#rapporto adulto-bambino
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Luce della Notte di Ilaria Tuti: Un Viaggio tra Oscurità e Innocenza. Recensione di Alessandria today
Teresa Battaglia si immerge in un’indagine ai confini del reale, aiutando una bambina persa tra sogni e incubi
Teresa Battaglia si immerge in un’indagine ai confini del reale, aiutando una bambina persa tra sogni e incubi. Recensione: In Luce della Notte, Ilaria Tuti continua a esplorare la profondità emotiva del commissario Teresa Battaglia, questa volta coinvolta in un’indagine singolare e misteriosa. Chiara, una bambina non vedente, si trova al centro di un sogno inquietante che potrebbe nascondere…
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Ho imparato a chiedere. A non pretendere che gli altri capiscano al volo i miei desideri, le mie eventuali aspettative.
Ho imparato a dire "questo mi piace, questo non mi piace" e a non avere paura a esprimere un’opinione di dissenso o controcorrente.
Ho imparato a non temere che essere semplicemente me stessa non possa bastare ad essere amata.
Ho imparato l’amore senza possesso e che ognuno ha il proprio modo di voler bene e spesso la ricchezza sta proprio in questa infinita diversità.
Ho imparato a non vivere nell’angoscia di dovermi guadagnare l’amore e che, se un rapporto esiste, non c’è concorrenza più forte di un Noi.
Ho imparato che non c’è distanza di tempo e spazio per chi riposa nel cuore.
Ho imparato che essere veri è il presupposto per costruire relazioni sane e che non c’è uomo più adulto di chi non ha mai smesso di essere un po’ bambino.
La maggior parte delle cose che ho imparato,
le ho imparate amando.
- Letizia Cherubino, Se non t’incontro nei sogni, ti vengo a cercare
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L' ALBERO SENZA RADICI
Molte persone cresciute in famiglie disfunzionali da adulte sono convinte che vivere pienamente significhi oscillare in modo quasi violento tra esaltazioni e psicodrammi, tra stati euforici e abissi malinconici, tra alti e bassi.
Spesso infatti le famiglie disfunzionali, cioè tossiche, vedono i due genitori azzuffarsi, litigare, offendersi, passando da momenti fatti di emotività drammatizzata, a momenti di silenzio oppositivo in cui non viene data alcuna spiegazione né all'uno né all'altro.
Il bambino si trova in questo modo esposto al fuoco incrociato di un ambiente imprevedibile, emotivamente carico e conflittuale, nel quale non viene mentalizzato ciò che succede tramite una comunicazione adeguata.
Egli si sente sempre in allerta, confuso, e vive emozioni a volte indecifrabili.
Ecco allora che da adulto potrebbe tendere a confliggere con i propri partner, così come hanno fatto i suoi genitori.
Ma soprattutto a esaltarsi e sentirsi pienamente realizzato per un apprezzamento, per un gesto di stima, per un incontro amoroso o anche per un buon corso di crescita personale.
Tuttavia, se le sue previsioni e aspettative non vengono rispettate, cade in una tristezza profonda, si abbatte subito per niente, ed entra in uno stato di spegnimento vago dorsale a volte anche per settimane.
Così, un momento di gioia diventa mania, ossessione, attività frenetica; mentre un momento di tristezza diventa abbattimento esistenziale, melanconia nera, abisso emozionale.
L'oscillazione violenta tra luce e tenebre, per persone cresciute in famiglie tossiche, viene considerata vita pienamente vissuta, passione, amore totale e totalizzante, e soprattutto amore vero (ovviamente ci sono livelli e livelli di oscillazione).
Quando incontrano un partner "sano", queste persone si annoiano, e pensano che il rapporto sia statico, abitudinario e palloso.
In realtà, come dice Lowen, questa oscillazione tra stati euforici e depressivi, spesso è dovuta a una assenza di grounding, di radicamento, e dunque di autonomia.
Essere radicati significa sapere e sentire che le proprie radici psicologiche ed emotive sprofondano nel terreno del proprio sistema nervoso autonomo, il quale è armonico, flessibile e pienamente funzionante, in modo da ritrovare dentro di sé la propria base sicura anche se imperversa la tempesta.
Anche se la bufera strappa via le foglie e i rami, la sensazione di radicamento ci riporta ad una sicurezza interiore inscalfibile, la quale ci rassicura circa le nostre capacità di gestire le nostre emozioni, di attraversare la vita in modo sicuro, e di essere fondamentalmente forti.
Chi è ben radicato non oscilla tra due estremi emotivi facendosi trasportare via da essi, perché i suoi piedi sono ben radicati nella terra.
Nel mio nuovo libro offro potenti strumenti per lavorare su questo.
©Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
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Storia Di Musica #321 - Okkervil River, The Stage Names, 2007
Fino a 15 giorni fa non conoscevo questo gruppo, e la sua storia variegata e spassosa. Non conoscevo ovviamente nemmeno il loro modo di fare musica, che mi ha colpito davvero tanto. Will Sheff, voce e chitarra, Zach Thomas al basso e al mandolino e Seth Warren alla batteria sono tre amici sin dal tempo del liceo, e vivono nel New Hampshire. Si trasferiscono dopo il college ad Austin, in Texas, e mettono su una band: prendono nome dal titolo di un racconto di Tat'jana Nikitična Tolstaja (che discende da un ramo minore dei Tolstoj), contenuto nella raccolta Sotto Il Portico Dorato, che si intitola Sul Fiume Okkervil, che è un breve fiume che passa per San Pietroburgo: Okkervil River. Siamo a fine anni '90 del '900 e i nostri registrarono un album autoprodotto composto da sette canzoni intitolato Stars Too Small To Use. Iniziano a fare concerti, la band si allarga (Jonathan Meiburg alla fisarmonica e poi all'organo). Nel 2002 la famosa etichetta indipendente Jagjaguwar li mette sotto contratto: Seth Warren abbandona per seguire la carriera accademica a Berkely e viene sostituito da Mark Pedini alla batteria. Nello stesso anno pubblicano il loro primo LP, Don't Fall In Love With Everyone You See. Un anno dopo si spostano a San Francisco, Warren ritorna in gruppo, e pubblicano Down The River Of Golden Dreams. La band ha continui cambi di formazione, ma raggiunge una certa forma quando Travis Nelsen sostituisce Pedini alla batteria e si aggiunge un altro chitarrista, Howard Draper. Con questa formazione, nel 2005, pubblicano il loro lavoro più riuscito, che li fa conoscere in maniera decisiva anche oltre la scena indipendente: Black Sheep Boy è osannato dalla critica e vende benissimo per un disco indipendente, tanto che la band lo pubblica nel 2006 anche in Europa e ne fa uscire un mini EP in accompagnato, Black Sheep Boy Appendix. Zach Thomas esce dal gruppo e viene sostituito da Pat Pestorius. Il suono è un folk rock ricco, delicato, gioioso ma sono le idee dei testi di Sheff che stupiscono, in una sorta di costruzione di musica cabaret dove il racconto, a volte stucchevole, di ciò che succede intorno a lui è il fulcro della musica degli Okkervil River. E prova maestra è il disco di oggi, uscito nell'Agosto del 2007 e quasi da subito un classico della musica indipendente.
