#racconti di animali
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Il lupo Wolf: Un racconto di sopravvivenza e alleanza scritto da Maura Mantellino. Recensione di Alessandria today
Un lupo affamato e un cane da caccia stringono un'alleanza improbabile per sopravvivere in un mondo ostile.
Un lupo affamato e un cane da caccia stringono un’alleanza improbabile per sopravvivere in un mondo ostile. Nel suo racconto “Il lupo Wolf”, Maura Mantellino, già apprezzata autrice su Alessandria Today, ci offre una storia toccante e piena di significato ambientata a Torino. Il protagonista, Wolf, è un lupo scaltro e forte, ma costantemente affamato, che si scontra ripetutamente con il…
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Tre cani (che poi erano quattro)
Non si parla di enciclopedie
Ho rivisto un mio caro amico poco tempo fa. Non ci vedevamo da un po', ci eravamo sentiti nel lockdown poi gli impegni e il caso ci hanno allontanato. Fortunatamente la nostra amicizia fa sì che appena ci ritroviamo è come se ci fossimo lasciati il giorno prima.
Anni fa, appena sposato, avevano trovato lui e la moglie una cucciolata di cani abbandonati poco dopo ma nascita. Erano stati chiusi in una busta e buttati come dei rifiuti. Non so quanta crudeltà sia necessaria per un gesto simile eppure qualcuno lo fece. Caso volle che una delle due femmine di questa cucciolata sia riuscita ad aprire la busta e a scappare. Il mio amico si trovò a passare proprio allora e i fari della sua auto illuminarino quello che inizialmente sembrò un grosso topo. Scese dalla macchina assieme alla moglie e si accorsero che invece era un cucciolo che attirò la loro attenzione verso i fratelli. Erano quattro in tutto, due femmine e due maschi. Cercarono consigli su come prendersi cura di questi cuccioli e chiamarono un amico veterinario il quale disse loro di non affezionarsi troppo a questi quattro cani perché senza la mamma sarebbero vissuti poco visto che non hanno capacità di termoregolazione e hanno bisogno del latte materno come nutrimento, un latte molto più grasso di mucca per esempio che prendiamo noi.
Non sono più andati a chiedere consiglio a questo amico veterinario e si arrangiarono come meglio poterono per far sopravvivere i cuccioli. Acqua bollente in bottiglie di plastica cambiata ogni due ore o poco più, coperte, latte di cagna acquistato in un negozio di animali a cifre esorbitanti (quasi 20 euro a litro mi pare di ricordare) e i cani sono sopravvissuti quasi tutti: uno non ci riuscì un maschio. Rimasero Mucchetta pezzata bianco e nero come una mucca, Daisy la seconda femmina color beige e Birillo colorato come Daisy, molto esuberante e affettuoso ma con la vescica debole. Si emozionava tutte le volte che vedeva qualcuno cui era affezionato.
Mucchetta era la capobranco, colei che quella notte aveva salvato i fratelli. Crebbero bene tutti e tre, amati e qualche tempo dopo si aggiunse Pallino un cane disabile che i miei amici andarono a prendere fino a Parma per portarlo nella loro famiglia. Pallino si riprese al punto da non dover più camminare con le rotelline. Purtroppo Pallino fu anche il primo che se ne andò.
Più recentemente se ne sono andati anche gli altri tre. Prima Daisy, poi Birillo. Mucchetta è stata l'ultima anche se ormai era malconcia pure lei ha aspettato fino a che non se ne sono andati i suoi fratelli. Come ha sempre fatto in vita è stata la capobranco che si è presa cura dei fratelli, li ha salvati e li ha accompagnati fino alla fine della loro vita prima di andarsene pure lei.
Non so se davvero esiste qualcosa dopo la morte, non so se esiste un paradiso o un inferno a seconda di come ti sei comportato in vita, ma se esiste mi auguro esista un paradiso per i cani e per gli animali in genere.
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Racconti di viaggio - parte 1
L'India non è per tutti.
È un paese complicato che mette a dura prova te stesso in molti aspetti.
Il primo aspetto è l'igiene. Io non sono affatto una persona schifettosa e igieno-fobica come molte persone del primo mondo sono (anzi faccio cose che solo a dirle molti mi vomiterebbero in faccia), per cui ho un'alta tolleranza alla carenza di igiene e pulizia e la cosa mi è pesato solo in un punto. In India hanno le case mediamente a posto, ma fuori è letteralmente una discarica a cielo aperto: non ci sono cestini, proprio non esistono, e l'immondizia si butta a terra con tutta la non-chalance del mondo, che sia una bottiglia di plastica o un piatto di carta con rimasugli di cibo. Tutto a terra, sempre. Questo ovviamente crea spesso odori molto sgradevoli e una presenza esagerata di insetti e mosche ovunque. La cosa molto triste è anche che ci sono tantissimi animali in giro tra mucche e cani abbandonati (letteralmente centinaia, mai visti così tanti sebbene dove sono cresciuta è sempre stato pieno) che mangiano quella roba e spesso è praticamente plastica. Più dello schifo questa cosa mi ha messo molta tristezza. L'unico punto che proprio non ho tollerato su questo tema è l'assenza di carta igienica. Pensavo fosse una mancanza della casa del mio amico e invece persino nei ristoranti non c'era. Piuttosto mettono sempre una fontana o una mini doccia da usare a mo' di bidet... va bene, perfetto, ma io dall'acqua puoi come mi asciugo? Mistero della fede (ancora oscuro).
Il secondo aspetto è la povertà. Ero nella capitale per cui in teoria ci dovrebbe essere una concentrazione alta di gente che riesce a vivere dignitosamente (e infatti è così perché i miei amici avevano case okay, sebbene i palazzi siano fatiscenti all'esterno), eppure la quantità di gente che vive in delle baracche di fortuna o per strada è allarmante. Manco fossero in guerra come in Palestina. Una volta ho letteralmente visto una madre che faceva il bagnetto in strada a sua figlia con una bottiglia d'acqua. In più, quando la madre del mio amico mi ha detto: "dopo arriva la persona che pulisce per cui chiedile anche di pulire la tua stanza" io mi aspettavo una donna, come da noi, matura o quanto meno adulta... invece mi ritrovo davanti una BAMBINA. Avrà una decina di anni e viene pagata dalla famiglia del mio amico per pulire e lavare a terra (con lo straccio tra le mani, mica con la mazza da scopa), lavare i piatti ecc. Quando me la sono trovata davanti e l'ho vista pulire ho avuto una pietà infinita.
Esiste una parte di India ancora più povera di quella che ho visto, eppure, esiste anche un'India che sa rivaleggiare con il primo mondo. Quando sono andata in ospedale perché la mia amica giapponese scema si è sentita male tra febbre e diarrea, l'ospedale non sembrava affatto fatiscente e anzi non aveva nulla da invidiare a un comune ospedale italiano. Bollywood sa sfornare film di una profondità e di un genio disarmanti. In ultimo, quest'anno sono riusciti ad andare totalmente da soli sulla luna. È un piccolo continente che racchiude in sé i problemi di tutto il globo e, da europea, la cosa è straniante.
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Ti ho scritto una poesia, ma non so se te la farò mai leggere. Oggi abbiamo scoperto che i rondoni non sono così simili alle rondini, e che passano la maggior parte della vita in volo, compresi il sonno e l’accoppiamento. Ogni tanto guardo la tua pelle e mi chiedo come sarebbe accarezzarla. Parliamo di etologia e mi racconti che effetto ti ha fatto leggere Darwin a 20 anni. Mi chiedo anche come sarebbe leggere qualcosa scritto da te - quasi mi stupisco che non sia mai successo. Ti racconto come nel mondo animale la differenza morfologica fra individui appartenenti alla stessa specie ma di sesso differente sia presupposto di poligamia: nei rondoni non c’è molta differenza tra maschio e femmina, e quindi, probabilmente, sono animali monogami (Wikipedia conferma). A volte spero che il mio corpo sia in grado di adoperare una qualche forma di comunicazione non verbale che ti faccia capire esattamente quello che provo, al di là di quello che posso coscientemente dire, senza tra l’altro un fine specifico: solo che tu sappia quello che mi succede quando stiamo insieme. L’idea di finalismo è totalmente assente in Darwin, mi dici, eppure, quasi 200 anni dopo, troviamo ancora difficile guardare alla natura senza pensare che vi sia una sorta di intelligenza a manovrarla, finendo per scambiare le cause con gli effetti. Ci sono poco meno di 2 metri tra la mia bocca e la tua, eppure mi pesano come se fossero 2000 km. Leggiamo che il sonno dei rondoni si chiama uniemisferico, con i due emisferi cerebrali che si alternano nello stato di veglia per controllare il volo, permettendo loro di non fermarsi durante i lunghi viaggi migratori. Spero, almeno, di sognarti stanotte.
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Farine
Ogni anno, quando ci sono gli sconti Adelphi (tra Fine Gennaio e Fine Febbraio), compro un libro che sta in una ormai ingiallita lista di titoli, alcuni irrecuperabili, altri fuori catalogo e altri non ancora presi per vari motivi (disponibilità, tempo, anche a volte economiche).
Tra questi c'era questo libro
Nella presentazione sinottica di Adelphi, c'è scritto: Il libro che finalmente ci ha fatto capire che cosa vedessero gli antichi nel cielo.
Giorgio De Santillana è stato un fisico italiano, nato a Roma nel 1901, e costretto dalle leggi razziali a fuggire dal nostro Paese nel 1938 verso gli Stati Uniti. Lì insegnò a lungo al MIT di Boston, occupandosi soprattutto di Storia del Pensiero Scientifico.
