#scena del crimine
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mynameis-gloria · 2 years ago
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Sono le 6:20 di mattina, ho passato un'ora e mezza a pulire il vomito di mio fratello dal bagno. Vi risparmio ogni singolo dettaglio che i miei occhi ed il mio naso hanno dovuto subire e sopportare. Vi dico solo che era ovunque perché: "eh.. gloria non ho fatto in tempo". Quando ho sentito dei rumori provenienti dal bagno, come se ci fosse un tubo rotto e fuoriuscisse acqua, e no non scherzo... erano le 4:45 su display del telefono. Avrei potuto girarmi dall'altra parte e rimettermi a dormire ma direi che non è andata così e da una parte penso "grazie a dio" perché al risveglio non so cos'avrei trovato e forse è stato meno traumatico in questo modo. Se non è questa un'opera di bene signori io non so cos'altro potrebbe esserlo! È tardi e sto farneticando, ma direi che posso permettermelo, alla mia sveglia oramai mancano 45 minuti e non credo riuscirò a prendere sonno nuovamente.
Posso dire però di essere fiera di me stessa perché pensavo di non farcela e di fare danni a mia volta (?!)
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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Tutti su questo treno sono sospetti: Un giallo travolgente tra mistero e ironia. Recensione di Alessandria today
Benjamin Stevenson ci regala un viaggio pieno di suspence e humor dove nessuno può essere considerato innocente.
Benjamin Stevenson ci regala un viaggio pieno di suspence e humor dove nessuno può essere considerato innocente. Recensione: In “Tutti su questo treno sono sospetti”, Benjamin Stevenson ci porta a bordo di un treno speciale, il Ghan, che attraversa l’Australia da Darwin ad Adelaide, trasformandosi in una scena del crimine. Ernest Cunningham, protagonista già noto per il suo libro di successo in…
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sauolasa · 2 years ago
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Roma: la "scena del crimine" di Giulio Cesare è aperta al pubblico
Una nuova offerta storica e turistica per Roma: nell'Area Sacra di Largo Argentina ha aperto un percorso archeologico nel luogo dove il 15 marzo del 44 a.C. fu pugnalato Giulio Cesare
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mccek · 2 years ago
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Sulla scena del crimine Ep:1 Pt.2
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antua1958 · 6 months ago
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Benvenuto al primo episodio di Doppio Indizio! Sei pronto a tuffarti in un mistero avvolgente? 🌫️🔦 Max e Nora, due investigatori audaci e determinati 🕵️‍♂️🕵️‍♀️, si trovano di fronte a un caso che sembra irrisolvibile 🧩. Un crimine inspiegabile, testimoni ambigui 😶, e una serie di indizi che portano a più domande che risposte. ❓❗ In questo episodio, segui i nostri eroi mentre si immergono in scene del crimine oscure 🌑, analizzano ogni dettaglio con attenzione 🧐, e affrontano la prima di molte rivelazioni sorprendenti 💥. Ogni traccia potrebbe essere la chiave 🔑 per svelare il mistero… o perdersi in un labirinto di enigmi 🌀.Ascolta ora 🎧 per scoprire come un singolo indizio può scatenare una catena di eventi imprevedibili 🎲. Preparati a essere trascinato in un’avventura mozzafiato 💨, dove niente è mai come sembra 🌪️.Non perderti questo inizio emozionante 💣 di Doppio Indizio – dove ogni segreto nascosto 👁️‍🗨️ potrebbe cambiare tutto! 🚨
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anchesetuttinoino · 5 months ago
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Il vizio della parola
Il vizio della parola
Il divieto per le donne di usare la voce in pubblico nell’Afghanistan dei talebani. E noi ammutoliti da un diluvio di neologismi assurdi (vedi alla voce “maranza” o “sunshine guilt”)
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Se togli loro la parola, scompariranno. I talebani hanno recentemente emanato una serie di leggi inerenti la propagazione della virtù e la prevenzione del vizio. Già questo proietta lo sguardo su un mondo che appartiene a una galassia lontanissima. E quando mai dalle nostre parti si parla più di vizi e virtù? In ambito legislativo, oltretutto.
In ogni caso, queste leggi sono state approvate dal leader supremo dei talebani, Hibatullah Akhundzada, e tra i provvedimenti ne spicca uno: «La voce di una donna è considerata intima e quindi non dovrebbe essere ascoltata mentre canta, recita o legge ad alta voce in pubblico». Per promuovere la virtù e scacciare il vizio, le donne non potranno esprimersi a voce alta nei contesti pubblici. Le imbavagliano, anzi le ammutoliscono, ma per il loro bene s’intende.
La scena è agghiacciante, ci costringe a una doccia terribilmente fredda. I talebani hanno chiaro chi sia una donna, a differenza della nostra situazione un po’ più aperta, cioè confusa. Abbiamo trascorso l’estate – ma è stata la ciliegina su una torta sfornata da tempo – a interrogarci su livelli di testosterone, Dna, intenzioni d’anima. Magari, al prossimo caso mediatico, potrebbe essere utile cambiare sfondo e ambientare tutti i nostri dubbi per le vie di Kabul e «vedere l’effetto che fa».
