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Tecnologia e Salute Mentale: L’Influenza di Smartphone e Social Network sui Giovani
Una riflessione urgente sull’impatto dell’iperconnessione digitale su bambini e adolescenti.
Una riflessione urgente sull’impatto dell’iperconnessione digitale su bambini e adolescenti. Il dibattito sull’effetto dei dispositivi elettronici e dei social network sulla salute mentale di bambini e adolescenti è sempre più acceso. Le domande cruciali rimangono: gli smartphone e i social media danneggiano il benessere mentale dei giovani? Quali misure possiamo adottare per proteggerli? Paesi…
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Bitcoin: analisi di questa forma di investimento a 15 anni dalla sua nascita
Il Bitcoin, a distanza di 15 anni dalla sua comparsa, rappresenta ancora una vera e propria rivoluzione nel panorama finanziario. Questa criptovaluta ha segnato un cambiamento significativo nel modo in cui pensiamo al denaro e agli investimenti, attirando l'attenzione di un pubblico ampio e diversificato. La sua ascesa da una moneta digitale poco conosciuta a un asset di valore globale è una storia affascinante di innovazione, speculazione e adattamento continuo. Attraverso alti e bassi, frodi e successi, Bitcoin ha mantenuto una presenza significativa e continua a stimolare discussioni sul suo ruolo nel futuro degli investimenti e della finanza. Evoluzione e impatto del Bitcoin nell'economia globale Negli ultimi 15 anni, Bitcoin ha rivoluzionato l'idea stessa di valuta e investimento, lasciando un'impronta indelebile sull'economia globale. La sua esistenza come criptovaluta decentralizzata ha introdotto nuove dinamiche nel mondo finanziario, sfidando le tradizionali istituzioni bancarie e monetarie. Bitocoin ha aperto la strada a un'era di innovazioni finanziarie, stimolando discussioni sul futuro del denaro digitale e della blockchain. La volatilità di questa criptovaluta, unita al suo forte potenziale di crescita, ha attirato un ampio spettro di investitori, dai trader individuali agli hedge fund, rendendolo un fenomeno globale. Questo ha portato a una maggiore accettazione e integrazione delle criptovalute nel sistema finanziario tradizionale, con un impatto che va oltre i guadagni e le perdite: Bitcoin ha ispirato una riflessione più ampia su come la tecnologia può trasformare il concetto stesso di denaro e investimento. Con lo sviluppo e la popolarità crescente del Bitcoin, si è assistito a una proliferazione di risorse online che offrono consigli per investire sui bitcoin, queste risorse vanno da siti web informativi e blog, a forum di discussione e video tutorial, fornendo agli investitori un'ampia gamma di informazioni e strategie per approcciarsi al mondo del Bitcoin. La scelta dei broker per il trading di Bitcoin Nel mondo del trading di Bitcoin, selezionare il broker giusto è una decisione fondamentale. Un broker affidabile non solo offre sicurezza e trasparenza, ma anche strumenti e risorse essenziali per portare avanti una strategia di trading efficace. I fattori da considerare includono la regolamentazione, la trasparenza nel pagamento delle commissioni, la qualità della piattaforma di trading e il livello di supporto al cliente. Inoltre, è importante valutare le funzionalità specifiche per il trading di criptovalute, come la liquidità, la gamma di cripto-asset disponibili e le opzioni di trading marginale. Per una guida approfondita sui migliori broker affidabili, si possono consultare online come questo articolo su Teleborsa. È fondamentale scegliere un broker che allinei le proprie caratteristiche con le esigenze e gli obiettivi individuali del trader. La scelta giusta può fare una grande differenza nell'esperienza di trading e nel potenziale successo degli investimenti in Bitcoin. Bitcoin e le nuove frontiere dell'investimento digitale Gli investitori in Bitcoin affrontano quotidianamente nuove sfide ed opportunità uniche. Una delle principali difficoltà riguarda la volatilità del prezzo del Bitcoin, che, sebbene possa offrire grandi opportunità di guadagno, comporta anche rischi significativi. D'altro canto, le opportunità per gli investitori sono molteplici: Bitcoin continua a guadagnare consenso come asset legittimo, con l'introduzione di prodotti finanziari come gli ETF basati su criptovalute e l'uso crescente di Bitcoin come riserva di valore. Inoltre, l'innovazione continua nel campo della blockchain offre possibilità di investimenti in nuove applicazioni e servizi. Bitcoin sta aprendo nuove frontiere nel mondo degli investimenti nel mondo digitale. Il suo successo ha ispirato la creazione di altre criptovalute e tecnologie blockchain, ampliando il campo delle possibilità per gli investitori. Questi sviluppi includono progetti di finanza decentralizzata (DeFi) e token non fungibili (NFT), che stanno ridefinendo le modalità di interazione e investimento nel digitale. L'evoluzione costante di Bitcoin e delle tecnologie correlate rappresenta un'area promettente per gli investitori che cercano di diversificare i loro portafogli e sfruttare le innovazioni nel settore digitale. Foto di MichaelWuensch da Pixabay Read the full article
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Intelligenza artificiale, il via libera all'Eurocamera per le nuove regole Ue
Intelligenza artificiale, il via libera all'Eurocamera per le nuove regole Ue Via libera dall'Eurocamera all'AiAct il testo che racchiude le nuove regole Ue per l'Intelligenza artificiale. L'aula di Strasburgo ha approvato con 499 voti a favore 28 contrari e 93 astenuti la prima regolamentazione al mondo pensata per imprimere alle tecnologie come Chat Gpt il rispetto delle leggi Ue e dei valori fondamentali e per combattere la discriminazione digitale e prevenire la disinformazione e l'utilizzo dei 'deep fakes'. Il voto apre la strada ai triloghi con i Paesi membri e la Commissione Ue, il primo negoziato è stato avviato già ieri sera, 14 giugno 2023. L'europarlamento sostiene il divieto totale di utilizzo di tecnologie di riconoscimento biometrico ad intelligenza artificiale in tempo reale nei luoghi pubblici. E' stato bocciato l'emendamento del Ppe che chiedeva di inserire nell'AiAct, il testo che racchiude le nuove regole Ue per l'Intelligenza artificiale, alcune eccezioni per permettere l'uso di telecamere riconoscimento facciale nelle strade e ai confine dell'Ue per motivi di sicurezza nazionale o nei casi di minori scomparsi. "L'Eurocamera ha trovato un’ impostazione equilibrata e centrata sulle persone per una legalizzazione che stabilirà uno standard globale per molti anni. Possiamo essere fieri del ruolo leader dell'Ue in questo settore". Lo ha detto la presidente dell'Eurocamera, Roberta Metsola, in una conferenza stampa a Strasburgo sul via libera alle nuove regole per l'Intelligenza Artificiale, la prima al mondo. "Abbiamo fatto la storia", ha sottolineato.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Vi proponiamo la traduzione integrale del post di Pavel Durov.
Quasi ogni mese Telegram organizza concorsi per sviluppatori. I vincitori di questi concorsi, i migliori programmatori del mondo, hanno ricevuto da noi milioni di dollari in premi.
Come in altri concorsi internazionali di programmazione, circa la metà dei vincitori dei nostri concorsi sono russi. L’Ucraina è al secondo posto per numero di vincitori del Telegram, la Bielorussia è al terzo posto.
Vedendo questo colossale potenziale creativo, 4 anni fa abbiamo cercato di lanciare una piattaforma per i creatori di giochi in Telegram. Volevamo che gli sviluppatori dell’Europa dell’Est potessero realizzare il loro talento creando servizi per il pubblico internazionale di Telegram.
Sfortunatamente, questo piano non doveva essere attuato. Nel 2016, Apple ci ha vietato di lanciare la piattaforma di gioco, citando le nostre regole. Abbiamo dovuto rimuovere il catalogo dei giochi Telegram che avevamo già creato e quasi tutta l’interfaccia della piattaforma – altrimenti Apple ci ha minacciato di rimuovere Telegram dall’AppStore.
Come Apple sta abusando della sua posizione di mercato
Apple ha vietato il nostro catalogo di giochi per lo stesso motivo per cui ha vietato l’installazione di qualsiasi app sull’iPhone al di fuori del suo AppStore. Il fatto è che Apple, approfittando della posizione di monopolio, richiede a tutti gli sviluppatori di applicazioni dell’AppStore di trasferire il 30% del fatturato dalla vendita di eventuali servizi digitali. I servizi digitali sono, ad esempio, le tariffe per le applicazioni stesse o le funzioni premium in esse contenute. In cambio, Apple non dà agli sviluppatori altro che il permesso di mettere a disposizione degli utenti iPhone le loro applicazioni.
Video Player00:0000:36Gli sviluppatori di applicazioni spendono risorse significative per creare, mantenere e promuovere i loro progetti. Sono in agguerrita competizione tra loro e corrono enormi rischi. Apple non investe nella creazione di applicazioni di terze parti sulla sua piattaforma quasi senza soldi e non rischia nulla, ma ha la garanzia di ottenere il 30% del loro fatturato. La situazione è quasi altrettanto triste per gli sviluppatori degli smartphone Android di Google.
I creatori di applicazioni hanno solo due terzi del denaro guadagnato per pagare stipendi, hosting, marketing, licenze, tasse governative. Spesso questo non è sufficiente a coprire tutti i costi, e ulteriori aumenti di prezzo per gli utenti non sono possibili a causa della minore domanda. Quei progetti che riescono a rimanere redditizi nonostante un canone del 30% portano quasi sempre meno reddito netto ai loro creatori rispetto ai duopoli di Apple e Google.
Come Apple e Google Tax influenzano gli sviluppatori di app
Infatti, oggi tutti gli sviluppatori del mondo che vendono servizi premium e digitali agli utenti di smartphone lavorano più per Apple e Google che per se stessi. Di conseguenza, Apple e Google hanno accumulato decine di miliardi di dollari nei loro conti offshore, mentre centinaia di migliaia di team di sviluppo locale in tutto il mondo sono sul punto di sopravvivere economicamente. I fondi che potrebbero permettere alle startup di continuare a migliorare i loro prodotti e soddisfare i loro utenti sono memorizzati nei bilanci di Apple e Google.
Si tratta di un esempio senza precedenti di centralizzazione e squilibrio, dove interi settori dell’economia digitale sono dissanguati da una collezione esorbitante, possibile solo in assenza di concorrenza.
Mai prima d’ora gli sviluppatori di servizi digitali sono stati così impotenti e dipendenti. Anche nell’era della completa egemonia di Microsoft sul mercato dei sistemi operativi negli anni ’90, gli sviluppatori di applicazioni potevano distribuire liberamente il loro software per Windows senza pagare una percentuale dei loro guadagni Microsoft. Nel periodo di massimo splendore dei servizi web negli anni zero, gli sviluppatori potevano monetizzare liberamente i loro siti, anche senza pagare royalties ai creatori dei browser.
