#Don Massimo Bianchi
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pier-carlo-universe · 25 days ago
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La bella incompiuta - Andrea Scotto: Un Viaggio tra le Cronache e la Vita della Chiesa di San Nicolò a Novi Ligure
Storia e Vita della Chiesa di San Nicolò raccontate da Andrea Scotto
Storia e Vita della Chiesa di San Nicolò raccontate da Andrea Scotto Andrea Scotto, ingegnere e appassionato ricercatore, con La bella incompiuta ci accompagna in un viaggio che attraversa la Storia e la Vita della chiesa di San Nicolò a Novi Ligure. Partendo da cronache documentate, come il verbale di un’assemblea politica svoltasi nella chiesa, Scotto svela come, in epoca medievale, tali…
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reginadeinisseni · 1 year ago
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Kaos (1984) - Trailer
TONINO GUERRA
FRANCO E CICCIO NEL LORO ULTIMO FILM  INSIEME
Paolo e Vittorio Taviani Soggetto Luigi Pirandello (raccolta Novelle per un anno) Sceneggiatura Paolo e Vittorio Taviani, Tonino Guerra Produttore Giuliani G. De Negri Fotografia Giuseppe Lanci Montaggio Roberto Perpignani Musiche Nicola Piovani Scenografia Francesco Bronzi Costumi Lina Nerli Taviani Interpreti e personaggi Margarita Lozano: Mariagrazia (1 ep: L'altro figlio) Gianni Musy: padre dell'emigrante (1 ep. L'altro figlio) Anna Malvica: la madre (2 ep: Mal di luna) Massimo Bonetti: Saro (2 ep: Mal di luna - Colloquio con la madre) Claudio Bigagli: Batà (2 ep: Mal di luna) Enrica Maria Modugno: Sidora (2 ep: Mal di luna) Ciccio Ingrassia: Don Lollò (3 ep: La giara) Franco Franchi: Zi' Dima (3 ep: La giara) Tony Sperandeo: uno dei contadini (3 ep: La giara) Salvatore Mignosi: uno dei contadini (3 ep: La giara) Omero Antonutti: Pirandello (ep: Epilogo: colloquio con la madre) Regina Bianchi: la madre di Pirandello (ep: Epilogo: colloquio con la madre) Biagio Barone: Salvatore
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auroras-blend · 3 years ago
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Can I ask for a character sheet? 🥺
Oh absolutely!!! Thank you soo much for giving me a chance to do this ❤️
Note: The following are prominent characters in Once Upon a Dream (OUAD) and Garland City Tales. Character's names highlighted in purple were originally created by @liquor-belle. There will be spoilers if you are not caught up!
Marilyn Winslow/Vittoria Borghese- protagonist & MC of OUAD & GCT. Daughter of the late Patience Winslow and Leonardo Borghese. Hates Pepe LePew, Sawyer, and boys. Like art, her pets, her bff Nicky, and her parents. Has foot-in-mouth syndrome and other cluster b psych disorders. Status: Alive
Patience Winslow- the protagonist of Ragnatela. Mother of MC in OUAD & GCT. Makes her daughter paranoid of convicts & perverts. Has a severe dislike of Leonardo and Pepe LePew. Likes alcohol & Marilyn (sometimes). Has foot-in-mouth syndrome and other cluster b psych disorders. Status: Deceased
Leonardo Borghese- Father of MC in OUAD & GCT and mafia boss of the Borghese Crime Family. One of the main antagonists in Ragnatela. Likes Opera Music & fine food. GC's Most Eligible Bachelor. Status: Alive
Pastor Jonathan & Emilie Marks- Pastor of a Lutheran Church and his wife. Former acquaintances with Patience and foster parents of Marilyn/Vittoria. Lives in Summerfield, ID. Status: Alive
Fishwives- Women who gossiped about Patience and Marilyn in Summerfield, ID. Status: Alive
Charles Sawyer- Lawyer and consigliere for the Borghese Crime Family. Leonardo's best friend. Marilyn's sworn nemesis. Status: Alive
Alessia Sagesse- Former etiquette tutor of Marilyn. Part of the Bianchi family. Niece of Sig. and Sg.ra Bianchi. Marilyn's attempted kidnapper. Status: Deceased
Sig. Bianchi- Rich ex-mafia don and Leonardo's godfather. Dies from a car bomb. Status: Deceased
Sg.ra Bianchi- Giuseppe Bianchi's wife and Alessia's aunt. Has three sons. Grandmotherly figure to Marilyn. Facilitated her kidnapping. Status: Deceased
Franco Mazzeo- Sicilian mobster. Grandfather of Nicoletta, Vincenzo Jr., Luca, and Emilio. Ally to the Borghese Family. Status: Alive
Nicoletta Cardarelli- Marilyn's best friend and Franco Mazzeo's granddaughter. She lives with her grandpa while her parents serve a prison sentence in America. Status: Alive
Emilio Mazzeo- Franco Mazzeo's 12/13 y.o. grandson who antagonizes Vittoria. Lives with his grandfather due to an absent mother. Status: Alive
Vinnie & Luca Cardarelli- Nicoletta's brothers and Mazzeo's grandsons. Vinnie is ill due to drug exposure as a child. They live with their grandpa while their parents serve a prison sentence in America. Status: Alive
Sig. Buccula/Mr. Lurch- Vittoria's awful and mean tutor who makes her cry. Status: Alive
Principessa Snowbell- Kitten of Vittoria Borghese. She dies saving her owner. Status: Deceased
Massimo & Raphaello Bianchi- Twin sons of the Bianchi's and cousin to Alessia Sagesse. Mobsters and allies of the Borghese family. Status: Alive
Martha Bianconi 💋 👑 - Widow of ex-mob boss Tomasso "Sharky" Bianconi. At least 2 decades younger than him. Now destitute and is working for the Borghese Crime Family. Ally to Vittoria. Status: Alive
Joe Bianconi- Son of the late boss "Sharky" Bianconi. Hates his stepmother. Status: Alive
Tomasso Bianconi Jr.- Son of the late boss "Sharky" Bianconi. Father of "Little Leo", Maggie, Agatha, Carolina, & Sofia.
Paulo Bianconi- Son of the late boss "Sharky" Bianconi. Hates his stepmother. Status: Alive
Angelo Bianconi- Son of the late boss "Sharky" Bianconi. Had an affair with Martha. Status: Alive
Alberto Cardinale- Mob boss of the Cardinale crime family and one of the four dons who went to prison in Ragnatela. Quite active and accomplished in the 1920s-30s. Arranges a marriage between his grandson & Vittoria. Created by you/@liquor-belle. Status: Deceased
Gilbert Cardinale- Grandson of the late Alberto Cardinale, Leonardo's future protege, and arranged to marry Vittoria. He's a nerd. Status: Alive
Detective Barty Grey- Up and coming detective at the GCPD. He wants to do good and take down the crime families. Status: Alive
Dr. Voglbaum- The Borghese Family's private doctor. Status: Alive
Giuseppe Benevento- Deputy and member of the Borghese Crime Family. Friend of Leonardo. Attended Vittoria's first communion. Status: Alive
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luigidelia · 4 years ago
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-Lo sfiancamento della lotta- #7marzo21 #savethedate #Brindisi #radiorai3 Ho pochi ricordi di quello che accade a Brindisi nel marzo del 91. Avevo quindici anni. Ricordo una mattina sotto al liceo che frequentavo a guardare le finestre che traboccavano uomini, donne, ragazzini. Era surreale. La scuola era occupata da centinaia di estranei mai visti che ci guardavano dalle finestre. Nella notte tutte le scuole erano state requisite per accogliere i profughi arrivati. Fummo felici. Non si andava a scuola per un po' di giorni. Ricordo che con i motorini, i “sì” Piaggio, andavamo sulle balconate del porto a vedere cosa stava succedendo. Ricordo il luccichio sotto i lampioni dei teli di platica giganteschi che servivano da coperte. Quella mattina della scuola occupata, tornando verso casa, dai balconi di un palazzo popolare calavano sacchetti bianchi con lo spago e sotto in strada i profughi albanesi alzavano le braccia, prendevano e ringraziavano. Riprendemmo ad andare a scuola di pomeriggio, ma in un altro istituto. C’era anche un ragazzo albanese in classe. Parlava poco l’italiano. Non ci eravamo molto simpatici. Poi più nulla. È come se dopo, nel tempo, fosse rimasto solo un rumore di quei giorni. Almeno per me. Ho ritrovato i fatti del 91 dieci anni fa. Il sindaco di allora, Domenico Mennitti, si fece promotore di una grande operazione culturale di memoria e ricostruzione. Io mi occupai delle installazioni artistiche in città e delle ricerche per il racconto che avrebbe letto Anna Bonaiuto. Coinvolsi Francesco Niccolini. Lo conoscevo da poco. Per me Francesco era solo l’autore del Vajont di Paolini. Per un mese abbiamo ascoltato i testimoni, la gente comune, il sindaco di allora, Giuseppe Marchionna, giornalisti, i trenta albanesi rimasti in città da quei ventimila, i volontari. Soprattutto i volontari. Pochi anni prima ero stato mandato a fare il servizio civile nella Caritas della città. Protestai, ricordo. Molto. Cercai anche una raccomandazione per farmi spostare. Volevo stare a Torre Guaceto dove facevo già volontariato e dove sarebbe stato logico restare a fare anche il servizio civile. Ma la vita non segue sempre la logica. L’anno di servizio civile in Caritas è stato un dono. Ho ascoltato altre storie del 91, ho passato parecchie notti a fare compagnia ai barboni in strada, ho apparecchiato tavole, organizzato concerti e feste multietniche, ho fatto il doposcuola a ragazzini brindisini. È una parte di me con la quale non convivo in pace questa di comunità, della strada, delle vicende ambientali e sociali di Brindisi, la città dove sono nato e cresciuto. L’inizio del lavoro in teatro è coinciso con il massimo impegno nelle lotte ambientali in città. Progettavamo azioni illegali per fermare gli scarichi odiati, abbiamo vissuto proteste, le abbiamo fatte. Ho perso la voce. Sono stato parecchio tempo con persone che hanno dato la vita per questo. C’era un fuoco. A un certo punto sono andato via. E non riesco a parlare di questo, non ancora. Nulla di tutto quello è così distante e lontano da parlarne. Tanto meno qui. Ma ora, dopo trent’anni anni dai fatti del 91, ecco che tutto torna. Prepotentemente. Non sto nella pelle e ascolto quello che accade in me e intorno. Proprio ora che viviamo distanziati e con la mascherina, ora che i teatri sono chiusi, proprio in questo caso che raccontare in un teatro vuoto ha tutta la forza del vuoto che lascia nella pancia questa storia, mi ritrovo di fronte al Luigi di dieci, venti, trenta anni fa. A Luigi che è scappato perché la lotta e la protesta se lo stavano mangiando. Ho avuto paura, sì. Paura di farmi prendere da quello. Di farmi consumare come il tumore di Don Milani. Di sparire. Anzi ho paura forse di essere così presuntuoso da farmi consumare senza nemmeno riuscire a cambiare le cose e il mondo. È una spina nel fianco questa per me: che un giorno sono andato via, da che parte stare e come lottare, come cambiare, da quale parte è meglio urlare, da dove si sente più forte e quando è “cambiare”, quando no. A volte penso che ho fatto lo spettacolo sul rivoluzionario Don Milani solo per sfogarmi di questo e giustificarmi mostrando a tutti com’è morto lui, com’è morto della sua lotta. Ma la vita non segue la logica, vero? Non so nulla. So solo di un disagio e di una nausea. E di una rabbia. Che forse semplicemente ho riversato completamente nel teatro. Con arroganza, solo per me, in maniera dispotica verso il pubblico, senza sapere nulla davvero della scuola del teatro. Per un mio interesse sacrosanto. Per salvarmi la pelle. Poi forse incontra anche qualcuno nel pubblico e allora qualcosa accade. Ma questa spina dello sfiancamento della lotta mi consuma ancora. E ne riconosco tutta la seduzione. Ora so solo che raccontare quello che accadde a Brindisi a marzo del 91, quello che fecero i brindisini, i cittadini albanesi, quello che non fece lo stato, come è andata a finire dopo, e il fatto che tutto questo sarà trasmesso in contemporanea da non so quante pagine social compresa quella del sindaco della città, Riccardo Rossi (sì, perché questa è una storia di sindaci) e da Radio Rai 3 in tutta Italia, bene, so solo che vale già quanto la medaglia che non è mai stata data alla mia città. E in questo caso benedico lo streaming e la radio. Che lo sentano tutti cosa è accaduto a Brindisi nel marzo del 91. domenica 7 marzo 2021 h 15.00 focus su Zazà, Radio Rai 3 h 18.00 in streaming video dal Nuovo Teatro Verdi, Brindisi h 22.30 su Radio rai 3 NON ABBIATE PAURA Grand Hotel Albania _1991-2021 di Francesco Niccolini con Luigi D’Elia musiche dal vivo Claudio Prima, organetto e voce Nevila Cobo, violino Merita Alimhillaj, violoncello Le foto storiche e preziose sono di Damiano Tasco. Info: https://www.nuovoteatroverdi.com/ https://www.raiplayradio.it/radio3/
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elcinelateleymickyandonie · 4 years ago
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Massimo Serato.
