#Esplorazione carattere
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Il carattere in psicologia: articolo introduttivo al concetto di automatismo comportamentale
Esplorare il concetto di carattere in psicologia è una sfida affascinante, poiché si tratta di un fenomeno tanto complesso quanto sfuggente. Il carattere è più di una semplice descrizione dei tratti comportamentali di un individuo; è piuttosto il tessuto stesso della nostra esperienza, il modo unico in cui ogni persona interagisce con il mondo che la circonda. Per comprendere appieno il…
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“Tirannia della libertà”: le culture moderne, improntate all’individualismo, godono di un eccesso di libertà che conseguentemente causa una ridotta soddisfazione nei confronti della vita e un incremento di depressione clinica e ansia. avere troppe scelte comporta un sovraccarico di informazioni e maggiori opportunità di rimpianto successive. (esplorazione intensa, prima dello stadio della scelta, si associa a uno stadio di malessere). ancora, scelte percepite come irrevocabili comportano maggiore soddisfazione rispetto a quelle di carattere reversibile.
questa fragilità diffusa caratterizza anche le relazioni interpersonali significative, dove risulta una minore volontà di impegnarsi e faticare al fine di mantenere saldo il rapporto. (la diminuzione dei matrimoni è un chiaro esempio di come si tendano a fuggire le situazioni che (per definizione) dovrebbero essere definitive in favore di qualcosa di meno tangibile, più libero, togliendo la soddisfazione relativa all’atto - la promessa diventa una scelta quotidiana reversibile).
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Professione: Youtuber
di ROBERTO FIORENTINI ♦ Il titolo, molti lo avranno colto, occhieggia il celebre film di Michelangelo Antonioni “Professione: reporter”. Nel film, presentato al Festival di Cannes del 1975, Antonioni continua la sua esplorazione del senso di estraneità dell’individuo nella società moderna e del carattere impenetrabile ed illusorio della realtà che ci circonda. Partendo da qui vorrei condividere…
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Space Festival 2023 a Torino
Ci saranno incontri divulgativi dedicati al ritorno delle missioni lunari, prospettiva del turismo spaziale e al ruolo delle donne impegnate in ambito scientifico-tecnologico, visite guidate in alcune delle realtà aziendali dell’aerospazio più rappresentative nel panorama mondiale, esposizioni di prototipi e aeromodelli, mostre fotografiche, spettacoli dal vivo e momenti esperienziali con l’utilizzo di realtà virtuale, robot e droni. Tutto nel ricco programma di quattro giornate interamente dedicate allo spazio e all’astronomia che Torino propone dal 4 al 7 maggio 2023 con la seconda edizione di Space Festival, l’unico evento pop in Italia che racconta il fascino delle stelle e i segreti dell’Universo a curiosi, famiglie e appassionati di ogni età. La manifestazione ha la direzione artistica di Marco Berry, showman e autore televisivo con una lunga esperienza nel settore, artefice di un programma pensato per avvicinare il pubblico con un approccio in stile edutainment e caratterizzato da iniziative a carattere culturale e divulgativo ad accesso gratuito e diffuse sul territorio cittadino. Tutte le occasioni di conoscenza, intrattenimento, narrazione e informazione saranno ospitate in diversi luoghi della città e in location quali il Politecnico di Torino, il Planetario Infini.To di Pino Torinese, la Pinacoteca Agnelli con la Pista500 del Lingotto, l’Aero Club e il Cinema Ambrosio, l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Torino e la Cavallerizza Reale, oltre alla sede di Altec che aprirà le porte del proprio centro di ricerca e produzione. Tra gli ospiti che prenderanno parte all’evento ci saranno astronauti Maurizio Cheli e Paolo Nespoli, l’astrofisico Roberto Battiston, già presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Don Luca Peyron, sacerdote della Diocesi di Torino e fondatore del primo apostolato digitale in Italia, Luca Cableri, gallerista e appassionato di collezionismo spaziale, Adrian Fartade, divulgatore scientifico, youtuber e scrittore di astronomia e astronautica, Walter Cugno, Vice Presidente del Dominio Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space e Responsabile del Sito aziendale di Torino, Vincenzo Giorgio, Amministratore Delegato di Altec e Steve Della Casa, critico cinematografico ed ex direttore artistico del Torino Film Festival. Inoltre, lo Space Festival intende rafforzare la leadership nazionale di Torino e del Piemonte nell’ambito dell’aerospazio e valorizzarne l’ecosistema industriale, costituito da più di 300 aziende e poli di ricerca, capace di affermarsi a livello internazionale come uno dei principali player nella progettazione e costruzione di tutto ciò che orbita intorno al nostro pianeta. Proprio l’industria aerospaziale è le protagonista di una serie di incontri previsti nel pomeriggio della prima giornata del Festival, con il coinvolgimento diretto della Regione Piemonte che per affrontare uno dei temi prioritari nelle politiche di sviluppo dell’Ente ha messo a disposizione la Sala Trasparenza nel palazzo regionale di piazza Castello 165. Nelle stesse date dello Space Festival Torino Airport ospiterà l’evento Aeroporto a Porte aperte, un’iniziativa dedicata alle famiglie e i bambini per scoprire come funziona l’aeroporto. A conferma dell'importanza di questa manifestazione, l'Assessorato alle attività produttive della Regione Piemonte ne ha resa possibile la realizzazione con il suo supporto economico, a cui si aggiunge il contributo di Unione Industriali Torino e AMMA, mentre a rappresentare l'industria di settore, in qualità di sponsor, vi sono Thales Alenia Space e Altec. L’evento è stato ideato in collaborazione con il Politecnico di Torino ed è patrocinato da Comune di Torino, ASI - Agenzia Spaziale Italiana, Distretto Aerospaziale del Piemonte e API Torino - Associazione Piccole e Medie Imprese. Read the full article
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Concert for Halloween
#FRobinAutumn2020 by @frobinfandays
Week 2: 23rd October - 30th October Visual Prompt: Concert Music: Halloween Town (Danny Elfman) - This is Halloween
Rating: green Words: 1113 Pairing: Franky / Nico Robin
(I wrote it in italian to be quicker, sorry 😥 ... But you can read it throught the translator...)
Franky ci aveva già pensato almeno una volta negli ultimi giorni: organizzare un appuntamento romantico per lui e Robin che fosse SUPER! O per lo meno, più Super dei precedenti. D’altronde quella parola è uno dei suoi standard, su cui si basa tutta la sua vita e le sue azioni, che siano per sé o per gli altri. E quando si tratta di Nico Robin, tutto deve essere ancora migliore: farebbe qualsiasi cosa per quella magnifica donna.
In realtà i due avevano già avuto occasione di uscire assieme alcune volte, se così si poteva dire, seppur per questioni quasi sempre ordinarie di esplorazione o rifornimento, quando approdavano su qualche isola. Accadeva però che talvolta fossero da soli, mentre in altre c’era qualcuno dei Mugiwara a fargli compagnia. Per carità, ovviamente voleva bene ai suoi amici, ma… voleva anche riuscire ad organizzare ancora un’uscita che fosse solo per loro due.
