#una storia da raccontare
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L’allegro ballerino
A volte ci sono quei momenti in cui non c'è la faccio, mi sento giù e non riesco a frenare le mie lacrime vedo delle verità scomode.
E senza neanche sapere il motivo, mi ritrovo così... spaesata e sempre con la sensazione di non essere capita, di non essere compresa, di non avere chissà chi con cui poter parlare e condividere quello che faccio o sento o con cui potermi confidare.
Anche perchè è difficile trovare qualcuno compatibile con me, con cui mi trovo davvero bene una specie di specchio.
la maggior parte della gente, si fa i cavoli propri e non pensa a gli altri, quindi ho imparato a cavarmela da sola, ho sempre avuto amici che pensavano al tornaconto proprio e basta.
nella vita ho imparato a non aspettarmi niente in cambio.
ogni tanto mi concedo qualche gioia, qualche lussuria se posso e le volte che lo faccio mi sento in colpa per aver speso quei soldi.
perchè? ma perchè la mia famiglia era così quando compravo qualcosa di carino mi dicevano che facevo spese inutili.
ma perché invece dei regali non ti fai pagare per i consulti privati?
ma perchè non usi quei soldi per altro?
E io dico ma perchè non posso valorizzare un pò di più la mia vita? e amarmi di più?
perchè quello che importa a me deve importare anche a te sono cose mie e anche con i miei soldi ci faccio quello che voglio.
con la mia famiglia non sono mai me stessa, si ho una maschera con la mia famiglia perchè, quello che faccio loro non lo capiscono anche se provo a spiegarlo. quindi vado avanti così...
il mondo gira tutto su i soldi, la gente pensa solo ai soldi, ma non c’è solo quello c’è anche l’amore, c’è anche il rispetto e la vita. la vita è mia e la scelgo io e sono io!
voi dovete smetterla di dirmi cosa devo o non devo fare.
io scelgo la mia vita e cosa voglio essere, basta istigarmi la paura e l’ansia, io supererò anche questa sfida puoi giurarci.
Non sono venuta al mondo per accontentare gli altri per fare la splendida con gli altri, ma solo con me stessa sono divina.
non sono venuta al mondo per comodo di qualcun altro per poi essere buttata via in un angolo, perchè secondo loro sono un incapace. buona a nulla.
non sono venuta al mondo per non essere amata.
Non sono un incapace, non sono una buona a nulla, ho solo bisogno di creare da sola la mia strada e crearmela da sola devo capire come fare ma voglio io e manifestarla davanti a me.
non sono venuta al mondo per rimanere povera per sempre perchè nata così, ma sono venuta al mondo per essere ricca e sono ricca!
sono ricca, sono ricca, sono ricca.
non sono venuta al mondo per arrabbiarmi in eterno contro, di voi ma per lasciare andare e andare avanti per la mia strada e fluire con la mia anima.
voglio quella dannata porta chiusa e il silenzio perchè voglio stare in pace e aprine un altra di luce, trovare la mia quiete interiore, mentre scrivo mentre ringrazio l’universo.
Si sono al buio con una sola lampada di sale accesa perchè mi piace l’atmosfera così.
se sono venuta al mondo è perchè l’universo ha in serbo qualcosa per me e di questo ne sono sicura, tutti siamo importanti per l’universo, e siamo qui per uno scopo, proprio e non per uno scopo di un altro.
per ritrovare l’autostima, per trovare la pace l’amore e la gioia, la fiducia in noi stessi.
io non so nemmeno più cosa si prova ad essere innamorati è successo tanto tempo da quando ero ancora ragazzina, ma spezzandomi quel cuore più volte, non sono più riuscita a provare quella sensazione per nessuno.
eppure io perdonavo tutto e quella amica a cui piacevano i ragazzi che piacevano a me.
ma sto lavorando sodo per riprovarlo l’amore con me stessa, è difficile è un compito arduo ma io voglio vivere nell’amore.
quando vedo quelle immagini del film di Krishna e Radha e come lui la guardava lei intensamente, sorridente, ho capito cosa voglio!!
penso io vorrei qualcuno che mi guardi così ogni giorno, ogni mattino, sorridente gioioso, affettuoso che mi abbraccia, allegro ballerino voglio danzare con lui, come in quella serie tv non so se lui sia stato veramente così, forse sì ma comunque è così che lo voglio e mi sono accorta di questo solo oggi è di questa gioia di cui ho bisogno. perchè non avevo nemmeno capito cosa desideravo davvero nel mio cuore fino ad allora, poi ho avuto un illuminazione, era la gioia e l’amore io sono sempre stata così dentro il mio cuore solo che, mi nascondo, le poche volte che volevo danzare, con qualcuno in passato erano sempre No ma se trovassi la compagnia giusta credo che esploderei. la gioia e l’amore prima devo provarla io.
ricordo che da bambina ero una vivace, non stavo ferma un attimo e giocavo combinavo casini e cantavo ballavo.
ma con il tempo questa mia vitalità mi è stata tolta e io non credo sia a causa mia, ma della famiglia, perchè davo fastidio in quel modo dovevano zittirmi e dovevo fare sempre la buona e la brava.
vedevo delle cose e io giocavo con quelle cose.
e loro mi dicevano che non esistevano.
però poi loro andavano a credere ad in dio mistico fittizio cattolico.
ma io ricordo da bimba quando facevo finta di essere una regina o una sposa con un abito bello bianco e velo lunghissimo eh si con quel poco mi divertivo un sacco.
certo facevo sempre un casino negli armadi per trovare il costume adatto, ma quanto mi divertivo.
mi divertivo con la mia amica del cuore a giocare a strega comanda colore o a strega di ghiaccio o al lupo mangia frutta, alla gazza ladra.
ma tentavano sempre di togliermi anche l’amica.
la vita è una continua lotta sfida e per me lo è stato fin dall’infanzia.
e so che mi è servito tutto questo per essere forte oggi quindi ringrazio per tutto quanto, e per quello che sono oggi.
non sto molto bene con me stessa ancora, e devo capire come posso lavorare meglio su di me stessa, ma ci arriverò non mollo.
e così già io lo vedo quel mio ragazzo danzante per me a posta per me, lo vedo che danza insieme a me una melodia strana.
