#vale cultura
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Dato che oggi è l'ultimo giorno, oggi ho mandato una mail accorata di ringraziamento a tutto il mio team dicendo:"Grazie mille perché mi avete spiegato sempre tutto con estrema gentilezza nonostante io con la mia bassa capacità in giapponese abbia causato un sacco di problemi" oppure "grazie perché anche nelle giornate più stressanti, avete sempre fatto battute e mi avete fatto ridere. Sono contenta di aver potuto lavorare in un contesto come questo" etc.
Le risposte dei miei colleghi giapponesi alla mia mail:
👍
❤️
🎉
#LA FREDDEZZA#niente raga non ce la fanno...#però va bene così mi sentivo di mandarla e l'ho fatto#il fatto è pure che loro ste cose le fanno sempre soprattutto per etichetta e quindi sono abituati#talmente abituati che alla fine vengono sentiti come cose poco sentite e fatte solo per convenzione#e quindi le reazioni non sono espressive#lo stesso discorso vale per i loro mille grazie e scusa#talmente tanti e dovuti per etichetta che hanno perso completamente valore#per questo io dico sempre che questi sono tutt'altro che gentili#e invece gli stranieri si sbalordiscono di tutti i grazie e i scusa giappi solo perché nella loro cultura non sono abituati#ma nella realtà sono fintissimi e senza alcun valore#my life in tokyo#giappone#lavoro#visa team#visa#HTB-BCD
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#non una mia collega venirsene fuori con ‘il seminario di oggi (il nostro ieri. ndr) non mi è servito a niente perché Io avevo altre cose#da fare cazzo mene dell’argomento’ [argomento = il concetto di memoria nella giustizia penale e nei processi di transizione. anche#costituzionali]#babygirl a) nessuno ti giuro NESSUNO ti ha obbligata ad essere qui a fare questa cosa#b) un* accademic* che non ha curiosità per nulla se sono i due (2) articoli su cui concentra la propria ricerca non vale nulla secondo me#c) è comunque cultura e a giudicare dalle tue (anche altre) uscite non ti farebbe male#d) visto che ti vanti di essere avvocata posso dire di avere paura di un avvocat* (o anche un magistrato comunque) che pratica il diritto#come se le norme fossero un libretto delle istruzioni che non necessità di ulteriori competenze? no perché allora distribuiamo i codici di#*necessitano#cittadinanza e facciamo la giustizia fai da te#(ulteriori competenze nel senso della cultura giuridica che supporta quella più strettamente tecnica)#cioè che schifo sapere delle cose in più conoscere dei punti di vista nuovi e farsi delle idee su temi a cui solitamente non si pensa#che schifo l’attività intellettuale proprio#quest’anno sono veramente andati a cercare col lanternino i peggiori personaggi sul mercato debbo dire#va be mi taccio
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Cultura amazônida e cultura hip hop juntas na 7ª edição do Festival Kebrada
A edição 2024 do festival contará com shows de Gugs e Amazônyka Ball
De 10 a 14 de dezembro, o Centro Cultural Vale Maranhão realizará a sétima edição do Festival Kebrada. Criado em 2018, o Kebrada se consolida como o maior evento de cultura de rua do Maranhão, levando ao espaço do CCVM batalhas de dança, rima, além de música eletrônica e graffiti, algumas das linguagens que compõem o universo hip hop. Com a curadoria de MC Alcino, Nicinha Durans, B-boy Macaxeira…
#Brasil#CCVM#Centro Cultural Vale Maranhão#Cultura Amazônida#Cultura Hip Hop#FEstival Kebrada#Grande Ilha#Maranhão
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Festival Gestores em Movimento une música popular e de concerto neste fim de semana em São Luís
Apresentação do violonista Augusto Nassa no programa Pátio Aberto, do Centro Cultural Vale Maranhão, em 2020 Todo mundo já ouviu falar ou já pode testemunhar a riqueza, a força e a diversidade da cultura popular do Maranhão. Estamos em junho, mês em que isto pode ser demonstrado ainda mais intensamente na prática: grupos de bumba meu boi, tambor de crioula e cacuriá, entre muitas outras…
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#Augusto Nassa#Ângela Marques#bumba meu boi#cacuriá#choro#cultura popular#economia da cultura#Festival Gestores em Movimento#Instituto Cultural Vale#instrumental pixinguinha#Lei Federal de Incentivo à Cultura#maranhão#música#música de concerto#Rose Nogueira#Sala Guarnicê#tambor de crioula#teatro da cidade de são luís
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ho letto poco tempo fa un post qui su tumblr in cui una “donna”, se così vogliamo definirla, citava il fatto che mostrare il seno o il culo, rende troia l'essere femminile.
ma pensa un po', perché non ci ho pensato prima, che peccato.
è questa la solidarietà femminile nel 2024 quindi.