Se dai loro in pasto tantissime parole, scompariranno. Aggiungere vocaboli non è per forza segno di progresso, si può diventare muti per eccesso terminologico. L’aggiornamento dello Zingarelli per il 2025 prevede che il dizionario si arricchisca di nuovi termini, “maranza” e – udite udite – “gieffino” si conquistano un posto nell’Olimpo delle parole validate da definizione. Ma questo è solo un ritocco brutalmente onesto al nostro ritratto umano.
Il crimine terminologico è altrove, là dove spuntano espressioni che ci ritroviamo sotto gli occhi scrollando le notizie. “Coolcation” è la tendenza in crescita per trovare mete di viaggio al fresco. “Workation” è la scelta di lavorare da remoto scegliendo luoghi che offrano svago e servizi per il tempo libero. Una medaglia d’oro per l’assurdo spetta all’espressione “sunshine guilt”, il senso di colpa per aver sprecato una giornata di sole.
C’è, nel nostro intimo, un ribollimento senza nome. Sono scampoli di paura mescolati a slanci di affetto, pulsioni cattive e lacrime struggenti. È questa fucina scabrosa, feconda e indicibile che alimenta la libertà nel tumulto di gesti, scelte, responsabilità. Sono poche, devono essere poche e vertiginose, le parole a cui ricondurre il senso del nostro travaglio. Sillabe scottanti come “amore” o “invidia”. Frantumare il quadro in un mucchio di nuovi pezzettini lo riduce a un puzzle che resta scombinato.
Finiamo per scomparire ed essere muti se l’impegno di affrontare la novità di ogni nuova alba – l’ignavia che fa a pugni con la rabbia, i desideri che bevono sorsi di fiducia – viene sgonfiato dalla bugia che tutto affondi in un senso di colpa per il timore di perdere un giorno di sole.
via tempi.it
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donaruz · 9 months ago
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24 MAGGIO 1961 nasceva ILARIA ALPI
"Era una giovane donna, forte e determinata, battagliera e femminista convinta".
"Soffriva di vertigini e temeva il vuoto, ma si era scelta un lavoro in cui l'elicottero è uno dei cosiddetti ferri del mestiere, aveva una autentica fobia del vuoto, una vera e proprio chefobia ma volava con tranquillità almeno apparente".
"Era una giornalista coraggiosa con la mente in Europa ed il cuore in Africa"
P.s. Così l'ha descritta sua madre.
Si diplomò al Liceo Tito Lucrezio Caro di Roma.
Grazie anche all'ottima conoscenza delle lingue (arabo, francese e inglese) ottenne le prime collaborazioni giornalistiche dal Cairo per conto di Paese Sera e de l'Unità.
Successivamente vinse una borsa di studio per essere assunta alla Rai.
Ilaria Alpi giunse per la prima volta in Somalia nel dicembre 1992 per seguire, come inviata del TG3, la missione di pace Restore Hope, coordinata e promossa dalle Nazioni Unite per porre fine alla guerra civile scoppiata nel 1991, dopo la caduta di Siad Barre. Alla missione prese parte anche l'Italia, superando in tal modo le riserve dell'inviato speciale per la Somalia, Robert B. Oakley, legate agli ambigui rapporti che il governo italiano aveva intrattenuto con Barre nel corso degli anni ottanta.
Le inchieste della giornalista si sarebbero poi soffermate su un possibile traffico di armi e di rifiuti tossici che avrebbero visto, tra l'altro, la complicità dei servizi segreti italiani e di alte istituzioni italiane: Alpi avrebbe infatti scoperto un traffico internazionale di rifiuti tossici prodotti nei Paesi industrializzati e dislocati in alcuni paesi africani in cambio di tangenti e di armi scambiate coi gruppi politici locali. Nel novembre precedente l'assassinio della giornalista era stato ucciso, sempre in Somalia e in circostanze misteriose, il sottufficiale del SISMI Vincenzo Li Causi, informatore della stessa Alpi sul traffico illecito di scorie tossiche nel paese africano.
Alpi e Hrovatin furono uccisi in prossimità dell'ambasciata italiana a Mogadiscio, a pochi metri dall'hotel Hamana, nel quartiere Shibis; in particolare, in corrispondenza dell'incrocio tra via Alto Giuba e corso Somalia (nota anche come strada Jamhuriyada, corso Repubblica).
La giornalista e il suo operatore erano di ritorno da Bosaso, città del nord della Somalia: qui Ilaria Alpi aveva avuto modo di intervistare il cosiddetto sultano di Bosaso, Abdullahi Moussa Bogor, che riferì di stretti rapporti intrattenuti da alcuni funzionari italiani con il governo di Siad Barre, verso la fine degli anni ottanta. La giornalista salì poi a bordo di alcuni pescherecci, ormeggiati presso la banchina del porto di Bosaso, sospettati di essere al centro di traffici illeciti di rifiuti e di armi: si trattava di navi che inizialmente facevano capo ad una società di diritto pubblico somalo e che, dopo la caduta di Barre, erano illegittimamente divenute di proprietà personale di un imprenditore italo-somalo. Tornati a Mogadiscio, Alpi e Hrovatin non trovarono il loro autista personale, mentre si presentò Ali Abdi, che li accompagnò all'hotel Sahafi, vicino all'aeroporto, e poi all'hotel Hamana, nelle vicinanze del quale avvenne il duplice delitto. A bordo del mezzo si trovava altresì Nur Aden, con funzioni di scorta armata.
