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#scarti alimentari
medicomunicare · 8 months
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Le propreità del bergamotto: una ricerca italiana elogia le sue eccezionali proprietà antinfiammatorie
Gli scarti alimentari come fonte di molecole bioattive L’infiammazione cronica si riferisce a risposte infiammatorie acute che non riescono a sradicare gli agenti patogeni o a riparare le lesioni dei tessuti, causando problemi cutanei, malattie respiratorie e neurologiche, sindrome metabolica e tumori. I pazienti non tollerano i farmaci antinfiammatori sintetici a lungo termine, a causa dei loro…
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veggiechannel · 2 years
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Abitudine e usanze ci portano ad usare sempre le stesse parti degli alimenti che consumiamo. Usare foglie, gambi, bucce è invece possibile. Chiediamo oggi suggerimento a Francesca Luise per realizzare semplici ricette utilizzando gli scarti di frutta e verdura, come proposto in sinergia con il nuovo numero di Terra Nuova.
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greenmax-it · 1 month
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Il riciclaggio della schiuma di EPP non solo contribuisce a ridurre l'inquinamento ambientale
La schiuma di EPP riciclata può essere utilizzata per produrre materiali di imballaggio ecologici, come ad esempio imballaggi ammortizzanti per prodotti elettronici, imballaggi alimentari e imballaggi protettivi per dispositivi medici. Questi materiali da imballaggio non solo hanno buone proprietà protettive, ma possono anche essere riutilizzati, riducendo i rifiuti degli imballaggi usa e getta.
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La schiuma di EPP è ampiamente utilizzata in diversi settori industriali grazie alle sue eccellenti proprietà, come la leggerezza e l'elevata resistenza, le ottime proprietà di ammortizzazione e di assorbimento dell'energia, la resistenza chimica e all'acqua, la protezione ambientale e la riciclabilità.
Grazie a una tecnologia di riciclaggio avanzata, gli scarti di EPP possono essere riutilizzati in modo efficiente per ottenere una varietà di prodotti riciclati di valore, ampiamente utilizzati per l'imballaggio, l'edilizia, le attrezzature sportive e di sicurezza, ecc.
Il riciclaggio della schiuma di EPP non solo contribuisce a ridurre l'inquinamento ambientale, ma promuove anche il riciclaggio delle risorse, realizzando una situazione vantaggiosa sia per l'economia che per l'ambiente.
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stargatesblog · 3 months
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Agricoltura: gli effetti di umati e idrolizzati
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Gli umati e gli idrolizzati sono sostanze organiche che possono contribuire all'equilibrato accrescimento delle colture agricole. Queste sostanze sono ricche di sostanze nutritive essenziali per le piante, come azoto, fosforo, potassio, e micronutrienti come zinco, manganese, ferro, boro, rame e molibdeno.
L'utilizzo di umati e idrolizzati nelle colture agricole può migliorare la crescita delle piante, aumentare la produzione di frutti o verdure, migliorare la qualità del suolo e contribuire alla sostenibilità dell'agricoltura. Inoltre, si comporta come fosse un ammendante agricolo per suoli queste sostanze possono aiutare le piante ad aumentare la resistenza alle malattie e agli agenti patogeni, migliorare l'assorbimento di acqua e nutrienti e ridurre lo stress ambientale.
Tuttavia, è importante utilizzare gli umati e gli idrolizzati in modo corretto e secondo le dosi consigliate, per evitare eventuali effetti negativi sulle piante e sull'ambiente. Inoltre, è importante tenere conto delle specifiche esigenze delle diverse colture e adattare l'utilizzo di biochar per agricoltura a queste sostanze in base alle condizioni del terreno e alle necessità delle piante.
In conclusione, gli umati e gli idrolizzati possono svolgere un ruolo importante nell'equilibrato accrescimento delle colture agricole, contribuendo a migliorare la produttività e la sostenibilità dell'agricoltura. Tuttavia, è fondamentale utilizzarli in modo corretto e consapevole, tenendo conto delle specifiche esigenze delle diverse colture e delle condizioni ambientali. Trova il negozio biochar più interessante del web con prezzi contenuti.
Gli idrolizzati sono sostanze ottenute dalla rottura delle molecole di proteine attraverso il processo di idrolisi. Questo ammendante per agricoltura biologica processo consiste nel rompere i legami peptidici tra gli amminoacidi che compongono le proteine, tramite l'aggiunta di acqua e di enzimi idrolitici.
Gli idrolizzati vengono utilizzati in agricoltura per diversi scopi, tra cui:
Fornire nutrienti alle piante: gli idrolizzati contengono amminiacidi facilmente assimilabili dalle piante, che possono utilizzare direttamente per la loro crescita e sviluppo.
Migliorare la fertilità del suolo: gli idrolizzati possono favorire l'attività biologica nel suolo, stimolando la crescita dei microrganismi benefici e migliorando la struttura del terreno.
Migliorare la resistenza delle piante allo stress: gli amminiacidi presenti negli idrolizzati possono aiutare le piante a superare situazioni di stress abiotico, come siccità, eccesso di sali nel terreno o esposizione a agenti patogeni.
