#Abbastanza felice per morire
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Abbastanza felice per morire di Mark Edwards: un thriller psicologico tra felicità e terrore. Recensione di Alessandria today
Un viaggio nel lato oscuro della felicità nel nuovo romanzo di Mark Edwards
Un viaggio nel lato oscuro della felicità nel nuovo romanzo di Mark Edwards Il romanzo “Abbastanza felice per morire” di Mark Edwards, tradotto in italiano da Roberta Maresca, è un thriller psicologico che mescola sapientemente mistero, suspense e una riflessione inquietante sul concetto di felicità. Con una trama ricca di colpi di scena e un’atmosfera carica di tensione, Edwards invita i…
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l-incantatrice · 1 year ago
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Il primo febbraio del 1991 moriva mia mamma. Non meritava di morire così presto,aveva ancora davanti tutta la terza età da vivere con la sua famiglia e ancora tante cose da dare.All’epoca non ero più una bambina,ero una ragazza abbastanza autonoma e matura. Ma questo non significa niente perché certe assenze pesano per tutta la vita,anche quando si invecchia. Il momento in cui più ho sentito la sua mancanza è stato quando è nato mio figlio. Avrei voluto averla con me per chiederle consigli,per avere aiuto e comprensione nei momenti difficili. Mi sarebbe piaciuto sentirla raccontare di quando io e mia sorella eravamo neonate e di cosa facevamo. Sono sicura che mio figlio sarebbe stato felicissimo di averla vicino. Io ho avuto una bellissima infanzia grazie al suo affetto e ho sempre cercato,seguendo il suo esempio,di fare in modo che anche mio figlio vivesse felice e sereno.
Grazie mamma
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whateverpeoplesayiwas · 2 months ago
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non so più cosa dire
ho perso le parole
non riesco a farmi sentire
mi dite tutti che non so vivere
e poi dite che ho capito male
ho paura di morire
ma alla fine morire
non è così male
quando sei solo senza più un fine
mi dicono tutti che c’è amore per me
ma io non vedo altro che morfine
modi per stordire questo mai finire
di continua sofferenza
sono abbastanza ma allo stesso tempo
non sono
sono tutto ma non sono nessuno
vuoi tutto ma non vuoi dare niente
magari per te io sono brutto ma dopotutto
ti va bene tutto pur di continuare a sentirti felice
con me che ti rincorro su ogni superfice
imparando a camminare sull’acqua
piangendo sangue prima di morire
tu stai lì e ne esci sempre vincitrice
il mio unico peccato è stato amare a non finire
qualcuno a cui non interessa niente della mia fine
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millelenzuola · 11 months ago
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Van Houten,
io sono una persona buona ma uno scrittore di merda. Lei è una persona di merda ma un buon scrittore. Insieme faremmo una grande squadra. Non voglio chiederle favori, ma se ha tempo - e da quello che ho visto ne ha un sacco - mi chiedevo se potesse scrivere un discorso funebre per Hazel. Ho tutti gli appunti, ma sarei felice se lei potesse farli diventare un discorso coerente, o anche solo indicarmi che cosa dovrei fare in un altro modo.
Cara Hazel le cose stanno così: quasi tutti sono ossessionati dal pensiero di lasciare un segno nel mondo. Di tramandare qualcosa. Di sopravvivere alla morte. Tutti vogliamo essere ricordati. Anch'io. Questo è ciò che più mi disturba, essere un'altra immemorata vittima dell'antica e ingloriosa guerra contro la malattia.
Io voglio lasciare un segno.
Ma Van Houten, i segni che gli umani lasciano troppo spesso sono cicatrici. Costruisci un meganegozio orrendo, o fai un colpo di stato, o provi a diventare una rockstar e pensi “Adesso sì che si ricorderanno di me” ma (a) non si ricordano di te, e (b) tutto quello che ti lasci alle spalle sono altre cicatrici. Il tuo colpo di stato si trasforma in una dittatura. Il tuo negozio distrugge il paesaggio.
(Okay, magari non faccio così schifo come scrittore. Ma non riesco a mettere insieme le idee, Van Houten. I miei pensieri sono stelle che non riesco a far convergere in costellazioni.)
Siamo come un branco di cani che pisciano sugli idranti. Avveleniamo l'acqua di fonte con la nostra piscia tossica, segnando ogni cosa come MIA nel ridicolo tentativo di sopravvivere alla nostra morte. Io non riesco a smettere di pisciare sugli idranti. So che è sciocco e inutile - inutile in modo epico, nella mia attuale condizione - ma sono un animale come chiunque altro.
Hazel è diversa. Lei cammina leggera, vecchio mio. Lei cammina con passo leggero sulla terra. Hazel conosce la verità: la probabilità che abbiamo di ferire l'universo è pari a quella che abbiamo di aiutarlo, ed è molto probabile che non faremo né l'una né l'altra cosa.
La gente dirà che è una cosa triste lasciare una cicatrice più piccola, che saranno in pochi a ricordarla, che sarà stata amata in modo profondo, ma non a vasto raggio. Ma non è triste, Van Houten. È magnifico. È eroico. Non è questo il vero eroismo? Come dicono i medici: primo, non fare del male.
I veri eroi comunque non sono quelli che fanno le cose, i veri eroi sono quelli che NOTANO le cose, quelli che prestano attenzione. Il tizio che ha inventato il vaccino antivaiolo non ha inventato niente. Ha solo notato che le persone che avevano contratto il vaiolo bovino non si ammalavano di vaiolo.
Dopo che la mia PET si è illuminata tutta, mi sono intrufolato nel reparto di terapia intensiva e l'ho vista mentre era priva di sensi. Sono entrato dietro un'infermiera che aveva la tessera magnetica e sono riuscito a stare seduto accanto a lei per dieci minuti prima che mi scoprissero. Ho davvero pensato che sarebbe morta prima che che io avessi avuto il tempo di dirle che stavo per morire anch'io. È stato spaventoso: l'incessante aggressione meccanizzata della terapia intensiva. Aveva quest'acqua scura cancerogena che le usciva dal torace. Gli occhi chiusi. Era intubata. Ma la sua mano era ancora la sua mano, ancora calda, con le unghie dipinte di un blu così scuro che sembrava nero e io l'ho tenuta stretta e ho cercato di immaginare il mondo senza di noi e per circa un secondo sono stato una persona abbastanza buona da sperare che morisse in modo da non dover scoprire che stavo per morire anch'io. Ma poi ho chiesto più tempo per poterci innamorare. Il mio desiderio è stato realizzato, suppongo. E le ho lasciato la mia cicatrice. Un infermiere è entrato e mi ha detto che dovevo uscire, che non era consentita la presenza di visitatori, e io gli ho chiesto come stava e il tipo ha detto: “Sta ancora accumulando acqua.” Una benedizione nel deserto, una maledizione nell'oceano.
Cos'altro dire? È così bella. Non ti stanchi mai di guardarla. Non ti preoccupi se è più intelligente di te: lo sai che lo è. È divertente senza essere mai cattiva. Io la amo. Non puoi scegliere di essere ferito in questo mondo, vecchio mio, ma hai qualche possibilità di scegliere da chi farti ferire. A me piacciono le mie scelte. Spero che a lei piacciano le sue.
- John Green
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dudewayspecialfarewell · 5 months ago
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Devo ammettere che il fatto di aver rischiato per la prima volta di morire a 16 anni in maniera terribile deve avermi in qualche modo cambiato, nelle fondamenta. Credo che la gente sprechi tanto la vita viaggiando quando lavorando in un ufficio. La gente tende a svalutare il proprio tempo e la propria vita finché non gli finisce. Io da una piccola stanza a Trento sono arrivato a fatturare abbastanza da assumere a tempo pieno 3 persone. Non dico che sia giusto, ma sono felice di quello che faccio. Ho conosciuto molti nomadi che senza feste, alcool e droghe non sarebbero altrettanto felici. Intendo proprio dire, non sarebbero felici di quello che fanno, di quello che producono. Io provo felicità nel tirarmi su le zucche e nel fare il limoncello in casa. Se ti piace prendere l'aereo fallo. Ho vissuto del tempo come nomade, ne ho conosciuti molti. Alcuni sono persone sole, con una vita privata e lavorativa devastata. Questo discorso della contrapposizione lavoro ufficio brutto/ lavoro da nomade bello non ha senso. La vita è snervante, monotona qualunque cosa si faccia. Trovo l'idea del " you live only once" l'ennesima frase per acchiappare click e vendere un cambiamento di vita e ti offre " fughe permanenti al grigiore e all'ozio" , cosa che ovviamente non esiste.
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ingombrantipiccoliniente · 8 months ago
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Un paio fa di pranzi mi ha canzonato ricordandomi che l’impegno non serve e che gli sforzi con cui gioco a fare Atlante non sono richiesti.
Davvero avrei voluto saperlo un paio di diottrie fa? Se l’avessi saputo avrei mosso solo il vento. Ti avrei forse tenuto la porta un po’ meno spalancata? Non ti illudere: siamo come le canzoni, finiamo molto prima di finire davvero.
Mi sono tagliata i capelli, ho una lentiggine sul naso, giro ancora attorno al sole, tutto nella norma. Piove tanto, stanno costruendo un palazzo dove prima c’era solo il cielo e dal tabaccaio sotto casa hanno finito le caramelle. In sostanza, sembra che il mondo avanzi. A me avanza un po’ di malinconia, quella classica da occhi stanchi e mani vuote. Compro nuovi cassetti per stringerci dentro sogni più grandi, cerco di ignorare che il vuoto che lasci non prende abbastanza spazio e che questa foga di rivalsa non mi sazia.
Mi ha tolto l’entusiasmo. Forse nemmeno se ne accorge, ma dire che la fatica profusa è un mero esercizio di stile, taglierebbe le gambe a chiunque. Mi faccio bastare l’aria viziata di questa stanza, per pigrizia, per paura. No, non è vero: il mio guinzaglio è la speranza.
Questo cielo grigio non mi abbatte, questa poca vita non mi finisce. Mi sono sfinita a forza di cercarti ma come me lo dico che non ho mosso un passo, non ho consumato gli occhi e non mi è esploso il cuore? Che occhi banali che mi ritrovo, chissà se riesci a rimanermi dentro. Agli occhi, mica al cuore, chè quello non sa farsi consumare. Solo amare non sarebbe bastato a tenerci stretti. Forse amarci, invece, avrebbe potuto salvarci.
Mi si scaldano le guance al pensiero del tuo fiato. Voglio le tue mani addosso, sentirmi persa nel tuo letto, non doverti chiedere se rimani.
Posso sopportare il suo sguardo, riconoscere la mia fortuna senza denigrare la fatica. Posso essere felice senza sentirmi completa. Posso cantare mentre preparo il caffè senza essere serena. Il cielo apatico ultimamente non mi sfama. Poi, una mattina qualsiasi, il sole mi scalda anche se nessun progetto è allineato. Nessuno spazio è occupato, sono solo prese di fiato, me lo ripeto per non morire soffocata dalle mie risposte lapidarie. Monosillabi che spargo in giro per illuderti di essere presente come non ti scordar di me ai bordi delle strade di città.
In quella foto non mi riconosco. Non ti voglio più, pensa che cosa stupenda. È disarmante, essere stati e non volere essere più. Non ti voglio più, pensa che cosa terribile. È rassicurante, non essere più e volere essere ancora.
