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CANZONE ITALIANA
Speciale Questione Meridionale 1971-1982
Flavio Scutti
La Questione Meridionale è l'argomento politico su cui forse si è discusso di più dall'Unità d'Italia, ha generato emigrazione, lotte sociali e un sentimento radicato di appartenenza che è diventato anche espressione artistica. In questa selezione proviamo a descrivere cosa ha prodotto in musica, con quindici brani di incredibile bellezza che raccontano la storia del Paese
Brani
Alfredo Cohen - Dolce ragazzo vai componi prati (1977) Lanciano, Torino
Francesco Currà - Non mi parlare di rivoluzione (1979) Lamezia Terme, Genova
Aria Calda - Questione Meridionale (1981) Cava de' Tirreni
Mimmo Cavallo - Siamo Meridionali (1980) Lizzano, Torino, Roma
Quarto Stato - Il brigante (1975) Rocchetta Sant'Antonio, Milano
Ugolino - Spingi e Spungi (1973) Paola, Genova
Ciro Dammicco - Vorrei Poterti Dir Ti Amo (1973) Bari, Milano, Stati Uniti, Breslavia
Antonio, Giorgio e Daniela - Gli emigranti (1971) Palermo, Roma, Milano
Fred Bongusto - Molise (1978) Campobasso, Roma
Stefano Pulga - La Mia Nave (1982) Sassari, Milano
Vito Paradiso - Rapolla (1980) Rapolla, Milano
Giancarlo Maugeri - Questa Nostra Storia (1981) Catania
Alberto Vilni - Dopo di lei (1981) Pompei, Monaco di Baviera
Luciano Amante - Ho voglia di te (1981) Palagianello, Milano
Domenico Truglia - Personaggio (1981) Polia, Singapore
Ascolta
https://www.mixcloud.com/radioraheem_milano/canzone-italiana-speciale-questione-meridionale-1971-1982-02-10-2024/
Canzone Italiana è una ricerca sui dischi più belli e un po' sconosciuti della discografia italiana. Questi speciali nascono da un lavoro che faccio da tanti anni di ascolti che mi permettono di delineare un aspetto anche sociologico sulle diverse espressioni artistiche, mostrando quelli che sono realmente dei fenomeni popolari importanti fuori dai discorsi promozionali fatti dalla discografia commerciale e che diventano cultura del Paese. Cerco di far scoprire della musica di incredibile valore, se volete ascoltarla la trovate sul sito di Radio Raheem che ringrazio moltissimo perché ha creduto in questo progetto culturale
https://www.radioraheem.it/artists/flavio-scutti/
Leggi
https://www.istitutografico.com/articoli/Categories/Canzone_Italiana
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ARCHEOLOGIA / Dagli scavi di Fregellae riemergono gli ultimi istanti di vita della città distrutta dai Romani
La campagna condotta quest'estate nella città tardo-repubblicana di Fregellae, nel Lazio, ha riportato alla luce un impianto produttivo agricolo e diversi reperti che aiutano a ricostruire la drammatica fine della città, distrutta dai Romani nel 125 a.C.
La campagna condotta quest’estate dai ricercatori del Centro Leibniz di Archeologia (LEIZA) nella città tardo-repubblicana di Fregellae, nel Lazio, ha riportato alla luce un impianto produttivo agricolo e diversi reperti che aiutano a ricostruire la drammatica fine della città, distrutta dai Romani nel 125 a.C. Il ritrovamento di un recipiente destinato allo stoccaggio: la posizione dei…
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Tempi inquieti e altre poesie di Wanda Lombardi
Viaggio attraverso l’anima e la spiritualità nelle liriche di Wanda Titolo: Tempi inquieti e altre poesieSottotitolo: Viaggio attraverso l’anima e la spiritualità nelle liriche di Wanda LombardiAutore: Wanda LombardiEditore: Guido Miano Editore, MilanoAnno di pubblicazione: 2024ISBN: 979-12-81351-38-7 Recensione: In “Tempi inquieti e altre poesie,” la poetessa sannitica Wanda Lombardi ci…
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Cagliari - Duomo - XIII sec. e Pisa - Duomo - 1118
I possedimenti sardi della Repubblica marinara di Pisa spiegano le affinità fra le due cattedrali: allo stesso modo l’arte europea risente della radice latina della sua storia.
La storia della letteratura romana è costituita da due fili: la rivisitazione della cultura greca e la narrazione della storia della repubblica e dell’impero.
Di seguito le tappe più importanti:
a. C.