Sulla scena del crimine arrivarono subito dopo gli unici altri due giornalisti italiani presenti a Mogadiscio, Giovanni Porzio e Gabriella Simoni. Una troupe americana (un freelance che lavorava per un network americano) arrivò mentre i colleghi italiani spostavano i corpi dall'auto in cui erano stati uccisi a quella di un imprenditore italiano con cui successivamente vennero portati al Porto vecchio. Una troupe della Svizzera italiana si trovava invece all'Hotel Sahafi (dall'altra parte della linea verde) e filmò su richiesta di Gabriella Simoni - perché ci fosse un documento video - le stanze di Miran e Ilaria e gli oggetti che vennero raccolti.[6]
Ilaria Alpi venne sepolta nel Cimitero Flaminio di Roma.
La madre, Luciana Riccardi Alpi, (1933 - 12 giugno 2018) ha intrapreso, fin dal primo processo, una battaglia per cercare la verità e far cadere ogni sorta di depistaggio sull’omicidio della figlia.
Noi siamo quelli che credono ancora a queste emozioni
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jadarnr · 2 months ago
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TRINITY BLOOD
RAGE AGAINST THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol.1 From the Empire
FLIGHT NIGHT - Capitolo 3
Traduzione italiana di jadarnr dai volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il suo prezioso contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
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“È ferita?”
Gli occhi di Jessica fissavano il vuoto senza espressione. “S—sono… sono tutti morti. Tutti…” balbettò. Crollò sul pavimento, stringendo le braccia attorno a sè.
Erano riusciti a correre via lontano dal ponte, ma non riusciva a fare a meno di guardarsi intorno nervosamente. Le sembrava che quel mostro fosse ancora con lei, ne sentiva ancora il sudiciume addosso.
Abel poteva quasi a vedere i pensieri che le passavano per la testa. Cercò di calmarla e portarla a concentrarsi su quello che avrebbero dovuto fare ora.
“Non ci seguirà. Persino un vampiro avrá bisogno di tempo per guarire da ferite del genere. Quello che il Duca ha detto é vero?”
“Sì, ha detto che avrebbe fatto schiantare la nave su Roma” singhiozzò “E il signor Dickins ha cercato di fermarlo, ma… e poi il capitano…” le sue parole si spezzarono a mezz’aria.
“Va tutto bene… Ora cerchi di calmarsi.”
Abel mise un braccio attorno alle spalle di Jessica scosse dai tremiti ed alzò lo sguardo verso il soffitto come se cercasse aiuto da Dio. Che incubo. Il computer di bordo era compromesso, c’era un vampiro terrorista a piede libero ed il ponte di comando era inservibile. Se i passeggeri lo fossero venuti a sapere, si sarebbe scatenato il panico.
“Padre, cosa dovremmo fare?” Chiese Jessica.
“Dobbiamo fermarlo.”
Ma come? Si domandò Jessica. Tutto l’equipaggio era morto ed il computer era stato sabotato. Non avevano possibilità di salvezza.
“Ho visto il progetto di questa nave. Ha un ponte inferiore, giusto? Si trova nell’hangar dove ci sono i tutti dispositivi di comunicazione. Possiamo controllarla da lì.”
“Impossibile” disse la ragazza, chiedendosi come avesse fatto il prete a mettere le mani sui disegni di progettazione della nave. “La Tristan ha inserito l’auto pilota al momento. Disabilitarlo manualmente è estremamente complicato, ci sono innumerevoli livelli di sicurezza. Dovremmo poterli sbloccare. Ed è tutto controllato dal computer.”
I computer erano una delle reliquie più misteriose lasciate indietro dopo l’Armageddon. Solo specialisti chiamati ‘programmatori’ erano in grado di decifrare l’enorme volume di codici e dare una logica a tutti quegli uno e zero. Non sapeva cosa il vampiro potesse avere fatto al sistema, ma un neofita ci avrebbe messo anni a capirlo.
“Ho un’idea. Potremmo disconnettere i controlli del computer e pilotare la nave dal ponte inferiore”
Lei esitò: “Tecnicamente… potremmo farlo. Ma non abbiamo un timoniere”.
Sia il timoniere che il comandante erano morti. Anche il navigatore era stato assassinato. Come mai avrebbero potuto pilotare la nave e farla atterrare?
“Il timoniere é proprio qui, davanti ai miei occhi”
Jessica sussultò: “Cosa?” Si allontanò da lui, con un’espressione come se fosse stata colta sulla scena di un crimine.
“Impossibile! Assolutamente impossibile! Non sono in grado”
“Ma prima stasera ha detto—“ iniziò Abel ma lei lo interruppe.
“Teoria e pratica sono due cose completamente diverse! Io sono solo una hostess…”
“Allora la situazione si complica…”
Gli occhi del prete si spostarono improvvisamente verso il corridoio. Si sentivano dei passi avvicinarsi lentamente.
“Oh no! Non può essere…”
“Non é lui, i passi sono troppo leggeri” disse Abel.
Il ragazzino con il palloncino rosso apparve timidamente da dietro l’angolo. Sembrava essersi perso. Quando vide Jessica corse verso di lei, scoppiando in lacrime.
“Piccolo, vieni qui. Ti sei perso?” Disse Jessica abbracciandolo ed asciugandogli le lacrime.
Il bambino annuì energicamente. Era spaventato anche lui, perché tremava tutto.