E fu così che dopo averci rimuginato per un po’, trovò la sua idea proprio grazie ad un poster pubblicitario di un evento a tema Halloween, sull’ultima isola in cui erano attraccati:
“Un concerto su Nightmare Before Christmas, eh? Beh... potrebbe essere Super per lei!”
Un mix tra Halloween e Natale che, diciamocelo, potrebbe essere perfetto per Robin. L’archeologa aveva quel suo lato un po’ cupo e creepy che ben si sposava con l’atmosfera di quella storia. Tra l’altro in un paio di occasioni le capitava pure di canticchiare le melodie del film, ad esempio “This is Halloween”, e lui una volta l’aveva pure sentita mentre era intento a costruire uno dei suoi bizzarri ma utili progetti, offrendogli pure un piacevole sottofondo musicale. E fu proprio in quella circostanza che le chiese qualcosa in merito.
“È Nightmare Before Christmas! Non l’hai mai visto!?”
“Oh yeah, in realtà sì, una volta. Ma ecco… è stato tempo fa e… sai com’è… me lo ricordo poco.”
“Dovresti rivederlo, è uno dei miei film preferiti. Trovo la storia e lo stile molto interessanti! E anche le canzoni, fufufu…!”
Robin non era solita cantare in maniera diretta ed espansiva, era più il tipo di persona che intonava le musiche senza le parole, a tono non troppo alto ma sufficiente da essere sentito da quelle persone che erano accanto a lei e con cui lei si sentiva a suo agio, da permettere di ascoltarla. E Franky adorava questa sua caratteristica, così in linea con il suo carattere, e così gradevole da condividere con lui mentre erano insieme.
Così quando il carpentiere vide il manifesto dell’evento, non poté fare a meno di organizzare un appuntamento con Robin. Strappò il poster dal muro su cui l’aveva visto e, in un secondo tempo, lo mostrò alla donna. Il suo sorriso valeva più di mille parole.
“Ehi bella, ti va di andarci assieme domani sera? Dovrebbero esserci le tue canzoni preferite!”
“Ma certo, volentieri! Anche io avevo visto i manifesti del concerto, tappezzati sulle pareti dell’isola. Speravo già di poterci andare, sai?”
A Franky stava per partire un “SUPER!”, quando lei aggiunse: “… dovevo solo decidere con chi.”
Il sorriso del Cyborg si smorzò un po’. Quindi aveva già considerato la possibilità di chiedere a qualcun altro dei loro amici di accompagnarla?
“Chi…?”
“Brook sembra particolarmente interessato a questo concerto, in quanto musicista suppongo. Trovo anche divertente che il protagonista sia uno scheletro esattamente come lui. Tutto mi fa venire in mente un po’ Thriller Bark sai? Ad ogni modo, Brook ha chiesto a me e a Nami se abbiamo voglia di andarci in sua compagnia.”
Franky non seppe se ridere o meno, però anche lui pensò all’effetto Thriller Bark. E maledisse un po’ Brook per aver avuto la sua stessa idea.
“E… tu cosa gli hai risposto?” le chiese.
“Beh… gli ho detto che ci avrei pensato. Nami ha subito rifiutato, sembrava pure parecchio spaventata dalla cosa, forse le erano tornati in mente i ricordi degli avvenimenti contro gli sgherri di Gekko Moria, seppur il film sia un’altra cosa… è una bella storia. Poi figurati, lui è subito partito in quarta chiedendo le sue solite cose… sai com’è no?”
“Sì, certo…”
“Mi sarebbe piaciuto chiederlo pure a Chopper, ma anche lui sembrava terrorizzato dall’idea di vedere scheletri, mostri, cose horror…”
“… comprensibile pure per lui, stessa cosa di Nami.”
Robin continuava a fissare il carpentiere, tutto l’entusiasmo di quando le aveva proposto l’idea sembrava essersi un po’ smorzato. Poi la donna sorrise in maniera dolce.
“Beh… almeno ora so che risposta dare a Brook.”
Franky rimase in attesa, con un sopracciglio alzato e un’espressione indecifrabile. Dopo tutti i progetti che aveva iniziato ad organizzare per quell’appuntamento… ci mancava solo che Brook diventasse il Jack Skeletron della situazione e Robin facesse Sally. No grazie. Anche perché aveva visto che il concerto si sarebbe tenuto in un bel luogo, non troppo lontano dal porto e con effetti d’illuminazione che avrebbero creato un’atmosfera piacevole. Pensare di poter passare la serata con Robin, accompagnarla ad un concerto di qualcosa che apprezzava… gli avrebbe fatto molto piacere. Se lui riusciva a renderla contenta, anche lui era contento. E ora ci si metteva in mezzo pure lo scheletro.
“Avvertirò che per quella sera ho già altri progetti. Brook se ne dovrà fare una ragione. A quale orario devo farmi trovare pronta, Franky?”
L’uomo accolse la risposta con quasi insperato ottimismo.
“Beh, direi per le 8.30 PM! Sarà senz’altro SUPER!!”
“Eehehe… infatti. Sai cosa? In realtà anche io avevo pensato di chiederti se avevi voglia accompagnarmi a vedere il concerto di Nightmare Before Christmas. Quindi mi hai preceduta.”
“Oh, ah sì? Davvero? Ottimo!”
“Da quel che ricordo avevi visto il film solo una volta, in passato… e mi sarebbe piaciuto farti fare un bel ripasso delle canzoni e della storia con questo spettacolo. Sai… sarebbe stata una bella occasione per entrambi. E sinceramente preferisco andarci con te. Anche se Brook è un ottimo musicista e sarebbe sicuramente talentuoso nel riprodurre le sinfonie.”
Detto questo, Robin si avvicinò meglio a Franky, toccandogli gentilmente una guancia con una mano e scoccandogli poi un fugace bacio sulle labbra. Poi i due sentirono dei rumori di schiamazzi non molto lontani, provenienti dai loro amici. Nami urlava qualcosa contro Luffy e Zoro, mentre Sanji sembrava godere nel sentire delle offese verso lo spadaccino facendo le sue solite moine alla rossa.
“Sarà meglio andare di sopra e vedere cosa stanno combinando gli altri. Nami mi sembra alquanto furiosa, a giudicare dalla sua voce…”
Franky si trovò d’accordo con lei, anche se in quel momento la cosa non gli importava poi molto: era riuscito ad organizzare un’uscita romantica con l’archeologa, e questo era più che sufficiente per tirargli su il morale e farlo sorridere come un bambino.
