2001) - è la messa a fuoco di un “protocollo” che sistematizzi e renda replicabile una procedura interdisciplinare. La proposta che qui avanziamo è che il protocollo non si possa posizionare, nel caso di Snark, cioè di un network “curatoriale”, come si diceva sopra, nella fase di concept e progettazione vera e propria, quanto nella gestione aziendale (e di project management) della messa a frutto (come prodotti e servizi) dell’offerta.  
– Governance e Trading Zone interdisciplinare
  L’approccio alla “trans-disciplinarietà” di Snark è più simile a quello di Pier Carlo Palermo, che di fatto lavora su qualcosa che è a tutti gli effetti multidisciplinare. Palermo (2009) parte da problemi che riguardano più direttamente l’urbanistica e sposta l’interesse verso un ambito “laterale” dalla teoria che la riguarda, cioè le urban policies e i government tools. Di fatto egli compie un’operazione interdisciplinare, ma solo alla luce di una necessità operativa, non eminentemente teorica. Palermo inquadra problemi che non riesce a risolvere con l’urbanistica tradizionale e quindi cerca altrove strumenti alternativi. Per fare urbanistica oggi, sostiene Palermo, non basta più dotarsi di strumenti quali lo zoning urbanistico, ma bisogna occuparsi di government tools in grado di essere operatori attivi nelle città.   Il processo che ha portato al tipo di interdisciplinarietà che vorremmo qui esporre è stato molto simile. In un certo senso, abbiamo messo tra parentesi il “problema” dell’interdisciplinarietà; per Snark è un “taken for granted”, una macro-questione, che non è stato necessario affrontare in prima istanza, ma che semmai emerge dal processo, dal prodotto, o meglio, dall’”assemblaggio”, per usare un termine caro alla Actor Network Theory (ANT) proposta da Buno Latour (2005).   Le discipline “di partenza”, autonome, rimangono tali (visione dall’esterno); o meglio, non vengono direttamente spese nell’interdisciplinarietà. I loro rapporti, le loro intersezioni, la loro segmentazione reciproca emergono solo “in vitro”, una volta raggiunto il risultato operativo.   Realtà come Snark trovano cioè un terreno “terzo” dove le differenze disciplinari non sono pertinenti, e dove si crea un modo di lavorare, una “procedura”, che non ha a che fare con i paradigmi di partenza. Per parlare dell’approccio di Snark, che mette insieme – nel processo – analisi e progetto, appare più utile rifarsi a Peter Galison. Galison, in Image And Logic, analizza la difficoltà, specificamente nella microfisica, di trovare un’unione ottimale e fruttuosa tra comunità scientifica sperimentale e comunità scientifica teorica. Il dato di partenza è l’impossibilità di condivisione delle due comunità, se considerate per dinamiche interne ed esterne. Un microfisico “sperimentale” fa i suoi esperimenti, legge libri di sperimentali e va ai convegni degli sperimentali. Può non incontrare mai un teorico. Stesso dicasi per i “teorici”. Eppure esistono casi (come quello dei fisici e degli ingegneri della Room 4-133, una stanza del Rad Lab dell’MIT creata nel 1940) in cui le barriere appena elencate vengono meno, e si crea una terza comunità che fa da “ponte” tra le prime. Non esiste, secondo Galison, una “soglia” di traduzione tra le prime due comunità, ma un “territorio di attrito”, una Trading Zone, in cui la compresenza, la prossemica spaziale, le pratiche implicate consentono la nascita di una zona neutra, di una comunità “creola”, di un “pidgin”.   “I fisici e gli ingegneri della Room 4-133, quando montano insieme un nuovo circuito, non sono impegnati in processi di traduzione, né producono commenti “neutrali”: stanno semplicemente lavorando a un nuovo, potente linguaggio, valido localmente, che possa coordinare le loro azioni.” [Galison 1997: 833, trad. nostra]   L’importanza di un terreno terzo e del “luogo” mediatore ci fa pensare alle pratiche di Snark – le call conference, la condivisione in remoto, e soprattutto la necessità di affrontare nuovi problemi alla progettazione territoriale – come a un esempio di border-crossing Trading Zone. Si tratta di una de-territorializzazione disciplinare e di una ri-territorializzazione operativa, che oltre distinzioni come tra “teorici e sperimentali”. Semmai si dirige verso un terreno di “innovatività” e “creatività” nuovo.   4 – Creatività   Si è finora sottolineato come la risoluzione di problemi, in particolare grazie a nuovi approcci alla progettazione territoriale, sia la principale missione di Snark. Lo svolgimento stesso di questo ampio “problem solving” è, più che le singole proposte progettuali elaborate, l'area di applicazione in cui si concentra maggiormente l'attività creativa del gruppo Snark.   