#supporto alle famiglie
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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+Sport 2024: Contributi per Famiglie e Associazioni Sportive a Casale Monferrato
Sostegno economico allo sport giovanile e alle associazioni dilettantistiche per favorire l’inclusione e l’aggregazione sociale.
Sostegno economico allo sport giovanile e alle associazioni dilettantistiche per favorire l’inclusione e l’aggregazione sociale. La città di Casale Monferrato lancia per il 2024 l’iniziativa +Sport, un bando che si propone di sostenere lo sport giovanile, offrendo contributi economici sia alle famiglie che alle associazioni sportive dilettantistiche. L’obiettivo dell’iniziativa è incentivare la…
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smokingago · 1 year ago
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Il discorso integrale di Gino Cecchettin al termine dei funerali della figlia Giulia, 22enne uccisa dall'ex fidanzato.
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«Carissimi tutti, abbiamo vissuto un tempo di profonda angoscia: ci ha travolto una tempesta terribile e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai. Ci siamo bagnati, infreddoliti, ma ringrazio le tante persone che si sono strette attorno a noi per portarci il calore del loro abbraccio. Mi scuso per l'impossibilità di dare riscontro personalmente, ma ancora grazie per il vostro sostegno di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili. La mia riconoscenza giunga anche a tutte le forze dell’ordine, al vescovo e ai monaci che ci ospitano, al presidente della Regione Zaia e al ministro Nordio e alle istituzioni che congiuntamente hanno aiutato la mia famiglia.
Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente,
un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà:
il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti. Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà
prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso
e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente,
a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro. La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza. La prevenzione della violenza inizia nelle famiglie,
ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti. Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere. Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne. Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme
per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente
coloro che hanno il meglio di tutto,
ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,
ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma. Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia. Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotto questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano. Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare. E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio.
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tizianacerralovetrainer · 1 year ago
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Risuonano forti le parole lette in chiesa durante l’ultimo saluto a Giulia dal suo papà, Gino Cecchettin.
“Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria.
Allegra, vivace, mai sazia di imparare.
Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti.
Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita.
Come può accadere tutto questo?
Come è potuto accadere a Giulia?
Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere.
Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possessoe all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente, a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro.
La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza.
La prevenzione della violenza di gene e inizia nelle famiglie, ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti.
Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere.
Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento.
La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne.
Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma.
Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia.
Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotta questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano.
Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare.
E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio”.
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pettirosso1959 · 3 months ago
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Si può provare orrore per una data?
No. Altrimenti dovremmo provare orrore per l'intero calendario.
Oggi è un anno da quella che i nazisti islamici di Gaza hanno chiamato عملية طوفان الأقصى, Operazione Alluvione di AlAqsa.
Operazione: considerano "operazione militare" stuprare donne e uomini, sventrare donne incinte, estrarre il nascituro e metterlo nel forno, massacrare a mani nude bambini terrorizzati, riempire di chiodi il pube di ragazzine facendole morire dissanguate, portare in trionfo corpi di donne seminude insanguinati, per offrirli agli sputi del pubblico in un gran festeggiamento popolare. E tutto il resto dell'orrore che piano piano sta venendo a galla.
L'orrore non è la data del 7 ottobre. L'orrore è quella gente, la loro ideologia religiosa che mette al primo posto dei suoi "valori" l'uccisione degli ebrei, come prescritto dal Corano, "farli vivere nel terrore".
L'orrore è la massa disumana di Gaza che ha avuto 18 anni di tempo per potersi riscattare da quell'ossessione.
Il 22 agosto del 2005 furono deportati dalla striscia di Gaza gli ultimi degli 8600 ebrei presenti, nell'ennesima illusione che ciò potesse servire a costruire una convivenza di pacifica separazione.
Ma questi 18 anni sono stati un incubo continuo per l'intero sud di Israele. E nessuno dei vari governi che si sono succeduti ha preso atto dell'unica cosa che era fin troppo chiara già dall'agosto 2005, quando i selvaggi di quella regione distrussero le serre e tutte le strutture agricole che Israele gli aveva lasciato in dono, per trasformare quell'area in un poligono di lancio per missili.
Chiedete agli abitanti di Sderot, di Ashkelon, di Ashdod, di Be'er Sheva, di Netivot ecc.
Quante tonnellate di missili si sono accumulati! Per non parlare degli oggetti incendiari che sono stati inviati, dei danni al patrimonio boschivo, agli allevamenti e alla fauna selvatica. Per non parlare della vita da incubo scandita da continui allarmi e corse al rifugio! Per non parlare dei morti.
Il 7 ottobre 2023 era nell'aria già il 22 agosto 2005.
Oggi circa 1.500 israeliani insieme alle famiglie dei rapiti e degli atleti olimpici hanno percorso in bicicletta il tratto dal parcheggio bruciato di Takuma fino al sito del festival Nova.
Un'iniziativa che definirei sinistramente petalosa.
Oggi la gente di Gaza dovrebbe essere bombardata di musica tekno assordante a tutto volume e senza sosta, intervallata solo dagli urli di orrore delle vittime, estratti dai video che loro stessi hanno postato su internet per vantarsi, dagli urli di gioia delle loro mamme, dalle loro benedizioni di risposta all'annuncio vittorioso dei loro figli urlanti: "MAMMA, HO UCCISO UN SACCO DI EBREI!" "ALLAH TI BENEDICA, FIGLIOLO!"
La gente di Gaza meriterebbe questo, senza sosta, notte e giorno, sempre più forte, da far tremare la terra. Per disperazione dovrebbe desiderare la sordità, la morte.
Ma non accadrà nulla di tutto ciò. Israele continuerà a farsi colpire, dal nemico, continuerà a farsi bacchettare in coro dal mondo che odia gli ebrei, con l'Europa in prima fila, grande esperta in campi di sterminio per ebrei e oggi guidata dalla figlia di un nazista.
Sembra che qualcuno sia in attesa dell'esito delle elezioni americane di novembre, nella speranza che quelle pongano fine al supporto di zio Sam al terrorismo islamico, agli infiniti doni al suo sponsor principale dell'area, il regime degli ayatollah.
Inoltre, a Washington stanno facendo di tutto per incrinare quell'equilibrio fragilissimo di rapporti Israele-Russia, che vede la Russia, legata dall'alleanza con Damasco ereditata dall'URSS, e legata ai numerosi cittadini israeliani di origine russa.
Ma nessuno ci assicura che a novembre l'Asse del Male di stampo DEM verrà sconfitto. Nessuno ci assicura che Trump non venga ucciso, una volta eletto, né che sia messo in condizioni di poter tenere fede alla proprie promesse.
L'ebreo che non conta solo sulle proprie forze è un ebreo morto. Israele questo non lo dimentica.
Fulvio Del Deo, 7 ottobre 2024
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piusolbiate · 1 month ago
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Amare per … Amare come …
Il 29 novembre si è tenuto, presso il Centro Socio culturale di Solbiate Olona, un incontro dal titolo “Amare per ….Amare come…”, un evento dedicato al contrasto della violenza sulla donna.
