#presenza significativa
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pier-carlo-universe · 18 days ago
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"José Saramago: La Poesia dell'Introspezione - 'Silenzi'". "Un'esplorazione poetica del silenzio come rifugio e mezzo di espressione interiore." Recensione di Alessandria today
José Saramago, oltre ad essere un rinomato romanziere, ha lasciato un'impronta significativa anche nella poesia
Poesia:SilenziOggi non era giorno di parole,con mire di poesie o di discorsi,né c’era strada che fosse nostra.A definirci bastava solo un atto,e visto che a parole non mi salvo,parla per me, silenzio, ch’io non posso. Pensieri Parole Recensione:José Saramago, oltre ad essere un rinomato romanziere, ha lasciato un’impronta significativa anche nella poesia. In “Silenzi”, Saramago esplora il tema…
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smokingago · 3 months ago
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Questo è tutto ciò che un Uomo dovrebbe essere, o perlomeno ambire di diventarlo.
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Un uomo che è gentile con te è la cosa più maschile che possa fare perché dimostra la sua forza nel contenimento. Sa di poter essere potente e imponente, ma sceglie di proteggere piuttosto che danneggiare, di confortare piuttosto che controllare. Questa non è una dimostrazione di debolezza, ma una profonda comprensione di come sia la vera mascolinità.
Un uomo gentile capisce che il suo compagno non è un oggetto da conquistare, ma un'anima da custodire. Attraversa la vita con la consapevolezza che il suo tocco, le sue parole e le sue azioni hanno un peso. La sua mascolinità non è definita dalla sua capacità di dominare, ma dalla sua capacità di elevare coloro che lo circondano.
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Un uomo veramente maschile sa che la dolcezza non è passiva; è amore attivo in movimento. È il modo in cui ascolta quando parli, la cura che mette nel tenerti stretta e la premura nelle sue azioni. La sua forza risiede nella tenerezza che offre, creando un rifugio sicuro in sua presenza.
Un uomo che incarna la vera virilità non si sottrae alla vulnerabilità. Lui sa che permettersi di essere aperto e onesto richiede coraggio. La sua dolcezza crea uno spazio dove sentirsi visti e ascoltati, e questa apertura permette di crescere fiducia e intimità.
Un uomo che conduce con dolcezza capisce che l'amore non è controllo ma sostegno. La sua mascolinità non è minacciata dalla morbidezza che mostra, ma piuttosto, ne è esaltata. Il suo tocco rassicura, le sue parole leniscono, e la sua presenza si sente a casa.
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Un uomo gentile con la compagna dimostra che la virilità è più della forza fisica; è intelligenza emotiva. Riconosce che una vera partnership prospera nel rispetto, e che la dolcezza è parte essenziale per costruire un legame duraturo. Lui conduce con compassione, sapendo che rafforza il legame tra voi.
Un uomo che abbraccia la dolcezza dimostra di non avere nulla da dimostrare, perché è sicuro in se stesso. La sua mascolinità non è definita dalle aspettative della società o dalla necessità di affermare il dominio, ma dalla sua capacità di creare pace e armonia nella sua relazione.
Un uomo che pratica la dolcezza sa che la vita non è una battaglia da vincere, ma un viaggio da condividere con chi ama. Lui apprezza i tuoi sentimenti, onora i tuoi confini e si presenta costantemente con attenzione e premura. La sua gentilezza è il suo modo di dire: "Tu sei importante per me. ”
Un uomo gentile nel suo approccio all'amore capisce che la pazienza e la gentilezza sono alla base di un rapporto solido. La sua mascolinità non è sminuita dalla morbidezza, ma gli permette di coltivare la relazione, aiutandola a diventare più profonda e significativa con il tempo.
Un uomo che offre la sua gentilezza è un uomo che dà valore alla tua fiducia. Lui sa che essere gentile non lo rende meno uomo, ma più uomo. La sua mascolinità risplende nella sua capacità di essere protettivo senza essere possessivo, forte senza essere duro e amorevole senza condizioni.
Abhikesh
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saayawolf · 18 days ago
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Quando alla fine perdi il legame emotivo con qualcuno, è come se si alzasse un velo e iniziassi a vederlo per quello che è realmente: semplicemente normale. La scintilla che un tempo vedevi in lui, la magia che hai attribuito alla sua presenza, svanisce e all'improvviso appare come è sempre stato: umano, con difetti e imperfezioni. È un momento profondo in cui ti rendi conto che non era necessariamente lui ad essere straordinario, ma l'amore e l'energia che hai ribaltato nella connessione che lo hanno fatto sembrare così speciale.
Vedi, l'amore ha un modo per migliorare le persone. Quando sei emotivamente coinvolto, non stai guardando solo una persona; stai vedendo un riflesso dei tuoi sentimenti, speranze e sogni in lei. Il tuo affetto ingrandisce le sue buone qualità, spesso mascherando o minimizzando gli aspetti che potrebbero non essere allineati con te. È come se stessi illuminando questa persona e con questa luce brilla. Ma una volta che quella luce svanisce, una volta che il tuo legame emotivo si allenta, inizi a notare le ombre, le cose che forse ti sono sfuggite prima.
Questo non significa che la persona non fosse preziosa o significativa nella tua vita. È solo che, senza la lente dell'attaccamento, finalmente la stai vedendo chiaramente, senza le emozioni intense che una volta offuscano la tua prospettiva. È il tuo amore, la tua energia e la tua capacità di prenderti cura che l'ha dipinta di colori che non necessariamente possedeva da sola.