E quando nel 1969 l'uomo sbarca sulla luna pubblica un saggio, insieme alla etnologa tedesca Hertha von Dechen, dal titolo suggestivo: Il Mulino Di Amleto. Saggio sul mito e sulla struttura del tempo.
La tesi di fondo degli autori è affascinante: la mitologia antica non è solo un racconto epico, ma è il modo in cui dei saggi arcani hanno trasmesso le loro idee e conoscenze sul cosmo e sulla misurazione del tempo. Un pensiero come quello antico non poteva che esprimere in termini mitici quelle che sono verità razionali, matematiche: in una parola, scientifiche. Per questo lo fa attraverso animali nei cieli, storie di Giganti, maghi, fiumi, oceani. Per dimostrare ciò, De Santillana e von Dechen si prodigano in un colossale, erudito e sorprendentemente ricco tesoro di miti, storie, brani che vanno dai miti Norreni a quelli Greci e Romani, da quelli babilonesi a quelli Indiani, dalla Cina fino ai miti Polinesiani e delle grandi civiltà sudamericane, alla ricerca di un fattore comune, una "tragedia cosmologica" che gli antichi erano stati capaci di individuare: la lenta ma inesorabile trasformazione del cielo delle stelle fisse causata dalla precessione degli equinozi. Questa capacità secondo gli autori era già presente in "arcaici saggi" circa 5 mila anni fa, e la saggezza del mito simbolico è stata una pratica che si è perpetuata almeno fino a Platone, secondo loro ultimo "discendente" di questi saggi astronomi.
Invito chiunque sia arrivato a leggere fino a qui a vedere i commenti che il libro ha sui siti sia di lettori che di vendita dei libri. Nella quasi totalità dei casi è considerato un libro capolavoro, un geniale saggio che scardina gli studi del settore, un classico di mitologia comparata.
Quello che invece ho sentito io è che, nonostante lo studio francamente gigantesco e ammirevole delle fonti (che farà aumentare la ingiallita lista di almeno una cinquina di raccolte di racconti mitologici) la tesi del libro (che è di 420 pagine, più 120 di Appendice e 100 di bibliografia) non solo non è dimostrata, ma non è affatto dimostrabile. Detto che è dal punto di vista filologico molto discutibile la qualità e la scelta delle traduzioni e gli autori che sono stati usati per rafforzare l'ipotesi di base, ci sono almeno tre punti storico-critici incontrovertibili:
non è mai stato dimostrato che la precessione degli equinozi sia stata scoperta prima di Ipparco, nel 127 A.C., cosa che invece il saggio pone almeno due millenni prima;
la divisione dello zodiaco in dodici segni da trenta gradi ciascuno, altro punto centrale di tutto il discorso astronomico del saggio, è quasi certamente una convenzione che inizia soltanto nel V secolo a.C. a Babilonia, e non ci sono a 60 anni di distanza dalla pubblicazione di questo libro ipotesi che sia stata architettata 3 mila anni prima;
l’ipotesi di un unico Ur-mito di migliaia di anni fa di natura astronomica è essa stessa un mito, nato nell’Ottocento e ormai improponibile in ambito accademico.
Credo sia la prima volta che parlo di un libro che, per quanto mi abbia stuzzicato e in molti punti anche provocato ammirazione, è davvero complicato, in molti punti intellegibile sotto la cascata infinita di citazioni in lingue più o meno morte, e di rimandi che molto spesso è palese fossero prese per i capelli, e niente affatto evidenti le corrispondenze. A tale riprova, va detto che il libro non uscì mai in ambito accademico, che di per sé non è un male, ma che alla fine è diventato il testo "culto" di un certo fanatismo occultista.
Non mi resta che spiegare il titolo. Amleto prima di essere il protagonista indimenticabile della tragedia di William Shakespeare, è stato uno dei miti fondativi delle popolazioni scandinave. Il racconto più bello è quello che fa Saxo Grammaticus nel De Gesta Danorum (XIII secolo), ma probabilmente si rifà a miti molto più antichi: infatti è possibile risalire da Amleth a Amblothæ, Amladhe ed Amlaighe fino alle saghe islandesi di Amlóði il quale, secondo quanto si racconta nel medievale discorso sull’arte scaldica, “fuori dall’orlo terrestre” possedeva un crudele “mulino di scogli”, mosso da nove fanciulle: per questo una delle kenning – le avviluppate metafore della lirica norrena – per significare il mare è Amlóða kvren, il mulino di Amleto.
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NOT SO BERRY CHALLENGE 3
La Not So Berry Challenge - Versione 3 è una sfida per The Sims 4 che si articola su 10 generazioni, ognuna caratterizzata da un colore dominante, tratti specifici, un'aspirazione, una carriera e una serie di obiettivi unici. Ogni generazione ha una propria storia collegata alle precedenti, creando una narrazione coerente che si sviluppa di generazione in generazione.Questa versione introduce nuovi temi come la botanica, la tecnologia, la criminalità e il mondo degli animali, con una forte enfasi sullo sviluppo personale dei Sims e sul legame tra le varie generazioni. Ogni generazione deve affrontare le sue sfide, cercando di costruire sull’eredità lasciata dai predecessori.
Regole Generali:
1.Ogni generazione deve completare gli obiettivi specifici indicati.
2.Ogni generazione deve rispettare il colore tematico sia per il Sim che per la casa.
3.Non è permesso usare trucchi per modificare le relazioni o il denaro (ad eccezione di quando specificato).
4.I Sims possono usare il trucco "freerealestate" per ottenere la prima casa.
5.I nomi sono a vostra scelta.
Obiettivi Generali:
•Ogni generazione deve superare delle prove legate alla propria carriera, aspirazione e vita personale.
•Le scelte fatte da una generazione possono influenzare le storie e le possibilità delle generazioni future.
•Ogni generazione deve lasciare una traccia tangibile del proprio percorso, sia essa materiale (una casa, un giardino, un’azienda) o intangibile (fama, relazioni sociali, invenzioni).
Generazione 1: Smeraldo
Nome: Ivy Smeraldo (opzionale per tutte le generazioni)
Colore: Verde smeraldo.
Tratti: Amante della natura, Ambizioso, Scroccone.
Aspirazione: Botanico Freelance.Carriera: Botanico (Branca Giardinaggio).
Storia: Ivy è cresciuta in una piccola casa di campagna, affascinata dalle piante e dal loro potere curativo. Quando scopre un antico diario nel giardino della nonna, decide di dedicare la sua vita alla botanica per scoprire i segreti delle piante e creare un giardino perfetto. Il suo sogno è riportare in vita una misteriosa pianta leggendaria, il Fiore dell'Eterna Giovinezza, menzionata nel diario
Obiettivi:
Raggiungere il livello massimo nella carriera di Botanico.
Creare un giardino botanico con almeno 15 piante diverse e curate al massimo livello.
Ibridare almeno 10 piante diverse e creare 5 nuove specie.
Scoprire e coltivare il Fiore dell'Eterna Giovinezza.
Avere una pianta bovina viva e farla mangiare almeno un Sim non facente parte della famiglia.
Generazione 2: Zaffiro
Nome: Sapphire Smeraldo
Colore: Blu zaffiro.
Tratti: Romantico, Perfezionista, Snob.
Aspirazione: Autore di Bestseller.
Carriera: Critico d’Arte (Branca Arti Culinarie).
Storia: Sapphire è la figlia di Ivy. Cresciuta tra le meraviglie del giardino botanico di sua madre, sviluppa un'anima poetica e una passione per la scrittura. Vuole condividere con il mondo le storie della sua famiglia e dei misteriosi segreti della natura che ha imparato da sua madre. Tuttavia, la sua ricerca della perfezione la porta a isolarsi, allontanandosi dalla realtà e vivendo tra le pagine dei suoi libri.
Obiettivi:
Scrivere almeno 5 libri bestseller.
Avere una relazione instabile con almeno 3 partner diversi.
Creare una collezione personale di quadri esclusivi che rappresentino la sua vita.
Non sposarsi finché non si è adulti.
Generazione 3: Opale
Nome: Pearl Smeraldo
Colore: Bianco perla.
Tratti: Estroverso, Creativo, Buono.
Aspirazione: Sim Incredibile (completare 3 aspirazioni diverse).
Carriera: Attore.
Storia: Pearl, figlia di Sapphire, cresce immersa nelle storie straordinarie della sua famiglia e nei racconti fantasiosi della madre. Desiderosa di vivere una vita straordinaria come quelle nei libri di sua madre, Pearl cerca la fama e il successo come attrice. Tuttavia, si scontra con la dura realtà dell'industria dell'intrattenimento, scoprendo che la vita reale non è come un film. Decide così di dedicarsi a più ambiti, cercando di diventare davvero "incredibile".
Obiettivi
Completare 3 aspirazioni diverse.
Raggiungere il livello massimo nella carriera di attore.
Ottenere fama mondiale e avere almeno 5 amici stretti.
Avere una casa con almeno 4 stanze a tema artistico, ognuna dedicata a un'arte diversa (musica, pittura, scrittura, recitazione).
Generazione 4: Rubino
Nome: Ruby Smeraldo
Colore: Rosso rubino.
Tratti: Furioso, Amante dei cani, Goloso.
Aspirazione: Amico degli animali.
Carriera: Veterinario (Gestire una clinica veterinaria).
Storia: Ruby è cresciuta sotto i riflettori della fama di sua madre, Pearl, ma ha sempre preferito la compagnia degli animali rispetto a quella degli umani. Il suo amore per le creature a quattro zampe la porta a dedicare la sua vita a curarli e proteggerli. Quando scopre un antico legame tra la pianta leggendaria coltivata da Ivy e la guarigione degli animali, Ruby decide di continuare il lavoro della sua bisnonna.