“donna”, lo stesso ragionamento vale per gli “uomini”?
se così fosse, riguardo loro che mostrano il petto o addominali, oppure una classica foto in boxer, automaticamente dovrei definire un uomo puttano, no?
e di conseguenza, questa sarebbe la solidarietà maschile.
cazzo, magari esserci arrivata prima.
eppure ero rimasta che, definire una donna troia o un uomo puttano, siano persone che di loro spontanea volontà offrono il proprio corpo a chiunque consapevoli del fatto che siano tali persone, e su questo voglio ribadire che tali termini sono molto differenti ai termini prostituta e gigolò.
ora, stando di base al ragionamento di questa “donna”, dovremmo essere tutte delle troie e tutti dei puttani no?
pensate a tutte quelle sculture esposte nei musei in cui ritraggono donne e uomini nudi.
che troie e puttani che erano già all'epoca, non è così “donna”?
detto ciò, dato che siamo nel 2024 e normalizziamo fatti che non stanno né in cielo né in terra, direi che un esame di coscienza e cultura su ogni fronte non faccia male a nessuno.
però aspettate, nel caso aveste voglia di mostrare il vostro corpo, non fatelo eh, non sia mai che passi per una persona quale non sei.
che ridere.
cara “donna” sono certa che pure tu abbia mostrato il tuo corpo, quindi perché fare la finta santa se siamo tutti dei gran peccatori in questo mondo.
ah no giusto, la solidarietà.
che ridere.
e la cosa che fa altrettanto ridere, è il fatto che ancora nel 2024 le parole che si attribuiscono alle persone venga dato come se niente fosse.
tutto con così tanta leggerezza, non tenendo conto della pesantezza del significato dietro ogni termine.
cara “donna” un conto è mostrare volgarità, un conto è mostrare di essere compiaciuti da sé stessi.
se tu, “donna”, appena clicchi su questa applicazione, sulla home appare un blog in cui una persona posta/reblogga una donna o un uomo, che sia in intimo o nudo, tu sai per certo che questa persona si stia compiacendo? sai per certo che lo faccia per secondi fini? sai per certo che lo faccia per soldi?
no, non lo sai.
però rebloggare ragazzi o uomini in intimo o nudi va benissimo, vero “donna”?
che ridere.
come ho già detto, giudicare è facile.
quindi, anziché sparare merda a destra e manca, un po' di serenità.
non ti piace quel genere di post? non seguire il blog, non accetti contenuti per adulti, o anzi, addirittura una cosa molto sensata, elimina questa applicazione se proprio proprio devi provare “ribrezzo”.
ah no scusate, dovreste ricordare la solidarietà femminile e solidarietà maschile.
che ridere.
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Un professore di Lettere e Filosofia del liceo Tasso, Giancarlo Burghi, ha scritto una lettera aperta al ministro dell’Istruzione Valditara che è un autentico manifesto PARTIGIANO di difesa altissima della cultura e della Costituzione.
È lunga, ma merita davvero di essere letta tutta, condivisa, applicata. Fino in fondo.
“Egregio ministro,
Le scrivo di nuovo dalla desolazione della “trincea”: quella in cui ogni giorno, con le studentesse e gli studenti, combattiamo l’eterna guerra contro la semplificazione e la superficialità. Oggi, però, le scrivo per ringraziarla delle Linee guida sull’insegnamento dell’educazione civica che ci ha inviato all’inizio dell’anno scolastico. Da oggi abbiamo un punto fermo nel nostro lavoro di docenti ed educatori: ci dirigeremo nella direzione esattamente opposta a quanto ci indica. L’educazione civica, secondo lei deve «incoraggiare lo spirito di imprenditorialità, nella consapevolezza dell’importanza della proprietà privata». In modo quasi ossessivo nel documento traccia l’idea di una sorta di “educazione alla proprietà ”.
Ma cosa dovremmo farci di questo slogan vuoto? Stiamo oltrepassando finanche il senso del ridicolo, andando oltre la teoria delle tre “i” di berlusconiana memoria (inglese, impresa, internet). Ai nostri studenti, signor Ministro, l’articolo 42 della Costituzione lo leggiamo e lo spieghiamo: «La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge […] allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti. La proprietà privata può essere [..] espropriata per motivi di interesse generale". Dice proprio questo la Costituzione! Però non si ispira a Pol Pot ma alla dottrina sociale della Chiesa, al cristianesimo sociale di Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti. Nelle Linee guida Lei continua, poi, con l’affermazione di sapore thatcheriano, ma in realtà generica e vuota quanto la prima, per cui dovremmo insegnare che «la società è in funzione dell’individuo (e non viceversa)».
Vede Ministro, se le dovesse capitare di sfogliare la Costituzione italiana scoprirebbe che il termine “individuo” semplicemente non compare. (…) Mi consenta di farle notare che, se sfogliasse la Costituzione, scoprirebbe che il termine “patria” compare solo una volta (perché Mussolini lo aveva profanato e disonorato) e per di più non ha niente a che fare con “i sacri confini nazionali” da difendere o l’italianità quale identità da salvaguardare contro la minaccia della sostituzione etnica.
La patria è il patrimonio dei padri e delle madri costituenti, vale a dire le istituzioni democratiche non separabili dai valori costituzionali: l’eguaglianza, la libertà, la pace, la giustizia, il diritto di asilo per lo straniero «che non ha garantite le libertà democratiche».
I patrioti non sono quelli che impediscono lo sbarco dei migranti, ma coloro che ogni giorno testimoniano il rifiuto della discriminazione. Cosi come patrioti non erano i fascisti che hanno svenduto la patria a Hitler e l’hanno profanata costringendo milioni di italiani ad offendere altre patrie, ma i membri dei GAP (che non erano i “gruppi di azione proletaria” come ebbe a dire, per dileggio, Berlusconi), ma i “gruppi di azione patriottica (appunto), che operavano nella Brigate Garibaldi dei patrioti comunisti italiani, protagonisti della Resistenza quale secondo Risorgimento.
