#pressione alta
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Pressione alta? Non preoccuparti, c'è Humpress!
Immaginate il vostro cuore come una pompa e le vostre arterie come tubi. Quando la pompa lavora troppo forte o i tubi sono troppo stretti, la pressione all’interno del sistema aumenta. Questa è l’ipertensione, un problema silenzioso ma molto pericoloso. Perché è pericolosa? L’ipertensione è come un’usura costante sulle vostre arterie, aumentando il rischio di: Ictus: Un’improvvisa interruzione…
#Biancospino#Coenzima Q10#Humpress#integratori naturali#ipertensione#Olivo#Ononide#pressione alta#salute del cuore#Vischio
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PRESSIONE vs IPNOSI? Ipnosi DCS unica al mondo
Scopri il potere dell'ipnosi vera e professionale e il suo impatto positivo sulla gestione della pressione! 🌀💆♂️
Anche la scienza ha iniziato a esplorare i benefici dell'ipnosi vera e professionale in campo medico, mostrando risultati promettenti nella gestione dello stress e della pressione arteriosa.
Ecco 3 testimonianze di celebrità che hanno sperimentato i benefici dell'ipnosi vera e professionale per mantenere la pressione sotto controllo:
1️⃣ "L'ipnosi mi ha aiutato a ridurre lo stress e a mantenere la pressione arteriosa stabile, migliorando la mia salute complessiva." - Hugh Jackman
2️⃣ "Grazie all'ipnosi ho imparato a rilassarmi profondamente e a gestire meglio la mia pressione, ottenendo risultati positivi nei controlli medici." - Jennifer Lopez
3️⃣ "L'ipnosi è diventata un prezioso alleato nel mantenere la mia pressione sotto controllo, aiutandomi a vivere in equilibrio e serenità." - Reese Witherspoon
Se desideri esplorare come l'ipnosi vera e professionale possa contribuire al miglioramento della tua pressione e del tuo benessere generale, scrivici.
Insieme verso un equilibrio mentale e fisico ottimale. 💫💙
Se non hai voglia di girare cappelle, farti rubare il tuo prezioso tempo, raccontare i fatti tuoi in giro, scarica ora questo audio DCS unico al mondo dal titolo:
https://claudiosaracino.com/prodotto/pressione-alta-mai-piu-metodo-dcs/
#ipnosi #benessere #pressione #salute #pressionealta #stress #nervosismo #burnout #stressato #ipnosidcs #metododcs #drclaudiosaracino
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IL POMODORO, FRUTTO DELLA VITA E CUSTODE DEL CUORE
La purpurea meraviglia offerta dagli Aztechi I primi a scoprire il pomodoro furono gli Aztechi. Il frutto all’epoca era davvero un “pomo d’oro”, giallo, pieno di semi e bitorzoluto. Nel corso dei secoli, selezionando le specie, ha assunto l’aspetto odierno. A importarlo in Europa nel 1540 fu Herman Cortes, ma per via della somiglianza con piante velenose, inizialmente si credeva che il pomodoro…
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Do we ever see Ozai actually care about stopping Aang?
Honestly, other than Zuko, does he ever send out ANYONE to find the Avatar??
Zhao stumbles across him and kinda sorta adds 'get the Avatar' to his 'to do' list, as like a potential hobby he can pick up during his actual job of harassing Zuko and killing the moon. The siege of the North is a much bigger deal to him, and it seems that Aang being there is a convenient happenstance, not the main reason for the invasion.
Then, Azula is sent to capture Zuko and Iroh, runs into Aang and decides to switch targets. She is never told to go after him by the Firelord.
The Fire Nation soldiers in the Earth Kingdom don't really look for him, they just kinda react when he shows up but no one is proactively seeking him out.
Even the Rough Rhinos, they are sent after Iroh and Zuko I think, and just decide to throw hands when they happen across the GAang.
Like... do we ever see this man actually assign someone to capture the Avatar? (Zuko doesn't count) Even Zuko hires an assassin after Aang, which is move than Ozai ever does.
Intentional or not, this shows just how over-confident and egotistical Ozai was, to not even really feel threatened by the Avatar's return.
#avatar the last airbender#AtLA#atla ozai#avatar ozai#Ozai#Zuko#avatar zuko#alta pressione#Aang#alta aang#Avatar Aang#Fire Nation#I may be wrong#But I've been reading transcripts for my fanfics#And I can't find anything
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Meteo: La riscossa dell'Inverno. Vediamo se e quando arriverà la neve anche in pianura
Dopo un autunno insolitamente mite e un inizio inverno caratterizzato da temperature sopra la media, finalmente l’atmosfera sembra prepararsi a un cambiamento significativo.
Dopo un autunno insolitamente mite e un inizio inverno caratterizzato da temperature sopra la media, finalmente l’atmosfera sembra prepararsi a un cambiamento significativo. Gli appassionati della stagione fredda e delle atmosfere innevate possono iniziare a sperare: le proiezioni meteorologiche a medio e lungo termine indicano l’arrivo di condizioni più invernali su molte aree d’Italia. Ma…
#aggiornamenti meteo#Alessandria#Alessandria notizie#Alessandria today#alta pressione#aria artica#atmosfera invernale.#Cambiamento climatico#Clima#clima invernale#colpi di freddo#condizioni invernali#correnti fredde#freddo intenso#gennaio 2024#Google News#Inverno#inverno 2024#italianewsmedia.com#magia della neve#Meteo#meteo gennaio#meteo Sud Italia#modelli meteo#neve al Centro#neve al Nord#neve in pianura#neve sulla costa#Nevicate#nevicate storiche
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🌧️ Weekend 14-15 Dicembre: Maltempo e poi Sole! ☀️La perturbazione atlantica porta ancora qualche pioggia al Sud e nuvole diffuse sabato, ma domenica il tempo migliora al Nord con più sole e nebbie mattutine. Al Centro-Sud invece ancora piogge sparse, specie su Puglia, Campania, Calabria e Sicilia. ❄️ Deboli nevicate sulle Alpi oltre gli 800 metri.Le temperature? In rialzo sabato, ma domenica minime in calo ovunque. 🌬️ Venti forti e mari mossi completano il quadro!👉 Dalla prossima settimana torna l’alta pressione con clima più mite e nebbie diffuse. https://www.retemeteoamatori.it/blog/previsioni-meteo-weekend-14-15-dicembre-2024-maltempo-residuo-al-sud-poi-alta-pressione/
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Compressore Portatile per Auto e Biciclette
CAFELE 160PSI Compressore Aria Portatile Auto,DC12/24V Gonfia Ruote Se stai cercando un compressore portatile efficiente e facile da usare, questo prodotto potrebbe essere la soluzione ideale per te. In questo articolo, esploreremo le caratteristiche principali di questo piccolo compressore, il suo utilizzo e i vantaggi di tenerlo sempre a portata di mano. Contenuto della Confezione Il…

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Nuvole o sole ?
Meglio del barometro
Vaticina Bao.
Alta o bassa pressione,
Umido è l’umore.
BaoUtnaFèretWaka, 29 maggio 2024 - 13.33, Kontowood.
Foto Matteo Vella @unsplash
#baotzebao#valerio fiandra#haikyou#kontowood#ilrestomanca#ildopovita#BaoUtnaFèretWaka#umidità#barometric pressure#barometro#umore#alta pressione#bassa pressione
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Da giovedì 14 e fino a domenica 17 il rinforzo dell'alta pressione dovrebbe portare bel tempo su gran parte del Paese. 📷 Roberto Serra
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VIP *-*
Louis, um jovem universitário, vai a um desfile de moda sem imaginar que sua noite tomaria um rumo inesperado. No bar, ele é hipnotizado por uma mulher mais velha, elegante e misteriosa. O que começa como atração se transforma em luxo, viagens, jantares extravagantes… e noites inesquecíveis. Ela não era apenas um desejo, era sua sugar mommy.
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O desfile da Saint Laurent tinha sido um espetáculo, mas nada ali conseguia prender tanto a atenção de Louis quanto a visão à sua frente. Ele tinha ido até o bar para pedir um drink, mas foi quando a viu.
Ela estava sentada sozinha, impecável, com a confiança de quem sabia exatamente o que queria e o efeito que causava. As pernas cruzadas de forma elegante, um top branco justo de tecido fino e decote cruzado que abraçava evidenciando bem seus seios. Ela não usava sutiã o que deixava os mamilos realcados e ocasionalmente o fazia imaginar como aqueles mamilos redondos se comportariam em sua língua.
A saia lápis preta de cintura alta marcava sua cintura fina com perfeição, o cinto de fivela dourada atraindo o olhar para onde ele já estava preso. O casaco de couro marrom oversized escorregava suavemente sobre os ombros, como se estivesse pronto para cair a qualquer momento.
Nos pés, scarpins pretos de bico fino completavam o visual. Os cabelos castanhos caíam sobre os ombros em cachos perfeitos, e um brinco dourado assimétrico reluzia sob a luz suave.
