#scena del crimine
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mynameis-gloria · 2 years ago
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Sono le 6:20 di mattina, ho passato un'ora e mezza a pulire il vomito di mio fratello dal bagno. Vi risparmio ogni singolo dettaglio che i miei occhi ed il mio naso hanno dovuto subire e sopportare. Vi dico solo che era ovunque perché: "eh.. gloria non ho fatto in tempo". Quando ho sentito dei rumori provenienti dal bagno, come se ci fosse un tubo rotto e fuoriuscisse acqua, e no non scherzo... erano le 4:45 su display del telefono. Avrei potuto girarmi dall'altra parte e rimettermi a dormire ma direi che non è andata così e da una parte penso "grazie a dio" perché al risveglio non so cos'avrei trovato e forse è stato meno traumatico in questo modo. Se non è questa un'opera di bene signori io non so cos'altro potrebbe esserlo! È tardi e sto farneticando, ma direi che posso permettermelo, alla mia sveglia oramai mancano 45 minuti e non credo riuscirò a prendere sonno nuovamente.
Posso dire però di essere fiera di me stessa perché pensavo di non farcela e di fare danni a mia volta (?!)
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Tutti su questo treno sono sospetti: Un giallo travolgente tra mistero e ironia. Recensione di Alessandria today
Benjamin Stevenson ci regala un viaggio pieno di suspence e humor dove nessuno può essere considerato innocente.
Benjamin Stevenson ci regala un viaggio pieno di suspence e humor dove nessuno può essere considerato innocente. Recensione: In “Tutti su questo treno sono sospetti”, Benjamin Stevenson ci porta a bordo di un treno speciale, il Ghan, che attraversa l’Australia da Darwin ad Adelaide, trasformandosi in una scena del crimine. Ernest Cunningham, protagonista già noto per il suo libro di successo in…
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sauolasa · 1 year ago
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Roma: la "scena del crimine" di Giulio Cesare è aperta al pubblico
Una nuova offerta storica e turistica per Roma: nell'Area Sacra di Largo Argentina ha aperto un percorso archeologico nel luogo dove il 15 marzo del 44 a.C. fu pugnalato Giulio Cesare
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mccek · 2 years ago
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Sulla scena del crimine Ep:1 Pt.2
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antua1958 · 3 months ago
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Benvenuto al primo episodio di Doppio Indizio! Sei pronto a tuffarti in un mistero avvolgente? 🌫️🔦 Max e Nora, due investigatori audaci e determinati 🕵️‍♂️🕵️‍♀️, si trovano di fronte a un caso che sembra irrisolvibile 🧩. Un crimine inspiegabile, testimoni ambigui 😶, e una serie di indizi che portano a più domande che risposte. ❓❗ In questo episodio, segui i nostri eroi mentre si immergono in scene del crimine oscure 🌑, analizzano ogni dettaglio con attenzione 🧐, e affrontano la prima di molte rivelazioni sorprendenti 💥. Ogni traccia potrebbe essere la chiave 🔑 per svelare il mistero… o perdersi in un labirinto di enigmi 🌀.Ascolta ora 🎧 per scoprire come un singolo indizio può scatenare una catena di eventi imprevedibili 🎲. Preparati a essere trascinato in un’avventura mozzafiato 💨, dove niente è mai come sembra 🌪️.Non perderti questo inizio emozionante 💣 di Doppio Indizio – dove ogni segreto nascosto 👁️‍🗨️ potrebbe cambiare tutto! 🚨
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anchesetuttinoino · 3 months ago
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Il vizio della parola
Il vizio della parola
Il divieto per le donne di usare la voce in pubblico nell’Afghanistan dei talebani. E noi ammutoliti da un diluvio di neologismi assurdi (vedi alla voce “maranza” o “sunshine guilt”)
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Se togli loro la parola, scompariranno. I talebani hanno recentemente emanato una serie di leggi inerenti la propagazione della virtù e la prevenzione del vizio. Già questo proietta lo sguardo su un mondo che appartiene a una galassia lontanissima. E quando mai dalle nostre parti si parla più di vizi e virtù? In ambito legislativo, oltretutto.