Ci consenta di formare i nostri studenti ispirandoci a chi di patria si intendeva: non a Julius Evola o Giorgio Almirante, ma a Giuseppe Mazzini che ha ripetuto per tutta la vita che la patria non è un suolo da difendere avidamente ma una «dimora di libertà e uguaglianza» aperta a tutti: «Non vi è patria dove l’eguaglianza dei diritti è violata dall’esistenza di caste, privilegi, ineguaglianze. In nome del vostro amore di patria, combattete senza tregua l’esistenza di ogni privilegio, di ogni diseguaglianza sul suolo che vi ha dato vita. (Dei doveri dell’uomo). Mazzini non contrapponeva la patria all’umanità, ma la considerava il mezzo più efficace per tutelare la dignità di ogni essere umano: «I primi vostri doveri, primi almeno per importanza, sono verso l’ Umanità. Siete uomini prima di essere cittadini o padri. […] In qualunque terra voi siate, dovunque un uomo combatte per il diritto, per il giusto, per il vero, ivi è un vostro fratello: dovunque un uomo soffre, tormentato dall’errore, dall’ingiustizia, dalla tirannide, ivi è un vostro fratello. Liberi e schiavi, siete tutti fratelli. (Dei doveri dell’uomo)
E ci consenta, da educatori democratici, di trascurare le sue Linee guida, per illuminare le coscienze dei giovani con le parole di don Milani: «Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri». Egregio Ministro, dal momento che la costruzione di una cittadinanza consapevole avviene anche attraverso l’esercizio della memoria storica e civile, Lei ci ha inviato a una circolare con cui ha bandito un concorso per le scuole con lo scopo di celebrare la «Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo». Il titolo del concorso: «1945: la guerra è finita!» Incredibile! Il 25 aprile 1945 che, prima dell’era Valditara, era semplicemente e banalmente la «liberazione dal nazifascismo» ora diventa un momento della «Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo».
Cosa dovrebbero ricordare le giovani generazioni nella sua bizzarra idea di memoria civile? Ecco il suo testo: «Il popolo che ha subito sulla propria pelle gli orrori di quel tremendo conflitto, dai bombardamenti degli alleati alle rappresaglie nazifasciste [equiparati !] fino agli ordigni bellici inesplosi che, nei decenni a venire, hanno continuato a produrre invalidità e mutilazioni». E tutto per andare «al di là della tradizionale lettura vincitori-vinti», opposizione che attentamente sostituisce quella di antifascisti/liberatori e fascisti. Si tratta dunque, secondo lei, di ricordare una guerra tra tante, quasi un ineluttabile evento naturale in cui tutti sono cattivi (i liberatori, gli aguzzini e i partigiani) e dunque tutti ugualmente assolti nel tribunale della neostoria. Del resto, Ministro, devo darle atto di una certa garbata compostezza sulla memoria del 25 aprile. La sua sottosegretaria (la nostra sottosegretaria all’Istruzione) Paola Frassinetti la Festa della Liberazione l’ha festeggiata al campo 10 del Cimitero maggiore di Milano per onorare i volontari italiani delle SS. È immortalata in un video in mezzo a un drappello di camerati che sfidano, tra insulti e minacce, alcuni manifestanti antifascisti. Frassinetti si lascia andare alla rabbia ed esclama “ma vai aff…”.
Sempre a proposito di Linee guida per l’educazione civica… Da sottosegretaria del suo Ministero Paola Frassinetti, il 28 ottobre del 2024, anniversario della marcia su Roma, ha celebrato il “fascismo immenso e rosso”. Capisce, signor Ministro, perché ci sentiamo soli nella trincea? E perché le ho detto che è “passato al nemico” (il nemico è la parzialità, la manipolazione, la contrapposizione faziosa). Ma noi siamo combattenti testardi. Non avendo capi politici da lusingare, la nostra coscienza e la Costituzione antifascista sono le nostre uniche e inderogabili “linee guida” da seguire nel formare cittadine e cittadini liberi e consapevoli. Egregio Ministro, spero che queste parole non mi costino quella decurtazione dello stipendio che ha inflitto a un mio collega per aver pronunciato delle parole che Lei non ha gradito. Sarebbe non solo grave ma anche di cattivo gusto anche perché di recente insieme ad altri ministri lei lo stipendio ha cercato di aumentarselo.”
P. S. Le sue Linee guida stanno conseguendo i primi risultati. Qualche giorno fa uno studente che aveva studiato la divisione dei poteri di Montesquieu ha osservato che se un ministro fa una manifestazione sotto un tribunale per difendere un altro ministro sotto processo viola la separazione dei poteri. Aggiungendo che un ministro non è un semplice cittadino ma un membro dell’esecutivo, cioè di un potere dello stato. Gli ho risposto che ha ragione e gli ho dato un ottimo voto in educazione civica.
Con cordialità, prof. Giancarlo Burghi.
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Shrek & Burro
-Shrek - realmente se necesita explicación?
-Shrek, él es completamente un latino que tiene que vivir en gringolandia (sólo tenés que ver la segunda película para entender esto) Además la versión latino es muchísimo mejor que la original o cualquier otra, vos decís una frase de cualquiera de las pelis a otro latino y va a saber que viene de Shrek, en otros lugares no es así. Como nacionalidad no estoy seguro de donde pero latino si o si
-Veo. Nadie mencionó a Burro de Shrek? Nadie??? NADIE??? BURRO DOBLADO POR EUGENIO DERBEZ Y QUE GRACIAS AL MALPARIDO TUVIMOS A OBRA MAESTRA, LA JOYA, EL REGALO A LA HUMANIDAD QUE ES SHREK EN ESPAÑOL????????