Oggi viviamo in una situazione paradossale da oltre 10 anni, quando due aziende della Silicon Valley hanno il pieno controllo su quali applicazioni possono essere installate sui loro telefoni da miliardi di utenti in tutto il mondo. E mentre Google ha ancora una capacità limitata di eseguire applicazioni al di fuori del loro Play Store, Apple non permette ai suoi utenti di andare un passo oltre il loro ecosistema chiuso creato per un unico scopo: raccogliere il 30%, che in definitiva viene pagato dagli utenti o dagli sviluppatori.
Tuttavia, Apple e Google devono la loro posizione di monopolio sul mercato agli autori di applicazioni di terze parti per le loro piattaforme. I tentativi di Microsoft e di altre aziende di diffondere i propri sistemi operativi per smartphone sono falliti perché per iPhone e Android gli sviluppatori di terze parti hanno già creato molte applicazioni che attraggono i consumatori e li fanno scegliere questi smartphone. Cioè, Apple sfrutta gli sviluppatori di applicazioni due volte – come forza lavoro gratuita per creare un vantaggio competitivo per i loro smartphone – e come fonte di superprofitti prendendo il 30% della vendita dei loro servizi.
Cosa si può fare per rimediare alla situazione
Recentemente, la Commissione Europea ha aperto un’indagine antitrust su questi abusi sul mercato Apple. È un passo positivo. Abbiamo intenzione di partecipare a queste discussioni con le autorità di regolamentazione dell’UE e di altre importanti giurisdizioni per proteggere gli interessi degli utenti di smartphone e degli sviluppatori di applicazioni.
Il servizio antimonopolio russo è ancora interessato ad Apple nel contesto delle esigenze di preinstallazione delle applicazioni russe sui suoi smartphone. Non è sufficiente: In termini di preinstallazione, se fossi una nazione, cercherei di obbligare Apple a preinstallare almeno i propri – alternativi – negozi di applicazioni che permettano agli sviluppatori locali di non inviare il 30% del loro fatturato in California. Sarebbe una misura più efficace per sostenere l’IT locale rispetto alla tassa digitale discussa in diversi paesi dell’UE. Prima di tentare di imporre una tassa digitale del 3% alle imprese, gli Stati dovrebbero prima di tutto smettere di pagare da soli la tassa digitale del 30%. al budget di Apple e Google.
Per quanto riguarda il programma, il massimo sia per i regolatori dell’Europa dell’Est che per gli altri regolatori, dovrebbe essere quello di richiedere legalmente ad Apple di permettere agli utenti di installare le applicazioni non solo attraverso l’AppStore. Gli utenti dovrebbero essere liberi di eseguire le applicazioni sui loro smartphone – così come possono ora installare qualsiasi software sui loro computer.
Per molte start-up, un tale cambiamento avrà un effetto più positivo di qualsiasi esenzione fiscale. Se questo non avviene, la capitalizzazione di Apple, che ha già superato i 1,5 trilioni di dollari, continuerà a crescere, mentre gli sviluppatori di Russia, Ucraina, Bielorussia e altri paesi continueranno a vendere le loro startup a basso margine per piccole somme per i giganti della Silicon Valley. Gli utenti continueranno a pagare il 30% in più per le applicazioni o si accontenteranno di servizi di qualità inferiore. E i governi continueranno a chiedersi perché, nonostante il comodo regime fiscale e l’abbondanza di talenti, non ci sono equivalenti a pieno titolo della Silicon Valley nei loro Paesi.
Impedire a due società sovranazionali di riscuotere le tasse da tutta l’umanità non è un compito facile. Ci sono migliaia di lobbisti, avvocati e agenti di pubbliche relazioni al servizio delle imprese. I loro budget sono illimitati. Allo stesso tempo, gli sviluppatori di applicazioni sono dispersi e spaventati, poiché il destino dei loro progetti dipende interamente dal favore di Apple e Google. Ma crediamo che il tempo della paura sia passato. Ora è necessario iniziare a parlare direttamente e apertamente della perniciosità della situazione attuale – perniciosità per miliardi di utenti, per centinaia di migliaia di sviluppatori, per le economie nazionali, per il progresso globale.
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Intervista l'Espresso
Intelligenza artificiale e sicurezza nazionale. Una intervista con Nicola Grandis (ASC27)
A livello globale l’ascesa dell’Intelligenza Artificiale è inarrestabile e pervaderà molti aspetti della nostra vita. In parte è già così, anche se non ce ne rendiamo ancora del tutto conto. I benefici sono chiari, a cominciare dalle applicazioni nella sanità digitale o nella cyber security, ma un ricorso indiscriminato alla IA mostrato anche dei rischi che vanno affrontati. Si tratta di questioni difficili da dirimere sul piano legislativo, sono molte le difficoltà che si incontrano. Nel 2021 la Commissione europea ha proposto di stilare una cornice regolamentare per cercare di rispondere all’esigenza di mitigare queste problematiche che possono arrivare a rappresentare anche una minaccia per la sicurezza nazionale o la privacy delle singole persone, ma con due precisi obiettivi: promuovere lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e affrontarne i potenziali rischi. Una iniziativa, dunque, che vuole rafforzare la fiducia in questa tecnologia essenziale, affrontando i casi d’uso legati ad “high risks”. Andranno fatti rispettare determinati requisiti, instillando il senso di responsabilità all’interno delle aziende che dovranno adottare una politica di “Gestione dei Rischi” prima di mettere determinati sistemi a regime. La standardizzazione giocherà un ruolo chiave. Ne ho parlato con Nicola Grandis, CEO della start up innovativa ASC27, tra le più promettenti nel panorama italiano e pluripremiata in campo internazionale.
La regolamentazione dell’uso e la mitigazione dei rischi è, dunque, un dibattito centrale e delicato, sul quale sta lavorando un comitato tecnico incaricato dalla Commissione europea, il CEN/CLC JTC21 Ahg8, European Committee for Commitees Standardization, che ha avuto una sessione di lavoro di due giorni in Italia, al Cufa di Roma. Lei che è stato tra i promotori di un momento di confronto con alcuni membri del comitato durante il workshop “AI risks mitigation”, in cui erano presenti anche istituzioni italiane e rappresentanti dell’industria hight tech, come Sony, Digital Platform, Leonardo e Finmeccanica, che impressione ha avuto? L'Europa, prima a muoversi in questa direzione, riuscirà ad arrivare a breve a scrivere le linee guida cui attenersi? Verso che direzione si muoverà?
Sì, sicuramente arriveremo alla scrittura delle linee guida. Poi ovviamente si porranno tutta un'altra serie di questioni di tipo normativo-giuridico sull'applicazione delle stesse, a cominciare dalle sanzioni per chi non vi si attiene. Insomma, un discorso che coinvolgerà la parte tecnica, ma che avrà anche importanti implicazioni politiche. In che direzione andranno queste linee guida? Probabilmente nella direzione che è stata fin qui utilizzata in Europa per regolamentare un po’ tutta la vita dei cittadini, quindi il rispetto della libertà personale e il rispetto delle norme morali che abbiamo in comune noi popoli europei. E una cosa importante, che forse durante il workshop non è stata abbastanza evidenziata, è che queste normative, o almeno per molti casi, non si applicheranno direttamente e, diciamo, in modo trasparente, alla sicurezza nazionale, all'ambito militare, dove invece, ovviamente, ci saranno altri tipi di regolamentazione, altri tipi di normative che devono tener conto anche di altri fattori. Banalmente, se un nostro nemico, nel senso militare del termine, potrà utilizzare le IA per colpire le nostre abitazioni, le nostre case, cittadini europei, ovviamente dovremo avere delle tecnologie quanto meno equivalenti, fosse anche solo come deterrente. Credo che da questo punto di vista potremmo essere tutti d'accordo.
Viceversa, senza una regolamentazione, quali sono i principali rischi cui si potrebbe andare incontro?
Come tutte le tecnologie emergenti, o come quelle che hanno avuto questo stesso status prima di lei, anche l’Intelligenza Artificiale ha bisogno di una regolamentazione, non possiamo muoverci all'interno di una giungla. Servono dei paletti, ne sono fortemente convinto, i rischi cui si potrebbe andare incontro sono svariati. Ci sono dei rischi più immediati e diretti, legati all’uso che aziende, persone, organizzazioni, non guidate da una regolamentazione, potrebbero farne in una direzione, diciamo, non etica o, comunque, contro le persone stesse. Ma ci sono anche dei rischi più indiretti, da tenere in considerazione. Una regolamentazione troppo stringente, per esempio, da parte dell'Europa potrebbe avvantaggiare altre nazioni con una regolamentazione più blanda. Potrebbero esportare delle tecnologie in Europa in violazione del regolamento che noi europei, aziende e cittadini, ci siamo dati e avere, quindi, dei vantaggi in termini di competitività che ci porrebbero fuori mercato, oppure, addirittura, utilizzare questi meccanismi per introdurre delle tecnologie che violino la nostra regolamentazione. Un po’ come il marchio UE, esiste quello fasullo che vediamo nel negozio sotto casa ma che sappiamo tutti essere solo un adesivo. Dobbiamo operare per proteggerci anche da questo tipo di rischio.
Può fare qualche esempio più concreto di usi pericolosi e di quelli, invece, positivi?
È una tecnologia, come la ruota, il fuoco, l'energia nucleare, etcetera, quindi di per sé non ha una connotazione positiva o negativa, può essere una valutazione legata solo all’utilizzo che ne facciamo. La possiamo usare per tantissimi scopi positivi, ad esempio, lo screening di malattie piuttosto che la previsione di fenomeni naturali che possono causare vittime, come purtroppo è capitato in questi giorni sulla Marmolada, o anche semplicemente nell’assistenza alla guida per impedirci di incappare in sinistri stradali. Gli usi positivi sono infiniti, così come, però, lo sono quelli negativi. Ognuna di queste applicazioni presa nel modo sbagliato o portata nel posto sbagliato può produrre un effetto pernicioso che tutti vorremmo evitare.
Una discussione che andrà condotta sul piano internazionale e sulla base di una stretta collaborazione tra pubblico e privato, tra istituzione, aziende, università e centri di ricerca. Asc27 in che modo si sta inserendo nel dibattito?
ASC27 partecipa attivamente con collaborazioni scientifiche intrattenute con Università sia europee che americane, seguendo e partecipando al dibattito su standardizzazione e policying (scrittura delle regole) sia con soggetti pubblici come il CENELEC, sia con altre aziende private come Meta. Inoltre, ASC27 ha collaborazioni strategiche con grandi aziende del panorama europeo, questo ci dà la possibilità di confrontarci su temi importanti, con player di rilevanza assoluta. Nel nostro piccolo cerchiamo sempre di portare questi temi su ogni tavolo cui veniamo chiamati a partecipare.