E questa comprensione? È liberatorio. Perché ti restituisce il potere. Capisci che non si è mai trattato di rendere la persona eccezionalmente speciale da sola, si trattava di te e della profondità dell'amore che hai da offrire. Hai il potere di creare bellezza e significato nelle tue relazioni con l'energia che scegli di investire. E se sei riuscito a farlo una volta, puoi farlo di nuovo, con qualcuno che apprezzi davvero e corrisponda quell'energia.
Anche questo apre una comprensione più profonda dell'autostima. È un promemoria che l'amore che dai ha un valore immenso. È una forza che può trasformare anche la connessione più ordinaria in qualcosa di straordinario. Quindi, se una relazione è finita o se un legame è svanito, non essere ossessionato dalla perdita di questa persona. Rifletti sull'incredibile capacità che hai di portare luce nella vita delle persone e sii orgoglioso di questo.
Ora, per il futuro, hai la possibilità di essere più consapevole di dove stai dirigendo questa energia. Puoi scegliere di investire in persone che vedono davvero e apprezzano la tua particolarità, anziché dipendere da te per elevare la loro. Riconosci che sei tu ad avere il potere di rendere qualsiasi relazione vibrante e significativa. Il tuo amore, la tua energia, è un dono, e va dato a coloro che lo onorano e lo riflettono.
Quindi, quando qualcuno non ti sembra più importante come prima, prendilo come un segno che ti stai evolvendo. Vedi le cose con chiarezza e saggezza. Non si tratta del suo valore, ma della tua crescita. Lascia che questa chiarezza ti guidi verso connessioni dove la magia fluisca in entrambi i sensi, dove la tua luce è accolta con altrettanta brillantezza.
Alla fine, la cosa più speciale non è mai stata questa persona. Sei sempre stato tu 🎭
Stefano Grazioli
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dopefoxflower · 1 month ago
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Il Portogallo ha una storia islamica significativa, risalente al periodo di dominazione musulmana dal 711 al 1249; durante questo tempo, gran parte della penisola iberica, inclusa l'odierna Portogallo, era sotto il controllo musulmano, noto come Gharb al-Andalus.
La presenza islamica ha influenzato profondamente la cultura portoghese, dall'architettura alla scienza della navigazione; tuttavia, la narrazione storica tende a enfatizzare la "Reconquista" cristiana, trascurando le interazioni e le coesistenze pacifiche tra le comunità musulmane, cristiane ed ebraiche.
Lisbona, conosciuta come al-ʾIšbūnah durante la dominazione musulmana, conserva ancora elementi architettonici arabi, specialmente nel quartiere dell'Alfama e nella Mouraria.
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Le antiche mura della città islamica, che delineano l'area storica di Alfama e Mouraria, riflettono la struttura urbana originale.
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Il Castello di São Jorge, costruito dai musulmani, conserva elementi architettonici moreschi e offre una vista panoramica sulla città.
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La Chiesa di São Vicente de Fora, originariamente una moschea, presenta archi a ferro di cavallo e un mihrab, simbolo della sua storia islamica.
Coimbra, importante centro mozarabo, ha una storia ricca di influenze islamiche, visibili in alcuni edifici storici. Durante il dominio islamico, che iniziò nel 711, la città divenne un punto strategico tra il mondo cristiano e quello musulmano; la Reconquista culminò con la conquista cristiana di Coimbra nel 1064, ma l'eredità islamica rimase evidente nella cultura e nell'architettura locali: elementi come archi a ferro di cavallo e decorazioni mozarabe testimoniano questa coesistenza.
Évora, famosa per i suoi portici moreschi e il sito archeologico di Almendres Cromlech: i portici, situati nella Praça do Giraldo, riflettono l'eredità islamica della città, risalente al periodo di dominazione araba nel VIII secolo.
Mértola è un piccolo paese che presenta resti significativi della cultura musulmana; scavi archeologici hanno rivelato ceramiche islamiche e strutture che testimoniano una lunga coesistenza tra diverse comunità, tra cui musulmani, ebrei e cristiani. Il sito include una chiesa costruita su una moschea, evidenziando l'influenza islamica nell'architettura locale; la ricerca continua a mettere in luce l'importanza di Mértola come centro di scambio culturale e come esempio di coesistenza pacifica nel passato.
Non si può parlare di immigrazione per il Portogallo, oggi: qui i musulmani stanno ritornando A CASA LORO, dopo essere stati cacciati secoli fa dai talebani cristiani.
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rideretremando · 19 days ago
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AUSCHWITZ, GENOCIDIO E ODIO
di Francesco M. Cataluccio
Il 27 gennaio il premier israeliano Benjamin Netanyahu non potrà probabilmente partecipare, in Polonia, alle cerimonie per l'ottantesimo Anniversario della Liberazione dei superstiti del campo di sterminio di Auschwitz/Birkenau, perché rischierebbe di essere arrestato con l'accusa di crimini di guerra emessa dal Tribunale internazionale dell'Aja (non riconosciuto da Russia, Usa, Cina, Israele, Corea del Nord...). Anche se il presidente polacco Andrej Duda ha posto, strumentalmente, la delicata questione e il premier Donald Tusk ha risposto che Netanyahu non verrebbe arrestato, tutti non fanno che parlare di questo drammatico paradosso. E la questione dell’importante cerimonia ad Auschwitz (dove i politici, come ha sottolineato il direttore del Museo Piotr Cywinski, non sono stati invitati) e della significativa presenza degli ormai pochi sopravvissuti passa scandalosamente in secondo piano.