Obiettivi
Gestire una clinica veterinaria di successo.
Avere almeno 3 animali domestici e raggiungere il massimo dell’amicizia con ciascuno.
Completare la collezione di fotografie con i propri animali.
Adottare un animale in difficoltà da ogni generazione e curarlo fino alla guarigione completa.
Generazione 5: Ametista
Nome: Amethyst Smeraldo
Colore: Viola ametista.
Tratti: Malvagio, Ambizioso, Materialista.
Aspirazione: Capo della Mafia.
Carriera: Criminale (Branca Boss).
Storia. Amethyst, figlia di Ruby, ha vissuto nell'ombra della bontà e dell'altruismo della madre. Tuttavia, un evento traumatico legato alla perdita di un caro amico animale la cambia profondamente. Decide di abbracciare il lato oscuro, giurando di vendicarsi di coloro che fanno del male agli innocenti. Si addentra nel mondo criminale, determinata a prendere il controllo e fare giustizia a modo suo.
Obiettivi:
Raggiungere il livello massimo nella carriera criminale.
Tradire il partner almeno una volta.
Avere un figlio segreto con un altro Sim.
Acquisire una collezione di oggetti rubati da altre case e donare i profitti a una causa animalista.
Generazione 6: Topazio
Nome: Topaz Smeraldo
Colore: Giallo topazio.
Tratti: Materialista, Attivo, Sicuro di sé.
Aspirazione: Supergenio del Fitness.
Carriera: Atleta.
Storia: Cresciuto tra il lusso e il potere ottenuto illecitamente dalla madre, Topaz sente il bisogno di riscattare il nome della sua famiglia. Si allontana da tutto ciò che è corrotto e decide di dedicare la sua vita al miglioramento fisico e mentale, diventando un esempio di forza e integrità. Vuole dimostrare che la famiglia Smeraldo può essere un simbolo di positività e non solo di corruzione.
Obiettivi:
Raggiungere il livello massimo nella carriera atletica.
Vincere almeno 3 gare di scacchi e 3 gare di corsa.
Avere una palestra personale a casa con tutte le attrezzature possibili.
Fare volontariato e donare almeno 100.000 Simoleon a enti di beneficenza.
Generazione 7: Corallo
Nome: Coral Smeraldo
Colore: Rosa corallo.
Tratti: Romantico, Sicuro, Creativo
Aspirazione: Romanticone Serial.
Carriera: Influencer di Stile.
Storia: Coral, figlia di Topaz, non ha mai capito l'ossessione del padre per la perfezione fisica e la reputazione. Cresce con il desiderio di esplorare la vita a modo suo, abbracciando la libertà di essere ciò che vuole. Diventa un influencer di stile, condividendo con il mondo la sua filosofia di vita e il suo stile eclettico. Tuttavia, la ricerca di connessioni autentiche lo porta a confrontarsi con la superficialità del mondo online.
Obiettivi:
Avere almeno 5 partner contemporaneamente e non sposarsi.
Raggiungere il livello massimo nella carriera di influencer.
Avere un pubblico di almeno 1 milione di follower.
Creare una casa decorata con tutti gli stili disponibili, rappresentando la sua personalità poliedrica.
Generazione 8: Cobalto
Nome: Cobalt Smeraldo
Colore: Blu cobalto.
Tratti: Solitario, Genio, Evasivo
Aspirazione: Esperto di Informatica.
Carriera: Programmatore.
Storia:Cobalt, figlio di Coral, è l'opposto del padre. Timido e introverso, ha sempre preferito la compagnia dei computer e della tecnologia rispetto agli esseri umani. Nonostante la pressione della fama della sua famiglia, Cobalt si isola nel mondo virtuale, dove trova il suo vero talento come programmatore e hacker. Il suo obiettivo è rivoluzionare il mondo della tecnologia, migliorando la vita di tutti, ma i suoi demoni interiori lo tengono lontano dai legami personali, lasciandolo solo e insicuro riguardo al futuro della famiglia Smeraldo.
Obiettivi:
Raggiungere il livello massimo nella carriera di programmatore.
Creare 3 applicazioni e 1 videogioco di successo.
Avere una collezione di almeno 20 cristalli.
Non sposarsi mai e avere un solo figlio tramite adozione.
Generazione 9: Onice
Nome: Onyx Smeraldo
Colore: Nero onice.
Tratti: Giottone, Goffo, Amante della musica.
Aspirazione: Compositore Musicale.
Carriera: Musicista (Branca Classica).
Storia: Onyx, la figlia adottiva di Cobalt, è sempre stata attratta dal lato oscuro della vita. Cresciuta in una casa piena di tecnologia, ha trovato conforto solo nella musica, uno spazio dove poteva esprimere le sue emozioni più profonde. Decide di diventare una compositrice di fama mondiale, ma la sua personalità malinconica e goffa la allontana dalla normalità, portandola a vivere una vita isolata e immersa nelle sue composizioni, dove cerca un significato più profondo.
Obiettivi:
Raggiungere il livello massimo nella carriera di musicista.
Scrivere e pubblicare almeno 10 canzoni.
Possedere e saper suonare tutti gli strumenti musicali a livello massimo.
Avere una casa arredata in stile gotico, con un'intera stanza dedicata alla sua musica.
Generazione 10: Oro
Nome: Aurelia Smeraldo
Colore: Oro
Tratti: Sicuro di sé, Allegro, Genio.
Aspirazione: Super Sim.
Carriera: Imprenditore.
Storia: Aurelia, figlia di Onyx, è l'erede che riporta la famiglia Smeraldo verso la luce. Dopo generazioni di complessità e dolore, Aurelia è decisa a onorare il nome della sua famiglia creando un'eredità di successo e prosperità. Prodigiosa e determinata, vuole eccellere in ogni campo possibile, accumulando conoscenze, ricchezze e costruendo un impero imprenditoriale che lasci il segno. Ma mentre il suo successo cresce, Aurelia scopre che il vero valore della vita non è solo nelle ricchezze materiali, ma nei legami profondi e duraturi.
Obiettivi:
Raggiungere il livello massimo nella carriera di imprenditore.
Completare almeno 5 aspirazioni diverse.
Accumulare almeno 1 milione di Simoleon in banca.
Costruire una casa di lusso con ogni stanza decorata con oggetti dorati, simboleggiando la sua realizzazione.
Conclusione della Storia
Con Aurelia, la famiglia Smeraldo completa un ciclo di trasformazione che parte dalla natura con Ivy, passando attraverso arte, crimine, tecnologia e infine ritornando alla stabilità e alla prosperità con la decima generazione. Ogni generazione ha affrontato le proprie lotte e sfide, contribuendo all'evoluzione di una famiglia che ha lasciato il segno nel mondo dei Sims.Ogni membro della famiglia ha portato con sé una parte delle generazioni precedenti, sia nel carattere che nelle scelte di vita, facendo crescere e cambiare la famiglia Smeraldo attraverso le epoche.
Buon Divertimento!
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National Geographic I grandi fotografi
Leah Bendavid-Val
White Star, Vercelli 2006, 336 pagine, 28x31cm, ISBN 8 022 64 734240
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
Il volume presenta le fotografie apparse negli ultimi anni sulla rivista National Geographic (dal '98 il magazine è pubblicato anche in italiano), delle quali racconta i retroscena narrando le storie degli uomini e delle donne che le hanno realizzate. Queste immagini consentono di gettare uno sguardo originale sul mondo della natura e degli animali. Riandando talvolta indietro nel tempo, esse raccontano anche come National Geographic abbia saputo creare nei decenni uno stile fotografico inconfondibile, per quanto capace di evolversi di pari passo con i continui mutamenti della realtà che documentava. In cinque capitoli vengono illustrati i tre grandi temi della Society: la natura, sulla terraferma e negli abissi marini, la cultura, negli Stati Uniti e nel mondo, e la scienza, dall'astronomia all'archeologia alle scienze umane. Pagina dopo pagina, l'abilità e l'inventiva senza pari dei fotografi della rivista si dispiegano attraverso queste immagini suggestive, accompagnate dai racconti delle loro avventure sul campo, divertenti o drammatiche, ma sempre appassionanti. Leah Bendavid-Val descrive i brillanti risultati ottenuti dai fotografi dal punto di vista tecnico, giornalistico e artistico.
Le fotografie illustrano il lavoro di 110 fotografi, fra i quali Sam Abell, William Albert Allard, Jodi Cobb, David Doubilet, Stuart Franklin, David Alan Harvey, Chris Johns, Emory Kristof, Frans Lanting, Gerd Ludwig, Steve McCurry, Nick Nichols, James Stanfield e molti altri.