Concentrandoci solo sugli aspetti positivi, come l’IA migliorerà la nostra vita?
Come tutte le tecnologie, farà parte della nostra vita e se questa tecnologia la migliorerà o la peggiorerà dipenderà unicamente da noi e da come ci comporteremo verso di lei. Sicuramente anche qui ci saranno impatti a breve termine che potranno riguardare, come dicevo prima, le tecnologie mediche o quelle di prevenzione degli infortuni che sicuramente miglioreranno la nostra vita molto velocemente, così come quando abbiamo utilizzato l'Intelligenza Artificiale per cogliere le varianti del Covid molto più rapidamente di quanto sapevamo fare prima. È una tecnologia così pervasiva che avrà un effetto ad ampio spettro. Non ci saranno degli spikes, sarà un miglioramento probabilmente generalizzato che cui stiamo già assistendo, senza troppo notarlo. La nostra vita è già stata migliorata dall’AI anche per il solo fatto che esista ad un livello così democratico e diffuso che interagiamo con lei senza prestarvi troppa attenzione, ci capita quando prendiamo un ascensore di recente installazione, quando sfogliamo il catalogo Netflix e in decine di altri contesti che già consideriamo una consuetudine.
Che tempi prevede per uno sviluppo e una diffusione più massiva dell’intelligenza artificiale in Italia? Siamo pronti o si incontrano maggiori ostacoli che all’estero?
In Italia sicuramente l'Intelligenza Artificiale l'abbiamo sviluppata e la stiamo sviluppando, molti ricercatori, molte università, hanno dato contributi importantissimi su questo tema. Dal punto di vista dell'adozione consapevole forse siamo un po’ indietro rispetto magari ai Paesi anglosassoni, anche se in realtà l'adozione inconsapevole la stiamo già attraversando. Ormai, anche quando azioniamo una lavatrice stiamo utilizzando una porzione di Intelligenza Artificiale, le persone non se ne rendono ancora ben conto, non hanno questa percezione e sicuramente gli esempi sbagliati non ci stanno aiutando. A livello dei media, spesso le notizie che generano più audience sono quelle che polarizzato l'attenzione del pubblico verso un problema, un “nemico”, creando pregiudizi. Viene identificata con lo strumento che non ti darà il prossimo mutuo o con l'unica Tesla che si è schiantata sei mesi fa durante un esperimento e, quindi, è una cosa pericolosissima. Ma a parte questi fenomeni, in realtà, è una tecnologia che stiamo abbracciando e, volenti o nolenti, la dovremo accettare. Ci dovremmo fare i conti all'estero, in Italia e in tutti i Paesi industrializzati. Siamo pronti per l’AI. O per dirla diversamente: “è l’AI che è pronta per noi”.
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Prossimo Passo la Sorveglianza Mobile: Come Si Cammina, il Battito del Tuo cuore – Perché Bitcoin Questioni per Combattere il Governo Privacy Invasione
Può suonare come qualcosa da un distopico cyberpunk film, ma fornitori di servizi di pagamento potrebbe essere presto convalidare le transazioni, il modo in cui gli utenti piedi, il loro battito del cuore, vene, e di più. Mastercard ha recentemente rivelato di essere stati “test del battito cardiaco, vena tecnologia, e il modo in cui la gente cammina per autenticare le persone.” L'alta tecnologia proposta, progettati per combattere gli hacker e aumentare la convenienza, potrebbe essere un serio problema per gli utenti che visualizzano tali misure inutili e invasivi, in cui Bitcoin risolve molte delle sfide della finanza online già. Leggi anche: Wikileaks Raccoglie $37M in BTC a partire Dal 2010, Più di $400K Inviato Dopo l'Arresto di Julian Assange
Mastercard Mappa i Tuoi Piedi
Mega pagamenti fornitore Mastercard recentemente rivelato al financial news outlet Marketwatch che “stiamo lavorando con organizzazioni di trasporto in cui il tuo volto o andatura sarà l'autenticazione.” Mentre il software di riconoscimento facciale è sempre più ampiamente utilizzato in sicurezza, e il campo della biometria in continua evoluzione, la maggior parte la gente comune ancora non hanno considerato che qualcosa di simile a loro andatura, il modo di camminare, potrebbe essere un mezzo di identificazione. Il tech apparentemente essere in grado di utilizzare CCTV, tra gli altri mezzi, per consentire a servizi come l'imbarco di mezzi di trasporto pubblico.
Il presidente della cyber intelligence e soluzioni per Mastercard, Ajay Bhalla, ha detto che la presa di notizie: Il modo in cui si mantiene il vostro telefono, orecchio che si utilizza, e come le dita, toccare i pulsanti sono tutti unici per voi. Abbiamo testato il battito cardiaco, la vena tecnologia, e il modo in cui la gente cammina per autenticare le persone. Per coloro che pensano che essi saranno in grado di superare in astuzia questo tipo di tecnologia, se cade nelle mani sbagliate o di abuso, si consiglia di pensare di nuovo. Come coronavirus paura attanaglia la Cina e i residenti sono tenuti a indossare le maschere per la protezione, Cinese AI startup Sensetime ha già annunciato il lancio di una nuova tecnologia in grado di leggere i 240 punti chiave del viso, che consente l'identificazione di individui anche se ho indossato una maschera.
Fonte: Reuters
Demonizzare e Ignorando Bitcoin
La Mastercard exec anche detto Marketwatch che “Il mondo sta cambiando ad un ritmo veloce. Gli hacker stanno cercando di capire come attaccare persone a ottenere le proprie credenziali.” Questo racconto di pagamenti diventando sempre più elettronico e la necessità di una maggiore sicurezza online non è una novità. Infatti, la Riserva Federale degli Stati Uniti annunciato la scorsa estate sono lo sviluppo di un nuovo, veloce e sicuro sistema di pagamento denominato Fednow. Federal Reserve Board Governatore Lael Brainard dichiarato al momento, “Tutti meritano la stessa capacità di effettuare e ricevere pagamenti, immediatamente e in modo sicuro, e ogni banca che merita la stessa possibilità di offrire il servizio alla sua comunità.” MasterCard: la tua personale stalker “Il modo in cui si mantiene il vostro telefono, orecchio che si utilizza, e come le dita, toccare i pulsanti sono tutti unici per voi.Abbiamo testato il battito cardiaco, la vena tecnologia,e il modo in cui la gente cammina per autenticare le persone”#PrivacyFirst https://t.co/ZrZzF7vIHh — Olga Ukolova (@OlUkolova) 14 febbraio 2020 Il fatto è che abbiamo già ottenuto che. Si chiama bitcoin. Non in grado di essere violato se conservato non custodially, e non soggetta ad centralizzata censura a livello di protocollo, Satoshi creazione è una delle più sicure le reti di pagamento c'è. Inoltre, le transazioni possono essere offuscato , per una maggiore privacy. Il vero problema a portata di mano diventa evidente quando un critico filo comune tra narrazioni dalla Cina, la Fed, e aziende come Mastercard emerge: la promozione culturale e imbiancature di attenuati, altamente invasiva di sorveglianza.
Spesso, quando le soluzioni come bitcoin sono presentati come possibili opzioni per l'autoritario di classe, la risposta è la stessa: gli utenti di bitcoin sono criminali, perché chi altro vorrebbe utilizzare il denaro che non è controllata a livello centrale? Il Segretario al Tesoro degli stati UNITI, Steven Mnuchin ha persino osato fare la pretesa assurda che dollari sono non utilizzato per attività criminali, affermando: Io non credo che sia stato fatto con successo in contanti. Ti spingo indietro su questo. Stiamo andando per assicurarsi che bitcoin non diventare l'equivalente di Swiss-numerati conti in banca. Anti-riciclaggio di denaro racconti sono diventati il fulcro della finanziaria globale, autorità di regolamentazione, e stanno mettendo sempre più utenti di crypto di business e di ricchezza. Tutto questo quando l' ultimo rapporto dello stato, collegato blockchain forensics gruppo Chainalysis mostra che meno dell ' 1% di crypto utilizzo di centri darknet attività di mercato. In contrasto con i governi' brutto track record di riciclaggio di denaro, la droga e la tratta di esseri umani, svalutazione delle valute, e il vero e proprio omicidio euphemized come ‘danni collaterali' in guerra — finanziati principalmente dalla fiat shitcoin noto come USD — bitcoin sembra essere di circa, come una minaccia, come un barboncino toy. È importante ricordare, però, che non hanno denti. Per quanto riguarda crypto minaccia di impianti centralizzati come Fednow, ex deputato del Texas, Ron Paul, ha dichiarato nel mese di agosto: “Questo sarà un male per i consumatori e in tempo reale imprenditori, ma buono per il potere affamato di Riserva Federale burocrati che senza dubbio utilizzare Fednow per aiutare a ‘proteggere' la Federal Reserve fiat valuta il sistema di concorrenza crypto valute.”
Perché Bitcoin Materia di Lotta di Sorveglianza
La biometria fornisce una grande opportunità per la sicurezza e la convenienza, offrendo libero mercato attori soluzioni all'avanguardia per le loro attività e la vita quotidiana. Quando si arriva al sodo, tuttavia, meno invasiva, soluzioni di pagamento come il bitcoin non sono favorito dal legislatore, come l'hanno detto esplicitamente che la decentrato e immutabile natura di crypto minaccia l'stabilità dell'economia globale stesso. Secondo una ricerca opportunità distacco dal U.S. Ufficio del Direttore della National Intelligence: “Molti cryptocurrency gli appassionati di prevedere che sia globale cryptocurrency o nazionale della valuta digitale potrebbe minare il dollaro degli stati UNITI ... Gli stati UNITI dovrebbero preparare per gli scenari che rischiano di compromettere il dollaro STATUNITENSE come valuta di riserva mondiale e determinare in che modo questi scenari potrebbero essere superate, la protezione dello stato nell'economia globale.”