-si puedo ofrecer a otro personaje, el burrito de Shrek. siento que le debemos demasiado como cultura como para negarle un puesto. el original podrá ser Eddie Murphy pero el doblaje de Eugenio Derbez todos nos lo sabemos de memoria.
-BURRO DE SHREK NO SE PQ NO LO DIJE ANGMTES EUGENIO DERBEZ TE ODIO PERO QUE GOD
Jojo's
-Todos los Jojos son latinos
-Los Jojo's. Porque son familia numerosa, tienen un desmadre, nadie tiene papá y así. Además hay un chorro de edits de los personajes en situaciones tercermundistas, busca Jotaro comiendo takis afuera del oxxo. Je
-Todos los Jojos pero en especial Jotaro que embarca en una aventura a través del mundo para salvar a su mamá, empieza algo macho pero luego se deconstruye (lo más hombre latino que puedes ser) (fuente: los ángeles me entregaron este mensaje)
-Joseph Joestar, hace lo que se le canta el ojete y vive en un cumpleañito, ama a su madre y cuernió a su mujer
-Paco Laburantes de Jojo's es argentino pq es insufrible, tiene papá alcohólico, se llama laburante y encima es chorro
-Jotaro Kujo is literally chicano
-Los jojos son un huevo, la mita no tiene padres. el pais no importa, caben en cualquiera pero si hay que elegir uno México por tequila joseph
-Joseph Joestar, conozco a varias personas que se comportan como el (ruidosos, creidos, quieren mucho a los abuelos, se quieren pelear con tipos que les sacan 50 kilos de músculo y ver cada culo que pueden), más cuando estan borrachos. Además, tequila Joseph Joseph Joestar, I know several people who behave like him (loud, arrogant, they love their grandparents a lot, they want to fight with guys who have 50 kilos of muscle on them and check out every ass they can), especially when they are drunk. Plus, tequila Joseph
-narancia ghirga from jojos bizarre adventure. just cuz
-DIO BRANDO de jjb
Guido Mista (jojo). Su suéter es celeste y blanco ARGENTINA CAMPEON DEL MUNDOO
-Narancia Ghirga porque él es mi causa, yo sé que su mamá al menos fue peruana, me lo dijo Araki
-Sheila E. de la novela de JoJo's Purple Haze Feedback tiene que ser latina si o si, y tengo evidencia; en primera su nombre viene de una mujer de descendencia latinoamericana, mas especifica mexicana, ademas que su nombre de nacimiento (Capezzuto) recuerda a los apellidos que llevamos varios latinos que tienen descendencia italiana. creció en el campo y en ocasiones se menciona que creció jugando en los ríos y afuera en la naturaleza, como buena latinoamericana 💪 también lleva ropa que (deliberadamente!) recuerda a diseños nativos Americanos, la novela es bastante bruta en cuanto culturas nativas pero Araki, que hizo el diseño de Sheila, lleva un entendimiento por lo menos estético de los pueblos nativo. es religiosa en una forma muy latina, no se como explicarlo pero hace sentido 💪💪 no puede pelear contra alguien que siente que hace mas bien que ella, y siente que su vida no vale mucho, entonces se la pasa tratando de sacrificarse por la gente que piensa vale mas que ella. paso un cuarto de su vida buscando a un tipo que mato a su hermana Clara, y se unio a un cartel para matarlo. cuando tenia 10 años. es bien perra nunca inperra, en la novela casi se agarra a piñas con 2 viejos distintos encima de todo eso, se la pasa sirviendo concha absoluta💅💅💅 tiene un sentido del olfato mega desarrollado, es tortillera y trava, tiene problemas mentales, y como todo latino al final se quizo agarrar a piñas con alguien y acabo echa pija. perdón mods de latinotiktok. tengo problemas y esta morra es 6 de ellos.
-un personaje de jojos recientemente introducido llamado Paco. En resumen es un tipo alto y musculoso que anda por la calle sin remera y con los ojos todos manchados con delineador. Es un forro y encima medio pelotudo pero en el fondo es buen tipo. Le encanta afanar cosas y es mejor amigo de un chico de quince años que lo ayuda a vender droga. Su superpoder es que puede agarrar cosas con la espalda. En mi humilde opinión este tipo es argentino porque su apellido es literalmente Laburantes y también porque es muy gracioso y lo amo.
-Dio brando as argentine. he's a rugbier and also in an alternative universe his name is confirmed to be a shortening of diego. i rest my case
-guido mista bc literally just look at him.
-Si puedo nominar dos veces, quiero añadir otra nominación para los JoJos. Criados por mamás solteras, con papás que solo se aparecen cuando ya están grandes para causar problemas. Tiene mucho énfasis en la música que es algo con lo que cualquier latino se identifica. La masculinidad tóxica abunda a veces pero la lección siempre es que ser campy le salva a uno la vida, lo cual es una lucha de todos los días acá en Latinoamérica.