754 - 504 Re di Roma. Numa Pompilio fonda il Pontifex Maximus. Sotto il regno di Tullio Ostilio gli Orazi sconfiggono i Curiazi, campioni di Alba Longa. Anco Marzio estende il territorio e costruisce il Ponte Sublicio per unire gli insediamenti urbani con il Palatino. Tarquinio Prisco, primo re etrusco, ne introduce la cultura (anche i goliardici fescennini) e realizza la Cloaca Massima, Servio Tullio riorganizza l’esercito e la società in centurie determinate dalla ricchezza. Fine della monarchia con Tarquinio il Superbo cacciato anche grazie al coraggio di Muzio Scevola. Primi consoli Bruto e Collatino.
496 - Vittoria sui Latini e su Tarquinio il Superbo al Lago Regillo
494 - La plebe sull’Aventino. Discorso di Menenio Agrippa
493 - Foedus Cassianum con i Latini: coinvolgere le elitè dei popoli sconfitti è sempre stata la strategia romana.
477 - La gens Fabia sconfitta sul fiume Cremera dai Veienti
449 - XII Tabulae
445 - la Lex Canuleia consente il matrimonio fra patrizi e plebei
431 - Cincinnato dittatore sconfigge Volsci ed Equi
396 - Furio Camillo conquista Veio
390 - i Galli Senoni di Brenno (“Vae victis”) saccheggiano Roma, ma Furio Camillo li sconfigge.
366 - Leggi Liciniae - Sextiae: primo console plebeo. Per l’espansione della repubblica era necessario che Roma superasse l’impostazione di società fondata sulle gentes.
321 - i Romani sono sconfitti dai Sanniti e sottoposti alle Forche Caudine. I Romani introducono nel proprio armamento il giavellotto: ogni sconfitta li porta a migliorare la tattica militare che in questo caso si traduce nella vittoria sui Sanniti nel 290.
295 - i Romani sconfiggono Galli, Sanniti ed altre popolazioni dell’Italia centrale nella battaglia del Sentino.
272 - A Benevento i Romani sconfiggono Pirro e dominano la Magna Grecia benché la cultura greca, attraverso il Circolo scipionico, penetra a Roma nonostante l’avversione dei difensori del mos maiorum.
241 - Dopo la battaglia delle Egadi, alla fine della prima guerra punica, i Romani conquistano la Sicilia.
240 - Livio Andronico rappresenta il primo dramma in latino e traduce Iliade ed Odissea.
219 - 202 - Bellum Poenicum (Nevio)
219 - Annibale espugna Sagunto e provoca i Romani alla Seconda guerra punica.
216 - Annibale, varcate le Alpi, sconfigge i Romani a Canne, ma viene logorato da Quinto Fabio Massimo.
202 - Scipione l’Africano vince Annibale a Zama e pone termine alla seconda guerra punica.
III - II sec. - Aulularia, Miles Gloriosus ed altre opere tipiche della “commedia dell’arte” latina di Plauto che creano maschere, personaggi tipici come il servus currens.
II sec. - Annales (Ennio) dalle origini al 171 a. C.
197 - Filippo V di Macedonia viene sconfitto. La cultura greca entra a Roma.
163 - Il punitore di se stesso (Terenzio), improntato alla commedia ellenistica di Menandro
160 - De agri cultura (Catone)
146 - Scipione l’Emiliano distrugge Cartagine al termine della terza guerra punica
133 - Assassinio di Tiberio Gracco
121 - Morte di Tiberio Gracco. La proletarizzazione della plebe secoli è causata dall’incapacità di realizzare riforme agrarie efficaci e dalla conseguenza creazione di latifondi in mano a patrizi e cavalieri. Questo crea un esercito di professionisti costituti da masse di cittadini dipendenti dai donativi dei generali e crea quindi le basi per l’ascesa di figure come Mario, Pompeo ed Antonio (populares) in diretta concorrenza con la classe senatoria rappresentata da Silla, Cicerone, Bruto e Ottaviano (optimates).
105 - Mario sconfigge Giugurta
101 - Mario sconfigge i Cimbri ai Campi Raudii
86 - 79 Dopo la guerra civile fra gli Optimates di Silla e Pompeo e i Populares di Mario, dittatura di Silla
I sec.
De rerum natura (Lucrezio)
È dolce, mentre nel grande mare i venti sconvolgono le acque, guardare dalla terra la grande fatica di un altro; non perché il tormento di qualcuno sia un giocondo piacere, ma perché è dolce vedere da quali mali tu stesso sia immune. Dolce è anche contemplare grandi contese di guerra apprestate nei campi senza che tu partecipi al pericolo. Ma nulla è più piacevole che star saldo sulle serene regioni elevate, ben fortificate dalla dottrina dei sapienti, donde tu possa volgere lo sguardo laggiù, verso gli altri, e vederli errare qua e là e cercare, andando alla ventura, la via della vita, gareggiare d'ingegno, rivaleggiare di nobiltà, adoprarsi notte e giorno con soverchiante fatica per assurgere a somma ricchezza e impadronirsi del potere.
