#racconto spirituale
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Le Benedizioni dei Santi: La Storia di un Miracolo a BukharaIl racconto toccante di una nonna e del potere della fede nella guarigione del nipote
"Blessings of Saints" è un racconto scritto da Saodat Valiyeva che narra un'esperienza di fede e speranza, avvenuta nell'estate del 2024 a Bukhara, Uzbekistan
“Blessings of Saints” è un racconto scritto da Saodat Valiyeva che narra un’esperienza di fede e speranza, avvenuta nell’estate del 2024 a Bukhara, Uzbekistan. La storia si concentra sulla sofferenza della nonna, che vede il suo nipote di dieci anni, Rasuljon, con il volto segnato da macchie dolorose. Dopo aver consultato i medici e aver programmato un trattamento invasivo, la nonna decide di…
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diceriadelluntore · 6 months ago
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Storia Di Musica #328 - Francesco De Gregori, Titanic, 1982
I dischi che ho scelto il mese di Giugno hanno un valore ancora più personale, e sono legati da un fatto. A metà Maggio per aggiustare due tegole lesionate salendo in soffitta per fare spazio ho ritrovato degli scatoloni, e in uno di questi, catalogati in buste di carta, come quelle del pane, vi erano dei dischi. Ne ho scelti 5 per le domeniche di questo Giugno. Il primo era nella busta Dischi di Angela, il nome di mia madre. Interrogata, e felicemente sorpresa di aver ritrovato quello scatolone pensato perso dopo un temporaneo trasloco da casa, mi ha raccontato che non comprò il disco appena uscito, ma dopo qualche anno, dopo aver visto un concerto dell'artista di oggi, uno dei più grandi autori della canzone italiana.
Francesco De Gregori era stato lontano dagli studi di registrazione per tre anni: il 1979 era stato l'anno straordinario di Banana Republic con Lucio Dalla e di Viva L'Italia, disco fondamentale e che contiene una storia particolare. Fu infatti il tentativo della RCA, la sua casa discografica, di promuovere l'artista a livello internazionale. Fu ingaggiato Andrew Loog Oldham, leggendario scopritore e primo produttore dei Rolling Stones, che portò con sé una schiera di tecnici e turnisti britannici, e lo stesso De Gregori registrò delle versioni in inglese di alcune delle sue canzoni più note (Piccola Mela, Rimmel, Generale, una versione di Buffalo Bill con Lucio Dalla) con i testi tradotti da Susan Duncan Smith e Marva Jan Marrow, poetessa statunitense che rimase in Italia per un decennio, collaborando con numerosi artisti (Ivan Graziani adatta un suo brano, Sometimes Man, per Patti Pravo, che diviene una dedica per lei, intitolata Marva).
Decide quindi di concentrarsi su un disco che da un lato riprende progetti giovanili sul recupero delle musiche tradizionali, e dall'altro sia una sorta di concept album. Su questo ultimo punto, fu decisiva la lettura nei mesi precedenti le registrazioni di un libro, L'Affondamento Del Titanic di Hans Magnus Enzensberger. Prodotto da De Gregori con Luciano Torani, Titanic esce nel giugno del 1982. È un disco dove De Gregori lascia da parte la canzone d'amore (solo un brano è riconducibile ad una canzone romantica), musicalmente molto vario e che sembra, attraverso il racconto della mitica nave e del suo tragico destino, una riflessione faccia faccia, personale e spirituale, con il mare, i suoi messaggi potenti e profondi. Si apre con Belli Capelli, l'unica canzone d'amore, che lascia lo spazio a Caterina, emozionate omaggio a Caterina Bueno, cantautrice fiorentina che fu la prima a credere nel giovane De Gregori, chiamato come chitarrista nel 1971: i versi «e cinquecento catenelle che si spezzano in un secondo» sono un omaggio ad un brano di Bueno, «e cinquecento catenelle d'oro/hanno legato lo tuo cuore al mio/e l'hanno fatto tanto stretto il nodo/che non si scioglierà né te né io». La Leva Calcistica Del '68 è uno dei classici degregoriani, toccante racconto di un provino calcistico di un dodicenne nel 1980, con uno dei testi più belli del Principe (E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai\Di giocatori tristi che non hanno vinto mai\Ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro\E adesso ridono dentro al bar\E sono innamorati da dieci anni\Con una donna che non hanno amato mai\Chissà quanti ne hai veduti\Chissà