#recettore
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Il cancro della prostata non dipende dagli androgeni? Le nuove informazioni che sfidano le teorie precedenti
Molti tumori mostrano dipendenza da fattori di trascrizione specifici del tessuto e del lignaggio che sono critici anche per il tessuto normale. Il recettore degli androgeni (AR-alfa) è il determinante centrale dell’identità, del lignaggio e della differenziazione del tessuto prostatico, controllando l’espressione genica specifica della prostata normale e soppressiva della crescita. Tuttavia, è…
#antiandrogeno#carcinoma prostatico#cellule tumorali#cromatina#espressione genica#fattore di trascrizione#istone deacetilasi#oncosoppressore#proliferazione cellulare#recettore#testosterone
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SCOPERTO L’ELEMENTO PER RICREARE LE CELLULE STAMINALI
I ricercatori della Iowa State University hanno scoperto l’elemento chiave per la produzione delle cellule staminali del sangue.
Il recettore Nod1 individuato dagli scienziati statunitensi è l’agente che durante lo sviluppo embrionale induce le cellule della parete dei vasi sanguigni a trasformarsi in staminali. Queste cellule agiscono producendo e rinnovando tessuti e organi, il sangue e ogni altra cellula presente nel corpo umano. Le cellule staminali embrionali pluripotenti formano qualsiasi cellula e possono essere usate per curare i tumori. La scoperta rivela potenziali alternative terapeutiche ai trattamenti convenzionali e nuove speranze per la cura di cancri finora incurabili. L’obiettivo dei ricercatori è di permettere ai pazienti di poter essere trattati con le loro cellule staminali autoderivate.
Scoprire il ruolo di Nod1 è un progresso accolto con grande entusiasmo da parte degli scienziati che stanno lavorando ad un sistema per la produzione di cellule staminali del sangue da campioni umani. Invece di infusioni salvavita di staminali del sangue, attraverso il trapianto di midollo osseo che contiene la maggior parte delle cellule staminali del sangue di un corpo, i pazienti potrebbero essere trattati con cellule staminali originate da loro stessi. “Questo eliminerebbe il difficile compito di trovare donatori di midollo compatibili per il trapianto e le complicazioni che si verificano dopo averlo ricevuto, migliorando la vita di molti pazienti affetti da leucemia, linfoma e anemia”, ha dichiarato la dottoressa Raquel Espin Palazon coordinatrice della ricerca.
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Fonte: Iowa State University; foto di Luu Thanh Truc
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La sera è il momento peggiore, probabilmente per qualche recettore che smette di funzionare, si addormenta prima e i pensieri intrusivi, martellanti e malati hanno il campo libero. Ho disinstallato di nuovo le app di incontri, tanto sono solo una riconferma del fatto che non sono appetibile per gli uomini. E con questa certezza, anche se dovessi trovare un povero cristo, come potrò non pensare che si stia accontentando? Quindi che faccio qui? Con che coraggio vivo, mi mostro, cerco di trovare un posto se so che faccio schifo alle persone?
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Ho finito il libro "Il mito della malattia mentale" di Szasz.
Lo ho trovato a tratti terribilmente obsoleto e a tratti ricco di spunti di riflessione interessanti (anche riguardo alle dipendenze, ad esempio anche se nel libro sono citate solo di sfuggita).
Da un lato fa riflettere sul ruolo di malato e avvicina la psichiatria ad uno sguardo sociologico, dall'altro mal si concilia con la visione odierna post avvento degli psicofarmaci (è un libro del 66, stavano uscendo giusto i primi antipsicotici mi pare) che propugna una visione "bio psico sociale", ma dopo è molto "recettore centrica" per così dire..
Vorrei chiedere a chi lo conoscesse se vi va di discutere dell'argomento, darmi un parere, riflessioni ecc..
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I Bajau, la tribù che è mutata e ora può nuotare a 60 metri di profondità.
I Bajau, conosciuti come “I Nomadi del Mare”, sono una tribù della penisola centrale di Sulawesi, in Indonesia, che ha sviluppato un'adattamento genetico che consente loro di immergersi per oltre 10 minuti senza bisogno di prendere aria. Riescono a trascorrere la maggior parte del loro tempo sott'acqua, fino al 60% della giornata, scendendo a più di 60 metri di profondità trattenendo il respiro per oltre 10 minuti prima di riemergere.