Ridurre l'uso di fertilizzanti chimici: l'utilizzo di idrolizzati può ridurre la necessità di utilizzare fertilizzanti chimici, contribuendo alla sostenibilità dell'agricoltura e alla riduzione dell'impatto ambientale.
In sintesi, gli idrolizzati si usano in agricoltura per favorire la crescita e lo sviluppo delle piante, migliorare la fertilità del suolo e ridurre l'uso di fertilizzanti chimici, contribuendo a una produzione agricola più sostenibile e rispettosa dell'ambiente.
Gli umati sono concimi organici di origine animale, ottenuti dalla decomposizione biologica di scarti alimentari, letame, lettiere, ossa e altri materiali biodegradabili. Si utilizzano in agricoltura per biochar vendita e produzione apportare nutrienti al terreno e migliorarne la fertilità, permettendo alle piante di crescere in modo sano e vigoroso.
Gli umati contengono una grande varietà di sostanze nutritive come azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio, zolfo, oltre a micronutrienti come ferro, rame, zinco e manganese, che sono essenziali per la crescita delle piante. Inoltre, favoriscono la biodiversità del suolo, stimolando l'attività dei microrganismi che contribuiscono alla mineralizzazione degli elementi nutritivi.
Vedi anche: conoscere e prevenire la muffa grigia
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cinquecolonnemagazine · 5 months
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Comportamenti non ecosostenibili: la minaccia per il nostro pianeta
Nel mondo odierno, la salute del nostro pianeta è una delle questioni più urgenti. Le attività umane hanno un impatto significativo sull'ambiente, e molti dei nostri comportamenti quotidiani contribuiscono a problemi come il cambiamento climatico, l'inquinamento e la perdita di biodiversità. I nostri comportamenti non ecosostenibili hanno, quindi, un ruolo negativo nella protezione del nostro amato pianeta. Quali sono i comportamenti non ecosostenibili più comuni? - Eccessivo consumo di energia: Lasciare le luci accese, utilizzare elettrodomestici inefficienti e mantenere il riscaldamento o l'aria condizionata a livelli estremi sono solo alcuni esempi di come sprechiamo energia. La produzione di energia, soprattutto da fonti fossili, è un processo altamente inquinante che rilascia gas serra nell'atmosfera, contribuendo al riscaldamento globale. - Sprechi alimentari: Ogni anno, un terzo di tutto il cibo prodotto nel mondo viene sprecato. Questo spreco non solo rappresenta una perdita di risorse preziose, ma genera anche metano durante la decomposizione, un potente gas serra. - Uso eccessivo di plastica: La plastica è un materiale durevole e versatile, ma il suo abuso ha avuto un impatto devastante sull'ambiente. L'inquinamento da plastica contamina oceani, fiumi e terreni, mettendo a rischio la fauna selvatica e danneggiando gli ecosistemi. - Mezzi di trasporto privati: Fare affidamento sulle auto private per gli spostamenti quotidiani è un importante contributo all'inquinamento atmosferico, soprattutto nelle aree urbane. Le emissioni dei veicoli a motore bruciano combustibili fossili e rilasciano nell'aria sostanze nocive, causando problemi respiratori e altri problemi di salute. - Deforestazione: L'abbattimento di alberi per l'agricoltura, l'edilizia e la produzione di legname ha portato alla perdita di foreste in tutto il mondo. Le foreste svolgono un ruolo vitale nel regolare il clima, prevenire l'erosione del suolo e fornire habitat per la biodiversità. La loro distruzione ha conseguenze gravissime per l'ambiente. Quali sono le conseguenze di questi comportamenti? Le conseguenze dei comportamenti non ecosostenibili sono già evidenti e si prevede che peggioreranno se non cambieremo rotta. Il cambiamento climatico sta causando eventi meteorologici estremi come uragani, inondazioni e siccità, con un impatto devastante sulle comunità e sui ecosistemi. L'inquinamento atmosferico è responsabile di milioni di morti premature ogni anno, mentre l'inquinamento da plastica sta soffocando i nostri oceani e mettendo a rischio la vita marina. La perdita di biodiversità minaccia la catena alimentare e gli ecosistemi da cui dipendiamo per il nostro cibo, l'acqua e altri servizi essenziali. Cosa possiamo fare per vivere in modo più sostenibile? La buona notizia è che possiamo tutti fare la nostra parte per ridurre il nostro impatto ambientale e vivere in modo più sostenibile. Ecco alcuni semplici consigli: - Risparmiare energia: Spegnere le luci quando non sono in uso, utilizzare elettrodomestici a basso consumo energetico e regolare il riscaldamento e l'aria condizionata a temperature moderate. - Riduci gli sprechi alimentari: Pianifica i pasti, conserva correttamente gli alimenti e fai compostaggio degli scarti alimentari. - Diminuire l'uso della plastica: Porta con te una borsa riutilizzabile per la spesa, evita i prodotti usa e getta e scegli prodotti con imballaggi ridotti. - Utilizzare mezzi di trasporto alternativi: Camminare, andare in bicicletta, utilizzare i mezzi pubblici o il car sharing sono modi migliori per spostarsi, riducendo le emissioni di gas serra. - Piantare alberi: Gli alberi assorbono CO2 dall'atmosfera e contribuiscono a mitigare il cambiamento climatico. Pianta alberi nel tuo giardino o sostieni iniziative di rimboschimento. Proteggere il nostro pianeta È fondamentale adottare uno stile di vita più ecosostenibile per proteggere il nostro pianeta e garantire un futuro migliore per le generazioni future. Ogni piccolo gesto conta, e insieme possiamo fare la differenza. Oltre a questi consigli, ci sono molte altre cose che possiamo fare per vivere in modo più sostenibile. Informarsi sui problemi ambientali, sostenere le organizzazioni che lavorano per la tutela dell'ambiente e fare pressioni sui governi per adottare politiche più ecocompatibili sono solo alcuni esempi. Foto di Gordon Johnson da Pixabay Read the full article