Yo tambien vengo a nominar a los jojo. Siempre traen desmadre a donde sea que vayan y estoy segura que si alguna vez se hace reunión familiar, van a terminar en puras broncas por los terrenos/ofensas personales que ni al caso. Aparte se ven como que por cualquier cumple tiran cohetes 💁♀️
Todos los Jojos son Latines agreed pero creo que con los Pillar Men en cuenta deberían ser Mexicanos. Jotaro salió del Conalep y ustedes bien que lo saben
-bueno mira yo tengo un AU en mi cabeza de los jojos parte 5 que son italianos bueno en mi AU son argentinos descendientes te inmigrantes italianos-- *lo pisa un camion*
-Yukako Yamagishi de jojos recontra latina
-Dio Brando argentino súper argentino es inexplicable
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El gay Flósculo y yo hemos estado haciendo videosexting mientras no aseábamos con toallitas húmedas por el tema de la sequía.
[Flósculo] - ¿Has estado escuchando a la vieja cacatúa francesa hablando de los tomates españoles? Cuando voy a comprar enseguida me fijo de dónde proceden las patatas. Las francesas tienen fama de tener el sabor de un salivazo negro. Como la leche francesa - le extraen las sustancias para fabricar esa grasa que utilizan para todo en la cocina- con el sabor de la leche de soja lo único que les dan de comer a las pobres vacas. Por no mencionar los supuestos quesos franceses que no dejan de ser una papilla insípida que se le han formado costras.
[Ángel] - Pues resulta que la vieja cacatúa republicana Royal es supuestamente seria, pero por su boca sale la misma mierda populista que LePen: fake news. Algo querrá robar para si misma cuando miente así a la gente.
[Flósculo] - Es que en Francia se han quedado atascados en la prehistoria. Fíjate que no tienen Ley de la Transexualidad, ni Ley de Terrorismo de Género, ni siquiera una simple Ley de Eutanasia. Mira como tienen a la pobre François Hardy... dejándola morir sufriendo, que eso no se permite ni en las mascotas.
[Ángel] - Acabo de decidir cambiar de marca de calzoncillos. A partir de ahora serán marca Hacendado™. ¿Te apuntas a comprar al Mercadona™?
[Flósculo] - Vale. Así tenemos la seguridad que al final del día nada de nuestro dinero llegará a los agricultores que se han criado en la cultura terrorista. Si tienen problemas con su gobierno que dejen a los demás en paz.
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Studiate.
Per amore del sapere, mai per i voti.
Perché sapere aiuta a essere.
E sapere tanto aiuta a essere tanto.
Studiate!
Perché la cultura rende liberi
e niente vale più della libertà.
Studiate!
Perché siamo le parole che conosciamo,
perché il pensiero crea la realtà.
Studiate!
Perché non conoscerete mai la noia
se amerete un libro, un paesaggio,
un quadro o la settimana enigmistica.
Studiate!
Perché studiando capirete le vostre qualità, le vostre inclinazioni, i vostri punti deboli.
Studiate la storia, perché il passato illumina il presente.
Studiate la geografia perché ogni luogo è anche un fiume, una montagna, un vento.
Studiate la matematica perché nella vita spesso i conti non tornano e bisogna trovare soluzioni alternative.
Studiate le lingue straniere, perché i viaggi sono le lezioni di vita più belle.
Studiate la biologia perché capire come fa a battere il cuore o perché il battito accelera se vi innamorate è meraviglioso.
Studiate la filosofia perché imparerete a ragionare e a guardare il mondo dalle prospettive più originali.
Studiate la letteratura perché vivrete molte vite e vedrete posti incredibili da casa.
Studiate la grammatica perché la differenza tra un accento e un apostrofo non è mai un dettaglio.
Studiate la musica, l’arte e la poesia!
Perché la bellezza è emozione e terapia.
Studiate la fisica e la chimica perché nell’atomo e nelle molecole si celano energie potentissime.
Studiate!
Perché quando smetti di imparare smetti di vivere.
Studiate ciò che vi piace ma anche ciò che ora vi sembra inutile.
Perché un giorno, quando meno ve lo aspettate, ne capirete il senso.
Studiate!
Senza pretendere troppo da voi stessi e senza rinunciare mai allo svago, allo sport e alle emozioni.
Perché lo studio viene sempre dopo il vostro benessere!
Studiate!
Senza temere di dimenticare qualcosa.
Perché i buchi di memoria servono a fare spazio.
Perché la scuola serve a trasformare specchi in finestre, non a giudicarvi.