Naturalmente, questa capacità straordinaria ha portato gli scienziati a indagare per svelare il loro segreto, che è risultato essere un'adattamento genetico darwiniano derivato dalla selezione naturale, che ha agito su varianti genetiche nel gene PDE10A, situato sul cromosoma 6, e codifica per una proteina del gruppo delle fosfodiesterasi, essenziale in determinati processi metabolici.
Secondo i ricercatori, queste mutazioni sono probabilmente responsabili della splenomegalia.
Inoltre, si osserva una selezione specifica nei Bajau nel gene BDKRB2. Questo gene, situato sul cromosoma 14, codifica per un recettore della bradichinina, un peptide associato con la vasodilatazione, e sembra essere correlato al riflesso di immersione. Queste scoperte supportano l'idea che la tolleranza all'ipossia nei Bajau abbia una base genetica.
L'adattamento allo stile di vita dell'apnea ha modellato l'espressione di questi geni, fornendo agli scienziati un'opportunità unica per studiare l'adattamento umano alla tolleranza all'ipossia. L'influenza delle mutazioni associate ai geni PDE10A e BDKRB2 offre una risposta precisa su come la genetica dei Bajau contribuisca alle loro notevoli abilità subacquee, e fornisce una prospettiva preziosa per comprendere come agisca l'evoluzione umana in ambienti estremi.
Ora la questione da risolvere è determinare se questi cambiamenti fisiologici siano il risultato di un'evoluzione genetica avvenuta in generazioni, o il risultato di un'acclimatazione che si sviluppa nella vita, come parte di un processo di allenamento. La dualità tra eredità genetica e acclimatazione pone una nuova sfida nella comprensione dell'interazione tra genetica e ambiente nella formazione di queste abilità subacquee eccezionali nella comunità Bajau.
Fonte: Giuseppe Brucato
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GialappaShow St. 3 - Sensualità a corte 11: Jean Claude e il recettore ...
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Il sonno umano si svolge in una sequenza precisa di fasi non-REM e REM (Rapid Eye Movement), ognuna di esse svolge funzioni fisiologiche distinte. Il sonno REM svolge un ruolo fondamentale nel consolidamento della memoria e nella regolazione delle emozioni. Invece, il sonno non-REM supporta i processi di recupero e riparazione fisica. Le interruzioni di questo ciclo possono compromettere le funzioni cognitive e aumentare la vulnerabilità alle malattie neuropsichiatriche. Uno studio congiunto delle Università McGill, Padova e Toronto, pubblicato sul “Journal of Neuroscience”, apre nuove possibilità di cura nel trattamento dei disturbi del sonno. Ma anche delle condizioni neuropsichiatriche associate, costituendo un notevole passo in avanti nella comprensione dei meccanismi del sonno. Utilizzando un nuovo farmaco che agisce selettivamente sui recettori MT1, i ricercatori sono riusciti ad aumentare la durata del sonno REM negli animali da esperimento. E hanno, contemporaneamente, ridotto l’attività dei neuroni noradrenergici del Locus Coeruleus. Lo studio sulla melatonina e sui suoi recettori MT1 e MT2 Lo studio è il risultato della ricerca sulla melatonina e sui suoi due recettori, MT1 e MT2, sviluppata negli ultimi 15 anni dal team scientifico. Gli autori della pubblicazione hanno individuato nel recettore MT1 il regolatore cruciale del sonno REM (Rapid Eye Movement). I risultati dello studio hanno portato alla scoperta della prima molecola capace di agire selettivamente sul sonno REM senza alterare il sonno non-REM. Il sonno REM è importante per sognare, consolidare la memoria e regolare le emozioni. MT1 è espresso in neuroni specifici chiamati neuroni della noradrenalina che sono situati in un’area del cervello chiamata Locus Coeruleus (punto blu). Ciò a causa della sua colorazione tendente all’azzurro, dovuta ai granuli di melanina al suo interno. Durante questo tipo di sonno, questi neuroni noradrenergici riducono la propria attività elettrica e diventano silenziosi. Progressi nella comprensione dei meccanismi del sonno Circa lo 0,5–1% della popolazione è affetta dal disturbo del comportamento del sonno REM. Questo è un serio fattore di rischio per lo sviluppo di malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e altre patologie quali la Demenza con Corpi di Lewy che attualmente non dispongono di