#rete scolastica
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"Tra il 2007 e il 2008 Facebook fa il boom, milioni di iscritti in tutto il mondo lo rendono una realtà, anzi LA realtà. (...) Dov’è il network se ognuno di noi si rifugia in comunità scollegate le une dalle altre? Il Social Network riesce a imporsi come rete principale di socialità virtuale attraverso un paradosso: non fornisce un’arena ma crea un individuo. Il profilo è il colpo di genio dei Social Network che Zuckerberg si ritrova per le mani “naturalmente”, ispirandosi all’album di foto del suo college. (...) Qui entra in gioco l’ultimo fattore della rivoluzione operata da Facebook, quello decisivo: l’Identità. Il nuovo assoluto che Facebook introduce nella cultura internet della metà degli anni zero è la richiesta – più o meno mandatoria – di registrarsi con la propria identità reale: il tuo nome, il tuo cognome, la tua faccia. (...) Rete, profilo e identità, dicevamo. Dall’interazione di questi tre elementi emerge il paradigma del Social Network moderno e la conseguente mutazione antropologica che ha prodotto nelle nostre vite. In cosa consiste questa mutazione? Dovessi dirlo con una sola, lapidaria affermazione: siamo diventati tutti famosi. (...) Nell’architettura del Social Network interagiamo come un uno che si rivolge a molti, a un numero imprecisato di ascoltatori, diversi dei quali neppure conosciamo. È la struttura del palcoscenico. Pensateci, quante volte fuori dai social network vi siete trovati a vivere un’interazione simile dalla parte del palcoscenico? Per la stragrande maggioranza dei viventi, dall’età della pietra al 2004, era una situazione che poteva non verificarsi mai oppure solo occasionalmente: la recita scolastica, la presentazione ai colleghi d’ufficio, la poesia di Natale. Oggi ci troviamo a vivere questa interazione ogni giorno, più volte al giorno, ogni volta che “postiamo qualcosa”. Solo una ristrettissima cerchia di individui viveva con costanza questo tipo di interazione alienata e alienante, le chiamavamo figure pubbliche o V.I.P. (...) Il rapporto è verticale, da qualunque punto lo si guardi."
Alessandro Lolli
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24 giugno 2024
La festa scolastica di fine anno dedicata ai rappresentanti della rete degli Amici di Jangany
Ecco una carrellata di immagini https://jangany-festascuola2024.tumblr.com/
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Padova, un accordo tra il comune e le scuole contro la dispersione scolastica
Padova, un accordo tra il comune e le scuole contro la dispersione scolastica È stato sottoscritto questa mattina, giovedì 16 maggio, a Palazzo Moroni l'accordo di rete per il contrasto alla dispersione scolastica che vede coinvolti il Comune di Padova, in qualità di capofila del progetto, l'Ufficio Scolastico Ambito Territoriale Padova e Rovigo, l'Azienda Ulss 6, Veneto Lavoro, il Centro Provinciale di Istruzione degli Adulti di Padova, il Dipartimento FISPPA dell'Università degli Studi di Padova, Sistema della Formazione Professionale. Presenti all'incontro per la sigla dell'atto, le assessore al Sociale e alle Politiche educative e scolastiche insieme ai rappresentanti delle parti firmatarie. Il progetto è rivolto a minori e giovani adulti a rischio di marginalità e alle loro famiglie o figure di riferimento. L'obiettivo è promuovere il successo e il benessere scolastico, formativo, educativo, attraverso percorsi che implicano processi di apprendimento che derivano dall'esperienza, con lo scopo di far acquisire ai ragazzi quell'autonomia e consapevolezza necessarie per il bene proprio e della comunità di cui sono parte. Il percorso esperienziale si snoda lungo tre macro aree di intervento: area istruzione e formazione, area riorientamento lavoro e stage, area socio sanitaria e socio educativa. L'area istruzione e formazione riguarda la fascia d'età che va dai 14 ai 17 anni, ed ha come destinatari minori in obbligo scolastico e giovani adulti che sono interessati ad un rientro nei percorsi di istruzione o formazione abbandonati o non conclusi. Le azioni previste sono mirate all'assolvimento dell'obbligo di istruzione attraverso piani di studio personalizzati, stage orientativi, finalizzati a motivare riorientando e supportando ragazzi o ragazze che vivono situazioni di fragilità. L'area riorientamento lavoro e stage riguarda giovani adulti che hanno assolto l'obbligo scolastico ma non hanno concluso alcun percorso formativo. Sono due le fasce d'età dei destinatari: dai 16 ai 18 anni e dai 18 anni ai 21. L'obiettivo è la presa in carico dei minori in situazioni di abbandono scolastico che vogliano, tuttavia, provare ad inserirsi nel mondo del lavoro attraverso percorsi di orientamento e stage formativi. In questa fase è prevista la figura del Case Manager, proprio per accompagnare ragazzi o ragazze nella nuova dimensione lavorativa, orientandoli e seguendoli nei contatti e colloqui con operatori del mercato al fine di definire i percorsi di inserimento più adeguati. L'area socio sanitaria e socio educativa è rivolta a minori e giovani con patologie cliniche conclamate, in dispersione scolastica e formativa, che si trovano in situazioni di vulnerabilità personale o familiare. L'obiettivo, anche in questo caso, è la presa in carico e la definizione di interventi specifici che consentano il reinserimento di ragazzi o ragazze nel circuito educativo o formativo professionale raggiungendo, nel contempo, almeno un livello minimo di inserimento socio occupazionale. Per concretizzare tutte le azioni previste, l'accordo di rete si è dotato di un proprio assetto che prevede una struttura di governo che comprende il capofila del progetto, una cabina di regia, un tavolo tecnico della cabina di regia, aree trasversali di intervento. Il flusso comunicazioni e vigilanza è gestito da Veneto Lavoro che prende in carico, per le prime valutazioni dei casi, i minori dai 14 ai 17 anni in abbandono scolastico e formativo segnalati dall'Anagrafe Regionale Studenti. Lo step successivo prevede il coinvolgimento dell'equipe di co-progettazione, competente a predisporre progetti individualizzati a seconda delle problematiche da affrontare.