Davanti alla sua ammissione di colpa sono rimasta senza fiato. Fatico a rimanere salda nelle mie convinzioni, vorrei andare un po’ più lontano, non voglio lasciarla. Ti ho fatto soffrire troppo da bambina, lo dice ma io ho lavato via la tristezza da ogni momento con il suo sorriso a cui il mio non assomiglia. Vorrei avere il suo coraggio, mica i suoi occhi, per dirti ancora che siamo come le canzoni. Non smettiamo mai di finire.
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aurozmp · 11 months ago
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ho paura di vivere, di scoprire cose nuove, di essere felice. ho paura di andare avanti, di non farcela e cadere nell'oblio del mio cervello chiuso in se stesso. ho paura di stare troppo male, di riprendere vizi sbagliati, di non amarmi abbastanza per andare a letto col sorriso. ho paura di piangere da sola, di rialzarmi da sola e stare sola. ho paura che il buoio sia così cupo e fitto che mi occluda il cuore negandogli di guardare l'amore. ho paura di sbagliare, lottare, fidarmi senza stare male. ho paura di finire in depressione, di tagliarmi le vene sperando ogni volta che sia quella giusta. ho paura di annegare non respirare non riuscire a reagire al dolore. ho paura di morire senza aver mai vissuto, ho paura che tutto questo mi perseguiterà finché non muoio, perciò addio, io non voglio più avere paura.
14/04/2017
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nulla-cambia · 1 year ago
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La parte più difficile in ogni cosa è iniziare, come adesso. Non è facile trovare le parole giuste per aprire la strada alle milioni di cose che vorrei dirti. Ogni inizio è spaventoso, difficile. E me lo ricordo che qualche mese fa di paura ne avevo tanta, temevo tutte le cose che avremmo dovuto vivere. Sei il mio momento giusto, su questo non ho dubbi, mi sei piombato addosso per caso e senza alcuna pretesa, nessuna forzatura e nessuna speranza, sei rimasto. Era troppo tempo che non davo così tanta fiducia a qualcuno ma stranamente con te mi sentivo al sicuro. E ci sono tutti gli ingredienti, le farfalle, le palpitazioni. Ci sono tutti gli ingredienti perché tu possa distruggermi e forse, per la prima volta, voglio correrne il rischio. Non mi sono affezionata a te perché avevo bisogno di qualcuno che mi rendesse felice, ne perché stessi cercando qualcuno con cui stare. In realtà, non cercavo proprio nessuno. Mi sono innamorata di te perché mi sono sentita apprezzata, perché sei l'unica persona che mi restituisce tutto l'amore che do. Siamo così simili ma in certi sensi così diversi, eppure sei esattamente quella parte che mi manca per essere come vorrei. D’altronde hai avuto tutto, prima ancora che te ne rendessi conto. Ti ho parlato di qualsiasi cosa, quando per me parlare di sentimenti o emozioni risulta essere complicato, tendo sempre a sopprimere qualsiasi cosa. Ti ho parlato di cose che non voglio ammettere nemmeno a me stessa, che portavo, e porto, come un peso, con vergogna, ma tu sei stato così paziente e mi hai ascoltato quando probabilmente quello che dicevo non aveva senso nemmeno per me. Ti ho amato fin da subito ed ho avuto paura della velocità con cui un sentimento del genere sia cresciuto, d’altronde mi son chiesta, che vuoto lascerà una persona del genere nella mia vita? Oramai occupi tutto, tutto lo spazio che c'è, sei ovunque e neanche me ne rendo conto. Hai reso tutto pieno di significato, pieno d'amore e di timori. Per la prima volta penso che non esista qualcosa che non farei per te, qualsiasi cosa pur di farti stare bene. Non lo dico perché ti amo, ma lo dico perché sei una persona speciale. Meriti qualsiasi cosa di bello possa esserci, tutta la felicità che possa provare. Ogni volta che dico di amarti significa che ti accetto per la persona che sei, e che non voglio trasformarti in qualcun altro. Significa che ti amerò e starò al tuo fianco anche nei momenti peggiori. Significa amarti anche quando sei giù di morale, non solo quando è divertente starti vicino. "Ti amo" significa che conosco la tua persona e non ti giudico. Significa che ci tengo abbastanza da lottare per quello che abbiamo e che ti amo abbastanza da lasciar perdere, se ciò significa vederti felice. Vuol dire pensarti, sognarti, volerti e aver bisogno costantemente di te, e sperare che tu provi lo stesso per me. Vorrei rivivere ogni ora passata insieme, per rendermi conto di quanti dettagli mi son persa, ma poterli assaporare tutti, coglierli e conservarli. Sei un regalo grandissimo, per il quale sarò per sempre in debito verso il destino. Non so cosa succederà un domani, non importa se ti amerò esattamente come adesso, probabilmente di più, ma sarai sempre e comunque tu, niente ti renderà diverso di fronte ai miei occhi. Non vedo l'ora di poterti baciare, mi manchi da morire e niente mi rende felice come averti accanto e poter sentire il calore di un tuo abbraccio. Sei ciò di cui ho più bisogno e che non voglio lasciar andare per nulla al mondo.
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dianatoxic · 1 year ago
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Relazione toxic
Sono seduta in un bagno, e ho messo la mia playlist.
E sto notando che non sono più me stessa da un po’.
Oggi mia zia mi vede e rimane con una faccia un po’ perplessa.
Mi scrisse mia zia sta sera..
Ma non vorrei far preoccupare nessuno, mi sento come se fossi sola .. mi sento come una sigaretta spenta in acqua . Che è una frase che citava il mio ex ragazzo ma sto provando a dimenticare quello che mi ha fatto passare .. ma non ci riesco .. mi sento debole, il cuore che batte a mille.
Mi sento come se sto crollando.
Mia madre disse a papà di non lasciarmi a casa da sola, ha paura che mi potrei fare del male .. pensa che mi potrei suicidare ..
Ma non sono così stupida , non arriverei mai a questi livelli .. se anche ho molti pensieri negativi. Che vorrei prendere una lametta e tagliarmi le vene..ma so che non risolverei nulla,in questo modo farei vincere lui.
Devo essere forte e reagire . La mia paura che ora che gli sarà arrivata la denuncia..che mi potrebbe contattare e minacciarmi o insultarmi ..
ancora sogno quando lui mi prendeva per la gola e mi stringeva forte e mi dava della puttana . Che se era così lui,era per colpa mia ..e certe volte penso veramente che fosse colpa mia . Che ogni cosa che tocco la distruggo .
Vorrei prendere in mano la situazione e finire tutta questa storia prima possibile. Sto crollando sempre di più .
Ogni volta che mi guardo allo specchio mi vergogno .. mi faccio così schifo con questi lividi .. e so che ora non mi potrò più fidare di nessuno . Che ho sofferto abbastanza “ Abbandono , stupro, violenza fisica e psicologica.” Sto impazzendo. Vorrei solo essere felice . Non chiedo molto . Ma vedo che ogni volta che ci provo mi succede sempre qualcosa di brutto,strano eh!
COME MI SENTO?
Mi sento male ogni notte, provo a non pensarci . Ma non riesco a dimenticare quello che mi ha fatto..quando io ho provato a dargli tutto il mio cuore,so di aver sbagliato.. ma questo non giustifica che mi doveva mettere le mani addosso,che mi doveva massacrare di botte ,tra schiaffi ,cazzotti ,strangolarmi ,puntare un coltello contro . Avevo così paura .. ma dovevo dire che lo amavo e che non avevo paura .. sennò mi avrebbe fatto del male.
Cazzo ma di chi mi ero innamorata?
Perché mi trovo sempre nella strada sbagliata ? Vorrei trovare il mio cammino giusto ! Vorrei essere amata come merito ma sembra che non mi merito il bene in questa vita .mi sembro mia madre biologica ..che faceva sempre scelte sbagliate, che arrivó al punto di farsi di coca e alcol e alla fine che fu uccisa dal compagno.
Voglio avere una vita degna.
Il problema che sto scrivendo ogni cosa che penso .vorrei fermarmi e dirmi cosa cazzo sto dicendo . Ora sto pensando di prendermi una sigaretta per calmarmi .. e riflettere a mente lucida . Nonostante che mi sono bloccata con il cuore,Con la mente ,che piano piano stanno riaffiorando tutti i miei ricordi,sia belli e brutti.
Ora sento che mi viene da vomitare. (Forse questo è lo stress che sto accumulando)..Prima avevo iniziato a non mangiare, ero arrivata in Italia che non mangiavo da 3 giorni,prima che non riuscissi a essere liberata dalla mia famiglia essendo che lui mi aveva tenuta sotto sequestro. Che non avevo modo di uscirne via da quella situazione. Che imbranata ,non mi sarei dovuta fidare ..sarebbe potuta andare peggio e rischiare di morire.
Alla fine vedo quante ragazze hanno subito violenza psicologica,fisica e sessuale.
Devo aprire bene gli occhi,perché la prossima volta non ci potrebbe essere il modo di salvarmi e parlane come lo sto facendo ora .
Parlatene sempre di quello che vi succede prima che sia troppo tardi.
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susieporta · 2 years ago
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Tumblr media
Mi dispiace molto che Giorgia, questa ragazza di 27 anni, che ha parlato della propria eco-ansia, pensi seriamente di non volere dei figli per paura di chi sa quali cataclismi, e cioè per paura che le creature che metterebbe al mondo non avrebbero alcun futuro.
Mi dispiace perché mi pare che Giorgia, e tanti ragazzi come lei, non individuino bene le cause reali del loro profondissimo disagio, e quindi sbaglino mira anche nell’individuare i possibili rimedi.
Le vorrei dire: Cara Giorgia, le donne in ogni tempo hanno messo al mondo i loro figli quasi sempre in situazioni di grande incertezza. Credi che le mamme svedesi che partorirono che so nel 1351, durante la peste nera, che in quegli anni fece fuori 20 milioni di Europei su 60, e cioè 1 persona su 3, avessero maggiori sicurezze delle tue? o le madri che concepirono e partorirono i loro figli durante gli incessanti massacri della storia: da Troia al Vietnam, o magari su qualche barcone alla deriva tra la Libia e Lampedusa?
Ciò che dovremmo capire, prima di parlare di eco-ansie, o di altre amenità neolinguistiche del genere, è che la condizione umana su questa terra è strutturalmente precaria, e che solo la nostra società, così tanto vanesia, infantile, superficiale, alimentata quotidianamente da un pensiero a livello degli inserti di Repubblica o del Corriere, e dei programmi d’intrattenimento della RAI o di Mediaset, e cioè solo una società così tanto volgare, presuntuosa, moralistica e oscena al contempo, cieca perciò, e paurosamente egocentrica, e quindi spaventosamente ego (più che eco) -ansiosa, può credere che sia possibile partorire, e quindi vivere, solo se siamo al sicuro.
No, cara Giorgia, ti prego, trova un uomo decente, abbastanza solido, e cioè sufficientemente felice pur dentro tutte le prove del mondo, e fa con lui tutti i figli che vuoi, e che Dio ti manderà, balla con tutti i lupi, e con tutte le tempeste della storia, in questi quattro minuti di vita terrena che ci sono donati. Non avere paura di vivere, di espanderti, anche nelle più estreme difficoltà, non ti limitare inutilmente, fidati della vita, e non farti corrompere da ideologie malsane, miopi e micragnose, tendenziose e false, spesso artificialmente costruite proprio per sedurti, per convincerti a non vivere, e a non fare nascere e crescere altre persone, e cioè semplicemente a morire schiava.
