#verità scomode
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aaquilas-blog · 2 months ago
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Storia di oppressione: dai popoli nativi alle tragedie attuali
Dietro le quinte, 𝐉𝐨𝐡𝐧 𝐖𝐚𝐲𝐧𝐞, 𝐢𝐧𝐜𝐚𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐢𝐭𝐨 𝐰𝐞𝐬𝐭𝐞𝐫𝐧 𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐬𝐮𝐨𝐢 𝐬𝐭𝐞𝐫𝐞𝐨𝐭𝐢𝐩𝐢, 𝐝𝐨𝐯𝐞𝐭𝐭𝐞 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐨 𝐝𝐚 𝐬𝐞𝐢 𝐮𝐨𝐦𝐢𝐧𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐞𝐯𝐢𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐠𝐠𝐫𝐞𝐝𝐢𝐬𝐬𝐞 𝐒𝐚𝐜𝐡𝐞𝐞𝐧. Hollywood non perdonò quella sfida: Littlefeather fu inserita in una lista nera, e la sua carriera d’attrice si spense prima ancora di iniziare. Ma il suo impegno come attivista continuò, alimentato dalla consapevolezza che il prezzo della…
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massimomelani58 · 2 years ago
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Verità scomode sull' essere un UOMO
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pensierodelgiornoblog · 10 months ago
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“Non fare domande di cui non vuoi sapere la risposta.” – Anonimo
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fioredialabastro · 4 months ago
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Come un albero di fico in inverno
Ci sono giorni dove la stanchezza prende il sopravvento. Lo so che l'impazienza è frutto delle pressioni sociali, che ciascuno ha i propri tempi e che anche i momenti apparentemente statici preparano in realtà la strada per quelli più dinamici. Ne sono consapevole, soprattutto perché lo sto anche sperimentando nella mia interiorità, imparando ad affidarmi di più a Dio in ciò che trascende il mio controllo. Volendo usare una similitudine evangelica, mi sento come quell'albero di fico in inverno, che ad una visione generale e superficiale sembra sempre rinsecchito, emaciato, fragile, quando in verità, man mano che si avvicina la primavera, sviluppa tanti piccoli germogli, così minuscoli che si possono scorgere solo mediante un'osservazione ravvicinata e attenta ai dettagli. Eppure, a volte vorrei solo non stare più in pena per il mio prossimo futuro lavorativo, non vagare più nella totale incertezza e scorgere qualche progetto concreto a cui aggrapparmi tra pochi mesi. Vorrei anche ricordarmi che cosa si provi ad essere desiderata sinceramente da un uomo, sentire il tepore accogliente di un abbraccio, il contatto con altre membra palpitanti, quel sacro fuoco in grado di riscaldare le gelide mura marmoree del mio tempio abbandonato, quel soffio vitale capace di dare vigore ad una statua travolta dall'edera. È come se un'assenza così prolungata negli anni mi avesse fatto precipitare in una sorta di insicurezza, tale da non farmi sentire più bella fisicamente, né femminile, né attraente; tuttavia, nel frattempo sono diventata profondamente fiera della mia identità e come una fiera vengo vista dagli occhi maschili, perché dolce, gentile, ma potentemente capace di penetrare i loro pensieri con uno sguardo, squarciare i veli della finzione, rivelare verità scomode, chiedere la loro anima in cambio della mia. Ciò mi fa sorridere amaramente, perché quando ero fragile, mi volevano possedere e dominare; ora che sono libera, mi vogliono sedare o evitare. Tuttavia, anelo ancora a quell'amore mai provato completamente, così reale e al contempo divino; so che esiste, il mio diletto sposo; così lo reclamo nel vento che ulula tra gli scogli durante una tempesta, lo cerco come un falco che perlustra le praterie, e lo attendo pazientemente, come un albero di fico in inverno.
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neversoulless · 3 months ago
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Il tempo ci rivela tutte le verità più scomode
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susieporta · 5 months ago
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La Giustizia
"Tutto chiede purezza"
"Dire la Verità", è un privilegio per pochi.
"Essere la Verità" stessa, è ancora più raro.
