#Storie di sopravvivenza
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Il lupo Wolf: Un racconto di sopravvivenza e alleanza scritto da Maura Mantellino. Recensione di Alessandria today
Un lupo affamato e un cane da caccia stringono un'alleanza improbabile per sopravvivere in un mondo ostile.
Un lupo affamato e un cane da caccia stringono un’alleanza improbabile per sopravvivere in un mondo ostile. Nel suo racconto “Il lupo Wolf”, Maura Mantellino, già apprezzata autrice su Alessandria Today, ci offre una storia toccante e piena di significato ambientata a Torino. Il protagonista, Wolf, è un lupo scaltro e forte, ma costantemente affamato, che si scontra ripetutamente con il…
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Danza dell'Accoppiamento nei Nematodi: tra Desiderio Innato e Strategie di Sopravvivenza
ESP version ENG version In un mondo non più grande di una goccia d'acqua, si svolge un dramma d'amore che sfida le nostre concezioni di desiderio, attrazione e sopravvivenza. I nematodi, minuscole creature spesso ignorate nella vastità della biodiversità terrestre, nascondono segreti che potrebbero rivelare molto più di quanto immaginiamo sul mistero dell'evoluzione sessuale.
Nel silenzioso laboratorio di un biologo, le scintille volano in modo inaspettato. Le femmine di nematodi, seguendo un irresistibile richiamo olfattivo, si lanciano in una ricerca appassionata dei loro compagni. Questa danza inizia con un'attrazione guidata dall'olfatto, portando la femmina direttamente verso il maschio. Al contatto fisico, avviene qualcosa di straordinario: la femmina si ferma, apre la vulva e, in pochi istanti, l'accoppiamento è completo e lei è incinta. Questa efficacia è stupefacente, evidenziando una spinta innata e potente verso la riproduzione. In pochi istanti di contatto, la vita nuova è già in cammino - un incontro rapido, ma trascendentale.
Tuttavia, il regno dei nematodi riserva ancora sorprese, specialmente quando osserviamo gli ermafroditi. Questi, anatomicamente simili alle femmine e dotati della capacità di autofecondarsi, mostrano un disinteresse iniziale verso l'accoppiamento. Solo quando la loro scorta interna di sperma si esaurisce, il loro comportamento cambia drammaticamente, dando inizio alla ricerca del partner maschile. Questo cambio di comportamento esprime comportamenti femminili latenti di accoppiamento, rivelando una flessibilità comportamentale innata e una sofisticata strategia di sopravvivenza evolutiva.
La comprensione dei rituali di accoppiamento dei nematodi potrebbe aprire nuove porte alla comprensione dei meccanismi genetici che guidano l'attrazione tra gli organismi. Queste scoperte non solo gettano nuova luce sull'evoluzione delle strategie riproduttive ma svelano anche la sorprendente complessità comportamentale di questi esseri microscopici.
In un'epoca in cui la scienza continua a svelare l'incredibile complessità della vita in ogni suo angolo, i nematodi ci ricordano che anche le storie più piccole possono contenere le risposte ai quesiti più grandi dell'esistenza.
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#drops of science#Nematodi Love#Danza Dell'Accoppiamento#Biodiversità Microscopica#Evoluzione Sessuale#Strategie Di Sopravvivenza#Complessità Comportamentale#Attrazione Olfattiva#Riproduzione Ermafrodita#Microscopica Ma Potente#Scienza Della Vita#Storie Microscopiche#Nematodi#Riproduzione Sessuale#Ermafroditismo#Animali
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Se potessi sognare, cosa sogneresti?
Per me sognare è tipo un esercizio di fantasia che ogni tanto mi riscopro a fare affrontandolo tuttavia sempre in maniera pratica. In pasticceria mi hanno chiesto spesso, per gioco, che attività mi aprirei. Io ho sempre risposto nessuna perché odio i piccoli imprenditori, le partite Iva e non voglio responsabilità, tuttavia una volta sono stata "obbligata" a rispondere e ho detto che mi aprirei una pasticceria. Da allora non ho fatto altro che pensare a come sarebbe la pasticceria mia se la avessi e pensavo che sarebbe tutto preparato in maniera artigianale e sarebbe più che altro un negozio per la prima colazione o per una pausa rilassante durante la giornata. I mignon non mi importano, mi importa regalare un momento tutto per sé appena svegli o durante la giornata, col profumo dei cornetti artigianali appena sfornati, crostate, torte da forno, biscotti, caffè e cappuccino e bevande varie. Sarebbe un ambiente rilassante e quasi casalingo ma ponendo delle distanze da casa perché se vado a mangiare fuori significa che a casa non ci voglio stare. La vetrina sarebbe piena di plum cake, ciambelle, torte da servire accompagnate da una pallina di gelato o un ciuffo di panna, cornetti sfogliati, biscotti, muffin. Passata la mattina il resto sarebbe dedicato alla pausa durante la giornata da accompagnare sempre con torte e biscotti ma anche con monoporzioni di cheesecake o simili. Non mi interessa la tradizione, non mi interessano i dolci siciliani né mi piacciono i mignon, non credo che preparerei le torte di compleanno perché non voglio cagacazzi che iniziano a fare storie per i loro eventi, ma farei i panettoni e un sacco di sfogliati e lievitati come brioches, pain au chocolat, panini al cioccolato ecc. Quello che vorrei trasmettere è la fissa che ho per la colazione, il pasto per me più bello, e per le pause dove se io decido di prendermi un caffè non è che mi prendo il caffè al volo tra una cosa ed un'altra ma mi siedo, mi ci metto un dolcetto vicino, mi leggo un libro o guardo un video interessante insomma una pausa dove ristabilire il proprio centro uscendo dalle questioni pratiche, dalla fretta, dalla sopravvivenza.
È tenero riscoprirmi ad immaginare di poter realizzare un qualcosa ed in generale di riscoprirmi ad addirittura sognare, volare con la fantasia io che ormai ho quasi dimenticato come si fa, terrorizzata dalla sopravvivenza minacciata e dal terrore della morte e della povertà.
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Fante di Coppe
"La Verità del Cuore".
Idealizzare è un processo della Mente.
E' un meccanismo di difesa.
Da bambini è un processo vitale per la sopravvivenza affettiva ed emotiva qualora la figura adulta di riferimento risulti deficitaria o assente nelle cure parentali.
Il bambino idealizza per non morire di dolore.
Da adulti impariamo ad affrontare l'Altro con lo stesso schema distorsivo.
Creiamo un'immagine fantasiosa del legame. Qualcosa che non esiste. Ricamiamo sull'Altro un immagine finta e distante dalla realtà.
Siamo i maghi del convincimento: tratteniamo dentro di noi l'immagine dell'Altro fino alle estreme evidenze, anche quando le maschere cadono e producono un tonfo al Cuore inimmaginabile.