Allegro ballerino e danzante dai vestiti un pò bizzarri io ti vedo, e staremo per sempre insieme.
Oggi voglio dire a quella bambina andrà tutto bene anche se fa un pò paura la vita adulta, ma andrà bene e potremo giocare ancora insieme.
Grazie universo per tutto quello che ho adesso.
grazie universo perchè amo e amo essere amata.
L’allegro ballerino.
#allegro#ballerino#gioia#amore#lacrime#scrivere fa bene#sfogo personale#una storia da raccontare#danzare#vestiti bizzarri#sempre insieme#allegroballerino#universo#verità scomode#bambina
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Buongiorno comunque tra i motivi per cui Simone si è preso quella sbronza c'è anche sua madre che gli ha detto "la mia vita non è qui"
#dio io vorrei rayan che se lo prende da una parte e si fa raccontare ogni cosa#ma conoscendo Simone una volta scoperta la sua storia gli direbbe “no scusa i miei problemi non sono così gravi lascia stare”#un professtag
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vecchio amico mi manda audio lunghissimi e noiosissimi e forse pensa di fregarmi ma io, detentrice di un dottorato nella nobile arte della comunicazione passiva aggressiva conseguito presso il dipartimento di scienze sociali dell’università della vita, aspetto a rispondergli solo per raccogliere tutti gli aneddoti più noiosi e sconclusionati della settimana, al fine di narrarli in un audio ancora più lungo è ancora più noioso. specchio riflesso, ha! addirittura
#allora con tutto il bene che gli posso volere#la narrazione del consiglio di classe dell’istituto comprensivo tizio caio e Sempronio dove non è successo NIENTE#[ci fossa una storia da raccontare sarei felicissima poiché amo il comico e il grottesco del quotidiano]#ecco magari no. la vita è troppo breve per ascoltare il flusso di coscienza di uno che sta facendo colazione e non ha ancora preso#abbastanza ossigeno per poter cominciare la giornata
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| So, we're actually doing this thing now. Gonna translate it in English later (and also color and finish this cover!), for now it's only in Italian :) |
+ PUOI LEGGERLO QUI +
A Madison, tra le aule affollate e i vivaci corridoi della University of Wisconsin, Vlad e Maddie condividono una passione inarrestabile per il paranormale e la scienza. Sotto le stelle, tra racconti di spiriti e leggende metropolitane, il loro amore giovanile sboccia con la forza di un'apparizione notturna.
Ma le cose prendono una piega inaspettata quando un "incidente" orchestrato dal loro comune amico Jack li separa, lasciando Vlad intrappolato in un limbo tra la vita e la morte, trasformato in un'entità non-umana. Vent'anni dopo, il destino li riporta insieme, in un incontro carico di tensione e nostalgia. Maddie, ora una cacciatrice di fantasmi, è decisa a scoprire i segreti che abitano nel suo passato. Vlad, d'altro canto, si nasconde dietro una maschera di apparente normalità, temendo di svelare la verità sulla sua natura non-umana.
Man mano che si rincorrono tra la nebbia e le ombre del loro passato, Vlad e Maddie dovranno affrontare le paure e i demoni che tormentano entrambi. Riusciranno a ritrovare il loro amore, sfidando le leggi del paranormale e le cicatrici del tempo? "Fantasma d'Amore" è una storia di passione, segreti e redenzione, dove ogni spirito ha una storia da raccontare.
Chiudete gli occhi e immergetevi in un mondo dove l'amore supera ogni barriera, persino la morte stessa.
[Un capitolo al giorno, tutti i giorni, finché la storia non sarà finita! Questo è il nostro primo esperimento nella scrittura di un romanzo rosa "leggero"... e ovviamente è paranormale!]
+ PUOI LEGGERLO QUI +
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#un fantasma d'amore#maddie fenton#vlad masters#wattpad#ita#italian#italian writing#cringe but free#cover#spurned affection#digital art#danny phantom#my danny phantom#2024#romance#romance book#cactus di fuoco
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🍀
"Va' serenamente in mezzo al rumore e alla fretta,
e ricorda quale pace ci può essere nel silenzio.
Finché è possibile, senza cedimenti,
conserva i buoni rapporti con tutti.
Di' la tua verità con calma e chiarezza,
e ascolta gli altri,
anche il noioso e l'ignorante,
anch'essi hanno una loro storia da raccontare.
Evita le persone rumorose e aggressive,
esse sono un tormento per lo spirito.
Se ti paragoni agli altri,
puoi diventare vanitoso o aspro,
perché sempre ci saranno persone superiori ed inferiori a te.
Rallegrati dei tuoi successi come dei tuoi progetti.
Mantieniti interessato alla tua professione, per quanto umile,
è un vero patrimonio nelle fortune mutevoli del tempo.
Sii prudente nei tuoi affari,
poiché il mondo è pieno di inganno.
Ma questo non ti renda cieco su quanto c'è di virtuoso,
molte persone lottano per alti ideali,
e dovunque la vita è piena di eroismo.
Sii te stesso.
Specialmente non fingere negli affetti.
E non essere cinico riguardo all'amore,
perché a dispetto di ogni aridità e disillusione
esso è perenne come l'erba.
Accetta serenamente l'insegnamento degli anni,
abbandonando con grazia le cose della giovinezza.
Coltiva la forza d'animo per difenderti dall'improvvisa sfortuna.
Ma non angosciarti con fantasie oscure.
Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.
Al di là di una sana disciplina,
sii gentile con te stesso.
