#Dialogo tra Arte e Natura
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Art Site Fest presenta “Anatomia di un digiunatore”: Omaggio a Franz Kafka nel centenario della sua morte
Una lettura-concerto ispirata all'opera di Kafka, il 15 ottobre al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.
Una lettura-concerto ispirata all’opera di Kafka, il 15 ottobre al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. In occasione del centenario della morte di Franz Kafka, l’Art Site Fest propone un evento unico che fonde letteratura e musica: “Anatomia di un digiunatore”, una lettura-concerto dedicata allo scrittore praghese. L’appuntamento è fissato per il 15 ottobre alle ore 18:30 presso il…
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THoO - SACRED GROOVE - Eau de Parfum - Novità 2022 - White paper. Advent in full light.
Feeling the peaceful power of these present days, enjoying the exciting sense of waiting that seems to be an immaculate sheet of paper asking for you to write a poem in golden letters. There’s magic around here, there’s a renewed splendor gleaming on my thoughts, bright filaments of hope, joy, love, intercepting the blazes of my soul. . Arte e Fragranze. In splendido colloquiare.
Una passione contagiosa per l’esplorazione concettuale dei sensi, la contaminazione armonica tra elementi, la natura come musa, il dialogo sempre aperto tra conoscenza, introspezione, creazione. Questo e molto di più nel manifesto olfattivo di THoO che, attraverso l’ultima composizione Sacred Groove indaga la sfera sensoriale del tatto. Dopo gusto (Keep Glazed), udito (Up to the Moon+Get the Feeling) e vista (Each Other) è l’esperienza tattile a confortare l’olfazione. Nata da un progetto in collaborazione con Domitilla Biondi, Sacred Groove esprime il connubio indissolubile tra materia e spiritualità, richiamo alle opere scultoree che l’artista realizza con l'ausilio di carta e cartoncino bianchi. Queste risme informi diventano saggezza del creare, espressione del sentire, prosa viva, scultura tangibile, superfici di incontro sinestetico, ambienti di vita ed emozioni. Questa carta che si trasforma, è respiro dell’immaginazione, ali giganti a sfidare il vuoto, merletto emozionale, specchio reale o fantastico in cui trasmutare aspetto e sostanza. Spinta ad elevarsi, riallinearsi, in un moto di dirompente spontaneità. Paiono emergere dal chiarore di un foglio intonso, dalla trama increspata della sua superficie le note d’apertura, il sentore vegetale speziato di radice d’angelica e l’aspro tocco di arancia amara. Spessore e leggerezza fluttuano in armonia nel cuore etereo, candido, con iris, rosa turca, gelsomino e lavanda fino a mutare in luce e calore nell’ordito dei legni chiari, dentro magnetiche anse ambrate, dove tonka, vaniglia, patchouli, mirra, muschio, danzano all’unisono. La scia è pura, virtuosa, una lucente coda di cometa, di buone nuove ornata, gonfia di mirabili auspici, un bianco tatuaggio da incidere su pelle.
Creata da Cristian Calabrò. Eau de Parfum 75 ml. Nel flacone originale maison in bianco, grigio e oro. In selezionati punti vendita e online ©thebeautycove @igbeautycove
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Al FLA Festival di Libri e Altrecose 2024, con Daniela Quieti
L’Edizione del FLA Festival di Libri e Altrecose 2024 tenutosi come sempre a Pescara dal 7 al 10 novembre 2024, ha riscosso anche questa volta, un grande successo di pubblico. Quest’anno la rosa degli eventi proposta è stata particolarmente ricca, per un totale di quasi 200 appuntamenti: tra letteratura, giornalismo, talk, reading, teatro, fumetto, danza, musica e... altrecose!Noi di Vortici.it abbiamo scelto di seguire per voi la presentazione dell’ultima fatica letteraria di Daniela Quieti(autrice già nota ai lettori di Vortici) dal titolo meraviglioso: FORSE L’ETERNITA’- Poesie (IBISKOS ULIVIERI), tenutasi lo scorso 8 Novembre c/o Sala Unione – Nuovo Spazio Fla.L’incontro è stato moderato da Vittorina Castellano:L’autrice Daniela Quieti, che ringrazio, mi ha poi concesso questa splendida intervista: 1. Forse l’Eternità. Perché hai scelto questo titolo? Qual è il tuo rapporto con essa? Ringrazio di cuore Annapaola Di Ienno, Direttrice Responsabile della rivista Vortici, per questa significativa intervista. Ho scelto il titolo “Forse l'eternità” per la mia silloge di poesie riprendendo il verso finale del componimento che chiude la raccolta. In questo nostro tempo attraversato da tante tragedie e incognite, nel quale la serenità del vivere sembra allontanarsi sempre di più, riavvicinarsi al mistero della trascendenza e dell’infinito mitiga i dolori dell’esistenza, riconcilia con la propria interiorità e con il mondo donando all’anima quell’anelito di eternità che manca al nostro essere temporaneo. 2. Come ti sei avvicinata alla poesia? Dalla giovane età sono stata esortata dalla famiglia e dagli insegnanti alla lettura, alla scrittura e al dialogo. I miei mi donavano libri nelle varie ricorrenze e mi piaceva sfogliarli ed elaborare le mie impressioni. Scrissi i miei primi versi su un piccolo quaderno di altri tempi con la copertina nera e i profili rossi, che custodivo in un cassetto come un tesoro. Con il trascorrere degli anni compresi quanto fosse gratificante riuscire a condividere con i lettori sensazioni ed emozioni attraverso il valore simbolico, fonico e suggestivo della parola scritta. 3. Che cosa ha ispirato questa silloge?Questa silloge di poesie è stata ispirata da riflessioni e interrogativi sullo smarrimento, la transitorietà, le contraddizioni e i timori che modellano il vivere del nostro tempo, custode del mutevole avvicendarsi delle stagioni e dei loro accadimenti voluti o imposti. L’impatto con una realtà incerta, caratterizzata da eventi distruttivi e disorientanti come le guerre, le pandemie, le migrazioni, l’intelligenza artificiale e i cambiamenti climatici, è tale da frantumare le sicurezze che si credevano raggiunte e pone nuovi dilemmi sulla ricerca di senso dell’esistere, chiamando a proiettarsi da una storia individuale in quella collettiva. Nel desiderio di riappropriarsi dell’armonia del creato e della sua interconnessione tra terra e cielo, illuminazioni universali di speranza e amore espandono la consapevolezza sia del dolore sia dell’attesa di una rinascita. 