Appoggiare le nostre Maschere sul comodino e uscire nel Mondo senza bisogno di "nascondere" o "difendere", e senza sviluppare atteggiamenti di sfida, di rabbia, di bisogno di riconoscimento, è salute, è vitalità, è pienezza.
Offrire a se stessi il "permesso" per esprimere il proprio talento, per abbracciare la vita desiderata, per la piena e consapevole realizzazione della missione d'Anima, in coerenza e rispetto con la propria struttura fisica e psichica, è illuminazione.
Chi ama se stesso fin dentro le profondità, chi è onesto, sincero, integro e incorruttibile, non ha necessità di mentire, né di temere ritorsioni.
La Verità in Passato ci ha posto in condizioni "scomode".
Ma ci ha liberato dal dover "fingere" ciò che non eravamo e non potevamo essere, dall'obbligarci a compiacere gli altri, dalla triste e complessa dinamica delle alleanze e delle obbedienze.
Ci ha spogliati dalla "non Vita" che stavamo interpretando con così tanto ardore e inconsapevolezza.
Assecondare una Vita che non ci piace, accomodarci dentro alla "tranquilla" routine e sperare che prima o poi qualcuno venga a salvarci dalla nostra incoerenza, è tremendo.
Sentirsi vittime delle nostre stesse scelte, è velenoso.
Novembre ci invita a "dire la Verità".
Agli Altri in primis, ma soprattutto a noi stessi.
A vuotare il sacco. Fino in fondo.
A rinnovarci nell'onestà e nella trasparenza.
La Verità, espressa con chiarezza e amore, salverà il Mondo. Il nostro e, contestualmente, anche quello di chi ci cammina accanto.
Potrà non essere compresa o accolta con favore.
Ma è la Verità. E come tale apre una serie di ampie possibilità di crescita per tutti.
Basterà concedersi di esprimerla. E tutto cambierà.
Ma non sarà la nostra "parte vittima" a parlare. Sarà il Cuore.
Novembre ci guida all'atto finale delle nostre paure e reticenze.
Chiude "cicli di riverenza", "asservimenti al potere", "vittimismi", "timori di ritorsione", "bisogni di riconoscimento".
Chiude i "ricatti emotivi", gli "inchini", le "finte alleanze".
Rompe il silenzio e l'omertà dei "giusti".
Provoca partenze. Tante partenze.
Frantuma tutto ciò che non è retto dall'Onestà interiore.
Sconvolge.
Apre strade nuove. A volte perdendo nuovamente tutto, ma è un "perdere" voluto, partecipato, anelato.
Non è il "perdere della Vittima".
E' il coraggioso "perdere dell'Eroe" che ha ritrovato dentro se stesso la sua amata Itaca.
E la raggiungerà con tutti i mezzi. Dovesse pure ritrovarsi solo tra le onde del mare in burrasca.
Novembre ci stupirà. Ci lascerà assolutamente attoniti di fronte alla Potenza della nostra nuova Struttura Cristallina.
Ci regalerà attimi mozzafiato.
Ci trascinerà nel vortice del cambiamento repentino, veloce, inaspettato.
Faremo i conti con le subdole "bugie" che ancora ci raccontiamo.
E sarà bello vederle animarsi intorno a noi.
Gli Altri ne saranno la proiezione.
E noi sapremo perfettamente che stiamo guardando il nostro mancato coraggio, le nostre paure, le distorsioni che ancora ci impediscono di "cambiare scena".
E ce ne prenderemo carico. Per la prima volta "senza se e senza ma". Senza puntare il dito all'esterno. Senza distribuire colpe o recriminazioni. Senza aspettarci che l'Altro lo faccia per noi.
Con amore e riconoscenza. Con determinazione e forza d'animo.
Le vedremo danzare nel loro atto finale, le vedremo allontanarsi da noi come stormi di uccelli migratori, le saluteremo con la grazie e l'eleganza di chi sa che presto giungeranno nuove Primavere e nuove opportunità di "cambio direzionale".
Sarà bello e commovente. La Gratitudine inonderà i nostri occhi.
Si chiuderà un'Epoca interiore.