Principi e principesse con cui intratteniamo anni della nostra vita, perdendoci nel gioco dell'illusione, giustificando ogni comportamento lesivo in nome di un Sentimento che non esiste, inventato, qualificato dalla svalutazione e dalla finzione.
Il piedistallo ad un certo punto crolla.
E le macerie ci sommergono.
"Io credevo che mi amasse".
Il crollo dell'immagine dei Genitori è qualcosa di immensamente doloroso. Molto più doloroso e impattante della destrutturazione di un rapporto di coppia.
Non essersi sentiti amati e accolti nell'Amore e nell'Accettazione fa male.
Ma la Verità è che molti individui, a loro volta traumatizzati o violentati nelle cure parentali, non provano nulla dentro di loro. Hanno il Cuore completamente asserragliato e congelato.
Non amano.
Non ne sono capaci.
E il bambino lo sente. Ma deve sopravvivere. Non può morire. E si inventa ogni stratagemma di compensazione interiore. Si inventa le storie. Si offre alla fantasia e alla creatività per costruire madri e padri che in realtà in fondo in fondo gli vogliono bene. Ma non riescono ad esprimerlo.
E da grandi si raccontano le medesime bugie.
E i castelli di onnipotenza genitoriale, diventano castelli di rabbia e frustrazione.
La principessa diventa una strega e il principe un ranocchio.
Idealizzare l'Altro nasconde una ferita profondissima.
Metterlo sul piedistallo e adorarlo, onorarlo, divinizzarlo è una "forma di oggettivazione".
E guai uscire da quello spazio di idealizzazione. Guai se l'Altro si sottrae al copione e "si presenta per quello che è".
L'Altro è costretto a stare forzatamente dentro a quell'idealizzazione. Altrimenti deve prepararsi ad essere accusato di "alto tradimento".
Ma l'Altro non sarà mai all'altezza dell'idealizzazione. E' un essere umano in carne e ossa. E' reale. E' emozione vera. E se ha compiuto un percorso di Verità interiore, non può fermarsi ad adempiere al bisogno dell'Altro di aspettativa irrealistica di rapporto.
La Relazione è Cuore.
E il Cuore non idealizza. Sente.
Sente se c'è purezza, se c'è gentilezza, se c'è Verità nei gesti, nelle parole, negli sguardi, nella stretta di mano.
L'Altro non è uno "strumento di compensazione". E se è radicato nella sua Autenticità, non potrà mai esserlo. Sarebbe pura finzione.
E prima o poi giungerà il fatidico momento in cui l'Altro, conscio della "condizione di strumento", deluderà l'aspettativa e se ne andrà. Ed allora verrà sminuito, svalutato e scartato.
Essere veri, radicati, presenti, onesti con noi stessi e l'Altro è il primo presupposto per intrattenere una relazione sana.
Lasciamo cadere le idealizzazioni e sentiamo a Cuore aperto la Verità.
Spalanchiamo gli occhi e le orecchie e guardiamo i "fatti".
Non ci sono giustificazioni o castelli da costruire. Ci sono "fatti".
Non ci sono promesse che tengano.
C'è la Verità.
Impariamo a seguirla.
Piedi ben radicati a terra e Cuore aperto alla Vita. Così si prosegue. Così si può generare Amore e riceverne in abbondanza.
L'Autunno spoglia gli alberi dalle foglie ingiallite. E anche le illusioni.
Per lasciare spazio alla nudità, alla rigidità dell'Inverno. Che all'interno custodisce una Forza generatrice tutta nuova.
Un Amore nuovo.
Una Vita nuova.
Un nuovo Cammino.
Mirtilla Esmeralda
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La questione è che pur avendo problemi psicologici di varia natura ed avendo dunque empatia per chi soffre dei miei stessi disagi non riesco neanche più ad essere tollerante entro una certa soglia. Non quantifico più le volte in cui il disagio mentale altrui è diventata una condizione così granitica, così intrinseca, che m’è sembrato non ci fossero modi e armi per oltrepassare quello stato che era sempre uguale a se stesso; ed i suddetti rapporti sono dunque morti, come conseguenza naturale. La cosa frustrante è che le persone che vivevano queste condizioni erano estremamente intelligenti e consapevoli eppure, puntualmente, tornavano indietro. E allora il discrimine è ancora una volta la scelta, l’impegno costante di rendersi conto a un certo punto che o ti muovi da quella condizione o ci rimarrai a vita. Non mi riferisco ovviamente alle condizioni paralizzanti del disturbo mentale; non mi sognerei mai di dire a un depresso che non si alza dal letto di farlo, per magia, per scelta.
Mi riferisco a quelle persone che studiano, lavorano, hanno relazioni sentimentali, una vita comunque “funzionale” - paradossalmente più della mia - e comunque ricadono negli stessi meccanismi che oltre a doverti subire tu in quanto amico o partner a fasi alterne, avverti, a un certo punto, capaci di renderle persone-non persone, persone involute, persone statiche, persone rassegnate. A vent’anni.
È un discorso antipatico, soprattutto quando devi farlo a te stessa, come nel mio caso, ma è l’unico discorso che può smuoverti e darti un metaforico calcio in culo. Non ci sono altre strade. Persino i farmaci e la terapia senza questa volontà di scelta sono inutili. Per questo motivo nella mia vita non accetto più certe dinamiche e certe persone per quanto umanamente sia coinvolta nelle loro questioni e mi tocchino anche dal vivo. Quando mi si dicono le stesse frasi, quanto mi si raccontano le stesse storie d’amore ma con protagonisti differenti, quando si reiterano gli stessi scenari, oltre a salirmi la noia, la frustrazione, mi allontano inconsciamente. Perché l’unica cosa che si può realmente perdonare è la mancanza di strumenti; quando li hai tutti ed in più vivi i privilegi che hai, è un dovere morale nei confronti di te stesso prendere la situazione in mano, ancor prima che nei confronti altrui. E se non sei in grado di scegliere per la tua vita e la tua stessa sopravvivenza, non sei in grado di scegliere (e dunque amare, ed avere cura) di niente.