La serata, introdotta dai saluti dall’assessore alle politiche sociali e alla cultura Giada Martucci, è stata moderata dalla presidente della Commissione sociale Letizia Valerio, che ha proposto al pubblico la lettura di un brano tratto dal libro “Effimera libertà” di Amilca Ismael.
Non è stato semplice restare indifferenti alle parole di grande sofferenza, di paura per la propria vita, di senso di ingiustizia per il sangue versato e per il corpo offeso di una giovane donna. Certamente hanno ricordato con forza che la violenza sulle donne è una delle più gravi violazioni dei diritti umani.
La moderatrice, riportando alcuni dati, ha sottolineato che la violenza contro le donne è un fenomeno generato da molti fattori interdipendenti che riguardano diversi ambiti: sociali, culturali, politici e relazionali.
In Italia, i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. La violenza all’interno delle relazioni affettive è la più diffusa in ogni società e cultura.
Per l’occasione, sono state coinvolte due psicologhe, la dott.ssa Stefania Benazzi, psicologa e psicoterapeuta del Centro accoglienza ICORE di Marnate e la dott.ssa Alessandra Borsani psicologa coordinatrice di un servizio per le famiglie che accoglie anche donne e minori vittime di violenza.
L’intervento delle relatrici ha riguardato
•           la Violenza psicologica e del Controllo
•           gli effetti della violenza sulla donna, sulla mamma, sui bambini, da parte dell’uomo
•           l’importanza della rete sociale e della rete istituzionale
Hanno fatto da cornice ed arricchito l’incontro una Mostra del Gruppo Artisti di Solbiate e la lettura di poesie da parte di alcuni poeti solbiatesi.
La serata, densa di nuovi significati, ha lasciato spazio ai numerosi interventi del pubblico sia sul tema che sull'importanza di continuare a gettare semi di conoscenza utili a favorire lo sviluppo di una rete sociale che sia di supporto alle vittime di violenza.
Un Grazie particolare al Centro Antiviolenza ICORE che si occupa di ascolto ed accompagnamento contro la violenza verso le donne: "Tu, non sei sola". https://www.centroantiviolenzaicore.com/
La mostra delel opere degli artisti solbiatesi proseguirà fino all'8 di dicembre, presso il Centro Anziani in Piazza Gabardi. Orari di apertura da lunedì a venerdì dalle 15,00 alle 18,00.
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kon-igi · 2 years ago
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Questo è il bel lavoro di una vecchia amica bolognese, una di quelle che vengono dal passato come in una canzone di Guccini (e come in una canzone di Guccini, con lei mi sono fatto delle belle bevute, quando avevamo vent’anni ed eravamo stupidi... ma anche giovani e belli).
ll mio ultimo figlio, Turi Tourette, sostiene Tourette Italia Onlus per la ricerca e il supporto alle famiglie dei bambini con SdT. Il 50% dei miei diritti d’autore sarà devoluto, se mi aiutate ad aiutare sarei molto contenta. Passate parola a chiunque possa essere interessato. È un romanzo divertente, scritto con uno speciale carattere che agevola la lettura alle persone con dislessia. ❤️
https://www.amazon.it/gp/aw/d/B0C47RGF8G?psc=1&ref=ppx_pop_mob_b_asin_image#immersive-view_1684092416059
Aiutatela, anche solo con un gentile reblog, perché merita... per me a prescindere <3
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ginogirolimoni · 3 months ago
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Un conto sarebbe stato prevedere sgravi fiscali per le famiglie (anche coppie non sposate) con figli piccoli, un conto è tassare i single. Con quest'ultimo provvedimento lo Stato penalizza chi fa la scelta di vita di non sposarsi e di non avere figli, ed anche chi, pur volendoli, non li ha potuti avere. Più che una manovra di bilancio questo provvedimento mi ricorda la tassa sul celibato introdotta dal fu Benito Mussolini.
Inoltre, se vuoi fare le cose per bene e garantire un supporto economico alle giovani coppie, non devi dare loro un bonus una tantum, ma un introito continuativo per anni , perché i figli costano, e costano molto.
Ciò puoi farlo solo in due modi: o stanziando per ciascun bambino una cifra mensile fino alla sua maggiore età, oppure garantire ai genitori un lavoro ben pagato e la possibilità di occuparsi del proprio figlio, soprattutto quando è piccolo, percependo una percentuale alta dello stipendio, senza perdere il lavoro.
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kiki-de-la-petite-flaque · 8 months ago
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Madri, staffette, combattenti: la liberazione delle donne
Non erano delle fanatiche, né portavano per partito preso il coltello in mano o fra i denti le 35mila donne che dal 1943 al 1945 parteciparono alle azioni di guerriglia partigiana per liberare l’Italia dal nazifascismo. Le oltre 4.500 arrestate, torturate, condannate, le 623 fucilate, impiccate o cadute in combattimento, oppure le circa tremila deportate in Germania cercavano semplicemente un’esistenza più dignitosa in un Paese libero dall’autoritarismo fascista. Agognavano spazi di libertà al di fuori dagli schemi precostituiti di un regime che le aveva relegate sempre più a fondo nella sfera familiare e domestica. Molte combatterono in montagna dimostrando abnegazione e coraggio, altre cospirarono, fiancheggiarono, fornirono supporto di ogni tipo ai ribelli nella più totale clandestinità, altre ancora tennero tenacemente in piedi famiglie divise, segnate da violenze e lutti.
Illustrazione Milo Manara
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salvo-love · 7 months ago
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ELEZIONI EUROPEE 2024: SCEGLI i DIFENSORI della VITA !
Gentile elettore ed elettrice,
ci stiamo rapidamente avvicinando alle elezioni europee che si terranno l’8 e il 9 giugno.
Oggi insieme a te intendo vedere da vicino quali sono i criteri che devono ispirare la scelta di chi, come me e te, crede al primato dei principi non negoziabili (vita, famiglia, libertà educativa).
Ti ricordo che attraverso la difesa e la promozione dei principi non negoziabili non si fa altro che difendere e promuovere la stessa dignità umana.
“Questi principi non sono verità di fede anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede. – ricordava Benedetto XVI nel marzo 2006 – Essi sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa”.
Ebbene, sulla base di quanto hai appena letto, mi sono chiesto quali formazioni politiche intendono riaffermare e garantire la difesa dei principi non negoziabili.
Ho deciso allora di consultare i programmi dei principali movimenti e partiti politici che si presenteranno alle prossime elezioni di giugno (che puoi consultare qui▶️ https://pagellapolitica.it/articoli/programmi-partiti-italiani-elezioni-europee-2024?utm_source=newslettergvv&utm_medium=email&utm_campaign=24VD338 ). https://pagellapolitica.it/articoli/programmi-partiti-italiani-elezioni-europee-2024?utm_source=newslettergvv&utm_medium=email&utm_campaign=24VD338
Ecco allora che te li presento in una rapida carrellata:
- Fratelli d’Italia, in apertura del suo programma, scrive che intende difendere l’identità dei popoli e delle Nazioni europee e le radici culturali dell’Europa, incarnate “dalle nostre radici classiche e giudaico-cristiane”.Al tema della natalità viene dedicato un apposito punto del programma (n. 5), indicando “nella crescita demografica la chiave del futuro”. Si propone inoltre di investire “una significativa parte del bilancio europeo per finanziare le politiche di supporto alla famiglia e alla natalità intraprese dagli Stati membri”.