Niente e nessuno può costringere in recinti spinati la nostra potenza spirituale, la nostra essenza creativa incondizionata! Non te lo dimenticare mai, e anzi prova a ricordartelo sempre, ogni volta che sei presa da qualche smarrimento.
Non credere d’altronde, cara Giorgia, che io sottovaluti i pericoli dell'inquinamento e della devastazione ambientale, di cui scrivo e parlo da circa 40 anni; ma non credo proprio che questi rischi finali possano essere affrontati e risolti da quelle stesse menti, da quegli stessi Signori dell’universo, da quelle stesse centrali di potere, finanziario e politico, e da quella stessa razionalità materialistica e calcolante che questa devastazione la producono da sempre, e ogni giorno.
No, belli miei! Noi non vi crediamo! I vostri attuali sermoni ambientalistici sono molto sospetti, puzzano di altri intenti occulti, di interessi ancora una volta predatori, volete arricchirvi ancora una volta, magari costringendoci a comprare altre cose, che poi domani ci direte che vanno sostituite, perché inquinanti….
Io non vi credo, qualunque cosa diciate, perché, come il diavolo, mentite sempre, e proprio quando parlate in tutta sincerità! Prima perciò dobbiamo sostituirvi, togliervi di mano almeno alcuni degli strumenti del vostro dominio quasi assoluto e della vostra propaganda a senso unico, e poi potremo con mente rinnovata affrontare i problemi terminali di questo tempo.
Perché è proprio la nostra mente ego-centrata, e tutti i suoi rappresentanti mondani, ormai palesemente votati al suicidio cosmico, che vanno rovesciati nell’Aperto Cielo di una nuova possibilità, davvero più armoniosa, di abitare su questa terra. Ed è solo questo inesauribile rovesciamento interiore, congiunto ad una inedita azione rivoluzionaria, che ci può veramente liberare da ogni ansia, eco o ego-ansia che sia.
Perciò, cara Giorgia, lavoriamo tutti insieme ad una autentica e radicale rivoluzione culturale che limiti per davvero, e a volte rovesci i disegni criminali delle oligarchie predatorie, che sembrano sempre più attive, frenetiche, e operose, come le serpi sul capo di Medusa, e intanto viviamo, cara Giorgia, espandiamoci, creiamo e procreiamo, facciamo figli e figlie, opere e libri, azioni politiche ed eventi artistici, feste e giochi nuovi, allegramente, faticosamente, ma liberamente, e avviamo insieme e già da ora una nuova epoca del mondo.
Noi ci proviamo. Ti aspettiamo.
Con affetto."
Marco Guzzi
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rk-tmblr · 2 years ago
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Spiaggia nudista -Murai Yakumo [Blue Period]
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«Ricordami perché» borbottò esausta, perdeva la pazienza attimo dopo attimo trascorso ad ondeggiare al correre della metro sui binari.
«Perché rischiavamo di scioglierci sul parquet di casa tua» rispose prontamente, con fin troppo entusiasmo per i suoi gusti.
«E giustamente tu mi hai portato in metro per ripararmi dal caldo!» individuò la falla nel suo piano, ma il corvino non si lasciò scoraggiare.
«Parli come se fosse questa la meta!» fece per rimproverarla ed invece si ritrovò a rabbrividire, nonostante stesse sudando come un cane sulla lava, quando i suoi occhi di ghiaccio lo fulminarono sul posto.
«Perché?» alzò gli occhi al cielo ed intanto con due dita prese il colletto della maglietta, la allontanò invano dal proprio corpo sudato. Odiava con tutta se stessa l'estate. Avrebbe preferito vivere una vita intera coi climi spietati del polo artico e morire ibernata, piuttosto che soffrire come un pollo alla brace sotto quelle temperature. Certo la struttura metallica della metro non era di alcun sollievo: si erano chiusi all'interno di una fornace, era intollerabile e non ne valeva affatto la pena, nemmeno per quella manciata di minuti.
«Perché, cosa questa volta?» la interrogò curioso di sentire l'ennesimo.
«Perché non ti ho mandato da solo e non sono rimasta a casa davanti al ventilatore!?» si asciugò la fronte con il dorso della mano e perse tempo nel sistemare indietro alcune ciocche ribelli che fuggivano dalla sua coda alta.
«Perché non puoi stare senza di me!» ribatté furbo avvicinando il proprio viso al suo e accarezzandogli la guancia destra con la punta del proprio naso.
«Scollati, si sta morendo» lo allontanò afferrandogli una spalla con una mano e lo rimise a sedere dritto al posto accanto al suo.
Sorrise ampiamente come se avesse vinto alla lotteria ed infastidita lo adocchiò per un istante in cerca di spiegazioni. «Non hai obiettato» le fece notare.
«Il mio corpo sta consumando tutte le energie per mantenermi in vita contro il mio volere, non sono abbastanza lucida da combattere le tue follie» replicò indispettita, sebbene le guance fossero rosse. Per il caldo, per la timidezza…
Volle esultare di gioia nello scendere finalmente alla loro fermata, ma il clima terribile glielo impedì abbattendola maggiormente. A quel punto desiderava solo accasciarsi a terra, non le importava più nulla, sarebbe potuta tranquillamente morire essiccata come una medusa spiaggiata sul bagnasciuga.
«Andiamo, da questa parte» la prese per mano e la trascinò dietro di sé. Le dita intrecciate fra loro erano disgustosamente tenere da guardare sciogliersi sotto il sole come un cono gelato: appiccicaticcio e super zuccherato.
La portò giù per le strade del lungomare di Kamakura e la fece camminare per ore fino a quando non riuscì a trovare un lembo di spiaggia appartato che potesse ospitare solo loro. Avevano ammazzato le ore più calde del pomeriggio dentro quella scatoletta infernale munita di rotaie, tuttavia l’umidità persisteva ad appiccicarsi sulle pelle, mischiarsi con il sudore, spossare l’anima che si celava sotto gli strati umani. Per fortuna c’era un muretto che da laggiù, con le dita dei piedi sommerse nei granelli di sabbia, pareva abbastanza alto da fare ombra. Decisero di sistemare due teli, uno accanto all’altro, al suo riparo.
«Ah, finalmente» mugolò di piacere stirando le braccia verso il cielo che incominciava a dorarsi.
Lo osservò confusa, stordita ancora dal caldo, mentre se ne stava seduta con le gambe piegate al petto ed ancora incapace di poter intuire il suo piano. La loro meta era stata la spiaggia, fin qui c’era arrivata però... essendone ignara, non aveva pensato di portare il costume da bagno-
«Ma che diavolo stai facendo!?» urlò all’improvviso non appena lo scorse togliersi di fretta la maglietta scura sudata. Rideva come un bambino felice che rivedeva le onde del mare dalla lontana estate passata e senza alcun pudore, totalmente privo di vergogna, si svestì completamente. Nascose gli occhi appena in tempo quando tirò giù i pantaloni con tutto l’intimo, fu un attimo tarda nello scoprirlo correre nudo verso l’acqua salata e tuffarsi. «Sei pazzo!» lo rimproverò imbarazzandosi al posto suo.
La lasciò sbollire un poco, intanto si godeva il refrigerio del mare che ricambiava con affetto il suo abbraccio. «Qui si sta da Dio» sorrise nuotando verso la riva, senza sporgersi troppo per non mostrarsi completamente.
Sembrava un Labrador bagnato con quei canini affilati che si ritrovava, gli occhi ametista che brillavano di gioia ed i capelli fradici che gli si erano appiccicati in fronte.
«Vieni a farmi compagnia» la invitò gentilmente.
«Scordatelo,» scosse la testa categorica, «sei-» abbassò la voce, temendo che qualcuno potesse sentire, anche se non c’era anima viva eccetto loro due su quell’angolo frastagliato di sabbia, «...sei nudo!» gli ricordò come se lo avesse dimenticato.
«E allora?» sbottò istintivamente, beccandosi una maledizione stretta fra i denti da parte sua, «Non è che non mi hai mai visto così» la punzecchiò sogghignando divertito alla sua collera impacciata che le bruciò la pelle pallida fino alla punta delle orecchie. Riusciva a vedere quel timido rossore pure da lì, la trovò estremamente carina, tanto da volerla abbracciare.
«Non essere equivoco, idiota! Fai sembrare le cose come non sono» lo corresse sospirando innervosita.
«Allora lanciami le mutande e vieni anche tu in acqua» propose una soluzione.
«Stai scherzando!? Le indossavi fino a poco fa» protestò indignata, additando con disgusto gli indumenti che aveva abbandonato in malo modo sulla spiaggia.
«Eh va bene, ho capito ho capito» si arrese in fine ed uscì a metà dall’acqua. Rise quando lei si girò dall’altro lato, la mano davanti agli occhi come schermo, intanto che lui correva ad indossare l’intimo.
«Levati queste cose di dosso» le tirò un lembo della maglietta, richiamando la sua attenzione.
«Tu ritorna dov’eri» gli ordinò incrociando le braccia al petto, rifiutandosi come una bambina capricciosa.
«Su dai, che gelo» le mise fretta ed imitò il suo gesto chiudendo le palpebre, coprendole con il palmo della mano così che non la mettesse a disagio. C’era un silenzio confortevole cantato dallo sciabordio delle onde, il vento che leggero le guidava in baia e le grida di un gabbiano che vagava tra le nuvole di cotone alla ricerca della propria cena. Distratto dalle sensazioni che riusciva a percepire da cieco, si destò solo quando sentì un tuffo poco lontano.
Era sparita nel nulla. Aveva lasciato i vestiti ben piegati su un angolo del telo e le scarpe subito dopo, ordinatissima a differenza sua che sapeva già che avrebbe indossato le proprie senza calzette perchè non sarebbe riuscito più a trovarne una. La vide emergere dall’acqua, respirare profondamente intanto che tirava indietro i lunghi capelli illuminati dai raggi del tramonto.
«Non volevi compagnia?»
Maledisse aver dimenticato a causa dell’euforia il borsone con gli acquarelli e il quadernetto degli schizzi. Allora si prese del tempo per cogliere quanti più dettagli con lo scatto fotografico della propria memoria, si approfittò della sua immagine perfetta che ancora una volta sarebbe stata soggetto di una sua opera e poi si alzò in piedi e corse per raggiungerla.
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weirdesplinder · 26 days ago
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Il mio anno 2024 in libri e premio libro blog 2024
Il 2024 è stato un anno piuttosto duro per quanto mi riguarda, di resistenza direi, dove ho dovuto sopportare tanto, per poi arrivare a dei cambiamenti che desideravo da tempo. Spero che il 2025 sia migliore. Parlando di libri nel 2024 ho letto più che nel 2023 il che è positivo, ma tra questi libri sono pochissimi quelli che mi sono piaciuti, il che è negativo.
Nel 2024 ho portato avanti la lettura di diverse serie che leggo veramente da tantissimi anni come:
-LA SERIE IN DEATH di J.D. ROBB, di cui ho letto i libri:
Payback in death (Libro 57 della serie) a gennaio 2024
Random in death (Libro 58 della serie) a febbraio 2024
Passions in death (Libro 59 della serie) a settembre 2024
Inediti in italiano
Una serie gialla che come sapete seguo da decenni, ma che non mi stanca mai, perchè sono molto affezionata ai suoi protagonisti, ma devo ammettere nessuno di questi tre libri mia ha incantato erano tutti abbastanza prevedibili come indagini.
