#pc non si spegne
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piccoliprestitiimediati · 1 year ago
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anja-anja · 2 years ago
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Seduta al PC, scambio qualche parola con una persona che da qualche giorno m’intriga sessualmente, visto che non accade mi chiede qualcosa sono frettolosa nel rispondere ed evidentemente la cosa lo incuriosisce e m’inizia a gironzolare attorno per comprendere cosa mi distrae.
Ha capito che chiudo delle finestre, quindi si mette dietro di me in piedi e finge di guardare la televisione.
Appena ho un attimo dove son di nuovo sola davanti al monitor, pur se a malincuore avviso che chiudo e spengo tutto.
Le nostre figlie sono già in camera da un po’, forse dormono, mi sembra pure strano perché sua figlia ogni volta che dorme da noi non prende mai sonno facilmente, ma oggi per lei è stata una giornata particolarmente piena d’impegni e può essere pure che sia crollata.
Mi cambio, con l’intenzione di andarmene a dormire, non ho voglia di vedere la tivù, nemmeno leggere, e l’unica cosa che davvero mi sarebbe andata ho dovuto spegnerla proprio quando iniziava a scaldare la mia parte di donna passionale e se vogliamo pure perversa.
Entro in camera, lui dovrebbe visto il tempo che mi sono trattenuta in bagno essere già da un po’ sotto le coperte, invece lo sento dietro le spalle, chiude la porta e non contento da persino un giro di chiave. Spegne la luce, e accende la lampada rossa che è sul comò.
Poi si avvicina e inizia a toccarmi, mentre lo fa, mi sussurra che avrebbe preferito non mi fossi lavata la parte intima.
La sua bocca mi sussurra un sacco di cose, tra queste che mentre ero al PC all’improvviso avevo cambiato espressione.
Non mi permette di dire nulla, solo che l’espressione da maiala che vedeva l’ha portato a desiderarmi, e che ora vuol giocare con me.
M’invita a mettere un intimo leopardato che mi ha regalato qualche settimana addietro, dice che se metterò le calze a rete lo ecciterebbe ancor di più.
Mentre indosso quel che mi ha chiesto, dalla mia scarpiera sceglie un paio di stivaloni che uso raramente perché troppo volgari.
Ha in testa qualcosa, ma ancora non mi è facile capire cosa.
Salgo sui trampoli e vado verso lui come mi chiede.
Mi guida sul lettone, mi fa mettere a quattro zampe, prende un polso e lo lega alla ringhiera del letto, e poi lega l’altro.
Non amo mi si leghi se non sono già partita di testa, lui lo sa, benissimo, quindi cosa voglia fare lo comprendo sempre meno.
Si alza e mette la lampadina rossa per terra, davanti alla ringhiera del letto, la pone in modo che rifletta contro lo specchio che ho davanti.
Insomma il mio viso è in primo piano di riflesso.
Mi fa indietreggiare con le ginocchia, le mie braccia sono tese, in asse con la mia schiena.
Chiedo cosa vuole fare, ma non mi risponde e continua a frugare nella cassapanca, dove teniamo i giochi per adulti che abbiamo comprato durante i vari anni della nostra convivenza.
Sale sul letto e si siede dietro di me, ha messo dei cuscini sotto al sedere per riuscirmi a guardare il viso allo specchio.
Non è ancora contento, scende dal letto e blocca pure i miei piedi.
Non mi eccita tutto questo, non so perché ma non riesco a lasciarmi andare.
Mi ripete che avrebbe voluto non mi lavassi.
Questo lo ripete mentre mi passa sull’intimo un frustino, poi a un tratto mi lascia andare un paio di colpetti sulle natiche e mi dice che devo restare immobile, e in silenzio.
Dico che va bene, e lui mi sferra un altro colpetto con il frustino, questa volta non sul culo, ma tra la mia fessura velata dall’intimo che ha scelto.
Perché non mi rimostri la faccia da zoccola che avevi prima in sala?
Cerco di girare la testa, ma il frustino mi ricolpisce tra le cosce.
Ok, devo stare ferma e immobile, però evidentemente quel viso non riesco a proporlo, perché mi ripete la cosa altre cinque o sei volte.
Attende un minuto e mi dice che forse è meglio se mi concentro un po’.
Si versa un po’ di whisky nel bicchiere e dopo averci imbevuto il frustino, dice che vuole che lo lecchi, lo so che mi darà un’altra, frustata, mi vien però normale dirgli che questi giochi a freddo, non mi eccitata.