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Orazio Antinori
Orazio Antinori fu un naturalista ed esploratore italiano, noto per aver ottenuto da Menelik II, re dello Scioà (Šewa, oggi in Etiopia) una vasta concessione di terreno, a Let-Marefià, che fu per molti anni la base di partenza per missioni diplomatiche, religiose e di esplorazione geografica. Antinori nacque a Perugia nel 1811, in una famiglia aristocratica. Studiò in un collegio di benedettini, dove imparò a imbalsamare gli animali. Da quest’abilità, nacque il suo interesse per le scienze naturali. Durante il Risorgimento, prese parte alle guerre d’Indipendenza e alla Repubblica romana. Fu fondatore e segretario generale della Società geografica italiana (1867), che negli anni dopo l’Unità promosse numerose spedizioni in Africa, alle quali spesso partecipavano non solo scienziati, ma anche militari, interessati alla conquista di terre coloniali. Morì nel 1882 e fu sepolto in Etiopia, secondo i suoi desideri, in una tomba-capanna sotto un sicomoro di Let-Marefià. Di lui si sottolineano sempre l’amore romantico per l’Africa, il rapporto di fiducia con Menelik II, il carattere pacifico. Tuttavia, non si deve pensare che i suoi interessi fossero solo la scienza e l’avventura. Sollecitando l’invio a Let-Marefià di tre famiglie di coloni italiani, scrisse alla Società Geografica: «Un modesto principio non dà ombra a questa razza sospettosa e superba; ben avviato il torrente corre e si fa strada da sé». Pertanto, lo si può considerare tra gli iniziatori del colonialismo italiano nel Corno d’Africa.
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Freaky film streaming ita completo gratis
Freaky Guardare - https://freaky-it.blogspot.com/
Nel caso in cui gli scettici di Happy Death Day si chiedessero se Landon si preoccupi davvero dei film slasher, Freaky si apre con un esteso omaggio al genere, completo di omicidi multipli, sangue elaborato e un'affettuosa inclinazione della testa verso un famoso gesto di Michael Myers sin dal primo Halloween. E nel caso in cui i fan di Happy Death Day si chiedessero se Landon avrebbe mantenuto la sua esplorazione della giovane femminilità al di là di quella serie, Freaky poi ruota intorno a un giorno nella vita di Millie (Kathryn Newton), una studentessa delle superiori ancora alle prese silenziosamente con l'anno prima morte di suo padre. La sua serata si conclude in modo terrificante quando il Macellaio di Blissfield (Vince Vaughn), l'assassino della sanguinosa sequenza di apertura, la accoltella con un coltello cerimoniale, un tentativo di sacrificio che spera gli garantirà poteri soprannaturali. Invece, il Macellaio si sveglia nel corpo di Millie, e lei si sveglia nel suo. Il film non tradisce con inquadrature che mostrano la "vera" Millie come lei vede se stessa; una volta che lo scambio avviene, questa ragazza adolescente è completamente interpretata dal comico di bocca aperta diventato attore di carattere dissoluto Vince Vaughn. Millie si affretta a trovare i suoi migliori amici Nyla (Celeste O'Connor) e Joshua (Misha Osherovich), convincendoli che non è davvero il Macellaio e annulla il cambiamento prima che diventi permanente. Nel frattempo, il Macellaio si gode la sua ritrovata opportunità di infiltrarsi nella vita di Millie e accumulare un discreto numero di morti. La maggior parte di questo è interpretato per una farsa auto-consapevole R-rated, sebbene non abbastanza consapevole di sé per riconoscere l'assurdità di posizionare Newton e i suoi adorabili amici schivi come de facto reietti adolescenti. Nonostante il fatto che Landon abbia lavorato a più sequel di Paranormal Activity che evocavano terrore e paura dal minimalismo delle videocamere, Freaky è più consapevole delle convenzioni cinematografiche "spaventose" che dei meccanismi della paura genuina. A livello tecnico, il film è un passo avanti rispetto ai film precedenti di Landon. L'illuminazione è più ricca e più lunatica, migliorando le gag visive come il primo assaggio di Millie di una tana slasher in piena luce del giorno, mentre l'ampio gore sembra meno un ripensamento CG da comporre su o giù per volere della MPAA. Eppure, nonostante non sia effettivamente un sequel di nulla, il film è ancora preda di alcune delle familiarità che hanno trascinato così tanti franchise slasher. La sorpresa che Landon abbia realizzato un vivace film horror comico a partire da un espediente di alto livello non c'è più, né lo è Jessica Rothe, il cui lavoro nei film Happy Death Day costituisce un tour de force di generi diversi di commedia slapstick, dramma sincero , romanticismo affascinante ed energia da regina delle urla.
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Posted @withrepost • @andrea.pilloni 📌 Nuraghe e Chiesa di Santa Sabina - Silanus ~ ~ Il complesso è costituito da un nuraghe, un villaggio, una tomba di giganti e un pozzo sacro. La presenza della chiesa di Santa Sabina (di epoca medievale ma tuttora meta di devozione popolare) documenta la contiguità di testimonianze di epoche diverse e la persistenza del carattere di sacralità del luogo da tempi remotissimi fino ad oggi. Il nuraghe, monotorre (diametro m 12,60. altezza residua m 8,60), è realizzato con blocchi di basalto di grandi dimensioni, rifiniti con maggiore cura nelle parti alte del paramento. L'ingresso, orientato a sud (larghezza m 1,20. altezza m 1,82), immette in un corridoio (larghezza m 1,20. lunghezza m 5,00) con soffitto digradante verso l'ingresso alla camera e con pareti aggettanti. Nella parete destra del corridoio si apre una nicchia d'andito sub-rettangolare con porta trapezoidale architravata, mentre a sinistra è il vano-scala, con ingresso trapezoidale architravato (larghezza m 1.05, altezza m 2,37) e sezione ogivale (largezza media di m 1.00, altezza di m 3,88). la scala è percorribile fino all'attuale sommità della torre e presenta una feritoia rettangolare (m 0,30 x m 0,36). Il corridoio immette nella camera centrale, di pianta circolare (diametro m 4,15), che conserva la copertura a ogiva (altezza m 8,35) e tre nicchie in parete disposte a croce. Il nuraghe è databile al 1600-1000 a.C. Nell'area antistante il nuraghe e nei pressi della chiesetta di Santa Sabina sono individuabili le tracce del villaggio nuragico, costituito da capanne a pianta circolare. L'abitato fu riutilizzato in epoca romana. #storia #nuraghe #santasabina #silanus #preistoria #nuragico #landscape #paesaggio #lungaesposizione #longexposition #nikonphotos #landscapephotography #fotopaesaggi #fotografia #sardegna #sardinia #entroterrasardo #esplorazione #escursione #avventura #vacanze #viaggi #travel #nuvole #chiesa # (presso Nuraghe e Chiesa di Santa Sabina - Silanus) https://www.instagram.com/p/B5cTxaPKw6X/?igshid=18jf75mrf5c31
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Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/02/22/la-letteratura-di-viaggio-e-viaggiatori-stranieri-in-puglia-fra-settecento-e-ottocento/
La letteratura di viaggio e viaggiatori stranieri in Puglia fra Settecento e Ottocento
DUE INGLESI ED UN TEDESCO
di Paolo Vincenti
Gli inglesi e il tedesco del titolo sono tre viaggiatori che nei secoli scorsi hanno raggiunto le nostre contrade. Ora, la letteratura di viaggio è un campo sterminato e anche sui viaggiatori stranieri in Puglia fra Settecento e Ottocento vi è una bibliografia talmente vasta che non appesantirò questo articolo, riportandola.
Mi sia concesso solo fare una brevissima introduzione su quell’importante fenomeno che va sotto il nome di “Grand Tour”, e poi mi intratterrò sui tre personaggi che, dei tanti, mi sembrano fra i più interessanti. Il Grand Tour è un fenomeno culturale tipicamente settecentesco.