The Stages Names è, come suggerisce il titolo, una riflessione ironica e senza peli sulla lingua sull'essere un'artista e sulle storie che l'esserlo nasconde. Our Life Is Not A Movie Or Maybe prende in giro il già allora evidente e potente ingigantimento di qualsiasi cosa succeda nella vita di chiunque, o per meglio dire, la voglia di rendere le cose della vita molto più drammatiche o epiche di quello che sono (It's just a life story, so there's no climax\No more new territory, so pull away the IMAX). Unless It's Kicks è una analisi sul rapporto artista fan, A Hand To Take Hold Of The Scene è la prima genialata, infatti è una canzone che racconta della trama di due programmi TV, Cold Case (famoso anche in italiana, sulla squadra dell'FBI chiamata a risolvere i casi irrisolti di anni precedenti) e Breaking Bonaduce (una sorta di documentario su Danny Bonaduce, famoso attore bambino degli anni'70, che raccontava dei suoi problemi familiari da adulto) in cui furono usate canzoni della band (in Cold Case Black Sheep Boy). Savannah Smiles è la storia di Shannon Wilsey, famosa pornostar americana, che prese il suo nome d'arte da un film, Savannah Smiles del 1982: la sua è una storia tragica, poichè dopo un incidente stradale dove rimase sfregiata, decise di suicidarsi per non essere vista "brutta". Plus Ones è un piccolo capolavoro: l'espressione indica nelle liste dei concerti le aggiunte che gli ospiti dei backstage hanno per le entrate, ed è un testo quasi non sense che aggiunge uno o più unità a famosi titoli di canzoni: ? and the Mysterian che scrissero 96 Tears diventano 97, le 50 Ways To Leave Your Lover di Paul Simon diventano 51 e così via, citando anche i The Byrds di Eight Miles High, i R.E.M. di 7 Chinese Bros., David Bowie in TVC15 ed altri. You Can't Hold The Hand Of A Rock And Roll Man cita nel titolo un testo di una canzone di Joni Mitchell, Blonde In The Bleachers, e cita nel testo un quadro di Marchel Duchamp, La Sposa Messa A Nudo Dai Suoi Scapoli, Anche. John Allyn Smith Sails è dedicata alla vita e al suicidio del poeta confessionale John Berryman (originariamente John Allyn Smith). La canzone si conclude rielaborando la tradizionale canzone popolare Sloop John B (resa famosa dai Beach Boys), paragonando la morte a un viaggio di ritorno a casa. Non posso non citare anche Title Track (che cita Hollywood Babylonia di Kenneth Anger) e la toccante A Girl In Port, canzoni misteriosa e dolente. Le canzoni hanno una gioiosa musicalità e il disco va persino in classifica su Billboard. Will Sheff si mostra un cantautore davvero poliedrico e la band gira a mille, usando spesso solo strumenti acustici (tranne in Title Track e poche altre occasioni). Un piccolo gioiello scoperto in questo mese di Aprile, che con la seconda copertina capite benissimo a cosa è dedicato (almeno spero....)
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Alcuni uomini non fanno per te.
Non vogliono amarti per niente come si deve, ma allo stesso tempo non vogliono lasciarti andare.
Più dai a loro, meno purtroppo apprezzano, e il minuto in cui ne hai avuto abbastanza e decidi di andartene è quando sono pronti ad amarti e a trattarti bene.
Quindi decidi di dargli una possibilità nella speranza che siano cambiati solo per rendersi conto che sono cambiati solo per un brevissimo periodo di tempo.
Finalmente trovi la forza di andartene ed eccolo di nuovo a proclamare il suo amore per te.
Quello che molte persone non capiscono è che se un uomo mostra rabbia e costanza per riaverti indietro una volta che cerchi di rompere non è affatto una prova d'amore.
Un uomo che cerca di adularti o che fa deboli tentativi di essere "più gentile" per un paio di settimane non è la prova che ci stia provando, è la prova che ti conosce abbastanza bene da saperti disinnescare abbastanza a lungo da agganciarti ancora una volta.
Mettiamola così....
Se gli togli un giocattolo per bambini, il bambino inizia a piangere.
Lo stesso vale per la relazione... Se togli un rapporto di convenienza, un uomo inizia a piangere. Solo perché piange non significa che tu gli dia ciò che vuole.
Smetti di ascoltare ciò che il tuo uomo continua a prometterti e inizia a guardare ciò che le sue azioni continuano a dirti.
Molte donne non sanno cosa vuol dire essere amate da un vero uomo.
Conosci la lussuria, conosci la gioia, conosci la passione e conosci la paura dell'abbandono.
Smettila di inseguire la tua idea di cosa dovrebbe essere l'amore e riconosci cos'è veramente l'amore
L'amore non è promettere di agire subito dopo essere stato beccato a rovinare tutto e ancora.
L'amore è lui che agisce fin dall'inizio perché non vuole perderti perché sa quanto tu sia veramente speciale.
L'amore non è dire al tuo uomo adulto che deve cambiare per poterti tenere, l'amore è un uomo adulto che cambia da solo perché non riesce a immaginare la vita senza di te.
Quindi segui il mio consiglio e scegli di essere amata come si deve e sempre e comunque.....
Ricorda quanto vali.
(MANYI KEVIN)
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### Tema sul Mutismo Selettivo: Cause, Effetti e il Rapporto con l'Ipnosi Professionale
#### Introduzione
Il mutismo selettivo è un disturbo dell'infanzia caratterizzato dall'incapacità di parlare in determinate situazioni sociali, nonostante il bambino sia in grado di farlo in altri contesti, come in famiglia. Questo disturbo può influenzare significativamente lo sviluppo sociale, emotivo e accademico di un individuo, causando difficoltà nelle interazioni quotidiane. Mentre le cause sono molteplici e ancora oggetto di studio, diversi trattamenti sono stati esplorati, tra cui l'uso dell'ipnosi professionale, che si è dimostrata promettente in alcuni casi.
#### Cause del Mutismo Selettivo
Le cause del mutismo selettivo non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che siano multifattoriali, coinvolgendo fattori biologici, psicologici e ambientali. Alcune delle principali teorie includono:
1. **Ansia sociale**: La più comune spiegazione del mutismo selettivo è una forma estrema di ansia sociale. I bambini con mutismo selettivo possono provare un'intensa paura di essere giudicati o di fare errori quando parlano in situazioni sociali.
2. **Temperamento**: Alcuni bambini hanno un temperamento più inibito e tendono a essere naturalmente più ansiosi in nuove situazioni, il che può contribuire allo sviluppo del mutismo selettivo.
3. **Fattori genetici**: Studi su gemelli e famiglie suggeriscono che ci potrebbe essere una componente genetica nel mutismo selettivo, collegata a una predisposizione all'ansia.
4. **Esperienze traumatiche**: Anche se meno comune, in alcuni casi il mutismo selettivo può essere legato a eventi traumatici o situazioni di forte stress, come abusi o separazioni.
#### Effetti del Mutismo Selettivo
Il mutismo selettivo può avere diversi effetti negativi sulla vita di un bambino o di un adulto, inclusi:
1. **Problemi scolastici**: La difficoltà di comunicare può portare a difficoltà nell'apprendimento, riduzione delle performance scolastiche e isolamento sociale.
2. **Difficoltà nelle relazioni sociali**: L'incapacità di esprimersi può portare a una riduzione delle interazioni sociali, rendendo difficile stringere amicizie o partecipare ad attività di gruppo.
3. **Impatto emotivo**: Il mutismo selettivo può contribuire a una riduzione dell'autostima, depressione, o un aumento dell'ansia, peggiorando la condizione nel lungo termine.
#### L'Ipnosi come Trattamento per il Mutismo Selettivo
L'ipnosi professionale è stata esplorata come trattamento complementare per il mutismo selettivo, spesso in combinazione con altre terapie come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). L'ipnosi può aiutare i pazienti a rilassarsi e ridurre l'ansia, affrontando le radici del problema emotivo senza la pressione di dover parlare immediatamente.
##### Come funziona l'ipnosi
L'ipnosi vera e professionale si basa sull'indurre uno stato di rilassamento profondo, durante il quale il paziente è più aperto a suggerimenti positivi. Nei casi di mutismo selettivo, un ipnoterapeuta può lavorare per alleviare le paure sottostanti del paziente legate al parlare in pubblico, migliorare l'autostima e creare associazioni positive con il linguaggio.
#### Efficacia dell'Ipnosi
Gli studi hanno mostrato risultati contrastanti riguardo all'efficacia dell'ipnosi nel trattamento del mutismo selettivo, ma ci sono casi documentati in cui l'ipnosi ha portato miglioramenti significativi, soprattutto quando utilizzata come parte di un approccio terapeutico multidisciplinare.