73 - Ribellione di Spartaco a Capua
70 - Verrine (Cicerone)
62 - Pro Archia (Cicerone)
Haec studia adulescentiam agunt, senectutem oblectant, secundas res ornant, adversis rebus perfugium ac solacium praebent
60 - Primo triumvirato. Catilinarie (Cicerone)
Quousque tandem, Catilina, abutere patientia nostra?
Carmi (Catullo). Catullo è un esponente dei poeti neoterici, avversi all'epica e attenti ai brevi componimenti ellenistici che si concentrano sui dettagli (es. il passero di Lesbia).
Sulla tomba del fratello
Di gente in gente, di mare in mare ho viaggiato, / o fratello, e giungo a questa cerimonia funeraria / per consegnarti il dono supremo di morte / e per parlare invano con le tue ceneri mute, / poiché la sorte mi ha rapito te, proprio te, / o infelice fratello precocemente strappato al mio affetto. / E ora queste offerte, che io porgo, come comanda l’antico / rito degli avi, dono dolente per la cerimonia, gradisci; sono madide di molto pianto fraterno; / e ti saluto per sempre, o fratello, addio.
Multas per gentes et multa per aequora vectus, / advenio has miseras, frater, ad inferias, / ut te postremo donarem munere mortis et mutam nequiquam adloquęrer cinęrem.
“Non ho per niente voglia di piacerti, o Cesare, né m'importa di saperti bianco o nero”
"Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris? Nescio, sed fieri sentio et excrucior"
52 - Pro Milone (Cicerone)
51 - De re publica (Cicerone) che include il Somnium Scipionis
50 - De bello gallico (Cesare)
48 - Battaglia di Farsalo. De bello civili (Cesare)
44 - Idi di marzo
[Secondo la pronuncia del latino restitutuum, “Ave Caesar” era “Aue Kàesar”]
43 - Secondo triumvirato. La congiura di Catilina (Sallustio). Filippiche di Cicerone contro Antonio i cui sicari, proprio quell’anno, lo assassinano.
42 - Bucoliche (Virgilio), raccolta di canti di tipo ellenistico (Callimaco, Teocrito), improntati allo spirito agreste dell'ideologia augustea, ma anche attenti a raccontare il dolore delle espropriazioni successive alle guerre civili.
Titiro, tu che riposi sotto l’ombra di un alto faggio, intoni sull'esile flauto una melodia silvestre: noi lasciamo i territori della patria e i dolci campi, noi abbandoniamo la patria; tu o Titiro, rilassato all’ombra insegni alle selve a risuonare il nome della bella Amarillide.
Tityre, tu patulae recubans sub tegmine fagi silvestrem tenui musam meditaris avena; nos patriae finis et dulcia linquimus arva; nos patriam fugimus; tu, Tityre, lentus in umbra, formosam resonare doces Amaryllida silvas.
Oh Muse sicule, alziamo un poco il tono del canto: non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici; se cantiamo le selve, le selve siano degne di un console.
Sicelides Musae, paulo maiora canamus; non omnis arbusta iuvant humilesque myricae: si canimus silvas, silve sint consule dignae.
Omnia vincit Amor: et nos cedamus Amori
40 - La guerra di Giugurta (Sallustio)
31 - Ottaviano e Agrippa sconfiggono Antonio e Cleopatra ad Azio
27 - a. C. - 68 d. C. Dinastia Giulio - Claudia (Augusto, Tiberio, Claudio, Nerone)
Eneide (Virgilio), unione fra la componente iliadica ("arma") e quella odisseica ("la pietas di Enea"), poema lasciato incompiuto da Virgilio, ma pubblicato per volere di Augusto. Crea un legame fra la storia di Troia, la maledizione della cartaginese Didone, l'approdo sulle coste italiche.
Narro delle imprese di guerra, del primo troiano che arrivò in Italia sulle coste di Lavinio per volontà del destino. Sballottato per molto tempo sia per mare sia sulla terraferma per voler degli dei; per colpa di Giunone soffrì tanto anche durante le battaglie. Finché fondò una città che diede casa ai Penati origini dei troiani e dei romani.
Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris Italiam fato profugus Laviniaque venit litora, multum ille et terris iactatus et alto vi superum, saevae memorem Iunonis ob iram, multa quoque et bello passus, dum conderet urbem inferretque deos Latio; genus unde Latinum Albanique patres atque altae moenia Romae.