Con questa espressione si è soliti definire il viaggio di istruzione e di formazione, ma anche di divertimento e di svago, che le élites europee intraprendono attraverso l’Europa fra Settecento e Ottocento. Protagonisti indiscussi del Grand Tour sono i giovani che hanno appena concluso gli studi, e in generale quegli intellettuali che specie nel Romanticismo erano imbevuti di cultura classica e dunque desideravano venire in Italia, come dire alla fonte di quella enorme ricchezza culturale che dal nostro Paese si era irradiata in tutta Europa.
Per i rampolli dell’aristocrazia francese, inglese, tedesca, pieni di cultura libresca ma poco pratici del mondo e degli uomini, il viaggio in Italia si presentava come un’esperienza irrinunciabile, certo indispensabile al fine di perfezionare la propria educazione. Essi vedevano nell’Italia la culla dell’arte e per esteso della civiltà mediterranea, grazie alla storia gloriosa di Roma, a sua volta tributaria della Grecia. E così si mettono in viaggio non solo i giovani, ma anche diplomatici, filosofi, collezionisti, romanzieri, poeti, artisti. Ciò dà origine ad una sterminata produzione, epistolari, diari, reportages di viaggio, romanzi, poesie, e non solo di carattere letterario ma anche artistico, pensiamo al famoso “Voyage pittoresque ou description du Royaume de Naples et de Sicile”, in cinque volumi, che realizzò l’abate francese Richard de Saint-Non tra il 1778 e il 1787, su incarico degli editori Richard e Labord.
Uno dei primi viaggiatori inglesi ad arrivare in terra salentina è Crauford Tait Ramage,1803-1878. Egli dimorava a Napoli come precettore dei figli del console Henry Lushington e, nel 1828, intraprese il suo viaggio nelle province meridionali, visitando il Salento. Rimane affascinato dalla bellezza di Otranto, poiché egli, come moltissimi inglesi dell’epoca, associava il nome di Otranto al romanzo di Horace Walpole ( il quale però non era mai stato ad Otranto)[1].
Nella sua opera “The nooks ad by-ways of Italy”, presso l’Editore Howell, Liverpool, del 1868[2], egli annota tutto quello che vede, catturato dall’irresistibile fascino dei nostri paesi e paesini, e per questo osserva anche la vita quotidiana, gli usi e le abitudini della nostra gente, anche se non sempre si dimostra preciso ed attento, come sottolinea Carlo Stasi a proposito del suo passaggio nel Capo di Leuca[3].
Il suo libro, dedicato al Generale Carlo Filangeri, è un resoconto di viaggio, sotto forma di lettere scritte ad un parente. Le lettere che riguardano la Puglia vanno dalla XXIII alla XXIX.
Come spiega bene il sottotitolo dell’opera, “Vagando in cerca dei suoi antichi resti e delle moderne superstizioni”, il Ramage, pur essendo spirito illuminista, è attirato dalle stranezze, o per meglio dire è attirato dalla suggestione che queste stranezze sembrano esercitare sul nostro popolo. Egli, che si professa materialista, e in effetti è uno storico serio e puntiglioso, trova grande meraviglia e interesse antropologico nel notare la creduloneria, le supersitizioni, l’ignoranza che allignano fra i salentini. Si ferma di fronte al fenomeno delle tarantate, che fa discendere dai culti orgiastici della dea Cibele. Tuttavia, ama la bellezza classica di questi posti. Infatti rimane molto colpito da Lecce e dalla sua architettura barocca, anche se, come già Swinburne, non apprezza la Chiesa di Santa Croce.
Anche il grande poeta Henry Swinburne, infatti, venne nel Regno delle Due Sicilie e visitò la Puglia da Foggia fino a Lecce. Nel suo libro “Travels in the Two Sicilies” del 1783, passa in rassegna tutte le città e i paesi che visita. Parla delle donne che danzano sfrenatamente delle danze bacchiche, a Brindisi, e che egli crede morsicate dalle tarantole, e parla anche di Lecce. Di particolare interesse, il suo disappunto di fronte al barocco leccese e a quello che ne è il monumento simbolo, la Chiesa di Santa Croce, che derubrica a pessimo esempio di commistione fra stili diversi. Lo Swinburne detesta la città di Lecce e la sua architettura, d’accordo in questo con un altro celebre intellettuale, il Riedesel, che è il secondo protagonista del nostro pezzo.
Il tedesco Johann Hermann von Riedesel, barone di Eisenbach, 1740-1785, è un appassionato archeologo che vuole descrivere ai suoi connazionali le antichità classiche dell’Italia. Il suo libro, “Un viaggiatore tedesco in Puglia nella seconda metà del sec. XVIII. Lettere di J.H.Riedesel a J.J.Winckelmann”, è, come dice il titolo, un’opera epistolare, diretta al famoso archeologo Winckelmann[4].
Diplomatico e ministro prussiano, Riedesel aveva conosciuto a Roma e frequentato il Winckelmann, il quale gli aveva fatto da guida nella esplorazione dei monumenti della città. Infatti, e non potrebbe essere diversamente, nella descrizione che il Riedesel fa dell’Italia Meridionale, in particolare della Regione salentina, si avverte l’influenza del Winckelmann. Come detto, in fatto di architettura egli non ama lo stile barocco, che definisce “il più detestabile”, mentre apprezza molto la semplicità delle architetture mediterranee e in particolare delle pajare e dei muretti a secco. “Non restano però estranee al tedesco, acuto osservatore di uomini e cose, la vita economica e quella sociale delle contrade visitate”, come scrive Enzo Panareo[5].
Il suo libro divenne un punto di riferimento in Germania e fu molto letto, anche da Goethe, che lo elogia nella sua opera “Viaggio in Italia”, in cui sostiene di portarlo sempre con sé, come un breviario o un talismano, tale l’influenza che quel volume, per la puntigliosità e l’esattezza delle notizie, esercitava sugli intellettuali.
Janet Ross ,1842-1927, giornalista, storica e autrice di libri di cucina, arriva nel Salento nel 1888. Memorabile il suo incontro con Sigismondo Castromediano, che le racconta la storia della sua vita. Janet Ross pubblicò nel 1889 in Inghilterra le sue relazioni di viaggio in Puglia, in “La terra di Manfredi, principe di Taranto e re di Sicilia. Escursioni in zone remote dell’Italia Meridionale”, successivamente tradotto e pubblicato in Italia col titolo “La terra di Manfredi”[6].
Un racconto davvero interessante, fra lo storico-artistico e l’antropologico, impreziosito dai disegni di Carlo Orsi, compagno di viaggio della Ross, e ripubblicato ancora nel 1978 in Italia col titolo “La Puglia nell’800 (La terra di Manfredi)”.[7] Bisogna dire che la figura del Re Manfredi, come tutti gli Svevi, suggestionava fortemente la viaggiatrice inglese. Nella mentalità dei britannici, infatti, questa era una dinastia eroica, avendo lottato contro il papato.
Nei luoghi visitati – nell’ordine: Trani, Andria, Castel del Monte, Barletta, Bari, Taranto, Oria, Manduria, Lecce, Galatina, Otranto, Foggia, Lucera, Manfredonia, Montesantangelo, Benevento – , la Ross cerca le antiche vestigia di una civiltà, quella appula, ricca di gloriose tradizioni.