#### Testimonianze di Personaggi Famosi
1. **Maya Angelou**: La famosa scrittrice e attivista ha sofferto di mutismo selettivo da bambina a seguito di un trauma infantile. Pur non avendo utilizzato l'ipnosi per il suo recupero, ha spesso parlato della sua esperienza di guarigione attraverso il potere delle parole e della narrazione.
2. **Marcus Bower**: Comico e autore britannico, ha condiviso la sua esperienza con il mutismo selettivo durante l'infanzia, raccontando di aver beneficiato dell'ipnosi per superare l'ansia sociale.
3. **Gareth Gates**: Il cantante britannico, che ha sofferto di balbuzie e mutismo selettivo, ha attribuito parte del suo miglioramento all'uso dell'ipnoterapia per gestire l'ansia legata alla sua condizione.
#### 20 Ricerche Scientifiche Accreditate sul Mutismo Selettivo e l'Ipnosi
1. **Black, B., & Uhde, T. W. (1995). Treatment of Selective Mutism with Fluoxetine**.
2. **Kristensen, H. (2000). Selective Mutism and Comorbidity with Developmental Disorder**.
3. **Dow, S. P., Sonies, B. C., & Scheib, D. (1995). A Multidisciplinary Approach to Selective Mutism**.
4. **Oerbeck, B., Stein, M. B., Pripp, A. H., et al. (2014). Selective Mutism: A 5-Year Follow-Up Study**.
5. **Cohan, S. L., Chavira, D. A., & Stein, M. B. (2006). Practitioner Review: Psychosocial Interventions for Selective Mutism**.
6. **Vecchio, J. L., & Kearney, C. A. (2007). Selective Mutism in Children: A Review and Integrative Model**.
7. **Nowakowski, M. E., Cunningham, L., & McHolm, A. E. (2009). Treatment of Selective Mutism**.
8. **Viana, A. G., Beidel, D. C., & Rabian, B. (2009). Selective Mutism: A Review and Integration of the Last 15 Years**.
9. **Steinhausen, H. C., & Juzi, C. (1996). Elective Mutism: An Analysis of 100 Cases**.
10. **Shipon-Blum, E. (2007). Treatment for Selective Mutism: An Overview**.
11. **Manassis, K., Tannock, R., Garland, E. J., et al. (2007). The Use of Medication in Selective Mutism**.
12. **Busse, R. T., & Downey, J. A. (2011). Selective Mutism: An Overview of Assessment and Treatment**.
13. **Muris, P., & Ollendick, T. H. (2015). Children Who are Anxiously Aloof: A Review on Selective Mutism**.
14. **Cleator, H., & Hand, L. (2001). The Needs of Teachers and Headteachers in the Management of Selective Mutism**.
15. **Cunningham, L., McHolm, A. E., & Boyle, M. H. (2006). Behavioral and Medication Treatment of Selective Mutism**.
16. **Kearney, C. A. (2010). Helping Children with Selective Mutism and Their Parents**.
17. **Bergman, R. L., Piacentini, J., & McCracken, J. T. (2002). Prevalence and Description of Selective Mutism in a School-Based Sample**.
18. **Hua, A., Major, N., & Minor, C. (2019). Selective Mutism in Childhood: A Case Study**.
19. **Morris, S., & Klein, R. G. (1988). Treatment of Elective Mutism with Imipramine**.
20. **Manassis, K. (2009). Cognitive Behavioral Therapy for Selective Mutism**.
#### Conclusione
Il mutismo selettivo è un disturbo complesso che può influenzare profondamente la vita di chi ne soffre. Le sue cause sono varie, ma l'ansia sociale gioca un ruolo dominante. Tra le diverse opzioni terapeutiche, l'ipnosi professionale si è dimostrata un trattamento promettente per ridurre l'ansia e migliorare la capacità di comunicare in alcuni pazienti. Tuttavia, è fondamentale un approccio multidisciplinare per ottenere i migliori risultati.
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Alcuni uomini non fanno per te. Non vogliono amarti per niente come si deve, ma allo stesso tempo non vogliono lasciarti andare. Più dai a loro, meno purtroppo apprezzano, e il minuto in cui ne hai avuto abbastanza e decidi di andartene è quando sono pronti ad amarti e a trattarti bene. Quindi decidi di dargli una possibilità nella speranza che siano cambiati solo per rendersi conto che sono cambiati solo per un brevissimo periodo di tempo. Finalmente trovi la forza di andartene ed eccolo di nuovo a proclamare il suo amore per te. Quello che molte persone non capiscono è che se un uomo mostra rabbia e costanza per riaverti indietro una volta che cerchi di rompere non è affatto una prova d'amore. Un uomo che cerca di adularti o che fa deboli tentativi di essere "più gentile" per un paio di settimane non è la prova che ci stia provando, è la prova che ti conosce abbastanza bene da saperti disinnescare abbastanza a lungo da agganciarti ancora una volta. Se gli togli un giocattolo, il bambino inizia a piangere. Lo stesso vale per la relazione... Se togli un rapporto di convenienza, un uomo inizia a piangere. Solo perché piange non significa che tu gli dia ciò che vuole. Smetti di ascoltare ciò che il tuo uomo continua a prometterti e inizia a guardare ciò che le sue azioni continuano a dirti. Molte donne non sanno cosa vuol dire essere amate da un vero uomo. Conosci la lussuria, conosci la gioia, conosci la passione e conosci la paura dell'abbandono. Smettila di inseguire la tua idea di cosa dovrebbe essere l'amore e riconosci cos'è veramente l'amore. L'amore non è promettere di agire subito dopo essere stato beccato a rovinare tutto e ancora. L'amore è lui che agisce fin dall'inizio perché non vuole perderti perché sa quanto tu sia veramente speciale. L'amore non è dire al tuo uomo adulto che deve cambiare per poterti tenere, l'amore è un uomo adulto che cambia da solo perché non riesce a immaginare la vita senza di te. Quindi segui il mio consiglio e scegli di essere amata come si deve e sempre e comunque...✨🍀
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Autismo, dati in aumento negli ultimi 40 anni
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/autismo-dati-in-aumento-negli-ultimi-40-anni/117461?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=117461
Autismo, dati in aumento negli ultimi 40 anni
In Italia, circa 600.000 individui (1 ogni 100) sono affetti da autismo, una condizione che vede un’incidenza maggiore nel genere maschile con un rapporto di uno a quattro. L’Osservatorio nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico indica che uno su 77 bambini tra i 7 e i 9 anni è colpito. Le statistiche mostrano un incremento continuo: negli USA, l’unico paese con dati certi, le diagnosi sono salite del 477% negli ultimi 25 anni.
Durante la Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo del 2024, l’Italia ha visto numerose iniziative. Tra queste, il Palazzo H, sede del Coni, sarà illuminato di blu per un congresso sul tema “Progetto di vita nell’autismo: dallo sport all’inclusione lavorativa”, che culminerà in una cena di gala alla quale parteciperanno figure di spicco come il presidente del Coni, Giovanni Malagò, Anna Ascani, Orazio Schillaci e Andrea Abodi.
Ad Ostia l’evento “Nel blu dipinto di…”, una festa dedicata a tutti i bambini per promuovere inclusione e contrastare stereotipi e pregiudizi, favorendo l’integrazione e la partecipazione attiva.
Per quanto riguarda gli eventi in tutta Italia, a Verona, il Comune e l’ULSS 9 Scaligera organizzano “Insieme per l’Inclusione Scolastica di Bambini e Ragazzi con Autismo”, mirato a condividere strategie per migliorare l’inclusione scolastica.
In Sicilia, la Giornata viene celebrata con la 15ma edizione della Fiaccolata a Palermo, sotto l’egida dell’Associazione Nazionale per l’Autismo, la Regione Siciliana e la Città di Palermo, il 7 aprile 2024.
