#poesia sulla dolcezza
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pier-carlo-universe · 16 days ago
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Tenerezza gentile – Laura Neri. Recensione di Alessandria today
Autore: Laura NeriAnno di pubblicazione: —Genere: Poesia contemporaneaValutazione: ★★★★★ La poesia Tenerezza gentile di Laura Neri è un delicato inno alla dolcezza, alla capacità di abbracciare i sogni e il fluire della vita con un animo sensibile e resiliente. I versi trasportano il lettore in un’atmosfera eterea, fatta di immagini poetiche leggere come il vento e profonde come il ricordo delle…
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cutulisci · 5 days ago
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ChatGPT e Solo Testo, elementi di analisi
Ispirato da un post di Simone Fracassa sul suo blog, ho chiesto a ChatGPT di analizzare questo mio spazio...
Il blog "Solo Testo" di Dario D'Angelo esplora una varietà di temi legati alla poesia e alla riflessione interiore. Ogni post sembra concentrarsi su una forma di scrittura evocativa e profondamente personale. I testi spaziano dalla narrativa breve che esplora il ritorno alla vita e la consapevolezza esistenziale, a citazioni poetiche di autori vari, accompagnate da brevi riflessioni. La lingua del blog è intensa e meditativa, e si nota un accostamento tra poesia e prosa che sfuma i confini tra le due forme letterarie. I lettori sono invitati a immergersi in uno spazio di introspezione, tra ricordi, emozioni e domande esistenziali.
Il blog trasmette una visione del mondo profondamente introspettiva, dove la parola scritta diventa un mezzo per esplorare emozioni, memoria e identità. Le idee principali che emergono dai testi sono:
1. L'importanza della parola e del silenzio
Il blog riflette spesso sul valore della parola, non solo come espressione di pensiero, ma anche come strumento fragile, che a volte si esaurisce o diventa insufficiente. Questo suggerisce una visione del linguaggio come qualcosa di prezioso ma limitato.
2. Tempo, ricordo e perdita
Molti testi esplorano il tema del passato e della memoria, spesso con una vena malinconica. C'è un senso di nostalgia per ciò che è stato e la consapevolezza che il tempo trasforma ogni cosa. La perdita, sia materiale che emotiva, sembra essere un tema centrale.
3. La condizione umana tra bellezza e sofferenza
Il blog alterna momenti di dolcezza e delicatezza a riflessioni più cupe sulla solitudine e sull’incomunicabilità. L’autore sembra credere che la bellezza della vita risieda anche nella sua imperfezione e nella sua transitorietà.
4. Influenze letterarie e visione artistica
Le citazioni presenti suggeriscono un'ispirazione tratta dalla poesia simbolista ed esistenzialista, con una predilezione per atmosfere evocative e immagini suggestive.
Nel complesso, Solo Testo presenta una visione del mondo sensibile e consapevole della fragilità dell'esistenza, trovando nella letteratura un modo per dare forma e significato a emozioni e pensieri spesso sfuggenti.
I principali temi trattati nel blog ruotano attorno a una visione introspettiva e letteraria della vita. Ecco i temi più ricorrenti:
1. Il Tempo e la Memoria
Molti testi esplorano il rapporto con il passato, la nostalgia e il ricordo. Il tempo viene spesso percepito come qualcosa di sfuggente, che lascia tracce nelle parole e nei silenzi.
2. Il Silenzio e l’Incomunicabilità
La riflessione sulla parola e sulla sua assenza è un elemento chiave. Il silenzio può essere un luogo di rifugio o un segno di impossibilità di esprimersi pienamente.
3. La Solitudine e l’Introspezione
I testi del blog sembrano spesso scritti in un tono personale e malinconico, con un’attenzione particolare alla solitudine come condizione esistenziale.
4. L’Arte e la Letteratura
Molti post citano o si ispirano a grandi poeti e scrittori, suggerendo una profonda passione per la poesia e la scrittura come mezzi di espressione e di ricerca interiore.
5. La Fragilità Umana
Le poesie e i racconti parlano spesso della vulnerabilità dell’essere umano, sia nei confronti delle emozioni che delle circostanze della vita.
Nel complesso, il blog si presenta come un diario poetico-esistenziale, in cui l’autore esplora sentimenti e pensieri attraverso un linguaggio evocativo e profondo.