La vera questione su tutte la sorveglianza scendendo il luccio è facile. Cioè, se queste misure saranno volontariamente accettate, o se saranno costretti a persone. Per esempio, qualcuno può ancora essere in grado di aprire un conto in banca o a bordo di un treno se non vogliono che il loro tessuto vascolare analizzato? E ' una scomoda realtà la maggior parte non vuole guardare, ma alla fine, quando si tratta di assicurare la conformità dello stato ha, ma uno strumento, e non è motivato verbale della persuasione. Bitcoin è molto diverso da qualsiasi Fednow servizio digitale di Yuan, o Mastercard sistema di pagamento in quanto l'utente e non da terzi, — i controlli. Questo è ciò che veramente sembra avere la capra di legislatori. Quanto la gente andrà a combattere per questa finanziaria privacy bitcoin offre loro resta da vedere, ma speriamo che il cambiamento è più filosofico che è brutale. Quali sono i tuoi pensieri su di Mastercard proposta di sistemi di verifica? Fateci sapere nella sezione commenti qui sotto. Op-ed disclaimer: Questo è un Op-ed articolo. Le opinioni espresse in questo articolo sono dell'autore. Bitcoin.com non è responsabile o responsabile per qualsiasi contenuto, l'accuratezza o la qualità all'interno di un Op-ed articolo. I lettori dovrebbero fare la loro due diligence prima di prendere qualsiasi azioni relative al contenuto. Bitcoin.com non è responsabile, direttamente o indirettamente, per eventuali danni o perdite causate o presumibilmente causate da o in connessione con l'uso o affidamento su qualsiasi informazione in questo Op-ed articolo. Immagini per gentile concessione di Shutterstock, Reuters, il fair use. Vuoi creare il proprio sicura di stoccaggio a freddo di carta portafoglio? Controlla il nostro strumenti di sezione. È inoltre possibile godere il modo più semplice per comprare Bitcoin online con noi. Scarica il free Bitcoin wallet e la testa per il nostro Acquisto di Bitcoin pagina dove si può comprare BCH e BTC in modo sicuro. Il post Successivo Passaggio di Sorveglianza Mobile: Come Si Cammina, il Battito del Tuo cuore – Perché Bitcoin Questioni per Combattere il Governo Privacy Invasione apparso prima su Bitcoin Notizie. Read the full article
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Blockchain e mercato immobiliare: i vantaggi degli smart contract
Numerose start up stanno investendo nell’applicazione della blockchain al mercato immobiliare, ideando sistemi per tokenizzare le risorse del settore. Operazioni rese possibili dall’utilizzo di smart contrada crittografici, che portano tra l’altro a transazioni più efficienti e all’eliminazione degli intermediari25 Feb 2019 La blockchain può aumentare sicurezza e redditività nel mercato immobiliare, aprendo le porte a un mercato globale che a molti oggi sembra poco trasparente. Diverse start up immobiliari basate su blockchain hanno proposto soluzioni innovative, avendo messo a punto sistemi per tokenizzare risorse immobiliari, assegnando un sottostante reale a token crittografici, così da garantire che i venditori siano realmente proprietari della proprietà e che l’acquirente disponga dei fondi per coprire l’investimento. Tutto ciò, in particolare, è reso possibile tramite i cosiddetti smart contract crittografici, che, grazie alla blockchain, riescono a verificare immediatamente tutti quei dati, riducendo il tempo e il costo totale della transazione. La tokenizzazione potrebbe completamente rivoluzionare il settore, perché fornisce il 100% di liquidità 24 ore su 24, offrendo al pubblico la possibilità di entrare e uscire da un investimento in qualsiasi momento. C’è tuttavia ancora un problema di regolamentazione. Indice degli argomenti
Blockchain e valore del mercato immobiliare
La blockchain impedisce qualsiasi manipolazione dei dati, una volta che le informazioni sono presenti nel registro distribuito. Di conseguenza, tale tecnologia registra i dati in modo permanente, efficiente e trasparente, in modo che tutte le parti coinvolte possano vedere la cronologia delle transazioni. Inoltre, è molto difficilmente attaccabile, proprio per la sua stessa natura decentralizzata e distribuita. Tutte queste caratteristiche hanno incoraggiato lo sviluppo di transazioni peer-to-peer con criptovalute, come ben si sa, ma è anche bene notare che, dall’avvento delle prime criptovalute, gli investitori hanno cercato modi per tokenizzare, altri tipi di asset, tra cui quelli immobiliari. Tuttavia, la regolamentazione della tokenizzazione immobiliare è ancora qualcosa che deve ancora essere pienamente stabilita, ma questo molto probabilmente non influirà sui valori delle proprietà, in quanto il valore sarà sempre legato alla valuta nazionale e non al token stesso. Se un dollaro si apprezza contro una criptovaluta, difatti, la liquidità della criptovaluta consente un aggiustamento immediato che non offre alcun arbitraggio. Naturalmente, se gli immobili vengono coì scambiati più come un titolo o un’obbligazione, i prezzi potrebbero sì aumentare per effetto della maggiore liquidità, ma allo stesso modo potrebbero cadere a causa di maggiori volatilità e rischio. Inoltre, seguendo la teoria che afferma che il sistema bancario si basa sul valore patrimoniale netto mark-to-market degli asset, gli investitori che non volessero solo detenere titoli e obbligazioni potrebbero soffrire di un rendimento inferiore a causa della mancanza di diversificazione.
Le start up pionieristiche: il case study di Propy
Nonostante questi rischi, ci sono state molte start up che hanno tentato di cogliere le opportunità di successo. Queste aziende sono alcuni dei pionieri del settore e le loro esperienze devono essere d’ispirazione per qualunque imprenditore che cerchi di avventurarsi nella tokenizzazione immobiliare. Con una initial coin offering che ha raccolto oltre 15 milioni di dollari USA di investimenti, Propy è sicuramente un’azienda da tenere d’occhio in ambito immobiliare. Fondata nel 2015, la società consente agli investitori di acquistare proprietà attraverso blockchain in numerose località, tra cui le più importanti sono negli Stati Uniti, Dubai, Europa e Hong Kong. L’obiettivo di Propy è quello di automatizzare il processo di acquisto nelle transazioni immobiliari, che è tuttora inutilmente complicato e poco standardizzato, in quanto diverso in ogni giurisdizione. La blockchain è la tecnologia perfetta per un trasferimento di valore come quello dei diritti di proprietà. Nel 2017, Propy ha annunciato il completamento della prima transazione immobiliare su blockchain, avente per oggetto un appartamento a Kiev, in Ucraina, acquistato dall’americano Michael Arrington, fondatore di TechCrunch. Questa prima transazione si è configurata come un acquisto da remoto, reso possibile grazie all’esistenza di una piattaforma di transazione che supporta gli smart contract per eseguire acquisti online. Avendo sviluppato ulteriormente il prodotto e avendolo personalizzato per il mercato ucraino, dopo che il 10 agosto dello stesso anno è stato firmato un memorandum d’intesa con il Ministero della Giustizia dell’Ucraina, il team Propy è stato in grado di assistere l’acquirente e il venditore nel completamento di questa prima transazione sulla piattaforma sopracitata. Il pagamento per la proprietà è stato effettuato in Ether, attraverso uno smart contract, senza dunque ricorrere né a Propy, né a notai, né tantomeno a conti di garanzia. Una volta soddisfatte le condizioni del contratto digitale, ovvero una volta che i diritti di proprietà sono stati trasferiti su blockchain e poi registrati presso il registro agrario dell’Ucraina, il compenso è entrato in possesso del venditore dell’appartamento.
I vantaggi degli smart contract
Gli smart contract si presentano come dei contratti digitali auto-esecutivi, con i termini dell’accordo fissati tra l’acquirente e il venditore. I protocolli degli affari sono presenti in un formato elettronico, il quale soddisfa i termini contrattuali essenziali e trasferisce le informazioni. Gli sviluppatori di smart contract possono progettare il sistema in modo tale che, nel caso in cui i termini e le condizioni non vengano soddisfatti, esso non esegua altre operazioni fino a quando il contratto non viene adempiuto. Il processo è in grado di funzionare perfettamente in un ambiente decentralizzato, senza intervento umano, riducendo il divario tra il mondo fisico e il mondo digitale. Tra i più importanti vantaggi dell’utilizzo della tecnologia blockchain e degli smart contract nel settore immobiliare troviamo: Sistema non basato sulla fiducia. La società di sviluppo dello smart contract garantisce che l’accordo sia sempre rispettato secondo i termini e le condizioni. Questo protocollo consente a entità diverse di lavorare insieme senza doversi necessariamente fidare l’una dell’altra, e dunque senza che le entità coinvolte debbano aver avuto precedenti rapporti commerciali, in tal modo riducendo l’avversione al rischio.Transazioni più efficienti. Generalmente, diverse transazioni relative più parti, come inquilini, proprietari e operatori di gestione finanziaria, fanno parte dello stesso database, comportando per le società immobiliari il problema della separazione delle numerose fatture. Invece, grazie alla tecnologia blockchain, gli smart contract separano automaticamente le transazioni tra le parti, migliorando notevolmente l’efficienza del processo di fatturazione.Database non modificabili. Nell’ecosistema immobiliare, più parti partecipano alla gestione delle proprietà. Grazie agli smart contract, ciascuna delle parti coinvolte ha continuo accesso al contratto, con la possibilità di modificarne i termini, secondo le condizioni accordate, in maniera del tutto trasparente, sotto il controllo di tutte le altre.Eliminazione degli intermediari. Gli intermediari fidati, come broker e notai, non sono più obbligatori, in quanto la transazione può essere automaticamente convalidata e verificata in modo indipendente. Inoltre, il lungo processo di conferma e approvazione del contratto viene ridotto a due semplici passaggi, oltre al fatto che le tasse bancarie e le commissioni di agenzia posso essere facilmente evitate grazie a questo sistema di transazione diretta. In conclusione, la tecnologia blockchain è pronta a irrompere in un mercato che, come quello immobiliare, ha urgente bisogno di aggiornarsi. Tale rivoluzione non avverrebbe solo a livello nazionale, poiché si ha buona ragione di attendersi che gli investimenti immobiliari transfrontalieri aumentino in seguito alla riduzione del rischio percepito dovuta alla decentralizzazione del mercato. Fonte: agendadigitale.eu Read the full article
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Tenetevi forte è in arrivo la moneta digitale cinese e-RMB