- La Lega propone la “storica battaglia” volta a riaffermare “l’importanza delle (…) radici giudaico-cristiane” dell’Europa e si impegna a contrastare i tentativi dell’ideologia “woke” e del fanatismo religioso (il riferimento implicito è alla religione islamica), di cancellare “i valori storici e culturali dei popoli europei”.
- Forza Italia in apertura rivendica “le (…) radici giudaico-cristiane e liberali” dell’Europa. Dedica a famiglia e natalità un apposito punto del programma (n. 9). A proposito della prima, Forza Italia sottolinea come sia “al centro della nostra politica’’ e che intende offrire “le condizioni migliori per la creazione di una famiglia”. Per quanto riguarda il tema della natalità, il partito fondato da Silvio Berlusconi vuole “includere la natalità tra gli obiettivi di policy della prossima programmazione dei fondi europei”. In particolar modo, “tutte le risorse distribuite agli Stati membri dovranno sostenere anche le famiglie e la maternità”.
- Nel programma di Azione di Carlo Calenda (che racchiude al suo interno altre 8 formazioni politiche) non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Si fa esclusivamente cenno ai temi rappresentati dalla denatalità e dall’invecchiamento della popolazione, proponendo di arginare il fenomeno attraverso “l’unica leva su cui l’Unione può fare affidamento”: l’immigrazione lavorativa, “ovvero attrarre forza lavoro da paesi extraeuropei”.
- Nel programma di Stati Uniti d’Europa, la lista che comprende Italia Viva di Matteo Renzi e Più Europa di Emma Bonino oltre ad altre 4 formazioni politiche, non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Si sottolinea, invece, il fatto che “nell’Unione europea tutte e tutti devono essere liberi di costruire la vita a cui aspirano, indipendentemente da chi amano…”. Si legge, inoltre: “ci batteremo perché nella UE nessuno metta in discussione i diritti acquisiti nel campo delle libertà individuali. Particolare attenzione andrà riservata ai diritti dei minori, che non possono essere messi in discussione dall’inerzia legislativa di alcuni Stati; nessun bambino dovrà mai essere discriminato sulla base della famiglia di appartenenza. Riteniamo inoltre necessario ripensare le strategie di contrasto al traffico illegale di stupefacenti attraverso un lavoro di comparazione tra le legislazioni più moderne adottate dai diversi Paesi, a partire da quelli europei” (n. 6).
- Nel programma del Partito Democratico non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Al paragrafo “Per un’Europa femminista” si legge: “Vogliamo un’Europa (…) dove le ragazze e i ragazzi siano informati sui propri diritti, sui propri corpi e sulle proprie relazioni. Dove i prodotti per il ciclo mestruale e i contraccettivi siano liberamente disponibili. Dove gli individui possano definire liberamente la propria sessualità, il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere. (…)” E ancora: “vogliamo un’Europa che riconosca tutte le famiglie, incluse le famiglie monoparentali e omogenitoriali, come comunità ed unioni di affetti”.
- Nel programma di Alleanza Verdi e Sinistra non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Al paragrafo “l’Europa dei diritti e delle libertà civili”, si legge che è necessario “garantire l’uguaglianza per le persone LGBTQIA+, in particolare attraverso il riconoscimento reciproco dei diritti e doveri familiari anche in materia di tutela dei figli”, oltre alla “parità di diritti per le coppie dello stesso sesso uniformando la legislazione su unioni civili, matrimonio, adozione e filiazione”. Come hai potuto leggere anche tu, le forze politiche di centro-destra dedicano un’attenzione più o meno omogenea alla difesa ed alla promozione della famiglia e della natalità, anche se è necessario rimarcare il fatto che nessuno di loro dedichi specifici passaggi al delicato tema educativo.
E, dicendocela tutta, in fondo poteva essere fatto uno sforzo ben maggiore.
Viceversa, se ci si sposta dal centro dello schieramento politico verso sinistra, si passa rapidamente dall’assoluto silenzio al totale disinteresse (se non di negazione implicita) verso i temi della vita e della famiglia.
Bisogna anche non sottovalutare un aspetto che rischia facilmente di finire in secondo piano. Il programma di una formazione politica ha infatti probabilità di essere impattante in Europa se il gruppo parlamentare nel quale siede è affidabile.
Tanto per fare un esempio, il Partito Popolare Europeo, di cui fa parte Forza Italia, e che controlla con il Partito Socialista Europeo l’attuale Commissione, ha parzialmente votato a favore dell’inclusione dell’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Oltre a questa dinamica, è necessario infine ricordare che alle elezioni europee possono essere espresse 3 preferenze (di cui una donna o un uomo).
È quindi auspicabile che tu scelga bene quale candidato votare sulla base di ciò che pensa in ordine a vita, famiglia e libertà educativa.
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mezzopieno-news · 1 year ago
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SCUOLE, ARRIVA L’ORA DI EDUCAZIONE ALLE RELAZIONI
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Arriva nelle scuole italiane l’ora di ‘educazione alle relazioni’. Un percorso per gli studenti delle primarie e secondarie di primo e secondo grado che introduce la creazione di gruppi di approfondimento, discussione e confronto in classe, guidati da un docente e con il coinvolgimento dell’Ordine degli psicologi e degli esperti dei centri anti violenza.
Questo progetto vuole essere un invito a far entrare la cultura del rispetto e dell’educazione alle relazioni tra gli insegnamenti e coinvolgere gli studenti in prima persona per accompagnarli a prendere consapevolezza nel modificare atteggiamenti e rappresentazioni nelle interazioni con gli altri. Nell’iniziativa sono coinvolte anche le famiglie e le associazioni tramite il Fonags (Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola) che raccorderanno le modalità di attuazione dei percorsi progettuali concernenti l’educazione alle relazioni con le esigenze e le osservazioni delle rappresentanze dei genitori.
Il percorso di 30 ore sarà svolto in orario extracurricolare, per tre mesi l’anno e l’adesione degli istituti potrà essere inizialmente facoltativa. Nel progetto è previsto il supporto occasionale di avvocati, assistenti sociali, organizzazioni attive nel contrasto alla violenza di genere e il coinvolgimento di testimonial vicini ai giovani come influencer, cantanti e attori. «Confrontarsi, far emergere i problemi e cercare di superarli. La scuola si occupa del fenomeno culturale e di combattere quel maschilismo ancora imperante nella nostra società che si manifesta a scuola, sul lavoro, per strada», ha affermato Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, promotore dell’iniziativa.