“Non ti avevo detto di tornare dalla tua mamma?” Gli chiese
“La mia mamma non è qui”
“Come?”
Il ragazzino tirò su col naso e continuò “La mamma sta lavorando a Roma. Il papà ed io stiamo andando a trovarla.”
Il bimbo sorrise, probabilmente pensando a quando avrebbe rivisto la sua mamma a Roma l’indomani.
Jessica si morse il labbro. Questo bambino non vedrá più la sua mamma. Probabilmente morirà. E non solo lui. Tutti gli altri passeggeri, compresa lei, sarebbero morti, e la nave che la sua stessa madre aveva contribuito a costruire sarebbe stata distrutta.
“Padre?” Sussurrò.
“Sì Jessica?”
Abel sorrise riconoscendo la luce nello sguardo di Jessica. La disperazione e lo shock avevano lasciato il posto ad una forte determinazione— ora era pronta.
“Mi può aiutare? Per prima cosa dobbiamo riportare questo bambino dal suo papà”
“E poi?”
Si strinse nelle spalle “E poi faremo ciò che si deve fare”.
“Sì, lo faremo insieme. Mi piace questa determinazione degli esseri uman—“ Abel si interruppe a metá frase e scosse la testa.
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La trasmissione radio che arrivò alle 01.40 di mattina era forte e chiara, nonostante il suo significato fosse assurdo: Il Vaticano deve liberare tutti i vampiri prigionieri entro un’ora o distruggeremo Roma.
“Abbiamo ricevuto delle informazioni preliminari dal Dipartimento dell’Inquisizione!” Gridò un assistente.
“Il Duca di Meinz, Alfredo, vampiro— ricercato per sessantasette omicidi e furto di sangue. Come diavolo ha fatto quel pazzo omicida a salire sulla Tristan? Come ha fatto a superare la sicurezza in aeroporto?”
Era una follia. Al Castello di Sant’Angelo, il Salone dell’Angelo Messaggero, anche conosciuto come la war room del Vaticano, era in fermento—persone urlavano e volavano scartoffie da tutte le parti. Tutti quelli che contavano erano lì presenti: il Sacerdote Capo della Sicurezza Papale, il Ministro dei Trasporti e perfino la sorella del Papa, Ministro degli Affari Esteri. Erano stati tutti buttati giú dal loro letto, ma nessuno di loro mostrava segni di stanchezza.
Il ragazzo magrolino a capotavola, d’altro canto, sembrava sul punto di addormentarsi.
“Vostra Santità, siete ancora sveglio?”
Il giovane, Alessandro XVIII, trecentonovantanovesimo Papa, la bocca spalancata in un enorme sbadiglio, alzò lo sguardo sorpreso verso la bellissima donna in piedi accanto a lui, vestita con l’abito rosso da Cardinale.
“Scusa sorella mia, devo essermi assopito” disse imbarazzato.
“Non serve che tu stia alzato per questo, Alex. Possiamo occuparcene noi.” Disse la Duchessa di Milano, Ministro degli Affari Esteri Cardinale Caterina Sforza, guardando Alex calorosamente da dietro il suo monocolo. “Dovresti essere a riposare ora”.
Lui sbattè le palpebre rapidamente “Sto bene. Cosa sta succedendo?”
“Qualcosa di brutto”. La sua espressione calma minimizzò la gravitá della faccenda.
La situazione all’interno della nave era ancora poco chiara, e non c’era nulla che il Vaticano potesse fare a quel punto. “Nella peggiore delle ipotesi dovremo accontentare le loro richieste” disse Caterina.
“S—se gli ostaggi sono in pericolo, non c’è altro che possiamo fare, giusto?”. Balbettò il giovane Papa.
Annuendo seriamente, Alessandro tamburelló sulla superficie del tavolo. “Sì, rilasceremo i prigionieri.” Dichiarò.
Una profonda voce baritonale si alzò per obiettare: “Non possiamo farlo Sua Santità” tuonò la voce.
“Fratello maggiore?”
“Cardinale Medici” Caterina fece un cenno con il capo, salutando l’uomo che aveva parlato.
I fratelli si scambiarono un’occhiata gelida.
Il Segretario della Dottrina Papale Vaticana Francesco de’ Medici era un uomo grande e minaccioso. Il suo corpo era più adatto alla guerra che al clero. Si tolse il suo copricapo e si inchinò rigidamente al Papa, senza mostrare traccia di emozione. “Sono tornato dalla mia visita alla Base Aerea di Assisi”.
“Q—quando siete arrivato, fratello? Pensavo che saresti stato via fino alla p—prossima settimana” balbettò il ragazzo.
“Sono appena arrivato. Ed ho appreso dell’incidente sulla Tristan. Ebbene Caterina?” Chiese il Cardinale Medici.
La bellezza bionda si irrigidì al suo tono di rimprovero.
“Dovresti dare consigli migliori al Papa che dirgli di accontentare le richieste di terroristi vampiri. Così diventerá un debole ai loro occhi— un pupazzo che possono prendere in ostaggio ogni volta che lo vorranno. Dovresti vergognarti!” Abbaiò.
“Fratell… mi scuso, volevo dire Cardinale Medici” si rivolse al suo fratellastro “Cosa dovremmo fare? La Tristan viene da Albion, ed è piena di civili di Albion. La deadline per la firma del trattato di pace col Regno di Albion è la prossima settimana. Non possiamo permetterci che il minimo problema ostacoli i negoziati di pace. Le questioni riguardanti Albion devono essere trattate con delicatezza” spiegó. Il suo volto rimase sereno, ma i suoi occhi non mostravano la minima traccia di calore.