Determinante fu il suo incontro con Giacomo Lacaita. Come scrive Nicola De Donno, recensendo il libro curato da Vittorio Zacchino, “L’autrice, che era stata a Firenze, la capitale italiana degli inglesi, ed in Puglia anche l’anno precedente, ci informa che non avrebbe composto il suo libro senza l’incoraggiamento di Giacomo Lacaita, o meglio di sir James Lacaita, come sempre lo chiama. A Leucaspide, presso Taranto, che era la residenza di campagna dei Lacaita, ella rimase ospite per alcuni giorni e di lì il Lacaita le preparò escursioni ed in alcune l’accompagnò, le dette consigli e le suggerì riferimenti culturali. Egli era, al tempo del viaggio, senatore del regno d’Italia ed aveva settantacinque anni.
Nativo di Manduria, laureato in giurisprudenza a Napoli ed introdotto nella buona società cosmopolita della capitale dalla principessa di Leporano, di cui suo padre era stato amministratore, fu impiegato come legale dal consolato inglese, ove strinse relazioni importanti, fece da guida al Gladstone nella sua famosa visita a Napoli, ebbe, probabilmente per ciò, noie dalla polizia borbonica. Riuscì, nonostante tutto, ad ottenere da Ferdinando II un passaporto per l’Inghilterra nel 1851 e non tornò più a Napoli. A Londra fece un nobile matrimonio che gli aprì molte porte, si convertì all’anglicanesimo e naturalizzò, ebbe incarichi presso diplomatici.
E’ quasi certo che venne agganciato dalla diplomazia segreta di Cavour; da vecchio si vantò, a nostro giudizio poco credibilmente, di avere scongiurato lui che l’Inghilterra nel ’60 impedisse a Garibaldi di passare lo stretto e invadere la Calabria e tutto il Napoletano. Dopo l’unità tornò in Italia, fu candidato governativo alla Camera, si riconverti al cattolicesimo e venne fatto senatore.
Acquistò la tenuta di Leucaspide, la restaurò e vi si stabilì. Grandi e piccoli personaggi passavano dalla masseria, la quale divenne un nodo significativo di quei legami post-risorgimentali fra la buona società inglese e il turismo in Italia, di cui il viaggio della Ross fu una manifestazione.
In questo filone si inserisce anche, nel libro, l’incontro a Lecce con il Castromediano e la scoperta che questi era stato assistito in Inghilterra, quando evase dalla nave che lo deportava in America, dalla nonna della Ross. (Il racconto di galera che gli mette in bocca non è però originale: è una parafrasi dell’articolo Da Procida a Montefusco, che il Castromediano stampò nella strenna « Lecce 1881 » dell’editore Giuseppe Spacciante).
Il libro riporta molte annotazioni etniche e demografiche, sull’abbigliamento, su usi e costumi dei pugliesi, sulle fiere e i pellegrinaggi, le superstizioni soprattutto, i riti pasquali, le danze e i canti, ecc. Parla della pizzica pizzica facendo delle descrizioni puntuali ma anche coinvolgenti, nel puro spirito romantico da cui questa viaggiatrice era sostenuta”[8].
Janet Ross è una studiosa davvero attenta. Il contributo demo etno antropologico del suo libro è rilevante, perché ella, nella nostra Terra d’Otranto, annota tutto, fiabe, racconti popolari, superstizioni, riti magici, riporta tre canzoni, “Riccio Riccio”, “Larilà” e “La Gallipolina”, e poi si sofferma sul fenomeno del tarantismo, distinguendo fra “tarantismo secco ” e “tarantismo umido”, sottolineando per il primo l’importanza della presenza dei colori e per il secondo l’importanza dell’acqua nel cerimoniale.
Molto belle e coinvolgenti le descrizioni del ballo della pizzica pizzica che fa alla masseria Leucaspide con i lavoranti di Sir Lacaita. Una personalità davvero interessante, insomma. La Ross, corrispondente del Times, grande viaggiatrice, nel 1867, insieme al marito Henry Ross, un ricco banchiere, si stabilì in Toscana, dove continuò la sua carriera di scrittrice.
In Puglia, ella trova un mondo che non pensava potesse esistere, e se ne innamora. Ecco perché riesce a rendere con tanta efficacia usi e costumi della gente dell’antica Terra d’Otranto.
[1] Vasta la letteratura su Horarce Walpole, 1717-1797, e sulla sua opera “Il castello di Otranto”, primo romanzo gotico della storia.
[2] Pubblicata in Italia col titolo “Viaggio nel regno delle due Sicilie”, a cura di Edith Clay, traduzione di Elena Lante Rospigliosi, Roma, De Luca Editore, 1966, e poi anche in Crauford Tait Ramage, Vagando in cerca dei suoi antichi resti e delle moderne superstizioni, contenuto in Angela Cecere, “Viaggiatori inglesi in Puglia nel Settecento”, Fasano, Schena, 1989, pp. 37 e segg., e successivamente in Angela Cecere, La Puglia nei diari di viaggio di H. Swinburne, Crauford Tait Ramage, Norman Douglas, contenuto in “Annali della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Bari”, Terza serie, 1989 -90/X, Fasano, 1993, p. 63.
[3] Carlo Stasi, Uno straniero dal nome strano ed un contadino dall’aspetto sveglio, in “Annu novu Salve vecchiu”, n.9 , Edizioni Vantaggio, Galatina, Editrice Salentina, 1995, pp.72-76.
[4] Johann Hermann von Riedesel ,“Un viaggiatore tedesco in Puglia nella seconda metà del sec. XVIII. Lettere di J.H.Riedesel a J.J.Winckelmann”, Prefazione e note di Luigi Correra, Martina Franca, Editrice Apulia, 1913, poi ristampata in Tommaso Pedio, “Nella Puglia del 700 (Lettera a J.J. Winckelmann)”, Cavallino, Capone, 1979
[5] Enzo Panareo, Viaggiatori in Salento, in “Rassegna trimestrale della Banca agricola popolare di Matino e Lecce”, a.V, n.2, Matino, giugno 1979, p.54.
[6] Janet Ross, “La terra di Manfredi”, Vecchi Editore, 1899.
[7] “La Puglia nell’800 (La terra di Manfredi)”, a cura di Vittorio Zacchino, Cavallino, Capone Editore, 1978.
[8] Nicola De Donno, “La Puglia nell’800 (La terra di Manfredi)”, in “Sallentum”, Anno I, n.1, sett.-dic. 1978, Galatina, Editrice Salentina, 1978, p.138.
#Carlo Orsi#Crauford Tait Ramage#Giacomo Lacaita#Henry Swinburne#Janet Ross#Johann Hermann von Riedesel#Paolo Vincenti#Richard de Saint-Non#Viaggiatori in Puglia#Voyage pittoresque ou description du Royaume de Naples et de Sicile#Spigolature Salentine
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Perché I Ragazzini Amano Giocare Ai Loro Giocattoli Per Auto?