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lamilanomagazine · 8 months
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Bari, associazione Tou.Play per la presentazione dei risultati del progetto Join sul protagonismo e la cooperazione femminile
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Bari, associazione Tou.Play per la presentazione dei risultati del progetto Join sul protagonismo e la cooperazione femminile Venerdì 2 febbraio, alle ore 17.30, nella sala giunta di Palazzo di Città, l’assessora alle Politiche educative e giovanili Paola Romano incontrerà i membri dell’associazione giovanile Tou.Play in occasione della presentazione dei risultati di “Join: una rete transnazionale di giovani donne per una transizione ecologica giusta e sociale”, il progetto finanziato dal programma europeo Erasmus+, nato con l’obiettivo di creare reti di promozione di partenariati regionali e decisori politici locali, attuati in stretta cooperazione con i giovani di tutta Europa. Join mira, infatti, a creare uno spazio di cooperazione transnazionale tra giovani donne attraverso canali che consentano lo sviluppo di processi congiunti di partecipazione e advocacy, generando azioni che promuovano l’empowerment, la leadership e l’azione civica e politica delle giovani donne che vivono in aree urbane e rurali. Il progetto costruisce un contesto favorevole per ideare, innovare e promuovere iniziative che costruiscano soluzioni alle sfide socio-ambientali del nostro tempo, puntando a scenari più inclusivi, equi, egualitari e sostenibili. Per raggiungere questi obiettivi, sei giovani donne, individuate in un gruppo di quaranta, hanno partecipato a una mobilità internazionale ad Alentejo, in Portogallo, dove si sono confrontate con altre coetanee provenienti da Grecia, Portogallo e Spagna per raccontare le proprie realtà, condividere buone pratiche e sostenersi nella creazione di progetti da implementare nelle rispettive realtà locali. Dall’incontro è emerso che a Bari c’è un basso grado di consapevolezza comunitaria sulle questioni di genere e ambientali e sulla loro correlazione, specie fra le donne e le famiglie delle fasce più vulnerabili della popolazione. Inoltre, vi è una mancanza di leadership femminile per quanto riguarda le tematiche ambientali, mentre la città non è autosufficiente dal punto di vista alimentare ed energetico: c’è poca autoproduzione di cibo e grande consumo di prodotti confezionati, c’è un basso grado di circolarità ed è difficoltoso lavorare sul riutilizzo degli scarti. Dall’analisi di questi bisogni il gruppo di giovani ha realizzato una serie di iniziative locali chiamate giocosamente “La Fatic”, il lavoro faticoso, con l’obiettivo di creare una maggiore connessione tra i quartieri urbani e i sistemi alimentari autosufficienti, promuovere le occasioni di occupabilità delle donne e alimentare forme più profonde di partecipazione locale attraverso la sensibilizzazione e il coinvolgimento. Il gruppo ha così organizzato dei laboratori di riuso creativo dei rifiuti e contribuito a momenti di partecipazione attiva della cittadinanza (pic nic senza plastica, attività di pulizia degli spazi comuni, animazione territoriale e momenti inaugurali come quello del parco Maugeri al Libertà). Il gruppo ha poi raccolto le impressioni di tutte le donne coinvolte in queste attività e ha tratto le proprie conclusioni sull’impatto di queste azioni sul tessuto sociale cittadino. I risultati presentati nel corso dell’incontro di domani saranno poi condivisi con i partner europei in occasione di un seminario in programma dall’8 all’11 febbraio in Grecia, nei pressi di Corinto, in una seconda mobilità che riunirà tutte le partecipanti di Join in Europa. All’incontro di oggi sono stati invitati a partecipare i rappresentanti della commissione Pari opportunità del Comune di Bari e della Consulta dell’ambiente della città. Per ulteriori informazioni Davide Colafemmina - +39 324 747 2073 – [email protected] A questo link la presentazione del progetto... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Anche pelle vegetale ed eco-cashmere a 'Fa' la cosa giusta'
Una borsa di design realizzata riutilizzando gli scarti della frutta, per la prima pelle alternativa vegetale, oppure i piumini con fibre riciclate o l’eco-cashmere. Ed inoltre cosmesi “viva”, realizzata con emulsioni nano-cellulari, e cosmetici waterless, creati senza l’impiego di acqua, ma anche pellicole alimentari ecologiche alternative a quelle di plastica: sono solo alcuni…
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manifestocarnivoro · 1 year
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RAISING CANADIAN BEEF: GLI ALLEVATORI CANADESI INFORMANO
