#David Maria Turoldo
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Tutto il mio essere è in fiore.
David Maria Turoldo
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N.E. 02/2024 - "Poesia e spiritualità: la ricerca interiore tra fede e laicità", saggio di Maria Grazia Ferraris
….Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo; ove per poco Il cor non si spaura…. (Giacomo Leopardi) Cercando le definizioni di “spiritualità” nei dizionari ci si trova immersi in affermazioni nebulose, ripetitive, generiche che concordano solo nell’eliminazione degli aggettivi qualificativi, quali –…
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Ripeto
È la Notte la mia luce e la mia gioiavera fede è il non conoscertisapere solo che Tu mi conoscifa di me la mia essenza. David Maria TuroldoPh MLM
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E' tempo, amico
Certo per me, amico, è tempo di appendere la cetra in contemplazione e silenzio. Il cielo è troppo alto e vasto perché risuoni di questi solitari sospiri. Tempo è di unire le voci, di fonderle insieme e lasciare che la grazia canti e ci salvi la Bellezza. Come un tempo cantavano le foreste tra salmo e salmo dai maestosi cori e il brillio delle vetrate e le absidi in fiamme. E i fiumi…
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Alcyone 2000 – Quaderni di Poesia e di Studi Letterari: Pubblicato il Volume 18
La Guido Miano Editore ha annunciato la pubblicazione del volume 18 di Alcyone 2000 – Quaderni di Poesia e di Studi Letterari
La Guido Miano Editore ha annunciato la pubblicazione del volume 18 di Alcyone 2000 – Quaderni di Poesia e di Studi Letterari. Questo numero esplora la poesia e la letteratura attraverso saggi su grandi autori come Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli e Padre David Maria Turoldo, accompagnati da contributi artistici di Maria Teresa Vittone, Fabio Recchia e molti altri. Percorsi Letterari tra…
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Among Mario Giacomelli’s most memorable images are those of pretini (young priests) in the seminary of Senigallia, whom he captured playing in the snow or relaxing in the courtyard. Although appearing to have been choreographed, they are the result of the priests’ unbridled joviality as they run, throw snowballs, or play ring-around-the-rosy, and of Giacomelli’s foresight to let the scenes unfold as he recorded them from the building’s rooftop. After Giacomelli had won the trust of the seminarians, his interaction with them was brought to an abrupt end when he provided the young men with cigars for photographs he intended to submit to a competition on the theme of smoking. The rector denied him further access. Giacomelli later applied the title Io non ho mani che mi accarezzino il volto ("I Have No Hands That Caress My Face", 1961–1963) to this series, from the first two lines of a poem by Father David Maria Turoldo about young men who seek solitary religious life. This title lends poignancy to the moments of exuberance and camaraderie that accompanied study for such a calling. (x)
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dovere ogni mattina risorgere sognare sempre impossibili itinerari.
David Maria Turoldo
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Lamentiamoci del mondo due minuti, non di più.
Poi diamoci da fare per creare frammenti di diversità.
David Maria Turoldo
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Elio Ciol
He began working in his father's workshop at a very young age, acquiring technical experience and developing a personal way of expressing himself through photography, especially landscape photography. He was always looking for new expressive possibilities. From 1955 to 1960 he was active in the photographic circle "La Gondola" in Venice. In 1962 he participated as a stage photographer in the film Gli Ultimi by Vito Pandolfi and Father David Maria Turoldo. The following year, 1963, in Milan, he collaborated with Luigi Crocenzi on the realization of the Arnaldo and Fernando Altimani Foundation for the study and language of images.
Ciol’s work is part of the Neorealism movement in photography; a predisposition towards everyday life of ordinary people, depicted to induce social and political transformation. His focus as a documentary photographer started with the rural world, shifting to emigration (with a focus on the railway station) and finally to the life of children. His images are never aggressive – no display of grief, no insistent showing of suffering or death, not disturbing to look at – but rather, joyful in nature.
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E non cercare,
poiché nulla è da capire:
è solo Amore,
e non ragiona!