Tu sei un figlio dell'universo,
non meno degli alberi e delle stelle;
tu hai diritto ad essere qui.
E che ti sia chiaro o no,
senza dubbio l'universo va schiudendosi come dovrebbe.
Perciò sta' in pace con Dio,
comunque tu Lo concepisca,
e qualunque siano i tuoi affanni e le tue aspirazioni,
nella rumorosa confusione della vita conserva la pace con la tua anima.
Nonostante tutta la sua falsità, il lavoro ingrato ed i sogni infranti,
questo è ancora un mondo meraviglioso.
Sii allegro.
Fa' di tutto per essere felice."
Desiderata, Max Ehrmann
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Storia Di Musica #347 - Sonny Rollins, Tenor Madness, 1956
Le Storie Di Musica toccheranno il traguardo delle 350 puntate questo mese. Come ormai da prassi, il numero tondo è dedicato ad un disco di Miles Davis. E questa volta, in ossequio al filo rosso degli album legati tra loro, ho deciso di raccontare il rapporto tra Davis e una grande etichetta discografica, la Prestige Records. La Prestige fu fondata da Bob Weinstock nel 1949: appassionato di musica jazz, vendeva dei dischi per corrispondenza in maniera così incisiva che ben presto affittò un locale e lo trasformò in un grande negozio di dischi, il Jazz Record Center, sulla quarantasettesima strada di New York. Frequentando i locali jazz che lì vicino iniziavano a diventare famosi, legò con molti musicisti fino a fondare prima la New Jazz Records che dopo pochi mesi diventa la Prestige Records. Weinstock è stato un personaggio leggendario, dalle mille manie, alcune delle quali racconterò in questi appuntamenti novembrini, ed è stato negli anni '50 uno dei fari della musica jazz mondiale con la sua etichetta indipendente, insieme alla Blue Note, alla Riverside, alla Impulse! prima che anche i grandi gruppi discografici entrassero nel jazz in maniera decisa.
Weinstock era oltre che un appassionato un grande uomo d'affari, capace di intuire le potenzialità degli artisti e di essere per loro trampolino di lancio e di ottimizzare tempi e costi delle produzioni: pochissime prove per le registrazioni, e leggenda vuole che si registrasse due volte sui nastri di alcune take per risparmiare, leggenda nata dal fatto che per quanto la produzione Prestige fosse numericamente grandiosa, esistono pochissime alternative takes dei loro lavori. Nonostante come ingegnere del suono ci fosse una leggenda: Rudy Van Gelder, che non lavorava solo per lui ma anche per la Blue Note, famoso per la sua accuratezza e maniacalità. Le prime registrazioni avvenivano nel garage della casa di famiglia di Hackensack, nel New Jersey, luogo che divenne mitico tanto che Thelonious Monk dedicò al grande ingegnere un brano, Hackensack, per poi spostarsi di qualche km a Englewood Cliffs, sempre nel New Jersey.
In quello studio a Hackensack Sonny Rollins registra il 24 Maggio del 1956 il disco di oggi. Rollins all'epoca è già riconosciuto un gigante del sassofono, tanto che è famosa il commento di Max Gordon, leggendario proprietario del jazz club più famoso del mondo, Il Village Vanguard, che sosteneva: I critici e gli appassionati hanno pareri molto discordi sulla bravura di alcuni musicisti jazz, ma non su Sonny Rollins. Lui è il più grande, il più grande sax della sua generazione. Theodore Walter Rollins nasce a New York nel 1930 da una famiglia di origini caraibiche, i cui "suoni" influenzeranno la sua carriera futura. Fa un apprendistato breve ma intensissimo, suonando con i più grandi: J.J Johnson, Monk, Bud Powell, Max Roach e soprattutto Miles Davis e Charlie Parker. È il primo che trasporta la rivoluzione del bop sul sax tenore. Con Davis dimostra anche le sue già ottime capacità compositive scrivendo pezzi diventati famosi, come Airgin e Oleo. Però ha un difetto: ad un certo punto sparisce, per i motivi più strani. Nel 1954 si ritira a Chicago, per non cadere in tentazione tra soldi e droga, per continuare a studiare facendo lavori manuali. Quando ritorna a New York, suona per la Prestige in uno dei primi 33 giri del jazz, Dig. Nel 1955, tornato nel gruppo di Davis, poco prima di un'importante serie di concerti al Teatro Bohemia, sparisce di nuovo, stavolta per disintossicarsi. Ritorna nel 1956, quando sempre l'amico Roach lo scrittura per un disco portentoso: Sonny Rollins Plus 4 è all'apice della creatività, tanto che ancora come innovatore impone nel jazz il tempo in tre quarti (la storica Valse Hot). Nel frattempo però il suo posto nel gruppo di Davis è preso da un giovane che di lì a poco diventerà un gigante, John Coltrane, ma Davis gli vuole bene e per delle registrazioni del 1956 per la Prestige gli offre la sua sezione ritmica, che nel jazz è ricordata come "The rhythm section" per quanto iconica e grande è stata, e con questa registra il disco di oggi. Rollins è insieme a Red Garland al pianoforte, Paul Chambers al contrabbasso e Philly Joe Jones alla batteria quando inizia a suonare Tenor Madness, che contiene nella title track un incontro unico ed eccezionale. Essendo lì per una sessione con il quintetto di Davis, in quello che diventerà il più famoso chase della storia del jazz, John Coltrane si unisce a Rollins in quel brano, da allora uno dei capisaldi del jazz. Cos'è però un chase? è un incontro dove due strumentisti colloquiano con lo stesso strumento su un dato canovaccio, una sorta di dialogo musicale dove si fronteggiano a suon di assoli. Tenor Madness è un piccolo blues, che si rifà a Royal Roost di Kenny Clarke and His 52nd Street Boys, registrato nel 1946, ma qui diviene il brano che mette insieme i due più grandi e influenti sassofonisti della storia del jazz, con il timbro squillante e luminoso del primo Coltrane (che debutterà come solista solo l'anno successivo nel 1957) e il suono più cupo e leggero di Rollins, che all'epoca aveva già più esperienza. Il resto di Tenor Madness è altrettanto iconico: When Your Lover Has Gone, classico di Einar Aaron Swan, divenuto famosissimo per la sua apparizione nel film La Bionda E L'Avventuriero del 1931 di Roy Del Ruth e interpretato da James Cagney e Joan Blondell, che solo nel 1956 ebbe una ventina di incisioni; Paul's Pal è un omaggio di Rollins a Paul Chambers, uno dei più geniali bassisti di tutti tempi, uno che ha suonato in almeno 100 capolavori del jazz; My Reverie è la ripresa dell'arrangiamento che nel 1938 Larry Clinton fece si un brano di Claude Debussy, Rêverie, del 1890; chiude il disco una cover spettacolare di The Most Beautiful Girl In The World, opera del magico duo Rodgers and Hart e presente nel musical Jumbo, che trasformava un teatro di Broadway in un mega circo con acrobati, trapezisti e giocolieri durante lo spettacolo. Il disco, un capolavoro, ne anticipa un altro, Saxophone Colossus, dello stesso anno, uno degli apici creativi di quegli anni incredibili e altro gioiello della collezione Prestige.