Francesco De Sanctis
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Sean bienvenidos, japonistasarqueologicos, al tercer capítulo del Japón prehistórico y seguir recorriendo sus lugares mitológicos y mágicos, una vez dicho esto póngase comandos que empezamos. - Para continuar nuestro viaje, más vale tarde que nunca, pero despacio y con buena letra. Nos trasladamos al yacimiento arqueológico de Sannai Maruyama en la prefectura de Aomori, localizada en la región de Tōhoku. - La estructura, de madera, data del periodo jomon, es una estructura que funcionó como un gran calendario, ya que algo común que tienen todas las culturas en el mundo es adorar a las estrellas en lo que respecta a la prehistoria. El yacimiento data del 3900 a.c localizado a lo largo del río Okidate en la punta de una suave colina que se extiende desde las montañas Hakkoda. - En la década de 1992, tuvieron lugar las excavaciones que han desenterrado los restos de viviendas en pozos, tumbas de adultos, niños y los pozos de almacenamiento, entre otros rastros de la vida cotidiana. Además de una hay una gran cantidad de herramientas de loza de piedra. Se han excavado una gran variedad de huesos de pescado y de animales que indican hábitos alimenticios de aquella gente, también fueron encontrados frutos secos: como castañas y nueces. Además, se han desenterrado muchas reliquias orgánicas, como productos de madera, herramientas de hueso, canastas tejidas, así como artículos comerciales como jade, obsidiana de áreas remotas y asfalto. Hay una teoría: en Iwate se crean estructuras similares para realizar la danza de los ciervos ¿Qué opinan al respecto? _ Espero que os haya gustado y nos vemos en próximas publicaciones mis amantes del mundo japonés, que pasen una buena semana. - 考古学者の日本主義者の皆さん、先史時代の日本の第 3 章へようこそ、神話と魔法の場所を旅し続けてください。 - 旅を続けるには、遅刻しないよりはマシですが、ゆっくりと上手な字で。 東北地方にある青森県の三内丸山遺跡へ移動します。 - この木造建造物は縄文時代にまで遡り、先史時代から世界のどの文化にも共通して星を崇拝しており、偉大な暦として機能していた建造物です。 この遺跡は、八甲田山系から続くなだらかな丘陵の先端、沖館川沿いに位置し、紀元前 3900 年に遡ります。 - 1992 年代に発掘調査が行われ、井戸内の住居跡、大人、子供の墓、貯蔵穴、その他の日常生活の痕跡が発掘されました。 1 つ以外にも多数の石器の道具があります。 当時の人々の食生活を示す魚や動物��骨が多数出土しており、栗やクルミなどの木の実も出土しています。 さらに、木製品、骨道具、編んだかごなどの有機遺物や、翡翠、辺境の黒曜石、アスファルトなどの交易品も発掘されています。 岩手でも鹿踊りをするために同じような建物が作られているという説がありますが、どう思いますか? _ 日本の世界を愛する皆さん、良い一週間をお過ごしください。 - Welcome, archaeological Japanists, to the third chapter of prehistoric Japan and continue touring its mythological and magical places. Having said that, put yourself in command and let's begin. - To continue our journey, better late than never, but slowly and with good handwriting. We move to the Sannai Maruyama archaeological site in Aomori prefecture, located in the Tōhoku region. - The wooden structure dates back to the Jomon period, it is a structure that functioned as a great calendar, since something common that all cultures in the world have is worshiping the stars in regards to prehistory. The site dates back to 3900 BC located along the Okidate River at the tip of a gentle hill that extends from the Hakkoda Mountains. - In the 1992s, excavations took place that unearthed the remains of dwellings in wells, graves of adults, children and storage pits, among other traces of daily life. In addition to one there are a large number of stoneware tools. A wide variety of fish and animal bones have been excavated that indicate the eating habits of those people. Nuts such as chestnuts and walnuts were also found. In addition, many organic relics have been unearthed, such as wooden products, bone tools, woven baskets, as well as trade items such as jade, obsidian from remote areas, and asphalt. There is a theory: in Iwate similar structures are created to perform the deer dance. What do you think about it? _ I hope you liked it and see you in future posts my lovers of the Japanese world, have a good week.
#日本#先史時代#地理#歴史#文化#考古学#縄文時代#天文学#記号学#更新世#エドワードSモース#日本の石器時代#ユネスコ#-#Japan#Prehistory#Geography#History#Culture#Archaeology#Jomon Period#Astronomy#Semiotics#Pleistocene#Edward S. Morse#Japanese Stone Age#UNESCO
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Ora che sono in ferie voglio parlare di una cosa di cui volevo parlare già da settimane, ma la vita di merda che faccio non me lo aveva permesso.
Allò, settimane fa per la prima volta dato che mi ero depilata le cosce mi sono messa in casa non solo in cannottiera, ma anche in pantaloncini. Passa un giorno e mi ritrovo la mail nella foto.
Come ben sappiamo, qui a Tokyo non è che si muore di caldo, PEGGIO, quindi un giorno di questi mi vesto come in foto a dx in ufficio (che è come mi vestirei in Italia in un giorno normale) e nello stesso giorno inoltrano una mail per dire di rispettare il "business dress code" aziendale che è letteralmente "business casual", pure se non si capisce né che cazzo sia né il perché, dato che non ci sono clienti e siamo solo tra di noi, ma okay.
Mo, premettendo che quando ho lavorato a Napoli, ci andavo in PANTALONCINI (ovviamente non quelli di jeans, ma un tipo più carini e "formali" insomma), qua invece così non va bene perché la maglia ha una stampa + i pantacollant sono considerati il demonio.
Tutti sono sempre a lodare i giapponesi perché sono un popolo omogeneo, che dà la prevalenza al gruppo piuttosto che all'individuo, ma non sono omogenei e uniti perché ci sono nati, sono omogenei perché sei LETTERALMENTE FORZATO (nelle maniere più passivo-aggressive possibili) a omologarti. E questo vale con i vestiti, vale con il peso (perché se pensate che sono tutti secchi di natura, beh col cazzo) e con mille altre cose.
Ora è vero che questa prevalenza dell'interesse di gruppo in alcune cose funziona ed è il motivo per cui noi della cultura euroamericana li ammiriamo, ma voi sareste disposti a rinunciare alla vostra libertà pure sulle piccole cose pur di accontentare l'interesse generale?