Filmografía
- Inventamos el amor (1938) - Otro jugador en la sala de billar
- Le Père Lebonnard (1939) - Un niño en el baile (sin acreditar)
- Inspector Vargas (1940)
- Pequeño mundo antiguo (1941) - Franco Maironi
- Dos corazones secuestrados (1941) - El compositor
- El amor canta (1941) - Alberto
- El hombre que vino del mar (1942) - El marinero
- Los siete pecados (1942) - Mario Venier
- Luisa Sanfelice (1942) - Ferdinando Ferri
- Giacomo el idealista (1943) - Giacomo Lanzavecchia
- Las hermanas Materassi (1944) - Remo, el nieto
- En lugares altos (1945) - Giorgio Zanetti
- El sol sale de nuevo (1946) - Major Heinrich
- Sangre en Ca 'Foscari (1946) - Caballero de la Rosa
- El apocalipsis (1947)
- El mensajero del rey (1947) - Maurice Croisenois
- La revanche de Baccarat (1947)
- La dama de las camelias (1947) -Alexandre Dumas fils (prólogo)
- Rocambole (1947)
- El príncipe rebelde (1947) - Francesco di Sant'Agata
- Los caballeros con máscaras negras (1948) - El conde de La Motte
- La danza de la muerte (1948) - Stéphane / Stefano
- Monasterio de Santa Chiara (1949) - Rudolf, oficial de las SS
- El mundo lo quiere así (1949) - Alberto
- Los piratas de Capri (1949) - Baron Holstein
- Marechiaro (1949) - Luca Salvatori
- Flying Squadron (1949) - Oficial de la Fuerza Aérea
- Domingo de agosto (1950) - Roberto
- Dama fugitiva (1950) - Jim West
- El ladrón de Venecia (1950) - El gran inquisidor Garbia
- The Rival of the Empress (1951) - Orloff Versión en italiano (voz)
- Amor y sangre (1951) - Peppuccio conocido como Peppe
- Sombras sobre Nápoles (1951) - Peppuccio
- Hechizo trágico (1951) - Berto
- Sin bandera (1951) - Leutnant Morassi
- Los dos abandonados (1951) - Ramon
- Anita Garibaldi (1952) - (sin acreditar)
- Milady y los mosqueteros (1952) - Comte de Rochefort
- La hija del diablo (1952) - Adolfo Santagata
- Amor rojo (Marianna Sirca) (1952) - Simone Sole
- El mercader de Venecia (1953) - Antonio
- I Piombi di Venezia (1953) - Orsenigo
- Juventud en el bar (1953) - Gigi
- Con ganas de vivir (1953) - Massimo Fontana
- El hombre de El Cairo (1953) - Basil Constantine
- Lucrèce Borgia (1953) - Alfonso de Aragón
- El Conde de Sant'Elmo (1953) - Conde de San.
-Opinión pública (1954) - Massimo Gorini
- Piedad por los que caen (1954) - Livio Vanini
- Madame du Barry (1954) - Choiseul
- Amores de tres reinas (1954) - Paride (segmento: La cara que lanzó mil barcos)
- La eterna mujer (1954)
- Vía hoja (1954) - Andrea
- Cartouche (1955) - Henri de Vauboranche
- La viuda (1955) - Vittorio
- El halcón dorado (1955) - Massimo Montefalco
- El pequeño vidriero (1955) - Baron de la Motte
- Sirena de Nápoles (1956) - Salvatore Aiello
- Tormento de amor (1956) - Pietro Martínez
- Confesión suprema (1956) - Marco Neri
- El expósito de Milán (1956)
- Peppino, los modelos y chella allí (1957) Carlo Rosani
- La gran sombra (1957) - Franco Donati
- El enemigo silencioso (1958) - Forzellini
- Esclavas de Corinto (1958) - Quinto Rufo
- La maja desnuda (1958) - Conte Rodrigo Sanchez
- Capitán Falcon (1958) - Baron Oddo di Serra
- La espada y la cruz (1958) - Anan
- Cavalier in Devil's Castle (1959) -Capitán Ugone de Collefeltro
- Túnez Top Secret (1959) - Nikos
- El magistrado (1959) - Ugo
- El pirata y la esclava (1959) - Roberto Diego
- David y Goliat (1960) - Abner
- Los amores de Hércules (1960) - Licos
- Reina de los piratas (1960) - Cesare di Santacroce
- Te espero en el infierno [ en ] (1960) - Al
- Mujeres de lujo (1960) - Noble siciliano
- Constantino y la cruz (1961) - Maxentius
- El Cid (1961) - Fanez
- Poncio Pilato (1962) - Nicodemo
- Venus contra el hijo de Hércules (1962) Antarus
- La marca secreta de D'Artagnan (1962) Cardenal Richelieu
- Hipnosis (1962) - Georg von Cramer
- El jinete enmascarado invencible (1963) Don Rodrigo
- 55 días en Pekín (1963) - Menotti Garibaldi
- Sansón y la reina esclava (1963) - García de Higuera
- Goliat y el esclavo rebelde (1963) - Marcius
- Los siete invencibles (1963) - Axel
- Brennus, enemigo de Roma (1963) - Marcus Furius Camillus
- Jacob y Esaú (1963) - Ismael - Ismael
... y la mujer creó al hombre [ en ] (1964) Chefredakteur
- Sansón vs. el rey gigante (1964) - zar nicola nicolajevic
- Héroe de Roma (1964) - Lucius Tarquinius Superbus
- El león de Tebas (1964) - Tutmes
- Desafío en Río Bravo (1964) - Leo
- Gladiators Seven (1964) - Baxo.
La Celestina P ... R ... (1965) - Marcello
- Desafío del Gladiador (1965) - Senador Lucio Quintilio
- La décima víctima (1965) - Abogado Rossi
- Super Seven Calling Cairo (1965) - Alex
Im Nest der gelben Viper [ de ] (1966)
- El crimen casi perfecto (1966) - Preston
- Salvaje, salvaje planeta (1966) - Sr. Nurmi
- La mujer perdida (1966) - D. Rafael Valcálcer
- 00 / mundo de la operación de claqueta (1966)
- The Honey Pot (1967) - The Pretender (escenas eliminadas)
- La extraña noche (1967) - ing. Pariante
- El magnífico tejano (1967) - Blackie Stark
- Fue bueno amarte (1968) - Luca
- Atrapa como atrapa lata (1968) - Agent
- Camille 2000 (1969) - el padre de Armand
- Amor corto [ eso ] (1969) - Crusich
- La animadora traviesa (1970) - Capitán de Montecucculi
- Los jugadores (1970) - Del Isolla
- Divorcio (1970) - Mario Gherardi
- Nube de polvo ... Grito de muerte ... Se acerca Sartana (1970) - Sheriff Jim Manassas
- Edipeon (1970)
- La califfa (1970) - El industrial fallido
- Historia de una traición (1971) - Hugo
- El regreso del gladiador más fuerte del mundo (1971) - Caio Appio Quintilliano
- Los hombres muertos viajan (1971) - Emiliano
- Sargento Klems (1971) - General francés
- ¿Quién mató al fiscal y por qué? (1972) - Tío Fifi
- Un profesional apreciado con un futuro seguro (1972) - Bishop
- Beau Masque (1972) - Valério
- Número uno (1973)
- Mujeres en el bloque de celdas 7 (1973) Director de la prisión
- No mires ahora (1973) - Obispo Barbarrigo
- Salvo D'Acquisto (1974) - Halder
- Autopsia (1975) - Gianni Sanna
- Malos pensamientos (1976) - Carlo Bocconi
- El ginecólogo del seguro médico (1977) Doctor Guido Lo Bianco
- Convoy Busters (1978) - Degan
- La sombra ensangrentada (1978) - Count Pedrazzi
- El humanoide (1979) - Gran hermano
- Monja asesina (1979) - Dr. Poirret
- Eden no sono (1980) - El padre de Alessandra
- Estigma (1980)
- Pin the mocoso (1982)
- Calle de los espejos (1983) - Concejal Bianchi
- Nana (1983) - Faucherie
- El chico del campo (1984) - Remero
- Gracia salvadora (1986) - Monseñor Betti
- Las largas sombras (1987)
- 32 de diciembre (1988) - Ferruccio, el novio (segmento "La mariposa amarilla").
-Soltero (1989)
- Hermanos de Italia (1989)
- Luna de miel en amarillo (1990)
- The Vulture Can Wait (1991) - Prince (papel final de la película).