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Il giorno in cui sei arrivata si è aperta una porta
Su un mondo che non conoscevo
E hai portato con te una parte di me
Che adesso è il mio vanto
Mi hai trovato abbracciato a un ricordo
Seduto e annoiato davanti a uno specchio
E ho sentito di avere il permesso
Di chiudere gli occhi e aprire le braccia
È possibile spingerci insieme oltre i confini del tempo
Come certe idee, come le maree, come le promesse
È possibile andare lontano senza avere paura
Come certe idee, come le maree
Come le promesse che si fanno
Adesso siamo compagni di vita
Di vita sognata e di sopravvivenza
La nostra casa è arredata con i tuoi colori
E con le mie parole
I nostri libri mescolati insieme intrecciano
E fondono le nostre storie
Ma i segreti nascosti dentro i cassetti
Quelli non si raccontano
Il nostro amore si sporca le mani
Ogni giorno col fango
Più delle sue idee, più delle maree
Più delle certezze
Il nostro amore è sospeso nel vuoto
Ma ha i piedi per terra
Più delle sue idee, più delle maree
Più delle certezze che si hanno
Che si hanno
Che si hanno
Tu sei la luce e la pace
La comprensione della sofferenza
Io sono la voce e la direzione
Le spalle e la malinconia
Così abbiamo unito anche il sangue
Per coltivare il nostro giardino
E per quanto saremo capaci di farlo
Noi lo custodiremo
Se potessimo spingerci insieme oltre i confini del tempo
Come certe idee, come le maree, come le promesse
Se potessimo andare lontano senza avere paura
Come certe idee, come le maree
Questa è la promessa che ti faccio
Io, la mia promessa
La mia promessa, la mia promessa…
Niccolò Fabi
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Moving
In realtà avrei voluto saltare il solito commento poiché impegnatissima ma poi ho trovato la necessità di buttar giù almeno qualche riga.
Moving è una serie coreana che nonostante il suo altissimo badget, una bellissima storia, un cast con i controcazzi e una oggettiva mancanza di difetti, ho trovato poco conosciuta e poco vista. E' un peccato perché la serie merita sicuramente la visione.
Partendo dal cast che ho trovato perfetto. Tutti gli attori hanno dato il 100% nei loro ruoli, anche gli attori stranieri - che spesso sono cani come ricordo il tizio italiano di Vincenzo - ed i ragazzi più giovani. Nota di merito per Han Hyo Joo , interprete di Lee Mi Hyun . L'avevo già vista in Shining Inheritance e più recentemente in W ma qui sboccia completamente. Intensa, letale ma amorevole e capace di divenire fredda come il ghiaccio quando serve.
Anche Jang Joo Won è stato uno dei miei personaggi preferiti poiché un vero e proprio tenerone. Grande, grosso, letale ma capace di mostrare umanità e sofferenza, solitudine e smarrimento. Ho amato la parte dove Jang Joo Won si perde per la strada e piange sentendosi smarrito. Non è una perdita reale ma sta parlando della sua vita. E' lì che lui si è perso e non sa più cosa fare di essa. Queste parti poetiche forse sono state le mie preferite.
Da notare poi come la serie offra a tutti i personaggi una caratterizzazione, un background, una psicologia che li rende umani, vivi, reali e non figurine di cartone messe lì a fare numero. Questo è particolarmente vero per i "villain" della storia: ho apprezzato molto che essi non fossero cattivi perché sì, perché lo richiede la trama. In questo caso, faccio spoiler ma sti cazzi, i nord coreani sono risultati i personaggi più interessanti della storia. Le loro vite distrutte, in ostaggio, per il loro paese e contro il loro paese... le loro storie sono tristissime e diventa difficile, nonostante siano i villain, non avere empatia verso di loro.
Ho percepito la disperazione della Corea del Nord nel tentativo raffazzonato di trovare super uomini da mandare contro i loro vicini: troppo veloci, troppo superficiali, troppo crudeli. Ma questo reclutamento forzato mostra benissimo il tormento del Paese.
Parlando della trama poi, è interessante. Moving prende una classica storia di gente con i superpoteri - alla Avangers per intenderci - che non deve lottare contro il Thanos di turno ma li mostra nelle difficoltà relazionali, di scelte di vita, di sopravvivenza.
Come dice giustamente Jang Joo Won, Moving non è una storia di combattimenti ma un romanzo d'amore. Amore verso i genitori ma anche verso i figli, verso la patria (qualunque essa sia), verso l'interesse amoroso di turno, verso la vita... @suzuran-s-rooftop
Le scazzottate, i proiettili in testa, lo splatter, la distruzione, diventa quindi solo uno sfondo dove i personaggi navigano sopravvivendo, crescendo e maturando.
Punto focale della serie è la relazione genitori-figli e cosa i primi sono capaci di fare una volta che vedono i loro pargoli in pericolo. Per la loro sicurezza sono disposti a rinunciare a tutto: sicurezza, libertà... è un bellissimo messaggio. In questo caso i tre genitori Jang Joo Won, Lee Mi Hyun o Lee Jae Man dotati anch'essi di poteri che annusando i loro figli in difficoltà non esistano nemmeno un secondo per proteggerli e salvarli.
Vorrei poi porre l'accento sulla questione dei servizi segreti Sudcoreani e sul Vicedirettore Min. Tralasciando tutte le imprecazioni che gli ho tirato, diventa difficile non essere almeno un po' d'accordo con lui: sappiamo e abbiamo visto come anche gli altri paesi abbiano i super uomini ( Frank sempre nei nostri cuori) e che non esitano a mandarli in missione in Corea. Può essa rimanere senza protezione? Ma allo stesso tempo, nessuno vuole fare davvero questo lavoro. Discorso difficile.
Altra nota poi è la quantità impressionante di splatter. Ora, io sono sensibilissima su questo frangente e per me è stato davvero troppo. La serie infatti non lesina su arti mozzati, occhi cavati, impalamenti ecc ecc ed io ho trovato difficoltoso vedermi certi combattimenti che infatti ho skippato con la morte nel cuore perché amo le scene di rissa.
La serie offre anche delle storie d'amore anche se la mia preferita è stata quella di Kim Doo Shik e Lee Mi Hyun : lenta, delicata, romantica e pericolosa. Ho amato poi, tutti i rimandi che sono stati inseriti, come nel finale il tetto della casa viola, in richiamo alle parole passate della madre su come il viola fosse il suo colore preferito. Tetto fatto di quel colore per indicare al padre la via di casa. Carini da morire.
Anche Kim Bong Seok e Jang Hee Soo sono stati adorabili: mi è piaciuto come abbiano legato sin da subito e fossero uno il sostegno dell'altro. Come Bong aiutasse Hee sia nei suoi allenamenti sia nella relazione con il padre e come Hee fosse sempre super gentile con Bong.
Ultima nota, il finale.
Ho apprezzato che il finale della serie tornasse all'inizio: gli americani. La loro storyline si era conclusa con la morte di Frank nel quarto episodio e poi non se ne era saputo più nulla. Ma con la fine della serie, tornano in tutta la loro gloria e mi è piaciuto che gli autori non se ne siano dimenticati e anzi, probabilmente saranno la base per una seconda stagione.
E adesso, il vero motivo perché ho sentito il bisogno di scrivere queste righe:
Nonostante le mie belle parole, nonostante non abbia trovato criticità oggettive, nonostante l'ottima produzione, Moving non è riuscito a farmi innamorare. Mi è piaciuto, ho visto una bella storia fatta benissimo e potrei parlare per ore delle cose positive di questa serie. Ma non mi ha preso il cuore.