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Chiara Ferragni, insulti ai figli sui social. Gli esperti: «Rischio crisi del rapporto con la madre»
Gli insulti non risparmiano i figli di Chiara Ferragni. L'odio contro l'influencer è esploso sui social dopo lo scandalo pandoro, e non accenna a fermarsi. Il primo provvedimento dell'imprenditrice digitale è stato quello di bloccare i commenti sul suo profilo. Troppi, infatti, gli attacchi personali. Ma anche, purtroppo, a chi non c'entrava niente: come i bambini, Leone e Vittoria. I due, infatti, sono spesso protagonisti dei video della moglie di Fedez. Non tutti, però, sono d'accordo con questa esposizione mediatica. E così i deprecabili attacchi ai minori. C'è, però, chi mette in guardia da riprendere e mostrare i propri figli. «L'aspirazione più grande di un bambino in questo momento di 8 anni è quello di aprire un profilo sui social», avverte la dottoressa Giovanna Perricone, già presidente della Società Italiana di Psicologia Pediatrica e garante per l'infanzia e l'adolescenza del Comune di Palermo. «Spesso il genitore porta il figlio sulla platea del sociale senza comprenderne le conseguenze che si possono presentare dall'esterno - prosegue la professionista -, ma anche quei pericoli interni. C’è un’abitudine a mostrare quello che il figlio fa, quanto è bravo, quanto riesce ad avere successo nello sport. Ma questo spesso travalica e quindi induce nel bambino l'idea di una sorta di onnipotenza. E quindi il bambino crede che il virtuale sia il luogo dove puoi essere tutto e poi fare tutto. Un senso di onnipotenza che viene sconfessato poi dalla normalità della vita, che ti mette in condizione di avere anche grandi sconfitte e tu non li sai gestire più perché non sei abituato a gestire la frustrazione, sei abituato semplicemente a vederti in una logica onnipotente». Quali sono i rischi e quali i consigli per i genitori? C'è la possibilità per i figli di chiedere un risarcimento dei danni una volta adulti? Il parere del dottor Cristian Pagliariccio, psicologo dell'educazione inserito nella Rete professionale di Psicologia scolastica dell' Ordine degli psicologi del Lazio.
Quali sono i pericoli dell'esposizione mediatica dei figli? Li può esporre a delle situazioni complicate. Ad esempio, se si incontra un bambino star per strada e si riconosce, a volte gli adulti non sanno trattenersi. E si hanno dei comportamenti troppo espansivi o disfunzionali che possono creare delle situazioni poco protette per i bambini.
Quando è tollerabile? Va valutato se può diventare un lavoro per i bambini (anche se parliamo di lavoro minorile e deve essere regolamentato) oppure no. Nel senso che se parliamo di una pressione eccessiva che il genitore fa rispetto al figlio o alla figlia e non ha nessuna finalità, allora è un comportamento disfunzionale di per sé. Se invece può avere anche delle ripercussioni dal punto di vista della qualità della vita, anche in positivo, per creare occasioni, allora va valutato. Bisogna procedere caso per caso. Non si può fare un discorso generale. Non si può dire che sia tutto sbagliato.
C'è chi condivide foto dei propri figli per avere like. Ci può essere una tendenza ad esagerare il proprio comportamento proprio per avere un maggior riconoscimento a livello mediatico, nello specifico sui social. Se parliamo di persone che hanno poco seguito, non ha senso guadagnare like sulle immagini dei bambini e delle bambine. Se invece può diventare un lavoro con grandi risultati, bisogna rifletterci. Anche per la qualità della vita dei propri figli.
Fare foto ai propri figli può migliorare il rapporto? In che modo? Faccio degli esempi. Ci sono tanti bambini e bambine che soffrono del distacco che hanno con i genitori, impegnati a lavorare o nelle loro attività. C'è poco tempo da passare insieme. Se fare foto aiuta a risolvere questo tipo di problema, può essere una possibilità anche per far funzionare il rapporto con i genitori.
In alcuni casi i figli, una volta cresciuti, hanno chiesto il risarcimento ai genitori per l'esposizione mediatica. Abbiamo le casistiche statunitensi in cui i figli e le figlie, crescendo, si sentono sfruttati perché non hanno deciso di fare quel percorso di vita. Attori famosi, una volta diventati adolescenti, hanno denunciato i genitori proprio per quello che hanno dovuto subire, per l'esposizione mediatica. Non possiamo immaginare l'effetto che quel tipo di lavoro avrà sui figli, per questo anche l'autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza raccomanda cautela in quello che si fa perché gli effetti non li possiamo scoprire adesso ma li scopriremo poi andando avanti. Tant'è che molti adolescenti si vergognano dei comportamenti dei genitori quando mettono troppe foto. Un atteggiamento di cautela è positivo, quello che tende a proteggere il bambino.