Rari nantes in gurgitte vasto
Timeo Danaos et dona ferentes
Agnosco veteris vestigia flammae
Auri sacra fames
Una salus victis, nullam sperare salutem
Tu regere imperio populos, Romane, memento (hae tibi erunt artes), pacique imponere morem, parcere subiectis et debellare superbos
[Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope: cecini pascua, rura, duces]
27 - 14 d. C. Ad urbe condita (Livio)
23 - 13 - Odi (Orazio)
Vedi come si innalza bianco di neve il Soratte, e gli alberi sofferenti non reggono più il peso e si rapprendono i fiumi per il gelo acuto. Dissolvi il freddo, mettendo legna sul fuoco con larghezza, e versa generosamente vino di quattro anni dall’anfora sabina, Taliarco. Il resto lascialo agli dei che, appena placano i venti in lotta sul mare in burrasca, ecco che non si muovono più i cipressi e i vecchi ontani. Non chiederti cosa sarà domani, e tutti i giorni che la sorte ti darà segnali tra gli utili, e non disprezzare, ragazzo, i dolci amori e le danze, finché ti è ancora lontana la vecchiaia fastidiosa. Adesso frequenta il Campo Marzio, le piazze e i lievi sussurri la sera all’appuntamento, e il riso agognato della tua ragazza che viene dall’angolo più segreto a tradirla, e il pegno strappato al braccio e al dito che appena resiste.
Vides ut alta stet niue candidum Soracte nec iam sustineant onus silvae laborantes geluque flumina constiterint acuto?
Odi profanum vulgus, et arceo
Ho innalzato un monumento più duraturo del bronzo e più elevato della mole regale delle piramidi, che non la pioggia corrosiva, non l'Aquilone impetuoso potrebbe distruggere o l'innumerevole serie degli anni e la fuga dei tempi.
Non tutto morirò e molta parte di me eviterà Libitina: continuamente io crescerò mantenuto in vita dalla lode dei posteri, finché il Pontefice salirà il Campidoglio con la vergine silenziosa.
Exegi aere perennium
Non omnis moriar
Ut pictura poesis
[esistono poesie che come i quadri sono belle viste da lontano e altre da vicino]
Graecia capta ferum victorem cepit
Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus [in occasione della morte di Cleopatra]
Dulce et decorum est pro patria mori
Carpe diem, quam minimum credula postero
d. C.
I sec.
Favole (Fedro)
Epigrammi (Marziale)
8 - Metamorfosi (Ovidio)
9 - Publio Quintilio Varo sconfitto a Teutoburgo
60 - Satyricon (Petronio)
61 - 65 - Pharsalia (Lucano)
64 - Dialoghi (Seneca)
Ars longa, vita brevis
Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare
È l’animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi
68 - 96 Anno dei quattro imperatori. Dinastia Flavia
79 - Eruzione di Pompei
93 - Silvae (Stazio)
II sec. - Metamorfosi (Apuleio)
Satire (Giovenale)
96 - Nerva imperatore
97 - 110 Epistolario (Plinio il Giovane)
98 - Traiano imperatore
105 - Historiae (Tacito)
117 - 192 Dinastia Antonina (Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio, Lucio Vero, Commodo)
193 - Pertinace, poi Settimo Severo imperatore
119 - 122 Le vite dei Cesari (Svetonio)
212 - Geta, poi Caracalla imperatore. Caracalla concede la cittadinanza a tutto l’Impero.
270 - nella crisi del terzo secolo, si distinguono le vittorie militari di Aureliano che costruisce le mura omonime in città: il fatto che non ve ne fossero dà l’idea di un impero in declino.
293 - Diocleziano introduce la Tetrarchia
312 - Costantino sconfigge Massenzio al ponte Milvio
313 - Editto di Milano
378 - Valente sconfitto ad Adrianopoli dai Goti
387 - Exameron (Ambrogio)
380 - 392 - Storie (Ammiano Marcellino)
396 - Teodosio divide l’Impero
398 - Confessioni (Agostino)
Vulgata (Girolamo)
V sec. - De bello gothico (Claudiano)
476 - Deposizione di Romolo Augustolo da parte di Odoacre
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Chieti
Due Musei Archeologici meravigliosi, posti sull’acropoli di Teate, una città annoverata tra le più del tempo antico, tramite i quali raccontare la storia dell’Abruzzo italico e romano.
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI VILLA FRIGERJ
Villa Frigerj é sede del Museo Archeologico Nazionale, è una villa neoclassica costruita dal Barone Ferrante Frigerj che al suo interno conserva alcuni reperti di grandissima importanza storica.