In ogni caso, queste leggi sono state approvate dal leader supremo dei talebani, Hibatullah Akhundzada, e tra i provvedimenti ne spicca uno: «La voce di una donna è considerata intima e quindi non dovrebbe essere ascoltata mentre canta, recita o legge ad alta voce in pubblico». Per promuovere la virtù e scacciare il vizio, le donne non potranno esprimersi a voce alta nei contesti pubblici. Le imbavagliano, anzi le ammutoliscono, ma per il loro bene s’intende.
La scena è agghiacciante, ci costringe a una doccia terribilmente fredda. I talebani hanno chiaro chi sia una donna, a differenza della nostra situazione un po’ più aperta, cioè confusa. Abbiamo trascorso l’estate – ma è stata la ciliegina su una torta sfornata da tempo – a interrogarci su livelli di testosterone, Dna, intenzioni d’anima. Magari, al prossimo caso mediatico, potrebbe essere utile cambiare sfondo e ambientare tutti i nostri dubbi per le vie di Kabul e «vedere l’effetto che fa».
Se dai loro in pasto tantissime parole, scompariranno. Aggiungere vocaboli non è per forza segno di progresso, si può diventare muti per eccesso terminologico. L’aggiornamento dello Zingarelli per il 2025 prevede che il dizionario si arricchisca di nuovi termini, “maranza” e – udite udite – “gieffino” si conquistano un posto nell’Olimpo delle parole validate da definizione. Ma questo è solo un ritocco brutalmente onesto al nostro ritratto umano.
Il crimine terminologico è altrove, là dove spuntano espressioni che ci ritroviamo sotto gli occhi scrollando le notizie. “Coolcation” è la tendenza in crescita per trovare mete di viaggio al fresco. “Workation” è la scelta di lavorare da remoto scegliendo luoghi che offrano svago e servizi per il tempo libero. Una medaglia d’oro per l’assurdo spetta all’espressione “sunshine guilt”, il senso di colpa per aver sprecato una giornata di sole.
C’è, nel nostro intimo, un ribollimento senza nome. Sono scampoli di paura mescolati a slanci di affetto, pulsioni cattive e lacrime struggenti. È questa fucina scabrosa, feconda e indicibile che alimenta la libertà nel tumulto di gesti, scelte, responsabilità. Sono poche, devono essere poche e vertiginose, le parole a cui ricondurre il senso del nostro travaglio. Sillabe scottanti come “amore” o “invidia”. Frantumare il quadro in un mucchio di nuovi pezzettini lo riduce a un puzzle che resta scombinato.
Finiamo per scomparire ed essere muti se l’impegno di affrontare la novità di ogni nuova alba – l’ignavia che fa a pugni con la rabbia, i desideri che bevono sorsi di fiducia – viene sgonfiato dalla bugia che tutto affondi in un senso di colpa per il timore di perdere un giorno di sole.
via tempi.it
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donaruz · 6 months ago
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24 MAGGIO 1961 nasceva ILARIA ALPI
"Era una giovane donna, forte e determinata, battagliera e femminista convinta".
"Soffriva di vertigini e temeva il vuoto, ma si era scelta un lavoro in cui l'elicottero è uno dei cosiddetti ferri del mestiere, aveva una autentica fobia del vuoto, una vera e proprio chefobia ma volava con tranquillità almeno apparente".
"Era una giornalista coraggiosa con la mente in Europa ed il cuore in Africa"
P.s. Così l'ha descritta sua madre.
Si diplomò al Liceo Tito Lucrezio Caro di Roma.
Grazie anche all'ottima conoscenza delle lingue (arabo, francese e inglese) ottenne le prime collaborazioni giornalistiche dal Cairo per conto di Paese Sera e de l'Unità.
Successivamente vinse una borsa di studio per essere assunta alla Rai.
Ilaria Alpi giunse per la prima volta in Somalia nel dicembre 1992 per seguire, come inviata del TG3, la missione di pace Restore Hope, coordinata e promossa dalle Nazioni Unite per porre fine alla guerra civile scoppiata nel 1991, dopo la caduta di Siad Barre. Alla missione prese parte anche l'Italia, superando in tal modo le riserve dell'inviato speciale per la Somalia, Robert B. Oakley, legate agli ambigui rapporti che il governo italiano aveva intrattenuto con Barre nel corso degli anni ottanta.
