#pietro pesce
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Da Sette, Corriere della Sera n. 44/45, 1995
Il Polo delle Libertà, Corriere della Sera, 29 ottobre 1995 - Pietro Pesce
#fotofinish#g. amilcare ponchielli#gianni amilcare ponchielli#sette#sette magazine#sette corriere della sera#corriere della sera#1995#pietro pesce#silvio berlusconi#polo delle libertà
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Ho amato tutto
Tre passi e dentro la finestra
Il cielo si fa muto
Resto lì a guardare
Io so cantare, so suonare, so reagire ad un addio
Ma stasera non mi riesce niente
Stasera se volesse Dio
Faccio pace coi tuoi occhi
Finalmente
Con te ho riscritto l'alfabeto
Di ogni parola stanca il significato
Perfettamente inutile cercare di fermare l'onda che
Ci annega e ci lascia senza fiato
Ed è una musica che va
In un istante è primavera
Che ritorna
E come un pesce che non può più respirare
Come un palazzo intero che sta per cadere
Tu sei l'unica messa a cui io sono andata
Un volo che è partito
Svanito in fondo al blu
E io adesso farei qualsiasi cosa
Per sfiorare le tue labbra
Per rivederti
Se è vero che il tempo ci rincorre
Oggi sono questa faccia
Questa carne e queste ossa
Le sento ancora addosso le tue mani che mi spostano più in là
Dove si vive solo di uno sguardo
È tardi, si spegne la candela
È sempre troppo tardi
Per chi non tornerà
E come un pesce che non può più respirare
Come un palazzo intero che sta per cadere
Tu sei l'unica messa a cui io sono andata
Un treno che è partito
Sparito in mezzo al blu
E io adesso farei qualsiasi cosa
Per averti fra le braccia
Per rivederti
Perché se manchi, tu manchi da morire
Perché amarsi è respirare i tuoi respiri
Stracciarsi via la pelle e volersela scambiare
È l'attimo fatale in cui mi sono arresa
Perché tu vieni con questo amore tra le mani
E come sempre nei tuoi occhi
La mia casa
Se tu mi chiedi in questa vita cosa ho fatto
Io ti rispondo ho amato
Ho amato tutto
Compositori: Pietro Cantarelli
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Elenco vincitori
Concorso di Poesie, Filastrocche, Racconti e Fiabe
“Libera la fantasia” 5^ Edizione
A) Sezione Poesie e Filastrocche a tema fantasy
“Carmelo, il sedano fragola, Penelope la ragna e Riccardo, il riccio bugiardo” filastrocche inedite di Cecilia Turino – Frattaminore (NA)
“ Amore su petali di rosa” raccolta edita di poesie di Barbara Baka – Carapelle (FG)
“C’erano una volta sette nani” filastrocca inedita di Danila Pesce – Savona (SV)
Menzione Speciale a:
“Poesie, Filastrocche, Raccontini per grandi e piccini” libro edito di filastrocche e racconti brevi di Rita Giovanna Cavicchi – Castiglione dei Pepoli (BO)
Segnalazione di merito a:
“ Nonna e Paura” filastrocca inedita di Valerio Falgari – Curno (BG)
“Dimora fiabesca” raccolta edita di poesie di Maria Cristina Biasoli – Molinella (RO)
B) Poesie e Filastrocche a tema libero
“Ricomincio da t(r)e” raccolta di poesie in fase di pubblicazione di Mario Tommasini – Roma (RM)
“Alla periferia del vento” poesia inedita di Stefano Baldinu – S. Pietro in Casale (BO)
“Per voi” poesia inedita di Christian Testa – Villanterio (PV)
Menzione Speciale a:
“Filastroccando – Poesie e filastrocche di Nonnogino” raccolta inedita di poesie e filastrocche di Luigino De Francesco – Torino (TO)
Segnalazione di merito a:
“Unni a biddizza cunforta (Dove la bellezza consola)” poesia in dialetto siciliano tradotta in italiano di Lucia Zappalà - Istrana (TV)
Premi Speciali
Premio Assoluto della Critica a:
“Note dimenticate nella notte” raccolta poetica inedita di Francesco Ambrosio - Frattamaggiore (NA)
Premio Speciale Miglior Giovane Autore a:
“Unica salvezza” poesia inedita di Serena Cola – Meldola (FC)
Premio Speciale per l’Operato Socio – Culturale a:
Angelo Canino, scrittore (Acri – CS) distintosi per quanto costruito artisticamente e culturalmente negli anni, vincendo tantissimi premi letterari e aderendo in varie manifestazioni di spessore. Poesia scelta come migliore dalla Giuria: “ Ppe cchilli terri (Per quei terreni)” opera inedita in dialetto calabrese tradotta in italiano.
Premio Speciale della Giuria a:
Lucia Barabino, scrittrice (San Francesco al Campo – TO) per la sua
straordinaria capacità creativa e la sua estrema bravura mista a sensibilità nello scrivere testi per grandi e piccini. Testo scelto come migliore dalla Giuria: “L’albero nel bosco” filastrocca inedita.
“Kerstonville, segreti di contea” romanzo inedito di Silvia Turello – Siderno (RC)
C) Sezione Racconti e Fiabe a tema fantasy
“Sara e i mille mila” fiaba edita di Gabriele Missaglia – Dizzasco (CO)
“Ascoltate la biblioteca” racconto inedito di Gabriele Andreani – Pesaro (PU)
“Agata delle farfalle” fiaba inedita di Clara Guareschi – Varallo (VC)
Menzione speciale a:
“Misha l’orsetto magico” fiaba inedita di Giovanni Saia – La Spezia (SP)
Segnalazione di merito a:
“Diario di un tirannosauro vegetariano” racconto fantasy inedito di Gabriele Di Fazio – Marino (RM)
D) Sezione Racconti e Romanzi a tema libero
“La rosa sott’acqua – Storia di una vita negata” racconto inedito di Cristina Manzo – Lecce (LE)
“La rosa bianca di Izmir – Oltre il velo della paura ” romanzo edito di Anna D’Auria – Gragnano (NA)
“Raggio di luce” romanzo edito di Matteo Molino – Milano (MI)
Menzione speciale a:
“Augustus Darius” romanzo inedito di Angelo Dario Garziano – Mazzarino (CL)
Segnalazione di merito a:
“La ragazza e il cavaliere” romanzo inedito di Cristina Mora – Luserna San Giovanni (TO)
Premio Finalisti
“Cassandra e Isabeau” racconto inedito di Alessandra Peretti – Amandola (FM)
“L’arte di Howth (Tratto da una storia vera)” racconto inedito di Anna Ferriero – Torre del Greco (NA)
“Le avventure di Rapetta” raccolta inedita di racconti di Paola Ercole – Roma (RM)
“Il marziano Baffi Blu” filastrocca inedita di Barbara Barducco – Rivarossa (TO)
“La mia follia” monologo teatrale inedito di Rodolfo Andrei – Roma (RM)
“Il peso della solitudine” raccolta poetica di Roberta Matassa – Bari (BA)
“Anche l’ospedale è bello...se si muta in un castello” filastrocca inedita di Sergio Giovannetti – Vinci (FI)
“Il brutto anatroccolo (Favola rap) favola inedita in versi di Veruska Vertuani – Aprilia (LT)
“Era notte a Roma” racconto edito di Laura Marcucci – Roma (RM)
“La strega presuntuosa” filastrocca inedita di Caterina Giannini – Roma (RM)
“Immensa” racconto inedito di Chiara Mari – Losanna Svizzera (VD)
“Il Natale delle fiabe” filastrocca inedita di Patrizia Birtolo – Giussano (MB)
#associazione luce dell'arte#scrittori#dr.ssa carmela gabriele#luce dell'arte edizioni#concorsi letterari#narrativa#poesia#romanzi#libri#concorso libera la fantasia
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C'era una volta Pescara
Pescara (Piscara) il nome della città deriva dall'abbondanza nel fiume di pesce particolarmente buono (peschiera), prima prendeva il nome dal fiume Alterno (ostia aterni e aternum).