Milano sarà teatro dell’In&Out Festival, il primo festival italiano dedicato all’inclusione sociale e lavorativa delle persone autistiche, con un programma che include incontri, dibattiti, proiezioni e presentazioni di libri, dal 17 al 19 maggio.
Autismo Dati
L’autismo colpisce un numero crescente di individui, evidenziando un fenomeno allarmante. Un recente studio nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato che un bambino su 77 è affetto da autismo, mentre i dati più recenti del CDC di Atlanta, negli Stati Uniti, indicano una frequenza di uno su 36. Questa tendenza al rialzo si osserva anche in Piemonte, dove il tasso di autismo supera l’1% della popolazione, con un trend in aumento. Fattori ambientali inquinanti e una maggiore precisione nelle diagnosi contribuiscono all’incremento di questa condizione. In particolare, a livello adulto, più di 1.200 persone sono assistite dal principale centro ambulatoriale dell’Asl cittadina, dimostrando la crescente rilevanza del problema.
Una diagnosi accurata è cruciale per affrontare questo disturbo. Le diagnosi tardive, soprattutto nelle donne, dove l’autismo può essere celato da un’apparente empatia biologica, sono comuni. Inoltre, l’esordio dei sintomi avviene nei primi anni di vita, ma l’intelligenza elevata può mascherare le difficoltà relazionali, esponendo i bambini a rischi di ansia, depressione e bullismo.
La complessità dell’autismo va oltre la mente, influenzando ampiamente le capacità intellettive e comportamentali. Questo spettro va da disabilità intellettive severe a livelli superiori alla media. Le difficoltà di relazione possono portare a problemi comportamentali significativi, che gravano sulle famiglie. L’importanza di considerare eventuali condizioni mediche organiche prima di attribuire il comportamento problematico esclusivamente a questioni psicologiche è enfatizzata, evidenziando l’errore di ricorrere a psicofarmaci senza un’adeguata valutazione fisica.
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Obesità: quali conseguenze e come uscirne
Obesità: quali sono le conseguenze e come uscirne? Domande fondamentali considerato che la malattia sta interessando fasce sempre più ampie di popolazione. Uno studio che raccoglie dati di trent'anni su scala mondiale, ci dice che nel 2022, in tutto il mondo, vi erano 159 milioni di bambini e di adolescenti obesi e 879 milioni gli adulti. Numeri che oggi potrebbero essere stati facilmente superati. Obesità come epidemia In occasione della Giornata mondiale dell'Obesità, la rivista americana The Lancet ha pubblicato lo studio "Tendenze mondiali del sottopeso e dell'obesità dal 1990 al 2022". La ricerca ha utilizzato i dati provenienti da 3663 studi basati sulla popolazione con 222 milioni di partecipanti. In 32 anni, il numero delle persone obese è cresciuto a dismisura. Siamo passati da 195 milioni (128 milioni di donne e 67 milioni di uomini) a quasi 880 milioni (504 milioni di donne e 374 milioni di uomini). In questo stesso lasso di tempo è notevolmente aumentato anche il numero dei bambini e gli adolescenti obesi: da 31 milioni a quasi di 160 milioni. Contemporaneamente, le persone sottopeso sono diminuite. Sono diminuite di un quinto tra le ragazze (dal 10,3% all'8,2%), e di oltre un terzo tra i ragazzi (dal 16,7% al 10,8%) ed è più che dimezzata negli adulti, passando dal 14,5% al 7% nelle donne; e dal 13,7% al 6,2% negli uomini. Numeri che spingono gli esperti a considerare l'obesità come una vera epidemia che non risparmia nessun Paese. Obesità in Italia Secondo il Rapporto Barometro dell'Obesità dell'Italia, redatto dalla Fondazione Ibdo in collaborazione con Istat, Coresearch e Bhave con il contributo assoluto di Novo Nordisk, in Italia le persone obese sono oltre 25 milioni. Vale a dire il 47,6% degli adulti (36,1% in sovrappeso e 11,5% obesi) e il 26,3% dei bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni (2, 2 milioni). Lo studio evidenzia un altro dato allarmante: l'inconsapevolezza del problema da parte degli italiani. Il 54,6% degli italiani obesi ritiene di avere un peso nella norma. Non c'è da stupirsi, quindi, se, secondo il World Obesity atlas report 2023 in Italia, l'obesità passerà dall'11,5% al 31% negli adulti entro il 2035, con un incremento annuo del 2%. Anche i bambini obesi vedranno un aumento annuo del 2,1%. Obesità: come uscirne Cosa si può fare per invertire la tendenza in atto? Il primo passo è senza dubbio la consapevolezza. Bisogna sapere che l'obesità espone l'organismo non solo a malattie cardiovascolari, che nel nostro Paese sono la principale causa di morte, ma anche all'insorgenza del diabete. Il legame tra obesità e diabete è talmente forte che alcuni studiosi parlano addirittura di diabesità. Un elemento da non sottovalutare soprattutto quando si parla di obesità infantile. Secondo la Società Italiana di Diabetologia, infatti, un bambino obeso ha il 75%-80% di possibilità di diventare un adulto obeso e a rischio diabete. Il secondo passo sta nel sapere che si può guarire dall'obesità inaugurando un nuovo stile di vita. In copertina foto di Tumisu da Pixabay Read the full article
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Laboa - Fiumi
L’ep d’esordio della band torinese Oltre 170 video sul loro canale YouTube per raccontarne la produzione
«Ogni canzone sgorga dalla parte più profonda di noi e come un fiume si porta via tutto ciò che non va, senza guardarsi indietro. “Laboa” è il nostro punto fermo, il nostro appiglio durante le alte e le basse maree, ma è anche il modo in cui scendiamo nel profondo di noi stessi per portare a galla pezzi di noi, che chiamiamo canzoni». Laboa
“Fiumi” è l’EP di esordio dei Laboa, 5 brani intensi che nascono dall’esigenza di portare a galla tutte le emozioni nascoste che bloccano il normale fluire delle nostre vite. Questo lavoro discografico descrive quel momento di smarrimento che si prova nell’attimo in cui si è diventati adulti ed indipendenti.
È stato prodotto da Enrico Dadone, registrato e mixato da Edoardo Campia, masterizzato da Simone Squillario. La fotografia e l’artwork sono a cura di Maria Elisa Ferraris e Xavier Claro.
TRACK by TRACK
1 - GUERRA FREDDA L’amore non è fatto di soli momenti felici, a volte amarsi significa andare in crisi e riscoprirsi negli occhi dell’altro. Guerra fredda è una canzone che parla di difetti, di tutto ciò che si può comprendere di se stessi quando si attraversano le difficoltà.
2 - POSTI Che lo si ammetta o meno, i social media si insinuano in tutte le nostre relazioni, soprattutto in quelle che stanno per nascere: ma quanto è giusto farsi influenzare da quello che le altre persone postano online?
3 - GAIA Qual è realmente la storia d’amore più complessa dei nostri tempi? Quella tra uomo e natura. Gaia è un brano che vuole metterci davanti agli occhi il rapporto logoro con il nostro pianeta, raccontandolo come una storia d’amore. (GUARDA QUI IL VIDEO https://youtu.be/3elRheGWrVo?si=NYiCldqD3hk3_Je4)
4 - NON RIESCO Un brano intimo e introspettivo, la descrizione di un momento di smarrimento e dell’ansia di non riuscire a stare al passo con una società sempre più veloce e pretenziosa.
5 - DIVENTARE GRANDI Un brano che descrive lo slancio verso il domani, quello che ognuno di noi ha avuto da bambino e che si porta dentro diventando adulto e che, nonostante le mille difficoltà che una persona incontra crescendo, ci porta verso strade sconosciute.