Nei media internazionali si finisce quasi sempre per parlare d'altro. Dopo quasi 2 anni di guerra, iniziata qualche mese dopo il terribile pogrom di inermi israeliani del 7 ottobre, mentre ancora molti ostaggi sono nelle mani dei terroristi di Hamas e nella Striscia di Gaza continuano i combattimenti, le stragi di civili e le devastanti distruzioni, l'attenzione è rivolta più al possibile viaggio di Netanyahu e alla questione se quello che si sta compiendo in Medio Oriente sia un genocidio.
Quella che le fonti ufficiali israeliane definiscono "autodifesa difronte al massacro genocida del 7 ottobre" è ormai lo sterminio di migliaia di persone inermi (il 50% degli abitanti della Striscia di Gaza ha meno di 16 anni) e una sofferenza enorme per una popolazione stremata per il freddo e la fame. Gli aiuti umanitari vengono bloccati alla frontiera dall'esercito israeliano e ci sono persino gruppi di estremisti che fermano i camion con il cibo diretto alla popolazione.
Spesso, sono i figli di coloro che nel 2005 vennero cacciati con la forza dalla Striscia per volere di Sharon: il 12 settembre l’ultimo soldato israeliano lasciò la Striscia (occupata per 40 anni), che passò sotto il completo controllo dell’Autorità Palestinese (e ben presto dei terroristi di Hamas). Quello che fu chiamato ufficialmente "disimpegno" fu motivato sostenendo che avrebbe cambiato in meglio la sicurezza dello stato israeliano, nonché la percezione che se ne aveva all’estero. Secondo altre interpretazioni, invece, Sharon avrebbe abbandonato Gaza per permettergli di concentrare le proprie attenzioni e risorse in Cisgiordania, dove già allora si trovava la maggior parte delle colonie israeliane.
Oggi siamo all'ultima, purtroppo non definitiva, stazione dell'odio che in vent'anni si è ulteriormente approfondito in Medio Oriente. Netanyahu è stato ripetutamente eletto democraticamente e governa sostenendo di fatto che l'unica strada per la sopravvivenza dello Stato di Israele è la guerra. Metà della popolazione è con lui (con varie sfumature: da chi lo ritiene il male minore a chi una necessità, a chi, come gli oltranzisti religiosi, lo appoggia e pensa di poterlo utilizzare), l'altra, da più di due anni manifesta nelle piazze chiedendo le sue dimissioni.
Il Tribunale internazionale lo ha accusato (assieme al suo ex ministro della Difesa e a un paio di terroristi di Hamas) di essere il responsabile di crimini di guerra. Nel mondo molti, oltre ai palestinesi, parlano di "genocidio". L'ONU lo dichiara ormai artefice di un "genocidio del popolo palestinese". Anche Papa Francesco lo accenna ripetutamente e, nel suo ultimo libro (La speranza non delude mai, edito da Piemme), ha scritto: "A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali".
Il genocidio è un crimine di Stato, l'esecuzione della volontà di uno Stato sovrano, ed è questo che lo distingue dal massacro che possono compiere bande o truppe non incaricate dal proprio governo" (L'Etat criminel. Les génocides au XXe siècle, Seuil 1995). La questione terminologica del "genocidio" rischia, quindi, in questo caso, di essere sviante, oltre ad alimentare un'ambiguità antisemita che vorrebbe far credere che l'Olocausto sia oggi alla portata anche degli eredi di coloro che allora furono annientati ("gli ebrei fanno come Hitler", è lo slogan insopportabile che si sente gridare in qualche corteo). Rafal Lemkim, che inventò il termine "genocidio" aveva contemplato anche il caso di "genocidi di risposta": massacri compiuti da chi era stato attaccato e si era difeso esagerando fino a mettere in discussione l'esistenza stessa del nemico. Probabilmente, pensava all'atomica di Hiroshima e Nagasaki. Questo crimine non è stato, però, mai contemplato dalle Nazioni Unite. Lascia, quindi, perlomeno perplessi il fatto che questo "genocidio di risposta" venga oggi invocato proprio e solo per Israele.
Moshe Zuckermann, nell'articolo intitolato Israele e il tradimento di Auschwitz ("Overton Magazin", tradotto da "il Manifesto", 8 gennaio 2025), sostiene giustamente: "Il dibattito se si tratti effettivamente di un genocidio sia lasciato ad altra sede; la disputa divampata non fa che distrarre dalla sostanza: dal vistoso imbarbarimento dell’esercito israeliano e della sua attività bellica. È sufficiente focalizzarsi sull’accumulo di crimini di guerra per comprendere che in questa guerra si è dispiegato qualcosa che va ben oltre la persona di Netanyahu. È diventata norma una pratica di combattimento che ha reso una cosa ovvia un numero inconcepibile di civili morti e feriti, tra loro soprattutto donne, bambini e persone anziane, e una mostruosa devastazione delle infrastrutture e distruzione di strutture civili vitali".
Questa è la questione più terribile e imbarazzante, al di là delle scelte attuali della politica israeliana. L'esercito israeliano sta combattendo una guerra che, data la situazione a Gaza, si configura come un prolungato e indiscriminato attacco alla popolazione civile palestinese. Non si tratta più, infatti, dei tremendi cosiddetti "costi collaterali" di una guerra combattuta, come ormai tutti i conflitti moderni, non più tra eserciti in campo aperto, ma casa per casa e, come in questo caso, non contro nemici in divisa. Qualsiasi rispetto umanitario è venuto a cadere: se si sospetta (e spesso è così) che sotto un ospedale si celi un covo nemico non si esita a raderlo al suolo, così come le scuole e le case dei civili. E poi c'è la questione del trattamento delle centinaia di prigionieri palestinesi, gran parte dei quali senza processo, nelle carceri israeliane (che non può trovare giustificazione nelle barbarie di Hamas). Almeno 68 ostaggi palestinesi sono morti in prigione per torture, violenze o mancanza di cure mediche. Come ha ricordato Gideon Levy: "Lo scioccante rapporto di Jonathan Pollak ("Haaretz", 10 gennaio) presentava le condizioni di incarcerazione di coloro che sono sopravvissuti alle carceri israeliane: non si possono concepire condizioni più crudeli (...) Torturare i palestinesi nelle carceri israeliane non riporterà in vita mio fratello".