20/08/24
#National Geographic#I grandi fotografi#110 fotografi#photography books#libri fotografia#fashionbooksmilano
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Stasera mi sono dedicata alla lettura e di nuovo con Sortilegi di Bianca Pitzorno ho cominciato e finito tutto d'un fiato. Anche questo è un libro breve, composto da tre racconti, il primo più lungo ed elaborato, gli altri velocissimi. Tante emozioni, dolcezza, sorpresa, rabbia e frustrazione, più il piacere di leggere un italiano "anomalo", perché viene in parte ricreato lo stile dell'epoca dei fatti, ambientati nel corso del Seicento. Mi è sembrato di tornare sui banchi di scuola a leggere i brani delle antologie di letteratura *_*
A riattizzare negli animi la paura della strega ci fu, sul finire di settembre, il caso di Guido di Cesco Arrighi, il quale era stato, come ognuno avea a mente, uno dei primi, insieme al Lapo e al Vieri suoi compagni, a dire d’aver scorto la sconosciuta in fondo alla valle. Guido in quei giorni avea tolto in moglie la figliola di Agapito Grazzini, una giovane sana e ben formata che si nomava Porzia, ma con suo gran sconcerto né la notte degli sponsali né le notti e i dì seguenti gli riuscì di compiere con essa l’unione coniugale. E ciò, come fu appurato più tardi, non a causa di qualche difetto della sposa o della di lei estrema ritrosia, siccome vergine e d’età assai acerba, ma per la propria impotenza, ché ad ogni nuovo assalto Guido si ritrovava col membro intirizzito e privo d’alcun vigore. La vecchia Lisabetta di Poggio Alto, chiamata a dar consiglio e rimedio come colei ch’era esperta nell’arte di raccogliere i putti alla nascita e d’ogni malanno femminile, dopo aver tentato invano di fortificare lo sposo con brodo di cappone nel quale erano bolliti a lungo de’ chiodi di garofano e noce moscata, disse che se questo ottimo medicamento non avea sortito alcun effetto, la cagione del male era da ricercarsi in qualche malocchio o legatura gettati sullo sposo dalla strega di Vallescura. Guido protestò non esser ciò possibile, giurando per tutti i Santi di non essersi mai accostato alla sconosciuta sì da esserne toccato, di non aver mangiato alcun cibo dalla mano di lei, anzi, di non esser mai stato da lei nemmanco veduto, cosa di cui era certissimo. Ma gli fu risposto che simili streghe e maliarde sanno lanciar sguardi senza parere e che tale è la forza di questi sguardi da compiere guasti d’ogni sorta negli uomini, negli animali e nelle cose.
Alla fine del primo racconto c'è anche una breve bibliografia sulla stregoneria e i processi alle streghe, per chi volesse approfondire. Se fossi un'insegnante lo farei leggere alle mie classi, siccome sono solo zia aspetterò che le mie nipotine abbiano l'età giusta per consigliarlo pure a loro. Mi sa che alla prossima occasione lo regalerò a mia mamma, insieme a "Il sogno della macchina da cucire".
Queste storie di donne del passato sono davvero preziose, sono proprio contenta di aver "riscoperto" questa autrice *_*
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Che quando cade di Venerdì per alcuni sono dolori per altri gioie, è legato come sempre a quelle superstizioni e credenze religiose, dal numero di persone sedute a tavola che richiama l'ultima cena (12 apostoli + il poraccio condannato a morte = 13), fino a pensare che il giorno della cacciata di Adamo ed Eva fu di Venerdì, pensa te, ci inventiamo anche un calendario in un libro di fantasia, e ci crediamo pure, come se il tempo, le date, i numeri siano una cosa che esiste veramente, si quando li scrivi su un foglio o forse quando sogni le pecore, ma quelli sono numeri reali, chi lo dice che adesso sono le 08:50 del mattino? Potrebbero essere le 29:135 del giorno XY, lo dice la convenzione. Un giorno non è mai di 24 ore, come un mese non è mai di 30 o 31, 28 o 29, siamo noi che ci siamo inventati tutte ste cose, l'inverno inizia quando inizia quest'anno arriverà forse prima o forse dopo, nevicherà di più o di meno? La prossima estate sarà terribilmente calda o ventilata e quando inizierà? Tutte convenzioni che ci siamo inventati, siccome siamo dei boccaloni per natura crediamo a qualsiasi cazzata ci viene propinata, senza parlare dei superstiziosi e di quelli che credono che esiste il paradiso, l'inferno e il purgatorio, il dio che con la sua barba lunga e bianca ti giudica e san pietro ti aspetta davanti al portone con un mazzo di chiavi in mano. I tempi cambiano e dai racconti fantasy che dovrebbero insegnarci dei valori oramai scomparsi attraverso delle metafore si è passati a credere in quelle metafore, se vi dicessi che nel XVI secolo c'era un suonatore di liuto con sei dita per mano che suonava così bene, fate conto 10 volte più bravo di Steve Vai, che tutti volevano averlo a corte? Ci credereste? Beh di sicuro qualcuno si, se vi racconto la storia e ve la farcisco bene anche voi. E' il paradosso delle mille e una notte, dei racconti degli sciamani attorno al fuoco dove si restava incantati come da un serpente perché era il vecchio saggio a raccontare e figuriamoci se non è vero quello che dice un uomo che ha vissuto 40 anni. Adesso si crede sempre più a quello che dicono tv e giornali senza dubitare, chi scrive è seduto ad una scrivania e legge su siti specializzati le notizie che poi riporta a modo suo su un altro sito, come il gioco del passaparola, vi ricordate, quando la ragazza carina accanto a te ti bisbigliava nell'orecchio una parola o una frase ma tu eri così preso dalla tua erezione che non capivi che cazzo diceva? Esatto, lo stesso.
Poi negli anni passati tutto quello che dicevano in tv era legge, l'hanno detto alla tv quindi è vero, adesso ci sono i social e se è scritto sui social è vero, siamo sempre quegli idioti che credono che le favole siano vere e non racconti di fantasia, non ci siamo evoluti da millenni siamo ancora gli animali che cercano di entrare da dove sono usciti (soprattutto noi uomini), è inutile avere tutte queste tecnologie se poi ci diciamo bugie tra di noi, se non siamo sinceri spesso neanche con noi stessi perché è più semplice ingannare qualcuno che fargli capire che è stato ingannato, così facendo ci tiriamo menzogne e credenze da secoli, fermi del fatto che siano vere e quando trovi qualcuno che dice la verità non ci credi.
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Poco fa ho visto la produzione del Glyndebourne di Alcina, con la regia di Francesco Micheli. È una produzione fantastica, che si può noleggiare a 11 euro. Ho pensato di postare qui un disegno di due anni fa delle sorelle
Morgana, sebbene non appare nel Furioso, ha un ruolo importante nell'Innamorato di Boiardo, dove è uno degli antagonisti soprannaturali principali del romanzo. Assume aspetti di quasi ogni fata dei racconti bretoni (l'altro mondo subacqueo, l'amante rapito, il cervo bianco dalle corna d'oro) mescolati alla Fortuna personificata dell'immaginario italiano: infatti porta i capelli corti col ciuffo, e Orlando deve rincorrerla e acciuffarla per raggiungere i propri scopi. Come nel ciclo bretone, è un personaggio ambiguo, non buono, ma con aspetti anche umani. Nel folklore italiano è diventata la fata malvagia per eccellenza, e al Sud si dice che viva su un palazzo fluttuante sullo Stretto di Messina. In Sicilia è anche conosciuta come la madre delle fate e delle Donne di Fuora.Alcina appare in entrambi i Romanzi cavallereschi, ed è una maga ingannatrice, che incanta gli eroi Astolfo e Ruggiero per tenerseli sulla sua isola, finchè non se ne annoia e li muta in piante, rocce ed animali. Quando peró Ruggero fugge, grazie all'aiuto della strega Melissa, l'incantevole fata conosce per la prima volta l'abbandono e desidera morire, cosa per lei impossibile. Anche lei trovó gran successo nelle leggende, venendo identificata con la Regina Sibilla, la sovrana delle fate. Da lei Händel trasse la sua omonima operaLogistilla è stata inventata da Ariosto, e le vicende che la riguardano sono un'allegoria per la difficoltà di evitare i piaceri e i vizi, ricompensata però dalla vera gioia della Ragione e Virtù (il suo nome infatti deriva dal greco λόγος, "parola", "ragionamento"): Ruggero per raggiungere il suo bellissimo palazzo che rispecchia i pensieri della gente, pieno di oggetti meccanici o miracoloso, deve prima attraversare l'ardua strada piena di ostacoli sull'isola delle fate, venendo continuamente tentato dalle damigelle di Alcina. Forse è proprio per questa sua natura allegorica, che Logistilla è stata perlopiù dimenticata. Appare solamente nella fiaba della "Regina Marmotta", raccolta da Gherardo Nerucci, e aggiunta alle "Fiabe italiane" di Calvino. Lì il suo nome diventa Lugistella, e così, dato che Alcina nel Furiosa è paragonata al Sole, ho voluto dare alle tre fate un tema astrale.
Hab vor kurzem die fenomenale Glyndebourne Produktion von Alcina geschaut, also wollte ich mal hier dieses alte Bild von den Mädels posten.
Morgana taucht zwar im Furioso nicht auf, spiel aber im Innamorato eine wichtige Rolle als magische Shurkin. Boiardo gab ihr sowohl Eigenschaften der Bretonischen Feen (unterwasser Zauberwelt, entführter Liebhaber, weißer Hirsch mit goldenem Geweih) als auch der Italienischen Glücksvorstellung: sie trägt nämlich ihr Haar kurz und Roland muss sie verfolgen und am Schopf packen, um zu siegen. Morgana wurde zu der bösen Fee schlechthin im Italienischen Glauben und man sagt, sie lebe auf einem schwebenden Achloss auf der Straße von Messina. In Sizilien glaubt man auch, sie sei die Mutter der Feen und Donne di Fora.Alcina kommt in beiden Ritterepen vor, und ist eine tückische Zauberin, die die Ritter Astolfo und Ruggero bezaubert und auf ihrer Insel fest hält. Danach verwandelt sie sie aus Langeweile in Pflanzen, Steine oder Tiere. Doch als Ruggero dank der Hexe Melissa entkommt, spürt sie zum ersten Mal den Schmerz des Verlassen Werden und wünscht sich den unerreichbar en Tod. Auch sie spielt später eine Rolle in der Italienischen Folklore, wo sie mit der Sibylle, der Feenkönigin gleichgestellt wird. Händel basierte auf Alcina seine gleichnamige Oper.Logistilla wurde von Ariost erfunden und ihre Geschichte ist eine Allegorie für das schwere Überwinden von Genuss und Sünde um Verstand und Tugend zu erreichen (ihr Name selbst kommt vom griechischen λόγος, "Wort", "Gedanken"). Um iheen Fabelhaften Palast, voller technischen und magishen Wundern, muss Ruggero einen weiten schweren Weg überwinden, und den Versuchungen der Alcina wiederstehen. Eben wegen ihrer allegorischen Natur hat sie keinen Platz im Volksglauben gefunden. Nur im Märchen der "Murmeltierkönigin" von Gherardo Nerucci und Italo Calvino gesammelt, taucht sie als Lugistella auf. Darum wollte ich im Bild die Feen mit Himmelskörpern verbinden.