Créditos: Tomado de Wikipedia
https://en.wikipedia.org/wiki/Massimo_Serato
#HONDURASQUEDATEENCASA
#ELCINELATELEYMICKYANDONIE
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corallorosso · 6 years ago
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CasaPound non si tocca, con loro sono pacche sulla schiena. Per gli ‘italiani’ che fregano gli ‘italiani’ e minacciano gli ‘italiani’ comprensione e strette di mano. Contro chi aiuta gli ultimi invece isolamento, criminalizzazione e nessuno aiuto. Dopo tutto con il decreto sicurezza si vuole questo. Creare non persone senza diritti colpevoli di avere un colore della pelle diverso. Piazzale Maslax era sotto la minaccia concreta di sgombero da settimane. Eppure nessuna comunicazione è arrivata dal Campidoglio, nessun piano di accoglienza alternativa dignitosa è stata predisposta per le persone che oggi sono state sgomberate. Ora questi esseri umani accolti da Baobab dove andranno? Ancora una volta, la Prefettura ha deciso e il Campidoglio si è adeguato, non curandosene di cosa faranno e dove andranno gli sgomberati. L'intento del ministro dell'Interno che si fa chiamre sbirro è quello di trasformare definitivamente Roma in una città che vive nella paura dello straniero, una capitale chiusa e fondata sull'odio. Ma non è il solo. Ha lavorato a questo risultato anche la ducetta Giorgia Meloni. A invocare le pene dell’inferno verso chi è restato umano ci ha pensato la nipotina di Almirante, ora presidente del partitella di estrema destra di Fratelli d'Italia, ormai melensa nella sua strategia di rilanciare con più enfasi le sparate di Salvini. Che aveva detto la signora? “La pazienza è finita: la tendopoli vicino alla stazione Tiburtina va sgomberata immediatamente e chi non ha diritto a stare in Italia va rimpatriato. È inaccettabile che nella Capitale d'Italia ci siano zone franche dove accade di tutto, stupri, violenze e sequestri di persona compresi. Ora basta #TolleranzaZero". Le zone franche esistono. Come le aree di spaccio. Come lo stabile occupato abusivamente da CasaPound e le zone intorno ai covi fascisti dove si dà la caccia ai migranti. Uno Stato democratico garantisce la legalità ovunque e non se la prende con gli ultimi. Semmai con i soli delinquenti. Bianchi, neri e con qualsiasi passaporto. Baobab era una risorsa. Non il problema. I fascio-leghisti lo sanno bene ma devono fare propaganda prendendosela con i migranti e rateizzando la restituzione dei soldi rubati agli italiani. ...A Roma, a due passi dalla stazione Termini, uno stop reverenziale alle squadre nere e a quell'urlo minaccioso: "Se entrate sarà un bagno di sangue". La minaccia dei fascisti di CasaPound, il blitz che si ferma, le strette di mano e i sorrisi tra gli agenti della Digos e i capi bastone hanno segnato un nuovo subdolo passo eversivo dell'ordine democratico, che nella Costituzione ha i principi che invece si facevano valere nella parrocchia di don Massimo Biancalani. GLOBALIST
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paoloxl · 6 years ago
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Comunicato sui fatti di giovedì 22 novembre a San Berillo
La sera del 22 novembre noi, cittadini del quartiere di san berillo, abbiamo assistito a quella che è stata definita dai giornali la prima operazione interforze di prevenzione e contrasto alla criminalità nel quartiere. A partire dalle 21.00 ci siamo recati nella zona, allertati da chi, perché vi abita o perché vi frequenta la scuola di italiano, era già presente. Vogliamo ricostruire l’operazione vista dai nostri occhi, un gruppo di cittadini di diverse nazionalità, europee ed extraeuropee, che hanno sentito l’esigenza di esserci.
L’operazione è stata condotta da polizia, guardia di finanza, militari, vigili del fuoco. In un primo momento tutti gli stranieri che si trovavano nelle vicinanze (via Don Luigi Sturzo, via di Prima, via Ventimiglia, piazza teatro massimo) sono stati invitati a recarsi nella parte centrale del quartiere (incrocio tra via pistone e via delle finanze). In seguito il quartiere è stato circondato dai mezzi delle forze dell’ordine e si è proceduto alle operazioni di identificazione e perquisizione, di persone e di abitazioni. Appena riempito il primo furgoncino, 9 stranieri sono stati condotti alla stazione della polizia scientifica di via Roccaromana per le identificazioni. Tra loro molte persone in possesso di regolari permessi di soggiorno o con regolare soggiorno ma in attesa di rinnovo, documenti mostrati agli agenti che hanno comunque ritenuto opportuno procedere con gli accertamenti delle identità sostenendo che gli stessi potevano essere falsi.
Nel frattempo in quartiere i rimanenti stranieri venivano obbligati a spegnere i propri cellulari ed a conservarli nelle tasche o consegnarli agli agenti. Venivano sequestrate somme di denaro, sospetti proventi di attività illecite, restituite ai proprietari soltanto nel momento in cui, a termine delle operazioni di identificazione, si è riscontrato che questi ultimi non avessero precedenti penali e non fossero in possesso di sostanze stupefacenti. Contemporaneamente, l’unità cinofila setacciava il quartiere alla ricerca di sostanze.
Tra i cittadini accorsi per assistere alle operazioni di polizia, due ragazzi di cittadinanza gambiana sono stati anch’essi identificati, perquisiti (spogliati), pur non trovandosi in quartiere al momento dell’inizio delle operazioni. Nonostante le richieste dei restanti di noi, donne bianche e uomini bianchi, di essere identificati e perquisiti allo stesso modo e la denuncia del trattamento discriminatorio nei confronti delle sole persone nere, ci veniva risposto che le identificazioni e le perquisizioni venivano fatte solo a chi si trovava, al momento dell’inizio delle operazioni, in quella che è stata definita dagli agenti stessi “la più grande piazza di spaccio di Catania”.
A poco è servito fare notare la grande contraddizione tra le parole e le azioni che si stavano compiendo. Le operazioni erano centrate al controllo solo di alcune persone, divise per colore di pelle e anche per cittadinanza. Ci è stato spiegato, infatti, che tutti i gambiani sono spacciatori, lo sono anche i somali e qualche maliano, mentre gli altri abitanti o passanti anche se stranieri sono bravissime persone e instancabili lavoratori.
Davanti a tanta generalizzazione ci siamo sentiti, dunque, di rispondere che di certo tutti i siciliani sono mafiosi.
Combattiamo e denunciamo ogni giorno le generalizzazioni indirizzate da media e politica nei confronti degli stranieri e oggi vogliamo contestare l’evidente discriminazione realizzata in maniera del tutto indiscriminata e ingiustificata da parte delle forze di polizia nei confronti dei soli stranieri provenienti dal Gambia o dalla Somalia. I fermi e le identificazioni andrebbero fatti sulla base dei comportamenti individuali o perché la persona corrisponde ad un sospettato, mai sulla base del colore della pelle, della religione o dell’origine nazionale.
La profilazione razziale adottata dalla polizia giovedì scorso ci sembra in contrasto con il principio di uguaglianza che dovrebbe essere alla base delle azioni di tutte le autorità, anche delle forze di polizia di Catania.
La nostra presenza è diventata sgradita e siamo stati accusati di voler rallentare le operazioni di polizia e, per questo motivo, siamo stati allontanati. Seppur lontani da via delle finanze, siamo rimasti a osservare le operazioni. Ad uno ad uno gli stranieri sono stati perquisiti ed identificati (sempre con telecamera e documento accanto al volto) e rilasciati, se in possesso di documento. Gli stranieri in assenza di permesso di soggiorno sono stati condotti alla polizia scientifica e hanno trascorso la notte in questura. Il giorno dopo sono stati rilasciati con in mano un invito a recarsi presso la questura di competenza per il rinnovo del permesso di soggiorno. Durante le operazioni di identificazione svolte presso la sede della polizia scientifica, a tutti gli stranieri è stato chiesto di compilare un modulo, definito questionario conoscitivo, nel quale si chiedeva di specificare una serie di informazioni quali tipologia di permesso di soggiorno, tipo di lavoro svolto, residenza, e che si concludeva con una richiesta di consenso al rimpatrio volontario. È assurdo che all’interno della Questura vengano fatti firmare dei fogli che informano sul rimpatrio volontario a seguito di espulsione a persone regolarmente soggiornanti sul territorio. Assurdo che venga fatto senza accertarsi che le persone siano messe nelle condizioni di comprendere linguisticamente il contenuto di quei verbali. Assurdo che vengano obbligati a firmare un verbale dal dubbio valore legale in assenza di mediatori o legali.
Su questa situazione, sulle operazioni di sicurezza che interessano già da tempo e interesseranno ancora il quartiere di San Berillo, continueremo a vigilare, consapevoli che un diritto negato oggi ad alcuni, sarà un diritto negato domani a tutti.