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David Maria Turoldo
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"Il fenomeno di accelerazione che ci sommerge, oggi, nel campo della transizione digitale, con la convergenza di varie tecnologie (Internet, NBIC, scienza dei dati, intelligenza artificiale, robotica…), non solo sta moltiplicando i rischi prima accennati, ma, veicolato dal tecnocapitalismo (l’integrazione sistemica e reciprocamente funzionale di tecnica e capitale), sta già trasformando la società in una fabbrica integrale, dove i processi sociali e lavorativi sono algoritmizzati, ingegnerizzati, automatizzati. Si crede (e si “propaganda”) di razionalizzare la società a favore dell’uomo, e invece si razionalizza l’uomo per adattarlo alla razionalizzazione della società e per ammaestrarlo a “operaio” diligente al servizio degli ingranaggi dell’apparato produttivo e amministrativo digitalizzato. (...) Società-fabbrica e tecnocapitalismo sono, allora, il trionfo finale della razionalità strumentale/calcolante-industriale-positivista, l’acme dell’“(auto)distruzione dell’Illuminismo”, che si può scongiurare solo col recupero delle autentiche istanze emancipanti del progetto illuminista... una poesia di David Maria Turoldo che sembra una profezia distopica dei nostri tempi: Tempo verrà che non avrete un metro di spazio per ciascuno: lo spazio di un metro che sia per voi… Non avrà spazio neppure il pensiero e tutto sarà nel Panottico: pupilla di un Polifemo fissa al centro del cielo: non ci sarà un angolo per il più segreto dei pensieri."
Francesco Bellusci
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\Ma neppure questo basta, perché non si prega per ottenere, ma per essere trasformati\Come suggerisce David Maria Turoldo\Io non sono ancora e mai il Cristo, ma sono questa infinita possibilità\Dopo tre anni di strade, di malati guariti, di pane che traboccava dalle mani e dalle ceste, dopo tre annunci di morte in croce, è come se i discepoli non avessero ancora capito niente\Ermes Ronchi\
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Conferite civiche benemerenze dal Comune di Torino
Conferite civiche benemerenze dal Comune di Torino. Con una mozione presentata dalla presidente e votata a maggioranza qualificata dall'Aula, il Consiglio comunale, ha conferito, ai sensi dell'articolo 7 dello Statuto della Città e del Regolamento per il conferimento delle Onorificenze civiche n. 396, la Civica benemerenza a: Mattia Aguzzi, Pietro Giacomo Padovani, Fondazione Piazza dei mestieri, Maria Teresa Molo, Attilio Marchelle, Beniamino Vicino (alla memoria), Alessandro Bulgini, Associazione nazionale Italiana dell'Amicizia onlus - NIDA, Rasel Miya Md, Emilio Jona e Fausto Amodei del gruppo dei Cantacronache. Attraverso queste onorificenze, già approvate una prima volta nel corso della Conferenza dei Capigruppo convocata, la Città intende riconoscere meriti particolari a persone e associazioni che si sono distinte per atti di coraggio e azioni significative o per l'impegno civile, sociale e religioso. Ugualmente, vengono premiate anche le attività intraprese per il territorio nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell'industria, del lavoro, della scuola, dello sport, dello spettacolo, delle istituzioni civili e militari. Le motivazioni: Mattia Aguzzi ha salvato la vita ad una bimba di quattro anni caduta dal quinto piano di un palazzo in via Nizza; Pietro Giacomo Padovani si è distinto nel campo della cooperazione internazionale, ha fondato l'associazione "Solidarietà per il Guatemala" con il sostegno di figure quali Norberto Bobbio, David Maria Turoldo e Dante Liano; Rasel Miya Md, giovane cittadino del Bangladesh, quest'inverno non ha esitato a buttarsi nel fiume Po per tentare di salvare la vita di un uomo che vi era scivolato accidentalmente; Alessandro Bulgini, artista eclettico, ideatore e protagonista di Opera viva Barriera di Milano, del progetto Artista di Quartiere e di Flashback Habitat, definito "un ecosistema dedicato a tutte le culture contemporanee, un luogo favorevole allo scambio del pensiero creativo, culturale". Il premio alla Piazza dei Mestieri viene conferito quale riconoscimento per il lavoro svolto con i giovani, nella lotta contro la dispersione scolastica e la riscoperta dei mestieri; a Maria Teresa Molo