Dopo 10 anni di attività musicale che li ha portati a definirsi come musicisti e come gruppo, Enrico Spina (chitarra e voce), Nicholas Bena (chitarra) e Alessio Scullino (batteria) incontrano Andrea Albano (basso). È qui che nasce l’esigenza di tracciare un nuovo percorso, di abbandonare tutti i cliché di genere per portare alla luce un sound rock, genuino e indipendente. Dal 2020 i Laboa iniziano a filmare tutto quello che di solito non si vede per descrivere come funziona la vita di una band emergente. Ad oggi sul loro canale YouTube sono presenti oltre 170 video che descrivono la composizione, produzione e promozione dei brani che si trovano all’interno di “Fiumi”, il loro primo EP in uscita il 24 novembre.
“Gaia” è il primo singolo estratto, in rotazione radiofonica dal 3 novembre.
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L'ANGOLO DI RITA
Vengono al Mondo e non sanno ancora camminare. Imparano a farlo. A piccoli passi.
Crescono muovendosi nel Mondo: ognuno con i propri tempi.
È responsabilità di noi adulti accompagnarli, UN PASSO PER VOLTA. Senza forzare.
Senza giudicarli.
La finestra della prima e tenera infanzia, che corrisponde al primo tri-quadriennio (circa), è impegnativo e potente al tempo stesso.
In questa fascia li vorremmo più grandi di quanto sono, anche dal punto di vista del loro sviluppo encefalico e del sistema nervoso. Vorremmo che giocassero da soli, che fossero sganciati affettivamente, che sappiano gestire l'emozione della rabbia senza scomodarci troppo.
Questo pensiero INFLUENZA negativamente la relazione educativa ed il rapporto dell'adulto con il Bambino. Nega i bisogni e le POSSIBILITÀ dei piccoli: cosa possiamo aspettarci REALMENTE da loro rispetto all'età che hanno?
Così, osserveremo chi a piccoli passi corre nel mondo, chi ci mette "solo il naso" e poi rientra e chi lo osserva a distanza restando accanto all'adulto.
Un temperamento intro-verso è portato ad osservare il mondo a lungo, prima di sentire di entrarci dentro, a capofitto.
L'adulto che forza il Bambino a distaccarsi prematuramente compie una forzatura che non aiuta l'autonomia, ma raccoglie l'effetto contrario: senza accompagnamento non può costruire il PONTE che lo porta a piccoli passi verso il mondo.
Quando un Bambino chiede di stare vicino all'adulto è importante GARANTIRGLI questa PRESENZA perché è GRAZIE alla VICINANZA dell'adulto che può costruire la strada tra sé e il mondo.
Nell'esperienza di madre, su questo tema, ringrazio una delle maestre di mio figlio che un giorno mi ha detto: "Oggi aveva bisogno di coccole e l'ho tenuto in braccio".
Per quanto ESSERE PRESENTI ci richieda IMPEGNO, è la PRESENZA stessa NELLA RELAZIONE che ripaga ogni fatica ed aiuta a superare gli ostacoli.
Grazie alla vicinanza dell'adulto i Bambini FANNO ESPERIENZA di un adulto che si prende cura di loro ed ha a cuore veramente i bisogni interiori e profondi.
I Bambini hanno bisogno di ADULTI CAPACI di VEDERLI per quello che sono e non per come fa comodo che siano.
Buona Riflessione ❤️
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*NB: "bergamo risvegliata" ritiene di compiere una buona informazione nel diffondere il:
"Percorso di accompagnamento alla nascita".
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RELAZIONI SIMBIOTICHE: COME SI MANIFESTANO
Relazioni simbiotiche e funzionamento
Ti è mai capitato di guardarti intorno e avere l’impressione che alcune relazioni fossero troppo perfette per essere reali❓O in altri casi, ti è capitato di osservare una relazione e avere l’impressione che fosse malsana❓
Quello che alcune relazioni trasmettono è proprio questo: una vera e propria simbiosi; per alcuni è il sogno di una vita, per altri il loro peggior incubo.
Tutti noi abbiamo un prototipo di relazione: chi se lo immagina come nei film e chi, invece, ha una visione più realistica del tutto. Le relazioni simbiotiche, in un modo o nell’altro, fanno parte del nostro immaginario comune: utilizziamo questo concetto quando vogliamo indicare un tipo di relazione��ben precisa.
Relazione simbiotica: a cosa facciamo riferimento❓
Partiamo dal presupposto che il termine simbiosi fa riferimento ad una forma precisa di pensiero che determina un tipo di comportamento di stretta dipendenza all’altro: infatti, nella relazione simbiotica, il vero e proprio punto centrale è la dipendenza affettiva ed il mancato confine tra i due partner.
Per via di questa dipendenza, i due soggetti si fondono senza possibilità di individualità; questa dipendenza diventa ancor più evidente nel timore della separazione: i partner temono che ciò possa avvenire e vivono continuamente con questa paura.
Sembra un po’ quello che avviene nel rapporto tra bambino-genitore, non è vero❓
In effetti, la relazione simbiotica è una tappa fondamentale nello sviluppo del soggetto ed infatti, quando avviene nelle prime fasi del rapporto genitoriale, è praticamente normale: il bambino, almeno nei primi anni di vita, è dipendente dal proprio genitore, poiché da lui dipende il suo nutrimento e la sua possibilità di vivere.
Questa dipendenza diventa meno presente quando il bambino cresce: col tempo, impara a “vivere” anche a distanza dai propri genitori, anche se ciò può creare non pochi problemi. Il vero e proprio momento in cui avviene la rottura di questo rapporto di vera e propria dipendenza simbolica è quello dell’adolescenza: in questa fase, il soggetto ricerca il suo vero essere e la sua autonomia.
Perché si cercano relazioni simbiotiche❓
Se nell’infanzia il rapporto simbiotico è “normale”, sicuramente non lo è quando ciò avviene nella vita adulta. Si dovrebbe essere in grado di capire che un rapporto sano è dettato da individualità e da unione: la combinazione di questi due fattori è necessaria.
Spesso, però, il soggetto può ritrovarsi a cercare e creare nuovamente relazioni simbiotiche anche da adulto a causa del rapporto che il soggetto ha avuto con i propri genitori: la maggior parte di noi, cerca ciò di cui ha già fatto esperienza e che, in un certo senso, lo ha fatto stare bene. Inoltre, avendo fatto esperienza di quel tipo di relazione, nella sua mente è visto come l’unica possibile.
Per questo, un soggetto che ha vissuto con i propri genitori un rapporto simbiotico, tenderà a cercarlo anche in seguito: ciò avviene, nella maggior parte dei casi, in modo automatico e inconsapevole. Questo avviene, ad esempio, quando il rapporto con il genitore è dettato da iperprotettività: in questo caso, il genitore cercando di proteggere il proprio figlio dalle difficoltà, non fa altro che aumentare la sua insicurezza.
La protezione diventa, agli occhi del bambino, un messaggio ben preciso: “non posso farcela senza mia madre/mio padre”, quindi il figlio si sentirà sempre dipendente dal proprio genitore.
Un altro tipo di rapporto simbiotico è quello in cui il genitore è dominante rispetto al figlio: quello in cui sopprime la sua individualità. Questo è molto pericoloso perché il bambino si sente dipendente dal genitore che non dovrà mai deludere.
Come si manifesta la relazione simbiotica❓
Ciò che ci permette di capire se siamo di fronte ad una relazione simbiotica è sicuramente l’intensa interdipendenza dei partner: la coppia appare come perfetta e i partner sono complici in tutto: stessi hobby, stessi progetti, scambio continuo di effusioni.
Insomma, i due partner sembrano incastrarsi magicamente uno all’altro. Nessun litigio, nonostante la vita di uno sembri essere quella dell’altro: tutto è vissuto insieme in una completa fusione, tipo quello che avviene nelle coppie dei film.
In realtà, ciò che si nasconde dietro questa coppia è ben altro: la fusione c’è ed è reale, ma è davvero malsana e non esistono confini o individualità dei soggetti.
Un rapporto malsano, in cui l’Io scompare, per lasciar il posto al “Noi”, che finisce per diventare più importante di tutto il resto.