Il fiume Pescara nella storia fece molte volte da confine per i regni che si sono succeduti ed era navigabile.
Quando la città venne distrutta rimase solo la fortezza (piazzaforte) costruita dai bizantini che cercavano di riconquistare la penisola via costa.
Sono state trovate le mura bizantine da un lato crollate per via di un maremoto probabilmente a seguito di un terribile terremoto, mentre le mura bizantine ritrovate all'interno della caserma sono ancora in piedi.
L'imperatore Carlo V creò una serie di fortezze tra le quali la fortezza di Pescara proprio adiacente al porto di Pescara (la cosiddetta "serratura del regno")
Dal bastione San Vittorio, detto anche bastione bandiera, Re Vittorio Emanuele II si affacciò andando incontro a Garibaldi.
Re Vittorio Emanuele II affermò riferendosi a Pescara "Oh che bel sito se si abbattono le mura della fortezza Pescara diventerà una grande città commerciale" e così è stato.
Qui c'erano delle prigioni terribili "il sepolcro dei vivi" era chiamati il carcere (bagno penale) borbonico.
La caserma di cavalleria comprensiva di una chiesetta (quella della Madonna del Carmine) era una zona molto estesa tanto da raggiungere la necropoli di Rampigna situata fuori città.
Per realizzare la ferrovia venne utilizzato il muro della fortezza.
Venne costruito sotto il regime fascista il ponte Littorio sotto il quale si teneva il mercato galleggiante delle arance.
Ennio Flaiano tra le altre cose fu grande sceneggiatore in particolare de "La dolce vita".
Inventò anch'egli come D'Annunzio alcuni termini ad esempio il termine paparazzo utilizzando il vero nome del fotografo di moda de "La dolce vita" inoltre non è un caso che le paparazze in dialetto pescarese siano le cozze che ricordano appunto il vecchio obiettivo della macchina fotografica.
Lungo l'attuale via delle Caserme al lato opposto delle caserme c'era la fanteria e le osterie.
Clemente De Caesaris salvò la fortezza di Pescara dalle truppe borboniche corrompendole con il suo oro.
Era un forte repubblicano ma per salvare la situazione chiamò i Sabaudi come reali d'Italia, però successivamente dopo aver visto come i prigionieri venivano torturati li rinnega a Torino pubblicamente in Parlamento.
Pavimento originale del '500 solo nell'attuale via Luigi D'Amico
In Piazza del mercato (piazza Garibaldi) si facevano le prove delle bande, questa fu la vera prima Piazza Salotto per via dell'acustica che ricorda quella di un salotto.
Un pasticcere si inventa qui il "ritrovo del parrozzo"
Pescara viene distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
In piazza mercato si trova il cosiddetto "Monumento ai caduti" di Pietro Cascella che in realtà è il "monumento della distruzione e alla ricostruzione".
La Cattedrale di San Cetteo presenta un soffitto in legno, i pilastri sono di pietra così come i capitelli e vetrate colorate. Viene realizzata così a seguito di un patto con Gabriele D'Annunzio che voleva far seppellire la madre nella chiesa in un mausoleo. Ma invece di denaro dona un quadro del '600 del Guercino enorme e prezioso a Don Brandano, raffigurante San Francesco che riceve le stigmate. Ora questo quadro è posto accanto al mausoleo della madre di D'Annunzio, mentre la chiesa è stata finanziata interamente dai pescaresi.
La Chiesa Santa Maria di Gerusalemme era a forma circolare con 2 campanili. Forse era il riadattamento di un tempio preesistente comunque i resti ritrovati sono medievali e di stile circestense.
È questa la chiesa che venne aperta rimuovendo l'abside e che divenne Porta Nuova alla quale comunque rimaneva un solo campanile, ora invece nessuno.
Teatro Vincentino Michetti al cui fianco costruisce casa sua in stile liberty con decori di arance.
Attorno a lui molti architetti pescaresi studiando questo stile (liberty) fanno di Pescara e di Castellammare quelle che furono le due città liberty famose in tutto il mondo.
La parte più antica della città è dov'era Porta Sala e il convento di Sant'Agostino.
Nonostante la vicinanza con questo luogo di culto quella era via dei bordelli e non solo nel nome.
Sotto le mura della fortezza ci sono ancora dei sotterranei da esplorare.
Sotto lo strato di erba c'è un mosaico romanico
Il Ponte della ferrovia fu l'ambientazione nell'immaginazione del poeta D'Annunzio nella sua opera "Terra Vergine" al passo in cui descrive il tramonto visto dal ponte.
In mezzo alla strada sono state posizionate delle pietre del ponte romano.
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#reportage#reportage fotografico#sintesi della giornata#c'era una volta Pescara#Pescara#città#cultura#alla scoperta del territorio#storia#ennio flaiano#fiume#cambiamenti#tempo#ponte#curiosità#reporter#foto#fotografie#riflesso#resti#ritrovamenti#fortezza#bagno penale borbonico#caserme#teatro#arance#chiesa#guida turistica
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L’amica geniale 4, episodi 1 e 2: un inizio all'altezza delle aspettative
Laura Bispuri dirige la stagione finale della serie tratta dalla tetralogia di Elena Ferrante. Protagoniste Alba Rohrwacher e Irene Maiorino.
L'avevamo lasciata a guardarsi nello specchio del bagno di un aereo Lenù, con il passaggio di testimone tra Margherita Mazzucco e Alba Rohrwacher. La ritroviamo di spalle con un lungo e leggero abito verde dirigersi nella hall di un albergo per chiamare l'Italia dove le sue figlie sono rimaste con il padre dopo la fuga con Nino Narratore (Fabrizio Gifuni). La saga letteraria di Elena Ferrante è tornata con l'adattamento televisivo de L'amica geniale - Storia della bambina perduta, quarto e ultimo romanzo della tetralogia. Dopo il passaggio a Tribeca Film Festival, la messa in onda negli Stati Uniti su HBO Max, la serie arriva - finalmente - anche in Italia.
Alba Rohrwacher e Irene Maiorino
Dopo le prime due stagioni dirette da Saverio Costanzo - rimasto nella veste di produttore esecutivo e sceneggiatore insieme a Francesco Piccolo, Laura Paolucci ed Elena Ferrante - e Daniele Luchetti alla guida del terzo capitolo, ora è il turno di Laura Bisturi di sedere dietro la macchina da prese dei dieci episodi finali.
La separazione
Il capitolo 25 de L'amica geniale 4, intitolato La separazione, racconta dei mesi ed anni immediatamente successivi alla decisione di Lenù di lasciare la vita che si era costruita accanto a Pietro (Pier Giorgio Bellocchio) per seguire l'amore viscerale e totalizzante per Nino Sarratore. Un sentimento così forte, profondo, impetuoso da convincerla a lasciare le sue due bambine, Dede ed Elsa, alle cure della nonna paterna. Un ambiente fatto di regole e disciplina, di stabilità. La stessa che lei, sempre con la valigia in mano per lavoro e per amore, non può darle.