(di Maurizio Giannotti) Il The Guardian riporta che la Cina, la prossima settimana, inizierà la sperimentazione dei pagamenti nella sua nuova valuta digitale in quattro grandi città. Negli ultimi mesi, la banca centrale cinese ha intensificato lo sviluppo dell'e-RMB, che è destinata a essere la prima valuta digitale gestita da una grande economia. Secondo quanto riferito dai media nazionali cinesi la sperimentazione è stata già avviata in diverse città, tra cui Shenzhen, Suzhou, Chengdu, nonché una nuova area a sud di Pechino, Xiong’an e aree che ospiteranno alcuni degli eventi per le Olimpiadi invernali di Pechino del 2022. Il quotidiano statale China Daily ha affermato che la valuta digitale è stata formalmente adottata in alcune città con alcuni dipendenti pubblici che riceveranno i loro stipendi in questa nuova formula già a partire da maggio. Sina News ha affermato che la valuta verrà utilizzata per sovvenzionare il trasporto a Suzhou, ma a Xiong il processo si è concentrato principalmente su cibo e vendita al dettaglio. Dallo scorso aprile è già in funzione l'app che funzionerà per per archiviare e utilizzare la valuta digitale. Alcuni rapporti sostengono che aziende come McDonald's e Starbucks hanno accettato di far parte del circuito. Starbucks ha, però, dichiarato al The Guardian che, invece, non intende aderire. Le piattaforme di pagamento digitali sono già molto diffuse in Cina, Alipay, di proprietà di Ant Financial di Alibaba, e WeChat Pay, di proprietà di Tencent, ma ad oggi ancora non sostituiscono la valuta esistente. Xu Yuan, professore associato presso l'istituto di ricerca sullo sviluppo nazionale dell'Università di Pechino, ha dichiarato all'emittente televisiva CCTV che le transazioni in contanti sono off line e non consentono alla banca centrale di monitorare il flusso di cassa in tempo reale. E poi la Cina ha bisogno di una moneta digitale nazionale sovrana. "Una valuta digitale sovrana offre un'alternativa funzionale al sistema di regolamentazione del rapporto con il dollaro e attenua l'impatto di eventuali sanzioni o minacce di esclusione sia a livello di paese che di società", afferma il rapporto China Daily della scorsa settimana. In merito a questa novità assoluta, probabilmente tutti i paesi che operano con la Cina saranno costretti, in un futuro non molto lontano, ad adottare la nuova valuta digitale. E’ bene non dimenticare come si stia muovendo la Cina nello scacchiere internazionale. Tra le operazioni più importanti e redditizie l’invasione in corso in Africa, con l’insediamento di un’importante base militare a Gibuti, la creazione sotto traccia di micro colonie cinesi in quasi tutte le città piccole, medie e grandi del mondo, l’acquisto e il controllo di infrastrutture rilevanti ed indispensabili per l’economia di uno Stato come porti, aeroporti autostrade, reti di telecomunicazione tramite la tecnologia 5G e via dicendo. Facendo mente locale su ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi, sicuramente con la connivenza di tanti soggetti nazionali e comunitari apparentemente sprovveduti, è chiaro che all'orizzonte vi è un disastro globale se gli egemonici progetti cinesi continueranno a trovare terreno fertile nel mondo occidentale. In uno scenario catastrofico il dollaro USA, l’euro e tutte le altre monete sparirebbero e con esse tutti i nostri risparmi, il disastro sarebbe di gran lunga peggiore di quello abbattutosi sulla lira quando il governo Prodi decise l’ingresso italiano nella moneta unica alle condizioni che tutti conosciamo. La valuta digitale sbandierata dalla Cina è una vera e propria dichiarazione di guerra che qualcuno proverà a relegare tra le solite diatribe planetarie di economia e finanza gestibili con ennesimi artifizi e comunque in qualche modo apparentemente controllabili. A chi pensa di liquidare, in questo modo, l’argomento mi preme affermare che non è come sembra, questa è una mossa tesa ad accaparrarsi il dominio globale sull’economia, sulla finanza, sulla produzione, sul commercio , etc.. con il conseguente abbattimento delle sovranità nazionali, il controllo e l’asservimento dei popoli tramite la limitazione estesa delle libertà principali. Con una semplice parola, l’e-RMB la si potrebbe definire come il grimaldello per scardinare la porta della “stanza dei bottoni” per poi assumere il dominio del mondo. Se penso poi alla pandemia che da alcuni mesi sta tempestando il pianeta ho quasi la sensazione che la stessa possa fungere da valido lubrificante per l’operazione di scasso. Per inciso, ho anche il sospetto, non tanto vago, che in Italia non siano pochi quelli favorevoli al piano cinese e non mi riferisco agli annessi e connessi derivanti dalla BRI - Belt and Road Iniziative – ma ad altri indizi. Il Movimento delle Sardine auspica l’abbandono delle monete nazionali e l’avvento di una moneta planetaria. Il Movimento delle Sardine si dice sia nato da un ‘idea di Prodi & C. e c’è chi ha scritto che sia sostenuto finanziariamente dallo stesso gruppo. Il Prof. Romano Prodi gode di grandi “entrature” in Cina ai massimi vertici da decenni e la sua adesione acritica fin da subito alla BRI ne è una delle prove. Come direbbe qualcuno, 3 indizi di questa natura sono una buona prova e … credo ci sia tanto altro da capire bene Se la Cina dovesse adottare l’e-RMB dobbiamo solo sperare che la guerra cui darà origine sia contenuta ed eviti il passaggio.......”dalle parole ai fatti”, ma ho grandi dubbi sulle possibilità, capacità e volontà di contenimento dei nostri governanti. Read the full article
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Fintech24, crescita costante dei pagamenti digitali
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/fintech24-crescita-costante-dei-pagamenti-digitali/
Fintech24, crescita costante dei pagamenti digitali
Fintech24, crescita costante dei pagamenti digitali
Si è tenuto il 5 dicembre presso la sede del Gruppo 24 ORE, l’importante evento dedicato a finanza e tecnologia.
Queste le principali evidenze emerse.
L’incrocio tra tecnologia e finanza ha trasformato i servizi finanziari in un mercato totalmente nuovo e sfidante, per tutti gli operatori coinvolti. Un mercato, quello dei pagamenti, che registra una crescita costante e «fisiologica», sempre più concentrata su smartphone e sulle forme di pagamento innovative. E proprio queste sono le forme di pagamento che potranno trainare il settore e portare gli utenti sempre più vicino ai pagamenti digitali. La lente si concentra poi sulle opportunità del digital lending, ma anche sul tema della regolamentazione, che dovrà essere meglio precisata e adattata a un mercato relativamente nuovo e che si evolve in modo molto rapido. I numeri dei digital payment e il boom dei pagamenti innovativi.
La fotografia del mercato dei pagamenti è quella dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano che registra nel 2018 un aumento del transato del 9% a 240 miliardi di euro. «È un mercato che registra una crescita media del 10% annuo – ha spiegato Ivano Asaro, direttore dell’Osservatorio – da un lato facciamo molta fatica a lasciare il contante, dall’altro possiamo dire che gli spazi di crescita sono ancora molto ampi». In termini di numero di transazioni nel 2018 la crescita è stata del 16% «il che significa che ci stiamo abituando ad usare la carta per importi sempre più bassi».
Rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia è però ancora al 23esimo posto per transazioni procapite (in media sono 65 all’anno). L’innovazione è il motore della crescita: il transato dei new digital payment nel 2018 ha registrato un boom del 56% a 80 mld di euro dopo il +68% dell’anno prima e se da un lato i pagamenti da smartphone (mobile remote payment) sono importanti «perché hanno insegnato ai clienti che si possono fidare del mobile per i pagamenti», dall’altro sono le transazioni in prossimità da mobile quelle che registrano la crescita più forte.
Serve evoluzione normativa e attenzione al cliente «Il fintech è regolamentato , esistono modelli di compliance esattamente come il resto del settore finanziario. Il punto è che non ci sono norme specifiche, quindi servirà un’evoluzione dell’approccio normativo», ha detto Marta Ghiglioni, direttore generale ItaliaFintech, associazione che riunisce le più innovative aziende del fintech nazionali e internazionali operanti in Italia. Di cosa ha bisogno l’ecosistema fintech per crescere? L’aspetto tecnologico resta comunque cruciale e non fine a se stesso, ma volto a migliorare e rendere più efficienti l’esperienza e il servizio alla clientela, soprattutto per quanto riguarda i pagamenti digitali.
“E’ un’opportunità per offrire un servizio ulteriore, integrarlo in un’ottica di convergenza”, ha detto Ilaria Curti, head of digital & smart payment di Tim, ricordando che il gruppo delle Telco ha lanciato Tim Pay, una carta prepagata, sviluppata con Hype e che offre servizi avanzati di pagamento digitale. “L’Italia non è il mercato più evoluto sui pagamenti digitali, ma negli ultimi mesi si è vista un’accelerazione rispetto alla prima evoluzione, i tempi sono maturi per un salto in avanti sui pagamenti digitali”, ha detto Curti. Enrico Susta , co-director di Fabrick, ha messo in evidenza che «tra i primi modelli che emergono dalla collaborazione tra Fintech e banche tradizionali, portando maggior competitività, c’è certamente quello sui pagamenti. Qui si gioca la partita nel trasferimento di valore nel pagamento e il contestuale abbassamento dei costi».
Dal contante al digitale, il cambiamento deve essere culturale
La stretta sul cash a favore dei pagamenti digitali è una delle linee guida per la lotta all’evasione fiscale, ma non solo. L’Italia ha un gap da colmare rispetto al resto del mondo e per questo il cambiamento deve essere più ampio, come hanno messo in evidenza i partecipanti alla giornata di lavori, a partire da Andrea Cardamone, fondatore di Widiba. Tra gli altri, Eric Lassus, ceo e co-fondatore di Treezor ha sottolineato l’importanza del cambiamento «che deve essere innanzi tutto culturale» e ha annunciato l’arrivo della piattaforma francese di Banking-as-a-Service acquisita nel 2019 da Societe Generale in Italia, dove sarà «operativa a partire dal 2020, con giù due progetti in cantiere nel primo trimestre». Nel corso di una delle tavole rotonde, Luca Corti di Mastercard ha sottolineato che «la sfida del futuro si giocherà sui servizi a valore aggiunto», mentre Roberto Catanzaro di Nexi ha messo in evidenza l’importanza dell’integrazione dei sistemi, del lavoro che va fatto in filiera e ha annunciato che «a breve Nexi lancerà un nostro ecosistema per fintech, banche e società tecnologiche, che sono fondamentali nel mondo dell’open banking».
La base è registrare un bisogno e offrire un servizio
Il punto di partenza, spiegano gli esperti, è capire quali sono le esigenze del cliente, registrare la necessità di un servizio e organizzarsi e strutturarsi per poterlo offrire, facendo leva su tecnologia e digitalizzazione. Il tema interessa anche le banche tradizionali, che hanno l’esigenza di mettere in equilibrio la necessità delle imprese di ricevere finanziamento e quello degli istituti di erogarlo in modo efficiente ed efficace. «Per Banco Bpm i temi del digitale e dell’innovazione sono elementi centrali per favorire il business. A tal proposito la banca ha avviato un programma di Digital e Omnichannel Transformation (.DOT) per lo sviluppo di soluzioni digitali innovative», ha detto Luca Franchi, open banking e nuove linee di business di Banco Bpm.
Regtech per sbrogliare la matassa normativa
Alla luce della difficoltà delle imprese a districarsi tra regole complesse, sta conoscendo crescente successo il regtech (regulation e technology), ovvero l’innovazione tecnologica volta ad aiutare le imprese a essere in regola con le diverse normative e a comprendere meglio come le regolamentazioni possono essere usate per rendere più efficienti le attività. «I costi della compliance sono uno dei principali driver della crescita del regtech», ha detto Artem Danko, associate partner di Kpmg Advisory, sottolineando che «per questo ci si attende che le spese globali in regtech previste entro il 2022 saranno di 76 miliardi di dollari, in considerevole aumento rispetto ai 10,6 miliardi del 2017. Inoltre, a livello globale, il settore regtech sta andando incontro ad una fase di consolidamento».