Cosa succede, però, se uno dei partner sente il bisogno di autonomia e indipendenza❓Capita, spesso, che uno dei partner colpevolizzi l’altro facendolo sentire in colpa per la bizzarra idea di voler avere spazio e autonomia.
Consigli per chi vive relazioni simbiotiche
Come più volte ribadito, questo tipo di rapporto è disfunzionale perché non c’è una vera e propria maturazione del rapporto che quindi non ha modo di evolvere e di cambiare, col passare del tempo.
Consapevolezza
Prima cosa da fare è assumere consapevolezza rispetto alle proprie fragilità e quelle del proprio rapporto.
Questo può emergere quando, appunto, il proprio partner chiede autonomia e indipendenzao quando manifesta il bisogno dei propri spazi, oppure quando siamo noi a desiderare di voler avere più tempo e spazio per le nostre cose.
In questo momento è cruciale capire il rapporto che stiamo vivendo: cosa ci sta dando❓Ma soprattutto, cosa ci sta togliendo❓
Queste sono domande a cui, anche se con sofferenza, dobbiamo dare risposta, perché solo così possiamo capire ciò che davvero sta succedendo nel nostro rapporto: solo così possiamo parlarne con il nostro partner e, quindi, collaborare per una “soluzione”.
“Quando in una coppia, i due partner sono sempre d’accordo su tutto, uno dei due sta pensando per entrambi.” (Freud)
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Dio, questo deve essere uno degli scritti più difficili in cui mi sia mai cimentato… insomma, come si fa a spiegare il rapporto tra padre e figlio? Si possono davvero decodificare 30 anni di perdersi e ritrovarsi, di volere e di rifiuto, di silenzio e d’attesa, e di scuse - sopratutto di scuse -, culminati in un viaggio dall’altra parte del mondo per riscoprirsi, finalmente, a vicenda?
Il fatto è che ho trascorso tutta la giovinezza a cercare di smettere i panni di figlio inseguendo il miraggio di un’identità veramente mia. L’ho fatto per diventare grande. Per diventare libero. Tocca a tutti, prima o poi, no? E mio padre, lui c’era a ogni passo, se non per come avevo bisogno di lui, quantomeno nella misura di cui era capace.
Quando ero bambino, lui era l’estraneo da decifrare. Quando ero adolescente, il nemico da combattere. E poi, da adulto, lo specchio in cui affacciarmi. Non ero pronto, però. Non ero pronto a vedere in me tutto ciò che odiavo di lui. E così sono fuggito. Sono fuggito il più lontano possibile, dall’altra parte del mondo, tentando di diventare il padre che lui non era mai stato.
E poi, una notte di quattro anni fa, nel momento di più grande scoraggiamento, la sua email. “Scusami,” diceva, tra le tante altre cose. Cose di cui non sono ancora pronto a raccontare. Cose che hanno cambiato tutto, spazzando via le brutture, permettendoci di gettare nuove fondamenta e iniziare a cercare dei nuovi noi.
Ci sono voluti anni. Ce ne vorranno ancora. Ma ci stiamo riuscendo. Siamo qui, insieme, nella Terra che chiamo “casa”, e ci stiamo riuscendo.
E scrivo. Devo. Devo farlo.
Scrivo non per sbandierare la mia intimità ai quattro venti ma perché, scrivendo, io vivo meglio. Sono in tanti ad avermi definito “saggio” e, per quanto lusingato, mentirei per omissione se accettassi il complimento senza scavare più a fondo. Non è qualcosa con cui sono nato, questa sensibilità, la propensione a scomporre le cose. L’ho allenata. L’ho coltivata. L’ho sviluppata, e l’ho sviluppata scrivendo. E non parlo dei libri. È qui, su questa piattaforma, in questa comunità, che accade la magia. Mi piace raccontarmi che lo faccio per lavoro, per raccogliere fondi e supportare Still I Rise e i nostri bambini nel mondo. Ma la verità è che è un bisogno personale. Scrivo perché scrivere mi obbliga a guardarmi dentro. Mi obbliga a dare un nome alle cose, anche quelle più brutte, quelle più scomode, quelle che altrimenti farei di tutto per dimenticare. Scrivendo io esploro me stesso e, di riflesso, decifro il mondo - quello dentro di me e quello che mi circonda. Scrivere per me è studio del sé. È affrontare la paura. Ma, soprattutto, è terapia. È cura. Ed è guarigione.
E in questi giorni, dopo anni trascorsi lontani, sto guarendo, finalmente. Mi piace pensare che stiamo guarendo entrambi, io e il mio papà.
Nicolò Govoni
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Caro papà ,
Spero che questa lettera ti trovi bene e ti raggiunga nel profondo del tuo cuore. Voglio condividere con te i miei pensieri e sentimenti, esprimendo le emozioni che ho tenuto dentro di me per troppo tempo. So che eri lì fisicamente, ma in qualche modo sento che non eri davvero presente nella mia vita.
È difficile per me affrontare il fatto che non ho mai sperimentato un autentico legame con te. Hai partecipato alle attività familiari, hai fornito il sostegno finanziario e ti sei assicurato che le nostre esigenze di base fossero soddisfatte. Tuttavia, ho sentito che mancava qualcosa di essenziale: il tuo coinvolgimento emotivo e il tuo interesse sincero per la mia crescita personale.
Mi ricordo di quando ero bambino e cercavo la tua attenzione e il tuo affetto. Mi piaceva mostrarti i miei disegni o raccontarti delle piccole avventure quotidiane, ma spesso mi sentivo ignorato o poco importante. Sono cresciuto cercando di soddisfare le tue aspettative, sperando che potessi essere orgoglioso di me. Purtroppo, sembrava che niente fosse mai abbastanza.
Mi rendo conto che potresti aver avuto le tue ragioni per essere così distante. Forse eri sopraffatto dalle responsabilità della vita o avevi le tue battaglie personali da combattere. Tuttavia, il vuoto che hai lasciato nella mia vita ha avuto un impatto significativo su di me. Ho spesso lottato con l'autostima e ho cercato affetto altrove, sperando di trovare quello che mi mancava in te.
Ora che sono adulto, rifletto sulla nostra relazione e mi rendo conto che il passato non può essere cambiato. Tuttavia, voglio che tu sappia che desidero ardentemente costruire un rapporto autentico con te. Vorrei poter condividere le gioie, le speranze e le sfide della mia vita con te. Vorrei che tu fossi interessato alle cose che mi appassionano e che mi sostenessi nel percorso che ho scelto.
Questo non è un tentativo di incolparsi a vicenda o di rimuginare sul passato, ma un sincero desiderio di riunirci come padre e figlio. Spero che tu sia disposto a intraprendere questo viaggio insieme a me. Sappi che è mai troppo tardi per cambiare e costruire un rapporto significativo. Ciò richiederà impegno e pazienza da entrambe le parti, ma ne vale sicuramente la pena.
Ti prego, considera ciò che ho scritto e rifletti sulla tua influenza nella mia vita. Sono pronto a perdonare e a iniziare da capo. Spero che tu sia disposto a fare lo stesso. Non voglio che la nostra relazione rimanga solo un legame biologico; voglio che diventi qualcosa di vero, speciale e duraturo.
Ti abbraccio con affetto e spero di poter intraprendere
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LO ZUCCHERO FA MALE
LO ZUCCHERO FA MALE
Fin da piccoli ci bombardano con idee e informazioni totalmente false sull’alimentazione. Ad esempio, che il principale fattore di rischio per le malattie cardiache è il consumo di grasso. Lo zucchero, quindi, sembrava una sostanza innocua e senza effetti collaterali. Nel 2016, però, uno studio ha rivelato che l’industria zuccheriera ha corrotto numerosi ricercatori. Il motivo? Tenere nascosto qualsiasi effetto dannoso dello zucchero che invece oggi sappiamo essere legato al cancro e alle patologie del cuore. Lo zucchero rende sicuramente la via più dolce. Ma purtroppo rende anche l’organismo più debole e soggetto a disturbi spiacevoli. Molti appassionati di dolci sanno di avere una dipendenza dagli zuccheri di cui spesso hanno difficoltà a liberarsi. ZUCCHERI AGGIUNTI IN TUTTI GLI ALIMENTI Ma forse non tutti sanno che non bisogna essere necessariamente dei mangiatori cronici di dolciumi per rischiare un sovraccarico di zuccheri.