Rollins fu attivo per la lotta dei diritti civili e politici degli afroamericani, tanco che nel 1958 firma in trio con Oscar Pettiford e Max Roach, il disco The Freedom Suite, uno dei primi album-manifesto sulle discriminazioni razziali del jazz, e continuò ad avere costanti le sparizioni dalle scene. Sempre dovute alle sue dipendenze dalle droghe, la più famosa riguarda un suo disco, il suo maggior successo commerciale, The Bridge del 1962: ancora insoddisfatto della sua musica, decide si andare a suonare sotto il ponte Williamsburg, quello che divide Manhattan da Brooklyn, provando per 12-13 ore al giorno, in tutte le stagioni.
Scontroso (si dice che abbia licenziato il maggior numero di colleghi, più di Mingus), dalla personalità labirintica, non seguì le rivoluzioni degli anni '60 e '70, scriverà ancora grandi album (What's New con Jim Hall, un altro gioiello) e parteciperà con attenzione anche a contaminazioni con altri generi, e famosissimo è il suo assolo per i Rolling Stones in Waitin' On a Friend, da Tattoo You del 1981. È l'ultimo dei grandi a sopravvivere, ritiratosi nel 2012 dalle scene, un gigante che ha segnato un periodo irripetibile della musica.
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L'ultimo appuntamento
Non lo faccio mai, ma questa cosa dell'ultimo appuntamento in cui Giulia Cecchettin è stata uccisa mi ha colpito e voglio commentare, anzi voglio raccontare.
Anni fa stavo con una ragazza a distanza, la storia è durata poco, qualche mese, ma io ero presissimo. Lei invece no, tanto che mi ha mollato per uno che gli ho presentato io. Il fatto che mi avesse mollato s'era capito anche al telefono, ma io presi la macchina e volli fare un viaggio di 6 ore per vederla ancora. Era quello che potremmo dire "l'ultimo appuntamento".
Ora, io non sono un maniaco omicida, e avevo almeno una vaga idea di come rispettare una persona dell'altro sesso, quindi lei non ha rischiato più di tanto con me, ma... se la cosa fosse successa oggi, quasi 20 anni dopo? L'avrebbe voluto quell'incontro? E se non l'avesse voluto, io come mi sarei comportato?
Sono stato male per lei per mesi, senza quell'incontro sarebbe andata meglio o peggio? Al giorno d'oggi lei si sarebbe sentita minacciata dal mio chiedere di vederla ancora? E questo, poi, come mi avrebbe fatto sentire?
Non lo so, non riesco a immaginare di picchiare una ragazza solo perché mi molla. La questione del possesso non mi è mai passata per la mente, il massimo che posso possedere di una persona è la sua compagnia se e quando me la vuole concedere. Non sono mai stato troppo geloso, quindi non riesco a comprendere nemmeno lontanamente questi comportamenti, e la paura dell'ultimo appuntamento è una straziante novità.
Volendo rispondere a quelle domande sopra, forse non vederla mi avrebbe anche fatto bene, conoscendomi. Forse mi sarei risollevato prima. Quel weekend da lei (in hotel da solo) io lo ricordo tutt'ora con simpatia, quindi sono stato bene anche se ero lì per essere mollato. E forse questo mi ha portato a soffrire di più.
D'altro canto, però, ribadisco: è stato un bel weekend e sono contento di averlo avuto.
Dire che Giulia ha sbagliato ad andare all'ultimo appuntamento è un errore, perché avrebbe potuto essere un incontro piacevole, per quanto triste. E il fatto che le ragazze debbano avere paura di queste cose mette in risalto quanto la società maschilista e patriarcale sia tutto sommato accettata e sopportata (quando non supportata). Non è lui a doversi vergognare di aver fatto un gesto terribile, è lei che non doveva accettare l'appuntamento.
Addirittura un servizio di bodyguard si offre di fare da scorta per gli ultimi appuntamenti! Sul serio siamo così incapaci di crescere giovani che non hanno voglia di ammazzare donne e che non le reputano una loro proprietà esclusiva?
Poi venitemi a dire che Michela Murgia non aveva ragione.
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Ratti auguri di buon Rattale!