Non è stato come Someday o Circle o anche High and Low, drama da produzione più "brutte" a volte, con anche errori e cagate che però hanno saputo conquistarmi.
Ed è proprio la ricerca del perché questo non sia avvenuto ad avermi spinto a scrivere: ho pensato che mettendo "su carta" la serie, mi sarebbe giunta l'illuminazione.
Spoiler: non è arrivata.
Ci dovrò riflettere sopra ma in compenso mi sono data due risposte: la prima è il troppo splatter. Come detto sopra non solo non ne sono un amante ma proprio non riesco a vedere queste scene, portandomi quindi a non potermi godere metà dei combattimenti.
La seconda motivazione potrebbe essere la coralità. Tanti personaggi, tante storie, tanti background che mi hanno fatto volteggiare come una pallina impazzita da una parte e dall'altra. Non sono riuscita a concentrarmi su nessuno dei protagonisti perché tutti in un modo o nell'altro lo erano.
Detto questo, che rimane una mia opinione da considerare con il tempo, Moving rimane una serie assolutamente da vedere!
VOTO 8.3
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⛱️ CRUNCHYROLL: ECCO IL PALINSESTO ANIME DELL'ESTATE 2024
Signore e signori, la nuova season di Monogatari Series arriva ufficialmente in streaming anche in Italia! What a time to be alive!
In questi giorni è finalmente arrivato un po' di caldo e quale miglior modo per evitare le ondate di calore? Ma stando in casa, davanti al ventilatore, sparandosi qualche nuovo anime estivo, no? Ecco quelli che potremo seguire in simulcast su Crunchyroll, già a partire dalla prossima settimana!
Di mio, per ora, ho adocchiato ovviamente Monogatari Series (incrociando le dita che l'adattamento sia fatto con la dovuta cura, visto quanto è sfaccettato di solito); Shoshimin che per un fan si Hyouka penso sia d'obbligo; Narenare e Mayonaka Punch per vedere se riusciranno a sostituire Girls Band Cry e La medusa non sa nuotare nella notte (non credo, ma i chad di P.A. Works si meritano una chance); Alya e Pseudo Harem per le doppiatrici e per una sana dose di romcom.
Runner up: Bye Bye Earth e Quality Assurance, visto che sembrano dei fantasy un po' diversi dal solito, VTuber Legend per vivere il paradosso delle anime girl che fanno finta di essere anime girl e Delico's Nursery, giusto per lo stile artistico, ma vedremo. Voi? Fatemelo sapere nei commenti!
🔶🔸NUOVE SERIE🔸🔶
📅 26 GIUGNO
THE STRONGEST MAGICIAN IN THE DEMON LORD'S ARMY WAS A HUMAN
Il terrificante capo dell'esercito dei demoni ha un'identità segreta, ma per quanto tempo ancora riuscirà a celare la verità?
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📅 29 GIUGNO
MY WIFE HAS NO EMOTION 🆕
Dopo che una nuova robot arriva nella sua vita, one man farà il grande salto del matrimonio con la tecnologia!
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📅 1 LUGLIO
SHY (Stagione 2)
Con l'arrivo di una nuova minaccia, riuscirà la nostra timida eroina a tenere il passo e salvare di nuovo il mondo?
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THE OSSAN NEWBIE ADVENTURER, TRAINED TO DEATH BY THE MOST POWERFUL PARTY, BECAME INVINCIBLE
A trent'anni, l'impiegato di una gilda rinuncia al suo posto fisso per una vita d'avventure, allenandosi coi migliori per diventare una forza inarrestabile!
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📅 2 LUGLIO
TASUKETSU -FATE OF THE MAJORITY-
Uno studente si trova invischiato in un gioco di sopravvivenza dopo che metà della popolazione svanisce ogni notte!
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📅 3 LUGLIO
ALYA SOMETIMES HIDES HER FEELINGS IN RUSSIAN
Questo pigro studente finge di non capire quando la sua compagna di classe Alya gli sussurra parole dolci in russo.
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📅 4 LUGLIO
DAYS WITH MY STEPSISTER
Inizia una peculiare storia d'amore, quando il padre di Yuuta si risposa e la sua nuova sorellastra è la ragazza più carina della scuola.
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PSEUDO HAREM
Rin interpreta vari personaggi per conquistare il cuore di Eiji, fan delle storie harem, ma gli confiderà mai i suoi veri sentimenti?
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SENPAI IS AN OTOKONOKO
Makoto si trova nel bel mezzo di un triangolo amoroso, quando sia Saki che Ryuji si dichiarano a lui. Riuscirà a barcamenarsi in quella situazione e magari divertirsi anche?
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THE CAFÉ TERRACE AND ITS GODDESSES (Stagione 2)
Il Familia Café Terrace apre di nuovo e con lui molti altri ristoranti che gli fanno concorrenza!
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TWILIGHT OUT OF FOCUS
Due coinquilini devono seguire regole ferree, ma finiranno per scoprire dei dettagli su loro stessi che mai avrebbero immaginato.
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FAILURE FRAME: I BECAME THE STRONGEST AND ANNIHILATED EVERYTHING WITH LOW-LEVEL SPELLS 🆕
Un mago di basso livello mostrerà quanto anche le più deboli magie possano essere utili!
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📅 5 LUGLIO
NIER:AUTOMATA VER1.1a (Parte 2)
2B e 9S tornano a portare alla luce delle verità a lungo sepolte. Riusciranno ad affrontare tutte le minacce e a svelare i misteri del loro mondo?
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QUALITY ASSURANCE IN ANOTHER WORLD
Un debugger di una ditta di garanzia della qualità salva una ragazza da un drago, il che accende la sua curiosità. Insieme, cercano di scoprire la vera natura di quel mondo.
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CARDFIGHT!! VANGUARD DIVINEZ (Stagione 2) 🆕
Akina Myodo torna per altre battaglie con le carte, nell'ultima stagione di Cardfight Vanguard Divinez!
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📅 6 LUGLIO
MONOGATARI SERIES: OFF & MONSTER SEASON
Studio Shaft torna con altre storie di Monogatari, regalandoci nuovi misteri, colpi di scena e momenti indimenticabili!
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Kobato e Osanai vogliono solo delle vite tranquille, ma il caos sembra seguirli. Troveranno la pace in mezzo a quel trambusto?
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Basato sull'omonimo videogioco, in questo anime una dea del raccolto scoprirà come tornare alle sue radici!
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Un giovane samurai deve imparare nuovi modi per sopravvivere, mentre si riprende dallo storico tradimento della sua famiglia!
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📅 7 LUGLIO
A JOURNEY THROUGH ANOTHER WORLD: RAISING KIDS WHILE ADVENTURING
Takumi, reincarnato con potenti abilità, crescerà due gemelli in un mondo pericoloso, mentre affrontano insieme molte avventure.