Nessuno, al di là della propaganda, può pensare che l'esercito israeliano possa essere migliore di qualsiasi altro esercito combattente. Ma ora, nel campo di battaglia, che in realtà è abitato da una prolazione civile, si sta praticando un accanimento e un odio inediti, certamente accresciuti dal "trauma del 7 ottobre", ma che sono il frutto avvelenato di una situazione dove da anni cresce, e viene cinicamente rinfocolata dai politici più nazionalisti e fanatici religiosi, la fiamma del disprezzo completo dell'Altro, inteso come un intero popolo, e della convinzione che non possa esserci dialogo verso chi ci odia (perché non si può trascurare il fatto che molti tra gli Altri vorrebbero la cancellazione di Israele "dal mare al fiume" e plaudono alle "morte degli ebrei"). Se ci si è ormai convinti che la convivenza tra due stati e due popoli sia impossibile, questo non può significare che si debba attuare una politica di massacri indiscriminati e di sottrazione progressiva, e illegale (stando agli accordi internazionali, ma anche al buon senso), di territori.
Per salvare la democrazia e il fururo dello Stato di Israele non serviranno tribunali internazionali, ma una magistratura che, dimostrandosi realmente indipendente, sappia giudicare e punire i responsabili dei crimini di guerra. Occorre continuare quindi a difendere Israele e la sua storia, non per quello che il governo israeliano sta commettendo a Gaza, ma per quello che gli ebrei hanno sofferto in questa Europa ottanta anni fa (e che il campo di Auschwitz simboleggia), soprattutto adesso che i rigurgiti fascisti e nazisti si riaffacciano sulla scena. Ora, più che mai, tocca fare educazione storica e combattere gli stereotipi e il razzismo, fare resistenza e non lasciarsi irretire dal negazionismo che vorrebbe annacquare la storia e favorire una nuova ondata di antisemitismo.
La guerra più importante che va combattuta, con ogni mezzo, è la guerra all'odio. Ciò significa ancor di più che occorre lavorare per dare più voce e sostegno a coloro che, da entrambe le parti, praticano la ricerca, seppur faticosa, di un dialogo tra israeliani e palestinesi. La storia vera dell'inaspettata amicizia fra due padri, un palestinese e un israeliano, Rami Elhanan e Bassam Aramin (la cui storia è stata raccontata da Colum McCann, nel bellissimo romanzo Apeirgon, Feltrinelli 2021) che hanno rispettivamente perso le loro figlie a causa della violenza e che hanno trasformato il loro dolore in attivismo per la pace, o esperienze di vita comunitaria come il villaggio, con il suo Giardino dei Giusti, di Neve Schalom/ Wāħat as-Salām. Non c'è altra strada.
(pubblicato in "GariwoMag", 14/I/2025)
Francesco Cataluccio
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fridagentileschi · 1 year ago
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Il 5 ottobre Francesco ha ricevuto Cindy McCain, vedova del defunto senatore americano John McCain nonché attivista omosessuale e direttrice del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite
In regalo al papa Cindy McCain ha portato una bambola kachina con un grosso coltello insanguinato: un demone venerato dagli indiani d’America.
Dopo la pachamama, un’altra presenza significativa in Vaticano.
Circa il sangue sul coltello, varie le ipotesi. Secondo alcuni, potrebbe trattarsi di un monito che Francesco utilizzerà misericordiosamente per mostrare il destino a cui andranno incontro i dissenzienti rispetto alla linea sinodale.
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noneun · 2 years ago
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“Il Trentino può ospitare un massimo di 50 orsi. Gli altri vanno rimossi”
—Il presidente della Provincia di Trento.
“Il rilascio di 10 esemplari provenienti dalla Slovenia per ripopolare i boschi trentini tra il 1999 e il 2002, erano stati preceduti da un dettagliato studio di fattibilità, curato dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica, che aveva accertato l’idoneità ambientale di un territorio sufficientemente ampio ad ospitare una popolazione vitale di plantigradi (40-60 orsi), che costituiva l’obiettivo finale del progetto. L’areale doveva andare ben oltre i confini del Trentino, interessando le regioni e i Paesi confinanti. Ebbene, la maggior parte del centinaio di esemplari attualmente presente in Trentino si sposta all’interno di un’area ampia circa 1.500 chilometri quadrati (pari a un quarto dell’intero territorio provinciale) e fortemente antropizzata.” (comunicato della provincia di Trento)
Sono passate poche ore dalla tragica morte di Andrea Papi e già la politica sa perfettamente cosa bisogna fare per gestire la situazione degli orsi in Trentino. Ma se così fosse, non si poteva iniziare prima con questo meraviglioso piano risolutorio?