trattamenti efficaci. «Questa scoperta non solo fa progredire la nostra comprensione sui meccanismi del sonno, ma ha anche un significativo potenziale clinico». Così Gabriella Gobbi, principal investigator, professoressa di psichiatria alla McGill University, clinico al McGill University Health Center, Canada Research Chair in Therapeutics for Mental Health. «Finora, il recettore specifico che innesca il sonno REM era sfuggito agli scienziati. Il nuovo studio ha identificato come importante regolatore di questa fase del sonno proprio il recettore MT1 della melatonina situato nel Locus Coeruleus». Regolazione del sonno REM e coinvolgimento del recettore MT1 Secondo il team di ricerca, ulteriori ricerche sulla neurobiologia e la farmacologia del sonno Rapid Eye Movement sono fondamentali per sviluppare trattamenti mirati. Questi potrebbero migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da malattie neurodegenerative debilitanti. «Fino ad oggi non si conoscevano farmaci specificamente mirati a modificare il sonno REM». Lo afferma Stefano Comai, coautore senior della ricerca e professore di farmacologia all’Università di Padova e professore aggiunto alla McGill University. «La maggior parte dei farmaci ipnotici in commercio, pur prolungando la durata totale del sonno, tendono a influenzare negativamente il sonno REM. Lo studio ha svelato la specificità del recettore MT1 della melatonina. Così abbiamo scoperto la prima molecola capace di agire selettivamente sul sonno REM senza alterare il sonno non-REM». Se studi futuri confermeranno il coinvolgimento specifico del recettore MT1 della melatonina nella regolazione del sonno REM si potranno sviluppare nuovi farmaci. Fonte: Università di Padova Navigazione articoli Fonte
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Stile di vita ed alimentazione alla base dei Dsm
Rivoluzione nella psichiatria: i segreti del corpo per comprendere la mente. Diverse ricerche si concentrano sulle cause delle patologie al di là dei sintomi mentali. Una rivoluzione di approccio per la psichiatria Una rivoluzione è in corso in psichiatria, un cambio di paradigma che porterà per la prima volta questa disciplina ad attaccare non i sintomi delle diverse patologie mentali, ma le cause sottostanti. È quanto emerge da una serie di ricerche svolte da diversi studiosi europei e americani. Facciamo dunque un passo indietro e partiamo dal fatto che la psichiatria moderna ha sempre seguito un approccio diverso dal resto della medicina. Se infatti quest’ultima si è occupata di identificare le cause delle diverse malattie, e di intervenire su di esse, la cura della mente si è limitata appunto a classificare i sintomi delle patologie mentali, trattando appunto questi ultimi. I limiti della spiegazione genetica Secondo Belinda Lennox, direttrice del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Oxford, «durante tutto il secolo scorso il trattamento della malattia mentale è stato tenuto separato dal resto della medicina, e non disponiamo nemmeno di test diagnostici o biomarker predittivi».
Approcci. Alla Stanford University opera da tempo una clinica di psichiatria metabolica, i cui pazienti vengono trattati, oltre che con i farmaci, con la cura dell’alimentazione e dello stile di vita Tutto ciò è esemplificato nel celeberrimo Dsm (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Illnesses), la “Bibbia” della psichiatria, un tomo che cerca appunto di raggruppare i diversi sintomi in condizioni discrete, dalla depressione maggiore alla schizofrenia. Già nel 2013 lo Us National Institute of Mental Health ha tentato di allontanarsi dall’approccio classico, investendo nella ricerca di geni connessi alle patologie mentali, ma senza successo, i geni così identificati hanno infatti manifestato un’influenza limitata sui disturbi in questione. Secondo Allen Frances, psichiatra della Duke University, si è trattato di una ricerca intellettualmente stimolante ma di un fallimento dal punto di vista clinico. I geni non costituiscono una spiegazione adeguata, per Ludger Tebartz van Elst, studioso dell’Ospedale Universitario di Friburgo, secondo il quale – ad esempio – condizioni molto diverse tra loro, come autismo, schizofrenia e Adhd, sembrano connesse alla medesima anomalia genetica, causata dalla perdita di un piccolo