Louis não conseguiu evitar de olhar. E Harry, claro, percebeu.
Com um sorriso discreto, ela segurou o olhar dele e levantou a taça de vinho em um brinde silencioso. Louis, encorajado, pediu uma bebida e se aproximou, sentindo o perfume caro que exalava dela.
— Não costumo aceitar brindes de estranhos — Ele disse, parando ao lado dela. — Mas abro uma exceção para noites especiais.
Ela riu de leve, levando a taça aos lábios.
— E esta é uma noite especial para você? — Ela perguntou, com um tom de curiosidade provocativa.
— Definitivamente — Louis rolou a reposta na ponta da sua língua. — O desfile foi incrível, e agora estou aqui, conversando com a mulher mais interessante da sala.
Ela inclinou levemente a cabeça, o observando.
— Interessante? — Ela repetiu, brincando com a sua digital no aro da taça. — Isso porque mal trocamos três frases.
— Algumas pessoas chamam de intuição — Ele disse, sorrindo. — Eu prefiro chamar de fato.
Ela arqueou uma sobrancelha, divertida.
— Confiante. Gosto disso. Eu sou Harry.
— Louis — Ele disse, estendendo a mão. Ela apertou com firmeza, seu toque tão seguro quanto o seu olhar.
— Você tem um corpo bonito, Louis. — Harry comentou, deixando o olhar deslizar devagar. — Joga futebol ou a genética foi generosa com você?
Ele riu, surpreso com o atrevimento.
— Um pouco dos dois. E você? Sempre hipnotiza os homens dessa forma ou sou um caso especial?
Harry sorriu, deslizando um dedo pelo pé da taça.
— Depende do homem. Mas você parece saber responder à altura.
Louis sentiu que estava sendo testado de alguma forma, e gostava disso.
— Então eu passei no teste? — provocou.
Ela deu um gole no vinho, os olhos nunca deixando os dele.
— Ainda não terminei de te avaliar.
Louis se inclinou ligeiramente na direção dela, sentindo o perfume caro que exalava de sua pele.
— E como faço para garantir uma boa nota?
Ela riu baixo e deslizou um cartão de visita pelo balcão até os dedos dele.
— Me surpreenda. — Pegou a bolsa, se levantou e lançou um último olhar. — Boa noite, garoto bonito.
Louis observou enquanto ela se afastava, hipnotizado pelo balanço dos quadris e pelo som ritmado dos saltos ecoando no chão. Seus dedos apertavam o cartão, sentindo a textura do papel entre eles. O nome dela, um número.
Já em casa, sentado no sofá com a luz do celular iluminando seu rosto, ele não hesitou. Digitou a mensagem e, antes que pudesse pensar duas vezes, pressionou "enviar".
Louis:
Me diz que o convite era pra valer.
Harry:
Eu nunca brinco quando algo me interessa.
Louis:
E agora?
Harry:
Agora você me quer?
Louis:
Desde o momento em que te vi.
A resposta não veio de imediato. Louis encarou a tela do celular, sentindo o peso da espera. Quando finalmente a notificação apareceu, seu peito apertou.
Harry:
Me manda seu endereço.
Ele digitou rápido, os dedos ágeis, e deixou o celular de lado, mas não conseguiu afastar a ansiedade.
Pouco antes das duas da manhã, o ronco grave de um motor se fez ouvir na rua silenciosa. Louis afastou a cortina e viu a Mercedes-Benz preta estacionando em frente à sua casa. O brilho dos faróis cortou a escuridão antes de serem desligados.
Minutos depois, a campainha soou.
Louis abriu a porta e encontrou Harry no batente, envolta em um um longo e volumoso casaco de pele marrom, os cachos levemente desalinhados pelo vento. Os olhos verdes dela brilharam sob a luz fraca do corredor, carregados de algo que fez a espinha dele arrepiar.
— Posso entrar? — A voz dela era baixa, carregada de algo denso, arrastado, que percorreu a espinha de Louis como um arrepio elétrico e desceu direto para sua virilha.
Ele não precisou responder. Apenas recuou, cedendo espaço, os olhos cravados nela, absorvendo cada detalhe conforme ela cruzava a soleira. O perfume dela preencheu o ar entre os dois — uma promessa sutil e intoxicante que o fez prender a respiração por um instante.
Harry tirou o casaco devagar, num movimento deliberado, e o deixou escorregar pelos ombros antes de deixá-lo cair no chão. A luz suave do ambiente revelou o que havia por baixo: renda negra, fina, desenhando cada curva do seu corpo com perfeição. O olhar de Louis percorreu de cima a baixo a pele exposta, o modo como a lingerie abraçava seus seios e revelava mais do que escondia.
Sua boca secou ao imaginar a textura daquela área macia contra a aspereza de sua barba rala — um contraste perfeito, uma combinação deliciosa.
Eles lhe pareciam tão macios, tão altos, tão redondos, firmes. Eram reais ou... Louis se perguntou, porém pouco importava eles estavam ali, na sua frente, e pareciam deliciosos o bastante para fazê-lo salivar.
Seu pau pulsou dentro da calça, o lembrando da própria necessidade. Mas Louis não tinha pressa. Deixou seu olhar vagar lentamente, saboreando a visão antes mesmo de tocá-la.
O calor se espalhou, descendo em ondas até a calcinha de Harry já úmida, tornando impossível qualquer resistência.
— Achei que era hora de ver se sua confiança é só charme ou se realmente sabe o que fazer com uma mulher como eu.
Ela avançou, reduzindo lentamente a distância entre os dois, até que a ponta dos dedos roçou o peito dele, arrancando um arrepio involuntário. O toque era suave, mas incendiava sua pele, a quentura da mão dela atravessando o tecido da camisa como se o queimasse por dentro. Harry sentiu a tensão latejar, percorrendo seu corpo como uma descarga elétrica, enquanto os dedos dela deslizavam para baixo, brincando com a barra da roupa antes de ousarem mais. A cada centímetro conquistado, Louis endurecia sob o tecido apertado de sua calça, sua excitação se tornando impossível de disfarçar.
O inchaço era evidente e não diminuía nem um pouco.
Louis riu baixo, pegando a mão dela por entre a sua abaixo do botão da sua calça.
— Você sempre gosta de provocar assim? — Louis perguntou, a sua voz carregada de algo rouco, denso.
Harry mordeu o lábio inferior, os olhos brilhando com um desafio velado.
— Só quando acho que vale a pena.
Louis deslizou as mãos até a cintura dela, apertando firme, sentindo o calor da pele sob seus dedos. O contraste entre a renda fina e as curvas macias era viciante. O movimento fez o corpo dela colar no dele, os seios pressionando seu peito enquanto sua bunda era impulsionada para trás. Louis apertou com mais intensidade, a puxando para mais perto, deixando que ela sentisse cada centímetro de sua ereção dura, quente, latejando contra ela.
— Espero não te decepcionar.
O sorriso dela foi puro pecado.
— Vamos descobrir. Onde é o seu quarto? — Harry perguntou.
Louis indicou com um gesto. Segunda porta à esquerda. Sem perder tempo, Harry agarrou o cós da calça dele e o puxou na direção do quarto.
E então, sem hesitação, ela o beijou.
Não havia hesitação, não havia incerteza. Apenas desejo bruto, quente, um encaixe perfeito de bocas que se procuravam com urgência. Os dedos de Harry deslizaram pelos cabelos de Louis, o puxando para mais perto, enquanto ele a segurava firme pela cintura, explorando seu corpo como se quisesse decorar cada curva com as mãos.
O ar ao redor deles ficou pesado, o silêncio quebrado apenas pelas respirações aceleradas e pelo som molhado dos beijos que se aprofundavam.
Harry respirava mais rápido, os mamilos enrijecendo sob a renda, pulsando com a necessidade crua que se acumulava entre suas pernas. Seus olhos verdes estavam turvos, quentes e suplicantes, e Louis definitivamente queria muito comer aquela bunda cheia que lhe parecia tão apertada. A ereção de Louis contrai em sua coxa e ocasionalmente na coxa nua inclinada de Harry que estava em contato com a sua pelvis o fazendo ter vontade de se enfiar em cada buraco dela e a arruina-lá até que ela estivesse pingando a porra.
Louis se inclinou, pressionando sua ereção latejante contra a virilha de Harry, que, em resposta, fechou os olhos, sentindo o calor da respiração dele em lufadas quentes com aroma de mentol contra seus lábios, antecipando o que viria a seguir.
Com a permissão dela, Louis deslizou os dedos pelo fecho do sutiã, o abrindo com facilidade, embora a entrega de Harry o deixasse momentaneamente atordoado. No entanto, sem hesitação, sua boca encontrou a pele exposta, faminta pelo contato. Seus lábios envolveram um dos seios dela, e ele sugou com intensidade, puxando o mamilo profundamente para dentro de sua boca, o explorando com a língua.