Il blog adotta uno stile di comunicazione intimista, poetico e riflessivo. L’autore non si rivolge direttamente ai lettori in modo esplicito, ma li coinvolge attraverso la forza evocativa delle parole. Il tono è spesso malinconico, con una scrittura che predilige immagini suggestive e un ritmo misurato.
Caratteristiche principali dello stile:
Lirismo e musicalità: la scelta delle parole è curata, con un'attenzione particolare al suono e al ritmo.
Essenzialità: i testi non sono prolissi, ma puntano a trasmettere emozioni con pochi elementi ben scelti.
Uso del silenzio e dell’implicito: non tutto viene detto in modo esplicito, ma lasciato alla riflessione del lettore.
Anche se l'autore non si racconta direttamente, emergono alcuni tratti della sua personalità:
Sensibilità e introspezione: c’è una forte attenzione ai dettagli emotivi e alle sfumature della vita interiore.
Tendenza alla nostalgia: il passato è spesso un elemento centrale, con una visione del tempo che oscilla tra la celebrazione del ricordo e la consapevolezza della sua inafferrabilità.
Interesse per la bellezza e l’arte: la letteratura e la poesia non sono solo temi del blog, ma sembrano essere parte integrante della visione del mondo dell’autore.
Un certo distacco dalla modernità iper-connessa: il blog non cerca un’interazione ossessiva con i lettori, ma sembra più un luogo intimo di riflessione personale.
Nel complesso, Solo Testo si presenta come uno spazio di scrittura autentico, dove l’autore usa la parola scritta per esplorare sé stesso e il mondo con delicatezza e profondità.
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fioredialabastro · 10 months ago
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Ehi ciao, provo a scegliere di farti 2 delle domande che hai proposto:
60. Sai ascoltare?
83. Pratichi la gratitudine?
☀️
Ciao 😊 Grazie per queste domande, le hai scelte entrambe molto dolci ✨
60. Sai ascoltare? 🎀
Chi mi conosce o chi semplicemente è entrato in contatto con me mi ha sempre detto che so ascoltare, anzi, sarei addirittura una psicologa mancata. Non avendo motivi per mentirmi, non mi resta che fidarmi. Credo che questa mia capacità dipenda dall'avere empatia, sensibilità ed intelligenza emotiva elevate, ma secondo me queste caratteristiche la rendono più spontanea, naturale, istintiva, non certo esclusiva. Tutti possono praticare l'arte del saper ascoltare; c'è chi fa più fatica di altri, ma con un costante allenamento si ottengono sempre dei risultati, basta volerlo.
Il mondo di oggi ha tanto bisogno di riscoprire la bellezza di sapere ascoltare gli altri e ciò che ci circonda; ci sarebbero più umiltà, misericordia e amore, un po' come scrisse Alda Merini in una sua poesia:
Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,
sentire gli odori delle cose,
catturare l’anima.
Coloro che hanno la carne a contatto
con la carne del mondo.
Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore.
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83. Pratichi la gratitudine? 🙏🏻
Credo in Dio, quindi sto imparando a ringraziarlo più spesso per tutto ciò che mi dona ogni giorno, soprattutto nei momenti più difficili, quando sembra che non ci sia niente per cui essere grati.
Da circa un anno sto anche scrivendo e decorando un bullet journal, in cui mi annoto tutte le cose belle accadute nell'ultimo periodo. Credo sia importante mantenere lo sguardo fisso sulla bellezza che ci circonda, perché nella società in cui stiamo vivendo non solo siamo bombardati di notizie, ma anche di negatività, quasi morbosa, come se ogni giorno accadessero solo disgrazie. Abbiamo, nostro malgrado, una visione distorta della realtà, per questo è importante riappropriarci della nostra obiettività, ricordarci che esiste anche il bene e che vale la pena combattere per esso, come ricorda Samvise Gamgee:
C'è del buono in questo mondo, padron Frodo; è giusto combattere per questo.