-LA SERIE PSY CHANGELING di Nalini Singh, di cui ho letto:
Storm echo (Libro 21 della serie) a gennaio 2024
Inedito in italiano
che mi ha parecchio deluso tanto da farmi saltare la lettura dei due libri successivi che ho visto avevano come protagonisti changeling ancora orsi e leopardi. Non possiamo avere specie acquatiche, o uccelli, o che ne so, cavali, cervi, qualsiasi cosa ma basta felini o lupi o orsi per favore. Ho bisogno di qualcosa di nuovo qui. Veramente.
-LA SERIE CONFRATERNITA DEL PUGNALE NERO, di J.R.WARD di cui ho letto:
The Beloved (Libro 22 della serie) a maggio 2024
Link: https://www.mondadoristore.it/THE-BELOVED-JR-Ward/eai802226489405/
Trama: Nalla, la figlia di Zsadist, ha condotto una vita protetta. Protetta da suo padre e dalla Confraternita, che l'hanno tenuta lontana dalla guerra mortale con la Lessening Society, e questa protezione inizia a starle stretta. Nate è giovane guerriero della confraternita che non ha niente da perdere e niente per cui vivere. Torturato in un laboratorio umano da giovane, poi maledetto dall'immortalità, pensa solo alla vendetta e alla morte. La Confraternita gli ha perciò affidato una missione sottocopertura molto percicolosa e lui aspetta con ansia il momento in cui finalmente potrà morire quando ecco che tra lui e Nalla scatta l'istinto di accoppiamento tipico dei vampiri predestinati. Ora Nate ha qualcosa da perdere e cui vivere.
Avevo smesso di leggere questa serie al libro 14 più o meno, ma l'ho ripresa in mano perchè finalmente si tornava a parlare dei confratelli originali e in particolare di Z, il mio preferito. Ma purtroppo lui ha un ruolo veramente minore nel libro e sua figlia è insopportabile.
-LA SERIE MERCY THOMPSON di PATRICIA BRIGGS, di cui ho letto:
Winter lost (Libro 14 della serie) a luglio 2024
Inedito in italiano
che mi è piaciuto nonostante avesse una trama molto semplice che si risolve praticamente da sola perchè mi erano mancati tanto i personaggi di questa serie. Leggere questo libro è stato come reincontrare dei vecchi amici che conosci da anni e venire aggiornato su cosa succede al momento nella loro vita. Inoltre sono felice che i personaggi siano rimasti coeerenti con loro stessi in tutti questi anni. Sono sempre loro, e questo è raro.
Passiamo ora ai nuovi romanzi letti nel 2024:
A gennaio 2024 ho letto: The Road to Roswell, di Connie Willis
Inedito in italiano
Quando l'equilibrata Francie arriva a Roswell, nel New Mexico, per il matrimonio a tema UFO della sua compagna di stanza del college, non immaginava certo di venire rapita da un alieno con un corpo simile a un'erbaccia e una massa di tentacoli fulminei. Né Francie è l’unica sua vittima. In poco tempo, a loro si uniscono un affascinante truffatore di nome Wade, una dolce vecchietta con una dipendenza dai casinò, un pensionato con un enorme camper e un amore per i vecchi western, e un pazzo a caccia di UFO che è completamente convinto che l'alieno abbia intenzione di sondarlo e/o conquistare il pianeta. Ma più Francie conosce l’alieno, più si convince che non sia un invasore, ma che sia guai e bisognoso d'aiuto. Solo che lei non sa come aiutarlo, e nemmeno quale sia il problema.
La mia opinione: ho amato i romanzi sui viaggi nel tempo di questa autrice, ma non ho assolutamente capito questo libro di non bene indentificato genere che è un po' scifi, un po' commedia, un po' assurdo, un po' metafora dei problemi della società contemporanea e parecchio confuso.... e questo suo essere un mix di tante cose fa sì che nessuna sia molto riuscita. Non lo consiglio.
A maggio 2024 ho letto:
La Serie Esilio nel Pliocene di Julian May formata dai libri:
La terra dai molti colori (The Many-Colored Land)
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Trama: Nell'anno 2034 Theo Guderian, un fisico francese, fa una scoperta rivoluzionaria, ma inutile: inventa un congegno che permette il trasferimento istantaneo nel passato tramite una distorsione temporale. Il viaggio è però di sola andata e le coordinate spazio-temporali del punto di arrivo sono immutabili: si tratta di una zona della valle del fiume Rodano nell'idilliaca epoca del Pliocene, sei milioni di anni fa. Tuttavia a poco a poco questa scoperta così sottovalutata, si rivela utile: anche nell'utopistica società del XXII secolo, in un mondo che sembra aver raggiunto la completa felicità e la perfezione tecnologica, esistono degli “spostati”, degli individui scomodi che vogliono fuggire attraverso questa porta in un misterioso passato.
2. Il collare d'oro (The Golden Torc)
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Trama: Proseguono le avventure del gruppo di esiliati del secolo ventiduesimo che attraversarono un portale temporale per tuffarsi tra gli sconosciuti pericoli del Pliocene, un’epoca lontana sei milioni di anni nel passato. Al posto dell’idilliaca desolazione che si attendevano avevano però trovato una proto-Europa dominata da due razze aliene: i cavallereschi Tanu, belli e arroganti, e i rinnegati Firvulag, malevoli nanerottoli eterni rivali dei Tanu. Rimasti divisi in due gruppi, gli umani erano caduti nelle mani di queste due antichissime razze. Elizabeth Orme, che un tempo, nel suo mondo natìo, era una «Grande Maestra Metapsichica» e che, oranonostante il controllo dei Tanu, riacquista pian piano i poteri perduti. E c’è Bryan Grenfell, un antropologo alla ricerca del perduto amore, e Aiken Drum, un avventuriero dotato di un talento e un’ambizione davvero sfrenati. Accanto alla loro vicenda si snoda parallelamente la storia di un altro gruppo di umani miracolosamente sfuggiti alla schiavitù imposta dai Tanu e guidati da Felice Landry, una ragazza atletica che possiede incredibili poteri psi. Questo gruppo, con l’ambiguo aiuto dei Firvulag, decide di assalire la roccaforte stessa dell’impero dei Tanu subito prima del Grande Combattimento rituale che si svolge ogni anno tra Tanu e Firvulag.
3. Il re non nato (The Nonborn King)
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Trama: Alla fine de Il collare d’oro Felice Landry, una ragazza atletica dotata di incredibili capacità mentali, aveva provocato un gigantesco cataclisma che aveva distrutto la capitale del regno dei Tanu e messo fine alla loro dominazione e Aiken Drum, un altro giovane umano dotato di grandi poteri, uomo non nato da ventre di donna, ne approfitta per dichiararsi re e usurpare il loro trono. Ma il suo regno non sarà né facile né incontrastato, perché contro di lui si batteranno forze disparate, come il gruppo degli umani liberi, la folle Felice Landry, che ha giurato a se stessa di distruggerlo, e i rivitalizzati Firvulag, che ora sovrastano di numero la coalizione di uomini e Tanu guidata da Aiken.
4. L'avversario (The Adversary)
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Trama: Il breve regno di Aiken Drum è già in pericolo: i Firvulag vogliono distruggere sia i Tanu che i terrestri in un terribile Gotterdammerung e un’altra minaccia, forse ancor più pressante, incombe: c’è un altro uomo che possiede poteri anche più forti di Aiken e che sta per giungere dalla Porta del Tempo. È Marc Remillard, l’Avversario, l’Istigatore della Ribellione Metapsichica, che aveva quasi conquistato l’intero Milieu Galattico futuro e che ora sta fuggendo con i suoi seguaci nel passato.
Ho dato ben 4 stelle su Goodreads a questi libri e le meritano tutte, un'opera purtroppo oggi dimenticata nel nostro paese, non più ripubblicata dopo gli anni 80', ma a mio avviso imperdibile per gli amanti della fantascienza e del fantsy che qui venegono mischaiti tra di loro. Romanzi corposi, che affrontano molte tematiche e tutte con dovizia di particolari ben approfonditi e studiati. Sono un pochino datati nel linguaggio lo ammetto e anche la sintassi a tratti risulta un po' legnosa per un lettore d'oggi, specie in lingua originale come li ho letti io, ma una buona nuova traduzione in italiano a mio avviso risolverebbe il problema. E le tematiche: poteri mentali alieni e umani, libertà individuale dell'uomo opposta al bene comune visto come ragggiungibile solo attraverso un controllo molto serrato, alieni che ricordano le leggende faeries... sono tematiche sempreverdi e attuali. Inoltre la trama è viva interessante, varia e l'autrice non ha paura di far morire o soffrire profondamente i personaggi.
Durante le vacanze estive 2024 ho letto anche:
Il famiglio, di Leigh Bardugo
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Trama: In una Madrid diventata da poco capitale del Regno e pervasa dalla furia controriformistica dell'Inquisizione, la giovane Luzia Cotado, conversa orfana di entrambi i genitori, cerca di sopravvivere come meglio può, nascondendo a tutti le sue origini e, soprattutto, la sua capacità di compiere milagritos, piccole magie. Un giorno, però, la signora della casa presso la quale presta servizio si accorge del suo dono e di lì in poi la obbliga a farne sfoggio davanti ai suoi ospiti, nel patetico e disperato tentativo di migliorare la posizione sociale della sua famiglia ormai decaduta. Ma quello che inizia come un semplice divertimento per nobili fiacchi e annoiati prende ben presto una piega pericolosa perché Luzia attira l'attenzione di Antonio Pérez, ex segretario ora in disgrazia di Filippo II. Per riconquistare il favore del re, ancora provato dalla sconfitta della sua armada, Pérez decide di indire un torneo per trovare un campione che diventi l'arma decisiva nella guerra estenuante contro la regina eretica d'Inghilterra.
La mia opinione: purtroppo questo libro mi ha delusa. Cerca di essere un romanzo storico con tocchi di fantastico e, a tratti, data l'ambientazione spagnola sembra voler aspirare allo stile sudamericano ad esempio dell'Allende...ma non ci arriva mai. E dalla'altra parte non è abbastanza ricco di particolari storici per essere un serio romanzo storico, quindi resta in un limbo che non mi ha convinto a piano. Ma quello che proprio non mi è piaciuto sono i personaggi principali. Ho trovato la protagonista molto incoerente: mi nascondo da una vita per non venire bruciata al rogo però voglio che gli altri mi vedano e mi ammirino.... Il protagonista maschile sarebbe già meglio ma la sua background storia viene secondo me rivelata troppo tardi e non nel modo migliore...e non ho capito com'è che al'improvviso si piacciono.... Per me è no, ma apprezzo questa autrice e ho grandi speranze per la conclusione della sua serie La nona casa di cui attendo l'uscita del terzo libro. Non ho letto il secondo della serie per non rimanere in sospeso anni con l'ennesimo cliffhanger.