Se l'ormai consolidato abuso del termine “creatività”, sommato alla dinamicità dello stesso, può creare incomprensioni, un riferimento alla letteratura è senza dubbio utile per ridefinire l'area di indagine; in particolare l'evoluzione del concetto tra XIX e XX secolo, tracciata da Walter Santagata, sembra un ottimo punto di partenza. Santagata (2004) mostra, infatti, il passaggio da una caratterizzazione intellettuale e psicoanalitica della creatività, rappresentabile con l'immagine del “genio romantico” all'idea di creatività come atto del cervello umano, che prende la forma di un processo.   La tesi sostenuta è il progressivo collasso dei due modelli fino al raggiungimento, nel XXI secolo, di una sorta di sintesi che vede l'aspetto processuale evolvere in procedurale, evidenziando inoltre le dimensioni emozionale, fisica e contestuale.   “La creatività è considerata come un processo caratterizzato da una doppia natura: socio-estetica e organizzativa.” [Santagata 2004: 5]   Nell'epoca dell'economia della conoscenza, in cui per le aziende la differenziazione dell'offerta non ha più nulla o quasi a che vedere con la qualità dei prodotti, è proprio la creatività, intesa quindi nel suo aspetto procedurale, a costituire il vantaggio competitivo. Organizzazioni “creative” possono dunque lavorare in modo più produttivo ed efficace di altre. Ma ciò che rende un’organizzazione creativa è la presenza contestuale di numerose caratteristiche e contingenze idiosincratiche, tanto complesse che sistematizzarle in un modello che le comprenda tutte sembra essere estremamente arduo, se non impossibile.   Uno di tali aspetti, oltre alla creatività individuale dei soggetti coinvolti, è la citata dimensione contestuale, la cui importanza implica inoltre la rilevanza di quella sociale. Amabile (1988) e Woodman, Sawyer & Griffin (1993) sostengono che i fattori correlati all'ambiente di lavoro siano importanti antecedenti alla nascita di attività creative. Speculazioni sui network sociali sembrano mostrare come legami “deboli” siano a tal fine più efficaci di legami “forti”, cioè come posizioni periferiche con numerose e frequenti connessioni esterne al network conducono più probabilmente ad output creativi e potenziali innovazioni, in quanto facilitano l'accesso a un'ampia varietà di alternative:   “An individual working within diverse contexts more likely will be exposed to different and unusual ideas.” [J.E. Perry-Smith, e C.E. Shalley 2003: 92]   Le caratteristiche dell'organizzazione di riferimento creano il contesto di influenza che opera sia sui singoli individui che sui gruppi da essi composti, e influenza la creatività dei loro output. L'organizzazione di Snark, per definizione non gerarchica e decentrata, sembra corrispondere al modello dei legami deboli e minimizza, grazie all'eterogeneità non solo delle competenze presenti, ma anche dei network di appartenenza (e quindi delle sfere di influenza a cui i singoli membri sono soggetti) le possibilità di stagnazione delle idee e cosiddetto “groupthink” (Janis 1972).   Infine, la creatività è per definizione[11] considerata un bene di natura pubblica, il cui effetto, secondo Thompson (2003), è la produzione di idee “nuove e utili”. Quale può essere dunque il rapporto tra l'utilizzo di un bene pubblico come leva per un attività che coinvolge la progettazione di uno spazio anch'esso pubblico? E ancora: esiste un ideale di utilità condivisa da tutti i fruitori di un sistema complesso quale lo spazio pubblico?   Certamente un'organizzazione che intenda affrontare tali problematiche necessita di un altissimo grado di flessibilità e di ampiezza delle prospettive contemplate. Ciò è necessario al fine di trovare soluzioni creative che sintetizzino, nel modo più originale e funzionale, le numerose e variabili esigenze dei portatori di interesse coinvolti, ma soprattutto per innovare realmente rispetto alle soluzioni precedentemente proposte. E l'innovazione avviene solo con l'implementazione delle idee.   5 – Conclusione   Si accennava sopra alle best practises, in riferimento alla produzione di strumenti per la governance e per la progettazione strategica territoriale. Abbiamo elencato alcuni elementi – tra cui la flessibilità del network, l’interdisciplinarità, la creatività – da cui osservare il modo in cui un’azienda come Snark affronta la questione della complessità territoriale.   Sintetizzando per punti le dinamiche organizzative tipiche del Modello Snark, sottolineiamo:
progettazione interdisciplinare costante
relazioni che sfruttano la dinamica del network aperto
modalità di lavoro non per fasi ma per progetto
concorso come momento per il confronto interno oltre che esterno ed esercizio di crescita del team