Lo sentiremo. Lo stiamo già sentendo.
Ultimi saluti. Ultimi abbracci.
E' tempo.
Fino ad aprile 2025, il nostro viaggio sarà dedicato a congedare persone e luoghi, ad accomiatare automatismi del Passato, a chiudere con parti di noi esaurite nella funzione evolutiva, a rischiarare la Verità dentro ai nostri passi.
E molto, molto ancora.
Ma un gradino alla volta.
La Terra si prepara all'ennesimo scossone. Stavolta si trascinerà via un bel po' di iniquità di Sistema. Attenti a dove mettete i piedi nei prossimi giorni.
Mirtilla Esmeralda
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anchesetuttinoino · 7 months ago
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Disinformatori di professione. Ci riferiamo alla redazione del Tg regionale del Piemonte, a partire dal capo redattore Francesco Marino e dai suoi diretti collaboratori Matteo Spicuglia e Chiara Pottini. Per ben tre volte, negli ultimi due anni, Democrazia Sovrana Popolare ha riempito, con numerose persone, saloni con assemblee e riunioni con i leader nazionali e, quello che dovrebbe essere il contenitore pluralistico della televisione di Stato in Piemonte, foraggiato con le tasse della collettività, cancella la nostra presenza. Non è un problema personale, nè di polemica partitica, perché siamo sicuri e ne abbiamo certezza, che l’ostracismo e la cancellazione della verità riguarda tutte le notizie scomode per il sistema di potere che, guarda caso proprio nella città degli Elkann e degli Agnelli, consente a quelli che vengono definiti come “giornalisti” di scegliere a loro piacimento le notizie nel loro bel baraccone costituito da un costosissimo isolato tra via Verdi e via Po a Torino, con i loro inutili uffici, dove giocano a fare la cosiddetta informazione. Facciamo girare questa vergogna tra i cittadini ed il popolo, affinché resti in memoria ed azione politica, verso questi che altro non sono che disinformatori di professione in una delle regioni più importanti del Paese. Nel nostro totale disprezzo, ci auguriamo ancora per poco, la Germania insegna. (Marco Rizzo).
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vintagebiker43 · 5 months ago
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Benita Frignona rimuove dalla memoria (la sua, ovviamente) le verità scomode.
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stregamorganablog · 1 year ago
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Ora devi sapere questo: i demoni ce li abbiamo tutti in dotazione, ragazza mia.
Siamo come terreno fertile, e la vita li fa crescere. Sono le nostre ombre, ce le portiamo appresso tutto il giorno, e la notte sono loro che fagocitano noi.
Ognuno sceglie delle soluzioni diverse: c'è chi ci fa a botte tutta la vita; c'è chi ne ha paura e ne diventa schiavo; c'è chi li mette in catene e li rinchiude in cantina, finché non si liberano incazzati ed affamati e non fanno una strage.
Se proprio vuoi saperlo, secondo me, la soluzione migliore è quella di farci amicizia.
Incredibile, vero? Non lo pensavi possibile, eh?
Non è facile, in realtà. Anzi, direi proprio che è la soluzione più complicata. I demoni non stringono amicizia facilmente, e farlo non richiede solo un certo coraggio, ma anche, soprattutto, talmente tanta di quella pazienza che sconfina quasi con la testardaggine. Non devi spaventarti per i graffi, e ancor meno per le sconfitte. E soprattutto non devi avere paura di lasciarli ammettere verità scomode: perché, va da sé, per farteli amici dovrai prima conoscerli spietatamente bene.
Ma, credimi, il giorno in cui ci riuscirai scoprirai una cosa incredibile: che i tuoi demoni ti somigliano. E che, per questo, saranno disposti ad insegnarti i loro poteri magici.
Catherine Black
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donaruz · 2 years ago
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Ti ho pensato proprio ieri, quando ho scritto il mio post sull'Acca Laurentia e il possibile collegamento con la nostra Sacra Accabadora.
Ho pensato a quanti inorridiscono a sentirne parlare, come se fosse un'assassina legalizzata da una comunità di incivili, come spesso, ancora ci definiscono.