Recentoy watched the amazing Glyndebourne production of Händel's Alcina, so I wanted to post this old picture I had done of the girls.
While not appearing in the Furioso, Morgana plays an important role as Supernatural villain in the Innamorato. Boiardo gave her both elements of Breton fairies (underwater Other World, kidnapped lover, white deer with golden antlers) and of the Italian depiction of Fortune: she has short hair and Roland needs to chase her and grab her by her forelock to succeed. She also found much success in Italian folklore, where she became the go-to evil fairy of Folktales. In the South, she's believed to live on a floating palace on the Strait of Messina and to be the Mother of fairies and Donne di Fora.Alcina appears in both chivalry poems, and is a cunning sorceress who lures the knights Astolfo and Roger on her island and traps them there, before turning them into plants, rocks and animals out of boredom. But when Roger escapes thanks to the witch Melissa, the beautiful Fairy discovers the pain of abandonment and loss. She too found a place in Italian legends, where she was identified with the Sibyll Queen, ruler of the fairies. Händel based his opera "Alcina" on this facinating figure.Logistilla was invented by Ariosto, and her story is an allegory about the hardships at overcomming pleasures and vices in pursuit of reason and virtue (her name comes from the greek λόγος, "word", "reasoning"). Before reaching her truth-revealing castle, full of technological and magical wonders, Roger must go through the dangers of the fairy island, while resisting Alcina's temptations. It's probably because of her allegorical nature that Logistilla barely had an impact on the folk tradition. She only appears in the tale of "the Groundhog Queen", collected by Gherardo Nerucci and Italo Calvino, under the name Lugistella. I tried to use an astral theme with these characters, since Alcina is compared to the Sun too.
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Ci sono ragni che amano da soli e ragni che invece, incredibilmente, amano stare in compagnia. I bambini umani, invece, in compagnia ci dovrebbero stare: siamo creature sociali!
Ma cosa distingue gli animali sociali da quelli solitari?
Scoprite questo e molto altro ancora nel nuovo capitolo della prima storia per bambini scritta dai Cactus di Fuoco, "Il ragno che tesseva racconti". Non perdetevelo!
#amicizia#animali#aracnofilia#bambini#fiabe#natura#per#racconti#ragni#storie#narrativa-generale#books#wattpad#amreading
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Le mie amate t-shirt
Murakami Haruki
Giulio Einaudi Editore, Torino 2022, 200 pagine, Rilegato, 14,3 x 22,4 cm, ISBN 9788806251826
euro 21,00
email if you want to buy :[email protected]
Quasi tutti sanno che Murakami è un avido ascoltatore di musica, un determinato collezionista di dischi – possiede oltre diecimila vinili – o che è un patito della corsa. In pochi, però, sono a conoscenza di un’altra sua speciale e curiosissima passione: le T-shirt! Sí, perché le magliette sono il capo d’abbigliamento che Murakami preferisce indossare in assoluto, e nel corso degli anni ne ha accumulate cosí tante che oggi il grande scrittore giapponese può vantare una vera e propria collezione, e tra le piú invidiabili. T-shirt a tema surf che arrivano dalle spiagge delle Hawaii oppure acquistate durante i viaggi negli Stati Uniti a ricordare uno speciale rituale gastronomico, le T-shirt mai indossate – scritte alquanto appariscenti o animali troppo carini -, quelle che le case editrici in giro per il mondo hanno fatto stampare in occasione dell’uscita dei suoi libri, o ancora l’emblematica T-shirt, con la sua storia affascinante, che ha ispirato il racconto Tony Takitani diventato anche un film. Dalla gioia di entrare in un negozio dell’usato pieno di dischi, all’emozione di ogni concerto, dalla gratificazione che deriva dal traguardo di una maratona allo sconfinato amore per la letteratura, Murakami ci guida alla scoperta della sua passione per le T-shirt attraverso le immagini dei suoi pezzi da collezione e i racconti a essi legati. Di fatto ci invita nel suo straordinario mondo quotidiano a passare un po’ di tempo con lui. Proprio come si fa con i vecchi amici.
08/01/23
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Un tempo però non ci si separava anche per il fatto che era un qualcosa di malvisto, qualcosa che nemmeno si doveva pensare. Quindi non è che tutti si amassero a vita. Ci si sposava, a volte per amore altre per far contenti i genitori ed andava bene così. "Infelici e contenti".
A mio avviso non siamo fatti per l'amore per tutta la vita, ed il concetto di matrimonio (religioso soprattutto) è arcaico. Così come quello di fedeltà e monogamia. Invidio gli animali, onestamente.
Posso darti ragione. Ma non bisogna dimenticare che noi giudichiamo il tempo passato solo dai racconti di nostri genitori o dei nostri nonni. E nessuno vuole dire la parte brutta. Come quando avrai i figli e non gli dirai tutta la varietà del tempo che hai vissuto. Non significa che in 50 anni di matrimonio non è successo niente. Tutti erano fedeli e felici. Non è così. Tradimento è una cosa che succede con tutti. Più che altro tanti anni fa le persone credevano o erano obbligati a stare insieme. Se hai sposato una persona era per sempre. Niente scuse. Le regole della società.
Ora puoi fare tutto quello che vuoi. C'è troppo libertà. Nessuno ci tiene ai rapporti. Un piccola cosa è andata storta si manda a quel paese. Nessuno vuole sforzarsi. Ma un rapporto e soprattutto un matrimonio è uno sforzo. Perdono. Non combinerài niente se cambierai la persona al tuo fianco più spesso che cambi i vestiti. Se sei forte e hai un sentimento serio verso l'altra persona cercherà di andare avanti e cambiare le cose perché vale la pena. Certo, a volte, si arriva al punto di non ritorno. E qui bisogna cambiare. Ma solo è soltanto in quel momento quando hai fatto tutto il possibile per salvare quello che amavi. Ma se non funziona niente da fare. A questo punto si chiude. Perché ormai il rapporto non funziona.
È un privilegio. Ora i rapporti si chiudono in un batter d'occhio. Non è neanche buono. Ogniuno di noi ha i suoi difetti. Non esiste uno perfetto per te. Devi trovare una persona i cui interessi ti saranno vicini e le cui carenze non saranno critiche.
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LE PROFEZIE DELLA LUCE-LIBRO 1:
IL RICHIAMO DEL DRAGO
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Prima di lasciarvi al prologo vi spiego un po' fi che cosa si tratta sto romanzo (giusto due paroline veloci).
Come ho menzionato nel primo post mi sono ispirata alla canzone "Enchanted Dragon of Wysdom" dei "Twilightforce"; la canzone parla di questo drago nato in tempi addietro e al quale viene giurata fedeltà dai personaggi interpretati dai membri della band. Oltre a ciò mi sono anche ispirata ad altre due canzoni che approfondiscono un po' l'origine dei personaggi ossia "The Last Crystal Bearer" e "Twilightforce". Mi sono anche ispirata ai video lore rilasciati dalla band stessa.
Quindi questo primo romanzo segue la nascita di questo nostro gruppo di eroi e di come si sono incontrati e del perché hanno deciso di combattere insieme.
Premetto che questo non è una fanfiction.
Detto ciò godetevi il prologo
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PROLOGO
Una giovane volpe fece capolino dalla sua tana, costituita da una profonda galleria nel terreno che sfociava un una piccola camera sotterranea.
Il suo manto era morbido e candido come lo spesso strato di neve che copriva il terreno e solo i suoi occhi marroni e il suo naso nero costituivano l'unica macchia di colore nella sua altresì perfetta mimetizzazione.
La piccola creatura aveva da poco tempo abbandonato la tana materna per avventurarsi per le vaste distese innevate che caratterizzavano quella regione fredda e perennemente sferzata dal vento.
Benché fosse ancora inesperta nella delicata arte della sopravvivenza, possedeva già una conoscenza innata, comune a tutte le creature che vivevano in quella zona remota.
Era una nozione che si otteneva sin dalla nascita e che veniva nutrita dai racconti dei genitori e degli anziani.
Lo sapevano le capre delle nevi, i corvi, gli stambecchi, gli orsi bianchi e lo sapeva anche lei.
Tutti sapevano che non bisognava avvicinarsi all'imponente fortezza che si ergeva sulla cima del picco più alto e ripido di quella catena montuosa.
La fortezza era un antico maniero costruito molto tempo addietro e nessuno, nemmeno le sagge civette, custodi della conoscenza, sapeva con esattezza dire quando.
Per gli animali, i veri abitanti di quella regione inospitale, era sempre stata lì, una cupa e nefasta macchia nera che contrastava con il bianco della neve.
Attorno alla fortezza l'aria era soffocante e un'orribile sensazione d'inquietudine avvolgeva chiunque fosse stato tanto folle da avvicinarsi, e quello era ancora niente se paragonato agli strani esseri umani che l'abitavano.