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TOWER OF GOD (Stagione 2)
Nuovi personaggi cercano di far diventare realtà i propri sogni, mentre i misteri della torre portano a nuovi amici e nemici.
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Will si iscrive nell'accademia di magia, senza dire a nessuno di non avere poteri magici!
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Shikanokonokonokokoshitantan!!
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📅 8 LUGLIO
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Segui Masaki e Live mentre fanno di tutto per raggiungere il milione di iscritti nel loro canale NewTube!
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📅 9 LUGLIO
NO LONGER ALLOWED IN ANOTHER WORLD
L'autore Osamu del ventesimo secolo brama una fine tranquilla per la sua vita, ma trova solo gesta eroiche in una bizzarra avventura in un altro mondo!
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THE MAGICL GIRL AND THE EVIL LIEUTENANT USED TO BE ARCHENEMIES 🆕
È amore a prima vista per questi due acerrimi nemici con storie completamente diverse!
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Un liceale è innamorato di due ragazze, che sono due gemelle amiche d'infanzia!
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OUR LAST CRUSADE OR THE RISE OF A NEW WORLD (Stagione 2)
Iska protegge Sisbell, il che accende la gelosia di Alice. Nel bel mezzo di una cospirazione, riusciranno ad affrontare sia le dispute personali che la guerra?
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📅 12 LUGLIO
BYE BYE, EARTH
Belle Leblac cerca di trovare se stessa dopo essere nata umana in un mondo di animali antropomorfi.
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📅 13 LUGLIO
WHY DOES NOBODY REMEMBER ME IN THIS WORLD?
Un "Mondo rinato" sorge improvvisamente dopo una guerra tra umani e altre razze di mostri.
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MAKEINE: TOO MANY LOSING HEROINES!
Kazuhiko si trova catapultato nell'inatteso dramma delle sue compagne di classe: le ragazze più popolari che sono state respinte!
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ATRI -MY DEAR MOMENTS-
Un ragazzo e una misteriosa ragazza robot vivranno un'indimenticabile estate, in un mondo quasi interamente sommerso!
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📅 14 LUGLIO
THEATRE OF DARKNESS: YAMISHIBAI (Stagione 13) 🆕
Preparati ad altre storie paurose, con l'inizio dell'ultima serie di Theatre of Darkness: Yamishibai!
📅 17 LUGLIO
SENGOKY YOUKO (Stagione 2)
Demoni e umani continuano a combattere con l'inizio dell'arco narrativo Thousand Demons Chaos di Sengoku Youko
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📅 7 AGOSTO
DELICO'S NURSERY
Una prestigiosa famiglia di vampiri aristocratici rifiuta una missione perché…deve prendersi cura dei bambini!
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TRUE BEAUTY 🆕
La vita di Jugyeong sta per trasformarsi, dopo che diventa il centro gravitazionale delle attenzioni di tutti, grazie alle sue incredibili abilità nello stile!
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🔶🔸SERIE IN PROSECUZIONE🔸🔶
📆 LUNEDÌ
SPICE AND WOLF: MERCHANT MEETS THE WISE WOLF - ⏰ 20:00
Lawerence e Holo il Saggio Lupo tornano finalmente a viaggiare in lungo e in largo alla ricerca di nuove avventure!
📆 VENERDÌ
DEAD DEAD DEMONS DEDEDEDE DESTRUCTION (Versione serie) - ⏰ 05:00
Due migliori amiche imparano le complessità degli adulti, mentre il mondo è minacciato dalla comparsa degli alieni.
THAT TIME I GOT REINCARNATED AS A SLIME (Stagione 3) - ⏰ 17:30 SUB ITA / 23:30 DUB ITA
Limur deve confrontarsi con nuove minacce che si stagliano contro Tempest, con l'avvicinarsi del Sacro Impero!
📆 SABATO
MY HERO ACADEMIA (Stagione 7) - ⏰ 11:30 SUB ITA / 22:00 DUB ITA
Eroi e villain si preparano per battaglie più maestose che mai, col proseguimento di My Hero Academia stagione 7!
WONDERFUL PRECURE! - ⏰ IN GIORNATA
Continua la prossima serie Precure, con nuovi amici morbidi come compagni!
YATAGARASU: THE RAVEN DOES NOT CHOOSE ITS MASTER - ⏰ 20:30
Un giovane principe senza ambizioni si trova suo malgrado in un mondo fatto di intrighi di palazzo e creature sovrannaturali.
📆 DOMENICA
ONE PIECE ⏰ IN GIORNATA
La ciurma di Cappello di Paglia continua la sua avventura nella fantascientifica Isola di Egghead!
Come sempre, la lista delle novità è ancora incompleta, al momento. Tante altre serie si aggiungeranno nel corso delle prossime settimane e tenete sempre sott'occhio questo post, perché lo aggiornerò man mano (Tumblr permettendo, visto che mi rompe continuamente le scatole che faccio post troppo grossi: "Troppe immagini! Troppi link! Troppi video!" 🤪🤬💀).
In seguito, ovviamente, arriverà anche la nuova guida stagionale con il calendario completo e i palinsesti degli altri servizi di streaming, le prossime uscite home video e quelle al cinema, che vi ho già anticipato con i vari post che trovate fissati su Facebook e Instagram.
⫸ NON VUOI PERDERTI NEANCHE UN POST? ENTRA NEL CANALE TELEGRAM!⫷
Autore: SilenziO))) Se usate Twitter, mi trovate lì!
blogger // anime enthusiast // twitch addict // unorthodox blackster - synthwave lover // penniless gamer // INFJ-T magus
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Christmas Night
There is an ancient legend that on Christmas night pets acquire the gift of speech and comment among themselves on the merits and shortcomings of their caregivers - us humans.
Bizarre and far-fetched as it may seem, this story certainly has the merit of granting, at a time widely celebrated by our culture, special attention to these beings: companions in life and work, lenders of labor and commodity for our livelihood.
Granting them the privilege of being able to express themselves verbally is perhaps a way of bringing them closer to us, an albeit momentary concession that makes them worthy of attention by enhancing their role.
Animals have souls, the word itself (“anima” is the Latin word for “soul”!) and the fact that, unlike plants, they move say so. Theirs is not an individual soul, but a group soul that oversees the behavior of the entire species.
They do not act at random (as, on the contrary, we humans may do): their only intent is the survival of the individual and their own species. Consequently, they always behave in the most appropriate, best-performing and effective way for this to happen.
The legend tells how animals, on holy night, should be looked after with special care, for example by providing them with good food and fresh water or straw to stretch out on. But it is also told how deleterious it is for us custodians, even on pain of death, to try to listen to their talk.
Allow me to make a proposal, for the approaching Christmas night: do not fabulously concede the word to the animal world, but instead learn, we from them, to be quiet. And to listen.