pezzetto del cromosoma 22. Un primo spiraglio di luce nei confronti della vera natura delle patologie psichiatriche si comincia a intravedere già a partire dal 2007, quando uno studio eseguito all’Università della Pennsylvania su un centinaio di pazienti affetti da problemi psichiatrici ha evidenziato come essi fossero in realtà affetti da un disturbo autoimmune (l’encefalite da recettore anti-Nmda), in sostanza un’infiammazione cerebrale da anticorpi che può appunto provocare psicosi. E in tempi più recenti Lennox ha messo in luce l’esistenza di un’inedita relazione tra malattie psichiatriche e sistema immunitario. Analizzando campioni di sangue di migliaia di pazienti affetti da psicosi, la scienziata ha evidenziato come nel 6% dei casi ci fosse un numero elevato di anticorpi legati ai recettori Nmda (“vie di comunicazione” presenti nei neuroni). Secondo Lennox non è chiaro come questi anticorpi agiscano, o come possano provocare fenomeni diversi come attacchi epilettici, psicosi ed encefaliti. Non è chiaro nemmeno come possano attraversare la barriera emato-encefalica, la membrana che controlla l’accesso al cervello. Tali anticorpi si concentrerebbero nell’ippocampo, area cerebrale deputata all’elaborazione delle informazioni provenienti dalla memoria a breve termine, il che spiegherebbe la produzione di allucinazioni e credenze illusorie. Lennox (Oxford Univ.): «Agire sul sistema immunitario» Secondo la studiosa è necessario un cambio di paradigma: «Le mie ricerche hanno mostrato che persone affette da malattia mentale possono migliorare in seguito a interventi sul sistema immunitario». La studiosa propone tra le possibili strategie l’utilizzo di farmaci immunoterapici o steroidei. Un’altra linea d’indagine è quella relativa a malattie psichiatriche e metabolismo. Il cervello è un organo affamato di energia, e nel corso del tempo è emersa una relazione tra alterazione di questo o quel processo metabolico e lo sviluppo di condizioni come schizofrenia, disturbo bipolare e depressione maggiore. Al punto che alla Stanford University opera da tempo una clinica di psichiatria metabolica, i cui pazienti vengono trattati, oltre che con i farmaci, con la cura dell’alimentazione e dello stile di vita. Le promesse della dieta chetogenica Una via che promette bene è quella della dieta chetogenica, che restringe l’apporto di carboidrati, costringendo l’organismo a bruciare al loro posto grassi e a produrre molecole note come chetoni, che fungono da carburante per il cervello quando il glucosio è assente. Stando a Kirk Nylen, neuroscienziato esponente del Baszucki Group – ong che finanzia tra l’altro ricerche neuroscientifiche –, sono in corso ben 13 trial in varie parti del mondo relativi agli effetti delle terapie metaboliche su patologie mentali gravi, terapie che sembrano funzionare anche su pazienti resistenti a farmaci, stimolazione magnetica transcraniale e addirittura terapie elettroconvulsive. E, nel 2023 un database medico, Uk Biobank, ha pubblicato dati che mostrano come le persone sofferenti di depressione presentano un tasso elevato di proteine infiammatorie, come le citochine. E se la Lennox propone di rendere routinari in ambito psichiatrico almeno in certi casi i test relativi agli anticorpi, Thomas Pollack, neuropsichiatra del King’s College di Londra, propone di utilizzare la Mri sui pazienti già dopo il primo episodio psicotico. Read the full article
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L'allattamento al seno dovrebbe avere un impatto sulle ossa. Un ormone cerebrale potrebbe proteggerle L’allattamento al seno e l’impatto sulle ossa: il ruolo di un ormone cerebrale Un nuovo studio ha rivelato un’inattesa connessione tra l’ipotalamo e la densità ossea, aprendo a possibili scoperte rivoluzionarie nel campo della salute ossea. Sundeep Khosla, esperto in ossa, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta. Lo studio e i risultati ottenuti La ricerca si è concentrata sul blocco di un recettore degli estrogeni nell’ipotalamo in topi femmina, che ha portato a un aumento della densità ossea. Gli scienziati hanno osservato un incremento delle cellule staminali ossee nei topi mutanti rispetto ai topi normali, rivelando dettagli fondamentali sulla regolazione