A Vienna si calcola esistano una cosa come tre milioni di ratti che vivono nel sottosuolo della città. C'è un tour che ti fa esplorare le complesse linee fognarie dove ti raccontano di tutti questi ratti che girano. Tre milioni di ratti sono quasi due ratti a testa per ogni abitante della città. Quindi, in un mondo perfetto, questo Natale in casa saremmo in quattro: io, Ernesto e due ratti. I due ratti durerebbero poco. Uno Ernesto se lo mangerebbe in un secondo. L'altro lo difenderei a spada tratta e diventerebbe il mio alleato eterno e lo chiamerei Ratteo, così, per avere un essere vivente a cui tramandare quello che ho imparato durante la mia esistenza.
Ho deciso di passare il Natale lontano dall'Italia perché negli ultimi mesi sono stato troppo in giro e mi stavo dimenticando di uno dei valori principali su cui è fondata la mia stabilità: la solitudine. Ho fatto in modo di andare a cena da mio fratello molto molto presto, per essere in grado di finire prestissimo e tornare a casa quando il resto delle famiglie si stanno sedendo a tavola. È stupenda Vienna quando in giro non c'è anima viva. O per meglio dire, quando in giro ci siamo solo noi immigrati, senza famiglia, senza nessuno. No ok io ho un gatto e un ratto a cui sto insegnando tutto di me e che spero un giorno prenda il mio posto nella società. Lo vestirei con i miei stessi abiti. Forse gli farei pure gli stessi tatuaggi.
Vienna di per sé non è mai troppo affollata, c'è da dire. Ma vederla ancora più deserta del solito è rinvigorente. La solitudine che tanto mi manca è ovunque. Il bus si muoveva sinuoso tra le strade senza l'ombra di una macchina in movimento. I semafori lampeggiavano sincronizzati con le luci degli alberi negli appartamenti di chi non vedeva l'ora di festeggiare. Tante lingue diverse. Del tedesco neanche una lontana eco. Prima di rientrare sono passato dal supermercato turco, loro sono sempre aperti. Ecco un altro pilastro della mia stabilità. Due ragazzini prima di me stavano comprando quella che penso fosse la loro cena natalizia. Una confezione di pane da toast, del formaggio già tagliato a fette, del prosciutto, qualche sacco di patatine e una marea di coca zero. Quanto li ho invidiati. Non dovevano essere di qua, intendo abitanti della zona. Avevano l'aspetto dei turisti. Erano giovani, vestiti male, capelli orrendi, con pochissimi soldi ma stavano avendo la serata che vorrei tanto aver avuto io con te. In una città di cui non sappiamo niente, in un momento in cui tutti si ricongiungono con i familiari, noi, andare via da tutto e avere tutto quello che ci serve tra i filamenti del formaggio sciolto del toast. Unica differenza, lo si farebbe senza prosciutto, che lo diamo a Ernesto e Ratteo.
Quando ottieni quello che hai sempre voluto è il momento in cui ti rendi conto di quanto era bello semplicemente desiderare, senza le responsabilità che derivano dall'ottenere. La felicità è un atto di responsabilità e va difesa. Devi lavorare ancora più di prima per mantenerla. Consuma un sacco. Ha sempre fame. Ci mette un attimo ad ammalarsi e deperire e mutare e non appena diventa anche solo di un gradiente meno luminosa ecco che pensi di averla persa. Sono successe tante cose in questo anno terribile che mi hanno reso felice e solo dire la parola "felice" mi fa sentire sporco perché quella voce che costantemente urla in testa "tu non meriti di essere felice!!!" non è che ha smesso di urlare eh, continua a farlo, ma vedendo che un pochino io sono sereno ha fatto il broncio, incrociato le braccia, sbattuto forte i piedi per terra e si è andata a mettere in un angolo del cranio a escogitare un piano per farmela pagare.
Ho lavorato tanto in questi anni e neanche me ne sono reso conto. Tutte le volte che venivo qua a scrivere mi stavo preparando per fare qualcosa che non avrei mai pensato potesse accadere. Non ho la forza ahimè, per raccontare la mia storia a tutti, ancora, cosa che dovrei fare dato che devo andare in giro e promuovere la mia carriera di autore e spiegare pure tutte le altre attività che svolgo e cercare di sembrare interessante e intelligente e sagace e invece sono solo a pezzi e la socialità mi esaurisce.
Questo Natale lo sto passando come John McClane. Decisamente lurido e unto, senza scarpe, con un gran mal di testa, chiuso nel condotto di areazione mentre scappo da tutti. Mi farei portare di tanto in tanto qualche biscottino da Ratteo ma poi come cacchio riesco a strisciare fuori da qua dentro. La mia pancia ha raggiunto livelli che mai avrei pensato potesse raggiungere e il bello è che non mi interessa minimamente. Solo quando mi allaccio le scarpe dai, lì un po' intralcia. Non mi interessa perché sono entrato nei quaranta e finalmente "ho dato". Posso dirlo con fierezza. Ho dato. Ora tocca a qualcun altro darsi da fare ed essere bello e atletico e magro e muscoloso e pieno di talento io, ho dato. C'ho provato. Ha funzionato per un frangente e poi ha smesso e ho passato anni a cercare di rimanere come nei miei ricordi finché non mi sono reso conto che ero rimasto fermo. Bloccato. E non nel sistema di areazione come questa notte.
Ernesto non è più abituato a guardarmi scrivere, in effetti sono passati parecchi mesi. Non riuscivo più ad avvicinarmi a una tastiera se non per piccoli frangenti di tempo. Per rispondere a delle mail o per digitare nel motore di ricerca la categoria con la quale mi piacerebbe masturbarmi. Ernesto mi ha attaccato un piede, segnale che non accetta io sia distratto e che non lo stia degnando delle attenzioni che ritiene di meritare e meno male che non mi stavo adoperando per masturbarmi altrimenti sai che dolore se mi avesse addentato altro. Tipo il piccolo Ratteo che ho tra le gambe e che, nonostante la pancia sia cresciuta, resta sempre delle stesse dimensioni contenute.