Harry sentiu os joelhos fraquejarem, um tremor percorrendo seu corpo, mas antes que pudesse desmoronar, as mãos firmes de Louis a seguraram. Seus dedos deslizaram pela curva da cintura dela, descendo lentamente pelos quadris até repousarem logo acima da sua bunda, a mantendo firme contra si.
A pele vibra, os pelos ao redor se arrepiam, e o couro cabeludo formiga com uma necessidade que a deixa nervosa e choramingando. Louis passa a mão sobre sua pele nua, o polegar brincando com seu mamilo enquanto a outra mão fazia coisas que um bebê jamais faria.
Seus joelhos começam a ceder até que ele se senta na beirada da cama, a puxando para si. Harry apoia um dos joelhos entre as pernas dele, pressionando contra a ereção de Louis, que está tão dura a ponto de doer, lhe arrancando um gemido abafado contra os seios de Harry. Seu ventre estremece, as coxas se contraem em pura excitação.
A barba de Louis arranha a pele sensível de Harry, massageando cada centímetro quente de seu corpo. A maneira como os seios de Harry o recebem de forma tão calorosa e acolhedora muda o ritmo de sua respiração, enquanto ele provoca os mamilos grossos com mais dedicação.
Os dedos de Louis voltam a explorar a pele dela, descendo até a última peça de roupa que a separa dele. Harry lhe dá permissão ao deslizar o joelho apoiado no colchão, se inclinando o suficiente para que Louis continue sugando seus seios. Ele tira sua calcinha de renda, e um gemido escapa dos lábios de Harry quando Louis preenche as mãos com sua bunda, apertando-a com força.
Harry deseja a atenção de Louis tanto quanto ele deseja oferecê-la.
Louis afasta suas pernas, passando os dedos tatuados e cercados por veias ao longo de sua fenda encharcada. Harry geme e suspira, buscando mais contato onde seu ventre vibra de desejo. Mas Louis a mantém esperando, brincando, provocando, sem nunca dar exatamente o que ela quer, apesar de ouvir seus gemidos, seus suspiros e seus resmungos impacientes.
Ele finalmente afasta a boca dos seios dela, observando a trilha de saliva escorrendo até sua barriga. Louis jura nunca ter visto algo mais excitante. Seu pau pulsa dentro da calça, e ele sente um fio de pré-gozo umedecer sua cueca.
Louis se convence a ir mais além e se posiciona bem entre as pernas dela, empurrando seu joelho para guiá-la a abri-las completamente para ele. A buceta molhada brilha sob a luz, o interior rosa contrastando com as bordas clarinhas, da mesma cor de seus mamilos. Logo atrás, seu buraco enrugado e apertado implora por atenção.
Louis não se contém. Ele a deita na cama, afastando suas pernas, e seus lábios gordinhos se umedecem ao primeiro contato com sua língua. As íris esverdeadas dele estão encapuzadas e escuras de desejo, empurrando-o ainda mais para frente.
Ele então se inclina e lambe desde seu buraquinho fechado até o clitóris, saboreando cada centímetro e observando o momento exato em que Harry joga a cabeça para trás, resmunga algo ininteligível e morde o lábio inferior, se contorcendo sob ele.
Louis desabotoa a calça jeans, apertando o próprio pau para evitar que goze só pelo atrito contra o colchão.
— Você quer que eu te foda, linda? Hum? — Sua voz sai rouca, carregada de luxúria.
Harry abre os olhos e o encara com tanta intensidade que ele se arrepia.
— Você quer um pau grande na sua bunda, Harry?
Louis se move para cima da cama e, lentamente, desliza o zíper para baixo, deixando-a vislumbrar sua ereção rígida, o tecido apertado revelando cada detalhe. Ele abre completamente as calças e se acaricia, exibindo toda a sua extensão para que ela veja o tamanho e imagine como será tê-lo dentro dela.
Ele desliza a mão pelo próprio comprimento mais uma vez, sem desviar o olhar de seu rosto. Harry observa fascinada, focada na gota de pré-gozo que escorre da glande e pinga ao lado de sua perna.
— Sim, gatinho! — Ela sussurra, os olhos fixos nos dele. — Vamos lá, Louis, enfia esse pau em mim como está morrendo de vontade.
Louis desliza as mãos sob a bunda de Harry, massageando cada lado antes de virá-la de bruços na cama — na sua cama. O pensamento de seu cheiro ficando impregnado nos lençóis o enlouquece. Ele solta um rosnado baixo, abaixa a cabeça e crava os dentes em uma de suas nádegas macias, mordendo com força suficiente para arrancar dela um gemido escandaloso.
A buceta de Harry pulsa, seu corpo aquece no mesmo ritmo latejante que toma conta de suas nádegas. Louis solta um riso rouco quando Harry se inclina, empinando a bunda, até que os dedos grossos dele deslizem sobre suas dobras, do clitóris até o topo, espalhando sua lubrificação até seu buraquinho enrugado. Ele passa os dedos escorregadios ao redor do anel de músculos, e a sensação é tão boa que Harry precisa morder o lábio para não se empurrar contra aqueles dígitos que provocam sua carne.
Louis abre as bochechas da bunda dela e, sem aviso, se inclina e a golpeia com a língua. Primeiro, ele empurra contra o nervo sensível do clitóris, depois desliza entre os lábios molhados, lambendo e saboreando cada gota de sua lubrificação. O gosto dela impregna em sua língua enquanto ele sobe, cutucando a ponta no centro apertado de sua entrada.
A surpresa faz Harry tremer quando Louis enfia a língua ali, empurrando devagar, construindo ondas de prazer mais intensas do que ela consegue processar em tão pouco tempo.
Harry geme, os dedos dos pés se curvam, e seu ventre se contrai, apertando em volta de nada, ansiando pelo pau de Louis dentro dela — ou ao menos pelos seus dedos. Ele aperta sua buceta e continua engolindo seu suco doce enquanto Harry goza contra sua língua, a barba roçando contra a pele sensível de sua coxa, fazendo-a estremecer.
— Agora você está pronta para receber meu pau, lindeza?
— Sim… — Ela responde com a voz arrastada, a expressão suada e ofegante, gemendo enquanto sua buceta pulsa vazia.
Harry ergue a cabeça, os cachos caindo em volta do rosto, mas os joga para trás, permitindo que seus olhos se fixem nos dele, azuis e enevoados.
Louis se dá conta de sua beleza naquele momento. Ele ergue a mão e afasta os fios rebeldes que ainda insistem em cobrir parte do rosto dela. Suas bochechas estão coradas, os lábios inchados e entreabertos, os olhos selvagens e ao mesmo tempo atordoados pelo prazer.
Fodidamente perfeita.
— Você é perfeita — Louis sussurra.
Tanto de costas quanto de frente.
Harry abaixa os olhos para o pau dele, que ele aperta firmemente na própria mão.
— Quero você, gatinho — Ela murmura, puxando a mão dele e a guiando de volta para sua buceta, fazendo com que ele esfregue o clitóris novamente. Dessa vez, ele desliza dois dedos para dentro de sua carne quente e pulsante.
Ela ergue o quadril, e Louis traça a abertura de sua buceta com os dedos, provocando-a sem pressa.
Harry morde os lábios para conter um gemido.
— O quanto você me quer, Harry?
A resposta dela vem quando esfrega a bunda contra o pau de Louis, ansiosa pela penetração.
Louis pega a lubrificação de Harry e a esfrega em seu comprimento. Virando a cabeça para o lado, Harry observa como ele se acaricia, e começa a balançar a bunda no mesmo ritmo dos movimentos da mão dele. A respiração de Louis se torna irregular, assim como a dela, e um brilho cresce em seus olhos ao perceber o efeito que ela tem sobre ele.
— Me diga que me quer, Harry. Deixe isso claro para mim!
— Eu quero o seu pau na minha bunda, Louis. Quero que me foda até o dia seguinte — Ela declara, e o estômago de Louis vibra em puro tesão.
Porra.
O punho de Louis aperta a base de seu pau para evitar que goze antes do tempo, antes de estar enterrado na bunda dela.
Ele desliza os dedos pelos cabelos de Harry e, com a outra mão, posiciona a ponta grossa e vermelha de seu pau contra a entrada brilhante e molhada dela, que pulsa em antecipação.
A protuberância de Louis adentra, aos poucos, o buraco apertado de Harry, e a sensação faz sua glande chorar pré-gozo. Mas sua fome é ainda maior — ele quer ver a buceta dela escorrendo com sua porra, quer senti-la sugar até a última gota.
Harry começa a balançar os quadris contra ele, e Louis aproveita para estimular seu clitóris. Quando ela empurra a bunda para trás, mais do pau dele desliza para dentro de sua carne quente, que o aperta com avidez, como se o puxasse para mais fundo.
Louis empurra um pouco mais, acariciando a borda enrugada de sua entrada, fazendo Harry rebolar e gemer contra seu pau, enquanto sua buceta se contrai e pulsa ao redor dele.
Ele chega ao fundo dentro dela com um golpe generoso, arrancando um grito de seus lábios. Louis acaricia suas costas, e quando Harry ergue mais a bunda, ele aproveita o espaço e começa a bombear com força, invadindo-a sem piedade.