Infine, mi impegno anche a ringraziare gli altri il più possibile, non solo quando mi sono di aiuto (altrimenti si tratterebbe solo di educazione), ma anche per il semplice fatto di averli incontrati lungo il cammino o di averli addirittura come punti fermi nella mia vita. Spesso si tende a dare per scontata la presenza di qualcuno nella nostra quotidianità, invece bisogna sempre prendersene cura, perché tutti, che rimangano accanto a te per sempre o solo un giorno, che siano un bene o un male, sono un dono, un'opportunità per amare, crescere e imparare.
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greenbor · 3 months ago
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Poesia di https://www.tumblr.com/solanas65-blog
Travolgimi l'anima e sfiancami i sensi. ora ho bisogno solo di questo.,
senza pensieri senza affanni se non i nostri ora travolgimi e sfiancami.
ora che ne ho bisogno imploranti i  tuoi occhi mi chiedevano questo ieri.
ti amo  e ti darò tutto questo e tutto me stesso sempre e per sempre.
ed è con te che io ho ricominciato a sentire i profumi ho sentito la vita.
scorrere dentro di me e pensare a ciò che avverrà con te le nostre mani.
che si esplorano che giocano che disarmano preludio di ricerca respiro.
dentro al tuo comunicare in silenzio dirsi tutto con gli occhi qualche lacrima.
di emozione sensazioni complete e averti negli occhi nella bocca sulla.,
pelle nell'anima ti amo follemente si vita mia muoio dentro la tua dolcezza.
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poesiaandfriends · 2 years ago
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Tutti i papà hanno il loro fischio speciale -Pam Brown 
Tutti i papà hanno il loro fischio speciale, il loro richiamo speciale. Il loro modo di bussare. Il loro modo di camminare. Il loro marchio sulla nostra vita. Crediamo di dimenticarcene, ma poi, nel buio, sentiamo un trillare di note e il nostro cuore si sente sollevato. E abbiamo di nuovo cinque anni: stiamo aspettando di udire i passi di papà sulla ghiaia del vialetto.
Questa bellissima poesia coglie quegli aspetti quotidiani e tangibili, che caratterizzano una visione infantile del papà. Quelle abitudini, quei segni caratterizzati, come porte per sfiorare il papà anche quando è lontano o non c'è più, sono colti in questi versi con una dolcezza profonda e sincera.
Pam Brown è nata a Seymour, Victoria. Trascorre buona parte della sua infanzia in basi militari e ha viaggiato moltissimo nella sua vita. Poetessa apprezzata, si è dedicata a tante professioni e ospite in molti festival della poesia. Ha insegnato in diverse realtà, accademiche e non.
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florautieri · 3 months ago
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Nascesti così, in un mondo che non ti comprendeva e che ti giudicava strana, diversa perché «coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica.»
Eri figlia di un padre che amavi troppo e che non ti stimava abbastanza. Non volesti sposarti, in un’epoca in cui la parola moglie e schiava erano quasi la stessa cosa. Dicesti di no alla vita mondana, perché a forza di fingere per piacere agli altri, perdiamo noi stessi. I tuoi affetti si contavano sulla punta della dita: una sorella, un cane di nome Carlo, una cognata, un amico filosofo. Non regalavi il tuo cuore a chiunque, perché in un’epoca in cui tutto ha un prezzo, anche i sentimenti sono in vendita.
Tu invece dicesti di no. Ti dissero che eri ostinata. Ti chiamarono strana, solitaria, eccentrica. «Un giorno mi perdonerò. Del male che mi sono fatta. Del male che mi sono fatta fare. E mi stringero cosi forte, da non lasciarmi più.» Perché alle volte non è necessario sopportare, alle volte è necessario lasciar andare. Perché ci sono cose che ti avvelenano: il giudizio degli altri, l’amore che non è mai abbastanza, «gli avrei dovuto,» i «se soltanto» e poi ci si sono cose che ti salvano. Per te furono quelle poesie scritte su foglietti cuciti con ago e filo donate a chi ti voleva bene davvero.
Avevi in te la forza dell’acqua che davanti a una diga non s’infuria ma la aggira, che spegne il fuoco, dilava la terra, scava la pietra non con la forza ma con la dolcezza. La tua poesia non grida ma bisbiglia, non inveisce ma consola, non pretende ma accarezza. Eri un’anima gentile. Mai arrogante, mai superba, mai altezzosa. Davi importanza alle piccole cose, perché sapevi che una goccia d’acqua racchiude i segreti degli oceani. E che anche «per sempre è fatto di tanti adesso.»
«Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi,» scrivesti, «non avrò vissuto invano. Se allevierò il dolore di una vita o allevierò una pena o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido, non avrò vissuto invano». Grazie Emily, per essere stata farfalla in un mondo fin troppo crudele e per essere stata la goccia che fa tremare l’oceano. E lo trasforma
#letteratura #emilydickinson
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pritblogpress · 4 months ago
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Una Poesia In Una Bottiglia Di Vodka
Mentre ero sulla strada, la macchina aveva appena raggiunto la velocità di crociera, quella giusta, quella in cui la vita ti passa davanti, chiara, netta, linda, tutta, con tutta la sua dolcezza, la sua difficoltà e per non farsi mancare niente, con un bel pò di violenza in più.
L’aria si è fatta parecchio strana, rarefatta, tipo boiler, una sorta di apnea in camera iperbarica.
Eppure tutto quello che avevo da scrivere, l’ho già scritto, tranne che per 4 righe, 21 caratteri una maiuscola ed un sogno le persone troppe volte perdono vicenni interi, che si moltiplicano e si trasformano in coriacee corazze a coprire la spessa lana che concede l’unico spiraglio attraverso quale diventa possibile osservare questo pianeta, con occhio opinabile.
Da dentro, come Jules Verne da fuori.
Dentro siamo, sempre dentro restiamo!
Adesso è l’ora di musica, l’unica che conosco
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princessofmistake · 13 days ago
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Un piccolo scrigno di legno intarsiato, magari, dal profumo lieve di cedro, che si possa aprire nei giorni di pioggia interiore. Dentro, non pepite d’oro, non gemme lucenti o contanti, ma biglietti vergati a mano, ciascuno contenente un pensiero di quelli che sollevano il cuore.
Oh, quanto vorrei poterla avere e aprire, quella scatola, ogni volta che la vita pesa come un mantello fradicio sulle spalle dell’anima che rischia di ammuffirla. Come scrisse Seneca — “non è che abbiamo poco tempo, ma ne perdiamo molto”; e spesso lo sprechiamo a rotolarci in pensieri sterili, in rimuginii che ci consumano invece di nutrirci.
Bisognerebbe poter scrivere lì, su un foglio, un fazzoletto, quel primo mattino d’estate in cui ci si è svegliati senza dolore, il sapore inaspettato di una fragola rubata in un campo, la risata inattesa di un bambino per strada, il fremito che percorre il petto davanti a un’opera d’arte che ci riconsegna, per un istante breve, alla meraviglia.
Ma non solo ricordi nostri, anche parole donate da altri, di quelle belle, dei complimenti inaspettati, dei "ti voglio bene" di sorpresa, quante volte, sprofondando nel buio, basterebbe sussurrare quelle frasi per riemergere. Borges diceva: “La felicità a volte sembra un dono, altre volte un’abilità”. E io mi domando: possiamo educarla, la felicità? Possiamo farne disciplina?
La nostra società non insegna a custodire i pensieri felici. Ci allena alla velocità, all’efficienza, alla performance. Ma non ci insegna la lenta arte del fermarsi e dire: “Ecco, questo momento è mio, lo conservo”. La psicologia positiva parla di “gratitudine consapevole”, la filosofia stoica di “premeditatio malorum” — immaginare il peggio per apprezzare il presente. Ma c’è una poesia più semplice: quella della scatola di pensieri felici, dove raccogliere ciò che la memoria smarrisce.
Perché poi, quando la tempesta monta e la mente si fa rumorosa come un mercato a mezzogiorno, quella scatola diventa ancora. La si apre, si scorre tra i biglietti come tra antiche lettere d’amore. E allora: “Questo sole sulla pelle…”, “il silenzio della neve che cade di notte…”, “quella carezza ricevuta senza motivo”… E ci si ricorda che la felicità non è un orizzonte lontano, ma minuscole conchiglie raccolte sulla spiaggia della vita, dimenticate in tasca, ritrovate un giorno per caso.
Platone scriveva nel Fedro: “L’anima è come un auriga che guida due cavalli: uno obbediente e uno ribelle. Il primo è il pensiero elevato, l’altro il desiderio cieco.” E io credo che i pensieri felici siano le briglie che trattengono il cavallo ribelle quando scalpita.