Fabrizio Gifuni e Irene Maiorino ne L'amica geniale 4
È drammatico il racconto di questa donna che alla fine degli anni Settanta attraversati da dibattiti, tensioni, contestazioni e tentativi di rivoluzione ammette a sua madre arrivata da Napoli per farle fare pace con il marito che "vuole bene ad un altro". Una confessione dalla quale non si può tornare indietro, che - una volta pronunciata ad alta voce - diventa realtà. Tutti, dal marito alla suocera passando per la madre, vogliono decidere per lei, farle ammettere di aver sbagliato e dimenticare quella fuga. Una madre separata con figli e ambizioni. Ognuno di loro sembrano dirle che le due cose insieme non possono coesistere, che deve rinunciare. Ma Nino Sarratore è per Lenù come il canto delle sirene. Seducente e fatale.
Una donna divisa in due che deve fare i conti prima di tutto con se stessa e una verità difficile da accettare nell'intima confessione interiore con il proprio io. Il corpo e la voce di Lenù, che nelle stagioni precedenti erano separate, si uniscono grazie ad Alba Rohrwacher che a quella voce fuori campo regala un volto, gesti, movimenti. La sua Lenù smette di subire e decide, con tutto il dolore e i sensi di colpa che questo comporta, di provare ad essere lei alla guida della sua vita. Non è un caso che il suo libro parli "dell'invenzione della donna da parte dagli uomini". Ora è lei che inventa se stessa. O almeno così crede. Perché Nino Sarratore è il manipolatore di sempre che la muove come un burattino.
La storia privata e collettiva
Fabrizio Gifuni e Alba Rohrwacher in un momento della serie
La Storia, come nelle stagioni precedenti, è sia sullo sfondo che in modo diretto nel racconto. Il rapimento di Aldo Moro, i posti di blocco, i morti ammazzati, la violenza fascista, la prevaricazione maschile che passa anche solo per il cognome tramandato di padre in figlio. C'è tantissimo nel primo episodio de L'amica geniale - Storia della bambina perduta che Laura Bispuri decide di riprendere concentrandosi sui primi piani dei suoi protagonisti - un cast tutto nuovo che coinvolge, tra i tanti, Stefano Dionisi, Lino Musella, Edoardo Pesce e Sonia Bergamasco - e i dettagli strettissimi di mani che si cercano, soffrono, provano rabbia e sconforto.
Chi manca quasi del tutto fisicamente, ma è una presenza quasi asfissiante per Lenù nel corso di tutto l'episodio, è Lila. L'amica con la quale ha un rapporto di attrazione e respingimento che le accompagna dall'infanzia. Rimasta a Napoli, la giovane donna è diventata un'imprenditrice informatica. Ad interpretarla Irene Maiorino, attrice dalla somiglianza incredibile con Gaia Girace, che cerca di mettersi in contatto con l'amica scrittrice per metterla in guardia su Nino.
Dispersione
Il capitolo 26, Dispersione, racconta dell'ulteriore perdita di coordinate di Lenù. Pronta ad andare a vivere a Napoli con le sue bambine insieme a Nino in una casa da cui si vede il mare, la voce narrante de L'amica geniale scopre le bugie dell'amato e decide di dirottare temporaneamente la sua vita a Milano ospite con le figlie della cognata Maria Rosa (Bergamasco) che vive insieme all'amore di gioventù Franco (Dionisi). Quella di Nino è una delusione enorme che la schiaccia e non le permette di scrivere nonostante abbia firmato per un nuovo romanzo. Anche in questo episodio la sceneggiatura inserisce la tematica femminile grazie a una riflessione sui "corpi informi" delle madri che non sono "corpi di donna" agli occhi dei loro figli. Lenù, come tante donne di quegli anni e di oggi, tenta una riappropriazione di se stessa. Essere donna oltre la maternità, oltre lo sguardo maschile.
Ma in lei c'è forte una divisione interiore. Da un lato la consapevolezza e il pensiero, dall'altra il cuore. Quello che la fa sentire come una bugiarda quando viene rappresentata libera e autonoma. Anche in una scelta non convenzionale per l'epoca, Lenù finisce per essere come la protagonista di un copione visto milioni di altre volte. Una donna innamorata che accetta tanto, troppo. Anche di essere una moglie parallela. Ma una volta tornata a Napoli, Lenù non deve affrontare solo le sue scelte di vita sentimentale. Deve tornare faccia a faccia con il rione. Lo stesso dal quale era fuggita anni prima, un cumulo di vie fatte di violenza, maschilismo e nessuna prospettiva di crescita. È arrivato il momento della resa dei conti.
Conclusioni
Quarto e ultimo capitolo della saga letteraria di Elena Ferrante, L’amica geniale -Storia della bambina perduta è l’ultima stagione della serie HBO e Rai-Fiction. Alla regia Laura Bisturi che prende il testimone da Saverio Costanzo prima e Daniele Luchetti poi. Nei primi due episodi vediamo Lenù, interpretata da Alba Rohrwacher che unisce corpo e voce della protagonista - cercare il suo posto nel mondo dopo la separazione con il marito e l’inizio della relazione con Nino Sarratore. Due episodi incentrati sulla scrittrice e il suo dramma interiore. La Storia, da prese presente nella serie, ci parla dell’atmosfera tesa della fine degli anni Settanta mentre la regia si concentra sui dettagli per enfatizzare un senso di vicinanza con i protagonisti.
👍🏻
La regia intima di Laura Bisturi.
La scelta del cast che “si parla” con i personaggi e le stagioni precedenti.
La riflessione sul femminile.
La Storia sempre presente in modo diretto nel racconto.
👎🏻
La poca presenza di Lila, anche se funzionale al racconto.
#l'amica geniale#my brilliant friend#l'amica geniale 4#my brilliant friend 4#la storia della bambina perduta#hbomax#hbo#rai 1#elena ferrante#lila#lenu#lenu greco#alba rohrwacher#irene maiorino
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➡️🌺🙏Lunedì 12 Agosto 2024
S. Giovanna F. de Chantal; S. Ercolano; S. Leila
19.a del Tempo Ordinario
Ez 1,2-5.24-28c; Sal 148; Mt 17,22-27
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria
👉🕍📖❤️VANGELO
Lo uccideranno, ma risorgerà. I figli sono liberi dal tributo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo 17,22-27
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: “Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà”. Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafarnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: “Il vostro maestro non paga la tassa?”. Rispose: “Sì”. Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: “Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?”. Rispose: “Dagli estranei”. E Gesù replicò: “Quindi i figli sono liberi. Ma per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te”.
Parola del Signore. ❤️🙏
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La fine del Mercato Vecchio
L’area del Mercato Vecchio, già dal Settecento, aveva subito un profondo e progressivo degrado architettonico, sociale ed urbanistico. Un giornalista dell'800, Giulio Piccini, detto Jarro, che a parer mio aveva il dente parecchio avvelenato, descriveva così la zona: “chi crederebbe che entro Firenze, la città molle, vezzosa, che ha per tutto levato grido di miti e dolci costumi è una Firenze dove stanno in combutta il sicario e il ladro, l'assassino negl’intervalli in cui esce di galera e il lenone, il ruffiano abietto e atroce? Siete voi andati mai in quegl’antri, in quelle tane, per que’sotterranei, dove la notte le pareti formicolano di insetti, dove il soffitto è così basso che è impossibile ad un uomo di giusta statura entrare lì senza curvarsi, e dove su putridi giacigli si scambiano gli amplessi ladri e baldracche, lordure umane, sgorganti in quegli orrendi sterquilini, dopo aver corso trabalzando per le fogne del vizio?” Jarro raccolse i risultati della sua inchiesta in un volume dal titolo “Firenze sotterranea” che uscì nel 1881 e che, con diverse edizioni fino al 1899, suscitò notevole scalpore ed ebbe notevole influenza sulle decisioni politiche che vennero prese.