Attraverso le pagine web di raisingcdnbeef.ca gli allevatori canadesi danno informazioni chiare e dirette sui principali temi legati al consumo responsabile di carne buona e sostenibile: •• Ami la carne di manzo? E l’ambiente? Alcuni vorrebbero far credere che sia necessario scegliere. Ma in Canada le cose non sarebbero le stesse senza il bestiame. Preservano i pascoli autoctoni e smaltiscono i rifiuti alimentari; riducono il rischio di incendi e incoraggiano la biodiversità. Quindi, godetevi pure il vostro hamburger: il lato dei benefici ambientali lo offriamo noi. •• Buono per voi. Ottimo per le nostre praterie. La carne bovina non è solo una fonte di energia nutrizionale. Quando i bovini pascolano, contribuiscono a stimolare la crescita delle piante, a incrementare la materia organica nel suolo e a favorire una maggiore biodiversità. Con il 74% delle praterie canadesi già scomparso, il bestiame è necessario ora più che mai. •• Pascolo per il bene comune? L’erba alimenta gli incendi, ma anche i bovini. Il pascolo può modificare il comportamento degli incendi, contribuendo a rallentarli, trasformarli o fermarli. Sono stati avviati progetti pilota in tutta la Columbia Britannica, dove il bestiame è al lavoro per ridurre il rischio di incendi per le comunità circostanti. •• Abbiamo voglia di risolvere il problema dello spreco alimentare. Il 58% del cibo prodotto in Canada va sprecato, di cui il 40% a livello di vendita al dettaglio e di consumo. Invece di mandare in discarica frutta e verdura, sottoprodotti e scarti delle coltivazioni, dove si decompongono e creano gas serra, gli scarti alimentari vengono utilizzati per fornire al bestiame un mangime ricco di sostanze nutritive.
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Nasce il prodotto da forno ricavato da scarti dell'industria agroalimentare
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Nuovi prodotti da forno ad elevato valore aggiunto realizzati con l’utilizzo di proteine e molecole benefiche ricavate da scarti dell’industria agroalimentare. È l’obiettivo del progetto PROVIDE, che conta su un finanziamento di circa un milione di euro e vede la partecipazione di un consorzio di sei partner internazionali, tra cui ENEA. I primi risultati saranno presentati lunedì 22 maggio a Roma presso Sapienza Università di Roma nel corso dell’evento Evolution beyond Innovation in Circular Food Systems - Open event, organizzato dall'Agenzia in collaborazione con METROFOOD-IT. “Pane, pizza, biscotti e molti altri prodotti da forno sono tra gli alimenti più comuni e convenienti da consumare in luoghi, tempi e condizioni diverse. Ed ora, grazie a questo progetto, avranno tra i loro ingredienti nuove fonti proteiche e molecole dalla funzione nutrizionale e nutraceutica per rispondere alla crescente domanda di una dieta diversificata, sana e sicura”, spiega Claudia Zoani, ricercatrice ENEA della Divisione Biotecnologie e agroindustria e referente del progetto. “Inoltre - prosegue - queste molecole possono essere estratte direttamente dai sottoprodotti di altre filiere agroalimentari. In questo modo, saremo in grado di promuovere concretamente la sostenibilità e la circolarità delle produzioni e ridurre gli scarti, garantendo qualità e sicurezza dei nuovi prodotti”. I ricercatori sono al lavoro sui nuovi ingredienti benefici provenienti da scarti lattiero-caseari (produzione annua: 180-190 milioni di tonnellate), semi oleaginosi e residui di fermentazione della birra (produzione annua: oltre 40 milioni di tonnellate). “Abbiamo concluso due attività strategiche per il progetto, ossia l'identificazione e l’estrazione delle molecole e le attività dei focus group nei diversi Paesi, Italia inclusa, finalizzate a valutare l’accettabilità dei nuovi prodotti da parte dei consumatori. Ed ora sono in corso le prove di panificazione e la caratterizzazione dei nuovi prodotti da forno in termini di qualità e sicurezza alimentare”, aggiunge Zoani. Per il progetto PROVIDE il team ENEA ha impiegato diverse tecnologie di estrazione a basso impatto ambientale, come quella a membrana che consente di separare componenti mirati come proteine, lattosio e riboflavina (vitamina B2) dal siero di latte e fibre dal grano esausto dei birrai senza l’uso di additivi chimici, oppure l’impianto a CO2 supercritica(pressione a 73.8 bar e temperatura a 31°C) che rappresenta un'alternativa non tossica ed economicamente vantaggiosa per l’estrazione di composti aromatici (polifenoli e flavonoidi) e volatili da sottoprodotti alimentari, in particolare dai semi oleaginosi come quelli di girasole. “Queste tecnologie sono già utilizzate nell’industria alimentare e attraverso il progetto PROVIDE valorizzeremo i diversi sottoprodotti per ottenere cibi sempre buoni, più sani e a zero sprechi. Pensiamo solo al siero del latte: è il principale sottoprodotto della produzione di formaggio. Con 10 litri di latte si producono un chilogrammo di formaggio e ben 9 litri di siero di latte ma questo ‘residuo’ contiene sostanze benefiche come vitamine o proteine. Si può così ottenere una maggiore disponibilità di ingredienti fondamentali, che possono migliorare la salute e il benessere dei consumatori, con conseguente aumento di nutrienti essenziali e composti bioattivi nella dieta, o di sostanze che possono migliorare il gusto e l’aroma del cibo”, conclude Zoani. Read the full article
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ultravita · 2 years
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Cuba
La strada è piena di buche, e l’autista della macchina sta guidando come un pazzo cercando di schivarle sorpassando carri trainati da buoi magrissimi.