Le inchieste della giornalista si sarebbero poi soffermate su un possibile traffico di armi e di rifiuti tossici che avrebbero visto, tra l'altro, la complicità dei servizi segreti italiani e di alte istituzioni italiane: Alpi avrebbe infatti scoperto un traffico internazionale di rifiuti tossici prodotti nei Paesi industrializzati e dislocati in alcuni paesi africani in cambio di tangenti e di armi scambiate coi gruppi politici locali. Nel novembre precedente l'assassinio della giornalista era stato ucciso, sempre in Somalia e in circostanze misteriose, il sottufficiale del SISMI Vincenzo Li Causi, informatore della stessa Alpi sul traffico illecito di scorie tossiche nel paese africano.
Alpi e Hrovatin furono uccisi in prossimità dell'ambasciata italiana a Mogadiscio, a pochi metri dall'hotel Hamana, nel quartiere Shibis; in particolare, in corrispondenza dell'incrocio tra via Alto Giuba e corso Somalia (nota anche come strada Jamhuriyada, corso Repubblica).
La giornalista e il suo operatore erano di ritorno da Bosaso, città del nord della Somalia: qui Ilaria Alpi aveva avuto modo di intervistare il cosiddetto sultano di Bosaso, Abdullahi Moussa Bogor, che riferì di stretti rapporti intrattenuti da alcuni funzionari italiani con il governo di Siad Barre, verso la fine degli anni ottanta. La giornalista salì poi a bordo di alcuni pescherecci, ormeggiati presso la banchina del porto di Bosaso, sospettati di essere al centro di traffici illeciti di rifiuti e di armi: si trattava di navi che inizialmente facevano capo ad una società di diritto pubblico somalo e che, dopo la caduta di Barre, erano illegittimamente divenute di proprietà personale di un imprenditore italo-somalo. Tornati a Mogadiscio, Alpi e Hrovatin non trovarono il loro autista personale, mentre si presentò Ali Abdi, che li accompagnò all'hotel Sahafi, vicino all'aeroporto, e poi all'hotel Hamana, nelle vicinanze del quale avvenne il duplice delitto. A bordo del mezzo si trovava altresì Nur Aden, con funzioni di scorta armata.
Sulla scena del crimine arrivarono subito dopo gli unici altri due giornalisti italiani presenti a Mogadiscio, Giovanni Porzio e Gabriella Simoni. Una troupe americana (un freelance che lavorava per un network americano) arrivò mentre i colleghi italiani spostavano i corpi dall'auto in cui erano stati uccisi a quella di un imprenditore italiano con cui successivamente vennero portati al Porto vecchio. Una troupe della Svizzera italiana si trovava invece all'Hotel Sahafi (dall'altra parte della linea verde) e filmò su richiesta di Gabriella Simoni - perché ci fosse un documento video - le stanze di Miran e Ilaria e gli oggetti che vennero raccolti.[6]
Ilaria Alpi venne sepolta nel Cimitero Flaminio di Roma.
La madre, Luciana Riccardi Alpi, (1933 - 12 giugno 2018) ha intrapreso, fin dal primo processo, una battaglia per cercare la verità e far cadere ogni sorta di depistaggio sull’omicidio della figlia.
Noi siamo quelli che credono ancora a queste emozioni
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comefiorineldeserto · 2 months ago
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Ogni volta che mi faccio il colore ai capelli, trasformo il bagno in una scena del crimine
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pinkpascalover-main · 5 months ago
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Calaflowers sempre sulla scena del crimine
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francesca-fra-70 · 1 year ago
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Potevi prendere il caffè solo in piedi, poi solo seduto, poi seduto ma dopo le 18:00, poi in piedi fuori, poi solo fuori. La vendita di alcolici dopo le 18.00.E altalene e scivoli nastrati tipo scena del crimine. E dei nastri al supermercato che sbarravano gli scaffali delle pentole, dei giocattoli per i bambini. E le istruzioni in tv di come dovevamo lavarci le mani che manco se fossimo decerebrati trattati peggio dei delinquenti.