Pensa a quello che ti eccitava al computer, allora mi dice, mentre passa le sue mani sotto i miei seni e li stringe.
Finalmente inizio a capire qualcosa, desidera, infatti, che condivida cosa stavo vedendo in salone mentre lui guardava la televisione.
Non direi mai che ero con un uomo su Messenger, troppo geloso, se proprio me lo chiederà, dirò che vedevo un film.
In realtà però penso a quello che mi stavo scrivendo con quel porcello del mio amico e al solo pensare la mia testa parte e il mio corpo inizia a prendere fuoco.
Brava, la mia Rita!
Vedo con piacere che stai ritornando ad avere la faccia che avevi prima, mentre lo dice, si avvicina dietro, struscia la sua eccitazione sul corpo e mi cala l’intimo a mezza gamba.
A quel punto mi mostra il vibratore più grande che abbiamo comprato, uno di quelli che non uso, in sostanza mai perché troppo grande, lo accende e lo lascia vibrare sulla mia schiena.
Prende l’altro più piccolo e dopo averlo acceso, lo mette vicino all’altro.
Torna a sorseggiare il suo whisky e poi accende quello corto ma tozzo nero.
Certo che stasera è strano davvero penso mentre non so se lasciarmi andare del tutto o meno.
Sai a cosa pensavo prima?
Con la testa dico no e questa volta non mi concede di essermi mossa, con due dita lascia andare un colpo secco sul culo e di riflesso oltre vibrare per un po’ per il colpo ricevuto, gridacchio un “ahiaaa”.
Vuoi svegliare le bimbe troia!
Mentre me lo dice, lascia andare un altro colpo sull’altra natica, non trattengo nemmeno il secondo “ahiaa” ma effettivamente se continuo rischio davvero di svegliarle.
Sta per riversarmi il terzo colpo, abbasso istintivamente il culo.
Mi accarezza la schiena dicendomi che ho fatto bene a scansarlo perché avrei urlato più forte.
A quel punto prende il fallo nero lo avvicina alla mia bocca e mi dice che è meglio che lo tengo tra i denti, perché son poco ubbidiente, e lui non ha intenzione di essere troppo permissivo questa notte.
Sorseggia altro whisky, di nuovo ancora, non è ubriaco, ma la lucidità non è tra le migliori.
Prende il fallo che spesso uso per masturbarmi e dopo avermi insalivato il dietro senza troppi complementi, me lo fa entrare tutto dentro in un colpo, mi piace esser presa da dietro, ma come si comporta non mi permette di rilassarmi e godermi nulla.
Ora ha il dildo grande, me lo fa passare ovunque sul corpo, i miei capezzoli duri lo portano ad alzarsi dal letto e uscire dalla stanza, tarda a tornare e mi spaventa l’idea che qualcuna si alzi e si affacci alla porta perché mi troverebbe come mai vorrei.
Torna con delle mollette da bucato, non si è preoccupato che qualcun’entrasse perché in realtà era nella stanza, affianco alla nostra e questo mi fa tirare un sospiro certamente di sollievo.
Continua di nuovo a passare il dildo su capezzoli, il seno pende verso il materasso e quando vede che più di così i capezzoli non diventano turgidi, ci mette le mollette, due per parte.
Sono nuove e mi fanno un male incredibile, poi scende e perché a regalarmi l’intimo, è stato lui, decide di tagliarmi il perizoma, la sua testa è tra le mie gambe, la sua lingua mi penetra e pettina il pelo, avvicina la punta del dildo alla mia natura, continua a sfiorare il clitoride e poi si mette in ginocchio dietro di me, mi guarda dallo specchio, mentre le sue dita stanno dandomi piacere, riprende il dildo, abbassa la vibrazione con il telecomando e mentre lo avvicina alla mia tana, mi dice perché il mio cazzo non ti basta, ho pensato di usare questo!
Dico con la testa NO, un paio di volte, però a lui non interessa, lento lo fa entrare e mentre lo mette, sempre più dentro continua a ripetermi che “pensare a un altro cazzo oltre al suo mi potrebbe aiutare”.
La mia mente prende a pensare a mille cose, penso pure alle foto che ho visto sul PC e capisco.
Che senza saperlo è di quelle che è geloso.
Ora il dildo entra senza farmi troppo male, non posso nemmeno fingere, perché scorre così bene dentro che sarebbe impossibile far credere che non mi piace.