Si è tenuto il 5 dicembre presso la sede del Gruppo 24 ORE, l’importante evento dedicato a finanza e tecnologia. […]
Elena Luviè
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Cosa Posso e Non Posso Fare: Il Futuro dell’Intelligenza Artificiale e il Suo Impatto sull’Umanità
Esploriamo i limiti attuali dell’intelligenza artificiale, le sue potenzialità future e il significato di queste innovazioni per il progresso umano.
Esploriamo i limiti attuali dell’intelligenza artificiale, le sue potenzialità future e il significato di queste innovazioni per il progresso umano. Cosa Posso Fare Oggi Come intelligenza artificiale, attualmente posso offrire supporto in diversi ambiti, tra cui: Elaborazione Linguistica: Posso scrivere articoli, tradurre testi, creare contenuti SEO-friendly e rispondere a domande complesse in…
#accesso universale alla conoscenza#AI e cultura#AI e filosofia#AI e impatto globale#Alessandria today#automazione#creatività IA#Deep learning#diagnosi mediche IA#dilemmi etici#Educazione Digitale#empatia simulata#etica dell’IA#etica e regolamentazione.#evoluzione tecnologica#futuro dell’IA#Google News#IA creativa#IA e umanità#IA nella società#Impatto Sociale#Innovazione#Intelligenza artificiale#intelligenza artificiale e futuro#italianewsmedia.com#limiti dell’IA#machine learning#mondo digitale#opportunità tecnologiche#Pier Carlo Lava
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Intervista a Monsignor Vincenzo Paglia, presidente dell’Accademia Pontificia per la Vita
(di Davide Maniscalco, avvocato e Responsabile AIDR Regione Sicilia) “Se c’è ‘algocrazia’ ci deve essere anche ‘algoretica’”. Monsignor Vincenzo Paglia, presidente dell’Accademia Pontificia per la Vita, non ha dubbi: “La dimensione tecnologia è al servizio dell’umanità, altrimenti raddoppia la discriminazione”. Anche il Vaticano, dunque, si interroga sulle prospettive dell’intelligenza artificiale. Mentre la Commissione Europea ha annunciato per il prossimo 19 febbraio la presentazione del “Libro bianco” sull'intelligenza artificiale, la Chiesa cattolica insiste nel richiamare al senso di responsabilità sulla imprescindibile “questione etica” del progresso tecnologico. Insieme ai colossi del digitale, Microsoft e Ibm, ha accolto la sfida di affiancare tutti gli attori della comunità scientifica, politica e sociale a vario titolo coinvolti, nell’impresa di costruire un nuovo ed equo “umanesimo digitale” sulla base di valori umani. Durante un colloquio con Ofcs.report, Monsignor Paglia ha discusso del ruolo della Chiesa cattolica in un passaggio epocale della nostra realtà contemporanea. “Il progresso diventa sviluppo quando è governato da scelte etiche - ha spiegato - per questo è molto importante chiarire l’accezione semantica di etica, perché se sei preciso nella declinazione del significato, diventi coerente con le espressioni linguistiche ‘dimensione etica’ e ‘approccio antropocentrico’. E così, in piena trasparenza, le tecnologie emergenti, dovranno essere anche convergenti verso una rivoluzione digitale che rappresenti una RenAissance, ovvero un nuovo umanesimo. Stiamo elaborando una Call for Ethics - ha aggiunto - che conduca a una valutazione critica degli effetti di queste tecnologie, dei rischi che comportano, di possibili vie di regolamentazione, anche sul piano educativo”. Il paper in progetto affronterà le sfide nel campo etico, regolatorio e della salute e sarà condiviso con Microsoft ed IBM nel corso dell’evento "RenAIssance: per un'Intelligenza Artificiale umanistica" che si terrà il prossimo 28 febbraio, presso l’Auditorium della Pontificia Accademia per la Vita. E dunque, fino a che punto potrà spingersi la tecnologia e qual è la linea di confine oltre la quale l’evoluzione non è più progresso? Su questo Monsignor Paglia segue un orientamento: “Diciamo che ci troviamo oggi in una situazione senza precedenti. Stiamo vivendo l’ultima fase di quello che possiamo definire come un ‘cambiamento d’epoca’ - sottolinea - Negli ultimi 70 anni abbiamo prodotto una tecnica che ci permette di distruggere tutto con il nucleare. E questa è una tecnica militare. Infatti ce ne siamo resi conto e abbiamo subito prodotto degli accordi per porvi rimedio. La seconda considerazione riguarda l’aspetto economico, in particolare lo sfruttamento dissennato delle risorse energetiche. È stato creato un altro pericolo mondiale che è quello della distruzione del clima e quindi del genere umano. Eravamo già stati avvertiti e non ci siamo riusciti. Poi quattro anni fa tutti i capi di governo si sono incontrati a Parigi per porre un argine. Fino ad ora le tecniche militari e quelle di sfruttamento capitalistico si potevano governare in maniera molto diretta: bastava non produrle più o non attuarle. Dopo Parigi siamo tutti più attenti anche se ancora c’è una coscienza debolissima”. Il presidente dell’Accademia Pontificia per la Vita evidenzia, poi, una “terza ondata”. “Ci troviamo di fronte a nuove tecnologie ‘emergenti e convergenti’ - evidenzia - e abbiamo la possibilità di intervenire in maniera ‘tecale’ sul genere umano. Quindi non vi è solo il rischio di distruzione, ma anche di una auto-disumanizzazione, tanto che qualcuno parla di post-umanesimo o di uomo aumentato. Oppure ancora, della possibilità di creare una sorta di nuova schiavitù in base ad un capitalismo che questa volta non detiene più il petrolio ma i big data. Di fronte a questo noi siamo chiamati ad un ‘sussulto’ morale, politico, io direi semplicemente umano. In questo senso, di fronte a questo progressivo sviluppo della tecnologia, se non si interviene in maniera decisa e adeguata, rischiamo una nuova implosione di cui non sappiamo quali saranno le conseguenze. Certamente, come prima conseguenza, vi è il rischio che le disuguaglianze prodotte dall’economia e dallo sviluppo dell’industria, siano molto più gravi se prodotte dagli algoritmi”. L’alto prelato ha parlato più volte di una cura che può essere peggiore della malattia. Quanto preoccupa sotto il profilo etico lo sviluppo tecnologico in ambito medico e scientifico? “Qui ci sono da fare una serie di considerazioni. Partiamo da quella più rude, più rozza. Partiamo dalla proposta dello scienziato giapponese (Hiroshi Ishiguro ndr) di creazione di un clone dell’essere umano. Qui ci troviamo di fronte ad una prospettiva agghiacciante - avverte il presidente dell’Accademia Pontificia per la Vita - Quando questo scienziato è intervenuto lo scorso anno all’assemblea sulla roboetica, parlava dell’attuale sviluppo umano come l’ultima generazione biologica, organica. Questo però è un futuribile agghiacciante. È vero che lo sviluppo tecnologico può offrire delle possibilità curative enormi e straordinarie e tutto questo è la porta di ingresso più logica, ed io sono anche favorevole. Però voglio fare comunque una premessa. Lo sviluppo tecnologico proviene dall’uomo e l’uomo lo fa, per me che sono credente, perché ha ricevuto una forza, una capacità ed una intelligenza da parte di Dio stesso. Quindi, il progresso tecnologico è frutto delle nostre mani. Ora, qual è il punto cruciale in questo contesto? È la consapevolezza del limite - riprende Monsignor Paglia - Del resto, nella creazione, quando il racconto della Genesi dice ‘potete mangiare di tutto, eccetto che (…)’, affermava proprio il concetto della consapevolezza del limite. Se noi bruciamo la consapevolezza arriviamo alla tentazione prometeica, ovvero di crederci davvero padreterni. Quindi, un conto è conoscere e curare, un altro conto è conoscere e creare. Nel senso che non tutto quello che si può fare, si deve fare. È per questo che dobbiamo porci di fronte al progressivo sviluppo tecnologico in una maniera saggia, intelligente, sapendo che la tecnica è per l’uomo e non viceversa. E qui l’avvertimento che ci hanno dato diversi pensatori a partire dagli anni ’50. Del resto, lo stesso Heidegger quando diceva solo Dio ci può salvare, non lo diceva per il Dio cristiano, ma per il Dio ragione. Solo la ragione ci può salvare. Questo significa, attenzione: la tecnica deve essere al servizio dell’uomo e non viceversa. Quindi, finché la scoperta aiuta a conoscere a guarire e ad essere sempre “umana”, siamo in un percorso direi dignitoso dello sviluppo. È quando viene ad incidere e a manipolare l’umano che dobbiamo essere attenti. Ora qui, secondo me, viene il punto più cruciale. La tecnologia avanza talmente veloce rispetto alla consapevolezza etica ed antropologica che rischiamo di essere “in ritardo”, di non poter più frenare la macchina che già è in una discesa vertiginosa. Il problema è che noi dobbiamo stare nella macchina sin dall’inizio e non arrivare ad un certo punto quando, magari, sarà difficile. In questo senso si spiega il perché dell’interesse della Pontificia Accademia per la Vita a queste tematiche, per inserirle in un orizzonte più complesso, più sapiente”. E poi Monsignor Paglia sottolinea: “Innanzitutto, quando si parla di persona, io aggiungerei un altro elemento per comprenderlo. Perché non esiste soltanto la persona umana, esiste la famiglia umana. Quindi, in un momento in cui la tecnologia è globale, le connessioni ed il commercio sono globali, noi dobbiamo tenere a mente che la dimensione della tecnologia non può non essere anche al servizio dell’intera umanità. Lo sviluppo integrale riguarda sia i singoli individui sia l’intera famiglia umana. E questo è un punto importante nel giudicare tutto il processo, perché altrimenti si raddoppia la gravità della discriminazione che può sfociare in una schiavitù totale a vantaggio di pochi”. Il Vaticano, infatti, vuole porre l’accento proprio sul tema delle possibili discriminazioni correlate allo sviluppo della tecnologia. “Le disuguaglianze prodotte dallo sviluppo economico, sono più gravi di quello che si pensava con una ideologia un po’ più semplificata, quella dell’alta marea: se si alza il benessere, si alza sia al transatlantico sia alla barchetta. In realtà non è avvenuto così. Ci sono alcuni transatlantici che si sono alzati di più, altre barchette che invece sono quasi affondate. In questo senso, questa divaricazione che è uno dei problemi della crisi di questa nostra società contemporanea, può rendere la divergenza una schiavitù totale. Invece, la gestione dei big data rischia di far sollevare sempre di più i transatlantici a discapito delle barchette. Faccio un esempio - prosegue - con il riconoscimento facciale non ci sono più ricchi e poveri, ma ci sono tiranni assoluti e sudditi assoluti. Chi possiede l’oro, i big data, può distruggerti. Quindi, per questo io credo che ci sia bisogno di un doppio rafforzamento etico. Non basta dire, come in passato, che bisogna solo redistribuire la ricchezza. C’è bisogno di una crescita di conoscenza, di diritto, di partecipazione. Quindi, per quello che riguarda la Chiesa cattolica, non possiamo dare oggi delle prospettive in maniera estrinseca. Dobbiamo stare all’interno per poter cogliere, dall’interno, le potenzialità ed anche i pericoli delle nuove tecnologie. Qui il problema non è soltanto dell’utilizzazione finale delle tecnologie, ma si tratta di fare attenzione a quelle che sono le responsabilità di ciascuno in tutto il percorso di ricerca, sperimentazione, costruzione, distribuzione, uso personale ed uso speciale di questi dei dispositivi tecnologici e di riconoscimento”. Quanto è avvertita questa responsabilità e quanto preoccupa il rischio di un sacrificio della libertà di autodeterminazione umana? “Credo - ammette l’arcivescovo - che ‘l’invasione’ degli algoritmi sia per certi versi inarrestabile. Al punto tale che c’è chi parla di algocrazia. Detto questo, è chiaro che se si vuol salvare la dignità umana, la