Lo psicologo l'altro giorno mi ha chiesto cosa vorrei fare se scoprissi che in sei mesi tutto sarebbe finito. Gli ho chiesto cosa intendesse con tutto. Ha risposto tutto. Tu, il mondo. L'umanità: tutto. Anche la mia famiglia? Sì, anche la tua famiglia. No aspetta ma quindi anche mio nipote? Sì, anche tuo nipote. Cercherei di salvare la mia famiglia. Ha detto che non potrei farci nulla. Allora ho detto che andrei per strada e urlerei a tutti che il mondo sta per finire e che mancano solamente sei mesi anche se poi sembrerei uno di quei pazzi che urlano che siamo fottuti con un cartello scritto male e un cappello di stagnola e che quando li becchi mica gli dai retta, pensi che siano pazzi e torni a casa e te ne dimentichi mentre cerchi qualcosa di nuovo con qui masturbarti. Mi ha detto che non posso dirlo a nessuno, che sono l'unico ad essere informato e devo tenermelo per me. Allora ho pensato davvero a cosa avrei voluto fare, ma c'era un'altra domanda da porgli. Dovrei continuare a prendere farmaci oppure sarei senza la mia malattia? Ci ha riflettuto un attimo e poi mi ha fatto un grande dono. Saresti senza. Allora ho elencato tutti i posti che vorrei vedere e le cose che vorrei fare e il Giappone e nuotare con le balene e i cibi che vorrei mangiare e le droghe che vorrei provare per poi finire dicendo che un mese lo vorrei passare abbracciato a mio nipote, che non capirebbe e anzi, probabilmente mi caccerebbe via dicendo "zio Pattejo coza fuoiii" però a me andrebbe bene lo stesso. Voi cosa fareste, se rimanessero solo sei mesi?
Mi mancava la solitudine e sentirmi solo e parlare da solo e scrivere in questa condizione di silenzio totale. Nel palazzo di fronte non c'è nessuna luce accesa. Forse sono tutti usciti per cena o forse sono tutti rientrati nei loro paesi di appartenenza. Se ancora sono a Vienna è per questo motivo, da nessuna altra parte del pianeta riesci a sentirti così solo come qua. Per questo poi ti affidano due ratti.
Ernesto si è appallottolato sul divano. Ratteo si è addormentato sulla mia spalla. Spengo le luci, apro i regali che mi sono fatto e aspetto sia domani. È un Natale bellissimo ma sarà ancora più bello quando potremo farci dei toast insieme e raccontarci cosa ci ha insegnato il silenzio.
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Devi affrontare tu i tuoi demoni. Devi crescere sfidandoli e vincendo. Ogni giorno. Io ti sarò sicuramente vicino. Ma non tanto da condizionarti. Siamo esseri diversi. Ciascuno con una sua storia, da scrivere e da raccontare. Funziona così, la vita. Come funzioni l'amore, invece, francamente ancora non l'ho capito...
Aliantis
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(Rivolgendomi direttamente a Pavese:)
《 Sto completando la lettura di Paesi tuoi in un solo giorno, perché è molto coinvolgente.
C'è una povera ragazza uccisa da un fratell(astr)o che già prima l'aveva sverginata: una storia forte, che si mischia agli odori della campagna. C'è il protagonista, ultimo arrivato, che viene dalla civile Torino e si scontra con un ambiente rurale atavico, in apparenza accogliente - ma refrattario nel suo nucleo, composto da persone ignoranti.
La terra e il sangue sono i due elementi simbolici fondanti del mito, che si ritrovano, evidentissimi, in questo racconto.
[...] In una tua lettera dici che, se non avesse agito su di te quel poco di educazione ricevuta, saresti stato un banale "tipo da coltello". 😁
~ ~ ~
Devo ancora terminarlo, me ne restano alcune pagine, e non ho fretta. Ho letto evidenziando le rese narrative più magistrali, perché voglio capire come facevi a raccontare le cose: voglio "smontare la macchina", insomma, non solo leggere la storia per vedere come va a finire. Capisco perché sei ritenuto un autore importante: sei senza dubbio originale e "mimetico", adotti il linguaggio e persino il ritmo dei pensieri del protagonista.
Sai raccontare tanto bene le donne e l'effetto che fanno su un uomo. Infatti la povera ragazza, prima di essere uccisa, stava avendo una delicata e sensuale storia d'amore col protagonista. Ma vincono l'insensatezza e la brutalità del fratell(astr)o "tonto"...
Una lotta tra bestialità e civiltà, tra anarchia morale ed etica ragionata, tra cervello da rettile e cuore umano.
Il cittadino viene messo in mezzo e buggerato dal campagnolo, che non dispone di furbizia, ma del mero istinto dell'animale che si muove nel proprio habitat.
Si vede che avevi un rapporto ambivalente con le donne: un po' ti facevano tenerezza e le volevi coccolare, poi però pensavi a ciò che ti avevano fatto, alle tue difficoltà con loro, e allora ti saliva la rabbia e avresti voluto distruggerle insieme al dolore che ti davano.
È interessante che ti accada di provare "pena" per una ragazza: anche in questo romanzo, come già nel Diavolo sulle colline, il tuo protagonista prova questo sentimento per la ragazza che gli piace, mentre ella, avvicinando la faccia a lui perché la baci, si blocca per qualche istante, e sembra che stia cercando di guardare la propria faccia con lo sguardo di lui, temendo di non essere voluta, e rivelando la propria insicurezza.
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Ho terminato di leggere nel giro di poche ore il tuo romanzo breve. Dicono che tu sia uno scrittore amato dai giovani, ma io credo che questa storia così forte, pur se il protagonista è un venticinquenne, vada letta da persone adulte ed esperienti. È una storia archetipica, mitica, sulle pulsioni maschili più turpi: violare, possedere gelosamente, uccidere la donna. Il tutto, esasperato dall'ambiente chiuso, ignorante e fatalista della campagna. Sembra una tragedia greca, una tragedia annunciata, un passaggio obbligato del destino (un po' come il tuo suicidio e altri fatti di sangue che tuttogiorno accadono).