4. Arte e poesia, per te sono due facce della stessa medaglia? Credo che la Poesia sia una delle espressioni artistiche più significative perché evoca l’immaginazione, i sentimenti, lo stupore della natura circostante, esprimendo la consapevolezza di un’esperienza emotiva attraverso un linguaggio strutturato in relazione al suo significato, all’armonia e al ritmo, un “linguaggio universale d’arte e poesia, un diverso tempo per tracciare il giusto posto…” 5. Quale messaggio vorresti lasciare al lettore che leggerà questa tua ultima fatica? Nei miei anni d’insegnamento e nella mia attività giornalistica e sociale sono stata vicino alle coscienze e alle aspirazioni dei giovani e dei meno giovani. Questa nostra società, tanto in crisi quanto a valori, ha bisogno dell’onestà intellettuale e della migliore creatività per realizzare un futuro migliore. Esorto quindi soprattutto i giovani a essere partecipativi e ad avviarsi verso la formazione personale senza la fretta di un fragile successo ma con un solido rigore e con la conoscenza del passato, per capire meglio il presente in un accostamento fertile con i nuovi modelli culturali. Daniela Quieti: laureata in Lingue e Letterature Straniere, già docente di Lingua e Letteratura inglese, è giornalista, presidente dell’Associazione Logos Cultura, direttore editoriale dell’omonimo periodico e della Pegasus Edition. Cura rubriche di cultura e tradizioni per Radio Speranza e alcune testate. Ha conseguito diplomi di specializzazione linguistica e per l’attività di volontariato socio-sanitario. Ha pubblicato diversi libri di poesia, narrativa e saggistica. Partecipa attivamente a rassegne letterarie. Per le sue opere, anche tradotte in altre lingue, e per l’attività culturale ha ricevuto numerosi premi nazionali e internazionali. Read the full article
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ows: La sesta personale di Ben Sledsens alla Tim Van Laere Gallery di Anversa
Tra pesci e stelle
L’ultima mostra di Ben Sledsens, intitolata Between Fish and Stars, si è svolta alla Tim Van Laere Gallery di Anversa dal 29 agosto al 5 ottobre 2024. Questo progetto rappresenta la sesta collaborazione di Sledsens con la galleria e segna una svolta nell’opera dell’artista, che introduce per la prima volta una serie di disegni a carboncino su carta accanto ai suoi noti dipinti. Il titolo dell’esposizione, che si traduce in “Tra i pesci e le stelle”, riflette il vasto spettro di ispirazioni da cui Sledsens attinge, catturando sia la bellezza della natura che quella di momenti quotidiani apparentemente semplici, come una composizione floreale in un salotto.
In Between Fish and Stars, Sledsens esplora una varietà di temi e tecniche. Nei dipinti, l’artista adotta un linguaggio visivo influenzato da maestri come Henri Rousseau e Claude Monet, evidenziando l’uso espressivo del colore e della luce. Tuttavia, il suo approccio non è puramente realistico; piuttosto, mira a distillare l’essenza dei soggetti, a metà strada tra figurazione e astrazione, creando un dialogo sincero tra linee, composizioni e tonalità. Con i disegni a carboncino, invece, Sledsens abbandona il colore per concentrarsi sul gioco di forme e linee, sfruttando la libertà e fluidità offerte da questa tecnica.
Sledsens afferma di ispirarsi a generazioni di artisti precedenti, come Pieter Bruegel e Mark Rothko, combinando elementi di diversi periodi artistici per cercare la bellezza e l’utopico nel quotidiano. L’obiettivo della mostra è invitare i visitatori a riscoprire l’armonia visiva e la bellezza dei dettagli presenti nelle proprie esperienze quotidiane.
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Shop È da poco disponibile su Tim Van Laere Books, il libro dell’ultima mostra dell’artista, anch’esso intitolato Between Fish and Stars. Il libro si compone di 112 pagine con l’introduzione - in quattro lingue tra cui l’italiano - del direttore del Centraal Museum di Utrecht, Bart Rutten.
Ben Sledsens (nato nel 1991 ad Anversa) vive e lavora ad Anversa, Belgio. Le sue opere fanno parte di numerose collezioni internazionali, tra cui il Centraal Museum di Utrecht, il Museum of Contemporary Art di San Diego, il M HKA di Anversa, il CAC di Malaga, la Fundación Canaria para el Desarrollo de la Pintura di Las Palmas de Gran Canaria, l'Hermitage di San Pietroburgo e la Nassima Landau Art Foundation di Tel Aviv.
Immagini Tim Van Laere Gallery
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VIS à VIS FUORILUOGO 27
Artists in residence Project
5 – 25 agosto 2023
Carpinone (IS), artista in residenza OPIEMME
Lucito (CB), artista in residenza Ivano Troisi
Dal 5 agosto 2023 prende avvio la nuova edizione di VIS à VIS Fuoriluogo 27, programma internazionale di residenze artistiche che quest’anno ospita gli artisti Opiemme a Carpinone (IS), e Ivano Troisi a Lucito (CB).
Il progetto, diretto dall’associazione culturale Limiti Inchiusi (Paolo Borrelli e Fausto Colavecchia), è a cura di Tommaso Evangelista. Il programma internazionale di residenze artistiche VIS à VIS Fuoriluogo, che quest’anno giunge alla tredicesima edizione - dall’avvio nel 2012 da parte dell’associazione culturale Limiti Inchiusi - segna il proseguimento dell’azione curatoriale degli anni precedenti con gli artisti ospitati su invito diretto da parte dell’associazione e del curatore, e le opere pensate in dialogo con spazi e contesti specifici. Inoltre, le residenze, mantenendo l’identità che le hanno sinora caratterizzate, ovvero il forte rapporto con le comunità, vengono messe in relazione a degli obiettivi specifici legati ai singoli luoghi.