Ai lati si vedo galline, capre legati a pali conficcati nel terreno, la terra è arsa dal sole e nell’abitacolo non c’è l’aria condizionate. L’automobile è messa abbastanza bene in confronto a tutte le altre che vedrò nei prossimi giorni.
Il viaggio dall’aeroporto a Santiago de Cuba dura circa un’ora in cui vedo la mia vita finire nei più disparati dei modi.
Ma prima di rendermene conto sono già seduto al tavolo di un bar bevendo una Cristal gelata.
Il volo in aereo che mi ha portato da Milano a qui è stato relativamente tranquillo ma io 10 goccine di tranquillante le ho prese comunque. Una dosa da bambino probabilmente, ma non sono abituato a stare tutte quelle ore senza avere il controllo su ciò che mi succede intorno.
La famiglia ci ha accolti con una felicità che solo chi non si vede da tanto tempo è capace di trasmettere. Il padre di Da, si è fatto addirittura prestare una macchina dal vicino per venirci a prendere dove ci ha lasciati il taxi, una piazza antistante un grosso albergo del centro, poco distante dal bar dove siamo adesso.
Da è cubana, e ha un fratello nato da un’altra relazione da parte di madre e una sorella nata dallo stesso padre ma da madre diversa. Qui a Cuba è la norma, una famiglia allargata diremo noi.
Saliamo tutti in macchina e ci dirigiamo verso la casa che ci ospiterà per le prossime due settimane.
Lungo i marciapiedi che costeggiano la strada noto subito le bancarelle dove gli abitanti del posto si sono ingegnati a vendere di tutto un po’, c’è che ha tutti per idraulici, chi frutta e verdura e qualcuno addirittura vende accendi assemblati con gli scarti di altri che non funzionavano più. Cercano di vendere tutto per sbarcare il lunario. Non è difficile che in questa città per alcune ore manchi l’energia elettrica e l’acqua corrente anche per intere giornate. Infatti ogni casa ha una vasca in cemento per immagazzinare quanta più acqua possibile e le abitazioni sono invase da taniche piene di acqua.
Le mie docce per i prossimi giorni saranno nel cortile di casa pescando l’acqua con un secchio da una tinozza piena. È proprio qui che ti rendi conto di quanto sottovalutiamo l’importanza dell’acqua nei nostri Paesi, apriamo i rubinetti, le docce e subito veniamo avvolti da un forte getto, mentre qui, in tutta l’isola, tranne negli alberghi per i turisti, capita che non esca nemmeno un goccia dal tubo. E ci si arrangia come si può.
Al mio arrivo a casa vengo accolto dalla nonna, una donna dai lineamenti molto tipici, magra, con le rughe della pelle che diventano di un marrone più intenso nella carnagione già scura. In testa un copricapo altrettanto tipico, ed il sorriso stampato sulla sua bocca, nonostante i pochi denti rimasti, è sincero e sereno.
Racconta di aver conosciuto Castro mentre beviamo un caffè, scopro solo ora che è fatto con i ceci perché quello vero costa troppo, e di tutto quello che è successo sull’isola negli ultimi quarant’anni. La macchina gialla, una vecchia auto americana degli anni 50, è parcheggiata davanti a casa. Di fronte un piccolo negozio di generi alimentari che conoscerò meglio dei giorni seguenti, quando mi divertirò a vedere il solito furgone delle uova che arriva lì davanti e che poi scaricherà il proprio contenuto mezzo rotto.
I sacchi della spazzatura sono come quelli delle patate, ma non in iuta, in materiale plastico, e qualche giorno indefinito durante la settimana, un furgone della nettezza urbana passa e l’uomo che sta appeso sul retro, prende il sacco e ne svuota il contenuto nel cassone, lanciando il sacco vuoto verso l’uscio di ogni casa. La cosa che mi colpisce di più è che sempre quell’uomo verifica attentamente il contenuto per poter stabile la presenza di qualche oggetto da portarsi a casa. Ovviamente qui non si parla di raccolta differenziata.
Con il passare dei giorni riesco a compiere anche da solo il tratto di strade e vicoli che porta dalla casa del padre di da fino alla casa della mamma.