Alcuni cittadini di San Berillo
da EcoBalle
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counselinginrete · 8 years ago
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Federica Bianchi da L'espresso (per molti aspetti deprecabile articolo) Michele: una gioventù senza coraggio La lettera che ha scritto Michele e che i genitori hanno dato al Messaggero Veneto perché la pubblicassero come denuncia di una situazione sociale è stata condivisa da migliaia di uomini e donne che in quella vita ormai spezzata trovano assonanze con la propria. Ha colpito anche me. Ma lo ha fatto in senso opposto. Mi ha suscitato una grande rabbia non contro un'epoca che precarizza il lavoro, anzi, siamo franchi, tende ad ucciderlo, ma contro tutti quei ragazzi che hanno usato una lettera scritta da un ragazzo depresso e arrabbiato per giustificare le proprie debolezze e i propri fallimenti. Gettando sulle spalle degli “altri” - la globalizzazione, l'Unione europea, l'incapacità delle élite di governo, etc.. - la difficoltà di realizzare i propri sogni, la fatica di essere felici. Senza rendersi conto che la realizzazione di un sogno è sforzo ed è anche fortuna. Non sempre avviene. «Io non me ne faccio niente del minimo, volevo il massimo, ma il massimo non è a mia disposizione», scrive Michele. Come se il massimo e il minimo fossero due scatole di cereali sullo scaffale del supermercato. E non invece parole vuote se non le riempiamo noi, ogni giorno, di contenuto. Alessandro Gilioli scrive che la critica non è solo e non tanto al precariato ma al “vincismo”, ovvero «quell’ideologia secondo la quale se non sei un vincente, sei uno sfigato. Se non sei un vincente, devi soffrire. Se non sei un vincente, non meriti di essere accolto dalla società». E io mi chiedo cosa vuol dire vincere? Cos'è il massimo? Ottenere un posto di lavoro subito? Non dover faticare? Andare in televisione? Avere sciami di donne? Vivere con l'adrenalina a mille? Avere figli? Possedere un'isola privata? Diventare primo ministro? Cos'è? Perché credo che nella vita non esista un solo concetto di massimo e di minimo, di vittoria e di perdita, di vincente e di sfigato. I concetti sono molteplici e tutti validi. E il massimo e il minimo, la vittoria e la perdita cambiano con gli anni, con la vita che abbiamo tutti i giorni il coraggio di vivere e di scegliere. E anche di accettare quello che non riusciremo mai ad avere nonostante ogni sforzo – sia esso un figlio, un uomo o un riconoscimento. Ma, per l'appunto, nella vita serve coraggio. E il coraggio, mi perdoni Don Abbondio, uno deve imparare a darselo. Perché se ci riescono persone che sotto le macerie hanno perso tutto, sogni, affetti e denari, e se ci riescono ragazze del Sud scappate da padri-padroni per ricostruirsi una vita partendo dal fare la colf, allora dovrebbe essere per tutti imbarazzante dire “che è solo colpa della società”. Non un vanto. Certo non viviamo più negli anni Ottanta e nemmeno nei Novanta. Ma quegli anni di crescita economica al 9 per cento del Pil, di settimane bianche e paninari, di aspettative che i figli avessero una vita migliore dei genitori, sono state una parentesi nella Storia del nostro Paese. Non la regola. La regola è la scarsità non l'abbondanza. La vita è dura e ingiusta. Occorre farsene una ragione. E attrezzarsi. Ricordandosi che massimo e minimo mutano negli anni, nei luoghi, nei cuori. Che se una ragazza come Bebe Vio, una grafica appunto, è riuscita a dare un perché alla propria vita, coniugando fatica e passione, anche un trentenne non disabile lo può fare. E lo può fare meglio dei suoi genitori e dei suoi nonni. Perché forse il lavoro non sarà dietro casa. Ma lui, come italiano, come europeo (fortuna che in tanti, in troppi oggi non vogliono più riconoscere) può spostarsi. Può emigrare. Lui sì. E pensate quanti vorrebbero essere al posto suo nel mondo. E lo può fare non solo perché i confini sono per noi italiani (ancora) aperti ma perché i biglietti aerei non costano nulla. Perché oggi (e non ieri) si può surfare sul divano di un altro. Si può capire su Internet come funzionano le cose altrove prima ancora di andarci. Si può far rete su Facebook. Si può fare. I giovani di oggi non hanno più tre offerte di lavoro all'uscita da scuola. Ma hanno un caleidoscopio di opportunità. A cui aggiungere coraggio, passione, impegno. Hanno anche l'opportunità di cambiare aspetti della realtà che non funzionano più. Convogliando rabbia e insoddisfazione in un percorso di vita. In una scelta di vita. E poi possono permettersi il lusso di vivere con poco, magari connessi in rete da un angolo modesto di questo pianeta, fosse anche uno scampolo d'Italia, e essere felici. E vincenti. Quello che non possono più permettersi – ma in realtà non hanno mai potuto – è pensare che il mondo non cambi mai. Che qualsiasi lavoro sia sempre disponibile e ben remunerato. Non è così. Alcuni lavori lo erano e non lo sono più (giornalismo in testa). Altri non esistevano e sono il futuro (hacker). Capire come cambia la vita intorno a noi e come ci dobbiamo muovere per coglierne le opportunità e schivarne le trappole non è mirare al massimo. Non è vincismo. È semplicemente imparare a vivere. Cercando di individuare (e non è facile) in quale punto del cosmo possiamo noi trovare uno scampolo di felicità. A prescindere dagli altri. L'importante è avere bene in testa quello che si vuole (e non si vuole) prima di alzarsi e andarlo a prendere. Altrimenti si gira a vuoto. E si finisce per dare sempre e solo la colpa agli altri.
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pangeanews · 5 years ago
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“Nessun uomo è un’isola, ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto”. John Donne: un antidoto al tempo della peste (ma la Campo piglia nuvole per pietre…)
Un interessante trafiletto della sezione Church sul Times parla di poesia ora che il Regno Unito piange più vittime dell’Italia: in questa classifica dei dolori, è surreale vedere un popolo che viene istruito per rileggersi il suo John Donne. In effetti, quando gli inglesi hanno bisogno di rincuorare in tempi spaventosi, di morte su vasta scala, affondano mano nel forziere senza fondo della tradizione letteraria. Da noi, al massimo, una rifrittura della peste secondo don Manzoni.
* Ma insomma. Che ha fatto John Donne di così importante per consolare in tempo di pandemia? Ha sofferto, stava per morire intorno al 1623, a meno di 42 anni. Compose le Devozioni. Dalle Devozioni pescò saggiamente anche la Campo.
*
Il suo Donne personale nella ‘bianca’ Einaudi è ripartito in modo incongruo tra poesie amorose e teologiche: quelle liete sono poche, pochissime. Le poesie d’amore, schiacciate e filtrate dai nuovi mondi che annichiliscono l’uomo e le sue passioncelle, sono esigue rispetto a quelle teologiche selezionate dalla Campo.
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Donne è frustrato dal suo Dio più di Giobbe e Agostino, perché viene dopo questi giganti. La Campo da par suo fa di tutto per nascondersi, stendere una mano di bianco su un’altra di bianco. La si capisce un po’ per volta, col passare del tempo e si nota anche come abbia levigato la lingua di Donne che invece è poeta duro, materico.
*
Quanto alla lingua. Là dove in Alchimia d’amore Donne scrive un finale infausto, che il corpo della donna è mummy, una mummia, la nostra geniale Cristina risolve filosoficamente scrivendo che il corpo di donna è vuota forma. Questo non per dire che Donne fosse misogino: ma era di un’epoca crudele, è diverso. Quindi anche in poesia ricorre a termini precisi. Guardate ad esempio nella meditazione alla Devozione 18: “L’uomo prima di avere un’anima immortale ha un’anima nei sensi e ancor prima nel suo essere vegetativo”. Fin qui, nota aristotelica. Poi l’impennata: “la sua parte immortale non riesce a cancellare le altre anime che vengono prima di lei e quando lei muore si porta con sé tutte le altre: l’uomo non vegeta più, non sente più. Questa è la madre a cui siamo affidati affinché rispettiamo la nostra madre naturale: cresciamo nel suo grembo e quando lei ci consegna al mondo siamo trapiantati al di fuori di lei, siamo chiamati ad entrare nel mondo. Una volta che siamo usciti dalla madre e apparteniamo al ventre della terra, iniziamo a diminuire. Quando la terra passa la nostra consegna, la nostra tomba si apre per far entrare altri. Non siamo mai trapiantati, ma trasportati, la nostra polvere soffiata via insieme alla polvere profana, con tutti i venti”.
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Donne chiude il cerchio come aveva promesso. L’ultimo discorso che abbiamo di lui, nel 1630 (qui in inglese la traduzione italiana qui) dice lo stesso citando Isaia e in filigrana  Ezechiele: “Questo ventre che dovrebbe essere la casa della vita diviene morte nel momento stesso che Dio vi ci installa. Quel che Dio spesso minaccia, quella chiusura del ventre, non è poi una maledizione così pesante o disagevole come quel giorno di angoscia, di castigo e di vergogna, quando i figli sono arrivati fino al punto di nascere, ma manca la forza per partorire”. Donne è amletico: peggio scontare la vita o non nascere proprio? Che brivido. Chiudere l’ultimo discorso con una citazione di una citazione. Come a non concludere, ad annullarsi. Quindi, se sofferenza deve essere, meglio che il figlio della donna venga alla luce, evitandole di soffrire il parto di un figlio morto.
*
A chi sembrasse quindi di aver a che fare con un poeta dalla scrittura eterea non resta che leggere le Devozioni dove Donne racconta come se ne stava per andare al creatore, nel 1623. Stavano anche per applicargli dei piccioni in testa, in un disperato tentativo di sottrargli vapore…
* Le Devozioni comunque si compongono di meno di venti capitoli ognuno dei quali ha una meditazione, una rimostranza e una preghiera. Un’organizzazione serrata, una prosa che gli studiosi non sanno se andasse originariamente sciolta in prosa o lasciata in versi. La Campo da par suo diede una versione dall’andamento tenue: ecco la numero 17.
Nessun uomo è un’isola completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una nuvola venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te.
* Anche qui, l’originale era un goccio diverso. Intanto, Campo prende un granchio. Prende clod per cloud; lei pensa alle nuvole, Donne parla di rocce del mare. Donne dice poi secchissimo: non mandare qualcuno a chiedere per chi suona la campana. Non vagamente non chiedere mai… Più prosaico.  Come la poesia di Shakespeare che nasce dal sangue, per una platea di marinai a riposo e di infaticabili Maddalene. * Ancora due parole sulla Campo. Nella sua introduzione ad alto tasso religioso aveva parole alate, quando dice di Donne che entrava a Corte nel 1597, a 25 anni: “il suo cattolicesimo, se non formalmente ripudiato, è già sepolto nel silenzio, come quello di William Byrd, musico di Corte, o del grande John Bull, o di Shakespeare: l’immenso taciturno che non proferì mai verbo di fede se non celato dietro una maschera, una persona”. Che azzardo, togliere Shakespeare al sancta sanctorum dei puritani e infilarlo tra i cattolici… La delizia della Campo è tutta qui, nel suggerire in punta di piedi che avrebbe molte cose da dire, e invece si limita  a scostare una sottile parete, la fusuma delle case giapponesi, facendoti perdere nella tua curiosità… Cosa pensava Donne di Shakespeare? *
Allusioni della Campo, curiosità che innesca la silenziosa tigre assente: quando addita un parallelo tra la fede segreta di Donne e il “mistico in panni frivoli, il Conte di Arundel”. Solo che di lui non restano scritti. Solo il suo dolore, una morte in carcere perché cattolico, la sua campana che suonava anche per il poeta.
* Un turbine. Donne è così. Arriva in alto perché conosce tutti i vermi: è lui l’autore della Devozione che diede un titolo a Hemingway (e pure il motto a un supermercato): “Nessun uomo è un’isola, intero in se stesso; ognuno è parte del continente, parte dell’intero. Se anche uno sciocco lembo di terra fosse ricoperto dal mare, sarebbe un danno come se fosse l’Europa tutta, non c’è differenza fra dove vivi tu o il tuo amico: la morte di ciascuno mi diminuisce e quindi non mandar mai a chiedere in giro per chi suona la campana; suona per te. Non dico questo per cercare compassione né per offrirla, come se non fossimo già miserevoli tutti quanti, ma dobbiamo proprio andare a prendere di più dal nostro vicino, prendere la sua miseria”.
Andrea Bianchi
*In copertina: ritratto di John Donne di Isaac Oliver, 1616
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tmnotizie · 5 years ago
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PEDASO – Il Campionato Nazionale Ciclocross CSI è andato al di là di ogni aspettativa come svolgimento e partecipazione sotto l’attenta regia della Società Sportiva Mario Pupilli di Grottazzolina con il supporto della struttura nazionale del Centro Sportivo Italiano per il settore ciclismo nel proporre un inedito campionato nazionale CSI per il ciclocross.