democrazia, la polis in senso più lato, è indispensabile, per usare una terminologia della rivoluzione francese, mantenere saldo il primato di libertà, uguaglianza e fraternità. La dignità dell’uomo e della famiglia umana, devono poter essere arricchite e non soggiogate. Quindi, se c’è l’algocrazia deve esserci anche un’algoretica per intessere insieme le due prospettive. Se dovessi immaginarlo come un tessuto, questo dovrebbe essere costituito allo stesso tempo dai fili degli algoritmi e da fili dell’etica. In questo senso libertà, uguaglianza e fraternità, sono tre dimensioni laiche ed ugualmente evangeliche che possono essere comprese da tutti: da chi crede e da chi non crede. In questo senso, noi come Chiesa cattolica dobbiamo essere le ‘sentinelle’ di coloro che forgiano queste grandi masse di dati tenendo presente che la libertà deve essere garantita e l’uguaglianza deve essere garantita e la fraternità deve essere anche promossa. Quindi, la tecnica deve proporre tutto questo e non negarlo. Questo significa che è indispensabile, di fronte a queste nuove tecnologie, che siano circondate e compenetrate da tutte le realtà decisive della società, politica, economia, etica, religione, classi operaie, da tutte le istituzioni, da tutte le scienze. È indispensabile promuovere una collegiale contaminazione. Le diverse scienze e le diverse realtà sociali devono essere anche loro convergenti. In questo senso parlerei di un indispensabile cammino comune. In effetti, personalmente mi ha fatto impressione perché come accademici ci siamo trovati a promuovere questo processo non per nostra iniziativa, ma per richiesta di una delle più grandi multinazionali”. Monsignor Paglia racconta, dunque, come i colossi dell’informatica abbiano voluto coinvolgere il Vaticano all’interno di un argomento etico scottante per la chiesa come può essere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. “Il presidente di Microsoft venne a dirci - ricorda - ‘noi siamo tutti ingegneri, e quindi siamo condannati a creare nuovi trovati ogni settimana per restare sul mercato. Noi sappiamo di poter fare cose eccellenti, per esempio in medicina, ma anche cose drammatiche. A questo punto avremmo bisogno, non di fare qualche un convegno con voi, ma noi vorremmo chiedervi se voi poteste accompagnarci lungo il processo’. Questa la richiesta, che può essere segnata anche da ambiguità (vogliamo il bollino). Però qui c’è un “algoritmo spirituale” che si chiama fiducia. Perché non dimentichiamo che l’intelligenza artificiale è solo matematica. La fiducia non è matematica. La fiducia mi ha convinto che, avendo noi la totale libertà di accompagnare senza nessun condizionamento, potevamo cogliere la sfida, perché le conseguenze dello sviluppo tecnologico sono così importanti che, abbiamo pensato, la Chiesa cattolica non può restare a latere. In questo senso, l’esempio della questione sociale è calzante. La Chiesa cattolica alla fine dell’Ottocento, con lo sviluppo industriale che ovviamente ha posto termine alla cultura economica contadina, ha sentito la responsabilità di entrare dentro il mondo del lavoro con una nuova dottrina, un nuovo pensiero. Analogamente in questo frangente storico, non possiamo più stare all’esterno a guardare, anche perché se si sta all’esterno non si capisce dall’alto, si può arrivare troppo tardi e poi è cambiato anche il paradigma. Cioè, se non si è coinvolti in maniera diretta io credo che la realtà è molto difficile che venga compresa. Staremo in un altro mondo che può parlare, dettare regole, parlare un linguaggio e stare in una posizione che è totalmente esterna, inascoltata, inefficace e quindi inutile e secondo me peccaminosa. Quali possono essere state le ragioni per cui Microsoft ha richiesto il coinvolgimento dell’Accademia? Un dilemma etico, qualcosa che li ha scossi? “Io credo - commenta il prelato - che la nuova dirigenza di Microsoft (e in realtà ho notato poi anche quella di Ibm) è diversa da quella della loro fondazione. E questa dirigenza si è posta dei problemi morali e questa dimensione umanistica li ha coinvolti in maniera più diretta. Questo è stato il motivo di fondo, perché loro sono ben consapevoli che senza regole è un problema anche per la stessa azienda. E vi riporto un esempio fattomi dal presidente Brad Smith. Rispetto al riconoscimento facciale, che ovviamente può essere sviluppato anche da altri competitors, se non troviamo una regolamentazione giuridica tra tutti noi cadremo tutti nell’abisso. I conflitti con queste strumentazioni sono molto più pericolosi e più facili di quelli con il nucleare. Quindi, il bisogno di una regolamentazione giuridica ed etica si pone in maniera sempre più forte man mano che crescono le potenzialità della tecnica al punto che entrambi i colossi sono concordi a sottoporsi ad alcune regole etiche, giuridiche ed educative. Che è una situazione analoga a quella del clima. Qui per certi versi è anche più forte, perché qui si interviene direttamente sull’uomo, non sull’ambiente. Ed ecco perché lo scatto etico e anche giuridico si impone in misura maggiore e stare soli al comando di una rivoluzione così sconvolgente non è agevole. Si sente il bisogno di essere anche in compagnia o comunque di potere anche controllare l’altro. È chiaro che bisognerà intervenire per una regolamentazione sul piano etico e giuridico sull’uso dell’algoritmo a livello internazionale, altrimenti l’anarchia nella gestione dei big data può diventare pericolosissima, anche per la sopravvivenza anche dell’azienda, alla fine. Io direi mettiamo insieme le due cose: un po’ di umanesimo ed un po’ di rischio prevedibile e la paura del nucleare. La paura della distruzione può aver determinato la questione morale un po' come per il clima”. C’è consapevolezza in concreto a livello globale? “In Microsoft sì - risponde senza esitazioni il presidente dell’Accademia Pontificia per la vita - A livello globale penso ancora di no. Io sono convinto che analogamente alle due altre sfide tra nucleare e clima, se non ci sbatteremo con la testa non si avrà piena consapevolezza. È vero che man mano sta crescendo l’attenzione. Questo deve provocare un sussulto di partecipazione e di regole da dare, sia etiche sia giuridiche ed anche educative. Siccome, però, la tecnologia corre velocissima e corre invece meno veloce la responsabilità, noi dobbiamo accelerare su questo versante per aiutare la consapevolezza dei governi non semplicemente a garantirsi la tecnologia ma con una visione davvero della polis. In questo spendo una parola in più sulla responsabilità dell’Europa perché ha un patrimonio umanistico che non ha né l’estremo oriente né l’estremo occidente. Non a caso, nel nostro evento abbiamo utilizzato l’espressione umanesimo”. L’Europa ha annunciato che l’uso delle tecnologie di riconoscimento facciale da parte del settore pubblico o da quello privato verrà vietata per un periodo di tempo (da tre a cinque anni), durante il quale una metodologia per valutare l’impatto di queste tecnologie e possibili misure per mitigare i rischi possano essere identificate e sviluppate. In particolare è annunciata per il prossimo 19 febbraio la presentazione del Libro bianco sull’Intelligenza artificiale. Ma questo documento è stato in qualche modo già condiviso tra tutti gli attori della Call for Ethics? “La presenza di David Sassoli per il Parlamento Europeo dimostra il chiaro interesse dell’Europa, come del resto l’interesse della Fao e posso dire che ci sono altri governi che tramite le loro ambasciate ci chiedono di poter divulgare questa call a livello internazionale e, certamente lo faremo - rivela Monsignor Paglia - Grazie a Dio c’è un’eco importante, segno che c’è una consapevolezza importante che più si allarga più coinvolge anche il livello politico”. Quanto contano in questo i corpi intermedi? “I corpi intermedi sono la via da intraprendere per evitare che la individualizzazione della società si spinga a cercare il ‘Salvatore’. Grazie a Dio di ‘Salvatore’ ce n’è uno solo e già ci ha salvato. In questo senso quindi l’aiuto, la spinta a dare responsabilità ai corpi intermedi, che ci sono, non è che non ci sono, è solo che si stanno liquefacendo in maniera irresponsabile, è fondamentale. Tutti devono fare la loro parte ed in questo i corpi intermedi possono certamente aiutare nella responsabilizzazione - rileva Monsignor Paglia - Questo è il punto della convergenza e della contaminazione tra tutti, perché questo aiuta la crescita della consapevolezza di tutti e di un intervento positivo non individuale ma plurale”. Intanto, in vista dell’assemblea della Pontificia Accademia per la Vita, dei prossimi 26-28 febbraio, si è appresa la notizia dell’allargamento della composizione del gruppo degli accademici, suddivisi in ordinari, onorari, corrispondenti, giovani. È anche questo un segno del rinnovato approccio della Chiesa cattolica alle sfide etiche che pone il progresso tecnologico? Queste nomine, conclude Monsignor Paglia, sono in linea con le indicazioni del Papa, vale a dire, “un rinnovamento nella duplice logica dell’allargamento e dell’approfondimento. La novità non sta certamente in un cambiamento dell’oggetto: la dottrina cattolica, la sapienza evangelica sull’immenso dono della vita umana, deve continuare ad ispirare in profondità il nostro impegno, ad illuminare tutti gli aspetti dell’umana esperienza e della cultura della vita. Ma la buona notizia del Vangelo sulla vita umana chiede di essere offerta come una fonte di ispirazione e come un tema di dialogo culturale, politico e sociale, anche e soprattutto con chi non la pensa esattamente come noi ma, come noi, ha a cuore la vita e la società umana”. L’appuntamento è dunque rinviato al 26 febbraio, giorno inaugurale dell’Assemblea della Pontificia Accademia per la Vita, dedicata all’intelligenza artificiale, che si terrà presso l’Auditorium della PAV in via della Conciliazione n. 1. Read the full article
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ABI Lab sperimenta la riconciliazione interbancaria domestica sulla piattaforma Corda di R3
ABI Lab sta realizzando la prima sperimentazione sulla Distributed Ledger Technology (DLT) applicata alla spunta interbancaria, per semplificare e standardizzare questo processo di riconciliazione tra banche, usando la piattaforma Corda realizzata da R3. L’obiettivo è verificare le opportunità aperte dall’utilizzo di questa tecnologia innovativa per valutare possibili ulteriori applicazioni ai processi bancari nazionali e internazionali. ABI Lab - il Centro di Ricerca e Innovazione dell’ABI composto da oltre 160 banche e 65 aziende di Information Technology - verificherà in particolare come l'applicazione di tecnologie DLT contribuisca a migliorare alcuni aspetti specifici dell’attuale operatività che possono provocare discrepanze complesse e costose da gestire per le banche. Tra queste, il tempo necessario a identificare transazioni non corrispondenti tra due banche; la mancanza di un processo standardizzato e di un protocollo di comunicazione unico; la limitata visibilità delle transazioni tra le parti. Nel progetto, ABI Lab sarà supportato da NTT Data, system integrator esperto in tematiche di Blockchain e DLT. Grazie a questa tecnologia, infatti, la piattaforma Corda è in grado di fornire un singolo record immutabile per ogni transazione, ottimizzando gli scambi fra banche e semplificando la gestione dei movimenti sospesi. Allo stesso tempo, Corda può facilitare il flusso di lavoro della riconciliazione, snellendo i processi tra le diverse organizzazioni e tra i diversi uffici all'interno della stessa banca, ottimizzando la qualità dei dati e migliorando la trasparenza.