Il tragitto passa davanti ad un grosso mercato all’aperto e non posso fare a meno di notare i pezzi carne tenuti sui banconi, neri e pieni di mosche ma che comunque lampeggio parte delle persone non si può permettere di acquistare.
La povertà è tanta e anche le case sono sistemate con materiali di fortuna. Qui i lavori non hanno bisogno né di progetti né di permessi, ogni tanto si aggiunge un pezzo o si copre alla con qualche latta una vecchia terrazza o un cortile.
La casa dove andiamo a magiare è accogliente, c’è anche la televisione e parte della cucina e dove si pranza è costantemente sotto una tettoia semi-aperta. Qui non piove quasi mai ed il caldo, ovviamente, è abbastanza insopportabile.
Tutti i parenti mi hanno addirittura organizzato una cena per festeggiare il mio compleanno che è stato qualche settimana prima, ed è stato veramente bello.
Il riso con tanti tipi di verdure, la torta che però scopro che va mangiata insieme ad una sorta di insalata russa con la pasta dentro, la birra, una specie di frappe delizioso che poi berrò nei successivi giorni e che accompagnerà, come sempre, riso e verdure.
Però, la cosa più importante, sono le persone, allegre, sincere ed unite. Il ritrovarsi tutti insieme è ancora una cosa importante e magica al tempo stesso.
Un giorno siamo andati con una macchina a noleggio in campagna, fuori città da alcuni parenti. Per accoglierci, anzi forse per accogliere me, avevano preparato un intero maialino che tutti i presenti, a turno, facevano girare sul fuoco tramite un lungo palo conficcato tra bocca e sedere. Certo per un vegetariano come me non è stato una bellissima immagine, però in un certo senso era la cosa più bella e più di cuore che potessero fare. Ovviamente non può mancare il rum, che si compra anche nelle bottiglie di plastica da un litro e mezzo. Ed è proprio per andare a comprare un po’ della bevanda più famosa di Cuba che posso guardare meglio il piccolo villaggio dove siamo ospiti.
Su ogni muro c’è una frase inneggiante al Che, piccole case con il tetto in lamiera sono disposte ai lati della strada sterrata. Vado a comprare alcune bottiglie al chiosco della spiaggia lì vicino e spendo qualcosa come 2/3 euro per alcuni litri di Rum.
Il capofamiglia mi spiega che dietro casa ha anche alcuni galli da combattimento e che non mancano mai gli incontri dove scommettere del denaro. Il pranzo è paragonabile, per durata, ad un nostro ricevimento di nozze, anche per la lunghissima cottura del povero maialino. Ed il rum continua a scorrere a fiumi.
Finito il pranzo, che poi si è trasformato in una cena, iniziano i balli con la musica che proviene da una vecchia tv in bianco e nero.
A notte fonda, molto in ritardo rispetto all’orario pattuito, arriva a prenderci l’auto a noleggio che ci aveva portati alla mattina. Ed dopo pochi minuti mi addormento sul sedile del passeggero, stanco e, ovviamente, anche un po’ brillo.
Ogni giorno è un continuo sorprendermi di quanto sia pacifica l’atmosfera in questo posto, tutto viaggia ad una velocità 1000 volte inferiore rispetto alla nostra. I vecchi camion usati come pullman o le macchine svuotate dai sedili posteriori, partono solo quando sono piene e non all’orario stabilito.
Ma qui nessuno ha fretta.
Si mangia quando si ha fame, si dorme quando si ha sonno e si beve una birra o un bicchiere di ruma quando si ha voglia.
Poi c’è anche il lato commerciale e turistico, quello con i grandi alberghi, le macchine europee a noleggio, la piaga della prostituzione.
Ma qui a Santiago si sente soprattutto la Cuba vera, quella di strada, quella delle persone sui marciapiedi a fumare sigarette guardando le macchine passare avvolti dai gas di scarico.
Quella dei carretti trinati o spinti da uopi che vendono ciò che la terra arrida riesce per a donare.
La Cuba delle palestre aperte 20 ore a giorno, delle che de per accedere ai punti wi-fi per connettersi ad una linea internet lentissima, la Cuba dei granchi di un rosa stupendo che attraversano la strada in riva al mare, delle macchine dei film, dei cani in giro per strada, randagi e magrissimi.
Ma le persone hanno una dignità mai vista, uno spirito socievole, sempre pronti a palare e a sorridere. Hanno quasi tutti poco o niente, probabilmente come i nostri avi dopo la guerra, ma non si piangono addosso, vivono alla giornata, si inventano lavori, vivono, anche, con il sogno magari un giorno di andare via e rifarsi una vita.
Perché non è davvero facile vivere qui, per un giovane, che sa cosa fanno i suoi coetanei a non molte centinaia di km da qui.
Ma la semplicità e l’amore con cui ti accolgono hanno ancor oggi un posto speciale nel mio cuore e nella mia mente.
Grazie Cuba.