A settembre ho letto:
Blood over bright haven, di M. L. Wang
Inedito in italiano
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Trama: La prima donna mai ammessa in un prestigioso ordine di maghi svela una cospirazione segreta che potrebbe cambiare per sempre la pratica della magia. Da vent'anni, Sciona dedica ogni momento della sua veglia allo studio della magia, alimentata da un desiderio folle di raggiungere l'impossibile: diventare la prima donna mai ammessa all'Alto Magistero dell'Università della Magia e dell'Industria. Quando Sciona finalmente realizza la sua ambizione e diventa un'alta maga, scopre che le sue sfide sono appena iniziate. I suoi nuovi colleghi sono determinati a farla sentire sgradita e, invece di un assistente di laboratorio qualificato, le danno un custode. Ciò che né Sciona né i suoi coetanei capiscono è che il suo taciturno assistente non è sempre stato un custode. Dieci anni fa, era un cacciatore nomade che perse la sua famiglia nel pericoloso viaggio dalle pianure selvagge alla città. Ma ora vede l’opportunità di comprendere le forze che hanno decimato la sua tribù, lo hanno cacciato dalla sua terra natale e hanno mantenuto i privilegiati al potere. All'inizio, il mago e l'esterno hanno un rapporto litigioso. Ma lavorando insieme, scoprono un antico segreto che potrebbe cambiare per sempre il corso della magia, se non li farà uccidere prima.
La mia opinione: bel romanzo, che nonostante alcune mancanze, tra cui un world building piuttosto ridotto, riesce ad essere sia interessante per il modo in cui viene descritta la meccanica della magia, sia coraggioso per il suo finale. I personaggi funzionano, la trama funziona. Una lettura piacevole che consiglio. Il fatto sia utococlusivo e non parte di una serie poi è un plus.
Sempre a settembre per il podcast Amiche di drama e trama, visto che dovevamo recensire un pessimo film tratto da un libro, ho letto il libro in questione:
The idea of you, dell'autrice Robinne Lee
Link affiliato: https://amzn.to/3ZoWdS8 Trama: Solène Marchand, proprietaria trentanovenne di una prestigiosa galleria d'arte a Los Angeles, porta la figlia adolescente Isabelle a conoscere la sua boyband preferita. L'ultima cosa che si sarebbe aspettata, però, era di avvicinarsi pericolosamente a Hayes Campbell, frontman degli August Moon, famosi in tutto il mondo. Ma Hayes è brillante, sicuro di sé ed elegante, e l'attrazione tra i due è immediata. Il fatto che abbia solo vent'anni complica ulteriormente le cose. Quella che inizia come una serie di incontri clandestini in varie città si evolve rapidamente in una relazione appassionata. È un viaggio che attraversa i continenti, mentre i due navigano nei mondi più disparati: dalle tournée negli stadi alle fiere d'arte internazionali, fino a rifugi appartati. E per Solène è tanto un recupero della sua parte più vera, quanto una riscoperta della felicità e dell'amore. Quando la loro storia diventa un fenomeno virale, sia Solène che la figlia Isabelle sono il bersaglio di fan accaniti e media insaziabili. Saprà l'amore essere più forte dei pregiudizi e del gossip?
La mia opinione: fortunatamente il libro è meglio del film, tutte le scene più cringe stupide o senza senso del film nel libro non c'erano, e ci siamo chieste perchè mai le hanno aggiunte? Perchè la figlia della protagonista è molto più grande nel film ma la fanno comportare come la bambina di otto anni del libro? Perchè i fan nel film sembrano trattare male i loro idoli o essere cringe e nel libro invece sono normali? Perchè nel film i protagonisti si incontrano per la prima volta davanti a un gabinetto mentre nel libro normalmente a un firmacopie? domande senza risposta, ma posso rassicurarvi che il romanzo è leggibilissimo, mentre il film inguardabile. Certo è un libro leggerissimo ma se uno ha voglia di un romance contemporaneo veloce da leggere può essere una lettura piacevole.
A novembre ero in un mood scifi e ho letto la Trilogia fantascientifica/apocalittica “Heartland aliens”, di Joshua James, formata dai libri: Invasion, Uprising e Judgement
Inedita in italiano
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Trama: Quando gli alieni arrivano sulla terra, la piccola città di Little Creek non è certo più preparata del resto del pianeta. Senza avvisare e senza essere provocati le creature iniziano a devastare tutto e tutti e nel caos che ne segue uno strano gruppo di persone è costretto ad unire le forze per poter sopravvivere: una reginetta di bellezza con qualcosa da provare, una negoziante con qualcosa da nascondere, un teenager in cerca di vendetta e un veterano di guerra disperato di salvare di tutti. Insieme questi malcapitati dovranno trovare il modo non solo di resistere e sopravvivere, ma anche di combattere gli alieni. Chi sono? Cosa vogliono? Come possono essere fermati? Devono trovare risposta a queste domande o non sarà solo Little Creek a cadere ma tutta l’umanità.
La mia opinione: questa trilogia mi ha piacevolmente sorpresa,la trama è la classica già vista in molte invasioni aliene o film apocalittici, ma i personaggi principali sono interessanti ben scritti credibili e il primo libro mi ha veramente preso. Il secondo lievemente meno, e il terzo chiude la storia troppo in fretta e con troppa facilità. Il nemico viene eliminato così facilmente che il lettore resta stupito e deluso. Inoltre la tipologia di alieni/funghi mi ha leggermente stufato.
A dicembre sull'onda del telefilm Hanno ucciso l'uomo ragno, la vera storia degli 883, ho deciso di leggere il libro autobiografico di Mauro Repetto intitolato Non ho ucciso l'uomo ragno, perchè la sua figura, che quando ero piccola non mi era mai interessata e non avevo capito, dopo la visione della serie tv aveva iniziato ad interessarmi.
Link al libro: https://amzn.to/3ZG7XiX
Il libro si legge in poche ore sono solo 150 pagine che volano via tra l'altro senza molti particolari che avrei invece voluto sapere. Però se non altro ho avuto conferma di alcuni fatti raccontati nel telefilm.
iniziati i giorni di vacanza a fine dicembre ho deciso di recuperare almeno alcuni dei libri che avevo in wishlist da mesi e accellerare il mio ritmo di lettura con molte delusioni purtroppo.
Sempre sullì'onda di una mia voglia di scifi ho letto:
Some desperate glory, di Emily Tesh
Inedito in italiano
Già essendo uno young adult ha per me delle mancanze enormi nella costruzione dei personaggi, ma in parte posso sorvolarle, proprio tenendo conto della fascia d'età dei protagonisti e del pubblico a cui è destinato questo libro, ma non posso tollerare incoerenze e estrema confusione di trama. Specie in un genere, lo YA, che si prefigge di solito di essere chiaro o quantomeno facilmente capibile. Ad un certo punto il libro vuole entrare nel genere viaggio nel tempo, che però non è viaggio nel tempo, ma lo è , ma solo in parte, in parte è simulazione, in parte altre dimensioni, in parte bolle di tempo, in parte boh nessuno lo sa. E la macchina senziente che è stata creata da una razza aliena per portare avanti il bene comune dell'universo e prevede il futuro decidendo di conseguenza chi eliminare e chi tenere decide di eliminare il pianeta terra eliminando quasi completamente la razza umana ma poi alla protagonista in cerca di vendetta per questa piccola cosuccia dice io non decido nulla non mi assumo la responsabilità è chi mi comanda che decide. Peccato che chi la comanda dica di non sapere nulla e gli stessi alieni che l'hanno creata non sanno più come funziona....quindi scusate abbiamo eliminato la terra ma non è colpa di nessuno. E poi tanto possiamo tornare indietro nel tempo, creare realtà alternative quindi che importa no?
Poi ho letto il paranormal romance Golden (serie The Golden Wolf, #1), di Shannon Mayer
Inedito in italiano
Mi ha attirato l'idea di partenza di una licantropa maledetta da una strega che invece di trasformarsi in lupo diventa un golden retriver. Ma è utilizzata male e diventa una cosa secondaria se non terziaria all'interno di una trama confusissima che è l'insieme di un botto di trame simili già lette e scritte meglio da altri. Ad in certo punto sembra di essere entrati dentro in Thor Ragnarok senza Thor e senza Loki e senza niente se non nomi già sentiti lì….
Mentre preparavo un post per il blog relativo ai Goodreads choice awards mi ha incuriosito uno dei romanzi vincitori che ho quindi deciso di leggere:
La stagione del coraggio, di Kristin Hannah
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Trama: "Anche le donne sanno essere eroiche." Per la ventenne Frances "Frankie" McGrath, studentessa di infermieristica, questa frase è una rivelazione. Cresciuta nell'idilliaco mondo assolato della California del sud e protetta dai suoi genitori di idee conservatrici, si è sempre vantata di fare la cosa giusta, di essere una brava ragazza. Ma è il 1966, il mondo sta cambiando, e Frankie si ritrova all'improvviso a immaginare un futuro diverso, così, quando suo fratello parte per il Vietnam, lei decide di arruolarsi nel Corpo infermieristico dell'esercito. Inesperta come gli uomini mandati al fronte, Frankie è sopraffatta dal caos e dalla distruzione della guerra: ogni giorno è una scommessa tra la vita e la morte, tra la speranza e il tradimento.
La mia opinione: la cosa più bella di questo libro è senza dubbio l'idea che sta alla sua base: onorare le donne americane che hanno operato come infermiere durante la guerra in Vietnam. Una guerra oggi ricordata come profondamente sbagliata che si preferisce non nominare o che se viene nominata, lo è con disprezzo addirittura o rifiuto. Ma chi ha servito la sua patria lo ha fatto credendo di essere nel giusto, ed è giustissimo ricordare durante un conflitto, il personale medico, da qualunque parte stia, opera solo per salvare delle vite. Da un punto di vista letterario però il romanzo è piuttotso basico sia come sintassi, che come stile, che lessico, che come coinvolgimento emotivo. Non raggiunge mai quelle altezze che un argomento del genere meritava, a mio avviso. Ma ciò lo rende probabilmente più facilmente fruibile da un pubblico di lettori più vasto che non vuole troppi dati storici o geografici, troppi particolari o dettagli di procedure mediche… Io li avrei voluti. Non si sofferma mai nel dettaglio sulle procedure mediche adottate dallae protagonista o dai medici che la circondano, sulle probabili epidemie che colpivano gli alloggiamenti. La crudezza e la realtà della guerra vengono raccontate, ma mai fino in fondo, se non in un paio di punti che però vengono fatti passare dinnanzi alla protagonista molto velocemente e poi quasi più nominati. E la protagonista non mi ha generato empatia, per nulla. Avrei preferito sinceramente conoscere la storia di Barb o Ethel, le due amiche di Frankie, sia durante che dopo la guerra, che non la sua, poichè mi sono sembrati due personaggi molto più interessanti, e più vividi, più attivi, che non la protagonista, di famiglia privilegiata, che parte in guerra quasi per un motivo futile, poichè la decisione era stata presa prima del lutto che la colpirà. E poi per tutto il libro Frankie sembra quasi sempre preda delle azioni altrui o delle influenze altrui, specie degli uomini di cui si innamora. Ha dei momenti di chiarezza e coraggio, certo, ma i suoi momenti migliori vengono raccontati in fretta, con poche righe di riassunto, mentre i suoi momenti peggiori nel dettaglio. Avrei voluto leggere dela centro che poi ha aperto per le infermieri reduci di guerra, vederlo sorgere passo passo, invece la rinascita di Franckie viene riassunta in poche righe per dare spazio di nuovo nel finale alla sua storia d'amore. Probabilmente non è giusto ma continuavo nella mia mente a pargonare questo romanzo a Il cavaliere d'inverno di Paullina Simons o Molokai (L'isola dei fiori rossi) di Allan Brennert o Storia di una suora di Kathryn Hulme, e sinceramente non c'è proprio paragone.