As bolas de Louis estão pesadas, carregadas de porra, quando batem contra a bunda dela. Ele sabe que Harry vai arrancar cada mínima gota dele com aquela buceta apertada. Ele a aperta, levando o pau até o fundo de seu buraco úmido, empurrando e pressionando firme. O atrito dos pelos ásperos de suas pernas contra a pele macia das coxas de Harry a deixa ainda mais excitada.
— Porra, você é como um sonho, linda — Ele geme, com a voz embargada de desejo.
Harry arqueia ainda mais os quadris, rolando contra as bolas de Louis, e ele para por um instante apenas para observá-la sorrir maliciosa, mordendo o lábio inferior.
O couro cabeludo de Harry arde em um prazer lascivo quando Louis puxa seus cabelos para trás, forçando-a a levantar a cabeça. Ele muda o ângulo das investidas e acerta exatamente o botão de prazer dentro dela, fazendo-a gritar alto.
— Louis! — Harry geme, o pau dele entrando e saindo com força, roubando seu fôlego.
— Hm… — Louis solta um gemido gutural.
Seus golpes brutos fazem o corpo de Harry balançar em um vai e vem delicioso. Ele a preenche profundamente, enquanto seus dedos pressionam o clitóris, enviando faíscas e tremores de prazer por todo o corpo dela.
Com o pau enterrado até o fundo dentro de Harry, Louis aperta a sua bunda macia e solta um gemido quando sente a carne dela se contrair ao redor dele com uma força absurda.
Ele geme novamente, se esvaziando dentro dela, enquanto Harry encontra seu próprio alívio. Seus músculos tremem, e a onda de prazer os consome de forma gostosa, de forma agradável.
Louis acaricia as costas de Harry, até o momento em que ele deixa o buraco dela. Algo escorre pelas coxas de Harry e Louis cantorola de forma satisfeita, assim como Harry ofegante vira o rosto suado para o lado e vê a cena que faz a sua buceta arder e contrair, porra! Aquela cena era excitante.
— Vire, linda, quero te ver.
Harry obedeceu, se virando de frente para ele e afastando as pernas, exibindo o que ele havia feito com ela.
— Porra, você é realmente algo. — Louis passou a língua pelos lábios, enquanto Harry sorria e virava o rosto para o lado.
— Se eu não estivesse dolorida, pediria um segundo round.
O esperma de Louis escorria de sua buceta, como seda líquida e brilhante, manchando os lençóis brancos de sua cama.
A noite passou entre carícias preguiçosas e beijos roubados. Depois do ápice, Louis a manteve em seus braços, os dedos desenhando padrões suaves nas costas nuas de Harry. O quarto ainda cheirava a sexo e desejo saciado, mas agora o ambiente estava tomado por um silêncio confortável.
Harry dormiu com a cabeça apoiada no peito dele, os corpos entrelaçados sob os lençóis macios. Quando o sol começou a invadir o quarto pelas frestas da cortina, ela despertou devagar, sentindo o toque quente da respiração de Louis contra sua testa.
— Bom dia. — Ele murmurou com a voz rouca de sono, deslizando a mão por sua cintura.
— Bom dia... — Harry sorriu, os olhos ainda preguiçosos.
Eles permaneceram na cama por mais alguns minutos antes de finalmente se levantarem. Louis preparou o café, enquanto Harry vestia uma camiseta larga dele e se sentava no balcão da cozinha, observando-o com um sorrisinho satisfeito.
— Café preto ou com leite? — Ele perguntou, servindo duas xícaras.
— Com leite, por favor. — Ela respondeu, esticando a mão para pegar a xícara e tomando um gole.
Louis se sentou ao lado dela, pegando uma torrada e mordendo com tranquilidade. Harry observou a cena por um momento antes de falar:
— Preciso passar no shopping hoje… tenho que devolver uma coisa.
Louis ergueu uma sobrancelha.
— O quê?
— Um vestido que comprei, mas acho que não combina tanto comigo.
Ele riu baixo, tomando um gole do café.
— Você quer que eu vá com você?
Harry sorriu, mordendo o lábio de leve.
— Você gostaria?
Louis inclinou a cabeça de lado, como se pensasse por um segundo, mas logo sorriu de canto.
— Se isso significa te ver experimentando roupas, então sim.
— Hmm, quem sabe?— Harry provocou, levando a xícara aos lábios e lançando um olhar por cima da borda.
O arrepio que percorreu o corpo de Louis foi imediato.
— Harry… — Ele advertiu, estreitando os olhos, mas o sorriso malicioso dela só se alargou.
Eles trocaram algumas palavras entre bocados de torrada, saboreando a tranquilidade do café da manhã compartilhado.
Até que Harry se inclinou ligeiramente para a frente, os olhos brilhando com diversão.
— Vamos? — Harry perguntou, os olhos afiados e um sorriso brincando nos lábios.
Louis não disse nada, apenas assentiu, ainda absorvendo a visão dela de casaco fechado sobre a pele nua. Ele sabia que, por baixo daquele casaco não havia absolutamente nada além do próprio desejo dela — e isso fez seu corpo reagir de imediato.
Eles saíram do apartamento e entraram no Mercedes-Benz de Harry. Ela abaixou o espelhinho para retocar o gloss, que tirou da bolsa Hermès deixada no carro, o deslizando suavemente sobre seus lábios vermelhos e cheios. O motor ronronou quando girou a chave, acelerando pelas ruas movimentadas da cidade. Durante o trajeto, Louis a observava de soslaio, encantado com a forma despreocupada como ela dirigia—mão firme no volante, dedos enfeitados por anéis cintilantes, pernas cruzadas de modo impecável para manter o casaco no lugar... mas apenas no limite.
— Você faz isso de propósito, não faz? — Ele perguntou, divertido, com a voz carregada de desejo.
Harry sorriu sem desviar os olhos da estrada.
— Não faço ideia do que você está falando.
Louis soltou uma risada baixa, balançando a cabeça enquanto ela lhe lançava uma piscadela.
Ao chegarem ao shopping, Harry estacionou na área VIP e saiu do carro com sua habitual confiança, pegando a sua bolsa em uma mão e a sacola da loja na outra. Louis a acompanhou em silêncio, observando cada movimento enquanto subiam juntos as escadas rolantes em direção à loja de roupas.
Harry foi direto ao balcão para devolver o vestido que havia comprado, enquanto Louis aproveitava o tempo para olhar ao redor da loja. Seu olhar vagou pelas araras até que algo chamou sua atenção: uma jaqueta de couro impecável, cortada sob medida. Ele se aproximou, passando os dedos pelo material macio, sentindo o peso da peça.
Foi quando Harry voltou e o encontrou ali, observando a jaqueta com interesse.
— Gostou? — Ela perguntou, inclinando a cabeça.
Louis deu de ombros.
— Sim, é linda. Mas custa uns 550 euros, então…
Harry arqueou uma sobrancelha e sorriu.
— E daí?
Antes que ele pudesse responder, ela simplesmente pegou a jaqueta da prateleira e caminhou em direção ao caixa. Louis piscou, surpreso, e a seguiu, achando que era apenas uma brincadeira.
— Harry, espera aí…
Ela não respondeu. Apenas abriu sua bolsa de marca e, sem hesitação, tirou um dos maço dentro outros de sua bolsa de notas de 100 euros. Louis arregalou os olhos.
— Você tá falando sério?
— Claro. Você gostou, então vou comprar pra você.
Louis riu, ainda incrédulo.
— Você não precisa fazer isso.
— Mas eu quero. — Harry entregou o dinheiro à atendente, que rapidamente processou a compra e colocou a jaqueta em uma sacola.
Louis passou a mão pelo rosto, ainda surpreso, mas, no fundo, um sorriso começou a se formar em seus lábios.
— Você é inacreditável.
Harry pegou a sacola e a entregou para ele com um olhar divertido.
— Eu sei. Agora, vai vestir. Quero ver se ficou tão boa em você quanto eu imaginei.
Louis pegou a jaqueta, rindo, e a vestiu ali mesmo. O ajuste era perfeito, como se tivesse sido feita sob medida para ele.
Harry mordeu o lábio inferior, analisando-o de cima a baixo.
— Definitivamente valeu a pena.
Louis se aproximou, pegando sua cintura e a puxando para perto.
— Vou ter que encontrar uma forma de retribuir esse presente…
— Tenho certeza de que você vai pensar em algo. — Ela sussurrou, os lábios roçando levemente nos dele antes de se afastar com um sorriso travesso.
Depois de sair da loja, Harry e Louis caminharam pelo shopping sem pressa. Ele ainda não acreditava que ela realmente havia comprado aquela jaqueta para ele, mas a cada passo sentia o couro macio contra sua pele, como um lembrete de que aquilo era real.
— Você sempre faz isso? — Ele perguntou, olhando-a de canto enquanto caminhavam em direção ao estacionamento.