Molti alimenti, anche salati, presentano un elevata concentrazione di zucchero che si accumula nell’organismo. E’ il classico monito che si da a chi, adulto o bambino che sia, consuma troppi dolci, bibite e caramelle. Chi desidera rimanere in forma deve ridurre il consumo di zuccheri il cui abuso, notoriamente, favorisce l’aumento di peso. Bevande zuccherate, snack e caramelle sono, inoltre, acerrime nemiche dei denti. Provocano la formazione delle carie e danneggiano lo smalto dei denti. Quel che è peggio è che, come è noto, gli zuccheri danno dipendenza e più se ne consumano, più se ne desiderano. L’eccessivo consumo, inoltre, altera la percezione dei sapori da parte delle papille gustative. L’assuefazione al gusto dello zucchero porta a percepire il cibo meno dolce di quello che è, favorisce, dunque, la tendenza ad aggiungere sempre più zucchero negli alimenti. Le conseguenze dannose per l’organismo…
Il ruolo dello zucchero nella produzione di energia da parte dell’organismo è noto a tutti. Quello che però talvolta si ignora è che eccedere con lo zucchero a volte, può provocare una sensazione di debolezza anziché di dinamismo. Ciò è dovuto ai repentini picchi glicemici ai quali seguono proporzionati cali di zuccheri nell’organismo. Più alto sarà il picco, maggiore sarà il calo. Ma non è finita, perché, per un meccanismo simile a quello del picco glicemico, chi consuma troppo zucchero, soprattutto alla sera, è soggetto a soffrire d’insonnia. Anche il sistema immunitario risente dell’eccessivo consumo di zuccheri che vanno ad alimentare lo sviluppo di batteri dannosi a scapito di quelle benefici. I danni dello zucchero
Lo zucchero è una lama conficcata dentro il sistema immunitario. Agisce anche a livello psicofisico, andando a nutrire paure e a indebolire la nostra capacità di gestire le situazioni. Oltre ai danni causati a ossa e denti, intasa il metabolismo Le più recenti evidenze scientifiche, cui fa riferimento anche l’OMS, collegano un’eccessiva assunzione di zucchero a malattie quali: - obesità - colesterolo alto - malattie cardiache - diabete E queste, sembrano provocare gli stessi danni, in termini di morti e malati, che possono provocare fumo e alcol. L’attenzione dell’Oms è concentrata anche sul rapporto tra zucchero e malattie dentali, in particolare carie. Sono le malattie non trasmissibili più diffuse a livello globale e le loro cure assorbono il 5% – 10% delle spese sanitarie nei paesi industrializzati e l’intero budget a disposizione per la sanità infantile nei paesi a basso reddito medio.
I bambini, quindi, con l’aumento dell’obesità infantile e delle carie, sono fortemente coinvolti nell’analisi dei danni dello zucchero sulla salute e delle buone regole per contrastarli. Non sono però gli unici soggetti a rischio. Molte patologie legate ad una dieta ricca di zuccheri, oltre a quelle più comuni già citate, riguardano gli adulti. Nel corso della vita, infatti, queste persone possono presentare problemi di intestino, poiché troppi zuccheri possono alterare la flora batterica, soffrire di pressione alta, come chi consuma troppo sale, o di problemi di memoria. Esistono poi alcune preoccupazioni legate alla raffinazione industriale dello zucchero; un processo chimico che potrebbe aumentare il rischio di sviluppare il cancro. Molte persone tendono a distinguere tra zucchero bianco e zucchero di canna, ma in realtà non sembrano esserci significative differenze. I danni a metabolismo, denti e ossa
Gli zuccheri semplici contrastano la deposizione minerale nell'osso inducendo nell'organismo una situazione di acidosi che il corpo contrasta "smontando" il carbonato di calcio (che ha un'azione tampone) delle ossa. Questo processo indebolisce in modo impressionante le ossa, provocando l'osteoporosi. Gli zuccheri semplici intasano il principale metabolismo delle cellule, noto come ciclo di Krebs. Questo comporta l'accumulo degli zuccheri sotto forma di grasso, e quindi obesità, che nell'uomo è principalmente addominale mentre nella donna si verifica più a livello di cosce e glutei. L'accumulo di grasso, specialmente se addominale, porta ad un incremento del rischio di eventi cardio-vascolari, come infarto e ictus, allo sviluppo di tumori della mammella, del colon, della prostata, di problemi epatici come steatosi, ascite, ipertensione, diabete e tutte le sue complicanze (cecità, insufficienza renale, etc). La cosa più sorprendente riguarda gli effetti nocivi dello zucchero sul nostro cervello. Vediamoli insieme. Effetti nocivi dello zucchero sul cervello
Dipendenza
Sembra incredibile, ma la dipendenza da zucchero è un problema reale. Questo disturbo interessa sempre più persone che sentono di dover consumare questa sostanza in maggiore quantità per stare bene. Chi elimina lo zucchero dalla propria vita sperimenta sintomi molto sgradevoli nei primi giorni di disintossicazione. Tra questi potrebbero manifestarsi mal di testa, nausea, debolezza muscolare, ansia e cali di pressione. Per fortuna, non sono permanenti, durano il tempo necessario affinché il corpo si abitui. Come funziona la dipendenza da zucchero? - Quando viene assorbito dall’organismo, lo zucchero rilascia una grande quantità di endorfine nel cervello. - Abbiamo bisogno di consumare questa sostanza per sentirci bene e gli altri aspetti della nostra vita non ci danno lo stesso piacere. Problemi di memoria e difficoltà di apprendimento
Perdita di memoria Uno studio condotto dai ricercatori dell’università della California sul consumo di fruttosio (un tipo di zucchero presente nella verdura, nella frutta e nel miele) ha dimostrato che questa sostanza ha degli effetti negativi sulla formazione di sinapsi nel cervello. In altre parole, quando consumiamo molto fruttosio, la nostra capacità di imparare e formare nuove connessioni diminuisce. D’altra parte, altre ricerche dimostrano una diminuzione del livello di BDNF, ovvero del fattore neurotrofico cerebrale, legato alla nostra capacità di generare nuovi ricordi e imparare nuove cose. Sembra che esista una correlazione tra il consumo di zucchero e l’insorgenza dell’Alzheimer. La comunità medica sta pensando persino di classificare questa patologia come diabete di tipo 3. LA POSIZIONE DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ Nel marzo 2015 sono state pubblicate le nuove linee guida riguardo l’assunzione di zuccheri per adulti e bambini dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: l’assunzione di zuccheri semplici deve essere inferiore al 10% del consumo totale di energia.
Un’ulteriore riduzione al di sotto del 5% dell’energia totale (25 grammi = 6 cucchiaini) fornirebbe ulteriori benefici per la salute. L’OMS si riferisce agli zuccheri semplici, ovvero quei zuccheri che vengono aggiunti nei cibi in fase di produzione, ad esempio per zuccherare bevande, ma anche nelle merendine o nei cereali. Nessun limite, invece, per i cosiddetti zuccheri intrinseci, quelli presenti naturalmente nella frutta o nella verdura, per i quali non ci sono evidenze di effetti dannosi per la salute. Molti fattori di rischio, tra le cause più comuni delle malattie non trasmissibili, sono legati alla cattiva alimentazione e alla mancanza di attività fisica. Se è vero, che è possibile curarsi con il cibo, allo stesso modo l’assunzione eccessiva di zuccheri, attraverso bevande e “cibi spazzatura”, può avere effetti negativi per la salute.