Consigli sull’uso del cellulare e dei figli? Profili selvaggi, come ad esempio quelli creati in autonomia, sono altamente sconsigliati. Perché poi espone i figli anche a eccessi di critica, a volte di violenza e spesso anche di bullismo. Come adulti dobbiamo proteggere i minori, non esporli a ogni tipo di situazione. Se la foto dei propri figli circola un po' ovunque, andrebbe evitato. Se si vuole, meglio condividerla con persone fidate. C’è altrimenti il pericolo dell'odio nei social. Non forzare i figli alle proprie necessità né manipolarli o ingannarli per ottenere un effetto che non vada beneficio dei minori, ma vada solo ad ottenere delle reazioni di pubblico. Provare ad avere l'occhio lungo. Avere quindi attenzione su quelli che saranno gli effetti a lungo termine delle azioni che si fanno e mettere al centro non il proprio ego di adulti ma il benessere dei minori.
Genitori filmano i propri figli mentre li prendono in giro? Ci racconti. Ci sono dei genitori, ad esempio, che filmano i propri figli mentre li prendono in giro. Registrano le reazioni che i figli hanno. Quella è un'offesa terribile per il bambino, di derisione anche pubblica, anche se il bambino non se ne rende conto. Una situazione pericolosa.
Insulti social ai figli cosa provocano? Il rischio è che vada in crisi il rapporto che si ha col genitore, che dovrebbe essere una figura protettiva. Cosa può succedere? Che a un certo punto, quando ho la capacità di comprendere quello che il genitore ha fatto, rimetto in discussione tutta la mia esistenza. È quanto avvenuto in numerosi processi oltreoceano. Come negli caso dei due fratelli di “Mamma ho perso l'aereo”. Entrambi hanno denunciato il papà per l'esposizione mediatica e la vita che gli hanno fatto fare, hanno capito che dietro c'era uno sfruttamento. L'hanno fatto solo quando hanno avuto gli strumenti cognitivi per leggere a ritroso quanto era avvenuto.
Quali contenuti è meglio non condividere? Non mettere reazioni troppo intime (ad esempio il pianto, il capriccio), delle reazioni che possono sembrare buffe lì per lì che però fanno capire che il bambino è spaesato. Le foto intime, quelle soprattutto in cui il piccolo fa il bagnetto (anche se oggi i filtri dei social le bloccano). Riconoscere quello che è un momento di intimità, e che può essere lasciato per la famiglia, e quello che invece può essere condiviso con il mondo. Dobbiamo educarci a livello personale come adulti, un lavoro che sicuramente i genitori non possono far da soli. Come società dovremmo aiutarci, anche se, nella maggior parte dei casi, invece poi partono le critiche anche violente, delle vere e proprie “shitstorm”. Questo va fermato. Genitori devono avere un atteggiamento accorto, la società deve essere rispettosa.
Ci sono casi di "sfruttamento"?
Un esempio internazionale. Qualche giorno fa, una nota influencer internazionale ha fatto le sue riprese con la figlia in ospedale che stava soffrendo. In quel caso, non essendoci una regola che tuteli sia la minore che la madre, le offese sono partite senza freni. I follower si sono focalizzati sul fatto che c'era una situazione di sofferenza che è stata ignorata ed è stata utilizzata per altri scopi.
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Fondazione Falconio, 'salvo l'alberghiero di Villa S.Maria'
“L’approvazione della nuova rete scolastica in Abruzzo che ‘salva’ dall’accorpamento l’istituto alberghiero di Villa Santa Maria è una buona notizia. Salvaguardare l’autonomia di una scuola che ha dato nel tempo grandi chef a tutto il mondo è una scelta giusta, a cui speriamo adesso segua un processo di aggiornamento didattico che migliori ulteriormente l’offerta per gli aspiranti chef”.…
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Cos’è una VPN?
Una Virtual Private Network ti dà la privacy online nascondendo la tua identità online. Maschera il tuo indirizzo IP e protegge i tuoi dati attraverso la crittografia.
Cosa puoi fare con una VPN?
1) Accedi alla tua rete domestica quando sei lontano
Molti di noi conservano le proprie foto, documenti essenziali e file di grandi dimensioni sul proprio computer di casa, e la maggior parte di noi avrà un accesso remoto impostato, in modo da poter accedere a questi file da qualsiasi parte del mondo. Per mantenere i tuoi preziosi file al sicuro, è meglio connettersi utilizzando una VPN, in quanto cripta la tua connessione internet.
2) Mantieni private le tue chat online
Le app di messaggistica sicura esistono, ma alcune contengono rischiose scappatoie di sicurezza che ti obbligano ad attivare la “chat criptata”. Una VPN fornisce un ulteriore livello di protezione instradando i tuoi dati attraverso un tunnel criptato in modo che tu possa riposare facilmente.
3) Accedi alla tua rete di lavoro o universitaria all’estero
Potresti non essere in grado di accedere alla tua rete/intranet scolastica, universitaria o lavorativa se sei fuori dal paese. Con così tanti di noi che si trasferiscono all’estero in mezzo alla pandemia, potresti trovare la tua posizione bloccata a causa di qualche regolamento e non riuscire ad accedere.
Una VPN è eccellente per l’apprendimento e il lavoro a distanza. Non solo ti aiuterà a proteggerti da terzi e cyber criminali online, ma sarai anche in grado di cambiare la tua posizione e accedere ai tuoi soliti siti web e reti.