Continua, a fottermi con quel dildo e stavolta mette le roteazioni al massimo, mentre continua a ripetermi che ora è soddisfatto perché rivede la stessa faccia da troia che avevo prima al PC e per rivederla avevo bisogno di avere più uomini addosso.
Si tocca sino a godermi sulla schiena, mentre con l’altra mano tiene il dildo e ogni tanto muove quello dietro.
E’ stata proprio strana questa notte, penso mentre mi toglie, il vibro grosso, poi quello dietro, lascio così andare quello che ho tra i denti, ma ignoro che non ha ancora voglia di liberarmi polsi e caviglie, credo scherzi quando mi dice che vuole resti così aperta e sporca di lui per un po’, un po’ che dura almeno un’altra mezz’ora e che a un certo punto ho temuto durasse tutta la notte, e mentre mi guardava, così bloccata, ogni tanto mi ripeteva che sarebbe piaciuto anche ad altri vedermi così indifesa e punita, ma che era certo che sapessero che ero la troia che lui stava guardando
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gotaholeinmysoull · 2 years ago
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sto sul divano a cazzeggiare col pc aspettando che finisca la lavastoviglie perché so che se vado nel letto poi mi addormento in 0,0001 secondi e non riuscirò ad alzarmi per andare a spegnerla manco a pagare
a spegnerla sì perché se non la si apre/spegne I kid you not quella stronza continua a suonare all'infinito
#me
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tecnowiz · 10 months ago
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Come individuare se il tuo PC aziendale è stato violato
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La sicurezza informatica è una questione cruciale per le aziende di ogni dimensione e settore. Un PC aziendale violato può comportare gravi conseguenze, come la perdita di dati sensibili, il furto di identità, il danneggiamento della reputazione e il rischio di sanzioni legali. Per questo motivo, è fondamentale sapere come riconoscere i segni di un'eventuale intrusione e come agire in caso di sospetto.
Come icapire se il tuo PC aziendale è stato violato. Risorse e suggerimenti per rilevare segni di compromissione della sicurezza informatica
In questo articolo, ti spiegheremo come individuare se il tuo PC aziendale è stato violato e quali sono le buone pratiche da seguire per prevenire e contrastare gli attacchi informatici. Inoltre, ti daremo alcuni consigli su come scegliere il miglior PC aziendale per la tua attività, in termini di prestazioni e sicurezza.
Cos'è un PC aziendale e perché è importante proteggerlo
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Un PC aziendale è un computer utilizzato per svolgere le attività lavorative di un'impresa o di un professionista. Si tratta di uno strumento indispensabile per la gestione delle informazioni, la comunicazione, la produttività e la creatività. Un PC aziendale può essere fisso o portatile, a seconda delle esigenze e delle preferenze dell'utente. Un PC aziendale contiene spesso dati importanti e riservati, come documenti, contatti, password, fatture, contratti, progetti e così via. Questi dati possono essere oggetto di interesse da parte di hacker, criminali informatici o concorrenti sleali, che possono tentare di accedere al PC aziendale per rubarli, modificarli o distruggerli. Inoltre, un PC aziendale può essere usato come veicolo per diffondere virus, malware o ransomware ad altri dispositivi collegati alla stessa rete. Per questi motivi, è essenziale proteggere il PC aziendale da eventuali minacce informatiche, adottando misure preventive e reattive. Vediamo quali sono i principali segnali che indicano che il tuo PC aziendale è stato violato e cosa fare in caso di dubbio.
Come riconoscere i segni di un PC aziendale violato
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Esistono diversi indizi che possono farti capire se il tuo PC aziendale è stato violato da un attacco informatico. Alcuni sono più evidenti, altri più sottili. Ecco una lista dei più comuni: Il PC si comporta in modo anomalo: si blocca, si riavvia o si spegne da solo; apre o chiude finestre senza motivo; mostra messaggi di errore o avvisi insoliti; cambia le impostazioni di sistema o del browser; rallenta o impiega più tempo del solito a eseguire le operazioni. Il consumo di risorse è elevato: il processore, la memoria o il disco rigido sono sempre al massimo della capacità; la ventola gira a tutta velocità; la batteria si scarica rapidamente; la connessione internet è lenta o instabile. Il traffico di rete è sospetto: si notano attività in entrata o in uscita insolite o non autorizzate; si ricevono o si inviano email o messaggi strani o indesiderati; si accede a siti web o a servizi online senza il proprio consenso; si scaricano o si caricano file senza motivo. I dati sono alterati: si perdono o si cancellano file; si modificano o si corrompono documenti; si cambiano le password o i codici di accesso; si creano nuovi account o si eliminano quelli esistenti; si notano movimenti bancari o transazioni online non riconosciuti. Se noti uno o più di questi segni sul tuo PC aziendale, potrebbe significare che è stato violato da un attacco informatico. In tal caso, devi agire con prontezza e cautela per limitare i danni e ripristinare la sicurezza.