To listen to the darkness studded with stars, or even veiled by fog, to the fresh air we inhale, to the beating of our heart, to our breath, to our deepest intimacy, the one we are used to hiding or ignoring, or of which we are afraid - so much so that we prefer suffering to the emptiness we seem to face if we take care of it.
Listening instead of expressing, seeing instead of imagining, living instead of remembering, giving instead of demanding. All this requires courage. If still, and silent, we begin to see it... well then this can perhaps be called Christmas.
La notte di Natale
Narra un'antica leggenda che la notte di Natale gli animali domestici acquistino il dono della parola e commentino tra di loro pregi e mancanze di chi li accudisce - noi umani.
Per quanto bizzarra e inverosimile ci possa sembrare, questa storia ha certamente il pregio di concedere, in un momento ampiamente celebrato dalla nostra cultura, un'attenzione particolare a questi esseri: compagni di vita e di lavoro, prestatori d'opera e di materia prima per la nostra sussistenza.
Concedere loro il privilegio di potersi esprimere verbalmente è forse un modo di avvicinarli a noi, una concessione seppur momentanea che li rende degni di attenzione esaltandone il ruolo.
Gli animali hanno un'anima, lo dicono la parola stessa ed il fatto che, a differenza delle piante, si muovano. La loro non è un'anima individuale, ma un'anima di gruppo che sovrintende il comportamento dell'intera specie.
Non agiscono a caso (come, al contrario, possiamo fare noi): il loro unico intento è la sopravvivenza del singolo e della propria specie. Di conseguenza si comportano sempre nel modo più adeguato, più performante ed efficace affinché ciò avvenga.
Nella leggenda si racconta di come gli animali, nella notte santa, vadano accuditi con particolare attenzione, ad esempio mettendo loro a disposizione buon cibo ed acqua fresca o paglia per distendersi. Ma si narra anche di quanto sia deleterio per noi custodi, addirittura pena la morte, cercare di ascoltare i loro discorsi.
Mi permetto di fare una proposta, per la notte di Natale che si sta avvicinando: non favoleggiare concedendo la parola al mondo animale, ma al contrario imparare, noi da loro, a stare zitti. E ascoltare.
Ascoltare il buio tempestato di stelle, o anche velato dalla nebbia, l'aria fresca che inaliamo, il battito del nostro cuore, il nostro respiro, la nostra più profonda intimità, quella che siamo abituati a nascondere o a ignorare, o della quale abbiamo paura - tanto da preferire la sofferenza al vuoto che ci sembra di dover affrontare se ce ne curiamo.
Ascoltare invece di esprimersi, vedere invece di immaginare, vivere invece di ricordare, dare invece di pretendere. Tutto questo richiede coraggio. Se immobili, e muti, cominciamo a vederlo... ecco, questo forse si può chiamare Natale.
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Festa del Cinema: Novartis presenta "Distances", docuserie sul tumore al seno
Un racconto autentico e potente di sei donne che affrontano il tumore al seno, presentato alla Festa del Cinema di Roma.
Un racconto autentico e potente di sei donne che affrontano il tumore al seno, presentato alla Festa del Cinema di Roma. Alla Festa del Cinema di Roma, è stata presentata in anteprima la docuserie “Distances – La vita va avanti, più lontano”, un progetto di Novartis realizzato in collaborazione con Salute Donna Onlus. La serie racconta le storie di sei donne: Claudia, Marina, Chiara, Clara, Anna…
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Più passa il tempo, più mi accorgo che non buttiamo via proprio niente, mai. I ricordi vanno a nascondersi in certi cassetti dell’anima e poi, in un giorno a caso, in un’ora a caso, apri il cassetto sbagliato ed eccoli lì. Sfogli le fotografie con la bocca mezzo aperta e ti chiedi com’è possibile che dentro di te ci possa stare così tanta vita, come fai a contenere tutti quegli istanti, il profumo del pane in quelle albe al mare, quel bacio alla stazione, l’odore della carta dei libri vecchi, il rumore della pioggia in sottofondo quel pomeriggio mentre facevi l’amore con quella ragazza, la corsa in ospedale la notte in cui è nato tuo figlio, e poi ancora e ancora, tutta quella vita e tu così piccolo, non ci riesci a credere. Li metti via perché fanno troppo male, quei ricordi; oppure perché fanno fin troppo bene: rivedersi così felici può ferire, se è un po’ che hai smesso di esserlo. Non è vigliaccheria: è spirito di sopravvivenza.
Enrico Galiano - Geografia di un dolore perfetto
Ph Sergei Sarakhanov
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Ieri sera al bar ho incontrato un tuo sosia, la cosa che dovrebbe indurmi a farmi una domanda e darmi da sola la risposta è il fatto che per quanto fosse pieno il bar, il mio sguardo si è soffermato subito su questo ragazzo con gli occhiali, seduto al tavolo con gli amici. Aveva capelli neri e barba nera lunghetta, come te... e poi ti somigliava proprio tantissimo. La cosa sconvolgente è che il mio sguardo si è posato lì, perché ho riconosciuto nella maglia che indossava il ragazzo, un colore a me molto familiare nei miei ricordi con te e il mio pensiero è stato "questo colore lo indossa anche lui, anche lui ha una maglioncino di questo colore" e poi dopo, scorrendo le storie di instagram, ho scoperto che guarda il caso, tu ieri sera indossassi proprio quel maglioncino lì.
Da quando sono rientrata a casa ho l'umore sotto terra, sono ancora più antipatica ed irascibile e sono chiusa al buio in camera sotto le coperte, senza voglia di far nulla. Mi sarebbe piaciuto raccontarti questo accaduto con il sorriso, ma non ti scriverò; ho già fatto troppi danni e non voglio rompere le scatole a nessuno, non voglio continuare a farti star male per me, quindi lo scrivo qui... che anche qualora tu dovessi trovarti a leggere, è pur sempre il mio diario di sopravvivenza, questo spazio.
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Hunger Games 5
️ ✔️𝐒𝐓𝐑𝐄𝐀𝐌𝐈𝐍𝐆 𝐎𝐑𝐀 𝐐𝐔𝐈 ▶ https://t.co/qrVHMz11sx
:: Trama Hunger Games - La ballata dell'usignolo e del serpente ::
Coriolanus Snow ha diciotto anni e la sua casata è caduta in disgrazia nel dopoguerra di Capitol City. Alla decima edizione degli Hunger Games, ideati dal Decano Casca Highbottom, viene nominato mentore, ovvero tutor, di una ragazza del Distretto 12, Lucy Grey Baird. Questo potrebbe compromettere tutto il suo piano di riscatto sociale ed economico, così Snow si attiva per aiutare in ogni modo la ragazza in ogni modo possibile. C'è in ballo la sopravvivenza,gli Hunger Games sono spietati e tutta l'avventura è una corsa contro il tempo e contro la morte, tra serpenti letali e un usignolo capace di incantare con la sua voce.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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Coscritti III
Ma l'essere Furiere non mi salvò da tutte quelle che erano le attività di un militare della Artiglieria Controaerei Leggera.