Sorgono però varie domande: se i 10 orsi introdotti nei primi anni 2000 sono diventati 100 in soli 20 anni, quanti pensano diventeranno i 50 superstiti, anche in molto meno tempo? Uccideranno o deporteranno (dove?) tutti gli esemplari eccedenti i 50 ogni anno? E quando morirà un'altra persona, anche solo con 50 esemplari in giro, dimezzeranno ulteriormente la quota o faranno finta di niente? E quanti problemi creerà l'aumento improvviso delle loro prede che si troveranno metà degli orsi di ieri? Si tratta di mammiferi, sia piccoli come i topi che grandi come i cervi.
La tentazione dell'Uomo è sempre stata quella di gestire la Natura, spesso per tentate di rimediare ai danni che noi stessi abbiamo provocato. E sempre senza successo. Perché se oggi la popolazione è meno abituata alla presenza degli orsi e non sa come comportarsi in loro presenza (ad esempio fuggendo di corsa appena ne avvistano uno o portando cani senza guinzaglio nei boschi) è perché ne abbiamo uccisi così tanti in passato che sulle nostre Alpi erano totalmente estinti. Per questo sono stati reintrodotti dalla vicina Slovenia.
Gli orsi si comporteranno sempre da orsi e, a meno di ucciderli di nuovo tutti quanti, probabilmente sarà impossibile evitare di nuovo tragedie come questa. Che però appare totalmente inaccettabile perché non stiamo mica parlando aggressioni da parte di cani, i quali uccidono varie persone l'anno. Per quale motivo un orso dovrebbe avere meno diritto di vivere di un cane? Chi siamo noi per fare questa scelta?
Significativa l'espressione del comunicato stampa della provincia di Trento che usa la parola "ospitare" quando parla della presenza degli orsi. Il pianeta non è nostro, non stiamo ospitando nessuno. Lo stiamo solo condividendo. E la convivenza con le altre specie sarebbe possibile se avessimo più rispetto e conoscenza degli ecosistemi.
E invece oggi si continua a parlare del diritto di andare ovunque nei boschi, di continuare con le solite attività che si sono sempre fatte, invece di iniziare una campagna per spiegare alla popolazione l'importanza di minimizzare i rischi. Non è facile in un Paese già enormemente antropizzato, dove gli ecosistemi sono continuamente sotto stress anche solo a causa della loro fortissima frammentazione.
Ma se non ci proviamo sarà sempre più facile dare la colpa alle altre specie delle idiozie che commettiamo noi.
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madonnaaaddolorata · 1 year ago
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Raccontaci delle visioni che avevi da bambina (un pretesto questo per indurti a scrivere dato che hai un talento che usi troppo poco)
ti ringrazio e anzi mi sproni a scrivere di più, esercizio che la mia psic mi aveva dato per questa estate e che è naufragato ovviamente.
preferirei non raccontarla qui perché è una cosa molto significativa per me e che coinvolge due persone della mia famiglia che non ci sono più. l'ho raccontata a pochissime persone, di cui ero certa che sarebbero rimaste nella mia vita.
posso solo dirti che parlando con una ragazza di recente incontrata per caso ad un compleanno che leggeva le carte ha sentito subito che avevamo avuto un'esperienza simile.
non erano visioni, era proprio una presenza. tra l'altro sto leggendo allucinazioni di Oliver Sacks in sto periodo, e lì non si parla di visioni ma di altro, come già suggerisce il titolo, ma sono tutti temi per me in qualche modo collegati.
credo ad una mia forma di aldilà.
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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La musica cantautorale: un genere che racconta l'Italia
La musica cantautorale è un genere musicale nato in Italia negli anni '50 e '60, che si caratterizza per la presenza di un'unica figura, il cantautore, che scrive sia i testi che la musica delle proprie canzoni. Questo genere ha avuto un ruolo fondamentale nella storia della musica italiana, contribuendo a diffondere la cultura e i valori del nostro paese nel mondo. Cos'è? I primi cantautori italiani furono artisti come Luigi Tenco, Gino Paoli, Fabrizio De André e Francesco Guccini, che iniziarono a scrivere canzoni che raccontavano la realtà italiana con un linguaggio poetico e spesso impegnato. Le loro canzoni affrontavano temi sociali, politici e personali, e contribuivano a dare voce a un'Italia che stava cambiando. Negli anni '70, la musica cantautorale si diffuse ulteriormente, grazie a artisti come Lucio Dalla, Lucio Battisti, Antonello Venditti e Rino Gaetano. Questi artisti continuarono a raccontare l'Italia con le loro canzoni, ma esplorarono anche nuovi generi musicali, come il rock, il pop e il jazz. Negli anni '80 e '90, la musica cantautorale iniziò a perdere un po' di popolarità, a favore di generi musicali più commerciali. Tuttavia, alcuni artisti continuarono a portare avanti la tradizione cantautorale, come Francesco De Gregori, Pino Daniele, Vasco Rossi e Zucchero. Negli