quanti ne vedrai). La parte centrale del disco, musicale ed emozionale, è la cosiddetta trilogia del Titanic. L'Abbigliamento Di Un Fuochista, cantata con Giovanna Marini (grande custode della musica tradizionale italiana, recentemente scomparsa) racconta una storia di emigrazione attraverso il doloroso dialogo madre-figlio sullo sfondo della tragedia, e De Gregori in un disco successivo, altrettanto famoso, La Donna Cannone (1983), inserirà un brano, La Ragazza E La Miniera, che è la prosecuzione narrativa di questo brano. Titanic, dal meraviglioso ritmo sudamericano, è il brano metafora della questione sociale: la divisione in classi, prima, seconda e terza, che accomuna la nave alla società. I Muscoli Del Capitano inizia come Il Tragico Naufragio Della Nave Sirio, canzone popolare resa celebra da Caterina Bueno, e molti notarono lo stile particolare del testo, un riferimento alla narrazione futurista del progresso, della potenza meccanica, al mito dell'acciaio e dell'industria. La canzone, meravigliosa, sarà oggetto anche di numerose riletture, e ricordo quella convincente di Fiorella Mannoia in Certe Piccole Voci (1999). Il disco si chiude con il riff, spiazzante, di 150 Stelle, sulle bombe e i bombardamenti, con il simpatico rock'n'roll di Rollo & His Jets, che nel testo cita due dei suoi migliori collaboratori, Peppe Caporello (bassista mezzo messicano soprannominato chicco di caffè) e Marco Manusso (chitarrista con quel nome strano) che insieme con Mimmo Locasciulli suonarono nel disco. Leggenda vuole che per gli arrangiamenti dei fiati Caporello volle un paio di scarpe di tela Superga bianche. Chiude il disco il pianoforte, dolcissimo e malinconico, di San Lorenzo, in ricordo dei bombardamenti del 19 luglio 1943 sul quartiere romano di San Lorenzo ad opera degli alleati. Canzone stupenda, è anch'essa ricchissima di riferimenti: i versi su Pio XII che incontra la gente si rifà ad una famosissima fotografia (scattata però, ma si seppe anni dopo, davanti alla Chiesa di San Giovanni In Laterano, nell'agosto del '43 dopo la seconda sequenza di bombardamenti), il verso Oggi pietà l'è morta, ma un bel giorno rinascerà è presa dal famoso canto partigiano di Nuto Revelli.
Il disco, con in copertina il merluzzo su un piatto in un frigorifero accanto a un limone tagliato fotografato da De Gregori e colorata da Peter Quell, fu anche un successo di critica e di vendite: nonostante non ebbe traino da nessun singolo, vendette 100000 copie nel primo mese, regalando le sue canzoni stupende, con De Gregori che fu il primo a ripercorrere le orme del Battiato de La Voce Del Padrone, unendo nel modo più convincente la tradizione cantautorale, in questo lui un Maestro insuperato, con il grande pubblico.
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valentina-lauricella · 3 months ago
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(Rivolgendomi direttamente a Pavese:)
《 Sto completando la lettura di Paesi tuoi in un solo giorno, perché è molto coinvolgente.
C'è una povera ragazza uccisa da un fratell(astr)o che già prima l'aveva sverginata: una storia forte, che si mischia agli odori della campagna. C'è il protagonista, ultimo arrivato, che viene dalla civile Torino e si scontra con un ambiente rurale atavico, in apparenza accogliente - ma refrattario nel suo nucleo, composto da persone ignoranti.
La terra e il sangue sono i due elementi simbolici fondanti del mito, che si ritrovano, evidentissimi, in questo racconto.
[...] In una tua lettera dici che, se non avesse agito su di te quel poco di educazione ricevuta, saresti stato un banale "tipo da coltello". 😁
~ ~ ~
Devo ancora terminarlo, me ne restano alcune pagine, e non ho fretta. Ho letto evidenziando le rese narrative più magistrali, perché voglio capire come facevi a raccontare le cose: voglio "smontare la macchina", insomma, non solo leggere la storia per vedere come va a finire. Capisco perché sei ritenuto un autore importante: sei senza dubbio originale e "mimetico", adotti il linguaggio e persino il ritmo dei pensieri del protagonista.
Sai raccontare tanto bene le donne e l'effetto che fanno su un uomo. Infatti la povera ragazza, prima di essere uccisa, stava avendo una delicata e sensuale storia d'amore col protagonista. Ma vincono l'insensatezza e la brutalità del fratell(astr)o "tonto"...