— Isso o quê? — Harry sorriu de lado, fingindo inocência.
— Comprar coisas absurdamente caras para as pessoas sem pensar duas vezes.
Ela deu de ombros.
— Só quando eu quero.
Louis riu, balançando a cabeça.
Ao chegarem ao carro, Harry pegou as chaves e, sem hesitar, as entregou a ele, como se aquilo fosse algo natural.
— Dirija pra mim. — Ela pediu, deslizando para o banco do passageiro sem dar espaço para discussão.
Louis ergueu uma sobrancelha, segurando as chaves, claramente surpreso.
— Sério? Você quer que eu dirija? — Perguntou, girando as chaves entre os dedos, analisando a expressão dela.
— Sim, sério. — Harry respondeu, já se acomodando no banco do passageiro com a tranquilidade de quem sabia que teria seu pedido atendido.
Louis suspirou, mas não discutiu. Agarrou as chaves, ajustou o banco e o espelho antes de ligar o motor. O ronco do Mercedes-Benz preencheu o silêncio do estacionamento, soando quase como um lembrete do preço daquela responsabilidade. Ele engoliu em seco. Fazia tempo que não dirigia, ainda mais um carro tão caro.
Respirando fundo, saiu do estacionamento com cautela, sentindo a direção firme sob suas mãos. Ao lado, Harry parecia completamente relaxada, puxando assunto como se não houvesse qualquer tensão no ar.
A conversa fluiu naturalmente no caminho. Louis começou a falar sobre a faculdade, contando que estava atrasado em algumas matérias e precisava se organizar melhor.
— Mas eu vou dar um jeito. Sempre dou. — Ele disse, lançando um meio sorriso enquanto mantinha os olhos fixos na estrada.
Harry o observou de canto de olho, apoiando o cotovelo na porta e descansando o queixo na mão.
— Eu não duvido disso.
A viagem seguiu tranquila, e logo chegaram ao prédio onde Louis morava. Ele estacionou o carro e, sem dizer nada, olhou para Harry, esperando que ela assumisse a direção novamente. Mas antes que ele pudesse sair, sentiu a mão dela segurando seu pulso suavemente.
— Espera.
Louis franziu o cenho, mas obedeceu. Harry abriu sua bolsa de marca e, sem hesitação, tirou um bolo de notas de euros. Sem dizer nada, estendeu para ele.
Louis piscou, confuso.
— O que é isso?
— Só um presente.
Ele riu, incrédulo.
— Harry, eu não posso aceitar isso.
— Pode, sim. E vai. — Ela empurrou o dinheiro em sua mão, fechando os dedos dele ao redor das notas. — Não precisa me agradecer, só… use como quiser, gatinho.
Harry sorriu e se inclinou para frente, roçando os lábios nos dele em um selinho rápido, mas cheio de significado.
— Boa noite, Louis.
Ele saiu do carro, ainda segurando o dinheiro, atordoado pela atitude dela. Quando Harry assumiu a direção e foi embora, ele ficou parado por alguns segundos antes de soltar um suspiro e entrar no prédio.
Nos dias seguintes, as mensagens entre eles continuaram. Às vezes, eram conversas casuais sobre o dia; outras, trocas de provocações carregadas de segundas intenções. Mas uma coisa se tornou constante: Harry sempre encontrava uma forma de surpreendê-lo com presentes caros.
Uma camisa de grife deixada discretamente em sua porta. Um relógio sofisticado que ele jamais compraria para si mesmo. Ingressos para um show exclusivo de sua banda favorita — algo que nem sabia que queria até tê-los em mãos.
E, claro, inúmeras viagens. Sem falar nas noites de sexo ardente entre os dois, tão intensas que deixavam ambos sem fôlego.
Harry sempre arrumava uma desculpa para levá-lo a algum lugar novo, seja um fim de semana em uma praia paradisíaca, um evento exclusivo em Paris ou um simples bate e volta para uma cidade charmosa. E cada viagem vinha acompanhada de algo luxuoso.
Como na vez do iMac.
Uma noite, Harry o convidou para ir até sua casa, mas Louis recusou, dizendo que precisava estudar.
— Meu notebook está um inferno. — Ele reclamou pelo telefone, passando as mãos pelos cabelos em frustração. — Trava, reinicia do nada… tô perdendo a paciência.
Harry riu do outro lado da linha.
— Venha estudar aqui.
Louis hesitou, mas a irritação falou mais alto. Pouco tempo depois, já estava na casa dela, sentado no sofá, resmungando enquanto tentava fazer o notebook colaborar. Harry o observava, braços cruzados, um sorriso divertido nos lábios.
Na manhã seguinte, ao abrir a porta do apartamento, Louis encontrou um embrulho elegante repousando ali. Ao abrir, seus olhos se arregalaram ao ver o iMac mais novo e potente.
— Harry. — Louis bufou, segurando o presente nas mãos. — Você só pode estar brincando comigo.
Encostada na porta, Harry sorriu com satisfação, os olhos brilhando de diversão.
— Você odiava aquele notebook. Agora não precisa mais se preocupar com ele. — Ela disse, deslizando os braços ao redor do pescoço dele antes de roubar um beijo.
Naquela noite, eles saíram para jantar e, mais tarde, Louis a fodeu na jacuzzi aquecida, o vapor se misturando ao calor entre os dois.
Como na viagem para Milão.
Harry apareceu em sua casa segurando duas passagens de primeira classe, um sorriso presunçoso nos lábios.
— Faça as malas, bebê. Vamos para Milão.
Louis arqueou uma sobrancelha, surpreso.
— Milão?
— Semana de moda. — Ela respondeu, girando nos calcanhares com um sorriso provocante.
Assim como quando chegaram a Dubai, Harry fez questão de garantir que tudo fosse impecável. Contratou um jatinho particular direto para o hotel, e durante o voo, os dois não se desgrudaram. Beijos longos, carícias distraídas, risadas abafadas entre taças de champanhe. Louis parecia completamente encantado por ela — e Harry, por ele. Seus dedos estavam sempre entrelaçados, e ela não parava de acariciar seu rosto, como se quisesse memorizar cada detalhe ali, sob a luz suave da cabine.
Quando chegaram à suíte presidencial do hotel, Louis parou na porta, atordoado. O luxo era surreal. Uma vista panorâmica da cidade, cortinas pesadas de seda, uma decoração extravagante e um banheiro que, facilmente, era maior que o apartamento dele.
Aquela noite foi um espetáculo à parte. Jantaram em um dos restaurantes mais sofisticados de Dubai, onde serviram pratos adornados com folhas de ouro e vinho branco da melhor qualidade. Mas, apesar da sofisticação, a fome que Harry sentia não tinha nada a ver com comida.
No caminho de volta ao hotel, no banco traseiro do carro, ela deixou claro exatamente o que queria.
Louis percebeu quando Harry se inclinou sobre ele, os olhos cheios de desejo. A respiração dele ficou presa na garganta quando sentiu os dedos dela deslizarem sobre seu membro, que já enrijecia sob o toque provocador.
Harry sorriu, os lábios brilhando sob a luz baixa do carro.
— Eu só preciso passar meu gloss favorito — sussurrou, arrastando as palavras com doçura.
O corpo de Louis reagiu no mesmo instante, e uma gota de pré-gozo brotou na ponta de sua glande. Harry não hesitou.
Com um olhar travesso, ela abaixou a cabeça lentamente, os lábios roçando primeiro a ponta sensível de seu pau, fechados, como se estivesse testando a textura do tal gloss. Depois, os abriu e sugou levemente, arrancando um gemido grave de Louis.
Quando finalmente o engoliu por completo, ele deixou escapar um palavrão, jogando a cabeça contra o encosto de couro do banco.
Harry o chupou com fome, sugando cada centímetro com uma devoção absurda, mesmo depois de terem jantado um banquete luxuoso. Seus olhos brilhavam, como se aquilo fosse um prazer tão intenso para ela quanto para ele.
Louis passou as mãos pelos cachos dela, os dedos apertando sua nuca conforme sentia o prazer subir. Quando Harry gemeu ao redor de seu pau, ele perdeu o controle.
Ela continuou a engoli-lo, sugando até que ele se derramasse fundo em sua garganta, os músculos de seu corpo tensos enquanto gemia seu nome.
Quando Harry finalmente ergueu a cabeça, os lábios inchados e molhados, passou o polegar pelo canto da boca e o levou até dentro, o chupando devagar.
— Você me deixa insuportavelmente excitada — Ela confessou, os olhos cravados nos dele.
Aquilo foi o suficiente.
Assim que entraram no hotel, Louis a puxou com força, colando seus corpos em um beijo voraz. As roupas foram arrancadas sem cerimônia, espalhadas pelo chão da suíte, e em segundos, ele a empurrou contra a parede, a penetrando de uma só vez.
Harry soltou um gemido alto, se agarrando a seus ombros enquanto ele a bombeava com força, os sons abafados pela respiração ofegante e pelo som do vento quente de Dubai entrando pela varanda aberta.