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ockstyle · 3 years
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Moda sostenibile: dagli scarti alimentari alle passerelle
Tutti sappiamo che frutta e verdura fanno benissimo, non sarebbe meraviglioso se potessimo utilizzarne tutte le parti, limitando così gli scarti? Noi diciami di sì!
Sapete che da un certo tipo di rifiuti alimentari si ricavono filati, tessuti e capi in eco-pelle? Largo alla moda sostenibile: dagli scarti alimentari alle passerelle. Ma come fa una buccia di banana a passare dalla pattumiera alla passerella? Grazie a un sistema rigenerativo che utilizza chimica ed energia plant-based (d’origine vegetale) per trasformare le fibre alimentari in capi…
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medicomunicare · 2 years
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Salute a tavola con la zucca rossa: un pieno di nutrienti e antimicrobici sia come ortaggio che dai suoi scarti
Salute a tavola con la zucca rossa: un pieno di nutrienti e antimicrobici sia come ortaggio che dai suoi scarti
I prodotti naturali sono sempre più studiati come fonti di composti bioattivi. Tuttavia, i pasti a base vegetale sono limitati a soluzioni come alimenti pronti nelle società moderne. Con una crescente domanda di questi prodotti alimentari, una notevole quantità di sottoprodotti viene prodotta nell’industria alimentare e scartata durante il processo. La ricerca si è recentemente concentrata sulla…
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veggiechannel · 2 years
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Le mele sono uno dei frutti più consumati ed amati. Spesso, però, le consumiamo private della buccia. Perché ci risulta difficile da digerire, perché non ci piace, perché temiamo la presenza di pesticidi anche in quelle bio o del contadino di fiducia o semplicemente per abitudine. Le bucce delle mele sono invece una preziosa risorsa non solo per la nostra salute. Scopriamo oggi insieme come usare le bucce delle mele.
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leparoledelmondo · 3 years
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Cities of tomorrow: comunità energetiche rinnovabili.
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Il Governo del Pianeta inizia a preoccuparsi per la nascita di una rete di cittadini estremisti che vogliono rendersi indipendenti dal cappio energetico.
Si fanno chiamare “comunità energetiche rinnovabili” e mirano alla produzione e all’autoconsumo di energia. Da fonti interne al Governo trapelano poche notizie ma sembra che queste fantomatiche comunità producano energia attraverso impianti alimentati da fonti rinnovabili come i pannelli solari, i micro impianti eolici o anche piccole centrali a biogas che generano energia dagli scarti alimentari. Tutti sono allo stesso tempo consumatori e produttori: ciascuno usa quello di cui ha bisogno e immette nella rete di distribuzione l’energia in esubero, che poi viene fornita agli altri utenti. Chi ne fa parte riesce a ridurre le emissioni di anidride carbonica e abbassare i costi della bolletta. Gli impianti condivisi sono al momento di potenza limitata (duecento Kilowatt) ma la preoccupazione del Governo e soprattutto delle big company che gestiscono il mercato dell’energia, è quando questi impianti aumenteranno di potenza rendendosi convenienti anche per le imprese. Queste comunità potrebbero diventare pericolosi spazi di aggregazione sociale e trasformarsi in veri e propri microcosmi economici in cui tutti promuovono uno stile di vita responsabile e sostenibile.
Accade a Bologna, Italia
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cinquecolonnemagazine · 11 months
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Spreco alimentare: in Italia circa 18 milioni di tonnellate all'anno sprecate
Lo spreco alimentare è un problema globale che ha un impatto significativo sull'ambiente, sull'economia e sulla società. In Italia, si stima che ogni anno vengano sprecate tra 12 e 18 milioni di tonnellate di cibo, pari a circa 146 kg pro capite. Questo rappresenta un costo economico di circa 16 miliardi di euro all'anno. Le cause dello spreco alimentare sono molteplici e possono essere ricondotte a tre principali categorie: - Perdita in campo: si verifica a causa di fattori naturali, come le condizioni climatiche avverse, o di fattori umani, come la raccolta e la lavorazione inadeguate. - Perdita in filiera: si verifica a causa di fattori come la sovraproduzione, la distribuzione inefficiente e le pratiche di marketing che incoraggiano gli acquisti eccessivi. - Perdita in casa: si verifica a causa di fattori come la preparazione e la conservazione inadeguate, lo spreco di cibo avanzato e il consumo eccessivo. Spreco alimentari, quali effetti negativi? Lo spreco alimentare ha un impatto negativo sull'ambiente in diversi modi. Innanzitutto, contribuisce al cambiamento climatico, in quanto la produzione di cibo è responsabile di circa il 25% delle emissioni di gas serra a livello globale. In secondo luogo, contribuisce alla perdita di biodiversità, in quanto la produzione intensiva di cibo ha un impatto negativo sugli habitat naturali. In terzo luogo, contribuisce all'inquinamento, in quanto gli scarti alimentari vengono smaltiti in discarica, dove producono gas serra e altri inquinanti. Lo spreco alimentare ha anche un impatto negativo sull'economia. Innanzitutto, rappresenta un costo per i