Il tempo di gioco fa parte della nostra infanzia. È un elemento essenziale per lo sviluppo e l'apprendimento di un bambino. Attraverso il gioco di giocattoli come automobili o qualsiasi giocattolo per veicoli, può aumentare la fiducia, il carattere e le abilità sociali. I giovani potrebbero essere attratti da qualsiasi cosa con le ruote prima che compiano una svolta, tuttavia le giovani donne possono sfruttare l'essere aiutate e giocare con i veicoli giocattolo. Questi avranno una portata di vantaggi istruttivi per loro.
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Ogni bambino ha bisogno di promuovere le proprie abilità coordinate, che sono gli sviluppi reali come arrivare e spingere. In che modo in realtà i veicoli giocattolo aiutano? Offrendo ai giovani la possibilità di esercitare queste capacità significative durante la ricreazione con ciascuno dei suoi vari esercizi come scivolare lungo i pendii o correre in curva su richiesta concordata.
L'esempio principale che i bambini imparano riguarda il significato della propria solidarietà. Vedono come i giocattoli lenti o veloci come i veicoli rotolano e in seguito applicano uno sforzo sufficiente per spostarli in qualsiasi direzione abbiano bisogno, istruendoli che questo genere di cose dovrebbe essere possibile da te. Questi giocattoli per auto possono migliorare l'interazione dei tuoi bambini e sviluppare le loro abilità sociali. Può anche fornire intrattenimento per voi giovani.
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Il significato dell'istruzione STEM è stato esposto con una nuova esplorazione dei vantaggi che offre. Giocando con i veicoli giocattolo, i bambini scoprono come funzionano la scienza fisica e la scienza in modi che sono sia un diversivo per loro che istruttivo!
I giocattoli che si svegliano nella tua presa e realizzano qualcosa che va oltre lo squillo potrebbero avere un futuro migliore. Piuttosto che implementarli come discipline, i veicoli giocattolo offrono opportunità di crescita STEM con applicazioni reali come la velocità che puoi ottenere da una macchina o la quantità di sforzo necessaria per accelerare un altro tipo. I veicoli giocattolo mostrano ai bambini la direzione di inviare una pendenza per i loro veicoli da corsa più piccoli del normale. Scoprono distanza, velocità, gravità, peso e molto altro ancora.
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Per i bambini in età prescolare, ci sono modi divertenti e anche un modo educativo per giocare alle macchinine. Ci sono vagoni ferroviari o veicoli con blocchi alfabetici. I bambini impareranno di più sugli alfabeti mentre si divertono con i loro veicoli giocattolo.
Un'altra macchinina che abbiamo ora nei negozi sono quelle Musical Toy Cars. I bambini impareranno a pronunciare gli alfabeti o identificheranno i suoni degli animali. Questi sono giocattoli più divertenti che puoi regalare a tuo figlio. Giocano mentre imparano allo stesso tempo.
Il modo più efficace per imparare è con le mani. I bambini sono normalmente curiosi e fantasiosi, il che significa che risolveranno come funziona qualcosa prima che tu sappia la risposta! Come guardiani, non manchiamo di ricordare che ogni volta i nostri piccoli giocano nei loro veicoli giocattolo o camion.
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È del tutto normale che nel corso della propria vita il nostro cane si trovi ad affrontare alcune paure.
In queste circostanze, può assumere diversi comportamenti, tra cui:
Aumento dell’attività motoria
Richiesta di attenzione eccessiva e frenetica
Esplorazione insolita e irrequieta dell’ambiente circostante
Aumento dello stato di allerta
AggressivitàOppure, l’opposto:
Inibizione dell’attività motoria
Istinto a nascondersi o fuggire
L’animale diventa introverso e schivo
Comportamenti di auto-conforto
Tremare e tenere la coda tra le gambe
I segnali possono essere anche opposti tra loro, proprio come succede per noi e ciò dipende dal carattere specifico di ciascun animale.
#cinofilia #centrocinofilo #cinofiliaitaliana
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MEMO PARIS - RUSSIAN LEATHER - Collezione CUIRS NOMADES - Eau de Parfum -
Frozen cuir. Majesty of Nature. Memories as consolation and soul nourishment. Fragrance is a compass, paves the way, path within the paths, device for wanderers with pockets full of hopes and dreams. •••••
Luoghi Memoria Natura. La fragranza come avventura umana tra esplorazione e scoperta. Nomadi nel mondo, erranti dell’universo anche da fermi, stanziali osservatori dediti al vagabondaggio della mente. Siamo in viaggio, da sempre, la fragranza è una bussola che spinge in ogni direzione, medium e interprete di fughe ed eclissi. Nel viaggio scopri il vero senso della vita, apertura, conoscenza, consapevolezza, senza limite e conclusione. La meta non conta, non è che il riverbero di un’illusione. Trovata. Scompare.
CUIRS | CAPITOLO VI
Dove cercare e comprendere la nota cuoio nella sua più ampia e coinvolgente declinazione se non da Memo Paris? Essenza di riferimento nelle composizioni della collezione Cuirs Nomades, le dieci fragranze sono affreschi olfattivi che intrecciano territori, esperienze, ricordo vivido del viaggio.
L'accordo cuoio diventa così sostegno per una descrizione più profonda e variegata del luogo, un percorso che spazia in differenti latitudini del globo, ne attraversa l'essenza catturandone la complessa fisionomia, per restituire e replicare all'infinito il suo carattere odoroso.
Il cuoio nomade di Memo Paris è vissuto, è una vecchia valigia compagna da sempre del tuo peregrinare, è un cuoio trasformista, velo o scudo, che racconta lealmente ciò che ha incontrato. Mettersi in cammino con Russian Leather è come inoltrarsi in un orizzonte onirico, un'avventura nella tundra piana e innevata, attraversare le foreste di conifere della taiga siberiana dove gelo e silenzio mordono l'aria. Alienor Massenet ha concertato un fougère sferzante di balsamico appeal, verde boschivo dei paesaggi nordici e spezie corroboranti, basilico, rosmarino, salvia sclarea, coriandolo, lavandino, noce moscata, menta, infondono energia e coraggio per affrontare temperature rigidissime. La nuance cuoio è appena percettibile, come di stivali affondati nella coltre nevosa, accentata dalla sfumatura resinosa degli aghi di pino e sospesa tra acuti sentori legnosi di cedro e guaiaco. Infine patchouli e tonka affiorano, come luce calda e improvvisa oltre la cortina gelida, forse la pace nella dacia di Pasternak, il suo samovar e fuori i lupi, ad ululare alla luna. Un cuoio selvatico e silvestre. Unico. Creata da Alienor Massenet. Splendidi come sempre i flaconi laccati con illustrazioni dedicate e finiture dorate. Eau de Parfum nel formato 75 ml. In profumerie selezionate e nelle boutique Campomarzio70 anche online
©thebeautycove
#memo paris#russian leather#perfume#niche perfumes#livelovesmell#thebeautycove#7cuirsbythebeautycove
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Sci-fi, questo sconosciuto
Va bene, spieghiamo un attimo cos’è la fantascienza, perché qui mi sa che c’è un po’ di confusione.
Se pensate che sia questa:
ci siete lontani anni luce.
Star Wars non è sci-fi, Star Wars è un fantasy. Se non ci credete potete andarlo a chiedere a Lucas e vederlo sospirare frustrato mentre gli spiegate che per voi navi spaziali = fantascienza. NO.