“Il Vaticano non negozierà con i terroristi. Specialmente terroristi vampiri!” si scherní il Cardinale Medici “Vostra Santitá, non dobbiamo sottometterci alle loro richieste. Bisogna impedire che entrino nello spazio aereo del Vaticano.”
“Obbediranno ai nostri ordini?” Si chiese il Papa. Nella sala calò il silenzio ed il giovane ed inesperto Papa sentì gli occhi di tutti su di lui. Deglutí faticosamente “Se fossero stati il tipo di persona che obbediscono agli ordini non avrebbero nemmeno dirottato la nave, giusto? Scusate, sono proprio inutile.”
“Sì, probabilmente sarebbe uno spreco di tempo” confermò Caterina.
“Allora cosa possiamo fare?” Chiese timidamente il Papa.
“Gli daremo un ultimatum. Se invaderanno il nostro spazio aereo, li abbatteremo. È molto semplice.” Disse il Cardinale Medici. Le sue parole si abbatterono sulla sala come una tonnellata di mattoni.
Caterinà protestò urlando “Sei forse fuori di testa, Cardinale Medici?! Ho appena detto che la Tristan é una nave di Albion!”
“Beate sumpto qui muribundum in Dominum. Beati coloro che muoiono nel nome del Signore. Stiamo parlando della gloria di Dio e della dignitá umana. Non possiamo dare ascolto a quelle empie voci!” Rispose Francesco, battendo con forza lo scettro da Cardinale sul pavimento come se fosse una spada, con un impeto degno di un rappresentante di Dio in terra.
“Il Vaticano è la più alta autoritá terrena ed il potere più forte dell’umanitá. Una tale istituzione sacra ed inviolabile non può piegarsi a nessuna minaccia! Non è questa un’opportunità perfetta per dimostrare a questi abomini che non esiste la parola ‘negoziazione’? Facciamo vedere a quei parassiti che non sanno qual’é il loro posto in terra quale sará il loro destino!”
“Beati coloro che muoiono nel nome del Signore!” ripetè con voce fervente uno dei sacerdoti in piedi accanto a Francesco. Un coro di voci eccitate si alzò da varie parti del Salone in risposta a quelle parole.
“Noi siamo il Vaticano—l’autoritá esecutrice della volontà di Dio in terra!”
“Non possiamo tirarci indietro!”
Caterina guardó ognuno degli uomini presenti in sala, ma vide solo bestie assetate di sangue.
Il suo fratellastro maggiore era un uomo molto carismatico, ma abusava troppo spesso della sua autoritá all’interno del Vaticano. I tempi sono cambiati. Il popolo non tollererá altra violenza inutile. Le persone non sono più un gregge di pecore senza opinioni. Il filo dei pensieri di Caterina fu interrotto da uno dei Diaconi.
“Cardinale, signora, abbiamo un’informazione urgente” disse il Diacono precipitosamente. Porse velocemente a Caterina una lista di nomi.
“È la lista dei passeggeri della Tristan? Ottimo lavoro”
Il cuore di Caterina sprofondò quando vide quanto lunga era la lista di nomi. Ognuno di loro era un fratello o una sorella, una madre o un padre, un figlio. Ed erano tutti in grave pericolo.
Ma quando si accorse di un nome in particolare, il suo atteggiamento cambiò istantaneamente. “Non può essere… Ne avete la certezza?”
“Sissignora. È stato confermato da tre fonti differenti” disse il Diacono avvicinandosi alla donna “È un’informazione certa. C’è un Crusnik sulla Tristan. L’abominio infernale era di ritorno al Vaticano dopo aver arrestato Padre Scott”.
“Faccia attenzione a come parla, Diacono. L’ ‘abominio infernale’ è uno dei miei più leali agenti. Convochi subito tutti gli agenti della AX. Chi di loro può essere immediatamente disponibile?
Il Diacono si inchinò: “Le porgo le mie scuse, Cardinale. La Iron Maiden e Gunslinger sono pronti a partire. Possono essere in contatto con la Tristan in quattro ore.
“Loro due potranno essere di supporto al Crusnik e mettere al sicuro la Tristan. Ci sarà dello spargimento di sangue…” si interruppe, prendendo un profondo respiro “Saranno accettabili vittime finchè rimarranno sotto al cinquanta percento dei passeggeri. Un numero più alto rovinerebbe le nostre possibilità di pace con Albion.”
Caterina si guardò intorno. Il Salone continuava ad essere in frenetica attività. Il Cardinale Medici abbaiava ordini. Sembrava un pazzo che riusciva a malapena a controllarsi. Nel frattempo il povero Alec sembrava completamente sopraffatto. Avere il suo piú fidato agente della AX a bordo della Tristan era stato certamente un dono del Signore.
Allora forse Roma era ancora tra le grazie del Signore. E così lo era anche lei.
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comefiorineldeserto · 4 months ago
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Ogni volta che mi faccio il colore ai capelli, trasformo il bagno in una scena del crimine
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dilebe06 · 1 month ago
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Evol
Come nasce un cattivo
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Mi sono fregata da sola. Volevo chiudere quest'anno con un dramino da quattro soldi... un qualcosa di leggero e anche un po' stupido che mi tenesse compagnia per qualche giorno fino all'anno prossimo, quando sarei tornata a bomba con i drama.