Cosa fare se il tuo PC aziendale è stato violato
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Se sospetti che il tuo PC aziendale sia stato violato da un attacco informatico, ecco alcuni passaggi che puoi seguire per cercare di risolvere il problema: Controlla la presenza di intrusi all’interno della rete Wi-Fi: I computer Windows e Mac sono dotati di strumenti che consentono di rilevare la presenza di dispositivi estranei connessi alla propria rete wireless. Inalternativa puoi usare un programma chiamato WireShark disponibile per Windows, macOS e Linux. Disconnetti il PC dalla rete: stacca il cavo ethernet o disattiva il Wi-Fi, per impedire che il PC comunichi con l'esterno o che contamini altri dispositivi connessi alla stessa rete. Esegui una scansione antivirus: avvia il programma antivirus installato sul PC e fai una scansione completa del sistema, per individuare e rimuovere eventuali virus, malware o ransomware presenti sul PC. Se non hai un antivirus, scaricane uno affidabile da un altro dispositivo e installalo sul PC infetto. Cambia le password: modifica le password di tutti i servizi online a cui accedi dal PC, come email, social network, banche, e-commerce e così via. Usa password lunghe, complesse e diverse per ogni servizio. Se possibile, attiva anche l'autenticazione a due fattori, per aumentare il livello di sicurezza. Contatta il supporto tecnico: se il PC è fornito dalla tua azienda o dal tuo cliente, avvisa il responsabile della sicurezza informatica o il servizio di assistenza tecnica, per comunicare l'accaduto e ricevere ulteriori istruzioni. Se il PC è tuo, puoi rivolgerti a un esperto di informatica di fiducia, per farti aiutare a riparare il PC e a recuperare i dati. Denuncia il fatto: se ritieni di aver subito un danno economico o una violazione della privacy a causa dell'attacco informatico, puoi presentare una denuncia alle autorità competenti, come la polizia postale o la guardia di finanza. Conserva tutte le prove possibili, come email, messaggi, screenshot, estratti conto e così via. Seguendo questi passaggi, potrai cercare di riprendere il controllo del tuo PC aziendale e di proteggere i tuoi dati e la tua attività.
Come prevenire gli attacchi informatici al tuo PC aziendale
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La migliore difesa contro gli attacchi informatici è la prevenzione. Ci sono alcune buone pratiche che puoi adottare per rendere il tuo PC aziendale più sicuro e resistente alle minacce informatiche. Ecco alcune delle più importanti: Aggiorna il sistema operativo e le applicazioni: assicurati che il tuo PC sia sempre aggiornato all'ultima versione disponibile del sistema operativo e delle applicazioni che usi. Gli aggiornamenti contengono spesso correzioni di bug e miglioramenti della sicurezza, che possono prevenire le vulnerabilità sfruttate dagli hacker. Installa un antivirus e un firewall: dotati di un programma antivirus affidabile e mantienilo sempre attivo e aggiornato. Il antivirus ti protegge da virus, malware e ransomware che possono infettare il tuo PC. Inoltre, attiva il firewall integrato nel sistema operativo o installane uno dedicato. Il firewall ti protegge dal traffico di rete indesiderato o sospetto che può provenire dall'esterno o dall'interno della rete. Fai backup regolari dei dati: crea copie di sicurezza dei dati importanti che hai sul PC, come documenti, foto, video, progetti e così via. Puoi usare dispositivi esterni come hard disk o chiavette USB, oppure servizi cloud come OneDrive o Google Drive. I backup ti permettono di recuperare i dati in caso di perdita o cancellazione accidentale o dovuta a un attacco informatico. Usa password forti e diverse: scegli password lunghe, complesse e diverse per ogni servizio online a cui accedi dal PC. Le password devono contenere lettere maiuscole e minuscole, numeri e simboli. Evita di usare parole comuni, nomi propri, date o sequenze facilmente indovinabili. Puoi usare un gestore di password come LastPass o Bitwarden per creare e memorizzare le password in modo sicuro. Evita i comportamenti rischiosi: non aprire email o allegati sconosciuti o sospetti, non cliccare su link dubbi o non richiesti, non scaricare o installare software da fonti non affidabili, non inserire dispositivi esterni non verificati nel PC; non navigare su siti web poco sicuri o illegali; non condividere le tue password o i tuoi dati personali con nessuno. Seguendo questi semplici accorgimenti potrai prevenire attacchi informatici e quindi avere una maggiore sicurezza per quanto riguarda il tuo PC aziendale.