4) Scaricare e caricare file in modo sicuro
La condivisione di file P2P ha diverse ragioni legittime, come la distribuzione di software open-source, video di dominio pubblico, o semplicemente la condivisione di grandi set di dati attraverso la rete. Tuttavia, molti ISP non sono entusiasti del fatto che i loro clienti si impegnino in attività P2P, con conseguenti velocità di connessione lente, larghezza di banda limitata o persino accesso limitato ai siti web di file-sharing.
Ma il tuo ISP non è l’unico cattivo qui. Tutti gli utenti sulla stessa rete possono vedere gli indirizzi IP degli altri. Questo potrebbe imporre una grave minaccia alla sicurezza, aprendo la porta ai criminali informatici con conseguenze disastrose.
5) Proteggi i tuoi dispositivi mobili
Le VPN si sono evolute in applicazioni facili da usare per smartphone, tablet e persino Smart TV. I criminali informatici hanno anche evoluto le loro tecniche di phishing e malware per prendere di mira gli smartphone, non solo i computer desktop e portatili. Le migliori VPN ti proteggono anche dai siti web dannosi e dal malware.
fonte (noisiamoagricoltura.com)
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Merito scolastico: a Padova si premia con 100 euro studenti con media del 9
Merito scolastico: a Padova si premiano con 100 euro studenti con media del 9 ed inevitabilmente scoppia una polemica di quelle destinate ad incendiarsi mano mano che passa il tempo. A dire il vero è da un bel po' e molto prima che l'attuale governo s'inventasse il nome nuovo per quello che era il ministero dell'istruzione (una volta pubblica e oggi non più) che nella scuola italiana si devono registrare una serie d'iniziative che, a volerle definire per bene, s'incontrano non poche difficoltà. «È un fatto grave che si inserisce in maniera del tutto scomposta nel quarto a tinte fosche che dipingono da mesi esperti e organi di stampa. Un quadro fatto di angosce da prestazione nei luoghi di istruzione, assenza completa di strumenti di supporto e prevenzione sul benessere psicologico e sempre più spesso studenti che si tolgono la vita letteralmente schiacciati da un sistema che pretende la competizione a tutti i costi e in questo caso al costo di 100 euro con col tuo compagno di banco, nelle scuole come nelle università».Rete degli Studenti Medi Merito scolastico? Merito scolastico? Tant'è, comunque, il concetto di 'merito' sembra essere il nuovo eldorado per chi governa l'istituzione scolastica a monte ed a valle nel Paese. Sembra che ogni Istituto cerchi il coup de théâtre. Quel quid che permetta loro di scalare punti nell'ideale classifica delle preferenze delle famiglie quando scelgono che scuola far frequentare ai loro pargoli. «L'obiettivo della Scuola Pubblica dovrebbe essere quello di pensare a chi rimane indietro, di rimuovere gli ostacoli per chi è privo di mezzi, parafrasando la Costituzione, non premiare ed osannare chi eccelle».Rete degli Studenti Medi Prese di posizione chiare e nette. Il rifiuto di considerare come ineluttabile la prevalenza del concetto asfittico della scuola come sola preparazione al mondo del lavoro. L'inserimento di questa competitività esagitata compromette ancora di più l'equilibrio di questi ragazzi? Read the full article
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I SOCIAL possono avere impatti sia positivi che negativi sulla Salute Mentale delle persone LGBTI.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9837881/
Secondo questa Review esistono i seguenti fattori positivi:
1) Riduzione in alcune persone di Paranoia, talvolta anche di Ansia e Depressione;
2) Riduzione della sensazione di Solitudine e di Isolamento sociale;
3) Spazio sicuro dove sperimentare il Coming Out senza rischi sociali di discriminazione o stigma;
Esistono tuttavia anche aspetti negativi:
1) L'uso eccessivo dei Social produce aumento della Solitudine e Sensibilità a sofferenza psicologica;
2) La dipendenza dai Social riduce il Sonno e la partecipazione scolastica, con effetti anche sulla Salute Mentale;
3) Esiste ovviamente anche il cyberbullismo e questo fenomeno esiste anche nei gruppi Social LGBTI;
Sono migliori i Social che permettono di indicare in modo autonomo identità di genere e di orientamento sessuale più variegato, di cambiarlo o di scrivere qualcosa di originale per poi cercare persone simili.
Tuttavia in alcuni contesti, sia generali sia proprio LGBTI, alcune identità sono ancora a rischio di discriminazione sui Social.
L'uso degli # hastag/cancelletto per trovare persone simili viene spesso usato anche per connettere persone LGBTI che fanno abuso di sostanze o di Bareback aumentando così il pericolo per la Salute Fisica e Sessuale.
Rispetto alla popolazione generale solo i giovani LGBTI entrano in contatto soprattutto con estranei anche molto distanti fisicamente, soprattutto in assenza di una rete di supporto reale in famiglia o a scuola.
Gli appuntamenti con estranei LGBTI aumenta la possibilità di relazioni sessuali ma anche di relazioni romantiche superando l'ostacolo reale di essere una minoranza.
Ottenere appuntamenti anche solo promiscui grazie ai Social aumenta la Autostima ed ovviamente non riuscire ad averne neanche sui Social LGBTI la riduce gravemente perché aumenta l'effetto della solitudine.
I Social sono un mondo in continua evoluzione...