In questa edizione per quanto concerne Lucito si lavorerà sulla realizzazione di un’opera d’arte pubblica, opera che andrà ad ampliare la già ricca raccolta comunale che accoglie, oltre ad un ricco corpus di lavori di Antonio Pettinicchi, anche il gruppo più ampio di opere legate al progetto Vis à Vis, mentre per Carpinone, per la prima volta coinvolto nel progetto quale primo comune della provincia di Isernia, si lavorerà sull’interazione con la popolazione nella realizzazione di un’opera d’arte pubblica e partecipata, pensata quale un percorso di parole e di idee.
Come ad ogni edizione gli artisti, insieme ai curatori, renderanno vitale la residenza con una serie di workshop, incontri e una restituzione finale che segnerà anche la consegna del lavoro svolto alla collettività. La residenza sarà testimoniata da un catalogo e da un video-documentario che sarà presentato a dicembre.
Limiti inchiusi, tra le associazioni promotrici di STARE - Associazione delle Residenze d'artista italiane -, si dimostra tra le residenze artistiche più longeve e interessanti dedicate alle aree interne e alle comunità locali.
Gli artisti invitati a VIS à VIS Fuoriluogo 27 sono Opiemme che lavorerà a Carpinone (IS), e Ivano Troisi (Salerno 1984) che opererà a Lucito.
Ivano Troisi (Salerno 1984), vive e lavora tra Arezzo e Salerno. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, il suo lavoro parte dall’osservazione della natura per attuare un’analisi dei processi che ne caratterizzano trasformazioni e mutazioni. Tra le sue mostre più importanti troviamo: Se il dubbio nello spazio è dello spazio, MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, a cura di Nemanja Cvijanovic e Maria Adele Del Vecchio (2014); Galleria Tiziana Di Caro, Salerno (2012 e 2014); Leggerezza della terra, Tempo Imperfetto. Sguardi presenti sul Museo Archeologico Provinciale di Salerno, un progetto della Fondazione Filiberto Menna, a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani (2014); Prima, Galleria Nicola Pedana, Caserta (2018); Ex voto, Museo Archelogico, Pontecagnano (2019); Il sussurro del mondo, Fondazione Plart, Napoli, a cura di Luca Beatrice (2020); Rethinking Nature, Museo Madre Napoli, a cura di Kathryn Weir e Ilaria Conti (2022). Nel 2014 Troisi è stato nominato per il Prima Pagina Art Prize, il concorso promosso da Il Resto del Carlino e Quotidiano.Net, nell’ambito di Arte Fiera Bologna. Nel 2017 ha preso parte al programma di residenze per artisti BoCS Art Cosenza. Nel 2019 è invitato ad Open Dream Treviso, a cura di Flavio Arensi, Valentino Catricalà e Martina Cavallarin. Successivamente partecipa a varie collettive da ricordare: La potenza dell’arte contemporanea, Pinacoteca Provinciale di Potenza, a cura di Lorenzo Benedetti e Opere, idee, progetti, persone dalla collezione del Madre, Castello Macchiaroli, Teggiano (SA) a cura di Andrea Viliani e Silvia Salvati, è presente nella collezione “Doni” - Imago Mundi Luciano Benetton Collection e nell’Atlante dell’arte contemporanea a Napoli e in Campania, a cura di Vincenzo Trione (Electa, 2017). Nel 2022 è invitato da La Quadriennale di Roma a Partecipare ad una Masterclass di Hans Ulrich Obrist, intitolata L'ideologia del curatore, nella Sala Tenerari di Palazzo Braschi, Roma. www.ivanotroisi.com
Opiemme è un gruppo di Torino (Italia), formato da Margherita Berardinelli e Davide Bonatti. La pratica di Opiemme indaga i confini tra parole e immagini, alla ricerca di nuovi modi di presentare la poesia. Dal 2000 la ricerca di Opiemme si concentra sull'arte pubblica volta a diffondere la poesia al pubblico, con performance collettive, installazioni e interventi di poesia di strada. Ciò ha portato Opiemme ad esibirsi in diverse città europee in collaborazione con diverse fondazioni di poeti con l'obiettivo di creare nuove occasioni di lettura, come per il murale dipinto per le Fondazioni Fernando Pessoa e Josè Saramago a Lisbona, o una facciata di 12 piani dedicata a Wisława Poesia Szymborska a Danzica, o un intervento pittorico a Krakow in occasione del centenario della poetessa polacca. www.opiemme.com
Limiti inchiusi è un’associazione di produzione culturale e artistica con sede a Limosano in provincia di Campobasso. Fondata nel 1994, promuove progetti d’arte contemporanea dal respiro internazionale in costante dialogo con il territorio del Molise, come indagine sul paesaggio e i paesi molisani. Con residenze d'artista, mostre, installazioni d’arte pubblica, workshop, laboratori ed incontri, Limiti inchiusi pone al centro il territorio regionale per rileggerlo e mapparlo nei suoi cambiamenti, creando nuove narrazioni. Il lavoro svolto negli anni, documentato con numerose pubblicazioni, ha riguardato la produzione di opere d’arte, la didattica con le nuove generazioni, la ricerca e l’inclusione sociale con uno sguardo attento alle emergenze e problematiche delle comunità coinvolte. Dal 2012, con la direzione degli artisti Paolo Borrelli e Fausto Colavecchia, l'associazione ha inaugurato i programmi internazionali di Residenze per artisti Vis à Vis Fuoriluogo e Vis à Vis Flâneur. Nel 2021 Limiti inchiusi è tra i soci fondatori di STARE – Associazione delle Residenze d'artista italiane.