Una lotta tra bestialità e civiltà, tra anarchia morale ed etica ragionata, tra cervello da rettile e cuore umano.
Il cittadino viene messo in mezzo e buggerato dal campagnolo, che non dispone di furbizia, ma del mero istinto dell'animale che si muove nel proprio habitat.
Si vede che avevi un rapporto ambivalente con le donne: un po' ti facevano tenerezza e le volevi coccolare, poi però pensavi a ciò che ti avevano fatto, alle tue difficoltà con loro, e allora ti saliva la rabbia e avresti voluto distruggerle insieme al dolore che ti davano.
È interessante che ti accada di provare "pena" per una ragazza: anche in questo romanzo, come già nel Diavolo sulle colline, il tuo protagonista prova questo sentimento per la ragazza che gli piace, mentre ella, avvicinando la faccia a lui perché la baci, si blocca per qualche istante, e sembra che stia cercando di guardare la propria faccia con lo sguardo di lui, temendo di non essere voluta, e rivelando la propria insicurezza.
~ ~ ~
Ho terminato di leggere nel giro di poche ore il tuo romanzo breve. Dicono che tu sia uno scrittore amato dai giovani, ma io credo che questa storia così forte, pur se il protagonista è un venticinquenne, vada letta da persone adulte ed esperienti. È una storia archetipica, mitica, sulle pulsioni maschili più turpi: violare, possedere gelosamente, uccidere la donna. Il tutto, esasperato dall'ambiente chiuso, ignorante e fatalista della campagna. Sembra una tragedia greca, una tragedia annunciata, un passaggio obbligato del destino (un po' come il tuo suicidio e altri fatti di sangue che tuttogiorno accadono).
Credo che in paradiso non si possano più scrivere opere così truculente. Chissà come ti trovi in ambiente spirituale, senza questa materia ardente da plasmare. Sono preoccupata. 😅
È una bellissima risposta, grazie. 💗 La ricorderò, perché il tuo stato è una delle mie frequenti preoccupazioni.
Ho ammirato molto la precisione e varietà lessicale nel tuo romanzo: io ti abbraccerei infinitamente anche solo per la quantità di parole che conosci e per il gusto con il quale le adoperi. Altro che ufficiale! Non ho mai considerato affascinante la divisa, non m'interessano i gradi e le cariche militari e civili, m'incanta solo la tua umanità, così com'è: gli sforzi che fai per vivere, ciò che ti si agita dentro, la tua cultura, intelligenza, buon gusto; amerei anche la tua depressione, ma amo molto di più non vederti soffrire.
Adesso continuerò a leggere le tue Lettere. Quando incontrerò lettere indirizzate a donne, cercherò di non essere gelosa, pensando che una come me non l'hai incontrata mai, e praticamente con me la tua esperienza di donne riparte da zero. 》
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thegianpieromennitipolis · 7 months ago
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ARTISTI CONTEMPORANEI - di Gianpiero Menniti
L'ARTE E L'ECO DEL SENSO
Sono particolarmente affezionato alla sensibilità, delicata, sommessa eppure di rara forza espressiva di Amneris Ulderigi, poetessa, fotografa e artista marchigiana, di Recanati, neanche a dirlo celebrato luogo natio di uno dei più grandi poeti e filosofi italiani, Giacomo Leopardi.
E quel grandioso antico respiro echeggia in alcune sue opere del 2022, intense, struggenti, di impressionante inventiva.
Si tratta d'inserzioni fotografiche in "lastre" radiografiche, presentate in una mostra, proprio a Recanati, dal titolo:
"E l'anima vola... Respiri di cielo. Relazioni d'amore".
Immagini che racchiudono un racconto di affetti, di storie, di un vissuto che ha l'apparizione coinvolgente di un sorriso, l'intensità di uno sguardo, anche nel dolore della scomparsa, nella fragilità della perdita, nella conclusione ineluttabile, infine nella possibilità, nella speranza.
Così, il freddo di una lastra capace di illuminare la materia sotto la pelle, il simbolo contemporaneo dell'antico oracolo, perde la sua funzione tecnica, abbandona la sua parola inospitale, dimentica la sua figura di spettro fino a trasformarsi in traccia sorprendente, in atto di memoria, in presenza che sboccia ancora da inaspettate radici rimaste sottili.