#Social #LGBTI #salutementale #amigay #Facebook #instagram #twitter #grindr #tumblr #cyberbullismo #comingout
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Il sindaco di Petralia Soprana riconfermato nella conferenza provinciale e di organizzazione della rete scolastica Il sindaco di Petralia Soprana continuerà a far parte della conferenza provinciale e di organizzazione della rete scolastica. Pietro Macaluso è stato confermato tra i sette sindaci che si occuperanno della predisposizione della proposta del piano di dimensionamento della rete scolastica provinciale per l’a.s. 2020-2021 https://is.gd/e4VNTO
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Solidarietà allo storico Eric Gobetti. Il grande studioso del fascismo e della Resistenza non interverrà alla conferenza sulla giornata per le vittime delle foibe. Casapound ha scatenato contro di lui delle polemiche definendolo 'sociapatico e disturbato ' Immediatamente gli amministratori locali vicino all'estrema destra e a Fratelli d'Italia e che hanno costruito una Memoria settaria, vittimistica e recriminatoria per nascondere i crimini commessi dalla dittatura nazifascista in Jugoslavia hanno censurato lo storico Eric Gobetti. Ecco il testo del messaggio inviato da Eric Gobetti agli studenti di alcune scuole di Verona ai quali oggi avrebbe dovuto tenere una conferenza: "Care studentesse e studenti veronesi, dopo giorni di contrattazioni surreali mi vedo costretto a rinunciare alla partecipazione all'incontro “Il confine orientale e le foibe”, promosso dalla Rete Scuole e Territorio... La conferenza era prevista per oggi 10 febbraio 2022, in occasione del Giorno del Ricordo, in diretta web con diverse scuole superiori. Tutto è cominciato qualche giorno fa, quando CasaPound Verona ha scatenato le polemiche contro di me, definendomi “sociopatico e disturbato” e promettendo di impedire l'incontro. Negli stessi giorni in cui autorizzava una manifestazione di Veneto Fronte Skinheads e confermava il patrocinio del Comune ad un concorso per le scuole elementari e medie indetto dal Museo Reggimentale Giovani Fascisti (un ente con questo nome non dovrebbe essere sciolto a norma di legge!?) di Ponti sul Mincio, il sindaco Sboarina, di Fratelli d'Italia, protestava contro la mia partecipazione all'evento. Per "controbilanciare" il mio intervento, la dirigente scolastica, in accordo con l'assessora alla Cultura del Comune di Verona, ha proposto di coinvolgere altri tre relatori: la stessa assessora Francesca Briani, di Fratelli d'Italia, il professore di storia delle superiori Riccardo Mauroner eil giornalista Fausto Biloslavo, autore di almeno due articoli diffamatori contro di me, pubblicati su “Il Giornale” (in cui mi definiva, senza alcuna ragione, “negazionista delle foibe”) oltre che di interventi pubblici contro altri storici (ad esempio Raoul Pupo, di cui proprio oggi il “Corriere della Sera” ripropone un importante saggio sulle foibe). Per spirito di servizio e per rispetto verso di voi studenti e studentesse, avrei accettato di tenere comunque la nostra conferenza, a titolo gratuito, con la presenza dell'assessora in veste di rappresentante delle istituzioni locali e del professor Mauroner, come studioso col quale confrontarmi sulla base di dati storici riconosciuti. Ma la presenza di un giornalista, noto per le sue posizioni radicali, nonché protagonista di campagne denigratorie nei confronti degli studiosi, è davvero inaccettabile. Non avrebbe senso infatti offrire a persone così l'opportunità di presentare le proprie tesi faziose al pari di chi da decenni studia con onestà e rigore la “complessa vicenda del confine orientale”, come recita il testo della legge istitutiva del Giorno del Ricordo. La storia, ragazzi e ragazze, non è un braccio di ferro in cui vince il più forte; non è basata sul contraddittorio fra opposti estremismi; non ci sono storici che fanno propaganda fascista e quelli che la fanno comunista. Gli storici sono individui come gli altri, con appartenenze politiche, nazionali, sociali differenti, che interpretano le fonti a loro disposizione in maniera legittimamente diversa, con onestà intellettuale e la maggiore oggettività possibile. E poi c'è chi scrive sulla base dei pregiudizi ideologici, ignorando o piegando le fonti alle proprie necessità, e questi non possono essere definiti storici. Sono rammaricato, mi dispiace davvero di non potervi incontrare. Se volete, potrete leggere il mio libro "E allora le foibe?", edito da Laterza, o cercare alcuni dei miei brevi testi o video, facilmente reperibili online. Ringrazio gli insegnanti e il moderatore per aver cercato fino all'ultimo di consentire che l'incontro potesse svolgersi regolarmente, nonostante le polemiche e le difficoltà. Spero che la scuola non cada vittima delle imposizioni della politica, da qualunque schieramento esse provengano, e sappia mantenere la propria autonomia e libertà, come prescritto dalla nostra Costituzione. I padri e le madri costituentil'hanno scritta alla fine della Seconda guerra mondiale, dopo una tragedia di dimensioni colossali, che include anche le foibe e l'esodo, a conclusione di vent'anni di sciagurata dittatura fascista. La libertà di pensiero e d'opinione, come la tolleranza, la solidarietà, l'accoglienza, sono cardini fondamentali della democrazia: non fateveli rubare da chi vuole impedirvi di imparare e di sviluppare uno spirito critico, da chi favorisce la propaganda neofascista e ostacola in ogni modo le lezioni di storia. Buona vita, libera e democratica. Erik Gobetti Questo è tutto! Il fascismo avanza e il Pd invece di essere contro il revisionismo storico loda senza se e senza ma le foibe pur di poter conquistare un voto moderato che mai avrà. Santina Sconza
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Immancabili le minacce a una donna. QED
In rete, infatti, è scaturito un dibattito piuttosto acceso e nei giorni scorsi la dirigente scolastica, già insultata da diversi utenti, ha ricevuto alcune mail di minaccia ed è pronta a rivolgersi alla polizia postale.