L'area del Mercato Vecchio e tutto il Vecchio Centro sino ai Camaldoli (la zona di San Lorenzo), era fin dal Settecento soggetta a continuo degrado e sin dall'occupazione napoleonica, nei primi anni dell'Ottocento, si stava pensando ad un riordinamento dell'intera zona. Nel 1835 Firenze venne investita da una grande epidemia di colera; sembra che uno dei focolai più importanti fosse scoppiato proprio nella zona, date le condizioni di degrado igienico in cui versava. Provvedimenti per risanare la zona del Ghetto erano stati studiati già ai tempi di Ferdinando II e di Cosimo III, ma non vennero mai attuati. Con la demolizione dei Camaldoli, nel 1860 circa, e con la costruzione del Mercato di San Lorenzo, le condizioni del Ghetto si aggravarono ulteriormente. Ormai gli ebrei avevano quasi totalmente abbandonato la zona, che era diventata pian piano rifugio per tutta quella popolazione emarginata di cui parlava Jarro, a cui si andavano aggiungendo gli abitanti del popolo di Camaldoli, lì trasferiti dopo la distruzione delle loro case per far posto al Mercato Centrale di San Lorenzo.
Nel 1876 il sindaco Ubaldino Peruzzi nominò una commissione per condurre un'indagine sulle condizioni dell'area del Mercato Vecchio e nel 1884 vennero iniziate le pratiche di esproprio delle abitazioni del Ghetto. Già nel 1885 tutte le 364 famiglie che lo abitavano erano state evacuate, e di esse solo 40 erano fiorentine, mentre le altre provenivano da diverse province e dall'estero. Nell'aprile 1885 veniva approvato il nuovo piano regolatore edilizio, che prevedeva l'intera ristrutturazione dell'area del Mercato Vecchio. Della commissione nominata per la demolizione degli antichi edifici facevano parte anche Corinto Corinti e Guido Carocci; alla decisione presa di abbattere tutti gli edifici tentò di opporsi soltanto il Carocci, che difese il non abbattimento di alcuni edifici.
Secoli di storia di Firenze vennero cancellati in poco tempo. Vennero distrutte molte torri, come quella degli Amieri e dei Caponsacchi, e diverse chiese, come quelle di Sant'Andrea, di San Pietro Buonconsiglio, di San Tommaso, di Santa Maria in Campidoglio che erano parte della storia antica, medievale e rinascimentale di Firenze; ed anche altri edifici in cui risiedevano, ad esempio, l'Arte degli Albergatori e l'Arte dei Rigattieri. Venne distrutta la Beccheria, e la Loggia del Pesce venne smontata per accumularne i pezzi in San Marco ed essere ricostruita, quasi un secolo dopo, in Piazza dei Ciompi.
Tra le poche strutture architettoniche salvate vi fu un tabernacolo del Trecento che venne sistemato nel Palagio della Lana, il Tabernacolo di Santa Maria della Tromba. Il suo nome derivava da quello di un vicolo detto "della Tromba", ove risiedevano i "trombetti" del Comune. Era il più grande tabernacolo di Firenze, tanto che quando venne chiuso il vicolo della Tromba, venne ingrandito fino a diventare un vero e proprio oratorio, con la pittura del tabernacolo che ne decorava l'altare. Esso confinava, sul retro, con la chiesa di San Tommaso. Le demolizioni avvennero in tempi rapidissimi e in breve la piazza assunse un aspetto interamente diverso. Agli antichi edifici vennero sostituiti quelli di stile neoclassico od eclettico (definiti non senza amarezza da Telemaco Signorini “porcherie”) che ancora oggi si vedono nell’attuale Piazza della Repubblica. Venne costruito il grande edificio con i Portici, inusuali a Firenze, con l'Arcone centrale, che venne progettato da Vincenzo Micheli. Venne costruito un palazzo in stile neorinascimentale sul lato settentrionale, da allora sede della Fondiaria. A mezzogiorno venne edificato un palazzo in stile neoclassico detto poi delle Giubbe Rosse; ed altri palazzi in stile eclettico come il palazzo Trianon ed il palazzo Savoia. Nacquero anche quei famosi caffè, come il Gilli, il Paszcowski, il Gambrinus e le Giubbe Rosse, che divennero il centro della vita pubblica di Firenze.
Al centro della piazza venne sistemato un monumento a Vittorio Emanuele II, da cui prese il nome anche la piazza. Questo monumento, definito da un sonetto di Vamba “Emanuele a corpo sciorto”, nel 1915 venne trasferito nel Parco delle Cascine. Sempre negli stessi anni venne ricostruita la Colonna dell'Abbondanza con una copia della statua, e sistemata nel sito in cui ancora oggi si trova. La piazza del Mercato Vecchio, centro della vita popolare cittadina, scomparve. Venne indegnamente sostituita dalla nuova Piazza Vittorio Emanuele II, che divenne anch’essa centro della vita cittadina, non più popolare ma borghese. Nei nuovi palazzi si sistemarono la Borsa, La Fondiaria e gli uffici di molte importanti attività imprenditoriali, commerciali e finanziarie della borghesia fiorentina. Il Mercato Vecchio, centro della storia medievale e rinascimentale di Firenze e cuore della città sino all'Ottocento, scomparve definitivamente, lasciando il posto a quella nuova piazza che oggi si chiama Piazza della Repubblica.
Quella Piazza che non è mai riuscita ad entrare nel cuore di noi fiorentini, che sentiamo come un corpo estraneo – e tale è -, che niente ha a che vedere con la nostra Firenze, che ci fa rimpiangere ogni giorno quel che era e che non abbiamo potuto purtroppo conoscere. E trovo aberrante quella stomachevole scritta che campeggia sull’arco: “L'ANTICO CENTRO DELLA CITTÀ DA SECOLARE SQUALLORE A VITA NUOVA RESTITUITO”. Un pugno nello stomaco ogni volta che l’incrocio con lo sguardo. Si aprirono le porte ad una nuova era dei mercati: quella dei mercati coperti, che a Firenze iniziò con il Mercato Centrale di San Lorenzo, con quello di Sant'Ambrogio e che si protrasse fino al 1953 con la costruzione del Mercato Ortofrutticolo di Novoli che a sua volta venne inserito nel Centro Alimentare Polivalente, gestito dalla Mercafir, costruito nei primi anni ‘80.
Gabriella Bazzani Madonna delle Cerimonie Read the full article
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Introducing: Christian Russo
Christian Russo is a talented rock, metal, and fusion guitarist born in May 1982. He started his musical journey at the age of 14 by studying with renowned national and international masters such as Fabio Zeppetella, Carlo Fimiani, Lutte-berg, William Stravato, Nico Stufano, Scott Henderson, Tim Miller, Umberto Fiorentino, and Osvaldo Lo Iacono.
He also participated in various masterclasses with artists like Andy Timmons, Guthrie Govan, Greg Howe, Scott Henderson, Carl Verheyen, Paul Gilbert, Roben Ford, and many others. In 2008, Christian joined the band "Indie," with whom he worked until 2010, releasing music under the Eko Music label from Siracusa. Later, he joined the Klivia project and collaborated with various artists, including Ricky Portera, Iskra Menarini, Michele Ascolese, Claudio "Gallo" Golinelli, and Pasquale Pietro Neri.
Christian has continued to play and collaborate with numerous artists in the Italian music scene, including Dino, Wilma Goich, Stefania Cento, Andrea Cervetto (New Trolls), Shalpy Giovanni Scialpi, and Valerio Zelli (O.R.O.). He also performed at the first Sila Tre Vette event, during which he was filmed by Rai Sport and participated in the television show "Cantando Ballando" on Canale Italia with the Mediterranean orchestra. In 2014, he collaborated in the first edition of "La Place des Artistes" in Cosenza.