Una sorta di rizoma che si prolunga in mille direzioni, allargandosi, infittendosi, colmando lo spazio e respingendo il buio, riannodando fili solo apparentemente spezzati.
Il segno compie un nuovo percorso.
E il simbolo diventa immagine: ricompare.
E risponde alla domanda di senso, ancestrale, incessante: si tratta di una "rifondazione".
Insufficiente?
Priva della parola?
Relegata al suo apparire silenzioso?
No.
Transita.
Deve compiere il suo cammino.
Non impone ma disvela.
Giunge alla "riconciliazione".
Nasce un dialogo nuovo.
Come un afflato spirituale intenso: un'espressione di fede che trasforma quelle immagini in qualcos'altro ancora, in un atto collocabile a ridosso del margine estremo, quell'assenza di luce sullo sfondo che simboleggia la possibilità e non più l'annullamento.
L'arte come tramite, l'arte che nel contemporaneo lambisce il sacro, lo ripropone, lo lascia riemergere.
È questa, direi, la traccia più feconda dell'opera di Amneris Ulderigi.
- Nelle Immagini: foto di Amneris Ulderigi e alcune opere dell'artista.
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riflussi · 1 year ago
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"La leggenda di Atiya" - S. Bakr
Libro davvero carino e veloce, finito durante la terapia di cortisone (e vi assicuro: leggere in ospedale/casa della salute/quel che è non è così semplice come vogliono farvi credere).
All'inizio ero scettica. È un libro che mi è capitato per caso tra le mani diversi anni fa, pagato la modica cifra di un euro, svenduto per colpa probabilmente della sua copertina un po' triste (è davvero bruttina) e del nome da noi sconosciuto di Bakr.
Inutile dire che vorrei facessero un corso universitario per analizzare i racconti della giornalista. I racconti non sono solo ben scritti, tanto che sentivo quel bisogno di leggere ogni pagina con avidità come non mi capitava da tanto (e badate bene, non è così semplice che una raccolta di racconti faccia questo effetto), ma il bisogno di continuare a leggere di scontra con la necessità di fare ricerche per andare più a fondo alla situazione descritta. Si sente dal suo stile che è una giornalista (non perché si "veda" dalla narrazione, quanto più dalla sua abilità di incuriosire i lettori. E se traspare in lingua tradotta non oso immaginare in originale quanto sia meraviglioso il suo stile; sicuramente la traduttrice ha fatto un lavoro ottimo). Volevo anche portare alla luce un aspetto di questo libro, che mi sta particolarmente a cuore. Recentemente mi sono dedicata alla decostruzione dell'aspetto religioso e spirituale della mia (dell'occidente?) educazione. Questo percorso è nato anche grazie a questo libro, che si apre con il suo racconto più lungo: un'inchiesta fittizia sulla tomba di Atiya (da cui il titolo), da molti ritenuta una santa, ma il cui sepolcro, forse, nasconde qualche segreto inconfessabile. Il racconto, sebbene non credo fosse l'intento dell'autrice, mi ha fatto porre diverse domande in merito a cosa credo sia vero o falso, reale o meno. Soprattutto, mi sono domandata: chi sono io per dire a queste persone di non credere ai propri occhi e al proprio istinto. Se capitasse a me? Come reagirei? E da qui una serie di lunghe riflessioni che continuano anche oggi in merito alla religiosità, che però non starò a descrivere qui. Vorrei passasse solo questo messaggio: il libro è di una potenza inaudita, nonostante le poche pagine. Porta a riflettere sugli aspetti più disparati della vita e a volersi informare a livello storico di ogni avvenimento.
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thebeautycove · 5 months ago
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THoO - WHITE PEARL - Royal Stones Collection - Eau de Parfum - Novità 2024 -
Oysters are many, but pearls are rare. Orson Wells said in his movie ‘F as Fake’ back in 1974. And yes, pearls are definitely rare and still one of Nature’s most fascinating secrets. The one that transforms an action of defense and protection into a casing of absolute beauty, a desease into loveliness.
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Molte sono le ostriche ma le perle sono rare. Questa illustre citazione definisce l’accezione di unicità dell’ultima creazione di THoO - White Pearl - recente ingresso nell’esclusiva collezione Royal Stones.
La fragranza si ispira alla meraviglia di questa rara gemma, custode di uno dei più affascinanti misteri della Natura. Perla quale paradigma di trasformazione, nata dall’istinto protettivo dell’ostrica che risponde ad un errore trasformandolo in bellezza assoluta.