Per continuare con l'esempio dei vestiti, loro si vestono così:
A maniche lunghe (anche con 50°C), con diversi strani addosso spesso inutili (perché sono ossessionati dai tumori alla pelle); le donne o tutte fate dei fiori con i tacchi tutte pronte (e io col cazzo che le imito) o come fossero state cacciate via di casa (e io col cazzo pt.2). Ma tutti hanno un comun denominatore: colori scuri o neutri (nero, grigio, bianco) o pastello, senza chissà quale fantasia o stampa particolare.
Se non segui l'omologazione, spicchi, ti si vede o ti senti in qualche modo osservato. E questo è già lo standard ad essere euroamericano in mezzo ad asiatici, figuriamoci se ti vesti seguendo le tue regole e non le loro.
Uno poi dirà "vabbè sono cose da poco, ci si abitua" e lo capisco, ma non funziona così. Anzi, sono le piccole cose che, accumulandosi, diventano le più pesanti da sopportare.
Oppure i weaboo del cazzo direbbero che "bisogna rispettare la loro cultura e rispettare le loro regole" (cit.), ma loro quella degli altri quando letteralmente non fa male e non cambia un cazzo a nessuno perché non la rispettano?
Questo non è un paese libero, non puoi MAI fare come vuoi, ci sono sempre regole da rispettare, ma fossero regole con un senso uno capirebbe, invece sono regole inutili che letteralmente mìnano la libertà di espressione individuale a livelli base. Invece qua niente o fai la pecora in mezzo al gregge oppure pecora ti ci fanno diventare, perché altrimenti sei, di nuovo, il gaijin di merda che vuole fare di testa sua.
E sapete cosa fanno i gaijin quando hanno le palle piene di ste stronzate? Fanno i gaijin di merda e le regole senza senso le mandano a fanculo.
#quando sono gli stranieri i primi a fare quei commenti del caxxo giuro che li prenderei a pugni sulle gengive#Giappone#moda#moda giapponese#vestirti#omologazione#società giapponese#società in giappone#my life in tokyo
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Utopía y desencanto. Muchas cosas se vienen abajo, cuando se viaja; certidumbres, valores, sentimientos, expectativas que se van perdiendo por el camino -el camino es un maestro duro, pero también bueno. Otras cosas, otros valores y sentimientos se hallan, se encuentran, se recogen en él. Al igual que viajar, escribir significa desmontar, reajustar, volver a combinar; se viaja en la realidad como en un teatro, desplazando los bastidores, abriendo nuevos paisajes, perdiéndose en callejones y deteniéndose delante de falsas puertas dibujadas en la pared:
A veces los lugares hablan, otras callan, tienen sus epifanías y sus hermetismos. Como cualquier otro, el encuentro con los lugares -y con quien vive en ellos- es aventurado, rico en promesas y riesgos. Algunos lugares le hablan hasta al viajero más distraído e ignaro con la evidencia misma de su aparición y de la vida que en ellos bulle. Otros se confían a una elocuencia indirecta, seducen sólo a quienes los recorren conociendo lo sucedido entre aquellos árboles o en aquellas calles: la habitación donde murió Kafka, en Kierling, dice tantas cosas, pero sólo a quien sabe que entre aquellas paredes Kafka vivió sus últimas horas y mira hasta las grietas de las paredes bajo esta luz. Otros lugares se cierran en un opaco silencio y el encuentro fracasa; también el viaje, como toda aventura, está expuesto a la derrota y a la esterilidad. Y esto sucede porque el viajero -por ignorancia, soberbia o acedia- no encuentra la llave para entrar en aquel mundo, el vocabulario y la gramática para comprender aquella lengua y descifrar aquella cultura. El status viatoris que el pensamiento religioso atribuye al hombre implica también esta fragilidad, esta alternancia de gloria y caída, la capacidad de salvación unida a la exposición y al jaque mate y a la culpa.
Hay lugares que fascinan porque parecen radicalmente diferentes y otros que encantan porque, ya la primera vez, resultan familiares, casi un lugar natal. Conocer es a menudo, platónicamente, reconocer, es el brote de algo acaso ignorado hasta ese momento pero asumido como propio. Para ver un lugar es preciso volver a verlo. Lo conocido y lo familiar, continuamente redescubiertos y enriquecidos, son la premisa del encuentro, la seducción y la aventura; la vigésima o centésima vez que se habla con un amigo o se hace el amor con una persona amada son infinitamente más intensas que la primera. Esto vale también para los lugares; el viaje más fascinador es un regreso, una odisea, y los lugares del recorrido acostumbrado, los microcosmos cotidianos atravesados durante años y años, son un desafío ulisiano. "¿Por qué cabalgáis por estas tierras?", pregunta el alférez en la famosa balada de Rilke al marqués que avanza a su lado. "Para regresar", responde el segundo.
Claudio Magris, 'El infinito viajar'. Anagrama. Traducción de Pilar García Colmenarejo.