Conclusione
Ricorda la sicurezza informatica è un processo continuo e richiede un monitoraggio costante. Se sospetti che il tuo PC aziendale sia stato compromesso, potrebbe essere utile consultare un professionista della sicurezza informatica. Riconoscere i segnali di un PC aziendale violato è il primo passo per proteggere le tue informazioni aziendali. Ricorda, la prevenzione è la migliore difesa contro le violazioni della sicurezza informatic
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida. Come individuare se il tuo PC aziendale è stato violato. Ma prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, Per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr, per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluta. Read the full article
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samanka93 · 11 months ago
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5 motivi per cui il tuo PC continua a spegnersi in modo casuale
Lo spegnimento casuale dei laptop può essere frustrante e pericoloso per molte persone perché può causare perdita di dati, instabilità del sistema e persino danni all'hardware. In generale, il verificarsi di un problema del genere causerà problemi a molte persone, in particolare a quelle i cui laptop sono strumenti essenziali per il loro lavoro. Fortunatamente, tuttavia, alcune cause comuni di spegnimento casuale dei laptop possono essere facilmente identificate e risolte. In questo articolo discuteremo cinque motivi comuni per gli arresti casuali dei laptop e cosa puoi fare per risolverli. Quindi rimanete sintonizzati.
Motivi per cui il laptop si spegne da solo
Lo spegnimento casuale dei laptop può essere causato da vari problemi, da problemi hardware a problemi software. Di seguito, menzioniamo 5 motivi che causano questo problema.
Motivo 1: surriscaldamento del laptop
Uno dei motivi più comuni per lo spegnimento accidentale di un laptop è il surriscaldamento. I laptop sono progettati per spegnersi automaticamente quando raggiungono una determinata temperatura per evitare danni ai componenti interni. Ciò è solitamente causato da una mancanza di flusso d'aria, ad esempio quando il laptop si trova su una superficie morbida come un letto o un divano. o accumulo di polvere nelle prese d'aria, ventole di raffreddamento insufficienti o esecuzione di troppi programmi contemporaneamente.
Per risolvere questo problema, assicurati che il tuo laptop sia posizionato su una superficie dura e piana e che le sue prese d'aria non siano bloccate. Inoltre, puoi utilizzare un supporto di raffreddamento per laptop per mantenere il tuo laptop fresco. Inoltre, pulire regolarmente le prese d'aria e le ventole del laptop per assicurarsi che siano prive di polvere e detriti. Inoltre, è importante assicurarsi che il portatile non esegua troppi programmi contemporaneamente, poiché ciò potrebbe causare il surriscaldamento del portatile.
Motivo 2: alimentatore del laptop difettoso
Un'altra causa comune di spegnimento casuale del laptop è un alimentatore difettoso, che può essere causato da un adattatore di alimentazione difettoso, un cavo di alimentazione difettoso o una porta di alimentazione del laptop danneggiata. Poiché la maggior parte dei dispositivi ha una classificazione specifica dei caricabatterie che dovrebbero essere utilizzati con il dispositivo, l'utilizzo di un adattatore con una tensione inferiore o una corrente superiore può causare il funzionamento non corretto del dispositivo e persino lo spegnimento. Per risolvere questo problema, assicurati che l'alimentatore e il relativo cavo siano integri e che la porta di alimentazione del laptop non sia danneggiata. Inoltre, puoi provare un diverso adattatore di alimentazione CA per vedere se questo risolve il problema.
Motivo 3: batteria del laptop scarica
Se sei un giocatore e il tuo laptop si spegne in modo casuale mentre stai giocando con impostazioni di prestazioni normali, è probabile che il guasto sia della batteria. Un altro motivo per lo spegnimento automatico del laptop sono i problemi della batteria. Una batteria scarica può causare lo spegnimento casuale del laptop; questo di solito è causato da una batteria che non è carica correttamente o è troppo vecchia. Per risolvere questo problema, assicurati che la batteria sia correttamente carica e non troppo vecchia. Inoltre, puoi provare una batteria diversa per vedere se questo risolve il problema.