IL GUERRIERO DI CAPESTRANO
Un giorno il contadino Michele Castagna mentre era intento a preparare lo scassato per la vigna trova questa statua e senza capire di cosa si tratta la definsice lu mammocc, per fortuna non la distrugge come invece hanno fatto altri contadini con statue simili per salvare i propri terreni.
La statua raffigura il principe guerriero Nevio Pompulenio appartenente alla tribù dei Vestini ed è una stele funebre trovata prima delle antiche necropoli. Il principe "rachi" era un presidente del consiglio comunale non essendoci in Abruzzo una vera e propria monarchia.
È una statua che si può osservare a tutto tondo, risalente all'età del bronzo e formata da un unico blocco di calcare bianco eccetto il largo cappello.
Il rachi in questione indossa dei calzari e un vestito cerimoniale da guerriero, la cinta è composta da 5 anelli concentrici in bronzo, sul petto porta una spada corta per facilitare la corsa, infatti i combattimenti erano molto ravvicinati perché i Vestini erano bassi di statura. Ha un falcetto simile a quello dei druidi celtici quindi era anche un sacerdote e indossa un disco (cerimoniale) che gli protegge il cuore, ma il disco non presenta decorazioni. Il volto è coperto da una maschera per rispetto funebre e il cappello è così largo forse per coprirsi dal sole, inoltre in alto si nota una cresta simbolo dell'importanza di quella famiglia.
L'uomo deve mostrare la sua forza pertanto la vita è molto molto stretta infatti nelle necropoli sono stati trovati risalenti a quest'epoca cinturoni in bronzo molto pesanti utilizzati proprio per far risaltare il busto e le spalle, per le stesse ragioni indossa una gorgiera ovvero una collana che risalta il suo collo molto stretto e sui bicipiti dei bracciali con anche pendagli.
Di lato si può notare un'iscrizione in lingua osca grazie alla quale si è riusciti a risalire al nome del principe rappresentato.
FANCIULLA SEPOLTA INSIEME AL PRINCIPE DI CAPESTRANO
La statua fa intuire una figura piccolina, pertanto si potrebbe ipotizzare essere la figlia del rachi, indossa una veste sopra un'altra veste ed è ritratta in una posa dolce e delicata con la manina che poggia sul viso.
IL CORREDO DEL GUERRIERO DI CAPESTRANO
Tra i vari reperti rinvenuti nel corredo possiamo notare: una collana, le armille indossate sui bicipiti, i calzari, un disco messo a protezione del cuore, un falcetto, due lance in ferro, una spada, un coltello, spiedi per arrostire la carne e un "rasoio" perché i guerrieri dell'antichità (eccetto i vichinghi) non portavano la barba lunga considerandola pericolosa nelle battaglie poiché i nemici la potevano afferrare rendendo difficile combattere.
STELE IN LINGUA BUSTROFEDICA
Importanti perché hanno consentito di non perdere tracce della lingua italica nonostante le conquiste romaniche che in effetti resero tutti romani, in particolare la lingua bustrofedica chiamata così perché segue l'ordine dell'arare del bue. Grazie a queste stele si è scoperto il vero nome di queste popolazioni: Safin, storpiato dai romani in Sabini, Sabelli e Sanniti.
LETTI D'OSSO
Più che per dormire servivano a banchettare e conversare ma soprattutto per esporre il defunto durante la cerimonia funebre, sono realizzati in legno ed osso e testimoniamo l'incredibile abilità degli artigiani italici.
STATUA DI ERCOLE
Ercole è un semidio poiché metà mortale e metà divino, in quanto suo padre è Giove, a cui gli abruzzesi erano molto legati, tant'è che sono stati ritrovati molti bronzetti votivi raffiguranti Ercole.
Il cammino delle 12 fatiche di Ercole è un'allegoria del cammino attraverso le difficoltà della vita che vengono superate il che avvicina il semidio all'uomo.
SANTUARIO DEDICATO A ERCOLE
Ritrovato a Sulmoma inizialmente si pensava erroneamente fosse dedicato al poeta Ovidio.
Grazie ad una frana sono rimasti intatti tanti reperti come un altare sacrificale.
Nel Naos si trovava il simulacro della divinità ovvero un bronzetto raffigurante Ercole a riposo poggiato alla grande clava con la pelle di Leone di Nemea. Molto probabilmente questo bronzetto, ora conservato nella sala del museo, era il bronzetto che si trovava nella bottega del supremo maestro greco Lisippo e utilizzato come modello di ispirazione per la realizzazione di tutti gli altri bronzetti di Ercole a riposo.