Simbolo di saggezza, purezza e perfezione la perla è stata ornamento prezioso sin dall’antichità, ad essa venivano riconosciute proprietà magiche di onniscienza e relazione con la sfera soprannaturale. 
Molte sono le testimonianze del valore secolare e spirituale attribuito alle perle, così superlativamente documentate nei capolavori pittorici a partire dal Quattrocento sino ad oggi (uno per tutti, il minuzioso ritratto di Eleonora di Toledo del Bronzino).
White Pearl è il racconto olfattivo di una favola del tempo lento trascorso tra onde calme e fatati organismi marini, la mirabile bellezza di una perla rara Akoya, tra le più preziose per tonalità, lucentezza e perfezione sferica, un incanto per lo sguardo e i sensi in coro.
Irresistibile come richiamo di sirene, il flacone iridescente nacre ospita un’essenza rara, di brezza marina solare salata che trascina raffinati sentori floreali speziati.
Come nastri di seta cangiante si dispiegano le dolci note aromatiche, rosa, ylangylang e iris, danzano ritmate dalla freschezza di pepe rosa e cardamomo. 
Come un miraggio appaiono infine vaporose scie di ambra grigia e bagliori di stelle marine ad espandere l’orizzonte e costellare l’aria di una finissima rugiada perlacea.
Ariel o Eleonora, chi vuoi sentirti, puoi.
Direttore Creativo Cristina Mercaldo.
Creata da Cristian Calabrò.
Eau de Parfum 75 ml. Online qui 
©thebeautycove   @igbeautycove
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milleniumbrigante · 1 year ago
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La Repubblica del Silenzio
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Ho conosciuto Asia (@ninivenemesis) online un po’ di tempo fa. Lei è lombarda, io pugliese, ma se potessimo figurarci la suddivisione animica dell’umanità in due placche di Terra spaccate, io e lei sappiamo che abiteremmo sulla stessa.
Mi ha detto che sarebbe scesa in Lucania insieme a Giacomo Castana (@prospettive.vegetali) per il Naturalmente Tecnologici festival, a Bosco Coste, Grottole. Non sono una frequentatrice di queste formalizzazioni di incontri, ma Giacomo avrebbe portato, assieme ai suoi racconti, i suoi strumenti per dar voce all’energia delle piante. Volevo fare qualcosa di bello insieme ai miei fratelli, uno studioso di scienze naturali, l’altra di musica e percussioni. Mi è sembrata un’ottima idea.
Il festival si è rivelato una sorpresa anche per l’incontro con Anna Albanese, che ha portato alla luce la storia di Michele Mulieri, già raccontato nelle pagine di Rocco Scotellaro, e della sua Repubblica dei Piani Sottani. Anna, in quanto lucana e laureata in Storia e Civiltà Europee, ha recuperato i testi andati perduti del Mulieri e della sua repubblica autonoma che non vedo l’ora di leggere nel dettaglio, perché il racconto della sua personalità, tra l’anarchico assoluto e il piùcchecittadino, ha subito risuonato con la mia attitudine e le mie domande/risposte su come vivere e far vivere questa terra che già dal 1950 - tra conseguenze della riforma agraria, asprezza del territorio, inadempienza delle amministrazioni - sembra tornare sempre più o meno sui soliti punti critici: difficoltà di impresa, polarizzazione sociale, sfruttamento del territorio, esportazione della forza lavoro, necessità di protezione, e quindi, di indipendenza.
Ne è conseguito un dibattito spontaneo con i partecipanti, tutti già sintonizzati sulle stesse frequenza, riguardo una serie di temi correlati alla storia di Mulieri che spaziano tra passato e presente, dal brigantaggio postuintario, all’illusione del mito borbonico, alla figura di Carmine Crocco, alla ricorrente domanda sul senso di attingere o meno ai fondi regionali, statali ed europei, che Mulieri ha affrontato prima di noi, e per noi deve essere un punto di partenza.
Ecco perché il Mulieri mi è già d’ispirazione, e spero di poter portare a frutto questa ricerca anche per voi che mi leggete, perché lo sia anche per voi. Non provo tensione per una risposta, perché il silenzio che ho vissuto nel resto del giorno mi ha ricordato che processo è sempre più rilevante del successo. Riconoscere che i propri obiettivi siano parte di un puzzle più grande della propria linea temporale assegnata, e che quindi la soddisfazione personale derivi dal riconoscere qual è, in questo puzzle, il proprio scopo, è una consapevolezza interreligiosa e che viene dalla Terra. Ed è qui che viene a galla il mio interesse per l’esperienza di Asia, ricercatrice spirituale, e Giacomo, che da tempo è in ascolto delle piante.