Dovremmo averla tutti, una scatola così. Non come rifugio codardo, ma come scorta di luce tascabile, estraibile anche a mezzanotte. Come atto di resistenza gentile alla brutalità del tempo. Come dichiarazione silenziosa che, malgrado tutto, abbiamo saputo trovare, seppur per poco, la dolcezza di esistere.
Bisognerebbe avere una scatola di pensieri felici.
(Linz)
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Note di poesia: le canzoni italiane più poetiche di sempre
Oggi vogliamo ricordare le canzoni italiane più poetiche di sempre. Il panorama della musica italiana, nella sua ricchezza, offre canzoni per tutti i gusti. Canzoni d'amore, d'impegno politico e sociale, capaci di farci divagare ma anche di riflettere. Alcune canzoni si ergono come vere e proprie opere poetiche, capaci di toccare le corde dell'anima. Immergiamoci, allora, nella bellezza della lingua e delle emozioni che solo la musica può suscitare. Il Cielo in Una Stanza Con "Il Cielo in Una Stanza", Gino Paoli cattura l'essenza dell'amore in un modo delicato e suggestivo. La canzone è un dipinto poetico che esplora la profondità delle emozioni amorose, utilizzando metafore evocative. La dolcezza della melodia completa l'atmosfera romantica e malinconica che caratterizza questo classico senza tempo. Quando Pino Daniele, maestro del blues partenopeo, ci offre una canzone intrisa di poesia e vitalità con "Quando". Il testo riflette sulla vita e sull'amore in un modo fresco e appassionato, mentre la melodia, arricchita dalla maestria chitarristica di Daniele, trasporta l'ascoltatore in un viaggio emozionale intenso e coinvolgente. La canzone, in ultimo, è la colonna sonora di uno dei film più iconici di Massimo Troisi: "Credevo fosse amore invece era una calesse". Rimmel Francesco De Gregori, noto per la sua abilità nelle tessere racconti, ha dato al mondo "Rimmel". La canzone è un dialogo intimo e poetico tra il cantautore e la vita stessa. Le parole, dense di significato, sono accompagnate da una melodia che cattura l'essenza delle esperienze umane. La Canzone del Sole "La Canzone del Sole" è una delle canzoni più rappresentative cantate da Lucio Battisti. La melodia soave e lirica si intreccia con versi che descrivono il ciclo della vita, trasportando l'ascoltatore in un viaggio tra le stagioni e gli stati d'animo. La magia di questa canzone risiede nella sua capacità di dipingere immagini poetiche che si fondono con le note, creando un sole luminoso di emozioni. Chi, da ragazzo non l'ha strimpellata almeno una volta con la chitarra? La Canzone di Marinella Fabrizio De André, maestro della canzone d'autore, crea un capolavoro poetico con "La Canzone di Marinella". La canzone narra, rigorosamente in rima, la storia di Marinella, una donna dal destino difficile. La prosa di De André offre un'immersione profonda nella vita di Marinella, con una combinazione di empatia e delicatezza che trasforma la canzone in una poesia cantata. L'Anima Vola Con la sua voce eterea e il testo evocativo, Elisa ci porta in un viaggio emozionale con "L'Anima Vola". Le parole affrontano temi di libertà interiore e di espansione dell'anima, rendendo la canzone un inno all'essenza umana. La melodia, delicata ma potente, si fonde perfettamente con il contenuto poetico del brano. Canzoni poetiche italiane: emozioni che arrivano a tutti noi Con questi esempi non possiamo esaurire il panorama delle canzoni poetiche della musica italiana; ne abbiamo dato solo un piccolo assaggio. Perché le consideriamo così poetiche? I testi trattano temi universali come l'amore, la libertà e la vita, toccando corde emotive con le quali chiunque può identificarsi. Inoltre, la scelta accurata delle parole e delle immagini crea dipinti vividi nella mente dell'ascoltatore, trasportandolo in un viaggio emotivo. Infine, la combinazione di melodia e testo crea un'esperienza completa, in cui la poesia della lingua si fonde armoniosamente con la bellezza della musica. In copertina foto di Ri Butov da Pixabay Read the full article
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pier-carlo-universe · 7 days ago
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Non mi hai restituita al mare – Rosetta Sacchi. La voce delicata di chi resta sulla riva, in attesa di un segno dopo la tempesta. Recensione di Alessandria today
In questa poesia intitolata “Non mi hai restituita al mare”, Rosetta Sacchi ci accompagna in un breve ma intensissimo viaggio di attesa e consapevolezza. Poche righe, scelte con cura, bastano all’autrice per evocare la fragilità della speranza, l’eco della perdita e il silenzio lasciato dal tempo dopo un’onda che tutto ha travolto. La protagonista lirica è una figura immobile, che sta sulla riva,…
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mccek · 5 years ago
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Nessuno guarderà la tua semplice dolcezza, perciò nessuno mai vedrà la tua vera bellezza.