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La 'Ndocciata
Le radici della tradizione risalgono all'epoca romana, al tempo della tribù del Sannio; i Sanniti usavano 'ndocce come fonte di luce durante gli spostamenti tribali che si verificavano durante la notte. La tradizione da allora, dopo il XVIII secolo, è stata tramandata dai contadini che cercavano di illuminare il percorso dei vari quartieri per raggiungere le numerose chiese nella notte di Natale.[4] Ulteriori differenti credenze sono state accostate alla 'Ndocciata nel corso degli anni; per esempio, se il vento soffiava da nord durante i falò ci si aspettava un buon anno. Durante il Medioevo, si credeva, inoltre, che il fuoco aiutasse ad allontanare le streghe,[4] mentre secondo altri studi, questo rito era legato ad antichi riti della rinascita della luce, collegati al solstizio d'inverno.[5] Vi sono ulteriori ipotesi per cui la 'ndocciata fosse legata a un sincretismo in cui al centro erano il fuoco e i culti arborei.
(Fonte Wikipedia)
Oggi sono stato qui.
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Che poi all’inizio ci furono i Neandertal che furono sostituiti da quelli bricconcelli dei Sapiens africani. Quindi gli Indoeuropei, che si sostituirono a tutte le popolazioni autoctone d’Europa, o quasi. Poi gli Indoeropei si suddivisero in tribù che si sostituivano allegramente fra loro, Veneti, Celti, Cimbri, Teutoni, Liguri, Osci, Sabelli, Latini. E gli Etruschi, che si sostituirono ai Villanoviani, o forse no, non si capisce. Poi i Greci e i Fenici, che si sostituirono a Sicani, Siculi, Iapigi, Sanniti e in parte anche ai Sardi. In mezzo i Pelasgi, che non si capisce se si sono sostituiti mai a nessuno, e i Minoici che spuntavano qua è là, almeno nelle leggende. Poi ci furono i Romani, che si sostituirono e mischiarono con tutti: Italici, Greci, Siriaci, Arabi, Traci, Mauri, Numidi. Poi ci furono i Barbari in tutte le loro varianti: Visigoti e Ostrogoti, Vandali, Avari, Gepidi. E giunsero i Greci a bizantini, che già di loro erano un gran mischiotto. Poi arrivarono i Longobardi, che si imbastardarono fra loro e con gli Italici a più non posso. E poi i Franchi, Normanni, Arabi, Saraceni, gli Angiolini, gli Aragonesi, i Francesi, gli Spagnoli, gli Austriaci, più Tedeschi e Americani sparsi durante le guerre mondiali. E vari ed eventuali che mi sono scordata. Noi italiani siamo tutta questa roba qua. E sulla sostituzione etnica e la razza italiana da difendere ho detto tutto, vostro onore.
ilnuovomondodigalatea.wordpress.com
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La distruzione romana di Velzna/Volsinii (264 a.C.)
di Michele Zazzi Area archeologica di Volsinii Novi Nella seconda metà del IV secolo Velzna o Velsna (in latino Volsinii) entrò in contrasto con Roma. L’odierna Orvieto unitamente ad altre città dell’Etruria interna (tra cui probabilmente Perugia, Cortona ed Arezzo) organizzarono una coalizione anti-romana con altri popoli quali i Sanniti, gli Umbri ed i Celti nel comune intento di mettere…
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Irpinia: viaggio nel cuore dell'appennino campano
L'Irpinia, un territorio ricco di storia, cultura e bellezze naturali, si estende nel cuore dell'Appennino campano, quasi in sua totalità all'interno della provincia di Avellino. Un nome che evoca paesaggi incontaminati, borghi antichi arroccati su colline, sapori genuini e tradizioni millenarie. Irpinia: territorio ricco di storia L'Irpinia vanta una storia millenaria, testimoniata dai numerosi siti archeologici disseminati sul suo territorio. Tra i più importanti, ricordiamo l'antica Abellinum, capitale dei sanniti Irpini, e Frigento, dove sono state rinvenute vestigia di epoca romana e longobarda. Paesaggi incantevoli e borghi pittoreschi L'Irpinia è un vero paradiso per gli amanti della natura. I suoi paesaggi variano dalle dolci colline coltivate a vigneti e oliveti, alle montagne rigogliose ricoperte di boschi, fino alle pianure punteggiate di borghi pittoreschi. Tra i luoghi da non perdere, il Parco Regionale del Taburno-Camposauro, l'Oasi WWF di Campulo, e il Lago di Laceno, un vero gioiello immerso nel verde. Patrimonio enogastronomico d'eccellenza L'Irpinia è rinomata per la sua ricca tradizione enogastronomica. Vini pregiati come il Fiano di Avellino, l'Aglianico del Vulture e il Greco di Tufo nascono da uve coltivate con passione su terreni vocati. Tra i prodotti tipici, ricordiamo l'olio extravergine d'oliva Irpino DOP, il Formaggio di Grottolella DOP, il miele di Castagno dell'Irpinia DOP, e i salumi