In 2015, Christian released his first entirely instrumental EP titled "The Guitar Battle for Peace". The EP featured the participation of numerous guests of national and international fame, including Michele Ascolese, William Stravato, Carlo Fimiani, Vanny Tonon, Andrea Martongelli, Andrea Morucci, Patrick Abbate, Sergio Pescara, Gianni Cicogna, and Michael Angelo Batio, one of the greatest metal guitarists of all time. The EP was released by Hydra Music by Amedeo Pesce and reviewed in the historic magazine "CHITARRE."
In 2019, Christian collaborated with jazz fusion guitarist Brett Garsed on the track "Road Beyond Borders," which was included in the album "Terre lontane" produced by William Stravato. He continued to collaborate and play with other luminaries of music, including the renowned bassist Billy Sheehan and drummer Walfredo Reyes Jr.
Christian is a very active live performer, with performances on prestigious stages and high-profile events, including his performance at the Arena Farnesina event - Municipio Roma XV "Andy Luotto che il gusto della cultura, cinema, musica e teatro" in 2020.
Christian graduated with top marks in Rock Blues Guitar from the Saint Louis College of Music in Rome and has years of experience in music education. He began his teaching career at the "CMM - Modern Guitar Academy" of Andrea Morucci, where he promoted a didactic philosophy aimed at enhancing the characteristics and potential of the instrument.
Currently, Christian plays together with Carmen Costantino (Demetra) in the metal band "Sliding Doors," which released its first single "I Believed" (with Billy Sheehan on bass) in 2023. With over 400,000 views on YouTube, the song was accompanied by a video directed by the award-winning Swedish director Patric Ullaeus.
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November reading
Le otto montagne- Paolo Cognetti (2016)
"Comiciai a capire un fatto, e cioè che tutte le cose, per un pesce di fiume, vengono da monte: insetti, rami, foglie, qualsiasi cosa. Per questo guarda verso l'alta, in attesa di ciò che deve arrivare. Se il punto in cui ti immergi in un fiume è il presente, pensai, allora il passato è l'acqua che ti ha superato, quella che va verso il basso e dove non c'è più niente per te, mentre il futuro è l'acqua che scende dall'alto, portando pericoli e sorprese. Il passato è il valle, il futuro a monte. Ecco come avrei dovuto rispondere a mio padre. Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa."
"I began to understand something, and that's that everything, for the fish in the river, comes from the mountain: insects, branches, leaves, whatever. Because of this, one looks upward in expectation of that which should arrive. If the point in which you get in the river is the present, I thought, then the past is the water that has passed you and continues downward where it's no longer anything to you, while the future is the water that descends from above, carrying dangers and surprise. The past is the valley, the future is the mountain. That's how I should have answered my dad. Whatever destiny is, it lives in the mountains over our heads."
This explanation was from a dialog between the boy Pietro and his father. His father had asked him if the water we see is like the present in time, which is the past and which is the future? Pietro initially says the water downstream is the future. But later he thinks about it and changes his mind.
Pietro is a boy who lives in Torino, whose parents are both from a mountain region. They go every summer to the mountains where his dad teaches him to hike and enjoy the outdoors. In the mountains, he meets another young boy, Bruno, who he becomes life-long friends with.
The first part of the book narrates the story of Pietro and Bruno as kids. The second part shows them as young adults. Pietro's father, who was sullen and difficult in the city, but more alive in the mountains, has died. At one point as a young man, Pietro decides he is no longer interested in following his father up the mountains. After his father dies, Pietro discovers that his father had maintained a relationship with Bruno, and they had often hiked together. His father had bought and left him a ruined mountain cabin that Bruno would remake. So the two friends set about rebuilding the place. Pietro is in between two worlds- the city and the mountains. But as he goes through the years, he realizes he is more drawn to the mountains. He takes a trip to Nepal to see the Himalayas.
There, he meets an old Nepalese man, who tells him of the eight mountains. The old man asked him why he was there, and Pietro explained he had grown up in the mountains and fell in love with them, wanting to see the most beautiful mountains in the world. The old man says he is taking a tour of the eight mountains. The Nepalese man explains that at the center of the world is the highest mountain- Sumeru, and around it are 8 mountains and 8 seas. This is the world. Then the old man says that people ask: who has learned more? The one who has traveled to the eight mountains or the one who has reached the top of Sumeru?
This question will arise again as the two men go through life. Bruno ends up living with a woman and having a child with her up in the mountains. He is convinced that he has no place off the mountains. But his enterprise and farm fail financially. His 'wife' is frustrated that he sees the failure coming, but refuses to change. When it all fails, she takes the daughter and goes back to the city to restore what she can of her life. Pietro comes home and tries to help Bruno, but he refuses to move. At some point, Bruno disappears into the mountains and is never heard from again.
The Pursuit of Italy- David Gilmour (2011) This is an overview history of Italy, from as far back as we can go within history up to 2011.
There is an interesting quote I found: "Patriotic intellectuals fulminated against Austria not because it was a bad ruler, but because it was an occupier, though for propaganda purposes they had to claim it was both. They needed to label Austria as the oppressor to justify their title to be considered liberators."
A Literary Tour of Italy- Tim Parks (2015) This was a really interesting review of some representatives of Italian literature. Many of these I had read already, but maybe 40% I had not. So I added another 12 or so books to my list of Italian books I want to read. There were also some really interesting bits about what exactly the literature tells us about Italians, and life in Italy.
The Three Musketeers- Alexandre Dumas (1844) This story is so well-known I don't need to say anything about the plot. This is not deep, philosophical literature, it was just fun storytelling. I'd previously read his works The Count of Monte Cristo and The Man in the Iron Mask, two of the longest books on my shelf, but hadn't bothered with the Three Musketeers since the story was so well-known. But I've now added it to the collection.
Twenty Thousand Leagues Under the Sea- Jules Verne (1870) Jules Verne was an immensely popular writer of a then popular genre of science-fiction fantasy. Given the scientific progress of the mid 19th century, many of his novels seemed entirely plausible to his readers, and Verne himself did his best to read up on the latest science in order to sound plausible in his stories. Much of the story is littered with detailed descriptions of the exact places they've visited: latitudes and longitudes, place names, extensive biological categories and other scientific details that would give the story an air of veracity. This is the story of Captain Nemo and the Nautilus, and the round the world journey the nautilus makes with three passengers.
Journey to the Center of the Earth- Jules Verne (1864) Another of Jules Verne's novels combining science (as it was in the 1860's...) with fantastic adventures.
A Confederacy of Dunces- John Kennedy Toole (1969) This novel was written in 1969, but not published until 1980. The author had committed suicide shortly after the manuscript was written, and it was the efforts of his mother pushing to get the manuscript read and noticed that finally led to the book being published 11 years after the author's death.
The story has it's funny moments... but the lead character, Ignatius Reilly, is such an overbearing idiot (yes, I know that's the point) that I really struggled at times to like the novel. Towards the end, as his idiocy catches up to and starts to haunt him, the novel gets funnier to me. But the first few hundred pages I didn't find myself laughing much at the nonsense.