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A Pesaro Capitale della Cultura italiana 2024, "rendere i giovani motori del cambiamento"
A Pesaro Capitale della Cultura italiana 2024, "rendere i giovani motori del cambiamento". Il programma di Pesaro Capitale della Cultura 2024 si arricchisce di una chiamata alle giovani generazioni per esprimere la loro idea di futuro. Entro la fine dell'anno, l'associazione WAYouth ETS con il supporto della Fondazione Wanda Di Ferdinando ETS e il patrocinio di Pesaro 2024, coinvolgeranno più di 200 studenti e studentesse delle scuole superiori provenienti da tutta Italia all'interno di cinque eventi a loro dedicati: cinque tappe pensate come maratone didattiche da 3 giorni no-stop che porteranno i giovani a progettare idee innovative a partire dalle parole chiave arte, natura e tecnologia. WAYouth è una no-profit composta da più di 60 giovani under-25, provenienti da tutto il Paese. Si occupa di promuovere l'innovazione all'interno del mondo scolastico attraverso la progettazione di laboratori didattici per studenti e studentesse, secondo il modello del peer-mentoring. Nata nel 2017 in seno al Ministero dell'Istruzione, negli anni WAYouth è riuscita a intercettare più di 12.000 giovani con l'obiettivo di ingaggiare e connettere le nuove generazioni verso l'espressione della loro visione di società e futuro. "Rendiamo i giovani motori del cambiamento" è il motto del gruppo. Le maratone didattiche messe a punto da WAYouth per la Capitale della Cultura, nelle cornici di Palazzo Gradari e Palazzo Mazzolari, si inseriscono all'interno dell'impegno filantropico della Fondazione Wanda Di Ferdinando ETS, che dal 2003 opera sostenendo iniziative di interesse umanitario quali assistenza, soccorso, protezione di esseri umani, con particolare riferimento ai bambini. Durante la conferenza stampa del filone progettuale, tenutasi presso la Sala Rossa del Comune di Pesaro, presenti anche Daniele Vimini, vicesindaco e assessore alla Bellezza del Comune di Pesaro, e Silvano Straccini, direttore generale di Pesaro 2024. "Siamo felici dello sviluppo generale di questo progetto che rientra pienamente nelle corde e nella visione di Pesaro 2024. Durante questi eventi i giovani sono chiamati a confrontarsi e relazionarsi per elaborare nuove idee, grazie anche al peer-mentoring, base portante dei laboratori di WAYouth. Quello che ci aspettiamo da questo percorso è un patrimonio per Pesaro e per il suo futuro" le parole di Vimini. Straccini aggiunge: "WAYouth sposa le tematiche di Pesaro Capitale della Cultura 2024 ed è orientata a sviluppare delle progettualità di creazione di laboratori concentrati nel coinvolgimento dei giovani, riflettendo su argomenti che afferiscono alla cultura e a temi ambientali e tecnologici. Le idee e i progetti nati durante questi laboratori possono essere di grande spunto per il futuro di questa città e i giovani stessi, beneficiari delle iniziative didattiche di WAYouth, potranno essere artefici di progetti più o meno grandi che saranno effettuati tra il 2024 e il 2025". La presidente della Fondazione, Federica Maria Panicali, ha dichiarato: "Sosteniamo con fiducia il percorso che WAYouth propone e che promuove una consapevolezza giovanile volta ad incidere nelle città che abitiamo. Ringraziamo la direzione di Pesaro 2024 e il Comune di Pesaro per l'architettura di questa sinergia. Si tratta di investire, insieme, in un processo di medio termine che si intreccia, allargando la prospettiva, con una questione urgente di giustizia intergenerazionale. La DFondazione Wanda Di Ferdinando ETS, occupandosi perlopiù di minori, considera prioritaria la tematica; per questo, a livello nazionale, è tra i firmatari della Dichiarazione d'impegno delle fondazioni e degli enti filantropici per il dialogo intergenerazionale promossa dalla rete Assifero. Come in ogni nostra azione, nel cammino con WAYouth c'è un passo locale e un passo più ampio volto al possibile". Le date da segnare sul calendario sono 8-10 maggio, 16-18 ottobre, 11-13 dicembre. Ogni tappa partirà dalla dimensione territoriale della città di Pesaro per muovere successivamente verso grandi temi di ampio respiro, culminando nell'ultimo evento di dicembre che avrà una portata nazionale. Sean Lo Prinzi, presidente di WAYouth, commenta: "WAYouth è la lente attraverso cui i giovani possono imparare a guardare al passato, al presente e al futuro. Crediamo sia di estrema importanza che le nuove generazioni osservino la realtà con occhio critico, esprimendo cittadinanza attiva. Nonostante la nostra attività sia itinerante su scala nazionale, è fortemente legata allo sviluppo dei territori: abituare gli studenti e le studentesse a mettere in rapporto i propri paesi, province e città con il resto del mondo è lo strumento attraverso il quale perseguiamo la nostra visione, tentando di scatenare una virtuosa reazione a catena per contaminare l'intero sistema scolastico nazionale". "Sono trascorsi sei anni da quel 2018, anno in cui sono entrato a far parte di WAYouth, anno in cui sono saltato sul primo "trampolino di lancio" del mio percorso di vita. WAYouth ha saputo valorizzare il mio potenziale, fornendomi gli strumenti e le opportunità necessarie per crescere. Dal public speaking al dialogo con le istituzioni, dal coordinamento di cento studentesse e studenti al saper essere felice con le persone intorno a me: sotto tanti aspetti questa realtà mi ha messo alla prova. WAYouth non è semplicemente un'associazione, è l'esperienza fondamentale per ogni diciassettenne che ancora non conosce quale è e sarà il suo posto nel mondo, ma sceglie di crearselo", aggiunge Lorenzo Ghettini, classe 2001 e alumnus di WAYouth.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Franciacorta, da La Montina a “Montina”. Nuovo naming e identità visiva per l’azienda vinicola.