Un centinaio i ciclocrossisti da Marche, Abruzzo, Umbria, Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna (di cui una settantina tesserati CSI nel contendersi le 12 maglie tricolori in palio) che si sono avventurati tra sterrato, rampe e tratti ghiaiosi del percorso disegnato all’interno della struttura La Contea dei Ciliegi (del titolare Luigi Bruti) regalando un colpo d’occhio meraviglioso e una vista mozzafiato con il colore azzurro del cielo e del mare.
Più che positive in ogni categoria del CSI le performances di Giacomo Viozzi (New Mario Pupilli CSI) e Omar Silenzi (New Mario Pupilli CSI) tra gli junior sport, Gisella Giacomozzi (Hair Gallery Cycling Team) tra le master donna 1, Cinzia Zacconi (New Mario Pupilli CSI), Claudia Cantoni (Gruppo Ciclistico Canino), Roberta Senzacqua (Adria&Sibilla), Anna Maria Rossi (Scuola Indoor Cycling e Fitness) tra le master donna 2, Luca Bonifazi (New Mario Pupilli CSI) tra gli élite sport, Walter Funari (Xtreme Bike Team), Alessio Tempestilli (Adria&Sibilla), Federico Bianchi (Giatra Servizi Rifer Gomme) e Alessandro Conti (Hair Gallery Cycling Team) tra i master 1, Adriano Pacifici (Xtreme Bike Team), Flavio Sinapi (Le Mole Bike Asd) e Daniele Rametta (Giatra Servizi Rifer Gomme) tra i master 2, Rossano Achilli (New Mario Pupilli CSI), Daniele Paolini (Team Studio Moda), Piero Rosati (Le Mole Bike Asd), Andrea Ercoli (Adria&Sibilla) e Alessio Mastrofabi (Cicli Battistelli) tra i master 3, Massimo Viozzi (New Mario Pupilli CSI), Fabio Costanzi (New Mario Pupilli CSI), Andrea Mandolesi (Adria&Sibilla) e Marco Frattaroli (Adria&Sibilla) tra i master 4, Francesco Infelli (Ciclismo Vetralla), Massimo Egidi (Gruppo Ciclistico Canino), Mauro Mercuri (Xtreme Bike Team), Gianluca Ciccolini (Adria&Sibilla) e Fabrizio Viozzi (New Mario Pupilli CSI) tra i master 5, Enrico Caponera (Herald Editore), Lorenzo Bufalini (Giatra Servizi Rifer Gomme), Giampiero Belletti (Adria&Sibilla) Filippo Chiofalo (Bike Garage) e Romano Baldassarri (New Mario Pupilli CSI) tra i master 6, Paolo Pirani (New Mario Pupilli CSI), Angelo Ciancarini (Mtb Santa Marinella Cicli Montanini), Luciano Quintarelli (Team  Bike Palombara Sabina), Giacomo Paccani (Croce Verde Orzinuovi) e Giuseppe Monaldi (Team Studio Moda) tra i master 7, Marco Crescentini (Team Bike Terenzi), Paolo Tempestilli (Adria&Sibilla), Gianni Damen (New Mario Pupilli CSI), Fernando Dell’Aira (Bici Club Spoleto) e Marcello Tuzi (New Mario Pupilli CSI) tra i master 8.
Con la festa finale, il pranzo, la messa officiata da Don Osvaldo e la proclamazione dei nuovi campioni nazionali presso il palazzetto dello sport di Campofilone, viva soddisfazione è stata espressa dalle autorità Tarcisio Antognozzi (presidente regionale CSI Marche), Gaetano Sirocchi (presidente regionale CSI Fermo), Enzo Martino (referente nazionale per il ciclismo CSI), Gabriele Cannella (sindaco di Campofilone) e Carlo Bruti (vice sindaco di Pedaso) per un evento storico del ciclocross in ambito nazionale che ha dato impulso al movimento ciclistico del CSI Marche con l’auspicio che possa diventare una tappa fissa del calendario ciclocrossistico non solo a livello regionale.
“Il nostro grazie – ha commentato Giampiero Conti,responsabile dell’organizzazione – va a tutti i partecipanti che hanno onorato la manifestazione con la loro presenza unitamente agli sponsor, alle autorità comunali e ai rappresentanti del Centro Sportivo Italiano. Di complimenti ne abbiamo ricevuti molti e abbiamo voluto accontentare tutti non solo nella parte strettamente tecnica ma anche al di fuori del contesto agonistico con il pacco gara e il pranzo finale a base di prodotti tipici locali che ha preparato la Pro Loco di Campofilone e alla quale rivolgiamo un sentito ringraziamento”.
I CAMPIONI NAZIONALI CICLOCROSS CSI 2020
Junior Sport: Giacomo Viozzi (New Mario Pupilli CSI)
Master donna 1: Gisella Giacomozzi (Hair Gallery Cycling Team)
Master donna 2: Cinzia Zacconi (New Mario Pupilli CSI)
Elite Sport: Luca Bonifazi (New Mario Pupilli CSI)
Master 1: Walter Funari (Xtreme Bike Team)
Master 2: Adriano Pacifici (Xtreme Bike Team)
Master 3: Rossano Achilli (New Mario Pupilli CSI)
Master 4: Massimo Viozzi (New Mario Pupilli CSI)
Master 5: Francesco Infelli (Ciclismo Vetralla)
Master 6: Enrico Caponera (Herald Editore)
Master 7: Paolo Pirani (New Mario Pupilli CSI)
Master 8: Marco Crescentini (Team Bike Terenzi)
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italianaradio · 5 years ago
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VANGELO, CARCERI, MAFIA E MAFIOSITÀ La riflessione di Piero Schirripa
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/vangelo-carceri-mafia-e-mafiosita-la-riflessione-di-piero-schirripa/
VANGELO, CARCERI, MAFIA E MAFIOSITÀ La riflessione di Piero Schirripa
VANGELO, CARCERI, MAFIA E MAFIOSITÀ La riflessione di Piero Schirripa
VANGELO, CARCERI, MAFIA E MAFIOSITÀ La riflessione di Piero Schirripa Lente Locale
R. & P.
Alcuni anni or sono, la coop Valle del Bonamico scrisse una riflessione sulla “mafiosità”, denunciando come questo diffuso atteggiamento sociale (un impasto di velata omertà e acquiescenza verso il crimine e soprattutto di disponibilità a trasgredire regole, leggi e i tradizionali valori morali) fosse altrettanto pericoloso quanto lo stesso legame associativo mafioso. Naturalmente, come sempre, la riflessione si concludeva invitando il potere politico ad una campagna di emersione dalle reti criminali fatta di offerta di lavoro vero e duro e di seria educazione scolastica e civica, cioè accompagnamento alla legalità.Il potere politico, per miliardari interessi economici e di casta, ha sempre e solo fatto invece la scelta del contrasto militare e giudiziario contro la mafia, arrestando sequestrando sciogliendo eccetera eccetera, senza riuscire a intaccare, in modo determinante, la forza della mafia e stringendo le popolazioni sotto il peso di un vero e proprio regime poliziesco.Soliti discorsi, più volte inutilmente ripetuti.Prediche, degne appendici al Vangelo di oggi: “guai a dottori, professori e presidenti che caricano il popolo di pesi insostenibili e loro camminano con la scorta, benzina gratis, benefit e mogli in prima fila”….più o meno. Figurarsi che anche l’Europa dice che esageriamo con ergastoli e carcere duro (salvo poi che anche questi della Corte Europea avranno, pure loro, macchina autista e moglie in cattedra… ).Contro questi predicozzi, ed a supporto delle spese per la politica di contrasto militare e giudiziario alla mafia, un paio di altissimi Procuratori della Repubblica hanno stimato che gli appartenenti alle cosche della sola provincia di Reggio Calabria (con tanto di nomi e, soprattutto, mappe locali, provinciali e internazionali) siano decine di migliaia. Poveri noi, siamo tutti circondati! Chi delinque in Calabria, dunque, ha almeno diritto alle attenuanti generiche. Un mio amico avvocato, poco coraggioso però, ritiene che, su questa base, molti processi dovrebbero essere rifatti. Io, comunque, penso che se uno ha nomi e mappe non deve fare dichiarazioni, ma deve arrestare.Torniamo con i piedi per terra. A Siderno,per esempio.E’ stato confermato dal TAR lo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazione mafiosa, per via della solita storia di parentele – parentele ma non fatti e circostanze. Quindi, per mafia, si scioglie il Consiglio del più importante comune della Locride perché vi siedono parenti di associati alla mafia. Ma quante centinaia sono, secondo questa logica delle stime e delle mappe, gli associati di mafia a Siderno? E nella Provincia? E nella Regione? Che facciamo, sciogliamo e lasciamo così com’è? O lavoro, lavoro duro e scuola, scuola severa?Per l’educazione, esiste la scuola, un’agenzia educativa dello stato. Quindi lo stato dovrebbe provvedere. Don Ciotti e vari altri scrittori di libri si sono “stancati” e non frequentano più come un tempo e avranno le loro ragioni…..Ma lo Stato no. Lo Stato deve progettare percorsi educativi sulla legalità nei territori di mafia. Sennò le mappe non servono. Né serve “liberi di scegliere”. Ma per il lavoro, se si vuole lavoro vero e duro, c’è bisogno dei privati. Ora, malgrado l’articolo 26 della costituzione, quale privato accoglierebbe un ex detenuto per mafia, quando la legge prevede, addirittura, e checché ne dica l’Europa, che le ditte che lavorano per enti pubblici non possano assumere questa tipologia di pregiudicati?In provincia di Reggio Calabria, si contano molte decine di procuratori e moltissime centinaia di agenti delle varie forze dell’ordine.Eppure i ragazzi scorazzano senza casco, la dispersione scolastica è norma e vanto, la vaccinazione contro il papilloma virus viene evasa, la spazzatura abbandonata in ogni canto, poche le ricevute fiscali, poche possibilità di pagare con carta di credito, allacci abusivi incontrollati…….ed il cattivo esempio fa scuola. Anzi, in territorio di mafia, è legge.Possibile che me ne accorga solo io o, al massimo, Natale Bianchi?Concludo. Una delle aziende della cooperativa Valle del Bonamico è stata bersagliata da 11 spettacolari attentati, l’ultimo dei quali è stato un incendio con focolai multipli. Tutti denunciati, tutti finiti in televisione ma senza alcun esito, malgrado ogni evidenza. Eppure ci sono denunce che mantengono la loro attualità e potrebbero essere rispolverate.Si parta dai fatti e non dai teoremi imposti dall’interesse della casta e della politica.Si faccia azione sociale di lavoro e si rendano disponibili le risorse per tale politica. Le carriere militari e giudiziarie sono state fatte. Pace.