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Il ruolo degli ormoni sessuali nel controllo e nella responsività biologica dei diversi tipi di tumore mammario
Gli ormoni sessuali sono una parte importante sia della patogenesi che nella progressione del carcinoma mammario. Ognuni di essi ha le sue azioni molecolari sulle cellule tumorali, mediate dalla loro interazione con i recettori nucleari che ahnno funzione di fattori di trascrizione. Regolarmente il carcinoma mammario è molto responsivo agli estrogeni, eccetto la forma triplo-negativa che non…
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#androgeni#aromatasi#biomarkers#carcinoma mammario#cellular signaling#enzalutamide#espressione genica#estradiolo#estrogeni#letrozolo#medicina personalizzata#oncogenesi#precision medicine#progesterone#recettore#replicazione cellulare#triple-negative#tumore al seno
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Maretta tra Banco Bpm e una parte dei sindacati
Maretta tra Banco Bpm e una parte dei sindacati sul numero di assunzioni compensative delle uscite incentivate previste dal piano industriale approvato a dicembre. First, Fisac e Uilca non gradiscono il rapporto di un ingresso ogni due uscite e, lo scorso 27 giugno, si legge in unacomunicazione della banca ai dipendenti, hanno abbandonato il tavolo sindacale «proprio nel momento» in cui veniva affrontato il tema del fondo di solidarietà per le uscite incentivate. La nota di Banco Bpm «Banco Bpm andrà avanti con quanto dichiarato nel piano industriale, con o senza accordi sindacali. Ciò garantirà comunque l’obiettivo dichiarato dall’azienda di 800 uscite nette. Si segnala peraltro che, per la prima volta nella storia di questo tipo di trattative, non verrebbe utilizzato il fondodi solidarietà di settore (per il quale è necessario l'accordo dei sindacati, ndr) e ciò non consentirebbe di raggiungere un’ulteriore tranche di assunzioni», si legge nella comunicazione. L’abbandono del tavolo Dopo l'abbandono del tavolo la banca ha continuato a dialogare con Fabi e Unisin «rimaste responsabilmente a trattare, per correttezza nei loro confronti e di tutti i lavoratori del gruppo». La banca rivendica un approccio«propositivo e finalizzato a far fronte alle numerose richieste volontarie di colleghe e colleghi (oltre 500) che hanno richiesto l'accesso al piano di pensionamento incentivato» nonché «di poter assecondare le eventuali richieste di oltre 2000 persone, a quanto ci risulta già per la maggior parteinteressate, che potrebbero aver accesso a un fondo di solidarietà». Il conflitto con i sindacati Il rapporto di 1 a 2 tra ingressi e uscite «consente di assumere un numero consistente di giovani (circa 800), garantendo un importante ricambio generazionale e manageriale». La scelta di abbandonare il tavolo da parte di Fisc, Uilca e First viene ritenuta «dannosa e inusuale» anche perché a lugliobanca e sindacati avrebbero dovuto affrontare altre tematiche «molto rilevanti» come «premio aziendale e inquadramenti per nuove figure professionali». I sindacati vanno divisi La trattativa con Banco Bpm sulle uscite incentivate «proseguirà con due tavoli: uno composto dalla maggioranza (First Cisl, Uilca Uil e Fisac Cgil) e uno di minoranza (Fabi e Unisin) su tutti i temi perché noi non abbiamo rotto le trattative con l’azienda e siamo sempre pronti a continuare a trattare per raggiungere accordi che siano di convenienza anche per i lavoratori. «Noi di First Cisl, Uilca Uil e Fisac Cgil - riferisce una nota - siamo determinati a lottare per un futuro migliore. Un futuro in cui i carichi di lavoro siano sostenibili, in cui non siamo oppressi da ingiuste pressioni commerciali e in cui il servizio ai clienti sia all’altezza delle aspettative, accompagnando i colleghi verso uscite tutelate rispetto ai cambi normativi che potrebbero verificarsi. Siamo dalla parte giusta. Siamo dalla vostra parte. Uniti, possiamo fare la differenza». «Abbiamo letto - spiegano i sindacati - con un sorriso sulle labbra il volantino di Fabi e Unisin, colmo di una realtà arricchita con elementi fantasiosi. Facciamo ordine. Il 27 era il giorno previsto per l’incontro di delegazione, programmato come data, ma non per i contenuti che l’azienda ha voluto inserire. Infatti, l’argomento del fondo di solidarietà doveva essere trattato nei giorni 10-11 luglio. Nonostante ciò, l’azienda, non rispettando quanto già convenuto, ha voluto discutere del fondo in quella data approfittando di delegazioni ridotte». «Per FirstCisl, UilcaUil e FisacCigl ogni comunicazione richiede un'interlocuzione equa. Il sindacato non è un recettore passivo di comunicazioni aziendali, come Fabi e Unisin sembrano dimostrare. Noi rappresentiamo i lavoratori, tutelandone pienamente le esigenze sia per chi esce sia per chi resta». Read the full article