Credo che in paradiso non si possano più scrivere opere così truculente. Chissà come ti trovi in ambiente spirituale, senza questa materia ardente da plasmare. Sono preoccupata. 😅
È una bellissima risposta, grazie. 💗 La ricorderò, perché il tuo stato è una delle mie frequenti preoccupazioni.
Ho ammirato molto la precisione e varietà lessicale nel tuo romanzo: io ti abbraccerei infinitamente anche solo per la quantità di parole che conosci e per il gusto con il quale le adoperi. Altro che ufficiale! Non ho mai considerato affascinante la divisa, non m'interessano i gradi e le cariche militari e civili, m'incanta solo la tua umanità, così com'è: gli sforzi che fai per vivere, ciò che ti si agita dentro, la tua cultura, intelligenza, buon gusto; amerei anche la tua depressione, ma amo molto di più non vederti soffrire.
Adesso continuerò a leggere le tue Lettere. Quando incontrerò lettere indirizzate a donne, cercherò di non essere gelosa, pensando che una come me non l'hai incontrata mai, e praticamente con me la tua esperienza di donne riparte da zero. 》
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La passeggiata Anita Garibaldi a Genova Nervi è uno dei luoghi più suggestivi della città.
Immersa nella natura, offre un panorama mozzafiato sul mare e sulle colline circostanti.
La passeggiata prende il nome dalla celebre moglie di Giuseppe Garibaldi che qui soggiornò nel 1849.
Un percorso panoramico di circa due chilometri che parte dal Porticciolo di Nervi e arriva fino alla spiaggia di Capolungo.
Il sentiero è immerso nella vegetazione mediterranea e offre uno spettacolo unico sulla costa ligure, con i suoi colori, profumi intensi e una storia da raccontare...
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Team: Italian 2 Writer: Brie @briefle Artist: CC @ccssketchbooknstuff Beta: Moro @moro-the-sun Title: Na Pescatora, nu Folle i'llu Mare tràsinu 'nta nu bar. Link: https://archiveofourown.org/works/57002851 Ratings: Teen And Up Warnings: No Archive Warnings Apply Characters: GeminiTay, Grian Summary:
Una Pescatora, un Folle e il Mare entrano in un bar. C'è chi quasi annega, ma tutto bene qui! Nulla di rotto!
In un bar con luci al neon che lottano per rimanere accese ancora un'altra serata e bicchieri di vetro una volta cristallini diventati ormai opachi, due stanchi viaggiatori condividono un piatto di stuzzichini. Stasera il barista ha voglia di raccontare di nuovo la storia trita e ritrita di un piccolo porto di mare in qualche angolo di mondo sconosciuto, della Pescatora che vi ci aveva attraccato, e del Folle che l'aveva reso casa sua.
Al bancone uno dei due sembra molto interessato a sottolineare che, allora: no, non c'era nessun Folle. Il pescivendolo, perfettamente sano di mente, normalissimo, tra l'altro, che di sale in zucca ne aveva da vendere proprio. Accanto a lui una donna, che fa cenno al barista di portare un’altra vaschetta di patatine, ci tiene qui a precisare quanto sarebbe sorprendente se il sale che quel pazzo aveva in zucca fosse stato altro che tutta l'acqua di mare che si era dimenticato di sciacquar via.
Gli altri clienti erano più che altro grati dell'intrattenimento, a essere sinceri.
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An Angler, a Madman and the Sea walk into a bar. Someone almost drowns, but it's all good! It was an accident!
In a bar with neon lights fighting to stay on for just another night and once crystal clear glasses now all fogged up from use, two weary travellers share a plate of appetizers. Tonight the bartender fells like telling the ever-so-familiar story of a small seaport in some remote corner of the world, the Angler that docked there, and the Madman that made it his home.
At the counter one of the two seems very keen on letting everyone know that nono, there was no Madman, ok? The so very normal fishmonger, perfectly sane of body and mind, had his head on so very straight, the sanest person on the curb. Next to him, a woman who was nodding to the barman to bring cup of chips, leans in to add how that fool leaned his ear to the sea so hard trying to listen to voices, she'd be surprised his head was still screwed on to his neck.
The regulars were mostly glad for the entertainment, to be quite honest.
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“ Tina, nome di battaglia Gabriella, anni diciassette, giovane come tante nella Resistenza. Non ho mai pensato che noi ragazze e ragazzi che scegliemmo di batterci contro il nazifascismo fossimo eccezionali, ed è questo che vorrei raccontare: la nostra normalità. Nella normalità trovammo la forza per opporci all’orrore, il coraggio, a volte mi viene da dire la nostra beata incoscienza. E così alla morte che ci minacciava, che colpiva le famiglie, gli amici, i paesi, rispondemmo con il desiderio di vita. Bastava aprire la porta di casa per incrociare il crepitare delle armi, le file degli sfollati, imbattersi nella ricerca dei dispersi; partecipare dell’angoscia delle donne in attesa di un ritorno che forse non ci sarebbe stato: ma le macerie erano fuori, non dentro di noi. E se l’unico modo di riprenderci ciò che ci avevano tolto era di imbracciare il fucile, ebbene l’avremmo fatto. Volevamo costruire un mondo migliore non solo per noi, ma per coloro che subivano, che non vedevano, non potevano o non volevano guardare. E se è sempre azzardato decidere per gli altri, temerario arrogarsi il diritto della verità, c’erano le grida di dolore degli innocenti a supportare la nostra scelta, c’era l’oltraggio quotidiano alla dignità umana, c’era la nostra assunzione di responsabilità: eravamo pronti a morire battendoci contro il nemico, a morire detestando la morte, a morire per la pace e per la libertà. Vorrei che voi sfogliaste insieme a me l’album di ricordi, con i volti dei miei tanti compagni di grandi e piccole battaglie, fotografie scattate nei giorni della pace ritrovata, quando ci riconoscemmo simili. Mi rivedo, ci rivedo, con i capelli ricci o lunghi, barbe più o meno incolte, vestiti a casaccio, e tuttavia qua e là spuntano una certa gonna più sbarazzina, scarpe basse ma con le calzette colorate, un fermaglio su una ciocca ribelle, la posa ricercata di un ragazzo, e tutti insieme a guardare diritto l’obiettivo, tutti insieme sapendo che il futuro ci apparteneva, tutti insieme: questa era stata la nostra forza, la nostra bellezza. “
Tina Anselmi con Anna Vinci, Storia di una passione politica, prefazione di Dacia Maraini, Chiarelettere (Collana Reverse - Pamphlet, documenti, storie), 2023; pp. 3-4.