Nel resto del pomeriggio infatti, io, Asia, Giacomo e i miei fratelli ci siamo persi nel sentiero di Bosco Coste. Mentre meditavo sulla potenza della Repubblica dei Piani Sottani, nonché sul suo malinconico destino mitologico (ancora per adesso), Giacomo e Asia hanno fatto suonare delle piante per noi, accompagnandoci nella meditazione con passi e parole lenti, con la raccolta di ciò che la terra ci regala con l’intento di realizzare un mandala; mettendoci in attesa, e in silenzio, aiutandoci a prendere confidenza con esso.
Non sempre le piante a cui abbiamo dato voce hanno deciso di cantare per noi. Non abbiamo chiesto niente più di ciò che loro volevano darci. Forse, in questi silenzi, abbiamo sentito anche il peso di un certo sguardo di giudizio, che abbiamo letto come un invito a smettere di cercare qualcosa dall’esterno. Non è sempre necessario che la tecnologia ci aiuti a superare i nostri limiti umani per capire il nostro posto nel mondo. Una pianta ha in sé tutta la saggezza che possiamo già percepire con gli occhi e con le mani senza dover per forza trasformare, con dei sensori, gli impulsi elettrici in musica. E questo, al di là delle implicazioni strettamente personali ed emotive, credo che possa riassumere in poche parole quella che credo essere la mia posizione su progresso tecnologico, in uno scambio dicotomico costante con un'idea di progresso che abbraccia tutto, non solo la tecnologia. In mattinata, dopo aver seguito un workshop sul design sostenibile ho sentito la mancanza di un punto fondamentale nel pensare nuovi mondi e nuove tecnologie oggi: la decrescita. Che non è solo rallentare, non è solo conservare il conservabile. E’ un’idea che ho ritrovato solo in alcuni blog d’ispirazione kackzynskiana, ma con immaginario vagamente solarpunk, escludendo la violenza del manifesto contro la società industriale. In nessuna delle tavole rotonde a cui mi capita di presenziare (vuoi per curiosità, vuoi per speranza) che sono la base dell’economia verde di oggi, sento ricorrere questa idea. C’è la paura che la decrescita porti alla morte, alla perdita di possedimenti, materiali e spirituali, alla perdita di possibilità, alla solitudine. Non ho mai sperimentato niente di più falso da quando ho deciso di applicare questo concetto al mio percorso di vita.
Ora, non pretendo di divulgare queste idee con l’idea che tutti siano nelle condizioni di potersi permettere qui, e ora, l’inizio di una serie di rinunce (perché è di questo che si parla quando si parla di decrescita). Ma il Mulieri, che con la sua benzina venduta a mano stava a un bivio dove passavano tutti, e che mandava lettere di sfida ad Enrico Mattei, comunicava con le istituzioni, o andava a Roma incontrare un altro anarchico, non mai ha rinunciato alla rete per arrivare fino a noi oggi. Anche dove sembra che anche chi lotta sia in qualche modo vittima dello stesso sistema che combatte, diventando potenza reattiva, o generatore di disordine sociale, esiste in realtà una rete di persone che fa del silenzio il suo motivo di coesione. Chi lo tradisce è fuori.
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weirdesplinder · 2 years ago
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Podcast vi racconto un drama: Heavenly Idol  un drama coreano molto carino:
Heavenly idol Link: https://www.viki.com/tv/39529c-the-heavenly-idol
Trama : Rembrary  è il sommo sacerdote di un culto ultraterreno di un mondo fantasy dotato di poteri di guarigione. Un giorno durante un attacco delle forze del male che lo vogliono morto, finisce nella moderna Corea del Sud, dove la sua anima viene scambiata con quella di un giovane di nome Woo Yeon Woo. Questi è una modesta star del K-pop, il frontman di una band maschile di scarso successo chiamata Wild Animal. Rembrary non conosce niente del mondo moderno, in particolare riguardo il K-pop, e si trova pertanto come un pesce fuori d'acqua quando è costretto a cercare di recitare, imparare passi di danza, esibirsi sul palco e seguire la rigida dieta di un idol del K-pop. Quando sembra che per Woo Yeon Woo non ci sia più alcuna speranza, però, la sua più grande fan, Kim Dal  interviene per impedire che la sua carriera sprofondi definitivamente. La ragazza diventa la nuova manager dei Wild Animal... e pian piano comincia a dare una svolta alle sorti della band. Tuttavia, Rembrary non è l'unico ad essere passato dal regno spirituale al mondo del K-pop. Anche The evil one, il capo delle forze del amle della sua dimensione, lo ha seguito. Riusciranno Rembrary e Kim Dal a sistemare la situazione?