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Fonte: Ministero dell’Istruzione e del Merito; foto di Olia Danilevich
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Buon Compleanno Bianconiglio: 10 anni di attività per il Centro Gioco di Spinetta Marengo. Alessandria today
Il Centro Gioco “Il Bianconiglio” di Spinetta Marengo, un servizio socio-educativo del Comune di Alessandria gestito dall’Azienda Speciale Multiservizi “Costruire Insieme”, celebra quest'anno i suoi 10 anni di attività con una serie di eventi e iniziative
Il Centro Gioco “Il Bianconiglio” di Spinetta Marengo, un servizio socio-educativo del Comune di Alessandria gestito dall’Azienda Speciale Multiservizi “Costruire Insieme”, celebra quest’anno i suoi 10 anni di attività con una serie di eventi e iniziative speciali. Il 19 ottobre 2024 sarà una giornata di festa per tutta la comunità, con attività dedicate ai bambini e alle famiglie, confermando il…
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nuttypoetryzombie · 2 years ago
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Cosa si intende per 'famiglia'.
La famiglia è spesso definita come un gruppo di persone legate da 'vincoli di sangue', di matrimonio, che condividono il loro tempo, le loro risorse e responsabilità per prendersi cura l'uno dell'altro; accade però che di essa facciano parte anche persone che spartiscono solo un legame d'affetto e riguardo reciproci, senza alcun vincolo.
In molte culture e società, la famiglia 'tradizionale' è composta da una madre e da un padre eterosessuali, ma ci sono molte altre configurazioni familiari, tra cui famiglie monoparentali, famiglie adottive e famiglie formate da genitori/tutori delle stesso sesso.
La famiglia può assumere molte forme diverse e può includere persone, di qualsiasi sesso o orientamento sessuale, che accudiscono un bambino o un adolescente. Non esiste una definizione di famiglia 'tradizionale' universalmente applicabile o accettata, così quanto non c'è una distinzione predefinita dei ruoli e dei comportamenti fra padre e madre o dei tutori all'interno di una famiglia. Le responsabilità e i comportamenti dei genitori o dei tutori possono variare ampiamente da famiglia a famiglia e dipendere da una serie di fattori, come le preferenze personali, le circostanze economiche e le responsabilità lavorative. Ciò che conta è che i genitori/tutori forniscano amore, supporto e un ambiente stabile e sicuro per i minori.
La definizione 'normale' non esiste scientificamente per indicare una qualità degli esseri umani, così quanto non esiste in etica; essa è stata coniata per consolidare pregiudizi, discriminazioni, fomentati dalla morale religiosa, cioè dalla maleducazione. Sono i conservatori, i tradizionalisti, a dividere le persone in modo binario (solo maschi e femmine eterosessuali), per convinzioni religiose: per loro enorme ignoranza su come sia davvero la realtà che li circonda. 
La 'cultura' patriarcale lede chiunque: così come esistono donne imprigionate in stereotipi di ruolo 'materni' o 'iperfemminili', così accade che esistano 'maschi' nati e cresciuti in contesti per i quali è un dovere dimostrare il proprio 'eroismo sacrificante' di 'padre di famiglia' che si prende molte responsabilità. Quando, come uomo, sei cresciuto in un contesto patriarcale e 'ti sei fatto una famiglia', in tale stile retrogrado, diventa difficile mollare la presa sul 'tengo famiglia', tradendo le aspettative dei tuoi 'subordinati' (moglie, figli) e della società maschilista che ti circonda.
E' importante che i genitori/tutori lavorino insieme per stabilire le responsabilità e i comportamenti che funzionino meglio per loro e per i loro figli, indipendentemente dal loro sesso e dall'orientamento sessuale - che non contano quando si tratta di crescere un bambino.
Con il 'nato da' non si matura bene, come persone; con tutori che abbiano empatia e cultura invece si. Essere persone dotate di cultura ed empatia non dipende dall'identità sessuale, dal genere sessuale, ma dall'intelligenza che un adulto qualsiasi deve avere quando ha a che fare anche con bambini.
Gusti sessuali (non solo eterosessuali) e biologia di un corpo umano, non sono la stessa cosa. Si può nascere in un corpo femminile, ma essere attratti da corpi femminili - e non perché venga insegnato o qualcuno ci abbia influenzati, ma poiché la nostra specie umana è fatta così. 
Essere sensibili, empatici, attenti alle esigenze altrui, non è legato in alcun modo al sesso o all'identità sessuale di una persona. Esistono soggetti di vario sesso e identità di genere che sono empatici, sensibili, attenti alle altrui necessità - così come accade il contrario.
Pecca di ingenuità colui che arrivi a pensare che i 'legami di sangue' offrano automaticamente anche amore e cure adeguate ad un bambino o ad un adolescente; non è così: esistono migliaia di minori abusati, molestati, schiavizzati e pure uccisi da familiari.
Avere una vagina e un pene 'funzionanti' garantisce di poter mettere al mondo un bambino, ma non di essere dei buoni tutori per un minore. L'omofobia di un genitore, di un adulto, è uno dei segnali da cui si comprende che tale soggetto è nato e cresciuto in un ambiente familiare, sociale, disfunzionale - cioè da 'cattivi' genitori.
L'omofobia è odio irrazionale, non supportato da alcuna logica ed è la prova oggettiva di essere cresciuti in un ambiente familiare disfunzionale. Tale odio irrazionale può essere superato tramite corretto approccio sanitario, rivolgendosi ad un buon psicologo.
I soggetti che si accaniscono contro terzi, che godono dell'altrui dolore (infliggendolo), rappresentano una delle specifiche sfumature che connotano chi è nato e cresciuto in una famiglia disfunzionale. Non tutti sono in grado di spezzare e imparare dal proprio dolore, ma lo rimettono in scena, continuamente.
Non è necessario vivere un'esperienza diretta di famiglia disfunzionale per capire quanto dolore comporti: può capitare, ad esempio, di assistere, all'interno del proprio condominio, ad episodi di maltrattamento di bambini e di occuparsene; o di incontrare persone che ti raccontano i loro traumi vissuti.
Il fatto che esistano molte realtà di famiglia disfunzionale definisce, scientificamente, che il sesso di un tutore, di un genitore, e la 'fertilità di una coppia' non incidono sull'educazione di un bambino o di un adolescente; ciò che rende davvero capace un genitore in ambito educativo è la sua cultura, la sua empatia, il suo equilibrio mentale. Essere 'mamma' o 'papà' di qualcuno non è sufficiente. 
Le famiglie vere sono dove c'è amore, cultura, rispetto per ogni tipo di altrui famiglia. Chi vive realmente un'esperienza di famiglia felice, non ha dubbio alcuno sul fatto che non conti il sesso dei tutori, l'identità di genere, ma i rapporti sani che si costruiscono fra persone.
Sono i conservatori a pensare che esista una lotta politica atta ad eliminare l'eterosessualità e la famiglia eterosessuale; di fatto, c'è solo la richiesta di riconoscere coloro che non sono eterosessuali quali persone a tutti gli effetti, con sentimenti, propensioni non diverse dagli eterosessuali. 
In molte parti del mondo, le coppie delle stesso sesso possono adottare e crescere bambini con successo; l'importante è che ci sia amore e supporto nella famiglia e che il benessere del bambino sia tema centrale per la sua crescita.
Due persone dello stesso sesso possono essere considerate una famiglia e crescere bene un bambino: la ricerca ha dimostrato che i bambini cresciuti da genitori omosessuali hanno lo stesso livello di benessere emotivo, sociale e psicologico di quelli educati da genitori eterosessuali.