Visto che avevo letto la stagione del coraggio Goodreads mi ha consigliato di leggere: La vita impossibile, di Matt Haig
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Trama: Quando Grace Winters, insegnante di matematica in pensione, riceve in eredità da un’amica che ha perso di vista da tempo una casa cadente su un’isola del Mediterraneo, la curiosità ha la meglio su di lei. Arriva a Ibiza con un biglietto di sola andata, senza guida turistica e senza progetti per il futuro. Tra aspre colline e spiagge dorate, Grace va in cerca di risposte sulla vita dell’amica, e sulle circostanze della sua fine. Quello che scopre è più strano di quanto si sarebbe mai sognata. Ma per immergersi in quell’impossibile verità, Grace dovrà prima scendere a patti col suo passato.
La mia opinione: Lo stile di scrittura devo dire che mi è piaciuto molto, l'idea delle lettere per raccontare questa storia così fiabesca le dona quel pizzico di realismo in più. Ti racconto questo, poi sta a te crederci oppure no… ci dice la narratrice. E' un racconto nel racconto e questo ci riporta alla fiaba nella sua versione tradizionale, ma con dati oggettivi piazzati ad arte. Molto intelligente e la cosa funziona bene. Ho apprezzatao veramente la prosa, lo stile, la forma, molto poco l'argomento devo ammettere, fin troppo….didascalicamente moralizzante. Ci sta che ci sia un insegnamento c'è in ogni fiaba, ma qui proprio te lo vogliono ficcare così bene in testa che è fin troppo ovvio, fin troppo chiaro e visibile persino per una fiaba. Forse sono io che non sono abbastanza green per apprezzarlo…può darsi. Ma è una morale green talmente moderna e talmente piazzata lì in bella vista che per me stride con la 'fiaba' dove alla morale ci dovresti arrivare tu.
Dato poi che finalmente a fine 2024 ho ripreso a guardare sia K-drama (Judge from hell) che C-drama (Blossom) ho deciso di leggere un libro chiaramente ispirato ai kdrama:
The God and the Gumiho (Fate's Thread, #1), di Sophie Kim
Inedito in italiano
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Trama: Kim Hani, la gumiho (un potente spirito gatto a nove code) un tempo terribile conosciuta come la Volpe Scarlatta, trascorre le sue giornate lavorando in un bar e cercando di non lasciare che un certo cliente la infastidisca. Seokga, un dio imbroglione caduto dal cielo per il suo tentativo di colpo di stato ai danni del fratello, trascorre le sue giornate dando la caccia ai demoni per tornare fra gli dei e infastidendo un particolare gumiho. Quando un demone dell'oscurità fugge dagli inferi e la Volpe Scarlatta emerge dal nascondiglio prima di svanire rapidamente, a Seokga viene offerta una possibilità di redenzione: ucciderli entrambi e i suoi peccati saranno perdonati. Ma Hani è pronta a fare qualsiasi cosa per impedire a Seokga di assicurarla alla giustizia, anche a ingannarlo nelle sue indagini.
La mia opinione: Carino. Chiaramente ispirato ad un tipico drama coreano come struttura e personaggi. Sa molto di già visto e già sentito, inoltre è molto più semplificato come trama di un kdrama. I personaggi principali hanno carattere, i secondari no purtroppo e la trama generale il cattivo da sconfiggere e l'indagine per trovarlo sono alquanto deboli e prevedibili. Mi ha deluso sinceramente volevo di più.
Poi ho visto che un'autrice che seguo da anni aveva scritto un nuovo romanzo, e potevo non leggerlo? Così ho letto:
Into the Broken Lands, di Tanya Huff
Inedito in italiano
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Trama: Distrutte dalle guerre tra maghi, le Terre Brulle metteranno alla prova i legami familiari e di amicizia, la forza e la sanità mentale. Per salvare la loro gente, gli Eredi di Marsan non hanno altra scelta che entrare ogni tot di anni nelle Tere Brulle distrutte dalle guerre tra maghi, per prelevare il carburante che tiene accesa la fiamma che si dica protegga il loro regno dagli abomini creati dalle guerre passate. Il viaggio è possibile solo grazie a un'arma creata dagli stessi maghi che distrussero ogni cosa. Un'arma che era stata creata per proteggere. Un costrutto senziente. Una specie di persona non nata, ma costruita, che negli anni si è sempre di più umanizzata vivendo a contatto con la gente del confine. Il viaggio metterà in discussione tutto ciò in cuil'erede di Marsan crede di sapere sull'arma ma soprattutto su se stesso e sull'umanità.
La mia opinione: questo è un classico libro fantasy autoconclusivo scritto molto bene che racconta una storia breve ma con tutti i temi principali del genere condensati e mixati a temi leggermente più innovativi come ad esempio il rendere l'arma magica un mostro stile Frankenstain, che desidera essere umano, la scelta di intercalare la cronaca del viaggio attuale con quella del viaggio precedente fatto generazioni prima. Ma non gli ho dato più di tre stelle su Goodreads perchè l'ho trovato troppo prevedibile. Forse ho letto troppi fantasy, forse sono diventata schizzinosa, fatto sta che il poter capire fin dall'inizio chi sarebbe stato plagiato dal male tra i viaggiatori e chi sarebbe probabilmente sopravvisssuto, mi ha tolto ogni aspettativa e curiosità durante la lettura.
E arriviamo finalmente all'ultimo libro che ho letto quest'anno:
The Teller of Small Fortunes, di Julie Leong
Inedito in italiano
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Trama: Tao è un'indovina che viaggia da un villaggio all'altro con solo il suo fidato mulo come compagnia. Racconta solo "piccole" fortune: se grandinerà la prossima settimana; quale ragazzo bacerà la cameriera; quando la mucca partorirà. Sa per amara esperienza che le grandi fortune portano con sé grandi conseguenze... Anche se è una vita solitaria, è migliore di quella che si è lasciata alle spalle. Ma una piccola fortuna diventa inaspettatamente qualcosa di più quando un ladro (semi) riformato e un ex mercenario la reclutano nella loro disperata ricerca di una bambina perduto. Presto vengono raggiunti da una fornaia con la passione per l'avventura e, ovviamente, da un gatto un po' magico. Tao intraprende un nuovo percorso con compagni tanto generosi quanto piccole le sue fortune. Ma mentre abbassa le mura che vaev aeretto intorno al suo cuore per protezione, le ombre del suo passato si avvicinano e dovrà decidere se rischiare tutto per preservare la nuova famiglia che non avrebbe mai pensato di poter avere.
La mia opinione: sono felicissima di essere riuscita a leggere questo libro entro la fine dell'anno perchè mi ha veramente risollevato dopo parecchie letture deludenti. Quando leggi tanto e nulla ti piace ad un certo punto credi di essere tu ad avere qualcosa che non va e non i libri. Poi preò arriva un bel romanzo finalmente che ti appaga e capisci che non eri tu il problema ma quei libri mediocri. Ecco questo libro mi ha fatto capire che non ero io il problema. Finalmente un fantasy autoconclusivo carino, piacevole, semplice, ma ben scritto, con bei personaggi tutti simpatici, nessun cattivo se non persone che hanno per un attimo perso la via, un bel lieto fine dove nessuno salva il mondo e nessuno è predestinato a farlo, nessuno ha poteri incommensurabili, nessuno crede di sapere tutto. E' un fantasy cozy familiare racchiuso in un piccolo mondo con piccoli o grandi problemi che riguardano persone normali con vite più o meno normali che mi ha veramente riscaldato il cuore. Era veramente una lettura particolarmente adatta al Natale scritta bene in modo chiaro lineare veramente piacevole perchè comunque nella sua semplicità fa veramente vivere i personaggi non si limita a delinearli. E' una lettura che mi ha sconvolto? Un capolavoro indimenticabile? No, assolutamente, ma è un bel libro, con una trama non prevedibile e credetemi questo è già tanto al giorno d'oggi e spero veramente che verrà tradotto in italiano e pubblicato anche nel nostro paese. Se sapete leggre in inglese vi consiglio veramente di leggerlo.
Sono stata indecisa fino all'ultimo se dare il premio di LIBRO BLOG 2024 a questo romanzo oppure a La terra dei molti colori di Julian May in rappresentanza del capolavoro che è la sua serie Esilio nel Pliocene. Il romanzo di May è senza dubbio un'opera molto più complessa matura e non c'è paragone tra le due, a livello letterario, ma è anche di difficile reperibilità, specialmente nel nostro paese. Perciò alla fine ho deciso di assegnare il PREMIO BLOG 2024 a The Teller of Small Fortunes, di Julie Leon.
Se vi è piaciuto questo video vi piaceranno anche:
Vi racconto la SAGA DELL’ ESILIO NEL PLIOCENE di Julian May: https://weirdesplinder.tumblr.com/post/753828012982779904/vi-racconto-la-saga-dell-esilio-nel-pliocene-di
Recensione a caldo di The Beloved di J. R Ward: https://youtu.be/-xU2MThBUo8?si=iecyLvFSLOxHT0x4
Recensione di Il famiglio di Leigh Bardugo: https://youtu.be/DaCeeSqHsEk
Recensione di Blood over bright haven: https://youtu.be/dH9IRrAYnoo?si=d_ngM83BDFZ8FJ5m
Recensione a caldo della Trilogia fantascientifica/apocalittica “Heartland aliens”, di Joshua James: https://youtu.be/ppYV5lUQhlc
Recensione del libro Non ho ucciso l'uomo ragno, di Mauro Repetto:https://youtu.be/e7Z6vUa1yzY
Podcast Amiche di drama e trama: The idea of you recensione del film e del libro: https://youtu.be/z21D2OYUD-o
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selfish--and--sorry · 5 months ago
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non so gestirti. ti amo da morire e non so gestirti proprio perchè ti amo così tanto. litighiamo, faccio penso dico la cosa sbagliata e mi cade addosso l'incommensurabile vuoto che sento dentro la mia persona che sembra riempirsi solo quando sorridi. sei l'amore della mia vita. dici che non ti capisco, e hai ragione, non sono mai stata brava. discutiamo e non so che altro fare oltre che abbassare la testa come un vecchio cane obbediente e dirti che mi dispiace, che hai ragione, che do le cose per scontato, che non provo empatia; e se la provo non so agirci attorno, non so consolarti quando stai male, non so metterti di buon umore. non so renderti felice, la verità dei fatti è questa. so solamente toccarti, una cosa di cui non hai bisogno, girarti le canne e deluderti. sono la persona di cui non hai bisogno. sei l'amore della mia vita. le persone hanno bisogno l'una dell'altra per splendere insieme ma tutto quello che faccio è oscurarti dalla luce che ti appartiene. sei bella, e intelligente, sei l'odore dei fiori, il colore blu che ami tanto, sei l'aria fresca adesso che l'estate sta finendo ed eri le onde del mare quando quest'ultima era iniziata. sei tutte le cose belle che mi siano mai capitate, ma io sono il buco che ti cresce nel petto ogni volta che le tue aspettative sono deluse. sono il silenzio quando le cose vanno male, l'incertezza delle nostre giornate, la superficialità delle nostre risate dell'ultimo periodo. non leggerai mai tutto ciò, no, non potrei mai farti questo. la tua anima troppo, fin troppo buona per qualcuno come me finirebbe per colpevolizzarsi delle mancanze della mia persona. ti ho fatto già abbastanza del male, non potrei mai lasciarti vedere a pieno tutto il marcio che mi caratterizza, tutto il vuoto dove questo marcio manca; il calore del tuo amore aveva donato alle mie interiora sporche e nere un minimo di colore, abbastanza da farmi pensare che potessi essere qualcuno, qualcuno di diverso, che potessi cambiare, che potessi essere ciò di cui tu hai bisogno proprio perchè tu sei tutto ciò di cui ho bisogno io. ma la verità e amara e io sono la persona che sono: finta, assente, non curante, e sempre bisognosa. sia tu sia la psicologa mi avete detto di smetterla di autocriticarmi così tanto, ma come faccio a non vedermi marcia quando tutti i miei tentativi di costruire qualcosa di buono falliscono? come faccio se tutto quello che semino è rabbia, tristezza e delusione?
ti amo. lo farò per il resto della mia vita e lo so; il mio cuore batte così forte quando sento il tuo nome, anche adesso dopo quasi un anno. sei l'amore della mia vita, e appunto per questo non ti farei il torto di avermi nella tua vita.