ultimi anni, la musica cantautorale ha avuto una nuova rinascita, grazie a artisti come Jovanotti, Ligabue, Marco Mengoni e Francesca Michielin. Questi artisti hanno contribuito a rinnovare il genere, introducendo nuovi temi e nuovi sonorità. La musica cantautorale è un genere che ha contribuito a definire la cultura italiana. Le canzoni dei cantautori italiani sono entrate nelle nostre vite e ci hanno raccontato la nostra storia. Sono canzoni che ci fanno riflettere, che ci emozionano e che ci fanno sentire orgogliosi di essere italiani. I temi della musica cantautorale I temi della musica cantautorale sono molteplici e spaziano dalla vita quotidiana all'amore, dalla politica alla società. I cantautori italiani hanno sempre avuto un forte senso civico e hanno utilizzato la loro musica per raccontare la realtà del nostro paese, sia le sue luci che le sue ombre. Tra i temi più ricorrenti nella musica cantautorale troviamo: - L'amore: l'amore è uno dei temi più importanti della musica cantautorale. Le canzoni d'amore dei cantautori italiani sono spesso intense e poetiche, e raccontano le diverse sfaccettature di questo sentimento. - La vita quotidiana: la musica cantautorale racconta anche la vita quotidiana delle persone comuni, con le sue gioie e le sue difficoltà. Le canzoni sulla vita quotidiana sono spesso realistiche e ci fanno riflettere sulla nostra esistenza. - La politica: la politica è un tema che ha sempre avuto un'importante presenza in questo genere. I cantautori italiani hanno utilizzato la loro musica per esprimere le proprie opinioni sulla politica e sulla società. - La società: questo genere racconta anche la società italiana, con i suoi problemi e le sue contraddizioni. Le canzoni sulla società sono spesso impegnate e ci invitano a riflettere sui cambiamenti del nostro paese. Nel mondo La musica cantautorale italiana ha avuto un'influenza significativa sulla musica di altri paesi. Artisti di tutto il mondo si sono ispirati ai cantautori italiani, e hanno portato avanti la tradizione cantautorale nei loro paesi. Tra gli artisti internazionali che hanno tratto ispirazione dalla musica cantautorale italiana troviamo: - Bob Dylan: il cantautore statunitense è stato uno dei primi a portare la musica cantautorale in America. Dylan ha riconosciuto l'influenza dei cantautori italiani sulla sua musica, e ha spesso citato i loro nomi nelle sue interviste. - Leonard Cohen: il cantautore canadese è un altro artista che ha tratto ispirazione dalla musica cantautorale. Cohen ha spesso scritto canzoni che raccontano la realtà sociale e politica, e il suo stile è stato influenzato da artisti come Fabrizio De André e Francesco Guccini. - Joan Baez: la cantante statunitense è stata una delle prime interpreti internazionali delle canzoni dei cantautori italiani. Baez ha contribuito a diffondere questo genere in tutto il mondo, e ha inciso diversi album di canzoni di artisti italiani, tra cui Fabrizio De André e Luigi Tenco. La musica cantautorale italiana è un genere che ha avuto un impatto significativo nel mondo. Le canzoni dei cantautori italiani sono entrate nelle vite di persone di tutto il mondo, e hanno contribuito a diffondere la cultura e i valori del nostro paese. Foto di Steve Buissinne da Pixabay Read the full article
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dai-s-ukidayo · 1 year ago
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Sei entrata all'improvviso nella mia vita rendendo le mie giornate piene di emozioni, risate e nuovi sentimenti, hai riempito ogni angolo della mia esistenza con un'energia travolgente. Facendomi ritornare all'improvviso un bambino, che vede per la prima volta il cielo stellato, interrogandosi se in qualche modo prima o poi riuscirebbe a raggiunge la stella più luminosa. Il mio mondo è cambiato all'istante in cui sei entrata nella mia vita, portando con te un bagaglio di emozioni e sogni che ora condividiamo. Ogni tuo gesto, anche il più piccolo, ha un significato profondo per me. La tua presenza è diventata la mia nuova comfort-zone, il posto in cui mi sento veramente me stesso. Sei diventata una costante nella mia nuova routine, della quale non posso farne a meno e che rende ogni giorno un'avventura speciale e che non desidero più perdere. Sei la mia stella più luminosa nel cielo notturno, il mio faro nella tempesta. Non posso fare a meno di ringraziare il destino per averci fatto incontrare, perché la mia vita è diventata più ricca e significativa grazie a te. Ho sempre odiato la mia vita nel corso degli anni perché mi faceva sentire solo e vuoto, ma ora, grazie a te, ogni giorno è un regalo che aspetto con gioia. La tua presenza ha colmato il vuoto che sentivo e mi ha reso completo. Non c'è momento in cui non penso a quanto sia fortunato ad averti al mio fianco. Sei il mio rifugio, la mia musa il mio tutto e non smetterò mai di ringraziare il destino per averti portato nella mia vita.