Piero Schirripa
VANGELO, CARCERI, MAFIA E MAFIOSITÀ La riflessione di Piero Schirripa Lente Locale
VANGELO, CARCERI, MAFIA E MAFIOSITÀ La riflessione di Piero Schirripa Lente Locale
R. & P. Alcuni anni or sono, la coop Valle del Bonamico scrisse una riflessione sulla “mafiosità”, denunciando come questo diffuso atteggiamento sociale (un impasto di velata omertà e acquiescenza verso il crimine e soprattutto di disponibilità a trasgredire regole, leggi e i tradizionali valori morali) fosse altrettanto pericoloso quanto lo stesso legame associativo mafioso. […]
VANGELO, CARCERI, MAFIA E MAFIOSITÀ La riflessione di Piero Schirripa Lente Locale
Gianluca Albanese
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becomixdatabase · 5 years ago
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[One-Eyed Jack: all’origine di Judge Dredd](https://blog.becomix.me/one-eyed-jack/ "https://blog.becomix.me/one-eyed-jack/")
articolo di Francesco Iesu
Durante la metà degli anni ’70, il mercato fumettistico inglese era in fase di stanca e molte riviste stavano perdendo lettori su lettori. John Wagner era l’editor della rivista Valiant, settimanale a fumetti che, come gran parte delle pubblicazioni del periodo, stava subendo un costante incostrantabile calo delle vendite.
Ma è proprio nei momenti di crisi, come l’etimologia greca asserisce, che si riesce a pensare e creare i presupposti per un futuro fiorire. Fu così che Wagner fa confluire la sua passione per i polizieschi, soprattutto The streets of San Francisco, ma è il contributo del disegnatore John Cooper a far pendere la bilancia verso il Dirty Harry diretto da Don Siegel con Clint Eastwood nei panni dell’ispettore Callahan (in Italia tradotto come Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!). Nasce così One-Eyed Jack. L’azione si sposta dalla San Francisco di Scorpio alla frenetica New York, che nel 2099 diventerà la Mega City One in cui si svolgeranno le indagini del Giudice Dredd.
Locandina di Dirty HarryJack McBane è sempre stato un poliziotto che si attiene alle regole. Fino a quando la sua osservanza lo porta a perdere l’occhio sinistro e ottenere il soprannome con cui sarà riconosciuto dall’opinione pubblica, One-Eyed Jack.
La perdita dell’occhio, che avviene nella prima storia, fa cambia l’indole di McBane: da ligio alle regole qualsiasi cosa accadesse ora non si fa più alcun scrupolo pur di imporre la giustizia. Tra interrogatori con mafiosi intrappolati nel cemento a presa rapida, case date alle fiamme con criminali all’interno, sparatorie e incidenti d’auto a non finire, One-Eyed Jack diventa una vera spina nel fianco per la criminalità che vede affari e manovalanza venire eliminata indagine dopo indagine. Wagner nell’articolo introduttivo al volume scherza su come McBane trasgredisca la legge almeno una decina di volte per poterla applicare e che il risolvere tutto nel segno delle pistola non fosse così adatto al pubblico di dodicenni a cui la rivista fosse rivolta. Nonostante questo One-Eyed Jack diviene il personaggio di spicco di Valiant, durate la serializzazione iniziata nel Dicembre del 1975 e finita nell’Ottobre del 1976.
Infatti non poche volte il personaggio ha assunto il ruolo di personaggio di copertina della rivista. La serie è composta da storie di tre-quattro pagine in media, talvolta anche sei dove la sceneggiatura di Wagner è ridotta all’osso, non vi sono momenti di pausa, tutto è volto alla dinamicità. La formula in storie autoconclusive che al massimo durano due episodi, senza alcun trama orizzontale, regge per la quasi totalità delle apparizioni, eccezione fatta per il confronto con il Jigsaw Killer e gli ultimi episodi dove avviene un cambio dello status quo del personaggio che nonostante tutto mantiene la sua sete di giustizia.
Il Duo composto da Wagner e John Cooper tornerà per Valiant Annual 1978 con una breve storia a colori, precedente al finale della serie, che nulla aggiunge al mosaico del personaggio se non un’altra applicazione della Giustizia dal suo punto di vista.
Il lavoro di John Cooper ai disegni è importantissimo nel determinare l’atmosfera della New York in cui McBane sta facendo mattanza di criminali. I forti bianchi e neri, la scelta di creare toni di grigio con l’apposizione di lunghi tratteggi regolari sono fondamentali nel caratterizzare gli edifici e le location newyorkesi, soprattutto le notturne. In questo modo l’occhio si concentra sui corpi e sui movimenti che rappresenta il fulcro del disegno di Cooper. L’azione è dirompente, soprattutto nella gestione della tavola dove la griglia di 4 strisce sovrapposte da quattro vignette l’una viene manipolata il più possibile per generare dinamicità, la stessa che caratterizza lo scrivere di Wagner. Ecco quindi che Cooper usa vignette sbilenche, senza margini, irregolari o circolari per portare il lettore a compiere un lavoro di lettura attivo e non ripetitivo. Ciò è fondamentale contando che si tratta comunque di storie che hanno una struttura di base simile e che nella lettura in successione possono dare una sensazione di deja-vù. Gli accorgimenti che Wagner e Cooper trovano lungo la loro collaborazione permettono comunque di ridurre al minimo questa sensazione. Tra la personalità quasi inscalfibile del protagonista, le sue battute al vetriolo, la violenza che permea le storie (maggiore rispetto al primo ciclo di Dredd) e le invenzioni grafiche sulle vignette e i layout c’è tanta carne al fuoco.
Unico neo la storia in coda al volume, quell’annual del 1978 della rivista che vede la reunion tra i due autori dove il bianco e nero lascia spazio al colore, cambiando l’atmosfera creatasi nelle precedenti storie. Il passaggio dalla New York ruvida in bianco e nero a quella solare dove la fanno da padrone i colori primari (il giallo soprattutto) creano un forte contrasto e rigetto da parte del lettore, soprattutto considerando il continuo passaggio a colori differenti caratterizzanti le vignette, a quando il viola, a quando il blu, senza soluzione di continuità. È proprio questa gestione del colore ad azzoppare una storia che è in linea con le altre presenti nel volume.
Mini Lion Comics # 10 – One-Eyed Jack![2]Grazie all’acquisizione da parte della Rebellion dell’archivio Fleetway e Ipc Youth da Egmont la serie del “fratello maggiore di Judge Dredd” ha visto la luce in patria in un volume brossurato con alette di grande formato, con la speranza che prima o poi venire ristampata in Italia.
Mini Lion Comics # 12 -Sri Lanka Anche perché nel caso specifico siamo stati anticipati addirittura dallo Sri Lanka. Infatti tre episodi di One-Eyed Jack sono stati tradotti e pubblicati dalla rivista Mini Lion Comics, tra i numeri 10 e 12.
Immagini in lingua tamil tratte da: http://akotheeka.blogspot.com/2010/06/blog-post.html
L'originale è stato pubblicato su [https://blog.becomix.me/one-eyed-jack/](https://blog.becomix.me/one-eyed-jack/ "Permalink")
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jamariyanews · 6 years ago
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ORRORI ERITREI O ORRORI COLONIALISTI? (Parte prima)
4/9/2018 C’erano tutti nell’abbordaggio politico-umanitario alla motovedetta della Guardia Costiera “Diciotti”, comandata dal signor Massimo Kothmeir (nomen omen) che alle sue virtù marinare e umanitarie aggiunge la rara perizia dell’arte marziale praticata dalle forze speciali di Israele e colà appresa. Ognuno ne tragga le conclusioni che vuole, alla luce del curiosissimo fatto che ha visto una quasi totalità di giovani maschi eritrei (otto donne) tra i 170 migranti raccolti da un barcone in perfetta efficienza in acque di spettanza maltese, trasportati verso Lampedusa e infine dirottati dal governo a Catania. Tutti, vuol dire il fior fiore dei portatori dei migliori sentimenti umani, in Italia, Europa e sul pianeta, autentici o meno (ma questi ultimi i più accaniti e vociferanti): Ong umanitarie del giro Nato-Soros, giornale e televisione unici nazionali e internazionali, destri-sinistri (vale a dire: tutti destri), il papa, preti e suore, cooperative di Comunione e Liberazione (non importa se logorate da inchieste giudiziarie), renziani, franceschiniani, martiniani, bersaniani, fratoianniani, arancioni demagistriniani, spiaggiati rifondaroli, centri sociali affumicati, poterealpopulisti… Consacrati, tutti quanti, da una magistratura che, con un guizzo da centometrista, incrimina il ministro fellone per non aver scaricato subito quella fetta di dolente umanità. Una magistratura in cui, come suol dirsi, abbiamo tutti la massima fiducia, che si tratti di quelli che hanno inchiodato i Woodcock, i De Magistris, i Robledo, i De Matteo, le Raggi e hanno sorvolato sui Renzi del Consip, o di Banca Etruria. Dall’altra parte, reietti, solo i populisti, la maggioranza di chi vota in Italia. Convitato di pietra, ma una pietra su cui erigere l’enorme cattedrale della solidarietà, l’UE e il suo rifiuto di filarsi le richieste di ricollocazione del governo italiano, enorme assist a quelli sotto la nave col cartello “welcome”. Reduci dall’inferno, ma tonici e in gran forma Tutto un gigantesco can can buonista, con passerella di Boldrini e boldriniani sotto gli occhi compiaciuti di capitan Kothmeir, alla faccia degli odiatori di professione, dei rancorosi, invidiosi e, naturalmente xenofobi e razzisti, senza dimenticare il vizio capitale del sovranismo. Perché non far scendere quei disperati eritrei, dare subito l’asilo politico, consolare e premiare per essere sfuggiti a un’orrenda dittatura e a quei campi libici davanti alle cui atrocità lo stesso pontefice, poverino, ha dovuto inorridire, costituiva certamente un crimine contro l’umanità (per inciso, a qualcuno è parso di aver già visto quelle immagini di africani neri legati e appesi. Era subito dopo l’occupazione della Libia da parte delle milizie dei Fratelli Musulmani, quando i prodi liberatori di Misurata, quelli pro-Nato e curati dai MSF, si impegnarono a far fare quella fine ai cittadini di Tawergha, abitata da africani neri. 100mila tra assassinii mirati, case bruciate, quartieri rasi al suolo, sequestrati in campi della tortura (questa, sì, vera). Di Misurata, nel mio documentario ”MALEDETTA PRIMAVERA, Arabi tra rivoluzioni, controrivoluzioni e guerre Nato”, ho potuto intervistare un miliziano pentito. Se ne ascoltate il racconto agghiacciante di uccisioni e stupri di neri e soldati e civili gheddafiani, avrete un idea di cosa i nostri media umanitari hanno favorito e poi cancellato. Poi mettetelo al confronto con i latrati sulle infamie libiche e africane di oggi e traetene una valutazione su pesi e misure dei nostri media.  [email protected] Ma come, tutti eritrei? E dove li hanno trovati, tutta una brigata di giovanotti e giovinetti, tutti torturati, ma senza segni, tutti sfuggiti alla micidiale polizia segreta di Isaias Afewerki? Tutti integri, solo con un po’ di scabbia, dopo traversate di deserti e mari? Che mo’ in Libia si mettono a raggruppare sui barconi per nazionalità? O c’è stato una richiesta, una commissione, un appalto, un ordine di servizio? Forse quel don Mussa Zerai, quel prete che si dice eritreo, ma che gli eritrei dicono etiope e che, col suo telefono satellitare e relativo numero diffuso in tutto il Corno, governa “la fuga” degli scampati alla dittatura, da lui insistentemente definita la più orribile del mondo e che l’immancabile “manifesto” onora ogni tanto di interi paginoni? Non ci sono stati ma conoscono crimini e criminali Perché per questa sfida strategica agli ostacoli agli sbarchi decretata dal governo, visto che il resto dell’Europa se ne fotte e non ha neanche suddiviso per paesi, come promesso, quelli precedentemente sbarcati a Pozzallo? Per un semplice e inconfutabile motivo: degli eritrei nessuno può sfrucugliare l’accoglienza e a tutti va garantito l’asilo politico semplicemente in virtù del paese d’origine. Impedirne lo sbarco, l’accoglienza e l’occidentalizzazione (detta “integrazione”) sarebbe un crimine ancora più grave perché mai potrebbero essere definiti clandestini o illegali. Come mai questo privilegio garantito solo anche ai siriani perché fuggono dal loro paese massacrato anziché difenderlo e ricostruirlo? Per chiarire, dopo un assist fornito dal missionario comboniano Zanotelli relativo a un paese “orripilante”, ma di cui non ha mai visto neanche un’antilope, l’Avvenire, giornale dei vescovi esprime, in sostanza, questo giudizio: “L’Eritrea è governata da una delle dittature più spietate del mondo, che nega tutti i diritti pratica esecuzioni sommarie senza processo. Nel paese è in corso una tremenda carestia e vige il divieto assoluto di ottenere visti per lasciare il paese legalmente. I cittadini sono tenuti all’oscuro di quanto accade all’estero. Internet è pressochè inesistente e solo l’1% della popolazione ha accesso alla rete, i cui contenuti sono filtrati dal governo”. Analoga analisi, tanto diffamatoria quanto arbitraria e strumentale, è fatta da “Nigrizia”, organo dei missionari comboniani, quelli di padre Zanotelli. Vaticano, foglio “comunista”, Cia: una sola voce Questo lo dicono i vescovi e i missionari, da sempre rompighiaccio caritatevoli della penetrazione coloniale. E, se lo dicono i vescovi e i frati, in una monarchia assoluta come lo è la Chiesa cattolica, lo dice il papa. Ebbene, il papa mente. E non solo sui chierici omo e pedo. In positivo lo affermano i quasi diecimila eritrei della diaspora in Italia, i 40mila giunti da tutta Europa che hanno manifestato all’ONU di Ginevra contro le falsità diffuse dalle sue commissioni mai state in Eritrea, le migliaia in altre parti del mondo che tutti sono schierati con il loro governo e nel loro paese tornano regolarmente. In negativo lo dimostrano quei poveri eritrei della Diciotti che, ai “mediatori culturali” e agli interessatissimi dell’UNHCR, raccontano, bene istruiti, tutti esattamente la stessa storia, ridicolmente identica fin nei dettagli, dei soprusi e abusi subiti. Traversie e maltrattamenti per i quali qui avrebbero dovuto sbarcare relitti umani, non giovani dichiarati dai medici in carne e salute. Ho una bella intervista di uno di questi “mediatori culturali” che bene illustra le manipolazioni e i ricatti ai richiedenti asilo eritrei. Eritrei a Ginevra Naturalmente non poteva mancare “il manifesto”, sulla stessa linea dei preti, che poi è quella del governo Usa, ma anche più virulenta; che si fa per guadagnarsi una nicchia nel salotto buono! Del resto perché stupirsi con un giornale che imbratta la sua testatina schierandosi con la Cia in Nicaragua, con i latifondisti bianchi espropriati in Zimbabwe, con tutti i russofobi del regime-ombra Usa, con il PD, Juncker, McCain “destra perbene”, Fratelli Musulmani, Soros, Hillary, Amnesty. Sapete cosa è stato capace di scrivere nei titoli, a proposito dello scontro tra Roma e Parigi, su un presidente ex-bancario, uomo di tutte le lobby, combattuto da uno schieramento sociale come non lo si vedeva dai tempi del ’68, al 32% dei consensi, sepolto dagli scandali, tra cui quello di stretti collaboratori che pestano manifestanti, dal forfait dei suoi migliori ministri, che a Calais e Ventimiglia tratta i migranti come appestati? Ecco: “Macron sfida i sovranisti e prova a formare il fronte progressista”. Progressista! Macron! Preso da: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-orrori_eritrei_o_orrori_colonialisti_parte_prima/82_25272/ https://ift.tt/2MZSczO
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sportlaziale · 6 years ago
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Il TORNEO APPIO ha festeggiato 40 anni di storia in una giornata unica. Sugli spalti dell’impianto di via di Vermicino, a Frascati, centinaia di tifosi hanno assistito a quattro sfide all’insegna del fair play e del grande divertimento, al termine delle quali tutti i giocatori e le giocatrici in campo sono stati/e premiati/e con i biglietti per assistere alla gara inaugurale del MONDIALE DI PALLAVOLO TRA ITALIA E GIAPPONE, il 9 settembre al Foro Italico. Il tabellone Provinciale – quello in cui hanno partecipato squadre di 1a, 2a e 3a Divisione più retrocesse dalla D a richiesta – ha visto vincere il POLAS nel femminile e il VILLALBA nel maschile, mentre nell’Eccellenza – dedicata a Serie B, C e D – l’unica dominatrice è stata la ROMA 7, in grado di trionfare sia con i maschi che con le femmine. Le prime schiacciate della domenica sono state quelle del PROVINCIALE, con due finali terminate 3-1. Il Polas di Canuti ha superato l’Egan, sconfitto per la seconda volta consecutiva nella finale del torneo, mentre il Villalba allenato da Santoli ha saputo battere in quattro set l’Appio, ribaltando il risultato dopo aver perso il primo parziale. Barbara Pavone e Dario Cavaliere sono stati premiati come MVP. Nell’ECCELLENZA maschile la Roma 7 guidata da Morelli ha conquistato la medaglia d’oro dopo il ko nella finale della scorsa edizione. Per i biancocelesti della Lazio Pallavolo è stato difficilissimo fermare gli attacchi di Fornaro (miglior giocatore della finale) e compagni, vittoriosi per 3-1. Netto e convincente 3-0, invece, per le romasettine nell’atto conclusivo dell’Eccellenza femminile contro il Don Orione, in cui ha brillato la stella di Alice Dotti, MVP della gara. Per la squadra di Scotti, neo promossa in Serie B2, è stato un 2018 da sogno. Il Torneo Appio è intitolato alla memoria di MARIA PINZUTI, storica presidente del club irrimediabilmente colpita, anni fa, da uno dei mali incurabili del nostro tempo: la leucemia. Al suo ricordo è stato nuovamente affiancato quello di FRANCO FAVRETTO, presidente del Comitato Provinciale di Roma venuto a mancare nel 2009. I fondi raccolti nella manifestazione sono stati infatti devoluti all’Associazione per Franco Favretto e, attraverso l’associazione Alfredo Agrò, alla ASL di Roma C a favore dell’Ospedale S. Eugenio, da anni impegnato nello studio, nella prevenzione e nella cura della leucemia. Padrone di casa il VOLLEY CLUB FRASCATI del Presidente Musetti, premiato con una targa ricordo che è andata anche alla FIPAV Lazio, a Giuseppe Recchini e Bernardo Naclerio della Commissione Gare FIPAV Roma e alla Salus Ambulanze. MARIANO RANDOLFI, storico dirigente dell’Andrea Doria Pallavolo, una delle 98 SOCIETà PARTECIPANTI, si è aggiudicato il premio fair play Ivano Ariosto. Presenti alle finali il Presidente della FIPAV Roma CLAUDIO MARTINELLI, il Presidente dell’Appio Roma Pallavolo Pino Rossi, l’organizzatore Marco Albani, il Consigliere della FIPAV Lazio Fabrizio Mares e i consiglieri FIPAV Roma Massimo Iacono e Luca Liguori. FINALE PROVINCIALE FEMMINILE ASD POLAS – EGAN VOLLEY 3-1 (25-11, 25-13, 28-30, 25-11) ASD POLAS: G. Capuano, M.L. Capuano, Cruciani, Gramellini (K), Zampetti, Calabria, Manzoni, Cuiani, Cangialosi, Pierini, Catapano, Lucentini, Pavone. All. Canuti. Dirigente: Tozzi EGAN VOLLEY: Cuda, Furfaro (K). Gliomone, Grano, Luce, Mazzini, Mazzotta, Passari, Sciotti, Viglianese, Cavallari, Ercolano. All. E. Maradei. Vice All. Daddario. Dirigente: A. Maradei ARBITRI: Marco Pazzaglini, Michela Fanelli, Matteo Buzzurro MVP: Barbara Pavone (Asd Polas)
FINALE PROVINCIALE MASCHILE VILLALBA VOLLEY – APPIO ROMA PALLAVOLO 3-1 (21-25, 25-13, 25-23, 25-21) VILLALBA VOLLEY: Cavaliere, De Angelis (K), Gomes, Martinoia, Messina, Ricci, Tirelli, Bozzi, Fabri, Ferrazza, Romanza, Bova, Coppola. All. Santoli APPIO ROMA PALLAVOLO: Caloro, De Vincenzo, L. Franchio, M. Franchio, Marinacci, Marini, Savagnone, Silvestri, Toniolo, Whittle (K), Colaconi, Di Sarra, Del Frate. All. Cataldi ARBITRI: Francesco Saverio Messa, Stefano Stoppa, Mario Bonatti MVP: Dario Cavaliere (Villalba Volley)
FINALE ECCELLENZA FEMMINILE ROMA7 VOLLEY – DON ORIONE PALLAVOLO 3-0 (25-20, 25-19, 25-17) ROMA7 VOLLEY: Rinaldi, Genovesi, Pietrucci, Schifino, Dotti, Pugliese, Bucci (K), Aleo, Bresciarini, Cociteauga, Fiore. All. Scotti. Dirigente: Chifani DON ORIONE PALLAVOLO: Cesaroni, Esposito, Gandolfi, Pio, Albanesi, Rolli, Rumi (K), Santoro, Pesutti, Scopetti, Gioacchini. All. Scafati. Vice All. D’Agostino ARBITRI: Matteo Clema, Renato Greco, Matteo Buzzurro MVP: Alice Dotti (Roma 7 Volley)
FINALE ECCELLENZA MASCHILE S.S. LAZIO PALLAVOLO – ROMA 7 VOLLEY 1-3 (16-25, 25-22, 20-25, 18-25) S.S. LAZIO PALLAVOLO: Del Mastro (K), Rossi, Spampinato, Recupito, Santoni, Sciarra, Martinoia, Lo Campo, Di Coste, Villani, Cirillo. All. Carfì. Dirigente: D’Arpino ROMA7 VOLLEY: Barcan, Bianchi, Morazzini, Casini, Morelli, Teti, Artibani, Fornaro, Mordecchi, Micocci, Amici, Capanna. All. Morelli. Vice All. Pratelli. Dirigente: Leonardi ARBITRI: Massimo Dentoni, Flavia Ficoncini, Mario Bonatti MVP: Fabio Fornaro (Roma 7 Volley)
Torneo Appio, celebrati 40 anni di storia. Polas, Villalba e Roma 7 i vincitori, tutte le finaliste ospiti al Mondiale di Roma Il TORNEO APPIO ha festeggiato 40 anni di storia in una giornata unica. Sugli spalti dell’impianto di via di Vermicino, a Frascati, centinaia di tifosi hanno assistito a quattro sfide all’insegna del fair play e del grande divertimento, al termine delle quali tutti i giocatori e le giocatrici in campo sono stati/e premiati/e con i biglietti per assistere alla gara inaugurale del MONDIALE DI PALLAVOLO TRA ITALIA E GIAPPONE, il 9 settembre al Foro Italico.