è senza di me che puoi brillare.
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yoursweetberry · 6 months ago
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Sto stesa a letto e sto guardando anche io la partita per sentirmi in qualche modo vicina a te, ma ovviamente il silenzio intorno a me pesa abbastanza, anche se in alcuni momenti la mia testa parte e immagina la tua voce che commenta le cose e mi viene da sorridere.
Ti voglio da morire.. e non solo in quel senso ma in tutti. Ho tanto bisogno di te, della tua dolcezza delle tue attenzioni di sentire il tuo amore e il tuo affetto. Vorrei essere importante per te da non riuscire a lasciarmi da parte..
uff vabbè.. stasera è così, tutti i pensieri che mi assaliranno fino a crollare
ti auguro una buona serata ♡ hanno appena vinto e sarai felice
ti penso sempre..
21:30
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pienadicicatrici · 8 months ago
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Alla mia Psicologa
Cara Psy, io ci ho anche provato, ma non ho veramente voglia.
Sono stanca di lottare, sono stanca di fingere che tutto vada bene perché non è così, la mia mente non sta cambiando, il mio corpo non sta cambiando, io non sto cambiando
Non riesco a fare altro che arrendermi, e giuro che non è da me, mi sembra solo di farle sprecare tempo.
Ho sempre pensato che non tutti meritano di essere salvati, per me ci deve essere quella persona che agli occhi di tutti sta bene regge e si porta il peso del mondo sulle spalle ma dentro è morta, e secondo me sono destinata ad essere io quella persona
Una volta mi emozionavo per le piccole cose, piangevo più spesso per le cose belle e per quelle brutte, ora sembra solo che le mie lacrime siano diventate stalattiti dentro i miei occhi.
Una volta morivo dalla voglia di abbracciare le persone, addirittura abbracciavo gli sconosciuti agli eventi a cui partecipavo, ora non c'è la faccio più, è come se quando qualcuno mi abbraccia io mi sento così piccola e indifesa e mi fa quasi paura tutto ciò.
Ho visto un video dove dicono che chi non ha paura di morire ha qualcosa che non va, io non sento di aver paura di morire, ma non mi sento neanche sbagliata per questo
Ho solo paura di morire senza essere mai stata davvero felice
Perché si, sono abbastanza fiera del percorso che sto facendo nella mia vita, ma non mi sento felice, e tutto ciò mi fa solo rabbia
Perché non posso essere felice e spensierata come molta gente? Perché devo continuare a vivere nei complessi che mi creo internamente?
Perché non permetto più a nessuno di poter leggere quello che ho dentro? Perché non riesco più a vivere?
Potrei andare avanti con tanti altri perché, ma fermo la bambina che ho dentro.
Io adoro scrivere, ma mi è passata la voglia anche di quello
Io adoro cantare, come già sa, e adoro la musica, ma mi sta passando la voglia anche di quello... E questo per me vuol dire tutto.
Sono una stupida ragazza di 24 anni che ama l'amore, ama la musica e ora non riesco a respirare con nessuno dei due
Voglio prendere in mano la mia vita, concretamente dico, ma non so neanche come fare
O forse, non voglio veramente farlo
Com'è tutto quello che ho sempre detto, pensato o sognato.
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daimonclub · 1 year ago
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Ars Longa Vita Brevis
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Ars longa, vita brevis. Aforismi sulla medicina Ars longa vita brevis. Aforismi sulla salute, la malattia, i medici e la morte. Introduzione della prima versione del libro scritto nel 2001 da C.W. Brown Il medico che è pure filosofo, è simile agli Dei. Tutte le qualità del buon filosofo devono trovarsi anche nel medico: disinteresse, contegno dignitoso, modestia, cognizione delle cose utili e necessarie, serietà, giudizio sereno, purezza di vita, affrancamento dalla superstizione, divina superiorità dello spirito. Ippocrate I primari in genere guadagnano molto bene, ma da bravi professionisti non tutti si accontentano, infatti in Toscana nel 2001 cinque di loro sono stati arrestati per corruzione! Carl William Brown La malattia è il medico al quale prestiamo più attenzione; alla gentilezza, alla conoscenza, facciamo solo promesse; al dolore obbediamo. Marcel Proust Nessuno dei mortali trascorrerà mai la vita incolume del tutto da pene, paga sempre alla vita ciascuno il suo prezzo. Eschilo La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente. Arthur Schopenhauer Un medico coscienzioso deve morire con il malato se non possono guarire insieme. Eugène Ionesco Nel momento in cui ci si chiede il significato ed il valore della vita, si è malati. Sigmund Freud La salute supera tutti gli altri beni esterni, a tal punto, che davvero un mendicante sano è più felice di un re ammalato. Arthur Schopenhauer Anno 2001. Avete mai sentito un medico affermare di aver sbagliato? No! Allora leggete i dati forniti dal Tribunale per i diritti del malato che si basano su 30 mila schede e parlano del 18 per cento di sospetti errori diagnostici e terapeutici nell'area ortopedica, del 13 per cento per la chirurgia generale, l'11 per cento per l'ostetricia e la ginecologia ed il 10 per cento nell'area oncologica. Carl William Brown Quando penso ad una malattia, non è per trovarvi rimedio, ma, invece, per prevenirla. Louis Pasteur Il medico vede l’uomo in tutta la sua debolezza, l’avvocato in tutta la sua cattiveria, il teologo in tutta la sua stupidità. Arthur Schopenhauer Anche i medici prima di essere dei professionisti della salute, della malattia e della parcella sono degli uomini e si sa a volte gli uomini si comportano in maniera stupida. Carl William Brown Ci sono due grazie, di cui è priva la maggioranza degli uomini e di cui essi non apprezzano il valore: la salute e il tempo libero. Il Corano Tutti sono abbastanza forti da sopportare i mali altrui. La Rochefoucauld Mangia poco a pranzo e meno ancora a cena, che la salute di tutto il corpo si costruisce nel laboratorio dello stomaco. Miguel de Cervantes Bisognerebbe prendersi cura della salute come si prende cura del divertimento, allora non si sarebbe mai malati. François Gervais Nessuno dei mortali trascorrerà mai la vita incolume del tutto da pene, paga sempre alla vita ciascuno il suo prezzo. Eschilo L'uomo non muore per il fatto di essersi ammalato, ma gli capita di ammalarsi perché fondamentalmente deve morire. Umberto Galimberti La mattina quando vi alzate, fate un sorriso al vostro cuore, al vostro stomaco, ai vostri polmoni, al vostro fegato. Dopo tutto, molto dipende da loro. Thich Nath Hanh Se si riuscisse a dare a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico avremmo trovato la strada per la salute. Ippocrate Chi è in buona salute è ricco senza saperlo. Proverbio francese Un tempo ci si ammalava, se andava bene si vedeva un dottore, magari uno stregone e poi si moriva, oggi è tutto cambiato; ci si ammala, si vedono decine e decine di dottori, magari uno stregone e poi si muore più incazzati di prima. Carl William Brown Tratto dal libro Ars Longa Vita Brevis, aforismi sulla salute, la malattia, i medici e la morte. In attesa della nuova versione di questo libro, potete anche leggere il seguente articolo presente nel blog, ovvero Emergenze sanitarie in Italia. C'è anche una pagina Facebook dedicata a queste tematiche, dove potete trovare materiale interessante, è questa https://www.facebook.com/medicidibase The World of English offers you some very interesting quotes, aphorisms and thoughts on Medicine and doctors! Di medici ne ho conosciuti parecchi, visto che da sempre il mio corpo ha fatto i capricci! Non sono però mai riuscito a comunicare bene con loro, anche se la mia preparazione non è delle più scarse! Anzi! Ma non è questo il vero nocciolo della questione! Anni fa mi recai a pagamento da un famoso otorinolaringoiatra, un chirurgo abilissimo che mi chiese come mai avessi aspettato così a lungo a decidere di farmi operare, la mia lapidaria risposta fù, - ars longa, vita brevis - e così dopo alcuni mesi entrai nell' ospedale in cui un giovane allievo potè cimentarsi nell'arte che stava via via apprendendo! Sono passati ormai alcuni anni, il famoso chirurgo è morto di tumore già da tempo ed io non mi attarderò troppo a lungo dal raggiungerlo. Ecco, quì iniziamo ad avvicinarci già di più alla tematica fondamentale del mio lamento! Ascolta caro erede! Il mestiere del medico, la sua figura che nel momento in cui nasce si identifica e si mescola con quella dello stregone, del mago, del sacerdote rituale, del potente imperatore! Mi ricorda il mitico Paracelso, nato nel cuore della Svizzera in una località tenebrosa, il ponte del diavolo, Teufelsbrucke, che fu allo stesso tempo medico, naturalista e filosofo, uno studioso in grado di interpretare i segreti e i mali dell'uomo come una parte del tutto universale. Ma anche i famosi dottori, furbi e pasticcioni di Molière, capaci solo di svuotare il corpo in un modo o nell'altro, con salassi di sangue e grandi purghe! E poi ancora i grandi medici dell'ottocento, epoca in cui nascono le figure grandiose del "medico condotto" e del medico di famiglia" e dove il concetto della scienza al servizio dell'uomo imponeva al medico di immedesimarsi nel ruolo irrinunciabile di operatore sociale. In un Galateo del Medico apparso nel 1873 si legge infatti: "Il medico si aggira e vive in mezzo al popolo; è depositario di suoi dolori e di sue speranze e anche a non volerlo diviene democratico d'indole". Una professione da amare insomma! "Si sente spesso affermare che la medicina è una scienza. Così non è. La medicina non è una scienza, è una pratica basata su scienze che opera in un mondo di valori." E' in altri termini una tecnica, dotata di un proprio sapere che differisce dalle altre tecniche perché il suo oggetto è un soggetto: l'uomo. E soprattutto, non è solo scienza. Nell'arte della cura infatti la tecnologia è una grande risorsa, ma l'uomo deve restare il suo fine ultimo, o primo. Così si esprime Giorgio Cosmacini nel suo libro il Mestiere di medico riportando in primo piano anche quella che è la nostra idea, la professione del medico è un'arte e come tale non può essere troppo distante da tutte le altre arti, e poiché l'arte è vita, purtroppo alla fine si trova a doversela vedere anche con la morte, con il dolore, con le ingiustizie! Così ci vengono alla mente gli ambienti poco allegri di alcuni ospedali e di alcuni ambulatori, dove ormai si fa sempre più fatica a vedere l'arte della professione e la sua umanità, e si assiste invece al triondo della tecnica, della tecnologia, della farmacologia e del business. Sempre più spesso la persona umana viene alienata e diventa sempre più macchina essa stessa, destinata ad essere rottamata per far fronte alle sempre nuove e incombenti esigenze della produzione. Il tempo è sempre più avido, e le sempre più cose che sappiamo ci fanno amaramente rendere conto che quelle che invece ignoriamo sono sempre ancora di più, e così la nostra angoscia invece di diminuire aumenta di pari passo con l'aumentare degli esami specialistici! La mia tesi di laurea consisteva in uno studio sull'opera e sull'umorismo di un autore ungherese, George Mikes, che però aveva sempre scritto in inglese. Leggendo tutti i suoi libri e molti altri testi sulla comicità e sull'umorismo ho scoperto che il riso fa buon sangue, aiuta a curare oltre che il nostro spirito anche il nostro corpo e così, senza citare troppe fonti, aumenta le difese del nostro sistemza immunitario e ci aiuta a combattere meglio le malattie. Da ciò devo dedurre che dovrei iniziare a ridere ora e assolutamente non smettere mai se non per necessità, alcuni minuti dopo il fatale e tragico evento della mia morte. In pratica dovrei diventare più positivo! Il massimo dell'umorismo nero insomma. Tuttavia esce in questi giorni in videocassetta la storia vera del medico con la vocazione del clown che credeva nella risata come terapia. Robin Williams è il protagonista di Patch Adams, una commedia di grande successo e campione d'incassi negli Stati Uniti. Una cosa è certa, i medici che ho sempre visto nei nostri ospedali sono tutti molto seri e spesso sembrano anche tristi, per cui un po' di allegria, e di buon spirito non farà di certo male alla nostra sanità! Per fortuna non sono il solo a pensarlo, infatti ci sono già degli animatori che si aggirano per le nostre strutture, soprattutto negli ospedali dove sono ricoverati i bambini, cercando di alleviare le sofferenze di una condizione poco piacevole con una ventata di sano e divertente buon umore!