E então, foi lá que ele a levou.
As pernas dela estavam enroscadas em sua cintura, a bunda apoiada na borda do vidro frio, enquanto Louis a penetrava profundamente, observando a cidade iluminada ao fundo. Mas nada — absolutamente nada — se comparava à visão de Harry entregue a ele, destruída pelo prazer, encaixada perfeitamente em seu pau.
O orgasmo veio como uma avalanche, os dois gemendo alto enquanto seus corpos se sacudiam juntos, até que Louis se derramou dentro dela, ofegante e trêmulo.
Quando os tremores diminuíram, ele manteve o rosto enterrado na curva do pescoço de Harry, sentindo o cheiro doce de sua pele misturado com suor.
E então, sem sequer pensar, sussurrou contra sua pele:
— Acho que estou apaixonado por você.
Harry, ainda arfando, se afastou levemente para encará-lo. Seus olhos estavam brilhantes, mas havia algo mais ali, algo que fez o coração de Louis disparar.
Ela passou os dedos pelo cabelo dele, o puxando suavemente para um beijo lento, terno, diferente de todos os outros.
— Acho que já sabia disso — Ela respondeu, sorrindo contra seus lábios.
Louis riu baixinho, fechando os olhos por um instante.
— Pretensiosa.
— Realista — Harry corrigiu, mordiscando o lábio inferior dele. — Agora... vamos tomar um banho? Ou quer continuar admirando a vista?
Louis olhou por cima do ombro, para a cidade vibrante sob o céu escuro. Então, virou-se para encará-la novamente.
— Já tenho a melhor vista bem na minha frente.
Harry riu, o som leve e genuíno, antes de puxá-lo para dentro do quarto novamente.
— Acho que também estou, garoto bonito! — Ela sussurrou em contato com os lábios dele.
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⸻ 𝐄𝐥𝐞 𝐜𝐡𝐞𝐠𝐚 𝐜𝐚𝐧𝐬𝐚𝐝𝐨 𝐝𝐨 𝐭𝐫𝐚𝐛𝐚𝐥𝐡𝐨 𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐫 𝐫𝐞𝐥𝐚𝐱𝐚𝐫 𐙚
⸻ Nanami Kento ⸻
(1,85m/22cm)
⸻ Nanami andava em passos lentos e cansados até seu apartamento, havia tido um longo e estressante dia de trabalho, queria apenas se aconchegar nos braços de seu namorado e ter seu merecido descanso. O homem musculoso pegou o molho de chaves em seu bolso e abriu a porta principal, sentindo o calor do ambiente envolver totalmente seu corpo.
— "Lar doce lar" — disse em um suspiro, tirando seus sapatos sociais e relaxando seus músculos. — "Noah? Já estou em casa, amor."
O mais alto estranhou a falta de resposta de seu namorado, o mesmo geralmente era bastante alegre e hiperativo em quase todos os momentos. Nanami dirigiu-se ao quarto de casal que compartilhavam, a cena que viu fez seu pau se tornar duro como pedra em questão de segundos.
— "Porra" — o loiro disse em um sussurro rouco, o desejo evidente em seu tom, seus olhos percorreram todo o corpo de seu pequeno namorado. O menor estava deitado sobre a enorme cama usando apenas boxers e uma das grandes camisas sociais de Nanami. — "Assim você me mata, gatinho."
O maior subiu na cama silenciosamente, elevando-se sobre o corpo pequeno e delicado de Noah. Uma das mãos de Nanami foi em direção à barra da cueca que o garoto usava, a abaixando lenta e cuidadosamente.
— "Sorte que você é meu, gatinho" — o loiro disse, suas mãos apertando levemente a bunda arrebitada e pequena do mais novo.
Nanami separou a bunda de Noah usando seus dedos, vendo a entradinha rosa e aparentemente intocada pulsar para si. Faziam alguns meses que não faziam sexo devido à alta demanda que a empresa do loiro estava recebendo. O maior pressionou seu dedo delicadamente sobre a entrada rosada, vendo-a se contrair sobre seus toques, e decidiu enfiar lentamente um de seus dedos.
— "N-Nanami?" — o menor perguntou em um resmungo, seus olhos ainda fechados pelo sono. — "O q-que está fazendo?"
— "Shh, fique parado" — disse com uma voz terna, usando sua outra mão para acariciar os fios macios de Noah. — "Apenas descanse, vou cuidar bem de você."
O menor obedeceu, deitando sua cabeça novamente no travesseiro macio em que estava antes. Sentia-se tão bem com os toques de seu marido. Um arrepio correu pela espinha de Noah ao sentir o músculo quente e pulsante invadir seu interior. Era a língua de Nanami.
— "H-hm, t-tão bom" — disse em um gemido, seus dedos apertando o lençol abaixo de si. — "M-mais fundo, p-por favor."
Nanami acatou ao pedido do pequeno, enfiando totalmente sua língua no cuzinho apertado e sensível. O loiro começou a simular leves estocadas dentro de seu namorado, causando uma série de gemidos manhosos que foram abafados pelo travesseiro.
— "Tinha esquecido o quanto você é bom" — disse com um sorriso, dando uma lambida final na entrada que havia acabado de ser superestimulada. — "Você vai precisar ser um bom garoto para mim agora, pequeno."
— "P-por quê parou?" — disse com a voz trêmula, seu rosto virando-se para olhar seu marido.
— "Você verá, apenas aproveite, gatinho" — disse deitando-se ao lado de Noah na cama. — "Você vai aquecer meu pau como um bom menino, entendeu?"
— "M-mas..." — Noah gaguejou. O pau de Nanami era muito grande e grosso, e não faziam sexo há algum tempo. O maior olhou com olhos pedintes para o garoto, que suspirou e atendeu ao pedido do mais velho. Era uma maneira de agradecê-lo por tê-lo feito se sentir tão bem anteriormente, e não negaria que iria gostar — "A-apenas vá d-devagar."
— "Claro, príncipe" — Nanami disse, dando um leve beijo na nuca do menor. Puxou sua boxer para baixo, seu membro grosso e grande saltou em liberdade. Lubrificou-o levemente com sua saliva e pré-semên e o alinhou à entrada de Noah, enfiando sua glande lentamente no interior do menor — "Não se mexa muito, vou colocar."
— "Nanami, 't-tá doendo m-muito" — disse com um gemido, sentindo as mãos grandes do loiro acariciando seu couro cabeludo, pequenas gotículas de lágrimas nos cantos de seus olhos. O maior usou uma de suas grandes mãos para manter seu namorado no lugar, conseguindo colocar uma boa parte de seu pênis. — "F-foi?"
— "Apenas metade, gatinho" — disse, fazendo um leve carinho na barriga de Noah, que já demonstrava indícios da protuberância que o membro de Nanami causava. — "Aguente apenas mais um pouco."
O menor sentia seu interior ser invadido pelo pau do maior. Havia esquecido que era tão difícil aguentar um homem como Nanami sendo tão pequeno. O homem enfim havia conseguido ajustar todo o seu membro dentro do menor, este que gemia e arfava pelo esforço que acabara de fazer.
— "Você foi ótimo, amor" — disse beijando sua testa, cobrindo-os com o edredom preto que usavam. — "Bons sonhos."
— "B-boa noite" — disse suspirando, aninhando suas costas ao peito musculoso de seu marido, sentindo os braços do mais velho envolverem sua cintura protetoramente.
Fãs do Nanami, essa é pra vocês 𐙚
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nasty | Johnny Suh
Johnny Suh × Fem!Reader | eu diria que é um Slice of Life | um teco Sugestivo | w.c - 0.6k
resumo - Johnny não fazia ideia do porque você estava tão concentrada lendo um livro de capa ilustrada. Bom, agora ele já sabe o motivo.
notinha da Sun - @lovesuhng VOCÊ NÃO SABE O QUÃO BOM É ESCREVER COM O JOHN!! Eu escreveria com ele todos os dias KKKKKK Então, pode me fazer quantos pedidos quiser em relação a esse homem 🙏
Ah e sobre o “livro de capa ilustrada”, é que atualmente os livros com a capa desenhada são os mais 🔥🔥🔥 Tipo “Quebrando o gelo” da Hannah Grace KKKKKK
boa leitura, docinhos!! 💚

Don't wanna wait on it tonight, I wanna get nasty.
— O que você tá lendo? — Johnny perguntou, engatinhando até você na cama de casal. Você escondeu o livro com o conteúdo contra o peito, assustada com a voz dele de repente. Estava tão concentrada na leitura que nem percebeu que ele estava ali na sua frente.
— Tá escondendo por quê, princesa? Tem algo aí que eu não posso ler? — Ele perguntou com um sorrisinho, pegando o livro de capa ilustrada antes que você pudesse protestar. Você deu um gritinho, e Johnny se levantou com o livro lá no alto, lendo em voz alta e rindo das suas tentativas de alcançá-lo. Ele até se afastou da cama quando você se pôs em pé, tentando recuperar seu bem, mas sem sucesso.