replicabilità del progetto, che diventa prodotto e/o servizio
management e marketing aziendale
  Si è quindi segmentato il punto di vista in due prospettive utili: quello della progettazione vera e propria, e quello del management aziendale. A questa divaricazione vorremmo tornare per concludere.   Non esiste solo il piano progettuale, quello del territorio, dove si crea la necessità di pensiero laterale, della costruzione di una Trading Zone, di una sufficiente flessibilità in grado di affrontare variabilità di scala, di problemi, di approcci. Esiste anche un altro piano, quello del management, che è in grado di operare, sul territorio, una valutazione di comparazione in grado di trasformare l’episodio isolato (a misura di studio) in offerta di servizio o di prodotto. Anche in questo si basa l’idea di best practice: sulla possibilità di fare di un’esperienza un modello.     BIBLIOGRAFIA Amabile, T.M. 1988. A Model of Creativity and Innovation in Organizations. In Research in Organizational Behavior, 10: 123-167. Bailis, S. 2001. Contending with Complexity: A Response to William H. Newell’s “A Theory of Interdisciplinary Studies”. In Issues in Integrative Studies, 19: 27-42. Evans, R. e Marvin, S. 2006. Researching the sustainable city: three models of interdisciplinary. Environment and Planning A, 38: 1009-1028. Galison, P. 1997. Image & Logic: A Material Culture of Microphysics. The University of Chicago Press, Chicago, IL. Janis, I. 1972. Victims of groupthink. A psychological study of foreign-policy decisions and fiascoes. HMH, Boston, MA. Latour, B. 2005. Reassembling the social: an introduction to actor-network-theory. Oxford Uiversity Press, Oxford. Maturana, H.R. e Varela, F.J. 1984. El árbol del conocimiento: las bases biológicas del entendimiento humano. OEA, Santiago, Chile. Meek, J. 2001. The Practice of Interdisciplinarity: Complex Conditions and the Potential of Interdisciplinary Theory. In Issues in Integrative Studies, 19: 123-136. Newell, J. 2001. A Theory of Interdisciplinary Studies. In Issues in Integrative Studies, 19: 1-25. Palermo, P.C. 2009. I limiti del possibile: governo del territorio e qualità dello sviluppo, Donzelli, Roma. Perry-Smith, J.E. e Shalley, C.E. 2003, The social side of creativity: a static and dynamic social network perspective. In The Academy of Management Review, 28 (1): 89-106. Santagata, W. 2004. I beni della creatività tra arte contemporanea e moda. In Working paper series, 2/2004, EBLA, Torino. Thompson, L. 2003. Improving the creativity of organizational work groups. In Academy of Management Executive, 17 (1): 96-109. Woodman, R.W., Sawyer, J.E., Griffin, R.W. 1993. Toward a Theory of Organizational Creativity. In The Academy of Management Review, 18 (2): 293-321. [1] Si veda, riguardo ai progetti delle municipalità inglesi, R. Evans e S. Marvin, “Researching the sustainable city: three models of interdisciplinary”, in Environment and Planning A, 38, 2006. [2] http://www.avventuraurbana.it/ [3] http://www.carloratti.com/ [4] http://senseable.mit.edu/ [5] Si veda la pagina “Presentation” del sito: http://www.carloratti.com/presentation/index.htm [6] Segnaliamo a questo proposito anche il “design dei servizi” di Ezio Manzini, la sua attività presso il Politecnico di Milano e il suo blog (http://www.sustainable-everyday.net/) [7] http://www.snarkive.eu/ [8] Si veda il testo seminale per il concetto dell’autopoiesi, poi diventato fondamentale per le teorie della complessità: El árbol del conocimiento, dei biologi H.R. Maturana e F.J. Varela. [9] Chairsharing è un progetto di “Snark – space making”, sviluppato da Emanuele Bompan, Gaspare Caliri, Marco Lampugnani, Beatrice Manzoni. Si veda www.snarkive.eu e www.chairsharing.it. [10] Si veda il numero 19 di Issues in Integrative Studies. [11] Si veda ancora W. Santagata, “I beni della creatività tra arte contemporanea e moda”, in Working paper series, 2/2004, EBLA, Torino.
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Istituto Italiano di Tecnologia, Environment Park e Politecnico: nasce a Torino il nuovo centro per le tecnologie future sostenibili
Lavorare su progetti per la riduzione dell’impatto dell’emissione di CO2 e per il miglioramento dell’efficienza dell’utilizzo delle energie alternative e delle materie prime. Sono queste le attività principali su cui si focalizzerà il Centre for Sustainable Future Technologies dell’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia, inaugurato ufficialmente questa mattina a Torino nei nuovi laboratori presso il... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
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