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Citazioni, massime, aforismi sui medici Quando il male fa la sua comparsa qualsiasi persona si tramuta in un paziente e si trasforma improvvisamente in un povero bambino, diventa più debole, più indifeso e comincia ad aver paura. A questo punto non è raro vedere nel proprio medico, una figura materna, o paterna e sviluppare nei suoi confronti tutte le aspettative e le speranze di chi ha un estremo bisogno di aiuto. Il più delle volte questo fenomeno è attenutato perché magari le patologie sono curabili e pochi incontri con il nostro salvatore ci liberano da tutte le nostre fobie, ma quando la malattia è incurabile, beh, lì il discorso cambia, e si fa molto più complesso. In questa situazione il medico talvolta non può fare più di tanto, e non importa se sia un medico di famiglia, uno specialista, un grande professore universitario e direttore di un efficiente dipartimento clinico o un giovane medico senza frontiere che opera in uno dei più disagiati luoghi della terra! A questo punto la tecnica non serve più a molto, e l'unica cosa che rimane a fronteggiare la drammatica situazione è la nostra umanità, magari aiutata da qualche fiala di morfina o da qualche altro efficace e indispensabile rimedio. L'ospedale del futuro, dicono, non può permettersi di dedicarsi solo alla cura dei malati. Un ospedale moderno deve saper curare i malati, ma deve anche prendersi cura dei sani e, in particolare, deve convincersi che la cura dei malati e la ricerca sono due aspetti strettamente collegati alla terapia e alla prevenzione. Già la prevenzione, la cultura, la scuola, l'informazione e la pratica delle cose! Talvolta i soldi della ricerca quando ci sono si perdono nei rivoli melmosi della burocrazia o delle clientele e qualche abile imprenditore della medicina o della politica ogni tanto si suicida perché non regge il peso delle sue malefatte e di tutte le buone cose che avrebbe potuto fare per il suo prossimo e che invece per il suo stupido ed ottuso egoismo non ha fatto. E di nuovo ci giunge così l'idea della morte e con lei anche le tristi immagini della povertà, dell'ingiustizia, della sconfitta, del non sapere e della nostra ignoranza. Nel frattempo tuttavia la genetica avanza, la ricerca avanza, la tecnologia avanza, ma ahimè anche le malattie però si danno da fare e per non parlare del sud del mondo citerò solo la Russia, dove la diffusione dell'Hiv ha fatto si che i sieropositivi e i malati passassero dai 130.000 del dicembre 1999 ai 300.000 della fine del 2000. Un tasso di crescita che ha pochi eguali nel mondo e che farà si che a questo ritmo, entro due o tre anni, i casi potrebbero toccare il milione di unità. Certo rispetto alla strage del continente sub-sahariano che ospita il 70% dei 34 milioni di malati nel mondo, queste cifre sembrano ridicole, ma bisogna tuttavia considerare che i dati ufficiali, secondo molte organizzazioni non governative, andrebbero moltiplicati per dieci! E ogni tanto, durante questo lavoro, anzi direi spesso, mi venivano in mente le parole di Ippocrate, e le simpatiche figure di qualche dottore o di qualche dottoressa; devo inoltre aggiungere che in una situazione di tormento reale questa forma di conforto virtuale mi ha anche dato una certa melanconica forza che mi ha assistito nella realizzazione di questa raccolta e di questa introduzione. "La vita è breve, l'arte è lunga, l'occasione è fugace, l'esperienza è fallace, il giudizio è difficile. Bisogna che non solo il medico sia pronto a fare da sé le cose che debbono essere fatte, ma anche il malato, gli astanti, le cose esterne". Già, "Dai tempi di Ippocrate infatti, l'aforisma è stato il veicolo letterario della classe medica... L'aforisma rimane l'indiscusso contributo del medico alla letteratura". Questa è la frase di Howard Fabing che precede l'introduzione di Massimo Baldini al libro di Ippocrate Aforismi e Giuramento ed è da questa frase che partirò. Di tutte le opere di Ippocrate, gli Aforismi hanno goduto di maggior fortuna e sono in assoluto l'opera medica che ha avuto più edizioni e più commenti. "Fino al principio dell'Ottocento, ha scritto Vegetti, gli aforismi erano considerati la Bibbia del Medico", e quindi anche se oggigiorno le cose sono notevolmente cambiate penso che non sia poi così fuori luogo dar vita ad una raccolta letteraria di aforismi che non pretenda ovviamente di condensare delle verità mediche o scientifiche, ma che in ogni caso cerchi comunque di stimolare il dialogo, la riflessione e la comunicazione tra tutti gli uomini, sani e malati, medici e pazienti! Certo, è fuor di dubbio che tutti gli operatori della sanità oggigiorno ritengono di svolgere una professione tecnico scientifica ormai completamente separata da quella filosofia naturalistica che pose le basi per il suo futuro sviluppo e non si sognano nemmeno lontanamente di assimilarsi a dei filosofi che, consapevoli delle nuove teorie del caos, si pongono con umiltà a scrutare la complessa stupidità della nostra realtà. Ed è proprio anche per questo che sto scrivendo questo libro, alla ricerca di equità, giustizia, solidarietà, rispetto, riflessione ed un po' di divertimento! Certo i filosofi non fanno i soldi e i medici? Alcuni anni fa il movimento studenti distribuì un questionario nelle facoltà di medicina! Tra le altre vi era una domanda secca: "Perché hai scelto di fare Medicina?". La risposta più frequente fu: "per far soldi". E il medico dicevo, il medico cerca di far soldi e in molti casi forse ci riesce! Ma a me questo interessa poco, io voglio che il medico si senta di nuovo anche un antico filosofo e non perda quindi il piacere di comunicare e di spiegare la sua arte a tutti in modo tale che si possa raggiungere un "compromesso" tra l'avanguardia della ricerca medica e l'umanizzazione del rapporto medico-paziente, ottenendo così la formazione ottimale del "complete physician" ed un maggior rispetto del diritto alla salute di tutti gli esseri umani. Ho sempre letto molto, e ci tengo a restare informato, ma questo non mi ha salvato, e nemmeno tutta la scienza e la tecnica dell'umanità alla fine potrà impedire il tragi-comico evolversi degli eventi. Per questo ho trovato conforto in un paio di libri scritti da un medico, un certo Paolo Cornaglia Ferraris, un "medicus medicorum" come leggo sulla copertina del libro che illustra i simpatici disegni di un lupo in camice bianco, e di una pecora con un pigiama a righe verdino. Ecco, in questa mia introduzione ora voglio fare un omaggio al buon senso e all'onestà, e perciò riporterò alcuni brevi passaggi tratti da questi due testi, cogliendo anche l'occasione per salutarne l'autore.
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Dignità di morire in Italia "Chi persegue interessi che nulla hanno a che fare con quelli dei malati e con quelli di una professione dignitosa e nobilissima, capisca finalmente che il nostro lavoro di assistenza e di ricerca medica non è fatto per sottoscrivere compromessi di basso profilo. E' un grave danno che i malati si riducano a essere numeri in pigiama e accettino ricatti nel silenzio. Il mio invito anche a loro è quello di parlare, di partecipare, di scrivere. Scopo del libro è sempre stato quello di dar voce alla maggioranza silenziosa, perché i camici e i pigiami non si trovino più su fronti contrapposti." Queste frasi sono tratte dalla premessa alla seconda edizione di Camici e Pigiami, le colpe dei medici nel disastro della sanità italiana, dell'autore sopracitato e guarda caso combaciano proprio con l'intento della mia raccolta, che cercherà tra le altre cose di essere non solo divertente o irriverente, ma anche e soprattutto artistica ed umana. Anch'io da tempo insegno, ma non all'università, sono solo un professore di scuola superiore, e visto che anch'io tra i miei colleghi di più alto rango, si fa per dire, ho riscontrato un certo senso di superiorità, e una scarsa predisposizione al dialogo e alla diffusione delle opere altrui, vorrei citare ancora alcune frasi di Cornaglia-Ferraris. "Se provate a cercare un professore ordinario nelle ore di lavoro all'interno della cinta universitaria, potreste restare delusi. La presenza fisica di costoro, infatti è opzionale per tutti i docenti di prima fascia. E' una situazione analoga a quella pomeridiana per i magistrati nei vari tribunali….In una grande città padana il direttore dell'Istituto di Pediatria nel 1997 si è presentato in sede solo 92 volte, passando la restante parte dell'anno tra commissioni ministeriali, congressi sponsorizzati dalle varie ditte farmaceutiche e alimentari, nelle più amene zone del mondo. Nello stesso policlinico, il suo corrispondente primario ospedaliero ha dovuto invece assicurare alla Asl 37,5 ore settimanali di lavoro controllato dal timbro del cartellino-orologio... Nessuno bada più a tale assenteismo, ormai più che sfacciato. Come il docente padano, infatti, si comportano la maggioranza degli accademici "potenti" e non solo a medicina. La cattedra di prima fascia è diventata da decenni non lo strumento per insegnare, ma quello per fare gli affari propri, finalmente senza che nessuno possa avere niente da ridire. E' il premio di una carriera fatta di umiliazioni, servilismi, sotterfugi, alleanze e tradimenti. Tutto, fuorché una struttura dedicata all'insegnamento e alla formazione dei giovani studenti in medicina." (Op. cit. pag. 34-35) Già, forse quel medico di fama con cui volevo scambiare due parole non ha potuto proprio visitarmi perché aveva un gran da fare. Read the full article
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