psicologia e studiosa delle neuroscienze e della sessuologia clinica, per le attività della fondazione che porta il suo nome e di cui è presidente, impegnata nella ricerca del benessere e della salute psicofisica delle persone; ad Attilio Marchelle quale esempio positivo di intraprendenza e determinazione, fondatore del marchio "Attilio Parrucchieri" e creatore di un centro specializzato per acconciature femminili riconosciuto a livello internazionale, un centro estetico e un'accademia di formazione professionale. Premio alla memoria a Beniamino Vicino, assistente tecnico del laboratorio di Fisica al Liceo Classico "Massimo D'Azeglio", scomparso nel 2020, segnalato dal dirigente scolastico, dai docenti e dagli studenti quale riferimento educativo straordinario che ha lasciato un segno importante in chi l'ha conosciuto e nella storia dell'istituto. L'onorificenza all'Associazione Nazionale Italiana dell'Amicizia onlus - NIDA, nata a Torino nel 2012 e ad oggi presente in 11 regioni italiane, viene conferita per le attività in favore dei bambini in difficoltà, ai minori che vivono in condizioni di fragilità economica, a quelli gravemente malati che necessitano di cure costose, agli orfani, ai bambini separati dai genitori a causa di abusi. L'Associazione ha aiutato negli anni circa cinquantamila bambini e raccolto per scopi benefici più di un milione e cinquecentomila euro. Emilio Jona e Fausto Amodei vengono premiati quali fondatori e animatori del gruppo Cantacronache. Nato nel 1957, era un collettivo di cui facevano parte Sergio Liberovici, Michele Straniero, Fausto Amodei, Margherita Galante Garrone, Giorgio De Maria ed Emilio Jona, Italo Calvino e Franco Fortini, e al quale collaborò anche Gianni Rodari. Fu la prima esperienza in Italia di canzone d'autore grazie a testi e musiche di contenuto politico e sociale, con un'importanza fondamentale per la successiva, e più famosa, stagione del cantautorato in Italia. Ai selezionati, come da tradizione, il premio verrà consegnato nei giorni a ridosso della festa patronale del 24 giugno.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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“Lo spirito è il vento che non lascia dormire la polvere”
– David Maria Turoldo
ph Elif Gulen
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LA PIETRA PIÙ BELLA CHE C’È
Mi hanno colpiscono molto alcuni versi di una una poesia non molto nota di David Maria Turoldo: “Gesù Gesù, ora Ti sento: / eri l’accordo sui mondi / eri tutti gli uomini”. Esprime tutto lo stupore del poeta (e del monaco) di fronte alla bellezza di un Dio che si fa fratello come noi, ma, al tempo stesso, il rammarico per la nostra difficoltà ad accogliere tale bellezza.
Ma da dove viene questa difficoltà? Forse perché “non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi” (Is 53,2). Insomma, ci aspetteremo un Dio potente. Guardiamo con distacco i farisei, che cercavano un messia liberatore politico, ma in fondo dovremmo avere più comprensione per questi fratelli che, più o meno, la pensano come noi: Gesù non è attraente. Non ha superpoteri, non risolve le questioni, non ha voglia di ribellarsi…
Così, nella costruzione della nostra vita, siamo tentati spesso di “scartarlo”. E’ una pietra che non serve. In effetti, la “pietra d’angolo” è una pietra a L che a poco serve per costruire un muro. Diventa invece essenziale nel momento in cui vogliamo unire due muri perpendicolari. Gesù è la “testata d’angolo” della nostra vita se incominciamo ad aprirci all’idea di divenire “altro”, che c’è un altro “muro” da unire. Se incominciamo a pensare di essere persone in cammino, “tentativi di persone che comunque esistono” (Gaber), uomini in divenire, allora comprendiamo come l’invito di un Dio che si fa uomo è rispettoso e totalizzante al tempo stesso. Se invece pensiamo di essere già a posto così, allora è ovvio che abbiamo bisogno di un Dio che semplicemente ci faccia dei favori e, quindi, che sia attraente e potente.
Siamo persone che stanno cercando di diventare veri uomini e donne: ci serve un Dio che sia un motore potente, che, da dentro, ci dia la forza e il senso di un sforzo grande ma liberante e, alla fine, gioioso. Ci serve una testata d’angolo per unire due mura. La pietra più bella che c’è.
(PAN DI VIA)
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