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Hay almas que te buscan y aunque te encuentren, nunca consiguen tropezarse contigo. Creo que llegan a destiempo. Hay almas, que, sin buscarte, chocan contigo. O tú con ellas. Y la vida se llena de luz. Siempre es bello presenciar el encuentro de dos almas. Es algo sublime cuando tú eres una de ellas. Se queda el cielo emborronado de rosas petalosas y malva engolado. De azul celeste y naranja quemado. Y huele a chuche, como de caramelo, pero mejor. Que apetece comerlo sin hambre. Estas almas serán tus amigos o tus amores a veces para siempre, otras sólo un tiempo. Sin que puedas hacer nada por evitarlo o provocarlo. Es triste cuando se van. Sabes que ocurrirá mucho antes de que suceda. No preguntes como, pero lo sabrás antes de que empiece y antes de que termine. Es esa magia ancestral que aún recuerdan nuestras células. Debe estar impreso en el ADN. Es verdad que resulta menos complejo verlo cuando te has desprendido de la necesidad de tener razón. Has perdido el interés por correr. La discusión, el ruido, los malos modos, enfados, enfrentamientos sin sentido y todo lo feo dejó de rozarte hace tiempo porque alcanzaste un nivel estelar del más complejo de los videos juegos y además encontraste tu lugar en la tierra. Y sólo entonces, en la paz más absoluta contigo mismo, esas almas que debieron estar contigo siempre, aparecerán de la nada y os reconoceréis enseguida. Y hablo de almas, porque las personas suelen relacionarse con sus iguales. Edad, estudios, trabajo, dinero, cultura, país, idioma, es importante para las personas. A las Almas esto les importa un comino. Verás a los mejores amigos con una diferencia aparentemente abismal entre ellos. A las parejas más enamoradas con 30 años de diferencia y no lo entenderás. Las Almas están por encima de apariencias y rollos semejantes. Son como niños, nada les para en su camino hacia el juego y el aprendizaje. Y si tienes la suerte de tropezar con una de esas almas, déjalo todo enseguida y mueve tu brújula hacia ella, porque será lo mejor que hayas hecho nunca. De esto, no te arrepientas, no sientas remordimientos. En el Amor todo vale, proviene del corazón.
(Isabel Jiménez)
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CCVM realiza visita guiada à exposição Nhe’ẽ Porã com a curadora Daiara Tukano
Daiara Tukano é do povo Yepá-Mahsã, artista indígena, curadora, mestre em Direitos Humanos e Conselheira Nacional de Cultura.
“Língua é pensamento, língua é espírito, língua é uma forma de ver o mundo e apreciar a vida”. É assim que a curadora Daiara Tukano descreve o ponto de partida de Nhe’ẽ Porã: Memória e Transformação. A imersão começa no próprio nome da mostra, que vem da língua Guarani Mbya: nhe’ẽ significa espírito, sopro, vida, palavra, fala; e porã quer dizer belo, bom. Juntos, os dois vocábulos significam…
#CCVM#Centro Cultura Vale Maranhão#Daiara Tukano#Exposição Nhe’ẽ Porã#Grande Ilha#Língua Guarani Mbya#Maranhão
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Maracatu Quebra-Baque celebra 20 anos “Pelos Trilhos da Vale”
[release] O Maracatu Quebra-Baque. Foto: divulgação O projeto “Quebra-Baque – 20 Anos – Pelos Trilhos da Vale”, celebra os 20 anos de trajetória do grupo pernambucano Maracatu Quebra-Baque. A circulação é apresentada pelo Ministério da Cultura (MinC), com patrocínio do Instituto Cultural Vale (ICV), através da Lei Federal de Incentivo à Cultura, e é uma realização da Atos Produções Artísticas,…
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O Fotógrafo Artur Pastor nasceu a 1 de maio de 1922, em Alter do Chão. E assim passou o seu centenário sem uma única notícia num canal televisivo, exceto no programa Fotobox, ou jornal nacional. Existiram algumas iniciativas/ exposições levadas a cabo por entidades locais, como Grândola, Évora, Albufeira, Montalegre e Alter do Chão .A exposição em Alter do Chão foi a única realizada pelo Arquivo Fotográfico Municipal de Lisboa, detentor do espólio. Em Lisboa não aconteceu nada, em termos de exposição. Houve uma apresentação do livro da editora Majericon, no espaço do Arquivo Fotográfico Municipal de Lisboa, no seu espaço da Rua da Palma. O livro contou com a colaboração do Arquivo Municipal. Só a persistência do editor da Majericon, Fernando Veiras, permitiu que o livro acontecesse. Bem haja Fernando! E parece estar a ser um sucesso de vendas. Esteve prevista uma exposição itinerante, mas tal nunca aconteceu. Ainda há possibilidade de uma exposição virtual numa plataforma de Arte. Em Albufeira, uma das iniciativas passou por uma exposição ao ar livre, seguramente a mais vista de sempre. O grande problema foi a vandalização rápida de muitas imagens, incluindo o seu furto. Enviei mails e fiz telefonemas para a presidência da CMA, desde outubro, para perceber se iriam fazer alguma coisa para repor as imagens ou criar um sistema de proteção, mas nunca obtive resposta. O que vale é que Artur Pastor é sobejamente conhecido no país e agora lá fora graças ao livro da Majericon. Perdeu-se uma oportunidade de comemorar condignamente o centenário de Artur Pastor, cuja obra fotográfica e literária é única no país, pelo que representa do retrato de uma época. Também deixei de publicar diariamente fotografias, como fazia desde 2014, porque a Divisão Municipal da Cultura de Lisboa e o Arquivo Municipal, consideraram que as minhas publicações podiam fazer proliferar, de uma forma descontrolada, as imagens de Artur Pastor. Reunimo-nos, família e CML, em outubro passado para discutir formas de poder continuar a publicar, mas com alusão à origem patrimonial das imagens ou com a colocação de uma marca de água. Continuamos a aguardar. E assim vai a cultura em Portugal!
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