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A Perfect Day
Insegnare non è scendere in miniera. O forse sì? La prima cosa che ho pensato mettendo piede in quella scuola è stata che sarei diventata presto sorda, e già mentre lo pensavo non avevo più voce. La seconda, che quello non è un lavoro per tutti, probabilmente non il mio -e me lo dicevo perché non lo volevo, ci ero capitata per caso e mi ci toccava ballare. Invece ora che vorrei farlo mio, vorrei proprio che fosse il lavoro che fa per me, io lo sento resistermi. Anzi, lo sento che mi sovrasta, che mi schiaccia, mi assorda: avverto tutto il suo stridore nelle orecchie, la violenza di un'ora passata a minacciare note sui diari di bambini che si ostinano a non volermelo dare, il diario, e che avrebbero bisogno, dal primo all'ultimo, di un sostegno: e invece... invece questa è l'ora di inglese, signori, per chi non vuole farla e pure per chi vuole. Mi ascolto, a un certo punto di quell'ora interminabile (quante volte mi sono detta che l'orologio si doveva essere rotto), sento me stessa, come se fosse un'altra persona che parla, mi sento pronunciare ad alta voce la frase inaccettabile "no va beh, io così non ce la faccio". Davanti a bambini dell'età di Agnese, una resa vergognosa. E io invece voglio farcela, io voglio riuscirci, e torno a casa arrabbiata delle mie stesse urla, della mia mancanza di tenerezza: torno a casa senza voce. Però ci provo ancora, ogni mattina arrivo e mi parcheggio sotto quella madonna e rido sotto ai baffi dei miei pensieri, rido quando vedo qualche mio alunno che entra, alla spicciolata, dal cancello e mi chiedo chi mai sarà quello lì, dei centoventi che mi spettano, ché in giacca a vento non lo riconosco mica: rido quando entrando dalla porta mi assalgono le bambine piene di abbracci, tutti per me. Rido perché loro mi hanno già perdonata. Poi torno a casa e piango di pura stanchezza e di rabbia, perché uno di quei centoventi che mi spettano mi ha lanciato il diario sulla cattedra, un altro mi ha urlato come al mercato del pesce, e io invece di stare lì in mezzo al mercato vorrei soltanto mettermi in un angolo. Invece di piangere per causa loro, io vorrei andare in fondo a tutta la mia stanchezza fisica, alla mia voce che manca, alle mie corse da una classe all'altra, e trovare, finalmente, il mio dolore: io vorrei piangere mio padre, ogni tanto, vorrei il tempo di piangerlo. Ė un piacere che mi spetta, dopotutto, un mio privilegio. Mi arrabbio ancora di più perché sento che quello mi viene sottratto giornalmente dai registri, dai diari, dalle mense e dalle ricreazioni. Poi però mi ricompongo: infatti so benissimo che in realtà è stato mio padre a lanciarmi in mezzo alla vita mandandomi i suoi piccoli sicari, ovvero i miei piccoli carnefici: è lui che deve avermi messa sulla strada di quella scuola fondata da una suora del suo paese, lo stesso paese dove lui adesso è tornato; quella scuola dove suo zio, il professore di latino al seminario, era ospite quando veniva a Roma, ospite proprio delle stesse piccole suore che mi pagano lo stipendio per qualche mese. Quella stessa scuola che sono andata a vedere esattamente un anno fa per mandarci, magari, Agnese: e sentendo parlare le docenti di inglese mi chiedevo cosa mai mancasse a me per insegnare a centoventi. Allora eccomi, presente: vediamo un po'cosa mi manca. Io sono sicura che lui ride mentre io sono in classe, ride di gusto e ride d'amore, e sono sicura che quelle urla da mercato del pesce che mi lanciano Edoardo e Pietro e Francesco e Lucio e Lorenzo sono lui. Ma è difficile, è un lavoro totalmente fisico e io a volte vorrei solo mettermi in un angolo, da sola, a tenere aperte le mie ferite, belle aperte.
Poi è successo: in mezzo alla confusione dei miei giorni di fatica è arrivato il giorno perfetto, e mi ha colta di sorpresa. Senza nessuna aspettativa per via della grande stanchezza che ho in corpo sono andata a teatro con Cristina: a maggio lei mi aveva regalato un biglietto per Cats e io, guardandolo tra le mie mani, riuscivo solo a chiedergli dove sarebbe stato mio padre allora, in quel giorno di ottobre, il giorno dello spettacolo: la linea del tempo. Inoltre io sono piena di pregiudizi nei confronti dei teatranti, devo ammetterlo. E così, piena di pregiudizi e povera di aspettative, sono andata a teatro domenica che neanche sapevo a quale teatro andavo, e mio padre ormai non c'era più. Quando abbiamo superato via Merulana e ho capito che non era il Brancaccio la nostra meta, mi sono come svegliata improvvisamente: stavamo andando oltre San Giovanni, stavamo entrando proprio nel cuore di Roma, io e la mia piu cara amica, e la città bellissima era lì, sotto agli occhi, fuori dai finestrini, così tanta da vedere che direi proprio che era tutta, ma proprio tutta. E lo sentivo bene, lei mi stava completamente lavando via qualunque pregiudizio. Ci sono arrivata così in via Sistina, pronta per il teatro: e subito mi sono arresa alla sua bellezza. Aveva qualcosa, quella musica. Qualcosa che mi ha costretta a ridere di gusto tutto il tempo: mi ha costretta ad applaudire; mi ha fatto venire come una voglia incontenibile di ballare sul momento, davanti a tutti, e poi l'urgenza di riempire quanto prima tutte le mie mancate aspettative, di colmarle di informazioni di date di nomi; e soprattutto mi ha fatto venir voglia di tornarci, con Agnese, e domani infatti ci torno. Ma il giorno perfetto non era tutto dentro al teatro: era fuori, sulla via che abbiamo preso per arrivarci, a teatro. Via Sistina se ne sta come appesa sopra Roma, e tu Roma non la vedi da lì. Ma sai che c'è, sai che sei sopra piazza di Spagna, appeso: stai letteralmente per caderci dentro, tutto il tempo. Io ci penso spesso, i sabati pomeriggio in cui non riesco a liberarmi da casa mia, dalla spesa che c'è da fare, dal riposo che bisogna concedersi, o da un semplice raffreddore di bambina: io penso spesso che il centro è lì, tutto il tempo, con il sole e con la pioggia, tanto la domenica quanto il mercoledì, al tramonto e anche all'alba, che tu sia vivo o che tu non ci sia arrivato al giorno dello spettacolo, quello sta lì: una vittoria inaudita sulla linea del tempo. Eppure a me non dà fastidio la sua sfacciataggine: io piuttosto sento che mi aspetta, anzi mi chiama, e quando finalmente sono al suo cospetto, mi abbraccia: siamo soli, io e lui, in mezzo alla gente. E lì sopra via Sistina, è come giocare a nascondino con lui: tu ora vai a teatro, ma io dopo ti prendo. Sapere, tutto il tempo dentro quella platea, che fuori mi aspetta la scalinata di piazza di Spagna, la casa di Keats, la barcaccia e i caldarrostari sempre fuori stagione, i negozi impossibili di Via Condotti e in fondo Via del Corso, e poi ancora più giù tutta, tutta la città con tutte le sue chiese; sapere di poterla prendere poi, pur senza poterla vedere adesso, è come concedermi un piacere proibito: un piacere solo mio. E poi alla fine salire fino a Trinità dei Monti e cercare di tenerla dentro gli occhi, tutta, come se fosse un bel mare trasparente nel quale stai per tuffarti, invitante. E ti accorgi a un certo punto di non essere sola, ché vicino a te c'è la tua amica, e mai avresti pensato di averla con te in quell'abbraccio, ci siete capitate per caso: oppure è il centro che vi ha prese? vi ha fatto tana? Su quella soglia, in bilico sopra al trampolino, ti senti come dentro a un sogno, la città che desideri è ai tuoi piedi e tu puoi averla tutta, puoi cominciare ad assaggiarla da dove ti pare: ha come un potenziale infinito. Quello allora non è più il giorno perfetto, no: quello è diventato improvvisamente il dominio del sogno, e tu lo abiti, per una sera, con la tua amica più cara. Cos'altro si può chiedere a un giorno perché quello sia perfetto?