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Da tempo si assiste alla deriva sempre più marcata dell’astensionismo elettorale, ormai superiore al 50 %. Significa che più della metà degli aventi diritto al voto rifiuta, più o meno consapevolmente, di esercitarlo. Politologi, sociologi, tuttologi, dotti e sapienti si affanno a spiegarne le ragioni, e anche sui social a volte si leggono pareri e opinioni eterogenei e ovviamente discordanti. Alcuni si avventurano addirittura in una apologia del diritto a non votare, in estrema sintesi come se si trattasse del menu di un ristorante, non mi piace nessun piatto, ho il diritto di non ordinare niente. Solo che dovendo per forza mangiare, alla fine o cambi ristorante o ti arrangi cucinando da solo. Ma in politica non funziona allo stesso modo. Nonostante gli eleganti e a volte persino ingegnosi sofismi che vorrebbero giustificare l’astensionismo, a mio avviso si tratta in primo luogo di un tragico errore, ma soprattutto di un segno di disprezzo e di vile qualunquismo e menefreghismo. In sostanza, per utilizzare la metafora di don Milani,un ipocrita tenere le mani in tasca nella presunzione, peraltro fallimentare, di conservarle pulite, e nel frattempo subire e far subire a tutti scelte appunto politiche e sociali ed economiche che passano, elementare, proprio dalle scelte che facciamo o rifiutiamo di fare a partire dal voto. L’argomento secondo cui è comunque colpa dell’offerta dei partiti, per cui nel menu non c’è niente che mi piace è colpa del cuoco, è ancora meno convincente, per due ottime ragioni: i partiti propongono quello che ritengono possano gradire gli elettori, pertanto i partiti e i governi sono il prodotto di chi li vota, ma soprattutto degli ignavi che non votano se ne fregano, anzi, gli danno pure l’alibi per qualunque inevitabile fallimento. In conclusione, in politica ci si deve impegnare a cambiare, non semplicemente lavarsene le mani e tenersele vilmente in tasca. Certo che è lecito non votare, ma si perde il diritto di poter poi dissentire, accettando di essere il recettore passivo di qualunque politica, un suddito privo di autonomia e di rappresentanza. Contenti loro.
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torno dopo un lungo periodo di assenza sul sito passato a lavorare come un matto nei cantieri edili dove ho imparato tanto lavorato bene e dove sono cresciuto parecchio come persona ma soprattutto come uomo....e quindi?
(Diciamo che ho dopo 1 anno e mezzo ho preso un'altra strada, ero stanco di contratti sottopagati o a termine e adesso mi ritrovo al mc donalds a fare l'apprendista..)
invece di parlare di me, intanto volevo spendere qualche parola (e magari sapere l'opinione degli altri) sulla frase che ho detto "crescere come uomo" un fenomeno direi che nella mia vita si è attorcigliato piu volte ad ogni singolo recettore del cervello
Io mi faccio precursore del sacrificio e del lavoro con dedizione e virtu la gente comunque avrà sempre da ridire non importa quello che fai dovrai apparire sempre celato dietro un'apparente carattere melenso, un nato sbagliato e furbo ragazzotto infantile che non ha voglia di lavorare e quando sei piu stanco ti scagliano contro frecciatine e tutto il veleno che hanno accumulato..
Invidia o gli hai fatto capire che nel momento in cui pronunciamo qualcosa senza averci pensato abbastanza sopra questo lo destituiamo di valore?
Questa ostile curiosità da cosa ha origine, pensano davvero che tra persone comuni basti odiarsi per risolvere le questioni personali?
Ho già visto persone piu grandi di me farsi capi e piangere dopo un confronto, mi chiedo quanti libri ancora dovrò leggere per perdonare queste persone che si fanno chiamare cristiani, che iscrivono i figli all'università ma non vogliono vedere persone lavorare con il cellulare. Questa applicazione dell'odio è da adolescenti, non da UOMO.