Enquanto isso, Johnny continuava lendo as perversidades daquele livro como se recitasse o poema mais romântico do mundo.
— Johnny Suh, me devolve esse livro — você pediu em tom de aviso e saiu da cama em direção a ele, soltando um gritinho de surpresa quando ele envolveu sua cintura e te ergueu com um só braço, deixando o livro na cabeceira. Você desistiu; agora que ele já sabia do que se tratava sua literatura, não havia mais o que fazer. Envolveu as pernas ao redor da cintura dele, e Johnny te deu um beijo gentil na bochecha, mesmo que você estivesse fingindo estar emburrada.
Ele te deitou no colchão, mas continuou entre suas pernas. Gostava quando você o abraçava daquele jeito. Johnny acariciou sua bochecha; você desviou o olhar, mas um sorrisinho estava nos seus lábios.
— Eu posso fazer aquilo, você sabe, né? Um 69 — Imediatamente você explodiu em risos. Johnny sorriu, contagiado pelo seu bom humor. Enquanto recuperava o fôlego, ele te beijou delicadamente pelo pescoço, criando uma trilha de fogo por onde sua boca passava. — Por que você tá rindo? É sério.
— Johnny, eu não sou assim. Tem que criar o clima pra mim — suas bochechas ruborizaram com a declaração. A verdade é que o básico te agradava; você gostava da lentidão, das preliminares que deixavam tudo em você quente. Gostava de música ambiente, das luzes baixas, e gostava de vê-lo também, de enxergar os íntimos se encontrando. Definitivamente, gostava de tudo isso, e Johnny sabia como te fazer feliz.
— Criar o clima pra você cair de boca no meu pau?
— Johnny! — Ele riu, te abraçando forte, unindo seus corpos o máximo que a calça de moletom folgada e sua camisola de cetim permitiam. Pararam um pouco, só para Johnny beijar sua boca devagar, do jeito que sabia que você gostava. Tinham todo o tempo do mundo, toda a noite para desfrutarem um do outro, e agora, com as alianças nos dedos, tinham o resto da vida para isso.
— Posso ser egoísta e dizer que você foi desenhada pra mim? — Johnny arrumou seu cabelo atrás da orelha e beijou docemente seu lóbulo, causando arrepios por todo o seu corpo. Você pressionou o quadril contra o dele; ele sorriu, sabendo que, mesmo sendo tímida, você tinha seu lado atrevido.
— Assim como cada estrutura anatômica se encaixa perfeitamente, a gente se encaixa — Johnny beijou seus lábios, e você tocou seu lindo rosto, a barba recém-feita e os cabelos ligeiramente bagunçados. Johnny pós-banho era o melhor. — Minha boca encaixa com perfeição na sua.
Ele procurou sua mão e entrelaçou os dedos suavemente.
— Minha mão aninha a sua perfeitamente — você sorriu, e ele continuou fascinado por você, pela sua beleza, pelo simples fato de você ser você. — Meu corpo encaixa no seu.
— Perfeitamente — você completou, acariciando as costas nuas dele, provocando-o com as unhas levemente compridas, arranhando sua pele e arrancando-lhe um suspiro.
— Já pintou o clima pro 69? — Johnny perguntou, enquanto você cobria o rosto, rindo divertida. Ele afastou suas mãos e te beijou até que você cedesse à posição ousada que ele tanto insistia em propor.
Mas vocês tinham o resto da vida para isso.

notinha da Sun² - me inspirei em “nasty” da Ari pra escrever essa, e mais especificamente nessa playlist:
@sunshyni. Todos os direitos reservados.
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La maggiorana è stata considerata nell'antichità l'erba di Afrodite, vi chiedete il perché? Fa bene a chi soffre di ipertensione, di sindrome premestruale, di crampi, di emicrania. Lo scopriamo insieme in questa puntata del podcast.
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Some Things Break



Inspirado na música: From In Dining Table — Harry Styles
Harry acordou de ressaca mais uma vez, o gosto amargo do álcool impregnava sua boca, fazia dois meses desde que ela se foi e ele ainda estava ali, perdido na bagunça que ela deixou para trás.
Passou a mão pelos cabelos, soltando um suspiro pesado, sentia-se patético, detestava que, mesmo depois de tanto tempo, ainda sentia sua falta com a mesma intensidade do primeiro dia.
Ficou um longo tempo encarando o teto, levantar era um esforço grande demais, imerso em sua própria depreciação, deixou que as lembranças dela o envolvessem.
O sorriso que ela exibia ao tocar ao lado dele, a forma como seus dedos dançavam pelo teclado com tanta facilidade, os olhares compartilhados no palco, as noites em claro no estúdio...
Não havia nada nela que Harry odiasse.
Por que ela não podia simplesmente ceder primeiro?
Sentou-se na cama, sentindo as lágrimas queimarem mais uma vez seus olhos, pegou o celular e procurou o contato dela.
As mensagens antigas ainda estavam ali, cada foto, cada "eu te amo", um lembrete cruel de que o que um dia foi bonito, real, agora não passava de uma lembrança.
Com o coração acelerado e os dedos trêmulos, digitou uma mensagem curta:
Sinto sua falta.
Seu polegar pairou sobre o botão de enviar por um instante, sabia que era um erro, que estava apenas se machucando mais, mas, mesmo assim, pressionou o botão.
A mensagem foi entregue.
Mas ele sabia que nunca seria lida.
Odiava essa sensação de impotência, de esperar por algo que nunca aconteceria.
O silêncio dela era a pior resposta que poderia receber, mas era a única que tinha.
***
O som da multidão gritando seu nome não significava nada naquela noite, ele estava nos bastidores, prestes a subir ao palco, mas sua mente vagava em outro lugar.
Desde que ela partiu, colocar outra pessoa em seu lugar foi uma decisão difícil. Ela não era apenas parte da banda; era a mulher que ele amava e ver alguém ocupando seu espaço tornava a ausência ainda mais dolorosa.
— E aí, cara, tudo bem? — Mitch apareceu ao seu lado, segurando uma garrafa de água.
— Sim. — Harry franziu o cenho ao notar a camiseta que Mitch estava vestindo.
Reconhecia aquele tecido desbotado, a costura levemente desgastada.
Seu estômago revirou.
Era a sua camisa.
A camisa preferida dela...
— De onde você tirou essa camisa? — perguntou, a voz carregada de desconfiança.
— Ah, S/n me deu quando eu e Sarah fomos ao novo apartamento dela. — Mitch olhou para baixo, parecendo só agora se dar conta. — Ela queria se livrar de algumas coisas depois do término, sabe?
— Se livrar, é? — murmurou, passando a língua pelos lábios, tentando mascarar a irritação. — E como ela tá?
— Você não quer saber. — Mitch hesitou.
— Mitch? — Harry insistiu, cruzando os braços.
— Não faça isso... — O amigo suspirou, passando a mão na nuca.
— Fala logo, Mitch. — Harry estreitou os olhos.
Algo estava por vir.
Algo que ele não queria ouvir.
— Ela… — Mitch hesitou mais uma vez. — Ela está saindo com alguém.
O coração de Harry parou por um segundo.
Então ela seguiu em frente?
— Que bom para ela. — Forçou um sorriso rígido, frio.
— Você não precisa fingir. — Mitch o encarou, analisando sua expressão.
Harry soltou um suspiro e desviou o olhar para o chão, sabia que Mitch estava certo, mas admitir que doía tanto em voz alta era algo que simplesmente não conseguia fazer.
— Vem, vamos, está na hora. — O puxou para fora do camarim.
Os gritos do público se intensificaram, era hora do show, mas, pela primeira vez em muito tempo, Harry não queria estar ali.
***
A euforia dos shows terminava sempre da mesma forma depois que ela se foi, com um vazio insuportável, a multidão gritava seu nome, as luzes cegavam seus olhos, mas, quando a última nota era cantada e as cortinas se fechavam, tudo que restava era o silêncio.
Ele se sentava no camarim, os músculos ainda vibrando com a adrenalina e esperava.
Uma mensagem.
Um sinal.
Uma prova de que ela ainda existia.
Mas não havia nada.
Só o silêncio.
E céus... tudo o que ele mais queria era qualquer coisa além daquele maldito silêncio.
Depois do show daquela noite, não foi diferente, ficou no camarim por mais tempo que o normal, tudo o que queria era voltar para o hotel e esquecer, mas seu coração era seu pior inimigo, pegou o celular, só para checar se havia algum sinal dela.
Nada.
Era quase como se ele nunca tivesse existido para ela.
Ele queria odiá-la por isso, queria apagar cada lembrança, cada noite em que riram juntos, cada instante que dividiram.
Mas o problema era que ele ainda a amava.
E isso tornava tudo muito pior.
— Você tem que sair dessa, ela já seguiu em frente, você também precisa fazer isso. — Jeff apareceu na porta, com um olhar preocupado.
— Eu estou bem. — Harry suspirou, forçando um sorriso torto.
— Não, você não está.