Nuovo posizionamento del brand e identitàvisiva per Montina, Franciacorta. Un dialogo tra passato e presente, arte e natura, famiglia e comunità.La scelta del naming “Montina” e il nuovo logo rappresentano l’evoluzione della Famiglia Bozza che accoglie ambizioni e sfide della contemporaneità nel rispetto dei valori delle generazioni precedenti. L’identità visiva, raffigurata dal ritorno della…
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Matteo Mandelli tra Phygital art e tradizione all’Art Dubai Fair 2024
Artista emergente, Matteo Mandelli opera un'arte non solo come espressione di una natura essenziale e ontologico metafisica ma come struttura diretta ad una transazione accompagnata da un'emozione estetica attraverso una forma significante. L’artista lombardo esplora l’oltre facendoci attraversare la dimensione del Reale, traslandoci direttamente in un non luogo che ci permette di rientrare in contatto con il nostro IO più intimo. The Contact, progetto nato poco più di un anno fa, ha cavalcato alcune delle manifestazioni più importanti nel mondo dell’arte contemporanea facendosi notare ad Art Basel Hk, al Frieze London nell’autunno scorso, al Festival W3N? a Narva riscuotendo molto interesse e curiosità sia da parte di importanti collezionisti internazionali che di gallerie ed istituzioni museali alla ricerca di una nuova modalità di linguaggio e interpolazione se non che modernizzazione rispetto ad un sistema arte statico e poco incline al dialogo rivoluzionario proposto dall’arte digitale. Matteo Mandelli fa confluire nella sua visione artistica della vita e del mondo, concetti fondamentali quali il tempo e la sua essenza di “tempus fugit”, che convogliano in una nuova dimensione che è quella denominata dagli esperti di settore Phygital Art. Osservando la nascita delle sue opere durante le performance live, si è colpiti irrimediabilmente dallo scoppio dei cristalli liquidi dei suoi schermi, che si tramutano inaspettatamente in forme e colori che rapiscono chi osserva in un turbine di sensazioni visive ed emozioni irripetibili. La peculiarità del lavoro di Matteo Mandelli, sta proprio nella commistione di fisico e digitale, cioè le mani dell’uomo riescono a creare in parte l’opera che viene terminata dal dispositivo stesso a seconda di come viene effettuato il taglio con un flessibile. Il momento dell’esplosione vera e propria dei cristalli dà vita ad un fascio luminoso che ci porta direttamente a legarci alla nascita dell’universo assieme ad un senso di sacralità che ci viene fornito dall’ambivalenza di un gesto di “creazione decostruttiva”. Le performance di Mandelli, artista attento al ciclo di smaltimento, trasformano i rifiuti in opera d’arte, proprio seguendo la filosofia dell’upcycling, o meglio attuando un riutilizzo creativo, al processo di trasformazione di materiali di scarto, prodotti inutili o indesiderati in nuovi oggetti percepiti come di maggiore qualità, a cui viene attribuito un valore artistico. Tale concezione dell’atto artistico si rifà alle idee di Duchamp, Burri e Piero Manzoni. In occasione dell’apertura di Art Dubai Fair2024, in collaborazione con Cinello, startup che utilizza la tecnologia DAW® che rende l’immagine sullo schermo unica nella sua fattispecie (la parte digitale infatti si innesta nel dispositivo creando un prodotto senza uguali), l’artista taglierà in occasione di due performance live alcuni degli schermi che entreranno a far parte dell’installazione presso il Booth di Holy Gallery dal 27 febbraio al 3 marzo. Read the full article
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Dal 17 febbraio al 21 aprile (anteprima stampa il 16 febbraio alle ore 12.00 e inaugurazione alle ore 18.00) il Museo Carlo Bilotti di Roma, in Via Fiorello La Guardia, 6 e Viale dell’Aranciera, 4 nel cuore di Villa Borghese, ospita, a cura di Gabriele Simongini, la mostra, progettata dall’artista per il Museo, “Manuel Felisi 1:1” dedicata al mondo animale (ingresso gratuito; orari: dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 16.00 e il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 19.00). Il Museo Carlo Bilotti, per l’artista, è la sede ideale per ospitare il suo progetto incentrato sulla raffigurazione su grandi tavole di legno di un bestiario posto in dialogo con il vicino Bioparco, il giardino zoologico più antico d’Italia (Piazzale del Giardino Zoologico, 1, aperto tutti i giorni). La collaborazione con la Fondazione Bioparco di Roma inoltre consente di osservare dal vivo alcuni degli animali ritratti dall’artista e protetti al suo interno per rendere possibile un ulteriore approfondimento sulla natura delle specie. In esposizione 80 opere, come suggerisce il titolo “1:1”, a grandezza naturale, realizzate con la tecnica di pittura ibrida - cifra stilistica di Felisi (Milano, 1976) - che da sempre pratica un’arte di commistione tra tecniche e linguaggi, modi della tradizione e innovazione tecnologica, trovando nella versatilità la chiave della sua ricerca. “Felisi/Noè - scrive il curatore Gabriele Simongini - porta nella grande Arca della pittura l’immagine/memoria di animali la cui esistenza è spesso minacciata dalla nostra folle e pervasiva aggressione ambientale. Sospesi fra apparizione e scomparsa, non di rado trasformati in presenze fantasmatiche, gli animali ci fissano quasi increduli, stagliandosi in scala reale su sfondi che sembrano evocare anche la raffinatezza dell’Art Déco e comunque un tempo che già appartiene alla dimensione del ricordo.” Infatti, se nelle opere dell’artista l’iconografia centrale sono le forme arboree e floreali, simboli di vita che inneggiano alla forza della natura, nella mostra 1:1 Felisi si cimenta per la prima volta nella rappresentazione del regno animale, che vede insieme a opere bidimensionali, alcuni lavori sottratti alla staticità attraverso animazione digitale ottenuta con interventi di digital art. “Sulle ampie superfici di legno - afferma l’artista - i rulli e le garze, le resine e le campiture irregolari che caratterizzano la mia pittura hanno trovato il terreno fertile per creare un mondo fantastico dove immergere i miei animali.“ La mostra è nata nell’anima dell’artista nel corso del primo lockdown, nella primavera del 2020. In un periodo drammatico come quello del Covid e di stasi forzata, alcune foto di animali, scattate da Felisi durante un viaggio in Senegal, “hanno suggerito una riflessione sui pericoli che le specie animali stanno correndo a causa del degrado del loro habitat naturale. Attraverso la mediazione dell’arte, Felisi crea così l’idea di un giardino incantato che possa mettere al riparo gli animali da qualsiasi insidia. Il richiamo evidente è quello con l’Arca biblica. Ogni Arca è fatta di legno e quella creata da Felisi non fa eccezione, motivo per cui per le opere in mostra utilizza grandi tavole di legno. Non mancano i richiami al Contemporaneo. In particolare al ‘Bestiario’ realizzato da Andrea Pazienza, una raccolta di disegni, schizzi, illustrazioni del noto fumettista dedicati al mondo animale e alle creazioni per bambini ideate da Bruno Munari, in cui le forme degli animali giocano un ruolo chiave”. Nel corso del vernissage, venerdì 16 febbraio alle ore 18.00 si svolgerà un incontro, moderato dal curatore Gabriele Simongini, organizzato da National Geographic Italia, tra Manuel Felisi e il pluripremiato fotografo naturalista Bruno D’Amicis. Il confronto tra i due porterà Felisi alla realizzazione di un’opera inedita sulla base di una foto di D’Amicis raffigurante un grande orso marsicano, con l’idea di sensibilizzare il pubblico alla conservazione di questa specie a rischio anche attraverso lo specifico linguaggio dell’artista.