Il problema non è 'mettere al mondo figli' (fin dall'antichità esiste il sistema 'utero in affitto'), ma se si è adatti a crescere un bambino: a farlo diventare un adulto sano, mentalmente equilibrato, poiché è questo lo scopo fondamentale del prendersi cura di qualcuno: renderlo felice.
'Fare figli' non è atto obbligatorio: merita rispetto sia la coppia con figli che la coppia senza figli, che va considerata altrettanto una famiglia a tutti gli effetti.
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sguardimora · 2 years ago
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“Un giorno, da grandi, andremo in campagna, ma non sapevamo quando. Poi all’improvviso ci siamo detti andiamo ed abbiamo abbandonato le nostre città”: così Cinzia e Alex hanno iniziato il loro racconto, subito dopo averci accolto in quella che definiscono il cuore pulsante della loro associazione, la yurta costruita all’interno del giardino che ospita anche un arboreto di duecento piante che stanno crescendo. “Avevamo bisogno di rallentare e costruire qualcosa di nostro” continuano ancora i fondatori di Strada San Germano APS, associazione culturale che si trova alle porte del territorio marchigiano, nello colline tra Tavullia e Pesaro, che ieri abbiamo incontrano insieme agli artisti rumeni in residenza a Mondaino. 
Davanti a delle ciambelle fatte in casa e a una tazza di the caldo, Cinzia e Alex hanno condiviso la loro scelta di creare questo spazio che si nutre di natura e arte, un luogo dedicato ai bambini ma anche agli adulti e a chi ha bisogno di ascolto e attenzione. 
Come alieni in un territorio dedicato al motociclismo, Cinzia e Alex, tessitrice lei e artista lui, hanno creato una realtà che cerca di sostenersi in autonomia e attraverso piccolo sostegni che negli anni hanno trovato. Il luogo infatti è stato strutturato in modo che sia autosufficiente e utilizzano la metafora dell’orto per raccontare come lavorano, come investono le risorse che arrivano dalle loro attività: “concimare, lavorare, togliere sassi e riconcimare, coltivare e poi dopo anni mangiare qualcosa e qualcosa utilizzare da piantare di nuovo nell’anno successivo. Così accade nella campagna e così è stato per la nostra attività”. E questa affinità con la campagna si ripercuote anche sul teatro: le rassegne teatrali che organizzano vengono immaginate come un buffet per far vedere alla gente la bellezza e la potenzialità del teatro e in questi semini che ogni anno immettono nelle persone che incontrano quello che succede è un processo di educazione alla visione del teatro. “Il teatro è come un pranzo” dice Alex “un mix di assaggi differenti che è anche come il mondo che mostra la diversità di individui che formano una comunità”. 
Oltre alle rassegne teatrali le loro attività spaziano dalle feste ai laboratori, dai giochi passando ai corsi di telaio, dal supporto alle persone con difficoltà  all’orto sociale, dalle api e biomonitoraggio della qualità dell’aria del territorio attraverso il loro aiuto. E proprio il mondo delle api, il loro modo di vivere e lavorare insieme per il bene comune, è parte di quel racconto che Alex nei panni di Florindo narra ai bambini e alle bambine delle scuole del territorio che scoprono grazie a San Germano APS la semplicità dell’essere umano e della natura. Qui è concesso tutto ai bambini e alle bambine che hanno un’unica regola da seguire: rispettare gli adulti, gli animali e le cose. 
E poi: la tessitura come azione per entrare in un altro tempo; i corsi come momenti per far stare insieme le persone, per aiutare l’emotività attraverso la manualità; vedere gli adulti che i bambini già hanno in potenza; aprire il sacchetto della fantasia e mangiarsela; la fiducia delle maestre come gesto di coraggio; la necessità di creare una comunità consapevole sia della natura, della campagna, che del teatro; l’idea delle comunità utopiche che hanno come modello quello di autosostenersi e di non dipendere dallo stato.
Questi e tanti altri i discorsi che si sono aperti nella scorsa mattinata, ai quali nel pomeriggio si sono intrecciati i pensieri e le riflessioni emerse da un’altra comunità “fluida” che gli artisti hanno incontrato. 
Davanti a un aperitivo, accolti dal Bar la Loggia di Mondaino, Erik, un ex professore tedesco che da anni abita in un paesino abbandonato sulle colline marchigiane, Stefano, un designer milanese, Silvia, un’attrice di origini marchigiane che abita nel paesino limitrofo, Saludecio, Bianca e Liliana, due donne rumene che con le loro famiglie da anni vivono nel nostro territorio, accompagnati dalla mediazione linguistica di Denisa, hanno condiviso le loro storie e le loro riflessioni sul futuro, sull’idea di comunità e sull’utopia. 
L’innamoramento istantaneo nei confronti di Mondaino; l’utopia come forma di sopravvivenza; il modificarsi impercettibile delle cose; il turismo come forma di terrorismo; Ernst Bloch e il principio della speranza; l’architettura e le strutture urbane che influenzano la comunità; la struttura urbana di Mondaino che rappresenta la comunità che abbraccia, accoglie; l’utopia che non la si può toccare ma che è ciò che ti fa sognare; l’esistenza come preesistente all’essenza; se voglio trovarmi devo crearmi: queste alcune delle riflessioni emerse in questo lungo pomeriggio condiviso che, alla domanda “Che cos’è una comunità per voi?”, si sono chiuse con: la comunità è dove mi sento a casa. 
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"One day, when we grow up, we will go to the country, but we didn't know when. Then, all of a sudden, we said: let's go and left our cities": this is how Cinzia and Alex began their story, immediately after welcoming us to what they call the beating heart of their association, the yurt built inside the garden that also houses an arboretum of two hundred plants that are growing. "We needed to slow down and build something of our own," continue the founders of Strada San Germano APS, a cultural association on the outskirts of the Marche region, in the hills between Tavullia and Pesaro, whom we met yesterday along with the Romanian artists in residence in Mondaino.
Over homemade donuts and a cup of hot tea, Cinzia and Alex shared their choice to create this space that feeds on nature and art, a place dedicated to children but also to adults and those in need of listening and attention.
Like aliens in an area dedicated to motorcycling, Cinzia and Alex, she a weaver and he an artist, have created a reality that seeks to sustain itself independently and through small supports they have found over the years. In fact, the place has been structured so that it is self-sufficient, and they use the metaphor of the vegetable garden to tell how they work, how they invest the resources that come from their activities: "fertilize, work, remove stones and recultivate, cultivate and then after years eat something and something use to plant again in the following year. That's how it happens in the countryside and that's how it was for our activity." And this affinity with the countryside is also reflected in the theater: the theater festivals they organize are imagined as a buffet for people to see the beauty and potential of theater, and in these little seeds that each year they put into the people they meet what happens is a process of educating them to see theater. "Theater is like a lunch," Alex says, "a mix of different tastes that is also like the world that shows the diversity of individuals that make up a community."