Concludo qui perché sto per iniziare il turno, ma vorrei ritornare sul discorso UOMO e virilità perché non sopporto la propaganda che combattano contro "il patriarca"
#language#quotes#positivity#photography#books & libraries#pokemon#music#business#illustration#rap#lgbtq community#€d diary#flusso di coscienza
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Scoperta la chiave per produrre cellule staminali del sangue
Identificato un elemento chiave per la produzione di cellule staminali del sangue: si tratta del recettore Nod1, che solitamente permette alle cellule immunitarie di riconoscere la presenza di batteri e che invece durante lo sviluppo embrionale induce le cellule della parete dei vasi sanguigni a trasformarsi in staminali. La scoperta, pubblicata su Nature Communications dai ricercatori…
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Obesità: i progressi sulla malattia del 2023
L'obesità è una malattia. Secondo gli studiosi non dobbiamo più considerarla come la semplice conseguenza di comportamenti sbagliati, ma come una malattia multifattoriale e sistemica. Cosa significa? Significa che la sua origine non sta solo in uno stile di vita inadeguato ma anche, per esempio, nella genetica e che può avere gravi conseguenze su diversi organi e apparati del nostro organismo. Il 2023 ha rappresentato un anno importante per la lotta al contrasto dell'obesità. Attraverso le nostre pagine abbiamo cercato di tenerci sempre al passo aggiornando sui nuovi studi e continuiamo a farlo ricordando che ci troviamo di fronte a un'emergenza mondiale. Si calcola che entro il 2035, metà della popolazione mondiale, non solo nelle società industrializzate, sarà obesa o in sovrappeso. Obesità: malattia che può rubare fino a sei anni di vita L'obesità può rubare fino a 6 anni di vita. E' una delle evidenze emerse durante l’84° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia (SIC), in corso a Roma fino al 17 dicembre. I chili in eccesso, hanno sottolineato gli studi presentati, sono il viatico di malattie cardiovascolari causa di un'aspettativa di vita più breve. In Italia sono 400.000 le persone che presentano obesità e scompenso cardiaco. Si calcola che l'80% dei pazienti con scompenso cardiaco sia anche obeso. La combinazione delle due patologie desta allarme poiché nell'85% dei casi può portare a eventi cardiovascolari gravi e ridurre l'aspettativa di vita di 6 anni. Numeri che possono facilmente aumentare se si considera che nel nostro Paese ci sono 6 milioni di persone obese e 1 milione di pazienti con insufficienza cardiaca. ICM o girovita? Se siamo arrivati a questi numeri, sottolineano i cardiologi della SIC, è anche perché finora abbiamo adottato un metodo di misurazione dell'obesità non utilissimo. Per diagnosticare sovrappeso e obesità, distinta, quest'ultima, in lieve, moderata e grave, si è soliti considerato l'ICM, l'indice di massa corporea. L'ICM è un parametro biometrico che mette in relazione il peso di una persona con la sua altezza. Nella valutazione dell'obesità, però, non è importante solo calcolare la quantità del grasso corporeo ma anche la sua distribuzione. Gli studiosi, infatti, hanno evidenziato un rischio maggiore per la salute nel grasso viscerale. Dunque, non cerchiamo la risposta esclusivamente dalla bilancia ma soprattutto nel metro. I medici indicano che il girovita ottimale, in linea generale, deve essere minore di 88 cm nelle donne e 102 negli uomini. Nello specifico, per garantire una buona salute cardiovascolare, deve risultare meno della metà dell'altezza. Il semaglutide Il 2023 è stato un anno di svolta per il trattamento dell'obesità e di tutte le malattie a essa collegate grazie alla semaglutide. La semaglutide è una molecola appartenente alla categoria degli agonisti del recettore del GLP-1. La sua somministrazione consente un controllo costante della glicemia. Utilizzato per curare il diabete di tipo 2, si è rivelato molto utile nel trattamento dell'obesità. Riducendo la quantità di grasso corporeo, si riducono automaticamente le possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari. Secondo la rivista scientifica Science è stata la scoperta dell'anno. In copertina foto di Gesina da Pixabay Read the full article
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Uno, nessuno e centomila 🎧 per me ancora no 
Scrittore: Luigi Pirandello
Narratore: Luca Ghignone
Ho ascoltato di nuovo il libro e continuo a pensarla nello stesso modo, buona la filosofia ma troppo pesante tanto da annientare la trama. Condivido al 100% la filosofia che è stata esposta dall’autore, ammetto però che non mi giunge neanche nuova, anche se non avrei mai saputo elaborarla in questi termini. Non è certo un argomento che mi è nuovo, mi spiego. Da sempre mi sono chiesta che cosa vedono gli altri in me. Ero sicura e lo sono tuttora di avere una sorta di recettore che stimola l’antipatia degli altri, e dunque avevo sviluppato da anni la teoria che gli altri mi vedono in un modo che io non posso capire. Detta così, ovviamente, è una banalità, ma mi sono ritrovata negli argomenti esposti. Non siamo tutti uguali perché dipende anche da chi osserva, ma alla fine non possiamo fare altro che concentrarci sull’ambiente esterno e vivere per quello che siamo. Ho apprezzato ogni parte del libro, soprattutto perché ancora una volta ho ritrovato una considerazione che avevo già fatto in precedenza per conto mio.