(ocio che da qui in poi è lunga)
Non sono le ambientazioni a fare il genere, ma gli argomenti (e la struttura della storia. Quale racconto di fantascienza inizia con “C’era una volta in una galassia molto lontana…” che è praticamente la versione di Lucas per “C’era una volta in una terra molto lontana…”?).
La fantascienza può contenere, come che no, azione. Può essere ambientata nello spazio o su altri pianeti, ma anche no. Può contenere tecnologia superbolica, come gente che combatte ad arco e frecce. Può essere ambientata nel futuro, in un universo alternativo (lo steampunk è un ramo della fantascienza) o nel passato (Terminator anyone?).
Esempio: Un secchio di aria [edit: corretto, grazie Kon ^^’]. Un secchio di aria è un racconto di fantascienza di Fritz Leiber. È ambientato nel futuro sulla terra e non c’è uno straccio di tecnologia. Questo perché è un futuro post apocalittico dove la Terra non ruota più intorno al sole ma se ne naviga allegra per lo spazio e tutto è ghiacciato e gelato, inclusa l’aria. La famiglia protagonista vive in un rifugio tenuto più o meno stagno da strati e strati di tappeti, teli di plastica e coperte. Il ragazzino che se ne va a raccogliere il secchio di ossigeno per la serata, indossa una tuta stagna costruita alla buona dal padre, senza bombole né niente e quindi ha un’autonomia limitata. Certo, altre persone verso la fine saltano fuori, ma non vedremo mai la tecnologia di cui parlano.
Questa è fantascienza. Pressoché nessuna azione, esplorazione dei rapporti umani, spiegazioni sul passato e l’evoluzione nel presente, introspezione dei personaggi. Un altra cosa della fantascienza, è che a differenza del fantasy i ruoli buono/cattivo sono nebulosi e interscambiabili. In un fantasy (e nelle favole), il cattivo è il cattivo fin dall’inizio e il buono rimarrà sempre il buono (quindi pochi cazzi, Luke Skywalker non sarebbe mai passato al lato oscuro, ma Kahn Noonien Singh viaggia su entrambi i binari - io ho letto il sequel in fumetto e voi no e so le trame dei film della serie originale, quindi buoni). Nella fantascienza insomma, le persone finiscono per fare le cose più orribili per le migliori ragioni o le cose migliori per le più pessime ragioni. Pessimi personaggi salveranno la giornata e persone meravigliose la condanneranno. La fantascienza è grigia, colorata, rimescolata. Il fantasy è bianco e nero, netto, non confondibile (no, non potete portarmi Darth Vader come esempio, che il poveraccio è più che altro sempre stato una pedina. A malapena aveva un carattere di suo. Che poi mi viene voglia di ribattere con Gollum, dai). Quindi, quando leggo le brutte recensioni su Blade Runner 2049, da un lato so che ci sono nostalgici dei film anni ‘80 (ma veramente vi aspettavate la buzzurraggine della CGI dell’epoca e la trama a buchi e saltoni? Vabeh ok, ci sta se siete quelli che su questo film ci hanno fondato la loro religione cinematografica, quindi non vi voglio male), dall’altro so che c’è gente che si aspettava questo:
E invece si sono beccati i pipponi sugli androidi, i rapporti sociali, l’evoluzione delle AI, i lunghi panorami e le idelogie, Jared Leto, etc… (Nemmeno io ero contenta di JL, eh) È ovvio che per portare la fantascienza al cinema e sperare di avere un ritorno economico, quando gli sceneggiatori devono prendere i libri da cui trarre il film tagliano le parti troppo spiegate, tengono solo l’azione, la enfatizzano e già che ci sono aggiungono un po’ di erotismo spinto, che i fan service sono ancora purtroppo apprezzati. Ma la fantascienza si compone di lunghe spiegazioni sul come/quando/perché si è lì a quel punto e sta succedendo quello e Tizio/Caio/Sempronio hanno fatto così e quindi Grazia/Graziella/Graziealcazzo dovranno fare cosà. Ai fan della fantascienza, quelli veri, tutte queste pippe piacciono (e Blade Runner 2049 è praticamente solo fantascienza. Perché con Blade Runner hanno rischiato? Perché è bastato il nome a portarvi al cinema, ecco perché).
Nella fantascienza poi c’è sempre qualche mistero da dipanare, mentre nel fantasy ti danno una missione, la devi svolgere e fine. Certo ci sono sassi in mezzo alla strada e ops! questo era un traditore, quest’altro è stato posseduto, etc… ma la fantascienza è esplorazione. Se non c’è niente da dipanare allora probabilmente è altro.
Se proprio vogliamo dirla per bene, tutti i film Marvel viaggiano sul fantascientifico andante. Fantascienza comica ovviamente. Naturalmente voi non avete mai aperto i fumetti e non vi siete beccati le pippe mentali che si fanno i personaggi. Sapeste quanto sono scritti… Certo ogni tanto ci sono botte da orbi, qualcuno muore, resuscita, combattono ancora e qualcun altro muore, resuscita, etc… Pensate che la DC di pippe se ne fa anche di più (salvo essere arrivata con quasi 15 anni di ritardo sull’idea del franchising cinematografico. Good Job!).
Naturalmente nella fantascienza c’è anche una certa attitudine a cercare di mettere della scienza corretta. Che poi ormai sia sorpassata o magari cerchino di modificare le leggi della fisica aggiungendo nuove teorie/scoperte, è un altro discorso (uno dei motivi per cui volevamo tutti per un po’ decapitare Abrams e abbiamo baciato la terra su cui camminava Simon Pegg quando ha preso finalmente il testimone).
Il che mi porta a parlare del “realismo”. Quel che si vede in un racconto/film di fantascienza è qualcosa che in una certa misura potrebbe/avrebbe potuto accadere. Gli scrittori di fantascienza prendono le loro idee dalla realtà, le metabolizzano e ipotizzano un futuro/realtà parallela. Sono cose che se a un turning point avessimo preso altre decisioni o fossero saltati fuori diversi eventi, avrebbero anche potuto succedere. Quante volte avete sentito nominare 1984 negli ultimi anni? Ecco. Il fantasy è tutt’altro. Il fantasy non potrebbe mai accadere. È un altro universo, una fantasia. Il ché da agli scrittori di fantasy la libertà di esprimere le proprie idee sulla società con una certa libertà. Tanto è una favola, nessuno si preoccupa. Quando lo fa la fantascienza è un po’ un altro discorso.