Tra cui, come quella di cui Rizzo accenna nella sua cazzata, un paio di settimane di campo che si traduce in settimana in campeggio, visto che si alloggiava in tenda.
Una a Porto Corsini, vicino Ravenna, dove è presente un poligono che viene (o veniva) utilizzato per sparacchiare cannonate e una a Cortina d'Ampezzo.
Che detta così sembra che si sia andati una settimana in montagna e invece Cortina non l'abbiamo mai vista, a parte nei boschi e in un torrente che la costeggia.
Mai visto un Cortinese e nemmeno una Cortinese ma in compenso si dormiva in tende che di notte si allagavano e ci si lavava al torrente.
E qui fu un momento di alta scuola per alcuni di noi perché un sottotenente tenne un fondamentale corso di sopravvivenza per giovani (militari o meno).
Il sottotenente Ragazzino, insegnò ad altri ragazzini che era indispensabile lavarsi il culo nella fresca acqua del torrente dopo aver defecato.
Cosa a cui in effetti la mia mamma aveva già provveduto ma sconosciuta per qualcuno, malgrado nel nostro paese ci si vanti di avere inventato il bidè.
Però anche per me fu una piacevole novità lavarmi il culo nelle fresche acque alpine e devo dire che al ricordo mi si strizza tutto lo strizzabile.
Vabbè direi che basta così con le storie e gli aneddoti militari (circa), anche per un VecchioDiMerda.
Restano solo da citare i personaggi conosciuti e non ancora descritti e raccontati, per cui vi toccherà anche una quarta parte.
(fine terza parte)
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L’ora di greco - di Han Kang, Adelphi
Premessa: sono tra coloro che ritengono che il Nobel per la letteratura ad Han Kang si assolutamente meritato. Inutile proseguire la lettura se si è già convinti del contrario.
Probabilmente per me questo è il romanzo più bello tra quelli fin qui tradotti in italiano (o inglese). Molto breve ma denso, esplora temi profondi come la perdita, la solitudine, e la ricerca dell’identità. È del 2011 anche se qui da noi è arrivato appena l’anno scorso. Un viaggio introspettivo in cui due persone, apparentemente molto diverse, si incontrano e si comprendono attraverso la condivisione di un dolore nascosto e silenzioso.
Lei, Hanja, dopo aver vissuto un periodo di intensa sofferenza, ha trovato il silenzio come rifugio: non parlare, più che una scelta volontaria, è una reazione istintiva e fisiologica alla sua sofferenza. Le parole per lei si sono trasformate in strumenti di dolore, tanto che la voce stessa le sembra ormai qualcosa di estraneo. Dopo in matrimonio fallito e la perdita di custodia del figlio, persa anche la madre le sembra di aver ormai perso qualsiasi contatto con la propria identità e il mondo che la circonda. Come via di fuga da questo dolore, inizia a seguire lezioni di greco antico, una lingua che per lei diventa una sorta di “nuovo inizio”, poiché le consente di esprimere e riscoprire sé stessa senza le ferite che l’uso della lingua madre le provoca.
È così che la sua vita incrocia il suo insegnante di greco, un uomo non vedente che vive anche lui un’esistenza profondamente segnata dalla perdita. Per lui la cecità ha rappresentato un graduale distacco dal mondo, ma nonostante le difficoltà quotidiane ha imparato a navigare attraverso questo vuoto grazie all’amore per le parole e per la letteratura. Egli usa il greco come strumento per mantenere un legame con il mondo esterno e per dare un senso al proprio passato.
Attraverso questo incontro tra la donna e il suo insegnante, Han Kang esplora l’intimità della comunicazione e del linguaggio come mezzo di guarigione. Entrambi i protagonisti sono segnati da ferite invisibili e trovano nella lingua greca un terreno neutrale in cui potersi esprimere senza il peso delle loro storie personali. Il greco antico diventa simbolo di un viaggio interiore, che permette loro di riconoscere il proprio dolore e, in qualche modo, di riappropriarsi delle proprie vite.
Han Kang utilizza una prosa poetica e riflessiva per approfondire i sentimenti complessi dei protagonisti. La narrazione alterna i punti di vista della donna e dell’insegnante, e attraverso le loro prospettive frammentate il lettore è invitato a riflettere sul significato dell’empatia, della perdita, e della redenzione. I dialoghi sono ridotti al minimo, quasi come se l’autrice volesse rispettare il silenzio che i due protagonisti sembrano cercare.
In sostanza, un romanzo che parla di sopravvivenza emotiva. Attraverso la storia dei protagonisti, Han Kang esplora la possibilità di trovare una via d’uscita dal dolore e dalla perdita senza negare le proprie ferite. La lingua greca diventa metafora del processo di auto-ricostruzione, una lingua che, con le sue radici antiche, permette ai personaggi di esprimere sentimenti che sembravano impossibili da comunicare.
Un delicatissimo racconto di Han Kang, che con la sua scrittura minimalista invita alla riflessione sulla complessità dell’animo umano, sul ruolo del linguaggio, e sulla possibilità di una rinascita anche nei momenti più bui. Leggetelo solo se questi temi vi appassionano. Diversamente state andando incontro a una delusione.
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Come banane
Siamo come banane perché siamo etichettati da chi ci conosce (o pensa di conoscerci) e a nostra volta etichettiamo chiunque e qualunque cosa, spesso anche a sproposito. Lo facciamo per comodità, perché la nostra mente ama le categorizzazioni al fine di non perdersi nella complessità e nella stragrandissima varietà che trovansi nell’universo.
Più etichettiamo e infiliamo roba (volti, eventi, situazioni, persone) nei nostri archivi mentali più c’illudiamo di aver chiarito e pulito i nostri pensieri e riordinato le nostre scale di valori, confermandole invece che confutarle con sani e spesso salvifici dubbi.
Le categorie, ovvero anche le tassonomie - elenchi più o meno esaustivi di cose, persone, animali, piante, santi, interessi e nemici di Salvini, marchi sponsorizzati dalla Ferragni, astri, colori Pantone, libri di Andrea Camilleri - hanno nell’antichità rappresentato lo scibile e dalle tassonomie di un tempo derivano anche le prime enciclopedie. Un paio di esempi - estremi - per tutti: Bouvard et Pécuchet (personaggi di un incompiuto romanzo di Flaubert che volevano categorizzare le conoscenze scientifiche e si ritrovarono a catalogare i luoghi comuni) e Linneo (celeberrimo e puntiglioso naturalista svedese).