Ecco perché Evol sembrava la scelta migliore: 6 episodi di una serie con i supereroi in calzamaglia... ragazzini liceali che combattono il crimine. Roba spensierata per passare il tempo.
O almeno così pensavo.
Visti i primi due episodi, ero così sconcertata da mandare un messaggio a @ili91-efp per tenermi compagnia nella visione e perché i gioiellini ci si passano sempre <3 e per parlane assieme. Il drama meritava infatti molta attenzione.
Evol è una serie dark fantasy - con richiami a The Umbrella Academy, My Hero Academia e The Boys - tratta dal manga omonimo di Atsushi Kaneko e affronta svariati tempi come la corruzione, il disagio mentale, il suicidio, la violenza domestica... ma anche l'accettazione, il razzismo e pure la violenza sessuale. la roba leggera che volevo
TRAMA
La serie segue le vicende di tre adolescenti Nozumi, Akari e Sakura che decidono di togliersi la vita. Il loro tentativo però fallisce e tutti e tre si ritrovano in un ospedale psichiatrico per guarire. Lì oltre a conoscersi, scoprono di avere dei super poteri: Nozumi può creare dei buchi ovunque, Akari riesce a fare delle fiammelle da fiammifero e Sakura può levitare a 5 cm da terra.
Chiaramente, il tentativo di suicidio fa comprendere che questi ragazzi abbiano dei gravi problemi... forti disagi e grandi difficoltà che li hanno portati all'insano gesto. Akari con i suoi tagli nelle braccia e il terrore verso il padre che la vuole riportare a casa, fa scattare nei ragazzi la decisione di fuggire.
Con i loro nuovi poteri, Nozumi e company riescono a scappare dall'ospedale e ricercati da mezza città, si interrogano sulle loro recenti abilità: hanno dei poteri perché sono destinati ad essere degli eroi? Ma questo mondo è degno di essere salvato? Questa gente che in un modo o nell'altro li ha fatti soffrire tanto da spingerli al suicidio, meritano di essere salvati?
Se questa realtà è così marcia... perché non essere invece i cattivi e non distruggere questo mondo?
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Insieme alle vicende dei tre ragazzi, la serie segue anche un vero eroe: Lighting Bolt. Eroe acclamato dal mondo, figlio di eroi e fratello di eroi, quest'uomo che ha il potere di scagliare fulmini come Pikachu, persegue la sua convinzione di essere il salvatore del mondo: colui che è destinato a salvare la Terra dalla grande oscurità che sta arrivando. Peccato che per farlo, lavori sottobanco con il Sindaco della città che usa Pikachu come assassino di fiducia per eliminare persone a lui scomode.
Questa a grandi linee la trama. E' chiaro come qui di roba leggera non ce ne sia manco l'ombra. Anzi. Ho amato la trama e come si sia evoluta lungo tutto l'arco narrativo: colpi di scena, buon ritmo, ambientazione cupa ed a tratti davvero creepy ma soprattutto un ottima evoluzione della storia. Coerente e ben realizzata.
Come scritto nel sottotitolo, questo drama mostra come si "diventa dei villain": prendi un ragazzo abusato e traumatizzato e fagli odiare la realtà che lo ha fatto soffrire. Poi dagli dei super poteri, rabbia, portalo alla disperazione e voilà: ecco il tuo cattivo.
Evol, parla proprio di questo e se all'inizio i ragazzi volevano fare i cattivi ma senza una grandissima convinzione - d'altronde sono liceali e il massimo che hanno fatto è stato fare dei graffiti in giro per la città - nel finale il loro passaggio al lato oscuro è ben delineato e molto logico con la storia raccontata fino a quel punto.
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PERSONAGGI
Ottimi anche i personaggi: Nozumi, il lead di questo drama è un ragazzino molto introverso e chiuso verso gli altri. Almeno al primo sguardo. Una volta che conosce delle persone e si apre con loro, diventa più aperto e solare. E' un bravo ragazzo che vuole l'accettazione da parte degli altri e sentirsi davvero parte del mondo.
Emblematica su questo la scena dell'alieno: Nozumi parlando con la madre ammette di sentirsi un estraneo nel mondo. Un diverso. Tanto più che è gay e il ragazzo che gli piace lo ha anche rifiutato. Questo aumenta la sua alienazione e la sofferenza: chiede infatti scusa alla madre per essere gay e per averla delusa. Per non poterle dare dei nipotini... chiara dunque la sofferenza del ragazzo e da dove derivi il suo dolore.
Poi c'è Sakura che dei tre è stata quella meno esplorata. Dal poco che sappiamo è stata vittima da parte degli altri di attacchi di razzismo e bullismo, tanto che il padre si è impiccato e la madre se ne è andata con un altro uomo. Nella serie dicono che in realtà non si è ammazzata ma è stata uccisa. Qualcuno voleva farla fuori. Ma ad oggi, non si sa ancora nulla di questa storia. Ma infatti non ce la vedevo ad uccidersi!