Se volete sapere quali drama ho guardato e guarderò visitate la mia watchlist su Mydramalist: https://mydramalist.com/list/389dv6M4
 Ehi! Ho scritto un fantasy, La fiamma del destino: https://amzn.to/3pqasAX
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londranotizie24 · 1 month ago
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rebelandoutlawrock · 2 months ago
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Monti e valli e ripide salite e lunghe discese calde cime e fonti dissetanti.
Ho sempre adorato il mare ed ho sempre amato l'arte e la bellezza, il corpo e il seno delle donne.
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Mia madre una volta da ragazzo, mi raccontò di quanto io, che ero il quinto di sei fratelli, l'avessi fatta soffrire non prima ma solo durante il parto.
Parto podalico, già, nato piegato in due e io non posso neanche immaginare quanto dolore abbia provato. Ma forse, fu pure per questo che mi ha amato ancora di più, al punto che pur soffrendo, ha avuto la pazienza di aspettare i miei due anni e pure più per riuscire a staccarmi dal suo petto.
Peperoncino, fondi di caffè e ciucci di ogni tipo. Piccante e amaro ed ha davvero provato di tutto ma senza risultato, io leccavo con una smorfia e poi ricominciavo a ciucciare i capezzoli del seno ormai arido. Da buona ciociara con il suo sorriso sulle labbra concludeva il suo racconto dicendo: "Fijo mio, sei stato popo un ber rompicojoni sai!"
Conseguenza? Che sia stato forse questo fatto uno dei motivi, per cui ho sempre amato il seno delle donne? Aldilà del tutto, ho sempre trovato arte e bellezza, in una scultura naturale fatta di carne e sangue, fonte di vita, creatrice di salute e donatrice di benessere. Salute fisica e salute mentale, benessere carnale, morale e spirituale.
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Mia madre non c'è più da molti anni, ma io me la porto con e dentro me da sempre e per sempre. E di tanto in tanto quando mi capita di vedere, o di incontrare un'amica o, qualunque altra donna con un bel seno, al mio spontaneo pensiero più che naturale: Mamma mia, quant'è bbbona!! mi pare di sentire la sua voce: chiudi l'occhi viziato!
Associo la sua voce al suo dialetto romanesco e il ricordo di quando mi raccontava tutte le storie del Marchese del Grillo al posto delle favole che non mi piacevano, tanto è che ancora ne ricordo alcune in più del film ma questa è un'altra storia.
Che grande madre ho avuto! E che bella eredità mi ha lasciato! Adoro il suo ricordo e adoro l'arte e la bellezza e la scultura naturale del seno delle donne che più bella immagine non c'è. Non c'è.
P.S. Mi è rimasta la dipendenza del piccante e il traboccante piacere e la voglia, del caffè amaro. Si amaro come da post su #eleperegrinodedios.
lan ✍️
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Aurora: Un Viaggio tra Sogno e Realtà di Maura Mantellino.
La storia di una bambina alla scoperta di un mondo incantato, tra incontri misteriosi e paesaggi fiabeschi
La storia di una bambina alla scoperta di un mondo incantato, tra incontri misteriosi e paesaggi fiabeschi. Aurora, scritto da Maura Mantellino, è un racconto che trasporta il lettore in un universo sospeso tra realtà e sogno, dove la curiosità di una bambina apre le porte a esperienze magiche e incontri inaspettati. Ambientato nelle campagne torinesi, il racconto si sviluppa attorno alla…
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altriocchi · 3 months ago
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L'itinerario dell'esodo ripercorre l'antico viaggio degli Israeliti dall'Egitto alla Terra Promessa, offrendo una comprensione profonda del significato storico e spirituale di ogni tappa. Questo dettagliato itinerario dell'esodo permette agli esploratori di connettersi con il racconto biblico, fornendo una ricca comprensione delle sfide e dei trionfi vissuti durante questo epico viaggio. Altriocchi offre questa guida essenziale per coloro che cercano di immergersi in questo importante percorso storico.