Per altro... prosegue la sequela di cazzate del nostro...
si dice chiamato da "tradizionalista e anticomunista a difendere la scuola di Gentile e Gramsci da chi sta trasformandola nella scuola dei videoclip, degli hashtag, dei telefonini, dei clown e dell'assenza di ogni pensiero".
Questo insegna storia e filosofia.
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Rimini. Le poliziotte e i poliziotti nelle scuole superiori con il progetto “Train to be Cool”.
Rimini. Le poliziotte e i poliziotti nelle scuole superiori con il progetto “Train to be Cool”. Si sono conclusi gli incontri tra il personale della Sezione Polfer di Rimini e gli studenti riminesi del “Liceo Statale Alessandro SERPIERI” con il progetto “Train… to be Cool”, proposto a livello nazionale dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, in collaborazione con il MIUR e “La Sapienza” Università di Roma. Il progetto, che fa riferimento alla doppia accezione di “Train”, ovvero di treno ma anche di formazione e “cool”, cioè “alla moda” secondo il linguaggio giovanile, è stato illustrato in varie giornate a 12 classi per un totale di più di 300 alunni. Nei giorni scorsi, gli operatori Polfer, opportunamente formati, hanno approcciato i ragazzi creando con loro sin dall’inizio una grande sintonia e coinvolgimento. Sono riusciti a suscitare il loro interesse catturandone l’attenzione con slide e filmati, relativi alla sicurezza in generale ed in particolare nella stazione ferroviaria, analizzando le condotte che mettono più a rischio l’incolumità personale. Sono stati raccontati fatti di cronaca accaduti in alcune città italiane che hanno avuto come protagonisti i giovani, rimasti vittime di incidenti ferroviari derivati dall’inosservanza di semplici, ma spesso disattese, norme comportamentali. È stato affrontato il pericolosissimo fenomeno dei “selfie” con il treno in arrivo, spesso esibiti da video reperibili in rete che mostrano performance che sono palesemente false e che possono ingenerare pericolosi fenomeni di emulazione. Grazie all’impegno del referente per la legalità Prof. Gianfranco BONVICINI e alla sensibilità della dirigente scolastica Prof.ssa Francesca TORNATORE, alle insegnanti che hanno partecipato al progetto e grazie soprattutto all’entusiasmo degli studenti si è potuto sviluppare il concetto di sicurezza e fiducia nelle istituzioni, lavorando insieme su un format condiviso dal Servizio di Polizia Ferroviaria. Al termine di ogni incontro i ragazzi presenti hanno compilato elettronicamente, tramite la scansione di un “QR code” dedicato, dei questionari anonimi di gradimento sui temi trattati “pre e post incontro”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Komi Can’t Communicate: la serie animata tornerà in primavera con la seconda parte
La popolare commedia scolastica tratta dal manga di Tomohito Oda sta venendo distribuita in streaming su Netflix.
Manca pochissimo alla trasmissione in Giappone del 12° episodio di “Komi Can’t Communicate”, che andrà a chiudere la prima parte della serie animata, tratta dalla popolare commedia scolastica di Tomohito Oda.
Netflix a quanto pare non si è riuscita trattenere e, assieme ad un medley di scene tratte dal primo episodio, ha confermato che l’anime tornerà con la seconda parte nel 2022.
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Da quanto, però, già trapelato in rete (l’annuncio ufficiale arriverà a fine puntata), i nuovi episodi andranno in onda pià precisamente a partire da aprile.
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L’adattamento targato studio OLM (Mix, Ni no Kuni, Major 2nd) sta venendo distribuito settimanalmente in streaming su Netflix. Gli episodi escono sottotitolati ogni giovedì, a distanza di due settimane dalla trasmissione in Giappone.
Per quanto riguarda lo staff, il progetto è supervisionato da Ayumu Watanabe (Nazo no Kanojo X, After the Rain, I Figli del Mare), mentre alla sua prima prova di regia troviamo Kazuki Kawagoe. La sceneggiatura è curata da Deko Akao (Noragami, Flying Witch, Amanchu!) e il character design è invece ad opera di Atsuko Nakajima (Tokyo Ghoul:re, Kochouki: Wakaki Nobunaga).
Shoko Komi è così bella che tutti si voltano al suo passaggio. Peccato che abbia un serio disturbo della comunicazione: ogni volta che inizia a pensare di attaccare bottone con qualcuno, finisce per ossessionarsi su come rompere il ghiaccio, come reagirà l'altro, cosa può andare storto… e si blocca. Fino a quando, con l’aiuto del suo compagno di classe Tadano, proverà a risolvere i suoi catastrofici problemi relazionali e a scoprire i bizzarri personaggi che popolano la sua scuola!