Erano uomini in grado di lanciare fuoco e fulmini dalle mani e di far tremare la terra pronunciando strane parole nel loro incomprensibile linguaggio
La volpe osservò la distesa innevata davanti a se e annusò l'aria e un odore che non aveva mai sentito prima catturò la sua attenzione:
sembrava un miscuglio di terra e polvere, di umidità e del profumo della notte, ma c'era anche qualcosa di simile all'odore dell'erba secca in estate, quando un po' della neve si scioglieva rivelando sottili steli di un verde brillante che poi si seccavano e diventavano dorati.
Però in quell'ultimo aroma c'era qualcosa di diverso, meno aromatico e più asciutto, con delle note amare.
Sebbene le tornarono in mente gli ammonimenti della madre sull'avanzare senza cautela non poté resistere alla tentazione e la sua curiosità la spinse ad allontanarsi dalla sicurezza del suo rifugio e a seguire quella strana pista olfattiva
La volpe camminò per qualche tempo, lasciando leggere impronte sulla neve e all'improvviso percepì che l'odore si era fatto più forte e più vicino e si era anche resa conto che qualsiasi cosa lo stesse emettendo si stava muovendo e in quel momento, dal passaggio di ghiaccio che collegava la montagna alla valle, vide uscire uno strano uomo vestito di nero dalla testa ai piedi che portava una specie di pezzo di legno attorcigliato sulla schiena.
Quando lui iniziò ad arrancare nella neve dalle sue labbra uscirono una serie di imprecazioni che lei, non potendo parlare il linguaggio degli uomini, non comprese.
La sua attenzione fu attirata da uno strano oggetto rettangolare appeso alla vita dell'uomo che dondolava a ogni passo.
Una cupa aria circondava quella figura e la volpe decise che sarebbe stato più saggio ritornare alla sua tana poiché degli umani, specialmente di quelli che venivano dalla fortezza, bisognava sempre diffidare.
Mentre si incamminava fu distolta dai suoi pensieri da un forte gracchiare e alzando lo sguardo vide sopra di lei, nello sconfinato cielo azzurro, volare il corvo più grosso che avesse mai visto in vita sua e per qualche motivo quel volatile la fece rabbrividire e un'inspiegabile sensazione di terrore le attanagliò il cuore e la spinse a correre in preda al panico verso la sua tana.
Dentro di sé era certa che stava per accadere qualcosa di terribile e lei non voleva essere nei paraggi quando ciò sarebbe avvenuto.
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La spezia, torna la rassegna estiva "Notti al castello" con 22 appuntamenti
La spezia, torna la rassegna estiva "Notti al castello" con 22 appuntamenti Presentata ieri mattina in conferenza stampa dal Sindaco Pierluigi Peracchini, dalla dirigente ai Servizi Culturali e da Donatella Alessi, curatrice della rassegna, la nuova edizione di “Notti al Castello”, uno dei pilastri dell’estate spezzina promossa dall’Amministrazione che rappresenta la tradizionale manifestazione culturale sotto le stelle al Museo del Castello San Giorgio in collaborazione con il Museo Etnografico “Giovanni Podenzana” e con il Sistema Bibliotecario Urbano della Spezia. “Le “Notti al Castello” si confermano di anno in anno un appuntamento irrinunciabile per la città. – dichiara il Sindaco Pierluigi Peracchini – "Una rassegna che saprà certamente conquistare il pubblico con un programma denso di eventi che ci accompagnerà per tutta l’estate in una location carica di suggestione. Tante le tematiche e le iniziative previste per un pubblico eterogeneo: si passerà dalla storia locale ai concerti; dalla presentazione di libri alle conferenze, dai reading teatrali alla possibilità di assistere al tradizionale spettacolo dei fuochi d’artificio da un punto panoramico d’eccezione. Un ringraziamento ai Servizi Culturali per il prezioso lavoro che quotidianamente portano avanti.” Dal 2 luglio al 29 agosto sono in programma ventidue appuntamenti che spaziano dalle conversazioni sulla storia locale con focus sul quartiere di Marola, di Pitelli e dell’isola del Tino ai concerti di vario genere musicale, dalla canzone tradizionale italiana a quella balcanica, alla musica leggera a quella degli anni Ottanta, dalle presentazioni di libri alle conferenze archeologiche, a spettacoli umoristici di costume e riflessioni storico-culturali sulle donne, spazio per il fumetto ormai a tutti gli effetti entrato nell’arte della narrazione, conferenze in collaborazione con il Centro Culturale il Porticciolo, con la Società Storica Spezzina, l’Istituto di Studi liguri e con l’Associazione Amici del Museo Navale e della Storia fino alla recitazione e all’approfondimento di grandi testi classici del teatro greco e alla serata dedicata esclusivamente ai bambini. I più piccoli, infatti, sabato 27 luglio, potranno trascorrere una notte al Museo fino alle ore 23.00, dedicandosi alla pittura su pietra degli animali cacciati nel parco del Castello e alla creazione di un gioiello levigando la steatite. Tornerà, infine, la notte panoramica dalla terrazza del Castello per ammirare i fuochi d’artificio in occasione del Palio del Golfo. Tutti eventi proposti valorizzano la storia della città e di tutto il territorio per intercettare quel rinnovato interesse verso le proprie radici e quel desiderio di essere sempre più consapevoli e appassionati dell’identità spezzina. Non solo, sono anche caratterizzati da approfondimenti di ampio respiro in linea con la mission del Museo del Castello San Giorgio, ovvero quello di promuovere la storia e la cultura del passato con approfondimenti tematici specifici e contestualmente intercettare con quel bagaglio storico le nuove sfide della contemporaneità, senza dimenticare la leggerezza estiva contraddistinta dalla musica e dall’intrattenimento. Info Museo del Castello San Giorgio L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. Nelle serate a pagamento si prendono le prenotazioni presso la segreteria del Museo del Castello San Giorgio. Tel. 0187751142 Email. [email protected] FB/IG @museocastellosangiorgio Programma Martedì 2 luglio ore 21.15 Ciel sereno, terra scura… Presentazione del libro di Riccardo Boggi; dialoga con l’autore Rossana Piccioli In collaborazione con il Museo Civico Etnografico “Giovanni Podenzana” L’autore ci accompagna con questo libro - che unisce nove racconti inediti al saggio «ritrovato» Magia e classi subalterne in Lunigiana - alla scoperta di un mondo contadino dove il magico e il superstizioso si uniscono alla devozione popolare. I nove racconti sono dedicati ad altrettante figure di guaritori, uomini e donne depositari di formule e rituali tradizionali tramandati oralmente e capaci di contrastare molti mali, dal fuoco di S. Antonio, ai vermi dei bambini, all’immancabile malocchio. Sabato 6 luglio ore 21.15 Un’altra storia. Biografie imperfette da Lucy a Barbie Presentazione del libro di Sandra Landi Storie di donne, catturate dalla Storia per narrare la loro storia. Dopo una indubbia esclusione o marginalizzazione, prendono la parola per raccontarsi con precisione e ironia; pur immerse nella loro temperie storica, non disdegnano di sottolineare le contraddizioni del loro e del nostro presente. Come se fossero capaci di conoscere cosa hanno detto e scritto di loro dopo di loro. L’autrice con intenzioni letterarie le rende protagoniste, iniziando da Lucy, l’australopiteco femmina, per giungere a Tina Anselmi, toccando ogni epoca nello scegliere personaggi dimenticati, come Gemma Donati, o quasi sconosciuti come Marozia, femme terribile degli inizi del secolo mille. In chiusura, Il Processo a Eva, un atto unico nato da una sollecitazione di Margherita Hack, che ha lo scopo di assolvere la prima donna dall’accusa di aver causato col peccato originale tutti i mali del mondo. Giovedì 11 luglio ore 21.15 La cultura spezzina crea l’identità della nuova città Conferenza di Giuseppe Benelli A cura di Amici del Museo Navale e della Storia L’opera gigantesca dell’arsenale innesca la nascita di una nuova città. Per la preparazione della mano d’opera specializzata, di cui si sente la forte necessità, negli anni Settanta don Giovanni Bosco viene alla Spezia a impiantarvi l’Opera Salesiana. Negli anni Ottanta nascono una Scuola tecnica e un Liceo statali, un Ginnasio e un Istituto tecnico comunali. Sono anche questi gli anni nei quali la Spezia si avvia a divenire grande centro di ricerca scientifica, con la Vasca navale, il Balipedio delle Grazie, il Silurificio di San Bartolomeo. Fin dal 1874-75 sono eseguiti alla Spezia esperimenti con petrolio come combustibile per macchine motrici marine. Nel 1897 Guglielmo Marconi compie le sue sperimentazioni nel Golfo per la trasmissione di onde elettromagnetiche. Fondamentale per la cultura spezzina è l’opera di Ubaldo Mazzini. Vero creatore della Biblioteca Civica, è l’animatore di una comunità culturale che si raccoglie attorno a lui. In quegli anni di fine ‘800 e nei primi decenni del ‘900, si sviluppa un movimento politico-culturale per una provincia che doveva comprendere tutto il territorio dell’antica diocesi di Luni. È da collegarsi a questo ambito la nascita dell’Accademia Lunigianese di Scienze Giovanni Capellini. Venerdì 12 luglio ore 21.15 San Vito di Marola: la travagliata storia di un’antica chiesa scomparsa Conferenza di Armando Barbuto In collaborazione con Società Storica Spezzina e Istituto Internazionale di Studi Liguri, Sezione