E invece Cats aveva ancora una sorpresa in serbo per me, ben oltre la fine dello spettacolo e le immersioni al tramonto per le strade di Roma: Cats lo ha scritto da T.S. Eliot. Questo l'ho scoperto tornando in macchina più tardi, mentre Cristina mi riportava a casa e io cercavo di colmare le mie mancate aspettative con date e nomi sul telefono. T.S.Eliot: ho dovuto cliccare su quel nome scritto in blu su Wikipedia perché non riuscivo a credere che fosse proprio lui, T.S. Eliot: il poeta. Ma è mai possibile? Io ero stata tutta la sera in compagnia di un poeta, vorrei proprio dire di un mio poeta, e neanche lo sapevo. Forse nessuno degli spettatori lo sapeva, che non eravamo soli, lì dentro. E avrei forse dovuto immaginarlo già quando arrivando in macchina abbiamo incrociato Via Veneto, i suoi caffè eleganti e dimenticati, e ho pensato: ecco i caffè di Cardarelli in paltò, il poeta. Una premonizione? E così allora va a finire che il giorno perfetto è un giorno trascorso insieme ai poeti, e io neanche lo sapevo. Infatti quella musica aveva qualcosa, non mi ero sbagliata: era il dominio della poesia, il dominio del sogno, dentro e fuori dal teatro, dall'inizio alla fine della giornata, proprio fino al cancello di casa mia.
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Elenco vincitori
Concorso di Poesie, Filastrocche, Racconti e Fiabe
“Libera la fantasia” 5^ Edizione
A) Sezione Poesie e Filastrocche a tema fantasy
“Carmelo, il sedano fragola, Penelope la ragna e Riccardo, il riccio bugiardo” filastrocche inedite di Cecilia Turino – Frattaminore (NA)
“ Amore su petali di rosa” raccolta edita di poesie di Barbara Baka – Carapelle (FG)
“C’erano una volta sette nani” filastrocca inedita di Danila Pesce – Savona (SV)
Menzione Speciale a:
“Poesie, Filastrocche, Raccontini per grandi e piccini” libro edito di filastrocche e racconti brevi di Rita Giovanna Cavicchi – Castiglione dei Pepoli (BO)
Segnalazione di merito a:
“ Nonna e Paura” filastrocca inedita di Valerio Falgari – Curno (BG)
“Dimora fiabesca” raccolta edita di poesie di Maria Cristina Biasoli – Molinella (RO)
B) Poesie e Filastrocche a tema libero
“Ricomincio da t(r)e” raccolta di poesie in fase di pubblicazione di Mario Tommasini – Roma (RM)
“Alla periferia del vento” poesia inedita di Stefano Baldinu – S. Pietro in Casale (BO)
“Per voi” poesia inedita di Christian Testa – Villanterio (PV)
Menzione Speciale a:
“Filastroccando – Poesie e filastrocche di Nonnogino” raccolta inedita di poesie e filastrocche di Luigino De Francesco – Torino (TO)
Segnalazione di merito a:
“Unni a biddizza cunforta (Dove la bellezza consola)” poesia in dialetto siciliano tradotta in italiano di Lucia Zappalà - Istrana (TV)
Premi Speciali
Premio Assoluto della Critica a:
“Note dimenticate nella notte” raccolta poetica inedita di Francesco Ambrosio - Frattamaggiore (NA)
Premio Speciale Miglior Giovane Autore a:
“Unica salvezza” poesia inedita di Serena Cola – Meldola (FC)
Premio Speciale per l’Operato Socio – Culturale a:
Angelo Canino, scrittore (Acri – CS) distintosi per quanto costruito artisticamente e culturalmente negli anni, vincendo tantissimi premi letterari e aderendo in varie manifestazioni di spessore. Poesia scelta come migliore dalla Giuria: “ Ppe cchilli terri (Per quei terreni)” opera inedita in dialetto calabrese tradotta in italiano.
Premio Speciale della Giuria a:
Lucia Barabino, scrittrice (San Francesco al Campo – TO) per la sua
straordinaria capacità creativa e la sua estrema bravura mista a sensibilità nello scrivere testi per grandi e piccini. Testo scelto come migliore dalla Giuria: “L’albero nel bosco” filastrocca inedita.
“Kerstonville, segreti di contea” romanzo inedito di Silvia Turello – Siderno (RC)
C) Sezione Racconti e Fiabe a tema fantasy
“Sara e i mille mila” fiaba edita di Gabriele Missaglia – Dizzasco (CO)
“Ascoltate la biblioteca” racconto inedito di Gabriele Andreani – Pesaro (PU)
“Agata delle farfalle” fiaba inedita di Clara Guareschi – Varallo (VC)
Menzione speciale a:
“Misha l’orsetto magico” fiaba inedita di Giovanni Saia – La Spezia (SP)
Segnalazione di merito a:
“Diario di un tirannosauro vegetariano” racconto fantasy inedito di Gabriele Di Fazio – Marino (RM)
D) Sezione Racconti e Romanzi a tema libero
“La rosa sott’acqua – Storia di una vita negata” racconto inedito di Cristina Manzo – Lecce (LE)
“La rosa bianca di Izmir – Oltre il velo della paura ” romanzo edito di Anna D’Auria – Gragnano (NA)
“Raggio di luce” romanzo edito di Matteo Molino – Milano (MI)
Menzione speciale a:
“Augustus Darius” romanzo inedito di Angelo Dario Garziano – Mazzarino (CL)
Segnalazione di merito a:
“La ragazza e il cavaliere” romanzo inedito di Cristina Mora – Luserna San Giovanni (TO)
Premio Finalisti
“Cassandra e Isabeau” racconto inedito di Alessandra Peretti – Amandola (FM)
“L’arte di Howth (Tratto da una storia vera)” racconto inedito di Anna Ferriero – Torre del Greco (NA)
“Le avventure di Rapetta” raccolta inedita di racconti di Paola Ercole – Roma (RM)
“Il marziano Baffi Blu” filastrocca inedita di Barbara Barducco – Rivarossa (TO)
“La mia follia” monologo teatrale inedito di Rodolfo Andrei – Roma (RM)
“Il peso della solitudine” raccolta poetica di Roberta Matassa – Bari (BA)
“Anche l’ospedale è bello...se si muta in un castello” filastrocca inedita di Sergio Giovannetti – Vinci (FI)
“Il brutto anatroccolo (Favola rap) favola inedita in versi di Veruska Vertuani – Aprilia (LT)
“Era notte a Roma” racconto edito di Laura Marcucci – Roma (RM)
“La strega presuntuosa” filastrocca inedita di Caterina Giannini – Roma (RM)
“Immensa” racconto inedito di Chiara Mari – Losanna Svizzera (VD)
“Il Natale delle fiabe” filastrocca inedita di Patrizia Birtolo – Giussano (MB)
#libri#associazione luce dell'arte#dr.ssa carmela gabriele#poesia#luce dell'arte edizioni#narrativa#concorsi letterari roma#romanzi#concorso letterario libera la fantasia 5
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Festival del cinema di Taormina 2023