Dopo aver debuttato con un primo one-shot nel 2015, il manga viene serializzato regolarmente dal maggio 2016 sulle pagine della rivista Weekly Shonen Sunday e, attualmente, conta 23 volumetti pubblicati in Giappone. In Italia l’opera è edita da J-POP Manga
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Autore: SilenziO)))
[FONTE]
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Chiara Ferragni e figli esposti sui social, gli esperti: «Possono provare vergogna, rischio crisi del rapporto» Esposti sui social. I figli Chiara Ferragni non sono stati risparmiati dagli insulti ora come in passato. L'odio contro l'influencer è esploso dopo lo scandalo pandoro, e non accenna a fermarsi. Il primo provvedimento dell'imprenditrice digitale è stato quello di bloccare i commenti sul suo profilo. Troppi, infatti, gli attacchi personali. Ma anche, purtroppo, a chi non c'entrava niente: come i bambini, Leone e Vittoria. I due, infatti, sono spesso protagonisti dei video della moglie di Fedez. Non tutti i followers, però, sono d'accordo con questa esposizione mediatica. «Questi poveri bimbi li mette sempre in mostra per acchiappare soldi», scrive un utente. C'è chi mette in guardia da riprendere e mostrare i propri figli. Abbiamo sentito il parere della Dott.ssa Giovanna Perricone (già presidente della Società Italiana di Psicologia Pediatrica e garante per l'infanzia e l'adolescenza del Comune di Palermo) e del Dott. Cristian Pagliariccio (psicologo dell'educazione inserito nella Rete professionale di Psicologia scolastica dell' Ordine degli psicologi del Lazio). Quali possono essere le reazioni dei figli? L'aspirazione più grande di un bambino in questo momento di 8 anni è quello di aprire un profilo sui social, avverte la Dott.ssa Giovanna Perricone, già presidente della Società Italiana di Psicologia Pediatrica e garante per l'infanzia e l'adolescenza del Comune di Palermo. Spesso il genitore porta il figlio sulla platea del sociale senza comprenderne le conseguenze che si possono presentare dall'esterno, ma anche quei pericoli interni. C’è un’abitudine a mostrare quello che il figlio fa, quanto è bravo, quanto riesce ad avere successo nello sport. Ma questo spesso travalica e quindi induce nel bambino l'idea di una sorta di onnipotenza. E quindi il bambino crede che il virtuale sia il luogo dove puoi essere tutto e poi fare tutto. E quando incontra le prime difficoltà? Il senso di onnipotenza viene sconfessato dalla normalità della vita, che ti mette in condizione di avere anche grandi sconfitte e tu non li sai gestire più perché non sei abituato a gestire la frustrazione, sei abituato semplicemente a vederti in una logica onnipotente. Conclude la Dott.ssa Perricone. Chiara Ferragni, i punti deboli quali sono. L'esperto: «Fedez inadeguato e figli troppo esposti alla gogna mediatica» Quali sono i pericoli dell'esposizione mediatica dei figli? Li può esporre a delle situazioni complicate, spiega il Dott. Cristian Pagliariccio, psicologo dell'educazione inserito nella Rete professionale di Psicologia scolastica dell' Ordine degli psicologi del Lazio. Ad esempio, se si incontra un "bambino star" per strada e si riconosce, a volte gli adulti non sanno trattenersi. E si hanno dei comportamenti troppo espansivi o disfunzionali che possono creare delle situazioni poco protette per i bambini. C'è chi condivide foto dei propri figli per avere like. Ci può essere una tendenza ad esagerare il proprio comportamento proprio per avere un maggior riconoscimento a livello mediatico, nello specifico sui social. Se parliamo di persone che hanno poco seguito, non ha senso guadagnare like sulle immagini dei bambini e delle bambine. Se invece può diventare un lavoro con grandi risultati, bisogna rifletterci. Anche per la qualità della vita dei propri figli. Esporre mediaticamente il proprio figlio è sempre sbagliato? Va valutato se può diventare un lavoro per i bambini (anche se parliamo di lavoro minorile e deve essere regolamentato) oppure no. Nel senso che se parliamo di una pressione eccessiva che il genitore fa rispetto al figlio o alla figlia e non ha nessuna finalità, allora è un comportamento disfunzionale di per sé. Se invece può avere anche delle ripercussioni dal punto di vista della qualità della vita, anche in positivo, per creare occasioni, allora va valutato. Bisogna procedere caso per caso. Non si può fare un discorso generale. Non si può dire che sia tutto sbagliato. Fare foto ai propri figli può migliorare il rapporto? In che modo? Faccio degli esempi. Ci sono tanti bambini e bambine che soffrono del distacco che hanno con i genitori, impegnati a lavorare o nelle loro attività. C'è poco tempo da passare insieme. Se fare foto aiuta a risolvere questo tipo di problema, può essere una possibilità anche per far funzionare il rapporto con i genitori. Cosa possono provare? Abbiamo le casistiche statunitensi in cui i figli e le figlie, crescendo, si sentono sfruttati perché non hanno deciso di fare quel percorso di vita. Attori famosi, una volta diventati adolescenti, hanno denunciato i genitori proprio per quello che hanno dovuto subire, per l'esposizione mediatica. Non possiamo immaginare l'effetto che quel tipo di lavoro avrà sui figli, per questo anche l'autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza raccomanda cautela in quello che si fa perché gli effetti non li possiamo scoprire adesso ma li scopriremo poi andando avanti. Tant'è che molti adolescenti si vergognano dei comportamenti dei genitori quando mettono troppe foto. Un atteggiamento di cautela è positivo, quello che tende a proteggere il bambino. Consigli sull’uso del cellulare e dei figli? Profili selvaggi, come ad esempio quelli creati in autonomia, sono altamente