Sakura è quella decisa e aggressiva del trio. Quella propositiva e attiva, che fa cose e poi pensa a ciò che ha fatto. Anche se può sembrare impetuosa e poco riflessiva, in realtà nasconde un grande cuore ed è molto empatica. Litiga con Akari ma poi, preoccupata per lei, fa di tutto per trovarla e andare a salvarla. Poiché è senza famiglia - e vive proprio in una casa famiglia - credo che Nozumi e Akari siano diventati per lei una sorta di casa.
Ed infine c'è Akari. Pestata e abusata sessualmente dal padre Capo della polizia - la scena dove il genitore si struscia e geme sui vestiti della figlia fermandosi sulle parti intime mi farà avere incubi per settimane cazzo! - che pensa che dentro di lei ci sia Satana, la ragazza è sull'orlo della disperazione e follia. Vede cose che non esistono - o forse esistono davvero e siamo noi spettatori i folli - e vuole solo vedere il mondo bruciare.
Poiché Akari non parla molto non è facilissimo inquadrarla ma dai suoi pensieri e chiacchierate che si è fatta con il coniglio di fumo nero - che ho chiamato Frank in onore del coniglio Frank in Donnie Darko - viene fuori un personaggio remissivo e obbediente che sopporta tacitamente gli abusi almeno finché non conosce gli altri due. Nozumi e Sakura diventano suoi amici e le danno un po' di speranza e gioia, facendole sognare un mondo diverso.
Ma ahimè il sogno sarà di poca durata.
E come con Nozumi sarà la felicità data e poi persa violentemente che la farà cadere nella vera disperazione.
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Inoltre è piaciuto molto anche il personaggio di Lighting Bolt. Ad una certa mi ha fatto quasi tenerezza questa sua ricerca ossessiva di cosa significasse essere un supereroe: si è convinto di essere nato e di avere i poteri per essere il Gesù Cristo del mondo ma d'altra parte era perfettamente consapevole di fare da serial killer personale di un solo uomo, uccidendo persone innocenti. Eroe di cosa?! Cosa significa essere un eroe?!
Tra l'altro non si è manco accorto della psicopaticissima sorella che godeva nel friggere persone: eroina quanto lui, sfogava il suo desiderio di essere riconosciuta al pari del padre e del fratello, friggendo cani e bambini innocenti. E poi daje di targhe " Eroina della città".
Fatta la disamina suoi personaggi, posso dire che mi sono piaciuti tutti. Il modo in cui sono stati scritti, soprattutto. Per ogni disagio, azione assurda o discorso strano, la serie ha costruito bene i suoi personaggi, il modo che si capivano le loro motivazioni e perché agissero o reagissero in tali modi.
Buona anche la performance degli attori, in particolare i giovani: se l'attore di Nozumi ha 23 anni ed ha un curriculum di tutto rispetto con una ventina di drama e ancor più film ed idem l'interprete di Akari - che di anni ne ha 18 - colei che rappresenta Sakura ha solo tre drama nel carrello. Più qualche film. Non sono certo attori di primo pelo ma neanche dei mostri di recitazione. Tuttavia trovo che abbiano fatto un buon lavoro, soprattutto l'attrice di Akari.
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STILE E ATMOSFERA
Trovo che sia stata buona anche la regia: Evol ha una narrazione solida e coerente ma non sempre di facile comprensione. Alcune cose vengono infatti lasciate all'interpretazione per aumentare, a parer mio, la poeticità e anche la riflessione dello spettatore. La serie ha infatti molti momenti introspettivi e di critica alla società di oggi: corruzione, alienazione, razzismo, abusi...
Tuttavia la serie non è una palla introspettiva: ci sono molti momenti di tensione e di drammaticità grazie ad una regia che ti tiene sempre un po' sul chi vive e non annoia mai.
Questo grazie anche al comparto visivo e all'ambiente un po' cupo e certe volte angosciante che assieme alla musica azzeccatissima permette allo spettatore di percepire sempre quel filo d'inquietudine che ti tiene incollata allo schermo.
E proprio sull'aspetto visivo devo fare il mio primo appunto: la serie infatti pecca per la poca luminosità. Ok il creepy e l'angoscia ma fammi vedere qualcosa! In alcune scene si percepiva solo uno sfondo nero e le voci sotto ma niente di vedibile. Per fare alcune gif ho dovuto sbiancare le immagini!
L'altro appunto è sul fatto che la serie lascia aperte molte domande di trama ma che difficilmente avremo qualche risposta. Evol infatti, dovrebbe avere più stagioni ma onestamente io non sono fiduciosa che le faranno davvero.
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sbiancatissimo.
TEMATICHE
Ultima cosa circa le tematiche portate avanti dalla serie: Evol fa a pezzi il mito del supereroe e offre una narrazione intensa e provocatoria che esplora le sfumature tra bene e male. Chi è il buono? Chi è il cattivo? ...
Ma parla anche di salute mentale, discriminazione e alienazione. Sonda il disagio mentale e la sofferenza soprattutto degli adolescenti, epoca tragica a parer mio, che molto spesso urlano il proprio tormento a persone che non sanno o non vogliono ascoltare.
Quello che resta è una riflessione su dei ragazzini soli e persi nel mondo - alla fine del drama tutti e tre i personaggi rimangono orfani - che trovano nell'odio e nella distruzione la risposta a tutto il loro dolore.