Attualmente a Roma, presso l’Aeroporto di Fiumicino al Terminal 1, in sintonia con la mostra allestita al Museo Bilotti, sono in esposizione due opere di grande dimensione di Manuel Felisi dal titolo Vertigine posizionate una di fronte all’altra: una serie di griglie composte da piccole tele vanno a scomporre e a ricomporre fotografie di alberi, ritratti senza foglie e protesi verso il cielo in due momenti diversi nell’arco della giornata, la mattina e la sera. Le opere testimoniano l’intento dell’artista di portare l’attenzione - in un luogo di continuo passaggio - sul mondo della natura e sulla preservazione dell’ambiente. L’esposizione, accompagnata da un ampio catalogo pubblicato da Gangemi Editore, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, prodotta e organizzata dalla Galleria Russo con il sostegno del Gruppo Banca del Fucino, in collaborazione con la Fondazione Bioparco di Roma e in media partnership con National Geographic Italia.
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TRASFORMARE IL VETRO. NATURA, MATERIA E SOSTENIBILITÀ
Un dialogo tra arte e natura di 5 artisti che si sono dedicati al vetro, riutilizzando oggetti usati o mescolando il vetro con materiali naturali o artificiali
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Al via la X edizione di Art Site Fest: Arte, storia e natura in dialogo dal 13 settembre al 26 novembre 2024
Living Beings e Paesaggi narranti: L’arte incontra la sostenibilità nei luoghi più iconici di Torino e dei territori del Monferrato e Roero
Living Beings e Paesaggi narranti: L’arte incontra la sostenibilità nei luoghi più iconici di Torino e dei territori del Monferrato e Roero. Dal 13 settembre al 26 novembre 2024, torna a Torino l’attesa decima edizione dell’Art Site Fest, una rassegna che ha saputo conquistare il pubblico nel corso degli anni grazie al suo perfetto connubio tra arte, storia e natura. Il festival, diretto da…
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Overland, un’installazione site-specific di Tommaso Chiappa dedicata al viaggio e alla scoperta
Palermo - L'arte dove meno te l'aspetti. Si intitola "Overland" l'installazione site-specific dell'artista Tommaso Chiappa, allestita nei locali dello studio dentistico Biodent srl del dott. Angelo Inzerillo in via Puccini 70, che sarà inaugurata sabato 24 giugno alle ore 17.
Negli ultimi anni l'artista palermitano si è distinto per aver portato la pittura fuori dai tradizionali contesti, nei luoghi di lavoro, fabbriche, business center, studi legali e sedi di ordini professionali, alberghi e ristoranti, cliniche e ospedali in tutta Italia. Con gli obiettivi di ampliare l'accessibilità e la fruizione delle opere a un pubblico più vario, connettere l'arte alla vita quotidiana delle persone, stimolare il dialogo tra l'arte e la società, impreziosire gli ambienti di lavoro con un tocco di creatività, arricchire l'esperienza sociale e migliorare la qualità del tempo trascorso in quei luoghi.
Overland propone un percorso di opere pittoriche inedite, ispirate al tema del viaggio e della scoperta, che si inseriscono nello studio dentistico dialogando con lo spazio circostante, dalla reception alla sala di attesa, dal corridoio, fino alle sale operatorie e agli altri ambienti di lavoro.
Overland è un viaggio avventuroso per le strade del mondo. Un'esplorazione attraverso luoghi cari all'artista - da Barcellona a New York, da Palermo a Milano – popolati da folle multicolore che riflettono il continuo cambiamento ed esprimono la dimensione sempre più multiculturale e multietnica delle nostre società. L'artista nelle sue opere racconta il rapporto quotidiano uomo-ambiente urbano e uomo-natura. Il luogo non è solo lo spazio che ci circonda ma è anche emozione, ricordo e memoria, scambio e interazione. L'installazione, pensata e creata negli ultimi anni, ha fatto i conti con la pandemia e con la guerra, ma anche con l'idea di rappresentare una società che prova ad andare avanti. Al tema della Natura Chiappa dedica la raffigurazione di un ficus monocromatico e di alcuni suggestivi paesaggi marini.
L'artista propone opere ad olio su tela con una pittura liquida, attenta al particolare e alla qualità della luce. Ultimamente Chiappa, che in precedenza ha lavorato con la monocromia, utilizza i colori puri, con sfumature nette e i contrasti forti con il bianco di titanio. Il bianco rappresenta l'assenza di colori ma al tempo stesso la sublimazione metafisica nella luce che avvolge la realtà.