Cito:
"Ecco intanto qua un vero uccellino come vola. L'avete visto? La facilità più schietta e lieve, che s'accompagna spontanea a un trillo di gioia. Pensare adesso al goffo apparecchio rombante e allo sgomento, all'ansia, all'angoscia mortale dell'uomo che vuol fare l'uccellino! Qua un frullo e un trillo; là un motore strepitoso e puzzolente, e la morte davanti. Il motore si guasta; il motore s'arresta; addio uccellino!"
Che spettacolo! Quante volte ho pensato che l’uomo debba stare nel suo habitat naturale e smetterla di imporsi in aria, in mare, nello spazio dove non c’è niente per lui. Quando ho sentito questa parte sono andata in visibilio. Quando un autore dà voce ai tuoi pensieri è sempre una grande soddisfazione.
Allora, che cosa è successo? Perché continuo a non apprezzare questo libro come avrei creduto? Esattamente per lo stesso motivo che ho sentito dopo il primo ascolto: troppa filosofia. Per quanto sia d’accordo su tutto quello che dice, non riesco ad apprezzare un libro così vago e poco concreto, un libro scritto per presentarci il personaggio che diventa portavoce di tutto quello che lo scrittore ha da dirci. È vero, non è una novità che i personaggi servono a chi scrive per raccontarci quello che pensa, ma ho trovato questo filosofeggiare troppo pesante, la trama è scarsa e deludente. Solo questo il problema. Ovviamente la teoria è impeccabile, ma non sono mai stata un’amante della filosofia, anche se questa è sicuramente più interessante di quello che ti propinano a scuola. Se non altro ha un senso e lo si può riscontrare nella vita di tutti i giorni, tuttora.
Però c’è da dire che sono riuscita a leggerlo due volte. Di solito i libri che non mi piacciono e che detesto riesco a malapena a finirli (ma li finisco sempre). Invece questo sono pronta ad ascoltarlo anche un’altra volta, anche se non cambierò il mio giudizio. Sicuramente da leggere.
Voglio riproporre la citazione che avevo condiviso con la precedente recensione:
"Volete essere? C’è questo, in astratto non si è. Bisogna che si intrappoli l’essere in una forma e per un certo tempo si finisca in essa, qua o là, così o così. E ogni cosa, finché dura, porta con sé la pena della sua forma, la pena di essere così e di non poter più essere altrimenti."
Che cosa c’è di più attuale di questa frase? Basta guardarsi intorno e sorprendersi di quanto l’autore sia stato un veggente. Lontano negli anni aveva già notato la predisposizione degli uomini che vogliono essere chi non sono. E senza entrare nello specifico, mi riferisco anche a tutta quella farsa dell’inclusione, tutte quelle false ideologie che il mercato ci propina fingendo di accettare tutto quello che ognuno vuole essere. Insomma, voglio solo dire che mi sono stupita soprattutto di questa parte. Che parole! Così vere e potenti che ormai nessuno te lo direbbe mai. Ora fanno tutti finta che puoi essere qualsiasi cosa tu voglia, ma nessuno si accorge che è tutto un inganno.
Dunque, un libro di grande filosofia. Un libro che mi ha stupito perché apprezzo sempre lo scrittore che si espone e mette tutto se stesso nel libro. Ma la mancanza di trama lo penalizza, anche se ascoltarlo è stato un piacere.
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