sconsigliati. Perché poi espone i figli anche a eccessi di critica, a volte di violenza e spesso anche di bullismo. Come adulti dobbiamo proteggere i minori, non esporli a ogni tipo di situazione. Se la foto dei propri figli circola un po' ovunque, andrebbe evitato. Se si vuole, meglio condividerla con persone fidate. C’è altrimenti il pericolo dell'odio nei social. Non forzare i figli alle proprie necessità né manipolarli o ingannarli per ottenere un effetto che non vada beneficio dei minori, ma vada solo ad ottenere delle reazioni di pubblico. Provare ad avere l'occhio lungo. Avere quindi attenzione su quelli che saranno gli effetti a lungo termine delle azioni che si fanno e mettere al centro non il proprio ego di adulti ma il benessere dei minori. Genitori filmano i propri figli mentre li prendono in giro? Ci racconti. Ci sono dei genitori, ad esempio, che filmano i propri figli mentre li prendono in giro. Registrano le reazioni che i figli hanno. Quella è un'offesa terribile per il bambino, di derisione anche pubblica, anche se il bambino non se ne rende conto. Una situazione pericolosa. Insulti social ai figli cosa provocano? Il rischio è che vada in crisi il rapporto che si ha col genitore, che dovrebbe essere una figura protettiva. Cosa può succedere? Che a un certo punto, quando ho la capacità di comprendere quello che il genitore ha fatto, rimetto in discussione tutta la mia esistenza. È quanto avvenuto in numerosi processi oltreoceano. Come negli caso dei due fratelli di “Mamma ho perso l'aereo”. Entrambi hanno denunciato il papà per l'esposizione mediatica e la vita che gli hanno fatto fare, hanno capito che dietro c'era uno sfruttamento. L'hanno fatto solo quando hanno avuto gli strumenti cognitivi per leggere a ritroso quanto era avvenuto. Quali contenuti è meglio non condividere? Non mettere reazioni troppo intime (ad esempio il pianto, il capriccio), delle reazioni che possono sembrare buffe lì per lì che però fanno capire che il bambino è spaesato. Le foto intime, quelle soprattutto in cui il piccolo fa il bagnetto (anche se oggi i filtri dei social le bloccano). Riconoscere quello che è un momento di intimità, e che può essere lasciato per la famiglia, e quello che invece può essere condiviso con il mondo. Dobbiamo educarci a livello personale come adulti, un lavoro che sicuramente i genitori non possono far da soli. Come società dovremmo aiutarci, anche se, nella maggior parte dei casi, invece poi partono le critiche anche violente, delle vere e proprie “shitstorm”. Questo va fermato. Genitori devono avere un atteggiamento accorto, la società deve essere rispettosa. Ci sono casi di "sfruttamento"? Un esempio internazionale. Qualche giorno fa, una nota influencer internazionale ha fatto le sue riprese con la figlia in ospedale che stava soffrendo. In quel caso, non essendoci una regola che tuteli sia la minore che la madre, le offese sono partite senza freni. I follower si sono focalizzati sul fatto che c'era una situazione di sofferenza che è stata ignorata ed è stata utilizzata per altri scopi.
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Didacta Sicilia '23, Abodi 'preziosa occasione di confronto'
Un segnale forte e corale per sottolineare l’importanza del rapporto tra scuola, sport e impegno giovanile. È questo il valore della presenza a “Didacta Sicilia 2023” del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, del Dipartimento per lo Sport, di Sport e Salute SpA e dell’Istituto per il Credito Sportivo. Da domani nella fiera scolastica ci sarà un’unica rete,…
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Merito scolastico: a Padova si premiano con 100 euro studenti con media del 9
Merito scolastico: a Padova si premiano con 100 euro studenti con media del 9 ed inevitabilmente scoppia una polemica di quelle destinate ad incendiarsi mano mano che passa il tempo. A dire il vero è da un bel po' e molto prima che l'attuale governo s'inventasse il nome nuovo per quello che era il ministero dell'istruzione (una volta pubblica e oggi non più) che nella scuola italiana si devono registrare una serie d'iniziative che, a volerle definire per bene, s'incontrano non poche difficoltà. «È un fatto grave che si inserisce in maniera del tutto scomposta nel quarto a tinte fosche che dipingono da mesi esperti e organi di stampa. Un quadro fatto di angosce da prestazione nei luoghi di istruzione, assenza completa di strumenti di supporto e prevenzione sul benessere psicologico e sempre più spesso studenti che si tolgono la vita letteralmente schiacciati da un sistema che pretende la competizione a tutti i costi e in questo caso al costo di 100 euro con col tuo compagno di banco, nelle scuole come nelle università».Rete degli Studenti Medi Merito scolastico? Merito scolastico? Tant'è, comunque, il concetto di 'merito' sembra essere il nuovo eldorado per chi governa l'istituzione scolastica a monte ed a valle nel Paese. Sembra che ogni Istituto cerchi il coup de théâtre. Quel quid che permetta loro di scalare punti nell'ideale classifica delle preferenze delle famiglie quando scelgono che scuola far frequentare ai loro pargoli. «L'obiettivo della Scuola Pubblica dovrebbe essere quello di pensare a chi rimane indietro, di rimuovere gli ostacoli per chi è privo di mezzi, parafrasando la Costituzione, non premiare ed osannare chi eccelle».Rete degli Studenti Medi Prese di posizione chiare e nette. Il rifiuto di considerare come ineluttabile la prevalenza del concetto asfittico della scuola come sola preparazione al mondo del lavoro. L'inserimento di questa competitività esagitata compromette ancora di più l'equilibrio di questi ragazzi? Read the full article
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