Corda è una piattaforma DLT ispirata alla Blockchain e realizzata grazie alla stretta collaborazione con oltre 100 banche, istituzioni finanziarie, autorità di regolamentazione, associazioni di categoria, società di servizi professionali e società di tecnologia. La piattaforma consente alle banche di ottimizzare le transazioni operando direttamente grazie ai cosiddetti smart contract (contratti intelligenti) e, al contempo, garantisce i più alevati livelli di privacy e sicurezza. “Questo progetto – ha detto Pierfrancesco Gaggi, Presidente di ABI Lab – semplificherà la sistemazione dei movimenti sospesi nei rapporti tra banche in termini di maggiore efficienza, trasparenza e velocità dei processi. Il successo di questa prima applicazione delle tecnologie DLT, inoltre, speriamo faccia da apripista a successivi ulteriori utilizzi, favorendo una maggiore conoscenza nel mondo bancario di questi strumenti innovativi”. David E. Rutter, CEO di R3, ha dichiarato: “I processi manuali e i sistemi usati per la spunta interbancaria sono impegnativi, costosi, laboriosi e soggetti a errore. Lavorando con ABI Lab, stiamo usando Corda per automatizzare il processo di matching, supportando le banche italiane nel gestire meglio i sospesi e in generale nel migliorare efficienza e accuratezza del processo. Questa sperimentazione mostrerà quanto sia semplice per le banche ridurre i costi operativi e di back office, risparmiando tempo ed effettuando scambi in sicurezza grazie all’uso delle DLT”. R3 R3 è una società di software aziendale che lavora con una rete di oltre 160 banche, istituzioni finanziarie, regolatori, associazioni di categoria, società di servizi professionali e aziende tecnologiche per sviluppare applicazioni su Corda, la sua piattaforma di database distribuito progettata specificamente per le imprese. Il team globale di R3, composto da oltre 140 professionisti in nove paesi, è supportato da oltre 2.000 esperti in tecnologia, finanza e aspetti legali provenienti dalla sua rete globale di membri. R3 è sostenuto da un investimento di 107 milioni di dollari da parte di oltre 40 aziende. Corda è il risultato di oltre due anni di intensa attività di ricerca e sviluppo da parte di R3 e dei suoi membri e soddisfa i più elevati standard del settore bancario, ma è applicabile a qualsiasi scenario commerciale. Registra, gestisce ed esegue accordi di diverso tipo tra organizzazioni aziendali con una perfetta sincronia tra le controparti, generando un efficientamento nel mondo del commercio. ABI Lab ABI Lab è il Centro di Ricerca e Innovazione per la Banca promosso dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana) allo scopo di creare un contesto di incontro e confronto tra le banche e i partner ICT ed energy. ABI Lab approfondisce, sviluppa e diffonde innovazione nel settore bancario e finanziario attraverso le proprie attività di ricerca e la condivisione di conoscenza sugli aspetti organizzativi e tecnologici, sulla sicurezza, sull'energia in banca e sulle modalità di erogazione dei servizi bancari. L’Osservatorio Blockchain & DLT vuole rappresentare un ambito di riferimento per valutare il paradigma tecnologico rispetto all’implementazione negli ambiti operativi delle banche. L’attività ha tra gli obiettivi, oltre all’accrescimento della conoscenza su principi e caratteristiche della tecnologia, quello di individuare ambiti specifici di applicazione su cui concentrare gli sforzi per realizzare un’iniziativa pilota cooperativa che sappia cogliere i benefici potenzialmente conseguibili dall’applicazione di un registro digitale distribuito tra le banche. Read the full article
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ABI Lab sperimenta la riconciliazione interbancaria domestica sulla piattaforma Corda di R3
ABI Lab sta realizzando la prima sperimentazione sulla Distributed Ledger Technology (DLT) applicata alla spunta interbancaria, per semplificare e standardizzare questo processo di riconciliazione tra banche, usando la piattaforma Corda realizzata da R3. L’obiettivo è verificare le opportunità aperte dall’utilizzo di questa tecnologia innovativa per valutare possibili ulteriori applicazioni ai processi bancari nazionali e internazionali. ABI Lab - il Centro di Ricerca e Innovazione dell’ABI composto da oltre 160 banche e 65 aziende di Information Technology - verificherà in particolare come l'applicazione di tecnologie DLT contribuisca a migliorare alcuni aspetti specifici dell’attuale operatività che possono provocare discrepanze complesse e costose da gestire per le banche. Tra queste, il tempo necessario a identificare transazioni non corrispondenti tra due banche; la mancanza di un processo standardizzato e di un protocollo di comunicazione unico; la limitata visibilità delle transazioni tra le parti. Nel progetto, ABI Lab sarà supportato da NTT Data, system integrator esperto in tematiche di Blockchain e DLT. Grazie a questa tecnologia, infatti, la piattaforma Corda è in grado di fornire un singolo record immutabile per ogni transazione, ottimizzando gli scambi fra banche e semplificando la gestione dei movimenti sospesi. Allo stesso tempo, Corda può facilitare il flusso di lavoro della riconciliazione, snellendo i processi tra le diverse organizzazioni e tra i diversi uffici all'interno della stessa banca, ottimizzando la qualità dei dati e migliorando la trasparenza.
Corda è una piattaforma DLT ispirata alla Blockchain e realizzata grazie alla stretta collaborazione con oltre 100 banche, istituzioni finanziarie, autorità di regolamentazione, associazioni di categoria, società di servizi professionali e società di tecnologia. La piattaforma consente alle banche di ottimizzare le transazioni operando direttamente grazie ai cosiddetti smart contract (contratti intelligenti) e, al contempo, garantisce i più alevati livelli di privacy e sicurezza. “Questo progetto – ha detto Pierfrancesco Gaggi, Presidente di ABI Lab – semplificherà la sistemazione dei movimenti sospesi nei rapporti tra banche in termini di maggiore efficienza, trasparenza e velocità dei processi. Il successo di questa prima applicazione delle tecnologie DLT, inoltre, speriamo faccia da apripista a successivi ulteriori utilizzi, favorendo una maggiore conoscenza nel mondo bancario di questi strumenti innovativi”. David E. Rutter, CEO di R3, ha dichiarato: “I processi manuali e i sistemi usati per la spunta interbancaria sono impegnativi, costosi, laboriosi e soggetti a errore. Lavorando con ABI Lab, stiamo usando Corda per automatizzare il processo di matching, supportando le banche italiane nel gestire meglio i sospesi e in generale nel migliorare efficienza e accuratezza del processo. Questa sperimentazione mostrerà quanto sia semplice per le banche ridurre i costi operativi e di back office, risparmiando tempo ed effettuando scambi in sicurezza grazie all’uso delle DLT”. R3 R3 è una società di software aziendale che lavora con una rete di oltre 160 banche, istituzioni finanziarie, regolatori, associazioni di categoria, società di servizi professionali e aziende tecnologiche per sviluppare applicazioni su Corda, la sua piattaforma di database distribuito progettata specificamente per le imprese. Il team globale di R3, composto da oltre 140 professionisti in nove paesi, è supportato da oltre 2.000 esperti in tecnologia, finanza e aspetti legali provenienti dalla sua rete globale di membri. R3 è sostenuto da un investimento di 107 milioni di dollari da parte di oltre 40 aziende. Corda è il risultato di oltre due anni di intensa attività di ricerca e sviluppo da parte di R3 e dei suoi membri e soddisfa i più elevati standard del settore bancario, ma è applicabile a qualsiasi scenario commerciale. Registra, gestisce ed esegue accordi di diverso tipo tra organizzazioni aziendali con una perfetta sincronia tra le controparti, generando un efficientamento nel mondo del commercio. ABI Lab ABI Lab è il Centro di Ricerca e Innovazione per la Banca promosso dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana) allo scopo di creare un contesto di incontro e confronto tra le banche e i partner ICT ed energy. ABI Lab approfondisce, sviluppa e diffonde innovazione nel settore bancario e finanziario attraverso le proprie attività di ricerca e la condivisione di conoscenza sugli aspetti organizzativi e tecnologici, sulla sicurezza, sull'energia in banca e sulle modalità di erogazione dei servizi bancari. L’Osservatorio Blockchain & DLT vuole rappresentare un ambito di riferimento per valutare il paradigma tecnologico rispetto all’implementazione negli ambiti operativi delle banche. L’attività ha tra gli obiettivi, oltre all’accrescimento della conoscenza su principi e caratteristiche della tecnologia, quello di individuare ambiti specifici di applicazione su cui concentrare gli sforzi per realizzare un’iniziativa pilota cooperativa che sappia cogliere i benefici potenzialmente conseguibili dall’applicazione di un registro digitale distribuito tra le banche. Read the full article
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