Se Charles Darwin non avesse avuto la fissa di catalogare piante, insetti, animali, ciottoli, ossa, conchiglie e fiori sin da piccolo, noi non avremmo avuto la più completa e ragionata disamina delle dinamiche evoluzionistiche che hanno rifondato la filogenesi.
Anche le categorie che applichiamo agli umani (belli, brutti, intelligenti, superbi, cafoni, bizzarri e tanto altro) aiutano ad orientarci, quindi. Lo facciamo da sempre, da quando eravamo cavernicoli, onde evitare personaggi poco raccomandabili ed associarci a soggetti che - già allora - rinforzavano la nostra comfort zone e la nostra bolla, nel senso che non rappresenta(va)no minacce per la nostra sopravvivenza, fisica e psichica: gente simile a noi, che la pensava come noi, con gli stessi gusti gastronomici, e così via fino a categorizzarci per religioni, colore della pelle, politica, squadre di calcio, marche di caffè, pandoro o panettone.
Marc’Aurelio cominciò appunto con un piccolo elenco di personaggi da evitare nel suo A sé stesso.
Nulla di nuovo, pertanto, se abbiamo importato le categorie anche sui social, luoghi pieni delle cosiddette bolle, dove elenchi e selezioni di argomenti e persone vengono peraltro favoriti e/o aggravati da perversi algoritmi.
I social - non si sbaglia mai a ricordare che sono mezzi, come il telefono, la radio, YouTube - sono diventati un’estensione di noi stessi. Hanno ampliato la cerchia di conoscenze (l’amicizia è altra ed alta cosa) e le categorizzazioni risultano vieppiù importanti ed utili nel selezionare o farci selezionare le persone da seguire.
Proprio nel 2023 cade il ventennale della creazione di Facemash, il prototipo di Facebook, da parte di Mark Zuckerberg. Dal momento in cui venne messo in rete, questo totem dei social (ancora il più diffuso al mondo) ha creato una rete così vasta da diventare - virtualmente - la terza nazione più popolosa sul pianeta.
Pensate che Facebook - assieme agli altri social - ci abbia fornito amicizie e vero conforto? Ovviamente no. Seppur nati per mettere in contatto gente, i social sono diventati un palcoscenico personale, più che un salotto accogliente per chiacchierare amabilmente.
Un palcoscenico siffatto divora quotidianamente storie ed emozioni. C’è chi non sta al gioco al massacro delle proprie immagini, dei propri sentimenti (e della propria vita privata) e diminuisce lo sharenting (la condivisione parossistica) magari aspirando al ghosting (scomparire). C’è chi invece cerca spasmodicamente la ribalta: fare l’influencer diventa il sogno di chi un tempo aspirava a diventare facilmente famoso come calciatore (o moglie di)/cantante/attore/modella.
(Va da sé che diventare famosi come Astrosamantha - alias di Samantha Cristoforetti - non è impresa semplice, pertanto non risulta comunemente appetibile e l’astrofisica - la materia di studio, cioè - non riscuote lo stesso gradimento del gossip.)
Adesso si può diventare famosi semplicemente ossessionando la gente con le proprie immagini, con la propria quotidianità (non sempre esaltante e dorata) e - ahimè - anche con le proprie miserie umane.
Nasce mediante tali sistemi il fenomeno Kardashian, prototipo di vita spiata a favor di telecamera: famiglia famosa per la faccia da esibizionisti che hanno saputo mantenere negli anni.
Tuttavia, non tutti sono così abili con immagini e parole. Infatti, non tutti siamo diventati Kardashian o Ferragnez e tanti, pur di farsi notare, esagerano nell’esporsi, esagerano nelle parole e nei toni e nei filtri fotografici, sia sui social pubblici (Twitter, Instagram, TikTok), che sulle chat.
Lunga premessa - anche un po’ storica - per arrivare al tema: comportarsi nelle chat.
Ormai non possiamo più farne a meno: Whatsapp soprattutto, ma anche Telegram ci aiutano perfino al lavoro.
La cosiddetta comunicazione differita, tramite messaggi scritti, vocali e video, è il sistema imperante, avendo scalzato le telefonate. Il differimento ci fa sentire quasi onnipotenti, perché, nel momento in cui registriamo, il destinatario non può ribattere. Magari lo farà appena dopo, ma nel momento siamo noi, le nostre idee e soprattutto le nostre parole ad imporsi, in quanto non siamo costretti ad ascoltare l’interlocutore. Non ci piace ascoltare nessuno, se non noi stessi. (Fateci caso, anche nei talk-show televisivi: ci sono giornalisti che prima di fare una domanda all’ospite fanno comizietti di un quarto d’ora e l’ospite, poi, risponde spesso off topics, interessato solo alle proprie idee comunque sia.)
E poi c’è il filtro, la lontananza, il rapporto diadico tra noi e l’apparecchio, più che tra noi e il destinatario del messaggio. Così, inconsapevolmente aggiungiamo un sentore di arroganza in più a ciò che diciamo.
A dir la verità, molti aggiungono più che un sentore, guastando irreparabilmente la comunicazione, la quale diventa ostile.
E non ce ne accorgiamo mica. Liti, incomprensioni, bannamenti, ingiurie ed improperi sono sempre in agguato, dentro una chat o in un thread di Twitter: l’incomprensione è l’humus sul quale prolifica l’ostilità digitale.
Se si può, la situazione peggiora quando gli agenti (emittenti e destinatari) sono ragazzi, pre-adolescenti o adolescenti.
La strutturazione adolescenziale del Sé è faccenda complessa e nel Terzo millennio è diventata addirittura tragica. Si legge da più parti della debolezza psichica dei nostri ragazzi e ragazzini che non reggono il peso del giudizio del branco, fosse anche quella dei partecipanti alla chat della scuola/della palestra/dell’oratorio o gli spietati confronti di immagini su Instagram (dopo esserci smostrati a colpi di filtri, tipo Mona Insta in gallery).
Ci vorrebbe una materia di studio ad hoc, ma poiché non siamo in Norvegia (a scuola è previsto un corso educazione alla comunicazione digitale), dobbiamo correre ai ripari in autonomia.
Tuttavia, abbiamo un aiuto nel (densissimo) manuale scritto da Carlotta Cubeddu e Federico Taddia: Penso, parlo, posto (il castoro ed.), che abbiamo presentato sabato 11 febbraio 2023 nella sala ragazzi della Biblioteca provinciale (a Corso Europa) nell’ambito del Festival della letteratura per ragazzi organizzato dall’associazione Ebbridilibri, capitanata dall’infaticabile Marina Siniscalchi.
Carlotta ha intensamente interagito con il pubblico, ponendo domande insidiose per dimostrarci come la comunicazione digitale può essere pericolosa, ma ci ha anche insegnato a difenderci con le parole non ostili, come pure a non diventare banane.
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