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Concludendo: una serie sicuramente da vedere. Soprattutto per chi, come me, è un amante delle opere introspettive e piene di spunti di riflessione. Il cast e la regia hanno fatto un ottimo lavoro nel raccontare questa storia contando solo i 6 episodi di questa prima stagione. Sicuramente non la serie leggera e spensierata che pensavo... tuttavia mi ha davvero sorpresa per la sua intensità e riflessività.
Attendendo con forte speranza la seconda stagione...
Voto: 7.9
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pinkpascalover-main · 8 months ago
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Calaflowers sempre sulla scena del crimine
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pier-carlo-universe · 7 days ago
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L’Anima del Male di Linda Castillo. Recensione di Alessandria today
Un thriller intenso e avvincente con Kate Burkholder come protagonista.
Un thriller intenso e avvincente con Kate Burkholder come protagonista. Autore: Linda CastilloTitolo originale: The Hidden OneEditore: PiemmeGenere: Thriller Sinossi A Painters Mill, una piccola comunità amish, il silenzio cela oscuri segreti. Quando vengono ritrovati i resti di un uomo scomparso oltre un decennio prima, il passato torna a tormentare Kate Burkholder, capo della polizia locale.…
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mccek · 2 years ago
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Sulla scena del crimine Ep:1 Pt.1
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francesca-fra-70 · 1 year ago
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Potevi prendere il caffè solo in piedi, poi solo seduto, poi seduto ma dopo le 18:00, poi in piedi fuori, poi solo fuori. La vendita di alcolici dopo le 18.00.E altalene e scivoli nastrati tipo scena del crimine. E dei nastri al supermercato che sbarravano gli scaffali delle pentole, dei giocattoli per i bambini. E le istruzioni in tv di come dovevamo lavarci le mani che manco se fossimo decerebrati trattati peggio dei delinquenti.
Ricordatelo tutto questo bimbe e bimbi di Giuseppe Conte quando lo osannate come il miglior presidente in Italia!😏
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antua1958 · 6 months ago
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Benvenuto al primo episodio di Doppio Indizio! Sei pronto a tuffarti in un mistero avvolgente? 🌫️🔦 Max e Nora, due investigatori audaci e determinati 🕵️‍♂️🕵️‍♀️, si trovano di fronte a un caso che sembra irrisolvibile 🧩. Un crimine inspiegabile, testimoni ambigui 😶, e una serie di indizi che portano a più domande che risposte. ❓❗ In questo episodio, segui i nostri eroi mentre si immergono in scene del crimine oscure 🌑, analizzano ogni dettaglio con attenzione 🧐, e affrontano la prima di molte rivelazioni sorprendenti 💥.  Ogni traccia potrebbe essere la chiave 🔑 per svelare il mistero… o perdersi in un labirinto di enigmi 🌀. Ascolta ora 🎧 per scoprire come un singolo indizio può scatenare una catena di eventi imprevedibili 🎲.  Preparati a essere trascinato in un’avventura mozzafiato 💨, dove niente è mai come sembra 🌪️. Non perderti questo inizio emozionante 💣 di Doppio Indizio – dove ogni segreto nascosto 👁️‍🗨️ potrebbe cambiare tutto! 🚨
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fridagentileschi · 2 years ago
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CHE BELLA L'ITALIA PRIMA DEL 68
L'Italia era nell'occidente l'enfant prodige. Era un paese ottimista, dove si lavorava e col lavoro era arrivato il miracolo economico. Si esportava e le aziende andavano a gonfie vele. Non c'era terrorismo e pochissima criminalita'. La lira poneva le basi dell'oscar delle monete. La posta veniva recapitata tre volte al giorno, gli ospedali funzionavano, nelle scuole si studiava non tanto quanto in passato ma ancora abbastanza. Il cinema distraeva e produceva tantissimi film l'anno, i teatri erano pieni, si costruivano case e strade...il futuro non era un problema.
Poi e' venuto il trionfo di chi giudicava Einaudi un vieto reazionario, Scelba un aguzzino, il profitto un crimine, il lavoro una schiavitu', il terrorismo una sacrosanta protesta, il terrorismo palestinese a cui si apri' la porta e di li all'islam, l'assenteismo un diritto: ed e' venuta l'Italia della paura, degli ospedali indecenti, delle universita' con il 27 politico, della cassa integrazione, della produzione calante, dell'inflazione, cattivo cinema, dei sequestri, degli attentati. La scomparsa del merito, dell'autorita', dell'educazione e del decoro. Il 68 e' stato l'inizio di un incubo mai finito che ha imprigionato la cultura nell'ideologia, ha eliminato il dissenso, Al momento esso e' rappresentato dal birignao buonista, multiculturalista. Perche' questo e' il bello, anzi il brutto, il pensiero reducista non si evolve. Cambia, si trasforma. Come i figli di papa' annoiati che fecero il 68 con gli eskimo e oggi sono in giacca e cravatta. Perche' i reazionari di allora non erano gli operai a cui e' stata tolta la scena ma erano di estrazione borghese, attratti dal culto della violenza per la violenza. Volevano cancellare l'eccellenza ovunque la trovassero. Ecco i risultati della chirurgia intellettuale della sinistra: un popolo di analfabeti, e di analfabeti di ritorno dove le pagelle sono state sostituite dalla tessera di partito. Generazioni di ignoranti, eterni bambini, incapaci di farsi educare e di educare. Un'infanzia eterna. Ma quando finisce il 68?
( articoli di Indro Montanelli, Mario Cervi e Roberto Gervaso)
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