Pensavo a quanta Bellezza nelle tue parole, per raccontarla, e a quanto le parole hanno potere.
Parole che non si vogliono sentire.
Perché certe verità sono scomode, e la donna deve restare sempre un passo indietro.
Hai deciso di andare via e ritornare alle stelle, da cui sei arrivata, proprio nella notte di San Lorenzo.
Forse la tua 'Accabadora interiore, ti stava chiamando.
Perché ogni vera Donna Sarda, lo è.
Colei che capisce i Misteri della Vita e della Morte, perché è "bogadora" e "accabadora".
"Come sopra, sotto"
L'equilibrio è stato ristabilito
A me, mancherai. Tanto.
Grazie per tutta l'abbondanza e la dignità.
Buon ritorno, Michela💖🌟
"Parlare è un potere e dare potere alle donne è sempre stata una cosa problematica nei monoteismi. «L’unico femminismo che ci piace è quello silenzioso della Madonna, – scriveva nell’editoriale prenatalizio del 2020 il giornalista di un quotidiano sovranista improvvisatosi teologo, per poi proseguire – è una madre giovane, semplice, dolce, il cui pianto non diventa mai piagnisteo e che ci insegna l’importanza della riflessione interiore». Il silenzio è una virtú, ma solo se sono le donne a praticarlo. Agli uomini nessuno chiede di tacere le loro riflessioni interiori, anzi sono cosí sollecitati a condividerle che è lecito sospettare che prima di parlare parecchi di loro non abbiano riflettuto a sufficienza. Invece al sesso femminile è consigliato di fermarsi alla fase del pensiero afono, proprio come la Maria di Nazareth che, secondo una certa ermeneutica strumentale tradizionalista, ci venne raccontata come creatura talmente annichilita dalle conseguenze dell’unica volta che ha aperto bocca da non voler aggiungere piú una parola per tutta la vita, dalla mangiatoia di Betlemme alla croce del Golgota".
Tratto da "Stai zitta" di Michela Murgia
Sei nata tu forse da sola, Maria? Sei uscita con le tue forze dal ventre di tua madre? O non sei nata con l'aiuto di qualcuno, come tutti i vivi?
- Io ho sempre... - Maria accennò a replicare, ma Bonaria la fermò con un gesto imperioso della mano.
- Zitta, non sai cosa dici. Ti sei tagliata da sola il cordone? Non ti hanno forse lavata e allattata? Non sei nata e cresciuta due volte per grazia di altri, o sei così brava che hai fatto tutto da sola?
Richiamata alla sua dipendenza con quello che le parve un colpo basso assestato con cattiveria, Maria rinunciò a replicare, mentre la voce di Bonaria si abbassava fino a diventare una litania priva di qualunque enfasi.
- Altri hanno deciso per te allora, e altri decideranno quando servirà di farlo. Non c'è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada, Maria, e tu dovresti saperlo più di tutti.
L'anziana sarta parlava con la sincerità con cui si fanno le confidenze agli sconosciuti sul treno, sapendo che non si dovrà sopportare mai più il peso dei loro occhi.
- Non mi si è mai aperto il ventre, - proseguì, - e Dio sa se lo avrei voluto, ma ho imparato da sola che ai figli bisogna dare lo schiaffo e la carezza, e il seno, e il vino della festa, e tutto quello che serve, quando gli serve. Anche io avevo la mia parte da fare, e l'ho fatta.
- E quale parte era?
- L'ultima. Io sono stata l'ultima madre che alcuni hanno visto.
Tratto da "Accabadora" di Michela Murgia
Maldalchimia.blogspot.com
Tiziana Fenu ©®
Figlie della Madre
*Un grande libro che non si dimentica *
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passaggioalboscoedizioni · 2 months ago
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA 🇮🇹
Valentina Motta
DONNE, EROINE, MARTIRI DELLE FOIBE
Storie al femminile sulla frontiera orientale
(1943-1945)
C’è un universo femminile – fatto di mogli, figlie e madri – che ruota attorno alla tragedia delle foibe: tantissime donne che furono vittime e martiri della violenza dell’oppressore e che talvolta, con l’esempio e con l’azione, assursero al ruolo di vere e proprie eroine.