artigianali. Tradizioni e cultura vivaci L'Irpinia è un territorio dove le tradizioni e la cultura sono ancora vive. Numerose sagre e feste paesane si svolgono durante l'anno, offrendo ai visitatori l'opportunità di immergersi nell'atmosfera autentica di questa terra. Tra gli eventi più rinomati, il Palio di Avellino, il Carnevale di Melfi e la Festa del Lupo a San Gregorio Magno. Un'esperienza da non perdere L'Irpinia è una destinazione ideale per chi desidera trascorrere una vacanza all'insegna del relax, della natura e della scoperta. Un territorio che conquista con la sua bellezza autentica, la sua ricca storia e la sua calorosa accoglienza. Se siete alla ricerca di un'esperienza genuina e indimenticabile, l'Irpinia è la meta che fa per voi. Immagine di copertina: DepositPhotos Read the full article
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le proposte agli imprenditori sanniti interessati all'Art Bonus | www.anteprima24.it
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Prova a pesare Annibale
ora che è solo cenere
e dimmi quanti grammi
la stadera segnerà
Prova a pesare Annibale
e tu ti accorgerai
di un grande generale
cos'è rimasto ormai
Eppure l'Africa
non gli bastava
dal Mar Oceano
fino all'Egitto
Sanniti e Siculi
Lucani e Bruzzi
volle travolgere
in un conflitto
Volle raggiungere
anche la Spagna
e scavalcare seppe i Pirenei
infranse rupi
disgregò montagne
entrò nel novero dei semidei
Ma oggi prova a pesare Annibale
ora che è solo cenere
e dimmi quanti grammi
la stadera segnerà
Insisto con Virgilio Savona, sì, proprio lui, quello del Quartetto Cetra. Gli si deve pure questo libero adattamento di un brano di una satira di Giovenale.
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Questa è la versione di Giorgio Gaber contenuta nell'album "Sexus et Politica", del 1972 (tutto basato su testi di autori della Roma antica).
Ma più tardi anche lo stesso Savona incise una sua versione di questa satira contro i potenti con le stellette in petto.
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L'incipit del brano di Giovenale (tratto dalla Satira X del libro IV) che ha inspirato V.S. faceva così:
Expende Hannibalem: quot libras in duce summo
inuenies? Hic est quem non capit Africa Mauro
percussa oceano Niloque admota tepenti
rursus ad Aethiopum populos aliosque elephantos.
Additur imperiis Hispania, Pyrenaeum
transilit. Opposuit natura Alpemque niuemque:
diducit scopulos et montem rumpit aceto.
Iam tenet Italiam, tamen ultra pergere tendit.
In italiano:
Pesa i resti di Annibale:
quante libbre di un condottiero così grande
vi troverai? Eppure è proprio lui,
lui a cui non bastava tutta l'Africa,
dall'oceano dei Mauri al tepore del Nilo,
dalle terre etiopi a quelle degli elefanti.
Volle aggiungere alle sue conquiste la Spagna,
oltrepassare i Pirenei.
La natura gli oppose nevi ed Alpi:
lui si aprì un varco tra le rupi,
rompendo i monti con l'aceto.
Ormai è in Italia, ma vuol spingersi oltre.
Mi viene in mente una strofa di "Stranamore" di Roberto Vecchioni.
Quelli che fanno:
Ed il più grande conquistò nazione dopo nazione
E quando fu di fronte al mare si sentì un coglione
Perché più in là non si poteva conquistare niente
E tanta strada per vedere un sole disperato
E sempre uguale e sempre come quando era partito
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Libere associazioni...
Liberissime!
#cantiantimilitaristi #antiwarsongs
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Prosegue ad oltranza la protesta dei trattori a Benevento
Seconda notte consecutiva trascorsa all’addiaccio per gli agricoltori sanniti nel presidio allestito alle porte della città di Benevento, presso la Rotonda dei Pentri, per protestare contro le politiche dell’Unione Europea. “Andremo avanti ad oltranza fino a che ci saranno risposte concrete”, dicono gli agricoltori, determinati a proseguire la protesta ben oltre la data stabilita di sabato e…
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A Milano una Masterclass sulla denominazione dei vini sanniti
Falanghina del Sannio DOC Spumante di qualità (metodo Martinotti), Falanghina del Sannio DOC Spumante di qualità (metodo classico), Falanghina del Sannio DOC, Sannio DOC Coda di Volpe, Falanghina del Sannio DOC Vendemmia tardiva, Aglianico del Taburno DOCG Rosato e Aglianico del Taburno DOCG Rosso o Riserva: queste le denominazioni dei vini sanniti degustate qualche giorno fa nella ormai storica…
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Marcello Mastroianni nei panni di Scipione l’Africano nell’omonimo film di Luigi Magni del 1971.