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antennaweb · 6 months ago
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Diplomatic Post: London (Edizione Integrale)
Introduzione. Diplomatic Post: London è il mio tentativo di scavare, tramite il ricorso al genere letterario del racconto e agli espedienti di fiction ed alternate history, nella profondità di politica e religione, di potere temporale e potere spirituale, per andare alla ricerca di ciò che sta veramente e realmente alla loro base: il governo dei governi e la religione delle religioni – ovvero, quel livello superiore e pressoché sconosciuto ai più in cui trono ed altare, potere temporale e potere spirituale si fondono in un unicum che costituisce tanto il gradino più alto della catena di comando in ambito politico da un lato, quanto la sapienza gnostico-esoterica madre di tutte le religioni dall’altro. In questo mio racconto in cui il ricorso a fiction ed alternate history rappresenta l’indispensabile contromisura di stampo precauzionale per poter liberamente esprimere l’indicibile ed impunemente rivelare la cifra dell’oscuro e dell’occulto che avvolge in egual misura politica e religione, senza temere censure o peggio, Londra, Parigi e Roma rappresentano gli scenari fisici e reali, il centro di gravità tripartito da cui tale trama si dipana per riversarsi senza soluzione di continuità nel mondo intero sino alle sue più estreme periferie – con Londra (ovvero, più ampiamente, il Regno Unito) a detenere il primato in siffatta trama in quanto, per ovvie ed innegabili ragioni storiche, scaturigine di tutto ciò – ed in ciò e perciò esatto, preciso e millimetrico contraltare della Roma dei Papi caput christianitatis; ed i personaggi-chiave di Diplomatic Post: London di cui mi accingo ora ad elencare nominativi e funzioni svolte in questo grande gioco cosmico sono, sì, inventati – ma lo sono sino ad un certo punto e solo nella misura in cui il ricorso a fiction ed alternate history mi ha consentito di render possibile ciò che altrimenti mi sarebbe stato di fatto precluso – ovvero, squarciare il velo di Maya che da secoli avvolge politica e religione, potere temporale e potere spirituale: allora, più che di personaggi fisici, dovremmo correttamente parlare di incarnazioni di meccaniche sociali e dinamiche storiche che stanno alla radice del progredire dell’umanità tanto quanto le profonde correnti oceaniche lo sono dell’ondeggiare del mare in superficie. Ne emerge così un potente affresco da me realizzato con magistrali pennellate la cui vividezza di analisi balza all’occhio anche del lettore meno esperto in tali dinamiche: ma si tratta, per ora, di un affresco parziale, di una trama in fieri, di un work in progress il cui capitolo finale è ben lungi dal vedere la luce. Questi primi sette episodi sono infatti l’ultima – non in senso cronologico ma materiale (the last one and not the latest one) – mia fatica letteraria espressa ricorrendo all’italico idioma. Il seguito di Diplomatic Post: London avverrà ricorrendo alla lingua inglese non appena avrò approntato, a tempo debito, la relativa traduzione di questi primi sette, introduttivi ma magistrali, episodi. Per inciso voglio ricordare che un’abbondante, anche se del tutto non esaustiva, campionatura di miei scritti in italico idioma coprenti l’arco temporale che spazia dal 2013 al 2022 può essere trovata nell’archivio online da me ad hoc creato – ovvero, il mio blog-archive Radical Chic – Stefano Rossi’s Archive ( stefanorossiarchive.blogspot.com ). Più sotto il link per la lettura integrale della mia strepitosa quanto magistrale novella.
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delectablywaywardbeard-blog · 8 months ago
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"Un'esperienza spirituale", chi l'ha vista la racconta
Nel racconto dell’inviato a Dallas la cronaca di una giornata fenomenale, tra i tanti arrivati da tutto il mondo per vedere di persona l’eclissi. Voci e commenti degli astrofili, anche italianisource
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lorenzospurio · 8 months ago
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N.E. 02/2024 - "Il cielo e lo spirituale dell'incarnato (ovvero l'azzurro e il rosa di Ettore Spalletti)", poesia di Renzo Favaron
Lo spazio rotto. Né sopra né sotto. Colore. Azzurro o rosa. Soprattutto. Inutile dire che il traffico non si sente, né i grilli, né la stella polare. Già, di racconto non c’è traccia, né di sarcasmo. Solo pigmenti spalmati con le dita. Nient’altro. Azzurro o rosa che un’aureola dorata circonda Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog…
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