Tommaso Chiappa (Palermo, 1983) si è formato artisticamente a Milano, compiendo i suoi studi all'Accademia di Brera e legando il proprio nome alla Galleria di Luciano Inga- Pin con alcune mostre che lo hanno fatto conoscere a un più vasto pubblico. Ha partecipato a numerose personali e collettive in Italia e all'estero. Tra gli altri, la Clio Art Fair di New York (2017). Al suo percorso artistico la critica e storica dell'arte Vera Agosti ha dedicato il libro "Origine di Tommaso Chiappa (Prearo Editore). L'artista predilige per le mostre contesti insoliti e luoghi di lavoro, come fabbriche (Electrolux, Solaro), studi legali (La Scala, Milano; ospedali (IRCCS Maugeri, Pavia), sedi di ordini professionali (Villa Magnisi sede Ordine dei Medici), alberghi e ristoranti (Hotel Excelsior Hilton, Palermo; Antica Focacceria San Francesco, Milano e Palermo). Di recente ha curato la direzione artistica del progetto espositivo Genio italiano al Museo Onda Rossa di Caronno Pertusella (VA) dedicato a Leonardo da Vinci. Sempre nel 2020 ha ideato e curato l'installazione Restart city presso la sede di Ucimu – sistemi per produrre, Associazione Costruttori Italiani Macchine Utensili, Robot e Automazione – a Cinisello Balsamo (MI). Ha realizzato progetti di riqualificazione urbana a Bagheria (facciata dell'istituto professionale D'Acquisto, "Umano colors street", 2018 – facciata laterale "People and Peace" 2022), Termini Imerese (zona adiacente al Liceo artistico "Ugdulena" e murales "Energy Street Social" all'esterno e all'interno dell'azienda Genovese nella zona industriale, 2019) e Palermo (parcheggio sopraelevato "Multicultural-educarnival" del Centro Commerciale La Torre, 2020 e nello stesso parcheggio" Resilienza" 2022; People Air Basket riqualificazione facciata interna Scuola Elementare Lambruschini 2022).
Le opere esposte in permanenza nello studio dentistico Biodent srl del dottor Angelo Inzerillo potranno essere ammirate negli orari di apertura dello Studio o su prenotazione, nel rispetto degli orari e delle modalità lavoro del personale.
Info e contatti
Tommaso Chiappa:
Cell: 3398697986
Sito: www.tommasochiappa.eu
Facebook tommasochiappa artist
Instagram tommasochiappa_artist_
Per appuntamenti:
www.studiodentisticoinzerillo.it
Tel: 091 616 6050
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Tomaso Binga poeta e artista femminista
https://www.unadonnalgiorno.it/tomaso-binga/
Tomaso Binga, alter ego di Bianca Pucciarelli, è una figura di punta della poesia fonetico-sonora-performativa.
Un’artista che ha attraversato i momenti più intensi dell’arte italiana degli anni Sessanta e Settanta, quando arti visive, teatro, musica e poesia convergevano in un dialogo denso di nuove possibilità.
Ha assunto un nome maschile in segno di protesta contro le disparità che caratterizzano la relazione uomo-donna.
Tutto il suo lavoro artistico è incentrato sulla “scrittura verbo visiva” e sulle azioni sonoro/performative, per tentare un processo di de-semantizzazione del codice verbale.
Nata a Salerno il 20 febbraio 1931, ha fatto studi classici. Già a dieci anni scriveva poesie e racconti. Nel 1959, ha sposato Filiberto Menna, che sarebbe diventato uno dei più autorevoli critici italiani. All’epoca lui era medico e lei insegnante.
Salerno tra gli anni Sessanta e Settanta era una città di grande vitalità intellettuale in cui hanno visto la luce luoghi espositivi aperti al dibattito. Personalità come Marcello e Lia Rumma, hanno creato, nel 1966, le Rassegne di Pittura, agli Antichi Arsenali di Amalfi, nel cui ambito si è svolta, due anni dopo, Arte povera più azioni povere, a cura di Germano Celant.
Era anche nata la rassegna di teatro d’avanguardia Nuove tendenze e la sperimentazione militante del Teatrogruppo, ispirata al Living Theatre.
I suoi riferimenti artistici, fin dall’inizio, sono stati l’arte concettuale e la poesia visiva. Fenomeni artistici che, pur avendo una minore visibilità, portavano avanti una sperimentazione più radicale.
Nel 1971, per la sua prima mostra L’oggetto reattivo in cui presentava opere di poesia visiva, ha deciso di farsi chiamare Tomaso Binga.
Il mio nome maschile gioca sull’ironia e lo spiazzamento: vuole mettere allo scoperto il privilegio maschile che impera anche nel campo dell’arte. È una contestazione, per via di paradosso, di una sovrastruttura che abbiamo ereditato e che come donne vogliamo distruggere. In arte, sesso, età, nazionalità non dovrebbero essere delle discriminanti. L’artista non è un uomo o una donna ma una PERSONA. Il mio alter ego, Tomaso, è un richiamo diretto a Filippo Tommaso Marinetti (con una sola “m” per caduta di una costola) e a una stagione dell’arte italiana quanto mai viva e vivace.
Ha frequentato la Cooperativa Beato Angelico, collettivo femminista di sole artiste.
La sua ricerca abbracciava uno dei nuclei fondamentali della discussione del movimento delle donne, la necessità di rifondare il linguaggio, strumento del potere patriarcale, della storia, della legge, della religione, che ha contribuito all’emarginazione femminile. Anche per questo, nelle opere di quegli anni, il corpo spesso si opponeva alla parola e diventava uno strumento di espressione alternativo, elemento fondante di un nuovo modo di comunicare.
Nei suoi lavori le parole sconfinano dai luoghi deputati, proliferano come cellule, invadono gli spazi che ci circondano.
Dal 1974 ha diretto l’associazione culturale Lavatoio Contumaciale, luogo di aggregazione che si occupa di poesia, arti visive, letteratura, musica e multimedialità promuovendo manifestazioni e dibattiti sui diritti umani, contro ogni forma di violenza e per la salvaguardia della natura.
Il centro, negli anni, ha visto passare importanti nomi della letteratura, del cinema e del teatro come Dacia Maraini, Maria Luisa Spaziani, Amelia Rosselli, Roberto Benigni, Giuseppe Bartolucci, Gianfranco Baruchello, Nanni Balestrini e tanti e tante altre ancora.