Ricordatelo tutto questo bimbe e bimbi di Giuseppe Conte quando lo osannate come il miglior presidente in Italia!😏
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fridagentileschi · 1 year ago
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CHE BELLA L'ITALIA PRIMA DEL 68
L'Italia era nell'occidente l'enfant prodige. Era un paese ottimista, dove si lavorava e col lavoro era arrivato il miracolo economico. Si esportava e le aziende andavano a gonfie vele. Non c'era terrorismo e pochissima criminalita'. La lira poneva le basi dell'oscar delle monete. La posta veniva recapitata tre volte al giorno, gli ospedali funzionavano, nelle scuole si studiava non tanto quanto in passato ma ancora abbastanza. Il cinema distraeva e produceva tantissimi film l'anno, i teatri erano pieni, si costruivano case e strade...il futuro non era un problema.
Poi e' venuto il trionfo di chi giudicava Einaudi un vieto reazionario, Scelba un aguzzino, il profitto un crimine, il lavoro una schiavitu', il terrorismo una sacrosanta protesta, il terrorismo palestinese a cui si apri' la porta e di li all'islam, l'assenteismo un diritto: ed e' venuta l'Italia della paura, degli ospedali indecenti, delle universita' con il 27 politico, della cassa integrazione, della produzione calante, dell'inflazione, cattivo cinema, dei sequestri, degli attentati. La scomparsa del merito, dell'autorita', dell'educazione e del decoro. Il 68 e' stato l'inizio di un incubo mai finito che ha imprigionato la cultura nell'ideologia, ha eliminato il dissenso, Al momento esso e' rappresentato dal birignao buonista, multiculturalista. Perche' questo e' il bello, anzi il brutto, il pensiero reducista non si evolve. Cambia, si trasforma. Come i figli di papa' annoiati che fecero il 68 con gli eskimo e oggi sono in giacca e cravatta. Perche' i reazionari di allora non erano gli operai a cui e' stata tolta la scena ma erano di estrazione borghese, attratti dal culto della violenza per la violenza. Volevano cancellare l'eccellenza ovunque la trovassero. Ecco i risultati della chirurgia intellettuale della sinistra: un popolo di analfabeti, e di analfabeti di ritorno dove le pagelle sono state sostituite dalla tessera di partito. Generazioni di ignoranti, eterni bambini, incapaci di farsi educare e di educare. Un'infanzia eterna. Ma quando finisce il 68?
( articoli di Indro Montanelli, Mario Cervi e Roberto Gervaso)
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pier-carlo-universe · 1 day ago
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I Passi della Morte – Le Indagini del Commissario ScalaUn Intricato Caso di Omicidio a Roma nelle Mani del Testardo Commissario Scala
I Passi della Morte di P. J. Mann è un avvincente poliziesco ambientato tra le eleganti strade di Roma, dove il commissario Maurizio Scala si trova ad affrontare uno dei casi più complessi della sua carriera.
I Passi della Morte di P. J. Mann è un avvincente poliziesco ambientato tra le eleganti strade di Roma, dove il commissario Maurizio Scala si trova ad affrontare uno dei casi più complessi della sua carriera. Quando una famosa scenografa viene trovata morta nella sua lussuosa villa in via della Camilluccia, Scala e la sua squadra devono scoprire come l’assassino sia riuscito a entrare senza…
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sauolasa · 2 years ago
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"Scena del crimine" a Brasilia, tra indagini e conta dei danni
Dura condanna degli atti di vandalismo compiuti dai sostenitori di Jair Bolsonaro domenica, anche se non tutti sono d'accordo
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mccek · 2 years ago
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Sulla scena del crimine Ep:1 Pt.1
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antua1958 · 3 months ago
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Benvenuto al primo episodio di Doppio Indizio! Sei pronto a tuffarti in un mistero avvolgente? 🌫️🔦 Max e Nora, due investigatori audaci e determinati 🕵️‍♂️🕵️‍♀️, si trovano di fronte a un caso che sembra irrisolvibile 🧩. Un crimine inspiegabile, testimoni ambigui 😶, e una serie di indizi che portano a più domande che risposte. ❓❗ In questo episodio, segui i nostri eroi mentre si immergono in scene del crimine oscure 🌑, analizzano ogni dettaglio con attenzione 🧐, e affrontano la prima di molte rivelazioni sorprendenti 💥.  Ogni traccia potrebbe essere la chiave 🔑 per svelare il mistero… o perdersi in un labirinto di enigmi 🌀. Ascolta ora 🎧 per scoprire come un singolo indizio può scatenare una catena di eventi imprevedibili 🎲.  Preparati a essere trascinato in un’avventura mozzafiato 💨, dove niente è mai come sembra 🌪️. Non perderti questo inizio emozionante 💣 di Doppio Indizio – dove ogni segreto nascosto 👁️‍🗨️ potrebbe cambiare tutto! 🚨
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papesatan · 1 year ago
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Di regine, baci, fanti e re
L’universo, si sa, ha un suo modo sarcastico e piuttosto fantasioso d’inviare messaggi ed è in grado di mutare per sempre le sorti d’una serata trita e malinconica in qualcosa di nuovo e misterioso. Così, mentre discuto le doti paranormali del mio amato sodale @same-deep-water, poeta e alchimista, noto qualcosa di strano sulla via del nostro oblioso errare. Un fante di picche ci attende sperso per terra, vicino ai bidoni dell’immondizia. 