Que vida la mia, SÌ ma con te adesso mi piace
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notiziariofinanziario · 11 days ago
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La carne di crostacei infetti, una volta cucinata, può assumere un retrogusto amaro, che può comprometterne l'appetibilità per il consumatore. A rilevarne la presenza sono stati i ricercatori del Centro specialistico ittico dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), nell'ambito di un progetto di ricerca finanziato dal Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste finalizzato a valutare lo stato di salute del granchio blu. Dalla ricerca risulta infetto il 97% degli esemplari dell'Emilia-Romagna. Il parassita che rende "amaro" e immangiabile il granchio blu  Il parassita non è trasmissibile e non causa infezione e malattia all'uomo; tuttavia il consumo di granchio blu crudo o poco cotto può comportare alcuni potenziali rischi per la salute come gastroenteriti acute, causate da vibrioni presenti sull'esoscheletro o direttamente nelle carni. Pertanto, è sempre consigliabile consumare il granchio blu con un'adeguata cottura. Durante la prima fase del progetto, sono stati analizzati 225 esemplari di granchi provenienti da sette siti lagunari: Grado (Gorizia), Marano Lagunare (Udine), Caorle, Chioggia (Venezia), Sacca di Scardovari (Rovigo), Goro (Ferrara) e Marina di Ravenna. I prelievi sono stati effettuati tra aprile e maggio 2024, raccogliendo almeno 30 esemplari per sito. I risultati preliminari hanno confermato la presenza di Hematodinium nei granchi blu raccolti, evidenziando una significativa variabilità nei tassi di infezione nelle diverse aree studiate. La prevalenza di individui positivi al parassita in Veneto è del 33% e in Emilia Romagna del 97%, mentre nelle aree lagunari del Friuli Venezia Giulia non è stato rilevato. Nei siti emiliani esemplari letargici o moribondi, con una minor resistenza al trasporto e alla manipolazione, sono stati segnalati dagli operatori del settore nella tarda primavera 2024 e risultati fortemente positivi ad Hematodinium. Queste osservazioni confermano come l'infezione possa influenzare il valore commerciale dei granchi. Il parassita è noto per la sua capacità di infettare diverse specie di crostacei marini, causando decremento delle popolazioni naturali autoctone, con impatti ecologici e perdite economiche per il settore della pesca commerciale. Tuttavia, al momento è presto per dire se la sue presenza sia tale da incidere sulla popolazione di granchio blu nel Nord Adriatico. Read the full article
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agrpress-blog · 13 days ago
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Moncalieri celebra Rhegion e i Bronzi di Riace Un Incontro di Fratellanza e Cultura fr... #andreatronzano #bronzidiriace #diegogeria #laurapompeo #lionshost #moncalieri #proloco #reggiocalabria #rhegion https://agrpress.it/moncalieri-celebra-rhegion-e-i-bronzi-di-riace/?feed_id=9015&_unique_id=678ebd0bcd689
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afnews7 · 13 days ago
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Jacovitti senza confini!
Apprezzato ovunque, Jacovitti gode anche di significativa presenza nella Grande Rete all’estero. L’esempio odierno è il sito https://coccobill.muuta.net/ dove puoi trovare di tutto sul grande fumettista e la sua opera (ci trovi anche Luca Salvagno, ovviamente). Anche se non conosci l’inglese, le figure dovresti essere in grado di capirle lo stesso… 😉 Buon divertimento!
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franronc · 16 days ago
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IL VERO AMORE IN COPPIA 💫
Il vero Amore in Coppia è un viaggio profondo e trasformativo che va oltre la semplice attrazione o affetto. Qui ti presento una riflessione su ciò che rappresenta e come si manifesta:
Connessione Autentica: Il vero amore nasce da una connessione autentica dove entrambe le persone si vedono e si accettano l'un l'altro nella loro interezza, con le loro virtù e difetti.
Comunicazione aperta: La base di una relazione amorosa solida è la comunicazione onesta e trasparente. È il ponte che permette di capirsi e crescere insieme.
Rispetto reciproco: il rispetto è fondamentale. Significa valorizzare l'altro come un essere indipendente e sostenere la sua libertà e il suo sviluppo personale.
Impegno consapevole: l'impegno in amore non è un obbligo, ma una scelta consapevole di camminare insieme, superando ostacoli e celebrando i successi.
Empatia e comprensione: la capacità di mettersi nei panni dell'altro e comprendere le proprie emozioni è essenziale per nutrire la relazione e rafforzare il legame.
Crescita personale e condivisa: il vero amore ispira entrambi ad essere persone migliori e offre uno spazio sicuro per la crescita personale e come coppia.
Intimità Profonda: Oltre il fisico, la vera intimità si trova nella condivisione di sogni, gioie e tristezza, creando un legame incrollabile.
Supporto incondizionato: nel vero amore, entrambi diventano il più grande supporto l'uno dell'altro, offrendo una base ferma nei momenti difficili.
Libertà e fiducia: una relazione d'amore sana promuove la libertà individuale e costruisce una fiducia solida, libera da dubbi e gelosia.
Accettazione del cambiamento: il vero amore riconosce che le persone cambiano, si evolvono, abbraccia questi cambiamenti come parte del viaggio condiviso.
L'amore in coppia, quando è vero, diventa un potente catalizzatore per una vita piena e significativa, dove la presenza dell'altro è un dono che si rinnova giorno per giorno. È un amore che non solo si sente, ma si vive attivamente, con saggezza, consapevolezza e una profonda connessione emotiva.