In addition to theater reviews, their activities range from parties to workshops, from games passing to loom classes, from supporting people with difficulties to the social garden, from bees and biomonitoring the air quality of the area through their help. And it is precisely the world of bees, their way of living and working together for the common good, that is part of that story that Alex as Florindo tells to the boys and girls of the area schools who discover thanks to San Germano APS the simplicity of human beings and nature. Everything is allowed here for the boys and girls who have only one rule to follow: respect adults, animals and things.
And then: weaving as an action to enter another time; classes as moments to bring people together, to help emotionality through manual dexterity; seeing the adults the children already have in power; opening the bag of imagination and eating it; trusting the teachers as a gesture of courage; the need to create a community aware of both nature, the countryside, and the theater; the idea of utopian communities that have as a model to be self-sustaining and not dependent on the state.
These and many others were the discourses that opened up last morning, to which in the afternoon were interwoven the thoughts and reflections that emerged from another "fluid" community that the artists met.
Over an aperitif, welcomed by the Bar la Loggia in Mondaino, Erik, a former German professor who has lived for years in an abandoned village in the hills of Marche, Stefano, a designer from Milan, Silvia, an actress of Marche origin who lives in the neighboring village, Saludecio, Bianca and Liliana, two Romanian women who living with their families in our area for years, accompanied by Denisa's language mediation, shared their stories and reflections on the future, the idea of community and utopia.
Instantaneous falling in love with Mondaino; utopia as a form of survival; the imperceptible changing of things; tourism as a form of terrorism; Ernst Bloch and the principle of hope; architecture and urban structures influencing community; the urban structure of Mondaino representing the community that embraces, welcomes; utopia that you cannot touch but is what makes you dream; existence as pre-existing to essence; if I want to find myself I must create myself: these were some of the reflections that emerged in this long shared afternoon that, when asked "What is a community for you? ", closed with: community is where I feel at home.
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gioviannasposts · 2 years ago
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Cosa si intende per 'famiglia'.
La famiglia è spesso definita come un gruppo di persone legate da 'vincoli di sangue', di matrimonio, che condividono il loro tempo, le loro risorse e responsabilità per prendersi cura l'uno dell'altro; accade però che di essa facciano parte anche persone che spartiscono solo un legame d'affetto e riguardo reciproci, senza alcun vincolo.
In molte culture e società, la famiglia 'tradizionale' è composta da una madre e da un padre eterosessuali, ma ci sono molte altre configurazioni familiari, tra cui famiglie monoparentali, famiglie adottive e famiglie formate da genitori/tutori delle stesso sesso.
La famiglia può assumere molte forme diverse e può includere persone, di qualsiasi sesso o orientamento sessuale, che accudiscono un bambino o un adolescente. Non esiste una definizione di famiglia 'tradizionale' universalmente applicabile o accettata, così quanto non c'è una distinzione predefinita dei ruoli e dei comportamenti fra padre e madre o dei tutori all'interno di una famiglia. Le responsabilità e i comportamenti dei genitori o dei tutori possono variare ampiamente da famiglia a famiglia e dipendere da una serie di fattori, come le preferenze personali, le circostanze economiche e le responsabilità lavorative. Ciò che conta è che i genitori/tutori forniscano amore, supporto e un ambiente stabile e sicuro per i minori.
La definizione 'normale' non esiste scientificamente per indicare una qualità degli esseri umani, così quanto non esiste in etica; essa è stata coniata per consolidare pregiudizi, discriminazioni, fomentati dalla morale religiosa, cioè dalla maleducazione. Sono i conservatori, i tradizionalisti, a dividere le persone in modo binario (solo maschi e femmine eterosessuali), per convinzioni religiose: per loro enorme ignoranza su come sia davvero la realtà che li circonda. 
La 'cultura' patriarcale lede chiunque: così come esistono donne imprigionate in stereotipi di ruolo 'materni' o 'iperfemminili', così accade che esistano 'maschi' nati e cresciuti in contesti per i quali è un dovere dimostrare il proprio 'eroismo sacrificante' di 'padre di famiglia' che si prende molte responsabilità. Quando, come uomo, sei cresciuto in un contesto patriarcale e 'ti sei fatto una famiglia', in tale stile retrogrado, diventa difficile mollare la presa sul 'tengo famiglia', tradendo le aspettative dei tuoi 'subordinati' (moglie, figli) e della società maschilista che ti circonda.
E' importante che i genitori/tutori lavorino insieme per stabilire le responsabilità e i comportamenti che funzionino meglio per loro e per i loro figli, indipendentemente dal loro sesso e dall'orientamento sessuale - che non contano quando si tratta di crescere un bambino.
Con il 'nato da' non si matura bene, come persone; con tutori che abbiano empatia e cultura invece si. Essere persone dotate di cultura ed empatia non dipende dall'identità sessuale, dal genere sessuale, ma dall'intelligenza che un adulto qualsiasi deve avere quando ha a che fare anche con bambini.
Gusti sessuali (non solo eterosessuali) e biologia di un corpo umano, non sono la stessa cosa. Si può nascere in un corpo femminile, ma essere attratti da corpi femminili - e non perché venga insegnato o qualcuno ci abbia influenzati, ma poiché la nostra specie umana è fatta così. 
Essere sensibili, empatici, attenti alle esigenze altrui, non è legato in alcun modo al sesso o all'identità sessuale di una persona. Esistono soggetti di vario sesso e identità di genere che sono empatici, sensibili, attenti alle altrui necessità - così come accade il contrario.
Pecca di ingenuità colui che arrivi a pensare che i 'legami di sangue' offrano automaticamente anche amore e cure adeguate ad un bambino o ad un adolescente; non è così: esistono migliaia di minori abusati, molestati, schiavizzati e pure uccisi da familiari.
Avere una vagina e un pene 'funzionanti' garantisce di poter mettere al mondo un bambino, ma non di essere dei buoni tutori per un minore. L'omofobia di un genitore, di un adulto, è uno dei segnali da cui si comprende che tale soggetto è nato e cresciuto in un ambiente familiare, sociale, disfunzionale - cioè da 'cattivi' genitori.
L'omofobia è odio irrazionale, non supportato da alcuna logica ed è la prova oggettiva di essere cresciuti in un ambiente familiare disfunzionale. Tale odio irrazionale può essere superato tramite corretto approccio sanitario, rivolgendosi ad un buon psicologo.
I soggetti che si accaniscono contro terzi, che godono dell'altrui dolore (infliggendolo), rappresentano una delle specifiche sfumature che connotano chi è nato e cresciuto in una famiglia disfunzionale. Non tutti sono in grado di spezzare e imparare dal proprio dolore, ma lo rimettono in scena, continuamente.
Non è necessario vivere un'esperienza diretta di famiglia disfunzionale per capire quanto dolore comporti: può capitare, ad esempio, di assistere, all'interno del proprio condominio, ad episodi di maltrattamento di bambini e di occuparsene; o di incontrare persone che ti raccontano i loro traumi vissuti.
Il fatto che esistano molte realtà di famiglia disfunzionale definisce, scientificamente, che il sesso di un tutore, di un genitore, e la 'fertilità di una coppia' non incidono sull'educazione di un bambino o di un adolescente; ciò che rende davvero capace un genitore in ambito educativo è la sua cultura, la sua empatia, il suo equilibrio mentale. Essere 'mamma' o 'papà' di qualcuno non è sufficiente. 