Il periodo repubblica segna anche l’espansione di Roma in Italia Centrale a seguito di campagne quali:
- la conclusione del Foedus Cassianum con le altre città del Lazio (493 a. C.): l’aristocrazia roma tessere relazioni strettissime con le aristocrazie circostanti prima di conquistarne così da ottenerne il consenso;
- la sconfitta degli Equi ad opera di Cincinnato (431 a. C.);
- la presa della etrusca Veio nel 397 a. C. grazie a Furio Camillo;
- il sacco di Roma da parte dei Galli Senoni di Brenno nel 392 a. C. con la conseguente vittoria di Furio Camillo;
- la resa dei Sanniti nel 304 a. C. dopo la sconfitta romana alle Forche Caudine nel 321 a. C. consentita anche dal cambiamento dell’esercito che da una formazione di massa (falange) iniziò ad operare con manipoli più manovrabili e man mano si allargava al contributo da parte delle città sottomesse o alleate;
- la vittoria di Maleventum (275 a. C.) e la conquista nel 272 a. C. di Taranto e della Magna Grecia dopo che quest’ultima aveva chiesto l’aiuto alla madre patria e a Pirro, vittorioso contro Roma anche grazie agli elefanti, in più battaglie. L’espansione nel Mediterraneo crea le condizioni per il conflitto con l’altra potenza commerciale e navale, Cartagine;
- dopo la morte di Attilio Regolo (246 a. C.), la vittoria nel 241 a. C. contro la flotta di Cartagine (già colonia fenicia e potenza marittima come la Venezia moderna) guidata da Amilcare Barca nella battaglia delle Isole Egadi nella prima guerra: si tratta del primo cimento romano in una battaglia navale, anche grazie ai “corvi” che la resero una battaglia “di terra”;
- la vittoria a Clastidium contro i Galli Insubri che spianò la conquista dell’Italia Settentrionale;
- dopo la conquista di Cartagena in Spagna (209 a. C.) e la sconfitta di Asdrubale al Metauro (207 a. C.), la vittoria di Zama nel 202 a. C. contro Annibale Barca, già capace di valicare le Alpi al Moncenisio e di sconfiggere i Romani sul Ticino, sulla Trebbia (218 a. C.), sul Lago Trasimeno (217 a. C.) e, grazie all’indietreggiamento del centro, a Canne (216 a. C.). Bloccato dal tatticismo di Quinto Fabio Massimo e sotto la pressione delle vittorie romane in Spagna, Annibale non riuscì a ricevere l’aiuto del fratello Asdrubale. La vittoria di Scipione l’Africano, supportato dall’alleanza con Massinissa e capace di imparare dalle tattiche di Annibale di riorganizzare l’esercito attorno alle coorti, sancisce la fine della seconda guerra punica iniziata per via dell’assedio cartaginese di Sagunto (219 a. C.);
- con la vittoria di Pidna da parte dei manipoli di Lucio Emilio Paolo contro la falange macedone, i Romani sottomettono la Macedonia e la Grecia (168 a. C.);
- la distruzione di Cartagine nel 146 a. C. da parte di Scipione l’Emiliano;
- le vittorie dell’homo novus Mario contro Giugurta (106 a. C.), i Teutoni alle Aquae Sextiae (102 a. C.) e i Cimbri ai Campi Raudii (101 a. C.);
- la riduzione a municipia romani delle città italiche alleate dopo la guerra sociale fra il 91 a. C. e l’88 a. C.;
- la campagna di Cesare in Gallia con l’assedio di Alesia (52 a. C.).
L’espansione fu dovuta in particolare alla capacità romana di assorbire le élite delle popolazioni conquistate e di estendere loro la cittadinanza romana e l’accesso ai relativi privilegi.
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RT @horusarcadia: ITALIA: unificata da Roma (con la spada Cesare ci ha messo dentro anche i Galli Padani) ITALICI: le razze appenniniche (Umbri,Oschi,Latini, Etruschi,Campani,SANNITI ! ,Lucani,Apuli) : gli unici veri Italici https://t.co/sTng9vksb5
— Mario Calandra (@MariusKalander) May 13, 2023
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