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emz26 · 2 years ago
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Nannina
“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale”, questa poesia ritorna costantemente nella mia vita ed in questi anni di social lo fa ancora di più, è sfruttata fino all’inverosimile, pubblicata, ripostata, taggata e twittata in continuazione, è inflazionata e abusata, ma incredibilmente non perde la sua forza, ogni volta che la incontro è come una goccia d’acqua che cade dentro il mio lago interiore creando delle onde che rimbalzano sulla costa , si intrecciano e sovrappongono, ipnotizzano gli occhi ed in questo viaggio onirico formano un volto, quello di mia nonna, Nannina, con lei sotto braccio ho sceso veramente un milione di scale e non perché i suoi occhi fossero obnubilati ma per le sue gambe, il suo corpo era consunto dalla guerra, dai genitori persi troppo presto, dalla fatica di crescere le sorelle più piccole quando tutto intorno era solo fame e freddo, le gambe le tremavano per la scomparsa prematura di un figlio, e anche il tempo non era stato clemente con le sue ossa, la fine le aveva riservato l’osteoporosi, “n’se famo mancà gnente no”, Nannina, mai Anna, sempre e solo Nannina, aveva una rigidità impostagli dai patimenti, dalle valigie sempre troppo pesanti, ma dentro di lei, lì si nascondeva una bontà straripante, desiderava voler bene alla gente, Nannina, e io, io ero il nipote fortunato, quello più piccolo e nato dalla figlia femmina, ero privilegiato, il poterle tenere il braccio mi aveva regalato qualcosa, una ragazza mi disse “odio tua nonna, è lei che ti ha dato la dolcezza che mi tiene legata a te”, perché odiarla quando puoi godertela?
Nannina era la seconda ragazza più bella del paese, questo raccontavano gli anziani di Fiano e questo le disse anche mio nonno, “allora vai dalla prima” tosta la nonnina (rinunciare ad un buon partito), “ma per me sei la più bella” e lei si sciolse al baffetto conquistadores del nonno (se ti chiami Ovidio qualche freccia al tuo arco devi pur averla), Nonna Nannina, così la chiamavamo noi nipoti, sentite come suona? Nonna Nannina, suona come una lallazione, come una glossolalia, come una formula magica, come quelle delle maghette della nostra infanzia, pimpulo pampolo palim pa pu, puff e la magia è fatta, Nonnanannina, puff e la magia è fatta, lei aveva una sua formula magica personale, semplicissima ed efficace, diceva sempre “basta che ve volete bene”, “basta che ve volete bene” tutto qui, semplice e disarmate, basta volersi bene e tutto andrà a posto, è roba da far cadere le braccia, “basta che ve volete bene”, è come dopo una lunga salita spossante vedere aprirsi agli occhi l’immenso panorama di una valle, lascia senza fiato.
Nannina in quelle lunghe discese mi ha regalato degli occhi strani, una sensibilità diversa, forse sfasata, diroccata, ma è sempre stato chiaro per me che l’importante fosse invisibile agli occhi, gli ultimi giorni della sua vita li ha passati sofferente in un letto, le veniva somministrata della morfina per lenire i dolori, alternava stati di veglia e sonno ,e lì, lì mi ha regalato la sua ultima magia, stavo vivendo un periodo orribile, uno di quelli dove hai perso il filo ed hai paura a toccare la matassa informe che è la tua vita, era il suo ultimo giorno, trovai la forza di avvicinarmi al suo orecchio e sussurrarle “ti voglio bene” mi rispose “grazie ni’ ”, grazie ni’, nino, ninetto, bambino, ero tornato ad essere il nipote piccolo, ero tornato bambino e lì avvenne l’incantesimo, anzi il DIS-incantesino, mi sbloccò dal torpore, ruppe la brocca che conteneva tutte le mie lacrime, esplosi in un pianto liberatorio, sbloccò il meccanismo che si era inceppato, mi rimise in moto, e quindi, quindi grazie a chi ci DIS-incanta, a chi ci sblocca e chi ci regala occhi nuovi, alle Nannine del mondo.