Le famiglie vere sono dove c'è amore, cultura, rispetto per ogni tipo di altrui famiglia. Chi vive realmente un'esperienza di famiglia felice, non ha dubbio alcuno sul fatto che non conti il sesso dei tutori, l'identità di genere, ma i rapporti sani che si costruiscono fra persone.
Sono i conservatori a pensare che esista una lotta politica atta ad eliminare l'eterosessualità e la famiglia eterosessuale; di fatto, c'è solo la richiesta di riconoscere coloro che non sono eterosessuali quali persone a tutti gli effetti, con sentimenti, propensioni non diverse dagli eterosessuali. 
In molte parti del mondo, le coppie delle stesso sesso possono adottare e crescere bambini con successo; l'importante è che ci sia amore e supporto nella famiglia e che il benessere del bambino sia tema centrale per la sua crescita.
Due persone dello stesso sesso possono essere considerate una famiglia e crescere bene un bambino: la ricerca ha dimostrato che i bambini cresciuti da genitori omosessuali hanno lo stesso livello di benessere emotivo, sociale e psicologico di quelli educati da genitori eterosessuali.
I bambini non hanno pregiudizi, ma potrebbero maturarli qualora crescano in un ambiente patriarcale, poiché in esso si continuano ad assegnare, a torto, ruoli e diritti diversi a seconda dell'identità sessuale; potrebbero divenire, a loro volta, come i genitori, adulti ignoranti molesti.
Il problema non è 'mettere al mondo figli' (fin dall'antichità esiste il sistema 'utero in affitto'), ma se si è adatti a crescere un bambino: a farlo diventare un adulto sano, mentalmente equilibrato, poiché è questo lo scopo fondamentale del prendersi cura di qualcuno: renderlo felice.
Quello che conta per un bimbo, anche quando ne sei solo il tutore, è il rispetto che hai per lui: della sua integrità come individuo, della sua intelligenza. Più che di una famiglia, abbiamo tutti bisogno di una intera società sana, che ci ami, che ci rispetti e non ci molesti.
'Fare figli' non è atto obbligatorio: merita rispetto sia la coppia con figli che la coppia senza figli, che va considerata altrettanto una famiglia a tutti gli effetti.
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salvo-love · 7 months ago
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ELEZIONI EUROPEE 2024: SCEGLI i DIFENSORI della VITA !
Gentile elettore ed elettrice,
ci stiamo rapidamente avvicinando alle elezioni europee che si terranno l’8 e il 9 giugno.
Oggi insieme a te intendo vedere da vicino quali sono i criteri che devono ispirare la scelta di chi, come me e te, crede al primato dei principi non negoziabili (vita, famiglia, libertà educativa).
Ti ricordo che attraverso la difesa e la promozione dei principi non negoziabili non si fa altro che difendere e promuovere la stessa dignità umana.
“Questi principi non sono verità di fede anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede. – ricordava Benedetto XVI nel marzo 2006 – Essi sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa”.
Ebbene, sulla base di quanto hai appena letto, mi sono chiesto quali formazioni politiche intendono riaffermare e garantire la difesa dei principi non negoziabili.
Ho deciso allora di consultare i programmi dei principali movimenti e partiti politici che si presenteranno alle prossime elezioni di giugno (che puoi consultare qui▶️ https://pagellapolitica.it/articoli/programmi-partiti-italiani-elezioni-europee-2024?utm_source=newslettergvv&utm_medium=email&utm_campaign=24VD338 ). https://pagellapolitica.it/articoli/programmi-partiti-italiani-elezioni-europee-2024?utm_source=newslettergvv&utm_medium=email&utm_campaign=24VD338
Ecco allora che te li presento in una rapida carrellata:
- Fratelli d’Italia, in apertura del suo programma, scrive che intende difendere l’identità dei popoli e delle Nazioni europee e le radici culturali dell’Europa, incarnate “dalle nostre radici classiche e giudaico-cristiane”.Al tema della natalità viene dedicato un apposito punto del programma (n. 5), indicando “nella crescita demografica la chiave del futuro”. Si propone inoltre di investire “una significativa parte del bilancio europeo per finanziare le politiche di supporto alla famiglia e alla natalità intraprese dagli Stati membri”.
- La Lega propone la “storica battaglia” volta a riaffermare “l’importanza delle (…) radici giudaico-cristiane” dell’Europa e si impegna a contrastare i tentativi dell’ideologia “woke” e del fanatismo religioso (il riferimento implicito è alla religione islamica), di cancellare “i valori storici e culturali dei popoli europei”.
- Forza Italia in apertura rivendica “le (…) radici giudaico-cristiane e liberali” dell’Europa. Dedica a famiglia e natalità un apposito punto del programma (n. 9). A proposito della prima, Forza Italia sottolinea come sia “al centro della nostra politica’’ e che intende offrire “le condizioni migliori per la creazione di una famiglia”. Per quanto riguarda il tema della natalità, il partito fondato da Silvio Berlusconi vuole “includere la natalità tra gli obiettivi di policy della prossima programmazione dei fondi europei”. In particolar modo, “tutte le risorse distribuite agli Stati membri dovranno sostenere anche le famiglie e la maternità”.
- Nel programma di Azione di Carlo Calenda (che racchiude al suo interno altre 8 formazioni politiche) non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Si fa esclusivamente cenno ai temi rappresentati dalla denatalità e dall’invecchiamento della popolazione, proponendo di arginare il fenomeno attraverso “l’unica leva su cui l’Unione può fare affidamento”: l’immigrazione lavorativa, “ovvero attrarre forza lavoro da paesi extraeuropei”.
- Nel programma di Stati Uniti d’Europa, la lista che comprende Italia Viva di Matteo Renzi e Più Europa di Emma Bonino oltre ad altre 4 formazioni politiche, non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Si sottolinea, invece, il fatto che “nell’Unione europea tutte e tutti devono essere liberi di costruire la vita a cui aspirano, indipendentemente da chi amano…”. Si legge, inoltre: “ci batteremo perché nella UE nessuno metta in discussione i diritti acquisiti nel campo delle libertà individuali. Particolare attenzione andrà riservata ai diritti dei minori, che non possono essere messi in discussione dall’inerzia legislativa di alcuni Stati; nessun bambino dovrà mai essere discriminato sulla base della famiglia di appartenenza. Riteniamo inoltre necessario ripensare le strategie di contrasto al traffico illegale di stupefacenti attraverso un lavoro di comparazione tra le legislazioni più moderne adottate dai diversi Paesi, a partire da quelli europei” (n. 6).
- Nel programma del Partito Democratico non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Al paragrafo “Per un’Europa femminista” si legge: “Vogliamo un’Europa (…) dove le ragazze e i ragazzi siano informati sui propri diritti, sui propri corpi e sulle proprie relazioni. Dove i prodotti per il ciclo mestruale e i contraccettivi siano liberamente disponibili. Dove gli individui possano definire liberamente la propria sessualità, il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere. (…)” E ancora: “vogliamo un’Europa che riconosca tutte le famiglie, incluse le famiglie monoparentali e omogenitoriali, come comunità ed unioni di affetti”.