Nota: Testo originariamente pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2006 e nel 2016.
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La Democrazia Americana
"Portano violenza,
e poi vogliono insegnare al mondo come ci si comporta democraticamente,
non meritano la nostra ammirazione"
"Cari ascoltatori, è molto diffusa l’opinione, non solo in Italia, ma in mezzo mondo, che gli Stati Uniti siano un modello di democrazia. Io, naturalmente, non ho niente contro gli americani, però mi piacerebbe essere minimamente obiettivo per raccontare leggermente la loro storia. Intanto, in quanto ai loro presidenti, ne hanno stecchiti quattro o cinque, così, assassinati, cosa che per esempio in Italia non è mai accaduta, neanche in altri Paesi. Insomma, gli americani quando si stancano di un presidente gli sparano e poi fanno dei bei funerali, quattro lacrime, e si passa al prossimo da assassinare. Insomma, una cosa veramente vergognosa. Ma è la storia degli americani che è inquietante. E quindi l’America non merita tutta la stima che noi abbiamo nei confronti degli Stati Uniti. E vi racconto molto brevemente la loro storia: hanno cominciato con l’uccidere tutti gli apache, i famosi indiani, ci hanno girato mille film su questo argomento. I poveri indiani che si difendevano con l’arco e le frecce, e invece gli americani che usavano ovviamente il fucile e la pistola, e quindi, diciamo, una partita un po’ truccata, ma niente di più. Poi cos’hanno fatto gli americani? Sono andati in Africa e hanno deportato un numero sterminato di neri, li hanno schiavizzati, li hanno trattati male per secoli e adesso passano per quelli buoni, che naturalmente devono insegnare al mondo come ci si comporta democraticamente. Fatta anche questa operazione, cosa hanno fatto gli americani? Così io sintetizzo. Sono andati in Giappone e hanno sganciato due bombe atomiche, due, una su Nagasaki e una su Hiroshima, facendo una quantità sterminata di vittime e anche questa è una bella prodezza. Non paghi, sono andati in Corea a fare un’altra guerra, e anche lì è successo di tutto. Poi sono andati in Vietnam
a massacrare i vietnamiti, un’altra prodezza, diciamo. Poi sono andati in Iraq. Ricorderete, dove volevano esportare la democrazia, invece hanno esportato la morte, perché ne hanno stecchiti un vagone.
Poi hanno finito di fare
i bulli gli americani?
No signori, sono andati anche in Afghanistan.
E lì abbiamo visto com’è andata a finire. Si sono fermati vent’anni, dovevano cambiare la società, non hanno cambiato niente e hanno, diciamo, lasciato una scia di sangue, di morti ammazzati, come loro abitudine. Ecco, questi sono gli americani. E noi dovremmo guardarli con ammirazione nel tentativo di imitarli? Io penso proprio che no. Molto meglio noi italiani, che siamo un po’ confusionari, abbiamo avuto qualche problema, ma rispetto agli Stati Uniti siamo Biancaneve".
- Vittorio Feltri
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"Se dovessi morire"
Se io dovessi morire
tu devi vivere
per raccontare
la mia storia
per vendere tutte le mie cose
comprare un po’ di stoffa
e qualche filo,
per farne un aquilone
(magari bianco con una lunga coda)
in modo che un bambino,
da qualche parte a Gaza
fissando negli occhi il cielo
nell’attesa che suo padre morto all’improvviso, senza dire addio
a nessuno
né al suo corpo
né a se stesso
veda l’aquilone, il mio
aquilone che hai fatto tu,
volare là in alto
e pensi per un attimo
che ci sia un angelo lì
a riportare amore.
Se dovessi morire
che porti allora una speranza
che la mia fine sia un racconto!
Refaat Alareer è poeta, scrittore e professore universitario di letteratura comparata. Ucciso, nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 2023, in un raid israeliano a Gaza
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uno dei miei sogni proibiti è, quando avrò un marito, infilargli ogni mattina un bigliettino (che potrebbe essere di augurio di buona giornata, ad esempio) nella tasca della giacca. lui non toglierà mai i miei bigliettini dalla tasca della giacca perchè ovviamente mi amerà follemente, e dopo un po' ne accumulerà tanti da iniziare a fare *crunch crunch* ad ogni passo. i suoi colleghi inizieranno a guardarlo incuriositi finché qualcuno non gli chiederà spiegazioni e lui farà una risata un po' imbarazzata e dirà "eh, sapete, mia moglie..." alzando le mani come a dire che sono un po' pazza ma che non mi cambierebbe per nessun'altra al mondo. i suoi colleghi rideranno con lui e così avremo sempre una storia carina da raccontare su di noi :)
#fantasia romantica della mia vita da tipo un paio d'anni#“non hai mai avuto un ragazzo e pensi di sposarti?” voi direte#sì assolutamente sì#mi piace vivere di illusioni#*piange*#storiella#storia#pensieri#scrittura#amore#fantasia#beh non so#mio post#mio
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