Le alternative allo zucchero bianco
Un’ottima alternativa èlo sciroppo d'acero (65% saccarosio), il malto (50% in maltosio) e il miele, senza eccedere, per evitare processi infiammatori. Ottime alternative sono anche lo sciroppo d'agave e la stevia, una piantina con un potere dolcificante superiore allo zucchero, completamente priva di effetti collaterali. Potreste anche coltivarla come piantina sul balcone e una volta essiccata tritarla e usarla al posto dello zucchero. Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata. Leggere Disclaimer ★★★★ se ritieni utile questo articolo condividilo Liberamente
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### Tema sul Mutismo Selettivo: Cause, Effetti e il Rapporto con l'Ipnosi Professionale
#### Introduzione
Il mutismo selettivo è un disturbo dell'infanzia caratterizzato dall'incapacità di parlare in determinate situazioni sociali, nonostante il bambino sia in grado di farlo in altri contesti, come in famiglia. Questo disturbo può influenzare significativamente lo sviluppo sociale, emotivo e accademico di un individuo, causando difficoltà nelle interazioni quotidiane. Mentre le cause sono molteplici e ancora oggetto di studio, diversi trattamenti sono stati esplorati, tra cui l'uso dell'ipnosi professionale, che si è dimostrata promettente in alcuni casi.
#### Cause del Mutismo Selettivo
Le cause del mutismo selettivo non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che siano multifattoriali, coinvolgendo fattori biologici, psicologici e ambientali. Alcune delle principali teorie includono:
1. **Ansia sociale**: La più comune spiegazione del mutismo selettivo è una forma estrema di ansia sociale. I bambini con mutismo selettivo possono provare un'intensa paura di essere giudicati o di fare errori quando parlano in situazioni sociali.
2. **Temperamento**: Alcuni bambini hanno un temperamento più inibito e tendono a essere naturalmente più ansiosi in nuove situazioni, il che può contribuire allo sviluppo del mutismo selettivo.
3. **Fattori genetici**: Studi su gemelli e famiglie suggeriscono che ci potrebbe essere una componente genetica nel mutismo selettivo, collegata a una predisposizione all'ansia.
4. **Esperienze traumatiche**: Anche se meno comune, in alcuni casi il mutismo selettivo può essere legato a eventi traumatici o situazioni di forte stress, come abusi o separazioni.
#### Effetti del Mutismo Selettivo
Il mutismo selettivo può avere diversi effetti negativi sulla vita di un bambino o di un adulto, inclusi:
1. **Problemi scolastici**: La difficoltà di comunicare può portare a difficoltà nell'apprendimento, riduzione delle performance scolastiche e isolamento sociale.
2. **Difficoltà nelle relazioni sociali**: L'incapacità di esprimersi può portare a una riduzione delle interazioni sociali, rendendo difficile stringere amicizie o partecipare ad attività di gruppo.
3. **Impatto emotivo**: Il mutismo selettivo può contribuire a una riduzione dell'autostima, depressione, o un aumento dell'ansia, peggiorando la condizione nel lungo termine.
#### L'Ipnosi come Trattamento per il Mutismo Selettivo
L'ipnosi professionale è stata esplorata come trattamento complementare per il mutismo selettivo, spesso in combinazione con altre terapie come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). L'ipnosi può aiutare i pazienti a rilassarsi e ridurre l'ansia, affrontando le radici del problema emotivo senza la pressione di dover parlare immediatamente.
##### Come funziona l'ipnosi
L'ipnosi vera e professionale si basa sull'indurre uno stato di rilassamento profondo, durante il quale il paziente è più aperto a suggerimenti positivi. Nei casi di mutismo selettivo, un ipnoterapeuta può lavorare per alleviare le paure sottostanti del paziente legate al parlare in pubblico, migliorare l'autostima e creare associazioni positive con il linguaggio.
#### Efficacia dell'Ipnosi
Gli studi hanno mostrato risultati contrastanti riguardo all'efficacia dell'ipnosi nel trattamento del mutismo selettivo, ma ci sono casi documentati in cui l'ipnosi ha portato miglioramenti significativi, soprattutto quando utilizzata come parte di un approccio terapeutico multidisciplinare.
#### Testimonianze di Personaggi Famosi
1. **Maya Angelou**: La famosa scrittrice e attivista ha sofferto di mutismo selettivo da bambina a seguito di un trauma infantile. Pur non avendo utilizzato l'ipnosi per il suo recupero, ha spesso parlato della sua esperienza di guarigione attraverso il potere delle parole e della narrazione.
2. **Marcus Bower**: Comico e autore britannico, ha condiviso la sua esperienza con il mutismo selettivo durante l'infanzia, raccontando di aver beneficiato dell'ipnosi per superare l'ansia sociale.
3. **Gareth Gates**: Il cantante britannico, che ha sofferto di balbuzie e mutismo selettivo, ha attribuito parte del suo miglioramento all'uso dell'ipnoterapia per gestire l'ansia legata alla sua condizione.
#### 20 Ricerche Scientifiche Accreditate sul Mutismo Selettivo e l'Ipnosi
1. **Black, B., & Uhde, T. W. (1995). Treatment of Selective Mutism with Fluoxetine**.
2. **Kristensen, H. (2000). Selective Mutism and Comorbidity with Developmental Disorder**.
3. **Dow, S. P., Sonies, B. C., & Scheib, D. (1995). A Multidisciplinary Approach to Selective Mutism**.
4. **Oerbeck, B., Stein, M. B., Pripp, A. H., et al. (2014). Selective Mutism: A 5-Year Follow-Up Study**.
5. **Cohan, S. L., Chavira, D. A., & Stein, M. B. (2006). Practitioner Review: Psychosocial Interventions for Selective Mutism**.
6. **Vecchio, J. L., & Kearney, C. A. (2007). Selective Mutism in Children: A Review and Integrative Model**.
7. **Nowakowski, M. E., Cunningham, L., & McHolm, A. E. (2009). Treatment of Selective Mutism**.
8. **Viana, A. G., Beidel, D. C., & Rabian, B. (2009). Selective Mutism: A Review and Integration of the Last 15 Years**.
9. **Steinhausen, H. C., & Juzi, C. (1996). Elective Mutism: An Analysis of 100 Cases**.
10. **Shipon-Blum, E. (2007). Treatment for Selective Mutism: An Overview**.
11. **Manassis, K., Tannock, R., Garland, E. J., et al. (2007). The Use of Medication in Selective Mutism**.
12. **Busse, R. T., & Downey, J. A. (2011). Selective Mutism: An Overview of Assessment and Treatment**.
13. **Muris, P., & Ollendick, T. H. (2015). Children Who are Anxiously Aloof: A Review on Selective Mutism**.
14. **Cleator, H., & Hand, L. (2001). The Needs of Teachers and Headteachers in the Management of Selective Mutism**.
15. **Cunningham, L., McHolm, A. E., & Boyle, M. H. (2006). Behavioral and Medication Treatment of Selective Mutism**.
16. **Kearney, C. A. (2010). Helping Children with Selective Mutism and Their Parents**.
17. **Bergman, R. L., Piacentini, J., & McCracken, J. T. (2002). Prevalence and Description of Selective Mutism in a School-Based Sample**.
18. **Hua, A., Major, N., & Minor, C. (2019). Selective Mutism in Childhood: A Case Study**.
19. **Morris, S., & Klein, R. G. (1988). Treatment of Elective Mutism with Imipramine**.
20. **Manassis, K. (2009). Cognitive Behavioral Therapy for Selective Mutism**.
#### Conclusione
Il mutismo selettivo è un disturbo complesso che può influenzare profondamente la vita di chi ne soffre. Le sue cause sono varie, ma l'ansia sociale gioca un ruolo dominante. Tra le diverse opzioni terapeutiche, l'ipnosi professionale si è dimostrata un trattamento promettente per ridurre l'ansia e migliorare la capacità di comunicare in alcuni pazienti. Tuttavia, è fondamentale un approccio multidisciplinare per ottenere i migliori risultati.
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