P.S.
Nannina aveva i capelli rossi, e le rosse fanno sempre un gran casino, spesso, senza far rumore.
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greenbor · 1 year ago
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Poesia di https://www.tumblr.com/maripersempre-21
Così tanto ti amo
che desideravo essere per te
quel respiro
per i tuoi giorni senza fiato...
serenità quando hai
troppi problemi per la testa...
volevo essere vento
tra i tuoi capelli...
il tuo arcobaleno
dopo la pioggia...
i brividi sulla pelle
quando mi pensi...
volevo essere per te dolcezza
quando senti il bisogno
di una carezza...
volevo essere musica
quando intorno hai troppo rumore...
volevo essere il tuo faro
nelle notti buie...
perché il mio cuore
tu l'hai preso per davvero...
io che volevo essere per te
tutto quello di cui hai bisogno...
null'altro...
M.C.©
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goodbearblind · 3 years ago
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"Chiamano progresso,
crescita, democrazia,
questa follia del guadagno
che in un colpo solo
ha ucciso
il sacro e l’intensità
e la poesia e i canti
e il silenzio,
la dolcezza, la devozione.
Solo gli alberi e gli animali
resistono all'inganno.
Ora io credo solo alla luce,
alle rondini e ai cardi.
Quando sfioriscono le rose
annuso i sassi
sulla spiaggia."
(Franco Arminio)
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swingtoscano · 3 years ago
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"Il 9 settembre 1953 nasce Giovanni Lindo Ferretti"
Nei borghi, sui monti, dispiace dirlo tra tanto dolore intorno, sembra il paradiso terrestre ma è come se l’angelo stesse già posizionato sulla porta.
La spada non l’ha ancora sguainata.
Sono giornate di una dolcezza allibita, d’improvviso una tristezza con connotazioni cosmiche le avviluppa, prepotente l’inquietudine s’addensa e manca l’aria qualcosa non torna, lo sentono gli animali, lo sento anch’io.
Il tempo non gioca a nostro favore – la bellezza, pur indispensabile, non ci salverà – in questo spazio in cui fluttuiamo come pulviscolo. Malattia morte dolore sono la normalità del vivere ma c’è molto altro: c’è bellezza, gioia, amore, c’è qualcosa che chiamiamo poesia e a volte ridiamo di cuore e ci abbracciamo.
Mi innervosiscono consolazioni da poco, parole inutili, considerazioni ovvie o idiote. Nel caso necessito di parole antiche, un certo distacco, sacralità dei gesti e nel dire.
Che il bene sia con noi è tutto ciò che ci possiamo augurare"
Giovanni Lindo Ferretti
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artemisx78 · 3 years ago
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Vorrei essere quella nota musicale che danza dentro il tuo cuore,
perché è lì che trovo i prati più belli,
dentro i fiori che hanno il profumo e il colore intenso dei tuoi occhi....
vorrei essere quella nota che anche se stona,
ritrova un fiume caldo dove l'acqua disseta quelle fantasie sfrenate,
perché è solo di questo che mi nutro,
i tuoi respiri mi spogliano la mente,
la tua voce diventa carezza sulla mia pelle, i tuoi baci così passionali ed intensi mi fanno vivere.... Una pelle che brucia d'amore e desiderio sfiderebbe qualsiasi tempesta, con dentro la speranza,
cancellando ogni paura, paura che ho di perderti, in questa inspiegabile follia, che mette ali, laddove accarezza l'aria di poesia,
laddove mette un sorriso in una dolce malinconia,
laddove il mondo merita una bugia... Laddove solo Dolcezza e Passione 🌹 hanno ragione di vita...
@artemisx78
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