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elcinelateleymickyandonie · 4 years ago
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Gino Cervi.
Filmografía
La flota azul (1932)
Frontiere (1934)
Los dos sargentos (1936) - Comandante Federico Martelli / Sargento Guglielmo Salvoni
Aldebarán (1936) - Cmdr. Corrado Valeri
Amore (1936) - Paolo Venieri
Gli uomini non sono ingrati (1937) - Ferencz Korvat
Voglio vivere con Letizia (1938) - Bebe
L'argine (1938) - Zvanì
Ettore Fieramosca (1938) - Ettore Fieramosca
Inventiamo l'amore (1938) - Carlo Morelli
Los hijos del marqués Lucera (1939) - Ermanno
Un'avventura di Salvator Rosa (1939) - Salvador Rosa, il "Formica"
El pecador (1940) - Alberto
Una romantica avventura [ it ] (1940) - Luigi
Melodías eternas (1940) - Wolfgang Amadeus Mozart
Il sogno di tutti (1940) - El padre del bebé
La corona de hierro (1941) - Rey Sedemondo de Kindaor
El prometido (1941) - Renzo Tramaglino
L'ultimo addio (1942) - Doctor Gino Landi
La Reina de Navarra (1942) - Carlo Vº
Don Cesare di Bazan (1942) - Don Cesare de Bazán
Torrentes de primavera (1942) - Francesco
Quarta pagina (1942) - Ex preso
Cuatro pasos en las nubes (1942) - Paolo Bianchi
Gente dell'aria (1943) - Capitán Pietro Sandri
Amores tristes (1943) - Giulio Scarli
T'amerò semper (1943) - Mario Fabbrini
El tabernero (1944) - El poeta
Vivere ancora (1945)
Quartetto pazzo (1945) - Roberto
Qué familia distinguida (1945) - Michele Montischi
Mi viuda y yo (1945) - Sr.Guglielmi
Su joven esposa (1945) - Caballero comandante Francesco Battilocchio
Un uomo ritorna (1946) - Sergio Tibaldi
Malìa (1946) - Don Alfonso
L'angelo e il diavolo (1946) - Giulio Serra
Águila negra (1946) - Kirila Petrovic
Umanità (1946)
Noticias del crimen (1947)
Furia (1947) - Oreste
Daniele Cortis (1947) - el marido de Elena
Yo miserabili (1948) - Jean Valjean
Anna Karenina (1948) - Enrico
Fabiola (1949) - Quadratus
Guillermo Tell (1949) - Guillermo Tell
La llama que no morirá (1949) - Luigi Manfredi
La novia no puede esperar (1949) - Anselmo Brunelli
Yvonne de la noche (1949) - Colonnel Baretti
Il cielo è rosso (1950)
Mujeres sin nombres (1950) - MP Sergeant Pietro Zanini
Historia de una historia de amor (1950)
Sigillo rosso (1950)
Il caimano del Piave (1951) - Coronel de Torrebruna
El Cristo Prohibido (1951) -El sacristán
Cameriera bella presenza offresi.
OK Nerone (1951) - Nero
Hola elefante (1952) - Narrador
Don Camillo (1952) - Giuseppe 'Peppone' Bottazzi
Esposa por una noche (1952) - Count D'Origo
Tres historias prohibidas (1952) - Prof. Aragona (Tercer segmento)
La reina de Saba (1952) - Rey Salomón de Jerusalén
La scogliera del peccato (1952)
La dama sin camelias (1953) - Ercole 'Ercolino' Borra
Estación terminal (1953) - Comisionado de policía
El regreso de Don Camillo (1953) - Giuseppe 'Peppone' Bottazzi
Nero y el incendio de Roma (1953) - Nero
Les Trois Mousquetaires (1953) - Porthos
La Dame aux camélias [ fr ] (1953) - Monsieur Duval
Cavallina storna (1953) - Ruggero Pascoli
Asuntos reales en Versalles (1954) - Cagliostro
Maddalena (1954) - Don Vincenzo
Il cardinale Lambertini [ it ] (1954) - Cardenal Lambertini
Una mujer libre (1954) - Knight Commander Massimo Marchi
La grande avventura (1954)
Adiós, mi bella dama (1954) - Conde Riccardo Salluzzo
Frou-Frou (1955) - Príncipe Vladimir Bilinsky
Non c'è amore più grande (1955)
La última ronda de Don Camillo (1955) - Giuseppe 'Peppone' Bottazzi
Il coraggio (1955) - Comm. Aristide Paoloni
Amor salvaje (1956) - Sor Cesare
Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo (1956) - Marshall
Beatrice Cenci (1956) - Francesco Cenci
Esposas y obscuridades (1956) - John Cattabriga
Guerrero del desierto (1957) - Ibrahim
Atrapado en Tánger (1957) - Prof. Bolevasco
Le belle dell'aria (1957) - Don Fogazza
Amore e chiacchiere (Salviamo il panorama) (1958) - Paseroni
El pasado te acusa (1958) - Comisario
Sans famille [ fr ] (1958) - Vitalis
La maja desnuda (1958) - Rey Carlos IV de España
Nel Segno di Roma (1959) - Aureliano - Emperador de Roma
Le Grand Chef (1959) - Paulo
La Capilla Negra (1959) - El comisario de policía Ferrari
Vacaciones en Mallorca (1959) - André Breton
El empleado (1960) - King Lear (sin acreditar)
David y Goliat (1960) - Rey Saúl (voz, sin acreditar)
Asedio de Siracusa (1960) - Gerome
Señora del mundo (1960) - Profesor Johanson
Larga noche en 1943 (1960) - Carlo Aretusi alias "Sciagura"
Le olimpiadi dei mariti (1960) - Director del periódico
Femmine di lusso (1960).
HONDURASQUEDATEENCASA
#ELCINELATELEYMICKYANDONIE
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gramilano · 7 years ago
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Nureyev at La Scala after the Le Corsaire pas de deux in 1966, photo by Erio Piccagliani, Teatro alla Scala
24*, 25, 26, 29 May 2018
Serata Nureyev – An Evening for Nureyev
Remembering the 80th Anniversary of Rudolf Nureyev’s birth, 25 years after his death
Rudolf Nureyev at La Scala in Don Quixote
with Corps de ballet of La Scala, Director Frédéric Olivieri
Étoiles Svetlana Zakharova, Roberto Bolle
Guest Artists Marianela Nuñez, Germain Louvet, Vadim Muntagirov
Conductor David Coleman Orchestra of the La Scala Academy
With the participation of students from La Scala’s Ballet School
The Sleeping Beauty, Act 3 Choreography by Rudolf Nureyev
Don Quixote, Grand Pas Choreography by Rudolf Nureyev
Apollo Choreography by George Balanchine
Défilé To Wagner’s Tannhäuser – March from Act 3
* Benefit Evening for Fondazione Francesca Rava
Cast
Svetlana Zakharova The Sleeping Beauty photo by Marco Brescia, Teatro alla Scala
Germain Louvet photo by James Bort
The Sleeping Beauty, Act 3
Choreography by Rudolf Nureyev Restaged by Monique Loudières and Florence Clerc Musica Piotr Tchaikovsky
Aurora Svetlana Zakharova Desiré Germain Louvet King Florestan Alessandro Grillo The Queen Marta Romagna Catalabutte, master of ceremonies Riccardo Massimi
Pas de cinque (24, 25, 26 May) Timofej Andrijashenko, Virna Toppi, Alessandra Vassallo, Gaia Andreanò, Caterina Bianchi
Pas de cinque (29 May) Nicola Del Freo, Martina Arduino, Mariafrancesca Garritano, Chiara Fiandra Vanessa Vestita
Puss-in-Boots Federico Fresi (24, 25, 29 May) / Massimo Garon (26 May) The White Cat Antonella Albano (24, 25, 29 May) / Denise Gazzo (26 May) Bluebird Antonino Sutera (24, 25, 29 May) / Christian Fagetti (26 May) Princess Florine Vittoria Valerio (24, 25, 29 May) / Agnese Di Clemente (26 May)
Corps de ballet of La Scala
Interval
Vadim Muntagirov Don Quixote photo by ASH
Marianela Nunez in Don Quixote, photo by Carlos Villamayor
Don Quixote, Grand Pas de deux, Act 3
Choreography by Rudolf Nureyev Restaged by Florence Clerc Music by Ludwig Minkus Orchestrated and adapted by John Lanchbery
Kitri Marianela Nuñez Basilio Vadim Muntagirov Maid of Honour Maria Celeste Losa (24, 25, 26 May) / Alessandra Vassallo (29 May) And the Corps de ballet of La Scala
Roberto Bolle in Apollo by George Balanchine© The George Balanchine Trust photo by Marco Brescia, Teatro alla Scala 2
Roberto Bolle in Apollo by George Balanchine© The George Balanchine Trust photo by Marco Brescia, Teatro alla Scala
Apollo
Choreography by George Balanchine © The George Balanchine Trust Restaged by Patricia Neary Music by Igor Stravinsky
Apollo Roberto Bolle Terpsichore Nicoletta Manni Polyhymnia Martina Arduino Calliope Virna Toppi
The performance of “Apollo”, a Balanchine® Ballet, is presented by arrangement with the George Balanchine Trust and has been produced in accordance with the Balanchine Style® and Balanchine Technique® Service standards established and provided by the Trust.
Défilé
20 December 1980, Rudolf Nureyev as Romeo, photo by Lelli e Masotti
To Richard Wagner’s Act 2 March from Tannhäuser
with Svetlana Zakharova, Roberto Bolle, Marianela Nuñez, Germain Louvet, Vadim Muntagirov, Corps de ballet of La Scala, La Scala Ballet School
www.teatroallascala.org
Serata Nureyev – An Evening for Nureyev at La Scala: full casting with Zakharova, Bolle, Nuñez, Louvet, Muntagirov 24*, 25, 26, 29 May 2018 Serata Nureyev – An Evening for Nureyev Remembering the 80th Anniversary of 
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