Nel 1978 ha partecipato alla mostra Materializzazione del linguaggio a cura di Mirella Bentivoglio, per la Biennale di Venezia, dove ha presentato i Dattilocodici, lavori fatti con la macchina da scrivere. È stata la prima grande mostra tutta al femminile, un momento importante all’interno di una situazione artistica italiana che stentava a riconoscere l’apporto delle donne, sempre marginalizzate.
Nella sua particolarissima pratica artistica, è contraddistinta da una modalità di analisi critica del linguaggio dominante, profondamente ironica e antiretorica – tra scrittura verbo-visiva e azioni performative, le istanze femministe si esprimono senza rinunciare al motto di spirito.
Ironia e grottesco, denuncia e dissacrazione, non senso e luogo comune, sono i principali ingredienti delle sue performance poetiche.
Tomaso Binga ha precorso i tempi, scardinato pregiudizi e combattuto il gender gap, con un entusiasmo coinvolgente e disarmante.
Donne e uomini dovremmo perseguire uno stato di armonia dove a tutti gli esseri viventi, umani e non, venisse riconosciuto il diritto di esistere e realizzarsi secondo la propria natura. La chiusura della poesia non è una sentenza, ma un monito: bisogna restare vigili, perché i diritti e le libertà che abbiamo ottenuto non sono eterni.
Contro il costume che attribuisce un significato maschile al lavoro dell’artista, io sono una cartuccia e va…sparata!
Grande la sua attitudine alla collaborazione e al confronto, i suoi progetti sono il risultato di incontri con donne, più o meno note.
Ultimamente, nelle sue mostre personali, riserva una stanza o uno spazio per le opere di altre artiste che sceglie e che supporta.
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Helle - “Simone”
Il nuovo singolo della cantautrice e producer bolognese
Un ultimo tentativo di dialogo per aggrapparsi a un amore non ricambiato. In “Simone” prende forma il momento stesso in cui la disperazione è più forte della vergogna e, pur consapevoli che l’amore non c’è, si cerca di aggrapparsi alla flebile speranza che le parole giuste possano accendere una fiamma ormai fredda. “Simone” è il primo singolo estratto da “La Liberazione” il secondo disco della cantautrice e producer bolognese.
In questo concept album Helle si fa narratrice, attraverso un folk essenziale ed un linguaggio diretto, del ritorno all’istinto e alla libertà primordiale; una storia in cui amore, natura e debolezze umane si incontrano e si separano. Una decisa virata sonora e stilistica rispetto al pluripremiato disco d’esordio “Disonore”, ma capace di coniugare nuovamente in maniera moderna e urban il songwriting, senza tralasciare del tutto la vena poetica di “Carovane”, la raccolta di poesie appena pubblicata dalla stessa cantautrice.
La vaga ispirazione letteraria di questo concept album è la tragica vicenda di Ofelia, raccontata nell’Amleto di Shakespeare. Le canzoni raccontano la storia di una ragazza che decide di gettarsi in un fiume dopo una delusione amorosa. Mentre affoga, l’acqua che scorre rievoca il suo passato, cullandola e trasportandola nei ricordi che l’hanno spinta a compiere quella decisione.
Lisa Brunetti, in arte Helle, nasce a Bologna nel giugno 1994. Comincia a scrivere poesie ad undici anni, a suonare la chitarra dall’adolescenza. Ha lavorato per quattro anni in Fonoprint, dove ha avuto l’opportunità di conoscere e collaborare con Bruno Mariani. Negli stessi anni ha suonato con Ricky Portera. Nel 2016 partecipa ad Area Sanremo arrivando fra i 70 finalisti del concorso. Dopo la pubblicazione di vari singoli in inglese e in italiano, arriva per Helle il momento di intraprendere una nuova fase della sua carriera artistica. Il 19 maggio 2020 esce in radio il singolo “Tra le strade della mia città”, il 27 novembre 2020 arriva il nuovo singolo “Al Pacino”, entrambi prodotti, suonati e arrangiati dalla stessa Helle.
Seguono questa uscita i brani “Carovane” e “Rispetto”. Il 25 giugno 2021 pubblica l’album “Disonore”, disco electro pop che caratterizza il nuovo corso artistico e professionale di Helle, cantautrice e producer bolognese, che a poche settimane dall’uscita (giugno 2021) ha vinto il PREMIO SPECIALE assegnato dal MEI «Per aver affrontato con sonorità spiccatamente elettro-indie e liriche dal forte peso sociale, il tema della Libertà attraverso l’analisi delle sfumature dell’animo umano, soprattutto quello femminile». Successivamente pubblica “2, 107”, brano con il quale vince il PREMIO LUNEZIA NUOVE PROPOSTE NEW MOOD «Per aver offerto nel brano 2, 107 una visione delicata e cruda con tappeti sonori moderni e sperimentali sulla morale delle donne». Proprio di recente poi ha vinto il PREMIO DELLA CRITICA all’interno della rassegna del Premio InediTo 2022 per la sezione “Testo canzone” ed è stata finalista del Premio Bindi 2022. “Tu mi volevi bene”, “Chimere” e "Tom" sono gli ultimi singoli estratti dal disco d'esordio.
Il 13 gennaio 2023, dà alle stampe in versione cartacea ed ebook, il libro di poesie "Carovane" (ZONA Contemporanea), in contemporanea con l'uscita del singolo “Oggi è già ieri, il domani è eterno” realizzato e prodotto dalla stessa autrice. Le poesie di Helle – fuori dal disincanto, ma mai con distacco – poggiano sulla forza della parola e su immagini che si prestano alla metafora e all'allegoria, rivelando una scrittura consapevole, complessa come la realtà che descrive. A febbraio è partito da Bologna il Carovane Tour che la vede impegnata in numerose date: una doppia esperienza live che porta nelle librerie e nei club uno spettacolo intimo e al contempo intenso ed energico, in cui vengono presentate le canzoni di Helle e le poesie di “Carovane” attraverso un file rouge che le lega.
Etichetta: Volume!
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