- Nel programma di Alleanza Verdi e Sinistra non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Al paragrafo “l’Europa dei diritti e delle libertà civili”, si legge che è necessario “garantire l’uguaglianza per le persone LGBTQIA+, in particolare attraverso il riconoscimento reciproco dei diritti e doveri familiari anche in materia di tutela dei figli”, oltre alla “parità di diritti per le coppie dello stesso sesso uniformando la legislazione su unioni civili, matrimonio, adozione e filiazione”. Come hai potuto leggere anche tu, le forze politiche di centro-destra dedicano un’attenzione più o meno omogenea alla difesa ed alla promozione della famiglia e della natalità, anche se è necessario rimarcare il fatto che nessuno di loro dedichi specifici passaggi al delicato tema educativo.
E, dicendocela tutta, in fondo poteva essere fatto uno sforzo ben maggiore.
Viceversa, se ci si sposta dal centro dello schieramento politico verso sinistra, si passa rapidamente dall’assoluto silenzio al totale disinteresse (se non di negazione implicita) verso i temi della vita e della famiglia.
Bisogna anche non sottovalutare un aspetto che rischia facilmente di finire in secondo piano. Il programma di una formazione politica ha infatti probabilità di essere impattante in Europa se il gruppo parlamentare nel quale siede è affidabile.
Tanto per fare un esempio, il Partito Popolare Europeo, di cui fa parte Forza Italia, e che controlla con il Partito Socialista Europeo l’attuale Commissione, ha parzialmente votato a favore dell’inclusione dell’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Oltre a questa dinamica, è necessario infine ricordare che alle elezioni europee possono essere espresse 3 preferenze (di cui una donna o un uomo).
È quindi auspicabile che tu scelga bene quale candidato votare sulla base di ciò che pensa in ordine a vita, famiglia e libertà educativa.
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oltrearcobaleno · 14 days ago
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Autismo Abruzzo Onlus: Un Faro di Speranza per le Famiglie con Autismo
“Autismo Abruzzo Onlus” è un’associazione che si distingue per il suo impegno nel supporto alle famiglie con autismo. La sua missione è chiara: essere un punto di riferimento per chi affronta le sfide legate alla condizione dell’autismo, non solo dal punto di vista clinico, ma anche per le difficoltà che il contesto sociale e istituzionale spesso impone. Questa realtà è nata con l’obiettivo di ascoltare e dare voce a chi, a causa dell’autismo, si scontra quotidianamente con barriere culturali, burocratiche e sociali.
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Fondata da famiglie che conoscono in prima persona le difficoltà legate all’autismo, “Autismo Abruzzo Onlus” è diventata una risorsa fondamentale per chi vive questa realtà. L’associazione lavora instancabilmente per migliorare la qualità della vita non solo delle persone con autismo, ma anche delle loro famiglie. Oltre a fornire assistenza legale, informazioni e supporto strategico, propone una vasta gamma di iniziative mirate all’inclusione sociale e alla sensibilizzazione.
Le Sfide dell’Autismo in Abruzzo
La regione Abruzzo è stata pioniera nel trattamento di bambini e ragazzi con autismo, ma il problema degli adulti rimane ancora poco affrontato. L’associazione sottolinea che molte famiglie si trovano a gestire da sole le difficoltà legate alla mancanza di servizi adeguati. Tra le principali criticità emergono:
Scarsa informazione: La conoscenza dell’autismo è ancora limitata a livello sociale e istituzionale.
Inadeguatezza delle strutture: La mancanza di centri residenziali e di trattamenti uniformi penalizza molte famiglie.
Difficoltà burocratiche: Le famiglie si trovano spesso a dover combattere contro un sistema di assistenza complesso e poco accessibile.
“Autismo Abruzzo Onlus” si impegna a colmare queste lacune, stimolando le istituzioni ad ampliare l’offerta di soluzioni e opportunità per persone autistiche e le loro famiglie.
Il Progetto D.A.V.I.D.E.: Donare all’Autismo Valore, Inclusione, Diritti ed Emozioni
Tra le iniziative di punta dell’associazione spicca il progetto D.A.V.I.D.E., un acronimo che racchiude i valori fondamentali di inclusione e dignità. Nato a L’Aquila, questo progetto mira a costruire percorsi inclusivi per le persone con autismo, sfruttando al meglio le risorse locali. Grazie alla collaborazione con il Comune de L’Aquila, diverse abitazioni sono state destinate a iniziative rivolte a ragazzi nello spettro autistico e alle loro famiglie.
Uno degli obiettivi principali del progetto è creare un ponte tra le persone con autismo e il mondo esterno. Attraverso “L’Aquila Social Hub” e altre iniziative, l’associazione sta lavorando per offrire opportunità di vita indipendente, esperienze di turismo sociale e percorsi formativi per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Un Impegno Costante per l’Inclusione Sociale
“Autismo Abruzzo Onlus” si pone come mediatore tra la società e il mondo dell’autismo, cercando di abbattere le barriere che spesso isolano le persone autistiche. L’associazione promuove la condivisione di esperienze e l’organizzazione di eventi mirati alla sensibilizzazione. Solo attraverso una maggiore consapevolezza sociale, infatti, è possibile creare un ambiente inclusivo e accogliente.
Tra le attività più significative rientrano progetti come “Weekend Respiro”, che offrono alle famiglie momenti di relax e scoperta del territorio, e il “Vivaio e Serra”, un’iniziativa che unisce inclusione e sostenibilità. Questi progetti testimoniano come l’associazione non si limiti ad affrontare le problematiche legate all’autismo, ma miri anche a valorizzare il territorio abruzzese.
Il Ruolo della Perdonanza Celestiniana nell’Ispirazione del Progetto
Un aspetto unico di “Autismo Abruzzo Onlus” è l’ispirazione tratta dalla Perdonanza Celestiniana, un evento storico e spirituale profondamente radicato nella città de L’Aquila. Questo principio di accoglienza e tolleranza è stato adattato al contesto moderno, dando vita a un progetto ambizioso che punta a unire solidarietà e inclusione.
Un Futuro di Speranza per le Famiglie con Autismo
Grazie all’impegno del presidente Dario Verzulli e del suo team, l’associazione continua a rappresentare un faro di speranza per le famiglie con autismo. Ogni giorno, “Autismo Abruzzo Onlus” lavora per garantire che nessuno sia lasciato indietro. Dalla consulenza legale alla realizzazione di eventi e progetti innovativi, l’associazione si dimostra un modello di dedizione e resilienza.
Conclusioni
“Autismo Abruzzo Onlus” non è solo un’associazione, ma una comunità di persone unite da un obiettivo comune: migliorare la vita di chi vive l’autismo. Attraverso progetti come D.A.V.I.D.E., iniziative di sensibilizzazione e azioni concrete, l’associazione sta cambiando il panorama dell’autismo in Abruzzo. La loro missione, semplice ma potente, è dare voce a chi spesso non ce l’ha.
Per maggiori informazioni, visita il sito ufficiale dell’associazione e scopri come contribuire al cambiamento.
Autismo Abruzzo Onlus
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