Lunense Ripercorreremo l’antica storia della Chiesa di S. Vito di Marola, dalla sua fondazione, avvenuta probabilmente nel periodo bizantino, fino alla sede attuale, passando, attraverso intricate vicende di esproprio durante la costruzione dell’Arsenale Militare Marittimo, per la costruzione di un nuovo edificio, che non fu mai chiesa ma, ancora oggi, sede della Scuola elementare e dell’Ufficio postale. Una storia affascinante, sconosciuta e piena di colpi di scena, che, nella appassionata narrazione del Prof. Barbuto, viene a regalarci suggestivi ed emozionanti momenti di storica quotidianità, facendo emergere, dell’oblio, stupende pagine dell’antichissima storia del nostro meraviglioso Golfo e delle nostre genti. Sabato 13 luglio ore 21.15 Una lacrima sul griso – ricordando Gino Patroni A cura di Matteo Cremolini e Beppe Mecconi Gino Patroni, Montemarcello 1920 – La Spezia 1992; persona straordinaria, giornalista che per pigrizia inventava le notizie, eccezionale inventore di aforismi che rappresentano alla perfezione il sagace, amaro umorismo della città, una decina i libri pubblicati, anche da Rizzoli e Longanesi. Avrebbe probabilmente potuto vivere una vita migliore se fosse stato capace di fermarsi definitivamente a lavorare a Milano, amato com’era da grandi intellettuali del suo tempo, ma …“Adoro Milano, in particolare la sua stazione: lì ci sono i binari da dove partono i treni che mi riportano a Spezia”. Forse il ricordo di Gino rischia di stare sbiadendo, sicuramente merita di essere ricordato. Lo spettacolo con le musiche di Matteo Cremolini e i testi recitati da Mecconi è formato da due parti collegate tra loro; la prima presenta due racconti riguardanti il tempo di guerra. La seconda è a sua volta scissa in due sezioni, una più scanzonata racconta della sua personale straordinaria interpretazione de I promessi sposi, la seconda più malinconica narra della sua vita, del suo amore per La Spezia, della sua scomparsa. Uno spettacolo divertente e commovente, sarcastico e amaro, proprio come era Patroni. Mercoledì 17 luglio ore 21.15 San Bartolomeo delle Cento Chiavi; alle origini del borgo di Pitelli Conferenza di Linda Secoli A San Bartolomeo, era dedicata nel Medioevo una Chiesa posta «sullo scoglio alla Marina», fulcro di una nutrita comunità rurale che contava anche un Ospitale e uno scalo marittimo oltre a «li bagni di Pitelli», fonti termali sulfuree. L’antico insediamento costiero di Centum Claves, la cui storia è intrecciata con quella di Pitelli, fu gradualmente abbandonato a partire dal Cinquecento perché «non sicuro dai corsari». Le ricerche della Secoli, basate principalmente su materiali d’archivio inediti, ci restituiscono il volto del levante spezzino prima degli insediamenti militari e della cantieristica, consentendo, la lettura del paesaggio da San Cipriano a Muggiano con la linea di costa originaria, gli abitati, i canali. Venerdì 19 luglio ore 21.15 Bacter. Metamorfosi dei supereroi Incontro con David Bacter, al secolo Davide Avogadro, fumettista, illustratore, pittore onirico e visionario dallo stile inconfondibile. Introduce Giacomo Maucci, modera Filippo Conte Nell’occasione, nella sala del Castello, si potrà visitare l’esposizione temporanea di dipinti originali, che prendono spunto dalle figure dei quadri fiamminghi del ’500 e ’600 e dalla fotografia della seconda metà dell’800. L'incontro è in collaborazione con Nuvole a Montereggio, associazione che cura il festival del fumetto omonimo. Domenica 21 luglio ore 21.30 Gli anni del “Recensionismo”. Lettura semiseria delle recensioni che hanno sconvolto il web In collaborazione con il Sistema Bibliotecario Urbano Una serata in compagnia del gestore della pagina Facebook “Insultare su TripAdvisor sentendosi grandi chef”, diventato anche un libro, Luca Bicci, avvocato spezzino, che presenterà le migliori e più originali recensioni portate al Festival Nazionale dell’Umorismo e scovate sul web in 9 anni di attività, che vengono condivise mensilmente sul territorio nazionale da oltre 10 milioni di interazioni online. Vedremo come le ironiche letture siano confluite a definire i principi cardine del “Manifesto del Recensionismo”, il tutto intervallato dagli interventi di tr e ristoratori locali che quotidianamente lottano contro i recensori della rete. Martedì 23 luglio ore 21.15 Tricky band musica anni ’80 e 90 Con Dejanira Giannarelli, Sonia Caserta voci; Claudio Galazzo, violino; Bianca Bellardinelli, chitarra, Massimo Azzarini, basso, Paolo Ruggeri, chitarra Concerto di cover pop rock soul di ambito nazionale e internazionale che hanno segnato la storia musicale. Mercoledì 24 luglio ore 21.15 Sofferenze urbane. L’abitare in tempo di crisi Presentazione del libro a cura di Daniele Menichini e Benedetta Medas Sarà presente l’autore Daniele Menichini, introduce Ludovica Marinaro In collaborazione con il Sistema Bibliotecario Urbano Il tema dell’abitare è centrale nella concezione dello spazio privato e pubblico, specialmente in tempo di crisi. È necessaria un’apertura che stimoli la ricerca di soluzioni creative. L’obiettivo è lasciarsi alle spalle i vecchi paradigmi dell’architettura, per questo motivo Sofferenze urbane si prefigge di mettere in luce non solo le debolezze dei costrutti urbani contemporanei, ma intende evidenziarne i punti di forza e le possibilità di trasformazione in contesti critici con un approccio transdisciplinare. In questo senso, non si intende dare delle risposte, ma, al contrario, porre delle domande per esplorare le nuove opportunità di abitare lo spazio pubblico e privato delle nostre città e delle nostre architetture. Giovedì 25 luglio ore 21.15 Isola del Tino. Isola di sorprendente bellezza Presentazione del libro a cura di Associazioni Amici dell’Isola del Tino. Relatori Elisabetta Cesari e Giorgio Lazio In collaborazione con il Sistema Bibliotecario Urbano Il libro, frutto di un lavoro congiunto degli Amici dell’Isola del Tino organizzazione di volontariato e di un’ampia rete di studiosi, specialisti di settore ed appassionati cronisti ha l’intento di raccontare l’isola, i suoi segreti, le sue caratteristiche analizzando vari aspetti. L’isola, attualmente sotto le responsabilità della Marina Militare è sempre stato un luogo di confine delle terre conosciute dove non è possibile approdare ma che è stato sempre un punto di riferimento per i naviganti e sogno di chi osserva, durante la notte, del suo ipnotico faro. Venerdì 26 luglio ore 21.15 Il sentiero di Iside. Il culto isiaco tra Egitto tolemaico e Roma imperiale Presentazione del libro di Giacomo Cavillier L’egittologo Cavillier si chiede come mai il culto di Iside abbia avuto una diffusione e un proselitismo nella cultura ellenistica e imperiale romana così ampi rispetto ad altre divinità egizie, la ragione va cercata nella funzione protettiva della famiglia e della regalità della dea con le sue potenti arti magiche, ma ancora più importante è la sua capacità di dialogare con i fedeli con il verbo e lo scritto. Magia, rituali e spetti culturali saranno trattati fornendo una visione d’insieme capace di proiettare in uno scenario millenario in cui culto e sincretismo si fondono. Sabato 27 luglio dalle ore 21 alle 23 Una Notte al Museo. Diventa un artista preistorico Con Marco Greco e Roberto Giannotti il parco del castello è lo scenario naturale dove i bambini si dedicheranno alla pittura su pietra degli animali cacciati e creeranno un gioiello levigando la steatite. Bambini dai 6 agli 11 anni. Prenotazione obbligatoria Costo: 5 € a bambino Domenica 4 agosto Dalle ore 21.00 La Notte dei fuochi d’artificio Apertura straordinaria in occasione dello spettacolo pirotecnico del Palio del Golfo. L’ingresso è possibile al costo di € 5,00 per gli adulti, € 2,00 per i bambini 6-12 anni e gratuito per i bambini 0-6 anni. A partire dalle ore 21 si potrà entrare a visitare il Museo Archeologico e in seguito apprezzare sulle terrazze panoramiche lo spettacolo dei fuochi d’artificio comodamente seduto. Prenotazione obbligatoria. Giovedì 8 agosto ore 21.15 Luci e ombre sul mondo del lavoro tra ottocento e novecento Conferenza di Rina Gambini, a cura del Centro Culturale il Porticciolo In collaborazione con il Museo Civico Etnografico “Giovanni Podenzana” Il periodo tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e la prima guerra mondiale fu ricco di grandi trasformazioni ed entusiasmi. Non a caso venne chiamato Belle Époque perché caratterizzato da novità nel modo di vivere, da divertimenti e sprechi di denaro, da uomini facoltosi e munifici, da donne che sfruttavano la loro bellezza per una vita agiata, ma anche da inventori, scrittori audaci e innovativi. Lo splendore di quegli anni celava una società dominata da forti differenze di classe, aspri conflitti nella distribuzione della ricchezza, da squilibri sociali e violente lotte politiche. In questo contesto il mondo del lavoro andava lentamente evolvendosi, ma a costo di molti sacrifici. Sabato 10 agosto ore 21.15 Sogno Selvatico Reading Teatrale Con Enjoythescience.eu Dal declino del sacro femminile all'eredità sopravvissuta delle erbe medicinali Dal Culto della Dea Madre alla Nascita della Strega: un viaggio nella storia di donne legate alla Natura e trasformate dalla società in amanti dell’oscuro. Il loro lascito vive ancora nelle erbe