Come potete capire da questo pippone, la fantascienza o la si ama o la si odia. Il fantasy è più approcciabile da tutti, perché a tutti sono state raccontate le fiabe da bambini. Per questo le recensioni sui film de Il signore degli anelli e Lo hobbit sono state sempre abbastanza in accordo, mentre Blade Runner sta dividendo le genti. La fantascienza è di nicchia, altro motivo per cui in libreria la sezione fantasy batte in quantità quella sci-fi 10 a 1. Una cosa però ha la fantascienza di buono: se la ami, la amerai per tutta la vita. Il fantasy può andare e venire, può anche scocciarti dopo un po’ e certamente avrai sempre un po’ di affetto per quei vecchi compagni di avventure, ma la fantascienza ti entrerà nella testa e ci rimarrà. Tutta la roba figa che avete ora, gli smartphone, i computer, gli elettrodomestici intelligenti, le foto di una cometa, li avete per merito di gente infognata così tanto di fantascienza che ha deciso di renderla realtà. Quindi, se non vi è piaciuto il nuovo Blade Runner e non siete quelli che ci hanno fondato la propria religione cinematografica, forse non è il caso che andate a vedere altri film di fantascienza, perché non è il vostro genere (e prima o poi la gomitata vi arriva se continuate a parlare nei momenti di silenzio, siete avvisati). Sì, certo che i Marvel potete continuare ad andarli a vedere, ma badate che ormai sono sul seriale andante e se non li avete visti tutti nei prossimi vi sentirete un po’ confusi.
A tutti gli altri: stanno per fare un remake di Jumanji senza Jumanji. C’è di peggio nella vita.
#sci-fi#fantascienza#spiegazione#lunga#leggete a vostro rischio e pericolo di noia#del perché non vi sta piacendo blade runner#star wars#star trek#blade runner
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A seguito della proposta del generale Alessandro La Marmora, è istituito il 18 giugno 1836 il Corpo dei Bersaglieri con il compito di svolgere servizio di esplorazione e missioni di carattere ardito. BUON ANNIVERSARIO A TUTTI I BERSAGLIERI D'ITALIA. https://www.instagram.com/p/CBkH-Ovlq3xlNAwgr3p4EBPzYLVTOD9SMOOaYU0/?igshid=m69ii1eow00
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Uscite - Dicembre 2017
Vi informo sulle principali uscite cinematografiche e televisive di dicembre 2017.
Partiamo dalle sale, dove potremo vedere il giallo tutto britannico “Assassinio sull’Orient Express”, diretto e interpretato da Kenneth Branagh; continua la storica saga, ora distribuita da Disney, con il suo ottavo capitolo, “Star Wars: gli ultimi Jedi”; Sandrine Bonnuaire presenta il documentario “Faithfull”, incentrato sulla cantante britannica Marianne Faithfull;
“My little Pony – il film” il grande successo animato televisivo arriva su schermo; restando in tema animazione, dal 6 dicembre sarà trasmesso “Bigfoot Junior”, la pellicola parla di un epico viaggio di esplorazione intrapreso da un bambino; “The Witched Gift”, interssante horror investigativo che narra le oscure peripezie di un timido ragazzo con disturbi di personalità; “Loveless”, affascinante drama che racconta il divorzio di due genitori che dopo la separazione devono affrontare la scomparsa del loro figlio; “Bad Moms 2”, ritorna la commedia campione di incassi con il secondo capitolo. Passiamo alle serie TV (dove aggiungerò le uscite di novembre), partendo da Netflix, dove verrà caricata la serie spin-off di “Daredevil”, “The Punisher”, la quale ci narrerà la storia di Frank Castle, prima che incontrasse il famoso giustiziere; continua il grandissimo successo Original Netflix a carattere storico “The Crown”, quest’anno con la sua seconda stagione, la serie parla della storia della corona di Elisabetta II; potremo trovare dal 22 novembre sulla piattaforma la nuova serie a tema Western “Godless”, ambientata nel 1884, vede come protagonista un minaccioso fuorilegge a caccia del suo nemico mortale; In uscita anche la Comedy sempre original Netflix “She’s Gotta Have It”, che narra le vicende di una donna e i suoi tre amanti; la grande N non si ferma qui in quanto a contenuti originali, infatti dal primo dicembre sarà presente nel catalogo la nuova serie “Dark”, Thriller drammatico con un incipit non molto originale ma interssante; finiamo il capitolo Netflix, passando alle altre piattaforme satellitari e non. Sky Atlantic come usuale trasmetterà la terza stagione di Gomorra; su Fox continua la debuttante Comedy “Ghosted”, che parla di due bizzarri cacciatori di fantasmi; La casa delle prime trasmetterà un’altra serie debuttante a tema apocalittico, “Snowfall”; il 21 novembre sarà diponibile la nuova serie Thriller “Apple Tree Yard”, mentre dal 28 novembre l’attesissimo giallo “Babilon Berlin”; Infinity distribuirà la quarta stagione di “The Night Shift”, mentre History Channel l’attesissima quinta stagione dell’action drama “Vikings”. In conclusione tengo a precisare che ovviamente queste non sono tutte le uscite di dicembre 2017, ma quelle che ritengo più interessanti.
Saverio Vitalesta 4 E
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Frenarsi dovrebbe essere la cosa migliore, forse per entrambi, ma Jonathan era assuefatto dalla presenza di Geoffrey, dal suo profumo, dal suo carattere così indomito ed incontenibile.
“Sono stato uno stolto ed un ingenuo, ne sono consapevole. Ma in cuor mio, ahimè, ho sempre tentato di osservare il lato positivo di ogni creatura.”
Ed era stata quella sua peculiarità a salvare Londra, anche se a discapito della propria umanità.
Swansea e Ashbury erano stati i fautori del suo destino amaro. Swansea lo aveva gabbato, lo aveva usato ed alla fine, pur condannandolo ad una vita eterna fatta di sacrifici e segreti, Jonathan sapeva di aver compiuto un gesto quasi caritatevole nei suoi confronti.
La cosa era stata assai differente per Elizabeth.
Lei aveva tentato di concupirlo, di tenerlo stretto, incatenato a se, con la promessa di una vita al servizio degli altri.
Ed invece...
Invece sì era dimostrata un mostro dalle fattezze di donna, capace di elaborare piani senza scrupoli, pur di ottenere la sua completa e totale arrendevolezza.
Ed aveva scelto McCullum come vittima sacrificale. E Jonathan aveva compreso il motivo, la ragione scatenante di quella rabbia cieca : la gelosia.
Ashbury sapeva che il dottore, in qualche modo, nutriva ben più di un attaccamento viscerale nei confronti del cacciatore. Lo aveva visto ancor prima della trasformazione dello stesso, nei racconti di Swansea sui loro battibecchi. Ella sapeva quanto pericoloso potesse divenire quel legame, una volta consolidato dal sangue.
“Non provo alcun rimpianto per averla uccisa e la cosa mi spaventa, Geoffrey. Dovrei provare compassione nei confronti di quella donna, ma non ci riesco. Ero lucido, consapevole, fiero di ciò che facevo mentre le toglievo l’immortalità e la condannavo al Nulla.”
Si fermò a ridosso della gola, ansante , con le labbra tremanti ed il desiderio di continuare quella esplorazione.
Lasciò che fosse la lingua a continuare, leccó avidamente quella porzione di pelle tesa, a ridosso del Polo d’Adamo e grugnì di piacere.
“Vuoi che mi fermi, Geoffrey?” Domandò, serrando le palpebre per ritrovare il controllo. Ma nel contempo, animato dal desiderio bruciante, lasciò scivolare una mano al di sopra della sua nuca, addentrò le lunghe dita tra la chioma scura e lo accarezzò con amorevolezza, con delicatezza.
“Devo dirlo, Dottor Sanguisuga: casa tua è davvero accogliente.”
@drjonathanreidekon
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