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scienza-magia · 20 days ago
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Il rodio è un metallo più prezioso dell'oro
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Addio all’oro, questo metallo più prezioso potrebbe sostituirlo. C’è un metallo più prezioso dell’oro? Secondo le analisi del mercato delle materie prime sì: di quale componente si tratta e perché è così pregiato e di valore? Se pensate che l’oro sia il metallo più prezioso in assoluto vi state sbagliando. C’è un altro elemento davvero inestimabile grazie alla sua scarsità e alla domanda nelle gioiellerie di lusso e nell’industria automobilistica. Si tratta di un metallo di grande pregio e sconosciuto al grande pubblico che ha sostituito l’oro, storicamente ricercato per le sue eccezionali proprietà, la sua ineguagliabile bellezza le sue funzioni di bene rifugio, nella ponderazione degli investitori. Si chiama rodio, appartiene alla famiglia del platino e si vede raramente nel mondo. Brilla in poche parti nel mondo, più precisamente in Colombia e Brasile e si produce in Russia, in Sud Africa, in Canada, ma la sua estrazione non è abbondante e questo lo rende molto prezioso. Il rodio è il metallo più prezioso al mondo? Perché può superare l’oro
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Il rodio ha raggiunto il picco di 28.775 dollari l’oncia nel 2021, superando il prezzo dell’oro, che secondo il media economico Statista valeva 1.800 dollari l’oncia. Con una lucentezza argentata e resistenza alla corrosione è un metallo chiave nella gioielleria di lusso come rivestimento per migliorare lucentezza e durata e nell’industria automobilistica, come componente essenziale di catalizzatori per ridurre le emissioni inquinanti. Il rodio è uno dei metalli più rari del pianeta. La sua presenza nella crosta terrestre è estremamente limitata, con concentrazioni che difficilmente superano 0,001 grammi per tonnellata di roccia. Secondo alcune analisi, la quantità di questo componente estratta annualmente non supera le 30 tonnellate, una cifra esigua se confrontata con le 3.000 dell’oro. La domanda automobilistica globale ha fatto salire alle stelle il prezzo negli ultimi anni, soprattutto per la crescente attenzione alla riduzione delle emissioni inquinanti attraverso catalizzatori ad hoc (per i quali è usato il metallo). Sulla scia di questo fenomeno, che ha reso il rodio scarso, il suo valore è aumentato. I principali produttori di rodio al mondo I principali produttori di rodio sono il Sud Africa, la Russia e lo Zimbabwe. Il primo è il leader indiscusso, essendo responsabile di circa l’80% della fornitura mondiale di questo metallo. Le miniere situate nella cintura di Bushveld sono particolarmente ricche di rodio, rendendo il Paese il più grande fornitore a livello internazionale. Anche la Russia gioca un ruolo importante nel mercato del rodio, con una produzione significativa nella regione di Norilsk. Lo Zimbabwe contribuisce in misura minore, ma non meno rilevante, ottenendo il metallo principalmente dalla Grande Diga. Sebbene la quantità estratta in Colombia e Brasile sia piccola rispetto ai giganti della produzione mondiale, anche questi Paesi sono riusciti ad affermarsi come attori importanti nel mercato. La Colombia è nota per i suoi ricchi giacimenti minerari nel dipartimento di Chocó, dove si ottiene il rodio come sottoprodotto dell’estrazione del platino. La città è stata storicamente un punto chiave per l’estrazione dei metalli preziosi, e il rodio non fa eccezione. Sebbene la produzione sia limitata, il Chocó rimane una fonte importante di questo metallo raro in tutta l’America Latina. Da parte sua, anche il Brasile produce rodio, principalmente nella regione di Minas Gerais. Read the full article
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giovannimielemanagementt · 27 days ago
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Scopri l’Essenza della Moda Italiana con le Agenzie di Milano
Milano, riconosciuta a livello mondiale come una delle capitali della moda, è il cuore pulsante dello stile e dell'eleganza. Ogni anno, migliaia di talenti e professionisti convergono in questa città per lasciare il segno nel mondo del fashion. Le agenzie, in particolare, giocano un ruolo fondamentale in questo ecosistema, fungendo da ponte tra aspiranti modelli, stilisti e le passerelle più prestigiose. L'importanza di affidarsi a un'agenzia di milano moda risiede nella possibilità di accedere a un network vasto e di prestigio.
L’importanza di una guida professionale nel mondo della moda
La moda non è solo abiti e sfilate; è un’industria complessa che richiede competenza, strategia e visione. Un'agenzia di Milano moda fornisce il supporto necessario per navigare in un mercato competitivo, assicurando che ogni talento abbia le opportunità migliori. Le agenzie lavorano a stretto contatto con marchi internazionali, eventi esclusivi e progetti innovativi, garantendo che i propri rappresentati abbiano una presenza significativa nel settore. Per chi sogna di entrare in questo mondo, collaborare con i professionisti giusti è il primo passo verso il successo.
Milano: un centro nevralgico per la moda globale
Milano è sinonimo di innovazione e tradizione, un mix che la rende unica nel panorama mondiale. Gli eventi come la Milano Fashion Week attraggono l’attenzione di milioni di appassionati, offrendo una piattaforma per designer emergenti e affermati. Per chi cerca una carriera nella moda, collaborare con un'agenzia significa entrare in contatto con i nomi più influenti. Ogni agenzia della moda Milano si distingue per la sua capacità di connettere talenti locali e internazionali con opportunità esclusive, contribuendo così a definire le tendenze future.
Il valore delle relazioni costruite attraverso le agenzie
Le connessioni sono il cuore pulsante della moda. Un’agenzia della moda milano non si limita a rappresentare i propri clienti; costruisce relazioni durature che favoriscono la crescita personale e professionale. Modelli, fotografi e stilisti beneficiano di un supporto continuo, che va dalla pianificazione delle carriere alla gestione di contratti internazionali. Questo tipo di assistenza è fondamentale in un’industria in continua evoluzione, dove ogni dettaglio può fare la differenza tra successo e anonimato.
Perché scegliere un’agenzia a Milano per entrare nel mondo della moda
Milano è molto più di una semplice città: è un’istituzione culturale per chiunque voglia fare della moda una carriera. Lavorare con un'agenzia garantisce l'accesso alle risorse migliori, come casting esclusivi, collaborazioni con marchi leader e visibilità sui media. Grazie al lavoro di agenzie rinomate, molte carriere hanno preso il volo, portando talenti locali a conquistare palcoscenici globali. Non è un caso che sempre più persone scelgano Milano come trampolino di lancio per il proprio sogno nel mondo della moda.
Il panorama dell'industria della moda milanese non smette mai di evolversi, e affidarsi a professionisti esperti è essenziale per chiunque voglia fare la differenza. Giovannimielemanagement.com è uno dei nomi che si distingue in questo settore, offrendo un servizio impeccabile a chi cerca opportunità nella capitale della moda. In una città dove ogni dettaglio conta, scegliere un'agenzia con esperienza e visione può trasformare un sogno in realtà.
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