Le loro storie, spesso occultate o distorte, restano ancora misconosciute al grande pubblico: il silenzio assordante che ha avvolto le loro vicende per decenni – evidentemente scomode e ingombranti per i presunti paladini della “libertà” e del “femminismo” – deve essere squarciato dalla sacrosanta ricerca della verità.
Questo libro – ricco di aneddoti, interviste, immagini e dettagli anche inediti – rappresenta una ricerca unica nel suo genere, che getta una nuova luce sui drammatici fatti che caratterizzarono la frontiera orientale tra il 1943 e il 1945. In queste pagine, libere e senza filtri, sono racchiuse le storie di donne comuni, che il coraggio e il sacrificio hanno reso immortali.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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disperata-mente-piccante · 2 months ago
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Avevo solo quello a casa, quindi per oggi me la sono portata in ufficio e almeno per "effetto placebo" mi faceva sentire più tranquillo, domani vedrò di recuperare qualcosa di più appropriato.
E ti svelerò un altro segreto, la Tachipirina fa schifo, però nessuno lo ammette
Prima intervieni e meno durerà.
Io l'ho ammesso, sempre pronta a sbattere verità scomode in faccia agli altri ahahahah
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tiaspettoaltrove · 11 months ago
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Dovete parlare, non chiacchierare.
Le persone sentono la necessità della conversazione. Così dicono, almeno. Il problema sapete qual è? Che non conversano, non parlano, ma chiacchierano. Che è ben diverso. Sento conversazioni fatte di pettegolezzi, sempre di “altre persone” (il tizio o la tizia famosa di Instagram o Tik Tok, il “vip” televisivo, ecc.). La costante ricerca di scandali, di scoop. Di qualcosa, appunto, di cui chiacchierare. Si fugge sempre da se stessi. Non si fanno mai discorsi veramente seri, ma si parla sempre per slogan. Anche se si butta in mezzo la politica, le cose che si sentono sono troppo attaccate ai mezzi di comunicazione di massa. Mi manca un po’ di originalità, di verità. Mi mancano le radici perdute. Mi mancano quelle persone che ragionano con la loro testa, che vanno controcorrente, ma che ci vanno veramente. Vedo un sacco di fotocopie, persone tutte uguali, una massa senza carattere. Dov’è il guizzo? Dov’è l’egemonia dell’intelletto? Non la vedo, non la vedo più. Tutti troppo condizionati da altro. Avete annientato voi stessi, in nome dell’accettazione sociale. Cercate sempre un riferimento, che però trovate solo in chi come voi cerca un riferimento. Insomma, niente solidità, ma anime vaganti che non si reggono in piedi. Non parlo di Tumblr, ragazze, parlo della vita vera. Qui si parla quasi sempre di erotismo perché è l’aspetto più immediato e viscerale che s’accende tra due sconosciuti. Ma là fuori è diverso. E nei gruppi di persone non riesco mai a capire il senso: il senso della conversazione, delle opinioni superficiali, dell’idiozia di fondo che mi rattrista sempre in grandi quantità. E penso che, in realtà, il sesso sia proprio il tentativo di compensare questa carenza di spessore. La ricerca di una scarica elettrica che fa uscire dall’ordinario. Non i soliti discorsi triti e ritriti, ma una bella ventenne che arriva d’improvviso e ti bacia in bocca. O quelli che nei luoghi di lavoro si fanno l’amante e vanno nei bagni a divertirsi. Non condivido certi comportamenti, ma comprendo ciò che li scaturisce. Siamo annoiati, ma non facciamo niente per cercare di smettere di esserlo. Vi trascinate nei commenti ai “reality show” visti alla televisione, ma la vostra vita l’analizzate mai? Ci riflettete? Ne parlate con le persone care? E non negli aneddoti trascurabili, ma nelle pieghe più profonde, scomode, peculiari. Li esprimete mai i vostri desideri? Li palesate? E ascoltate con dedizione chi vi dedica il proprio tempo per raccontarvi qualcosa degno di nota? Non userò la retorica del: “Tutti con la testa sul cellulare” e bla bla bla, non c’entra niente, anche quella è solo una conseguenza. Siamo drogati, certamente, ma la nostra droga è la paura. Lo “smartphone” è solamente un espediente, uno strumento nel quale rifugiamo le nostre doppie e triple vite. E sapete perché? Perché non sappiamo vivere quella principale. Iniziate ad essere interessanti. O provateci, perlomeno. Prima o poi qualcuno se ne accorgerà, di questo son certo. E ne gioveremo tutti.