Ele sabia que não.
Todo mundo sabia.
— Vamos sair hoje, todo mundo vai. — Jeff insistiu. — Você precisa espairecer, pelo menos por uma noite.
A ideia parecia pavorosa, mas Harry cedeu, talvez o álcool pudesse preencher o buraco que ela deixou, mesmo que fosse só por algumas horas.
A balada estava lotada, o cheiro de bebida e cigarro misturava-se no ar. Harry não perdeu tempo e pediu um uísque duplo assim que chegou ao bar. A embriaguez tornaria tudo menos insuportável.
Quanto mais copos esvaziavam, mais um sorriso surgia em seus lábios, mais seu corpo relaxava, mais fácil parecia se perder na música e esquecer.
Tudo parecia funcionar.
Até que ele a viu.
O coração parou por um segundo.
A mulher estava no meio da pista, dançando como se o mundo girasse ao seu redor, os cabelos soltos, o sorriso confiante nos lábios.
Por um instante, ele se esqueceu de respirar.
A maneira como se movia, a expressão no rosto, era quase cruel, o quanto se parecia com ela.
E sem pensar, ele se aproximou.
— Você é o Harry Styles, não é? — a mulher perguntou, divertida, inclinando-se ligeiramente na direção dele.
Até o perfume era parecido.
Ou talvez fosse só ele fingindo que era.
— E se eu for? O que você faria com essa informação?
— Acho que eu ia querer descobrir se toda aquela fama que dizem que você tem é verdade. — Ela mordeu o lábio, provocante.
— Que tal sairmos daqui e você descobrir por si mesma? — Harry sorriu, deslizando a língua pelos lábios.
— Eu adoraria.
Horas depois, a mulher de quem ele mal sabia o nome estava esparramada sobre sua cama no quarto de hotel. O perfume dela impregnava o ar, seu corpo enrolado e seus lençóis. Por aquela noite, ele se permitiu acreditar que era ela.
Deixou-se levar pela ilusão, puxou o corpo feminino contra o seu e fechou os olhos, abraçando-a com força.
E enfim, dormiu.
Harry acordou com o peso do corpo dela sobre o seu.
A cabeça latejava, o estômago revirava.
E então a realidade o atingiu.
Ele não queria estar ali.
Sem fazer barulho, afastou-se da cama e caminhou até o banheiro, fechando a porta atrás de si. Precisava sair dali o mais rápido possível, tomou um banho rápido e vestiu o moletom e o short de corrida habitual.
Quando voltou ao quarto, a mulher se espreguiçava preguiçosamente, puxando o lençol até a altura do peito.
— Bom dia, astro do rock. — Ela sorriu ao vê-lo parado na porta do banheiro.
— Bom di... Bom dia... — respondeu com um sorriso discreto. — Por um segundo, quase disse o nome errado, mas engoliu a palavra a tempo.
— Ah, já vai fugir?
Harry a observou por um momento, ela era realmente muito bonita, mas estava longe de ser o que ele queria.
— Eu… preciso ir, você sabe, minha agenda é cheia. — Ele forçou um sorriso educado.
— Fica só um pouco mais? — Os olhos dela brilharam com um resquício de esperança.
A última coisa que ele queria era prolongar o que já havia acontecido.
— Olha, você pode tomar um banho demorado na banheira, pedir o café da manhã mais caro do cardápio… — Ele falou rapidamente, tentando amenizar a situação. — Só, quando decidir ir, deixa a chave na recepção, tá? — Seus pés já estavam em direção à porta. — Me desculpe, eu realmente tenho um dia cheio pela frente.
— Você vai me ligar depois? — Ela hesitou, mordendo o canto do lábio.
Harry parou por um instante, mas nem sequer olhou para trás antes de responder.
— Claro, eu ligo.
E então saiu.
Sem a menor intenção de cumprir aquela promessa.
***
Os meses passaram.
Mas o vazio continuava ali.
Nada preenchia.
Nada mudava.
Então, ele escreveu.
A música foi tocada apenas uma vez, num show pequeno, mas a internet explodiu. No Twitter, os clipes da apresentação se espalharam como fogo, acompanhados por milhares de comentários emocionados.
"Ele ainda a ama"
"Como alguém pode deixar esse homem?"
"Essa música é para S/n, eu tenho certeza."
"Harry nunca esteve tão vulnerável depois desse término."
Ele nunca soube se ela assistiu ao vídeo.
Nunca perguntou.
Nunca teve coragem.
Agora, parado no canto da sala, um copo esquecido na mão, Harry contava os minutos, o aniversário de Sarah reunira rostos conhecidos, conversas altas e risadas dispersas, mas sua atenção estava presa a um único pensamento...
Havia uma chance de que ela aparecesse.
E uma parte dele queria isso.
Mas nada o preparou para o impacto de vê-la de novo.
Ela estava linda, de um jeito que doía, porque, por um segundo, ele esqueceu que não podia tocá-la.
E então viu o homem ao lado dela, aquele toque casual na cintura, a risada que ela soltou quando ele disse algo em seu ouvido, cada detalhe era uma prova dolorosa de que Harry não fazia mais parte da vida dela.
Ele deveria desviar o olhar, fingir que não viu, fingir que não sente nada, mas seus olhos ficaram presos nela.
Como ela se atrevia a seguir em frente enquanto ele estava parado no mesmo lugar?
Ele não sabia exatamente em que momento começaram a se perder, talvez tenha sido a rotina exaustiva da turnê, que os afastou pouco a pouco ou a pressão insuportável da fama, que ela nunca quis carregar e jogava na cara dele, talvez tenha sido o ódio gratuito que ela recebia, os ataques cruéis nas redes sociais, os olhares cheios de julgamento sempre que subia ao palco ao lado dele.
Ou, quem sabe, tenha sido a dor de nunca ser reconhecida pelo que realmente era, de ver seu talento reduzido a apenas a namorada de Harry Styles.
No fim, talvez tenha sido tudo isso junto, pequenas feridas que se acumularam até se tornarem insuportáveis e então, um dia, ela simplesmente foi.
Deixou a banda.
Deixou ele.
Harry nunca soube ao certo quando, ou como, começou a perdê-la, só sabia que, no fim, perdeu.
Harry não sabia o que esperar quando se aproximou dela, mas mesmo assim, o fez, ela notou sua presença dele, seu corpo enrijeceu levemente, mas ela não fugiu.
Isso significava algo?
Ou ele apenas estava se enganando?
— Podemos conversar? — Sua voz saiu rouca, quase um sussurro.
Ela hesitou, mas, no fim, assentiu, caminharam para um canto mais silencioso, longe do barulho e dos olhares curiosos. O coração de Harry martelava no peito, as palavras estavam presas em sua garganta, engasgadas por tudo que queria dizer, mas não sabia como.
A primeira frase que escapou de seus lábios não foi a que planejou.
— Ele é seu namorado?
— Ele não é meu namorado, estamos só saindo, não é nada sério.
— Parece sério o suficiente para você trazê-lo aqui. — A risada irônica dele cortou o espaço entre os dois.
— O que você quer conversar, Harry? — Ela suspirou.
— O que eu quero? — Ele repetiu, encarando-a. — Eu quero saber como você conseguiu ir embora assim! Você terminou comigo por uma carta, uma maldita carta, como se eu fosse… nada! Você tem ideia do quanto isso doeu?
— Eu sei, Harry. — Ela fechou os olhos por um momento. — Doeria demais olhar para você e saber que eu estava partindo, foi covardia, eu sei, mas, se eu ficasse, eu não teria conseguido ir embora.
Cada palavra dela cravava um espinho na pele dele.
— Então, você escolheu a opção mais fácil? Fugir? Me deixar lendo uma folha de papel enquanto você simplesmente desaparecia?
— Não era fácil para mim, eu nunca quis te machucar, mas eu não podia mais ficar.
— Mas machucou. — Ele inclinou-se levemente para frente, olhando-a nos olhos. — E sabe o pior? Eu esperei, esperei você me ligar, esperei você sentir minha falta... Esperei que você voltasse e dissesse que sente muito.
— Sinto muito, Harry, eu sinto sua falta, mas isso não muda nada.
— E você está feliz?
— Harry... — Lágrimas brilharam nos olhos dela.
— Me diz, você já superou, nós dois?
— Eu estou tentando.
— Ainda tem uma chance para nós? — O peito de Harry subia e descia de maneira irregular. — E se tentássemos de novo? — Sua voz falhou. — Se nós não fizéssemos as mesmas escolhas dessa vez?
— Algumas coisas se quebram de um jeito que nem todo amor do mundo pode consertar, Harry. — Ele sentiu o coração se despedaçar. — Sabe Harry, sempre haverá uma parte de você em mim, mas eu não posso mais ser sua.
Ele não teve forças para responder, apenas observou enquanto ela se virava e caminhava para longe.
Ele não chamou seu nome.
Não correu atrás.
Ficou ali, imóvel.
E, dessa vez, soube que era para sempre.
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Beijos 😘
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