curative, in una libertà selvaggia, in un sogno che ancora brucia. un reading teatrale, interpretato da un’attrice e un divulgatore scientifico che si propone di rivisitare la storia secolare di un legame profondo: quello fra la Natura e la Donna. Una storia lunga secoli, che progressivamente è stata desacralizzata e demonizzata, trasformando il sacro femminile nell’invenzione delle figure della befana e della strega. Enjoythescience.eu è un duo di narrazione scientifica composto da Francesco Adami e Cristina Clemente. Francesco Adami è un ricercatore e divulgatore scientifico. Con una solida formazione accademica nel campo della medicina, ha sviluppato una passione per la divulgazione lo ha spinto a trasmettere queste informazioni in modo chiaro e coinvolgente. Cristina Clemente, d'altra parte, è un'affascinante attrice amatoriale e artista di strada. Domenica 11 agosto ore 21.15 Viaggio balcanico- tra Oriente e Occidente XXX Festival Provinciale “I Luoghi della Musica” 2024 Concerto realizzato con il contributo di Fondazione Carispezia nell'ambito del Bando "Cultura plurale e sostenibile" e Regione Liguria a cura di Associazione Musicale "Il Pianoforte" e Società dei Concerti della Spezia Quartetto K Stefano Martini violino, Matteo Salerno flauto, Egidio Collini chitarra , Fabio Gaddoni contrabbasso Musiche di brani tradizionali russi, ungheresi, rom, klezmer e tratte dai film di E. Kusturica, Y.Robert, E. Lotjanu Il programma è una sorta di viaggio musicale attraverso l’Europa dell’est in cui trova spazio la musica gipsy, la musica ungherese e la musica klezmer. Una scelta che si ispira alla libertà dei popoli che abitano queste terre e che nonostante le mille difficoltà hanno saputo generare un repertorio che dai tempi più remoti ha affascinato i più grandi compositori. Una musica che si inserisce nel solco della tradizione gitana, e che è fatta di virtuosismo, vivacità, allegria e malinconia. Violino, chitarra, flauto e contrabbasso si cimenteranno in brani dalle velocità estreme alternati ad intensi momenti carichi di pathos in grado di esprimere la travagliata esistenza di un popolo di confine. In caso di pioggia il concerto si terrà in Sala Dante. Ingresso a pagamento fino ad esaurimento posti - € 7 (ridotto € 5) Prenotazione per il concerto : [email protected] oppure 3792779796 (anche sms e /o whatsapp). Martedì 13 agosto ore21.30 Orestea Liberamente tratto da Eschilo, nella traduzione di Angelo Tonelli Associazione Culturale Arthena, Compagnia Teatro Iniziatico, Diretta da Angelo Tonelli Con Kinga Bende, Chiara Cellini, Solange Passalacqua, Davide Ramoretti, Angelo Tonelli Regia D Coreografie: Annalisa Maggiani Melodie e canti in greco antico: Phoskaiskià Maschere e scenografie: Amal Fasairy e Antonietta Grassi Costumi: Atelier Arthena Musiche: Arthuan Rebis, Gabriele Gasparotti, Alio Die e altri. Orestea di Eschilo è uno dei capolavori della tragedia greca. Era una trilogia formata da tre drammi: Agamennone, Coefore, Eumenidi. La prima tragedia narra l'omicidio di Agamennone ordito dalla moglie Clitemestra per vendicare il sacrificio della figlia Ifigenia, compiuto dallo stesso Agamennone per placare l'ostilità di Artemide e partire alla conquista di Troia con i venti favorevoli. Le Coefore è la seconda tragedia dell'Orestea. Narra come Oreste, figlio di Agamennone, tornato dieci anni dopo l'omicidio di Agamennone dall'esilio, su ordine del dio Apollo vendicasse il padre uccidendo Egisto e la propria madre Clitennestra.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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L'origine della specie di Kim Bo-Young
È così che funziona la scienza. Il nostro compito è quello di aggiungere un mattone dopo l'altro alle fondamenta di una teoria per renderla sempre più stabile e solida, a prescindere da quanto insignificante o interessante possa sembrare. Sai quanti articoli altamente scontati vengono pubblicati su "la parte è più piccola dell'intero"? La tua determinazione ti fa onore, Kay, ma non sei realista.
"L'origine della specie" di Kim Bo-Young è stato tradotto in Italia per Add Editore ed è entrato nelle mie cose da leggere perché seguo sempre con attenzione gli autori coreani che arrivano nel nostro paese e soprattutto case editrici come Add che riservano un'attenzione particolare per i testi che arrivano da uno dei miei paesi preferiti. Questa raccolta offre uno spaccato interessante sulle riflessioni verso cosa significa umanità e conferma che la fantascienza coreana è piena di piccole gemme.
Un principe ereditario subisce una drammatica trasformazione biologica che cambierà il suo destino; esseri umani ridotti a una condizione subalterna diventano gli animali domestici di enormi draghi; robot con sembianze antropomorfe, unici sopravvissuti in un mondo ormai ghiacciato, si chiedono se sia mai esistita una vita organica sulla Terra. Queste sono alcune delle storie raccolte in L’origine delle specie, popolate da esseri umani e non umani che cercano di sopravvivere alle minacce poste dall’evoluzione, siano esse biologiche, tecnologiche o sociali. Raccontano di fisica quantistica e viaggi nel tempo, di un futuro dominato da giochi in realtà virtuale, e di metamorfosi dei corpi. A cavallo tra fantascienza, fantasia e mito, gli scritti della pluripremiata autrice Kim Bo-young hanno un grande seguito in Corea del Sud, dove è ampiamente riconosciuta come pioniera e fonte d’ispirazione. In questo libro sono raccolte le sue storie più acclamate, che offrono delle riflessioni rigorose e toccanti sull’esistenza postumana.
L'annosa questione del "da dove veniamo" permea tutta la storia dell'umanità, probabilmente la domanda filosofica più irriducibile di tutte, ci hanno provato in moltissimi a rispondere, esiste un Dio, degli dei, una forza nascosta, qualcuno, qualcosa, che ha lanciato in aria la scintilla vitale, ha plasmato dell'argilla, ha prodotto un qualcosa che ha creato l'uomo. C'è stato il Big Bang e poi l'evoluzione della specie che pian piano si è fatta strada da una cellula passando per una scimmia fino ad arrivare all'uomo. La vita che diamo così per scontata resta una delle cose più affascinanti che possiamo incontrare e non sorprenderà scoprire che anche nel volume di Kim Bo-Young svolge un ruolo fondamentale. Non importa in che forma, garantire la sopravvivenza della specie è la cosa più importante. Tutte le forme di vita indistintamente lottano per sopravvivere. Ed è questo forse il punto fondamentale perché se sopravvivi vuoi anche sapere perché. La scienza in questo ha un ruolo fondamentale nel mondo di Kim Bo-Young. Ma a fare da filo conduttore a tutti i racconti è un disperato bisogno di amore, uno spietato senso di appartenenza, la consapevolezza di non essere davvero da soli. Uno dei protagonisti Kay, un robot senziente che vive in un futuro remotissimo, in un freddo estremo, in una bolla chiusa, inconsapevolmente fa una scoperta che potrebbe cambiare tutto il corso della storia, cosa c'era prima? Da dove vengono? Qual è il loro scopo? Una intuizione pericolosissima che mette in pericolo tutto, il sacrificio disperato nei confronti della scoperta e della meraviglia, il disperato bisogno di avere risposte, di avere un obiettivo. I racconti dell'autore coreano racchiudono questo senso impellente di scoperta, mentre ci si aggira in una città governata da draghi, mentre si scopre la riproduzione della vita, mentre tutte le certezze precipitano, la ricerca è al centro, le domande, il bisogno incancellabile di risposte. Kay attraversa tutti gli stati di un soggetto esposto ad una verità troppo grande e insostenibile. Siamo niente e siamo tutto nel nostro mondo. Siamo al centro della scena e allo stesso tempo ne siamo spettatori impotenti. "L'origine della specie" è uno di quei libri che non hanno risposte facili, che si attorcigliano intorno a verità scomode e racconti spietati. Senti freddo e scopri la vita, sperimenti e scopri come in un gioco su un server sperduto si nasconda l'unica vera forma di sopravvivenza. L'impossibilità di fare shut down diventa il pretesto per una ricerca insensata in un mondo in cui le mode hanno sentimenti e in cui i giocatori si aggrappano a qualunque cosa pur di scomparire, pur di essere ricordati. Cosa ci aspetta nel futuro e cosa resta del passato sono i due archi che uniscono il nostro presente verso l'impossibile, e concepiscono che l'umanità è costituita da un insieme infinito di sfumature, che forse è pure vero che sopravvive il più forte come in un'arena, o in un vicolo cieco di una città al collasso, ma sono sempre le nostre scelte che fanno la differenza. È più facile essere crudeli e spietati, ma amare riempie la nostra vita come un calderone imperscrutabile. Lo stile di Kim Bo-Young dettagli e scolpisce la scena, in un modo che incanta e non c'è niente di più inquietante di un drago che ti sorveglia.
Il particolare da non dimenticare? Una vasca piena d'acqua.
Kim Bo-Young si nutre della fantascienza classica, gli androidi che sopravvivono seguendo le regole di Asimov e ne rivoluziona ogni confine per donare al lettore una raccolta di racconti arguta e spietata, che scava nei segreti più profondi dell'animo umano e lascia nel lettore domande spinose su cui riflettere a lungo.
Buona lettura guys.
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