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sognosacro · 10 months ago
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A volte dobbiamo dire verità scomode alle persone.
Alcune cercano di combattere, altre rifiutano il proprio specchio
Altre si sottomettono...
Ma tutte, cercano di condurti a smettere.
Il diavolo non guarda mai il suo riflesso, perchè è troppo brutto.
Per questo la verità ferisce le persone, le verità scomode, quelle che sembrano rimproveri.
Perchè finalmente una persona si accorge, del lato oacuro di qualcosa, che continuavamo ad accettare, fino al punto limite, quello in cui la goccia fa traboccare il vaso e la verità oscura viene detta.
Lì la persona, non può più andare avanti allo stesso modo.
Quando vede il suo riflesso, ne raggiunge la consapevolezza, una persona malvagia la migliora svantaggiosamente, una persona buona, cambia, cresce.
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susieporta · 10 months ago
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📌Lo sapevate che... il mito di Cassandra ci insegna che la verità, specialmente se scomoda, resta spesso inascoltata.
Cassandra era una principessa troiana che aveva il dono della preveggenza. Le sue capacità tuttavia la rendono un’emarginata: è biasimata dai suoi parenti perché profetizza eventi luttuosi e nonostante la veridicità delle sue profezie, viene trattata come una folle e creduta, quando ormai è troppo tardi. Il dio Apollo, infatti, a seguito del rifiuto ricevuto nel tentativo di sedurla, la punì togliendole il dono della persuasione.
Il destino di Cassandra è il destino di coloro che sanno interpretare gli eventi, che tentano di avvertire la comunità di un pericolo imminente, ma che proprio in virtù della loro saggezza vengono derisi e restano inascoltati.
La saggezza di Cassandra viene rifiutata, perché si fa portavoce di tutte quelle verità scomode che non è sempre piacevole udire. Chi parla con sincerità viene spesso frainteso e negli agoni politici il popolo da la sua preferenza a chi invece lo seduce e lo lusinga. Costui riscuote sempre un grande successo perché sfrutta le speranze e le paure del suo uditorio; alimenta tali speranze con grandiose promesse, ma si tratta appunto di “illusioni” a cui l’uomo tuttavia non può fare a meno di credere, condannando all’oblio le tante “Cassandre”, che continuano a gridare la verità.
Opposta a Cassandra è la figura di Clitemnestra, moglie di Agamennone ed abile oratrice, i cui discorsi, seppur menzogneri, sono invece estremamente persuasivi. Clitemnestra a differenza di Cassandra aveva il dono della persuasione, è la personificazione mitica del politico/oratore che non si fa scrupolo alcuno. «Chi sa illudere gli uomini può facilmente diventare loro padrone, chi tenta di disilluderli è sempre loro vittima.»
🔎Fonte :Professor X
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stellastjamessongs · 2 years ago
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The Job Interview
Aveva impostato la sveglia di buon mattino e l'aveva disattivata al primo trillo, essendo già più che cosciente. Era riuscita a dormire discretamente rispetto alle proprie (pessime) aspettative, sicuramente aiutata dalla serata in compagnia e dalla conversazione spensierata e non troppo concentrata sul colloquio che avrebbe avuto da lì a poche ore. Si era sollevata dal letto e, camminando con passo felpato per non disturbare il ragazzo o Pooka che ancora dormiva nella cuccetta, si era diretta verso la cucina. In verità il rimescolio all'altezza dello stomaco era ben diverso da quello che solitamente precedeva la colazione, ma aveva già optato per qualcosa di leggero che le desse energia ma non rischiasse di appesantirla o, peggio ancora, comportasse effetti collaterali ben poco gradevoli con la prospettiva di un incontro così importante. Aveva quindi sorseggiato una tazza di the e si era costretta a mangiare almeno tre biscotti. All'arrivo di un Pooka scodinzolante e allegro, si era affrettata a versargli acqua e croccantini nelle sue ciotole ed era tornata in camera, chiudendosi l'uscio alle spalle.