La 69ª edizione del Taormina Film Festival, che si terrà dal 23 giugno al 1 luglio 2023 in Sicilia, sarà una grande kermesse all'insegna del meglio del cinema internazionale. Il sipario si alzerà sull'attesissimo ultimo capitolo della saga di Indiana Jones, Il Quadrante del Destino, diretto da James Mangold e in uscita in sala il 28 giugno e gli interpreti, da Harrison Ford a Phoebe Waller-Bridge, da Antonio Banderas a John Rhys-Davies e Mads Mikkelsen, saranno presenti alla proiezione. Sono due le prime assolute, I giorni peggiori, diretto da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno, con Edoardo Leo, Massimiliano Bruno, Anna Foglietta, Renato Carpentieri, Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Battiston, Neri Marcorè, Anna Ferzetti, Ricky Memphis, Claudia Pandolfi, Rocco Papaleo, Giovanni Storti, Massimo Wertmüller, Marco Bonini, Sara Baccarini e Liliana Fiorelli e Lo Sposo Indeciso, regia di Giorgio Amato, con Gianmarco Tognazzi, Ilenia Pastorelli, Stefano Pesce, Francesco Pannofino, Morena Gentile, Giulia Gualano, Mimmo Ruggiero, Jenny De Nucci, Lucia Guzzardi, Martin Loberto, Pietro Romano, Gilles Rocca, Ornella Muti, Claudia Gerini e Giorgio Colangeli. Una prima visione è anche per il documentario I Am Everything diretto da Lisa Cortes, sulla vita e la carriera del leggendario cantante e pianista Little Richard, e per i film A Thousand and One, diretto da A.V. Rockwell con Teyana Taylor e Jeanne du Barry, diretto da Maïwenn e interpretato da Johnny Depp. La settimana del festival parte il 23 giugno con il Galà Pavarotti Forever al Teatro Antico di Taormina, a favore della Fondazione Luciano Pavarotti, dove verranno presentati spezzoni di concerti e documentari degli anni passati, con ospiti speciali e star del mondo dell'opera e della musica pop. Oltre alla celebrazione dei 90 anni della Warner Bros con una selezione di venticinque dei più grandi film del catalogo degli ultimi novant'anni e un documentario sulla storia dello studio, il programma vede due retrospettive, una sulla carriera del regista John Landis, con film selezionati dallo regista e diretti da amici e colleghi e la seconda è dedicata all'attore americano Willem Dafoe e al regista Abel Ferrara per celebrare la loro collaborazione e amicizia di lunga data, con film come New Rose Hotel (1998), Go Go Tales (2007) e i più recenti��Pasolini (2014), Siberia (2020) e Sportin' Life (2020). Infine il prestigioso premio cinematografico Nastri d'Argento, pietra miliare del Taormina Film Festival, torna quest'anno nella città siciliana con una serata che prevede la proiezione del film di Roberto Andò La stranezza, interpretato da Toni Servillo, Valentino Picone e Salvatore Ficarra. Read the full article
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Costiera amalfitana e la storia di un progetto che mette al centro i pescatori
Ha un brand e un logo il progetto "Cetara Contadini Pescatori" - Gal Terra Protetta (protagonista della storia di oggi), che coniuga le due anime del piccolo borgo marinaro della Costiera amalfitana: le attività del mare sposano quelle della terra, alla pesca di alici e tonno - e alla loro trasformazione – c'è da sempre accanto il lavoro contadino, quello eroico, che si svolge nei tipici terrazzamenti strappati alla montagna e custoditi da macere di pietra, un habitat naturale necessario alla preziosa coltivazione del limone sfusato amalfitano. Parliamo di Costiera amalfitana La costiera amalfitana è una delle destinazioni turistiche più famose e affascinanti d'Italia. Situata nella regione Campania, a sud della città di Napoli, la costa si estende per circa 50 chilometri, dal golfo di Napoli al golfo di Salerno, ed è caratterizzata da scogliere a picco sul mare, pittoreschi paesi di pescatori, spiagge e baie nascoste. La costiera amalfitana è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1997, grazie alla sua bellezza naturalistica e alla sua importanza storica e culturale. La regione è stata abitata sin dal periodo preistorico, e la sua posizione strategica nel Mediterraneo ha fatto sì che fosse sede di diverse civiltà, tra cui i greci, i romani e i bizantini. Intervista a Claudia Bonasi, responsabile della comunicazione del progetto "Cetara Contadini Pescatori" Conosciamo meglio questo importante progetto tramite le parole di Claudia Bonasi, responsabile della comunicazione del progetto "Cetara Contadini Pescatori": Chi sono i protagonisti di questo progetto? Nel progetto sono coinvolte le imprese CE.TOUR S.A.S. (capofila), TAFURI SIMONA, ZUPPARDI LUIGI SANDRO, GESTHOTEL S.R.L., TORRENTE’S S.R.L., SAN PIETRO S.R.L., CIANCIOLA S.R.L.S., RISTORANTE ACQUAPAZZA S.R.L., impegnate da diversi mesi nella formazione - sia in aula che in esterna - che le renderà protagoniste di un prodotto di Storyliving Experience, che farà la differenza nel mercato di appartenenza. Costiera amalfitana: cosa c'è dietro il nuovo logo? Il concept mare/monti è bene esplicitato soprattutto per contribuire alla diffusione in loco del turismo esperienziale: il giallo dei limoni, l'onda del mare, il verde delle coltivazioni, l'azzurro del pesce. Il tutto viene "sintetizzata" all'interno del nuovo logo in grado soprattutto di poter far capire a tutti l'importanza e la portata di questo progetto. Qual è, quindi, il concept dietro il nuovo logo? Il brand e il logo, che da oggi in poi rappresenteranno sotto un unico 'cappello' le imprese cetaresi impegnate nel progetto "Cetara Contadini Pescatori", sono ampiamente condivisi da tutti i partecipanti alla formazione che hanno analizzato le diverse proposte illustrate da Alessia Benincasa consulente nell'abito della comunicazione food e agroalimentare che, in anteprima assoluta, aveva presentato alla Bitesp - Borsa Internazionale Turismo Esperienziale Turismo, tenutasi a Venezia a fine novembre scorso, il progetto "Cetara Contadini Pescatori", che aveva riscontrato un certo interesse tra gli operatori turistici che cercano significative ed esclusive esperienze di nicchia da offrire alla propria clientela. Read the full article
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Furniture Pimp: The Collection of Jim Walrod, Auction Catalog, 2018
Okay… This one is sort of a secret but information should be free—and good taste should be passed around like a bad flu. The catalog that accompanied the auction of the late interior designer Jim Walrod's personal collection is like a reference bible for brilliant style. Jim was discovered by Andy Warhol and worked at Fiorucci, and later opened his Form and Function gallery in 1998. He designed my friend Mel Ottenberg's apartment, and also did Mike D's from the Beastie Boys. He worked with Steven Meisel and Andre Balasz, consulted on the unforgettable interiors in Ang Lee's The Ice Storm, and perhaps most famously was David Bowie's decorator. If I could steal anyone's eye, it would be Jim's. Favorite pieces I discovered through him include Lapo Binazzi's MGM Table Lamp, Antonio Locatelli and Pietro Salmoraghi's Centopiedi daybed, Nanda Vigo's Light Tree, and Ettore Sotsass's Attribution shelves. He was obsessed with Gaetano Pesce and had the absolutely jaw-dropping Nobody's Perfect cabinet in his possession… I love feeling jealous.
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BRODETTO
1.5 Kg di pesce misto pulito, squamato e con le teste ( scorfano, cappone, triglia San Pietro, palombo a fette, calamari) 300 gr di vongole già spurgate 300 gr di cozze 400 gr di pomodori perini 3 cucchiai di aceto di vino bianco 1 piccola cipolla 1 ciuffo di prezzemolo olio extra vergine di ol,iva sale pepe nero crostini di pane per accompagnare Sciacqua i pesci, taglia le teste e…
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