consumatori, in quanto aumenta il prezzo del cibo. In secondo luogo, rappresenta un costo per le imprese, in quanto devono smaltire gli scarti alimentari. In terzo luogo, rappresenta un costo per la società, in quanto richiede l'utilizzo di risorse naturali e l'emissione di inquinanti. Lo spreco alimentare ha anche un impatto negativo sulla società. Innanzitutto, contribuisce alla povertà, in quanto il cibo sprecato potrebbe essere destinato a persone bisognose. In secondo luogo, contribuisce all'ineguaglianza, in quanto le persone più povere sono quelle che soffrono di più la fame. In terzo luogo, contribuisce allo spreco di risorse, in quanto il cibo sprecato è un bene prezioso che potrebbe essere utilizzato per nutrire le persone. Quanto è necessario evitare gli sprechi? Per ridurre lo spreco alimentare è necessario intervenire su tutti i livelli della filiera alimentare. In campo, è necessario migliorare le pratiche agricole e di raccolta. In filiera, è necessario ridurre la sovraproduzione e migliorare la distribuzione. In casa, è necessario educare i consumatori a sprecare meno cibo. In Italia, sono state messe in atto diverse iniziative per ridurre lo spreco alimentare. Ad esempio, il Ministero dell'Ambiente ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sul tema, mentre il Ministero delle Politiche Agricole ha introdotto un piano nazionale per la riduzione dello spreco alimentare. Tuttavia, è necessario fare ancora molto per ridurre lo spreco alimentare in Italia. È necessario un impegno da parte di tutti, consumatori, imprese e istituzioni, per rendere il nostro Paese più sostenibile e più giusto. Ecco alcuni consigli per ridurre lo spreco alimentare in casa: - Pianificare i pasti e fare la spesa in modo consapevole. - Conservare gli alimenti correttamente. - Consumare gli avanzi. - Donare il cibo in eccesso. Con piccoli gesti quotidiani, possiamo contribuire a ridurre lo spreco alimentare e rendere il mondo un posto migliore. In copertina foto di Niek Verlaan da Pixabay Read the full article
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paoloxl · 6 years
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Condanniamo con forza la decisione delle autorità giudiziarie italiane di sequestrare la nave Aquarius per presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti di bordo. Una misura sproporzionata e strumentale, tesa a criminalizzare per l’ennesima volta l’azione medico-umanitaria in mare.
"Dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti di uomini, ora veniamo accusati di far parte di un’organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti. È l’estremo, inquietante tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare”.
Karline Kleijer
Responsabile delle emergenze per MSF
Il provvedimento di sequestro della Aquarius, che comprende anche alcuni nostri conti bancari, deriva da una lunga indagine della Procura di Catania sullo smaltimento dei rifiuti di bordo, con particolare riferimento ai vestiti dei migranti soccorsi, agli scarti alimentari e ai rifiuti delle nostre attività mediche. Ma tutte le nostre operazioni in porto, compresa la gestione dei rifiuti, hanno sempre seguito procedure standard. Le autorità competenti non hanno contestato queste procedure né individuato alcun rischio per la salute pubblica da quando abbiamo avviato le attività in mare nel 2015.
Ribadiamo piena disponibilità a collaborare con le autorità italiane, ma contestiamo la ricostruzione della Procura e respingiamo categoricamente l’accusa di aver organizzato qualunque attività abusiva finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Dopo la valutazione del decreto di sequestro e un’analisi interna, che dimostra come le accuse siano inaccurate e fuorvianti, presenteremo ricorso al Tribunale del riesame.
"Siamo pronti a chiarire i fatti e a rispondere delle procedure che abbiamo seguito, ma riaffermiamo con forza la legittimità e la legalità della nostra azione umanitaria. L’unico crimine che vediamo oggi nel Mediterraneo è lo smantellamento totale del sistema di ricerca e soccorso, con persone che continuano a partire senza più navi umanitarie a salvare le loro vite, mentre chi sopravvive al mare viene riportato all’incubo della detenzione in Libia, senza alcuna considerazione del diritto internazionale marittimo e dei rifugiati.”
Gabriele Eminente
Direttore Generale MSF Italia
Due anni di campagne diffamatorie contro le attività di ricerca e soccorso, infondate accuse di collusione con attività criminali e la chiusura dei porti alle navi di soccorso hanno di fatto bloccato l’azione umanitaria in mare e scoraggiato tutti i tipi di nave dal soccorrere i barconi in difficoltà. Il risultato sonooltre 2.000 morti nel Mediterraneosolo quest’anno e un nuovo picco di sofferenze, mentre la guardia costiera libica sostenuta dall’Italia e dall’Europa intercetta sempre più persone in mare e le riporta alle terribili condizioni della detenzione arbitraria in Libia, in piena violazione delle leggi internazionali.
Con cinque navi umanitarie attive in tre anni di operazioni in mare, abbiamo soccorso oltre 80.000 persone in coordinamento con le autorità marittime e nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali. La nave Aquarius, l’unica rimasta con a bordo un team medico di MSF, oggi è bloccata nel porto di Marsiglia dopo due revoche della bandiera in due mesi, per concertate pressioni politiche.
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