Quindi (dopo aver controllato l'orologio e aver constatato che sì, era perfettamente in orario con il programma pre-colloquio), aveva steso il tappetino e indossato un completino elasticizzato che le consentisse agevolmente di seguire la sedicente playlist rilassante di un'insegnante di yoga. Dopo circa un quarto d'ora, dovette arrendersi e ammettere che era difficile stabilire se la donna avesse sopravvalutato il proprio talento, o se avrebbe dovuto rassegnarsi al fatto che il proprio corpo fosse letteralmente incapace di rilassarsi. Non restava che cominciare a prepararsi con calma e con serenità. Aveva già estratto dall'armadio il completo confezionato da Quinn e nella valigetta aveva già inserito tutta la documentazione necessaria, gli spartiti e il MacBook.
Dopo la doccia si era spalmata la crema per il corpo e, attenta a non sgualcirlo, aveva indossato il tailleur: una camicetta di un rosa antico, sotto una giacca di una sfumatura più accentuata e abbinata ai pantaloni che ne fasciavano perfettamente le gambe. Aveva indossato le scarpe eleganti ma assai scomode il cui tacco avrebbe dovuto slanciarla (se non si fosse presa una storta prima, mandando all'aria il colloquio stesso) e si era applicata un trucco leggero, prima di dedicarsi ai capelli che erano modellati in una lieve ondulatura. Aveva quindi indossato orecchini abbinati, un orologio da polso più elegante di quello quotidiano e un bracciale. Studiò il proprio riflesso un'ultima volta, lisciando la camicia da pieghe invisibili e traendo un profondo respiro, prima di accennare a un sorriso. “Buongiorno,” cinguettò a voce bassa, “mi chiamo Stella St. James, ho sempre sognato di incidere le mie canzoni e...” si interruppe, scuotendo la testa e dovendo resistere dall'impulso di passarsi le mani tra i capelli. Inspirò ed espirò profondamente, prima di schiudere gli occhi e ricominciare. “Mi chiamo Stella St. James e... credo che darò di stomaco da un momento all'altro,” gemette con voce più stridula, accomodandosi sul bordo della vasca da bagno.
Si interruppe al suono del cellulare la cui suoneria personalizzata le segnalò che si trattava della madre, come prevedibile. Seppur avesse il timore che avrebbe rischiato di vomitare se avesse parlato a lungo e prima del colloquio stesso, si costrinse a ritornare nella camera da letto per rispondere. Ma, dopotutto, la madre aveva la straordinaria capacità di condurre quasi da sola un'intera conversazione, ragion per cui dovette limitarsi a dei mormorii che le dessero prova che stesse ascoltando e fosse d'accordo. Riuscì persino a ridere della minaccia non troppo velata di sporgere denuncia contro la casa discografica nel caso in cui le avessero fatto intraprendere a vuoto quel viaggio. Le promise che le avrebbe telefonato nell'esatto momento successivo all'esito del colloquio e sospese la chiamata. Solo allora lesse i messaggi di incoraggiamento e di auguri degli amici e delle amiche, quelli di Rebecca e di Karen e l'ansia, per brevi secondi, cedette il passo alla tenerezza e a un pizzico di commozione. Scosse il capo e le parve quasi di sentire la voce di Quinn che le intimava: “Non pensarci neppure! Non è un mascara waterproof!”
Si rimise in piedi e controllò la propria agenda e l'orologio: aveva spuntato tutte le voci della lista, aveva tutto il necessario addosso e nella valigetta. Quindi, in teoria, era pronta. Devo solo smetterla di tremare e uscire da questa stanza, si disse con un ultimo sospiro. Socchiuse gli occhi, appoggiò la mano sulla maniglia, rilasciò il respiro e infine uscì dalla propria camera.
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