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Cerco dagli occhi di Angelo un senso, ma lui è già altrove, pochi passi più avanti, chino su un’altra carta, come un detective sulla scena del crimine, il corpo stavolta è quello d’una donna, regina di picche. 
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Si mette male, penso, mentre fissiamo muti il fante e la donna, indagatori dell’occulto. Nella cartomanzia, mi par di capire, il fante di picche è una figura piuttosto negativa che non porta nulla di buono, un essere meschino che si comporta in modo subdolo ed egoista al solo scopo di nuocere e mettere a frutto il suo rancore. In definitiva, “una carta di cattivo auspicio che annuncia un periodo di depressione e disillusione”. Proprio ciò di cui avrei bisogno. La donna invece è anche peggio: “la regina di picche rappresenta una donna perfida e invidiosa che cerca di danneggiarti per desiderio di vendetta, una malalingua che potrebbe fingersi tua amica per carpire segreti e fiducia, ma le cui intenzioni sono tutt’altro che sincere”. Di bene in meglio. Mentre mi chiedo a chi di noi due sian diretti gli ammonimenti del destino, Angelo mi richiama sogghignando folle: “Giu, questa serata potrebbe diventare qualcosa di epico!” Lo raggiungo in corsa, non sapendo più cosa attendermi. Più avanti una carta coperta, stavolta, la terza, ci sfida a svelarci. Angelo, da buon tipster, mi propone una scommessa: secondo lui può trattarsi solo di un 9 o di un 10, a questo punto. Io invece ci vedo una scala ascendente, un re, climax di follia (scrivetemi poi nei commenti cosa vi sareste aspettati voi, invece).
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Sta a me scoprirla (questo dovrebbe far di me il consultante?), la tiro su piano, me la adagio sul petto, la porto dinanzi agli occhi e osservo: 
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Un re di fiori. Una carta finalmente positiva: si tratta, infatti d’una figura anziana, decisa a darci tutto il suo sostegno per proteggerci da livori e pericoli, preservandoci - ciò che più conta - dai cattivi presagi delle carte di picche. Mentre ci allontaniamo pensosi, scorgo qualcos’altro nell’ombra, e so che non è ancora finita. Una cartolina strappata, un messaggio scritto a penna: "Baciami Neva". Sul retro il Ponte degli Alpini di Bassano del Grappa. Chi ha strappato la cartolina? Perché l’ha fatto? E soprattutto chi è Neva? Un cane? Una bimba, forse? La cartolina sembra molto vecchia e vissuta, perché prendersi la briga di spezzarla in due dopo tanti anni? Cosa può aver fatto questa persona di tanto orribile? Quel bacio era forse il suo modo di svanire? O magari dovrei leggervi una virgola: "Baciami, Neva", un invito, un’ultima preghiera, forse, un sogno, o chissà che quella sia la sua firma, un’ultima speranza, "Baciami". Nascondo la cartolina in tasca e raggiungo il caro Angelo, pronto a custodire per sempre in me gli assurdi tesori di questa notte.
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