Motivo 4: problemi software del laptop
Problemi software possono anche causare lo spegnimento casuale del laptop. Ciò può essere causato da un virus o malware, driver obsoleti o un sistema operativo danneggiato. Per risolvere questo problema, assicurati che il tuo antivirus, il software antimalware e tutti i driver siano aggiornati. Inoltre, puoi reinstallare il sistema operativo per vedere se questo risolve il problema. La buona notizia è che ci sono molte soluzioni software che puoi utilizzare che non solo ottimizzano la velocità del tuo laptop e recuperano i file, ma ti tengono anche al sicuro da virus e malware.
Motivo 5: problemi hardware del laptop
Infine, i problemi hardware possono anche causare lo spegnimento casuale del laptop. Un disco rigido difettoso, un modulo RAM difettoso o una scheda madre danneggiata possono causare questo problema. Per risolvere questo problema, assicurati che tutti i componenti hardware siano in buone condizioni e collegati correttamente. Inoltre, puoi provare a sostituire i componenti difettosi per vedere se questo risolve il problema. In questi casi, è necessario controllare tutti i componenti interni del laptop per garantire collegamenti corretti e integrità dell'hardware. Tuttavia, è meglio lasciare questo compito a uno specialista in questo campo.
Come scegli la RAM per il tuo laptop Windows?
Cosa fare se il portatile non si accende?
Se non riesci ad accendere da solo il portatile, la cosa più saggia è recarti in un centro assistenza computer per risolvere il tuo problema in modo professionale. Altrimenti, devi cercare ulteriormente nel campo del tuo problema. Ad esempio, ottieni ulteriori informazioni sul modello del laptop, sulle specifiche hardware, sulle impostazioni o sul software installato. Le informazioni che ottieni dalle società di computer sono generalmente molto utili e potrebbero essere in grado di aiutarti a identificare il tuo problema e condividere una soluzione quando fornisci loro i dettagli necessari.
Conclusione
Come abbiamo detto, se un laptop si spegne da solo, può causare diversi danni al laptop, ai programmi e alle persone. Può causare danni fisici ai componenti hardware come dischi rigidi, schede madri e altre parti. Può anche causare danni al software, come l'arresto anomalo del sistema operativo o l'eliminazione di file importanti. Sopra abbiamo discusso cinque motivi comuni per lo spegnimento casuale del laptop e cosa puoi fare per risolverlo. Questi includono surriscaldamento, alimentazione difettosa, batteria scarica, problemi software e hardware. Seguendo i passaggi descritti in questo articolo, dovresti essere in grado di identificare e risolvere il problema che causa lo spegnimento casuale del tuo laptop.
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gcorvetti · 1 year ago
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Monday what else?
7:15 gatto rompi palle, 7:30 sveglia del telefono della mia compagna che però spegne il tel e torna a dormire, ma io ho perso il sonno e quindi mi alzo e preparo il caffè. Alle 8 lei viene in cucina e mi comunica che dovrei spostare il carrello, ieri hanno portato il legno, allora mi prendo di coraggio mi butto su giubbotto, cappello e guanti e sposto sto trabiccolo, fuori c'è 1° scarso, la brina è congelata sull'auto, nell'erba del giardino e sulle foglie degli alberi, le nuvole si muovo veloci e minacciano sorridenti, sembrano dire "Preparati che nevicherà presto", lo sapevo già perché quando l'estate è inesistente l'inverno arriva prima. In tutto questo apro il pc e guardo le notizie, tutti a puntare il dito contro Hamas e i palestinesi dopo l'attacco di un paio di giorni fa, mentre per più di 70 anni israele ha massacrato i palestinesi e nessuno dice niente di quella invasione illegale, poliziotti che picchiano e arrestano bambini di 10 anni basterebbe questo per mandarli all'inferno, ma non è questo il discorso che voglio fare oggi, questo schifo è colpa dei soliti noti. Passo quindi sui social irritato vedo che su FB molti parlano della stessa cosa, che palle, poi vedo un post di un contatto, un musicista anche lui one-man band ma più verso il punk, allora apro il link e WOW un documentario sulla scena Punk a China town, dura quasi un'ora ma si dai, adoro i documentari musicali dove ci sono le interviste alle persone che erano li in quel momento, a quelli che hanno creato qualcosa che è restato indelebile nella storia della musica, ma posto il link in fondo così potete constatare voi stessi se avete tempo (naturalmente è in inglese). Adoro il Punk perché come genere ha dato una scossa al mondo, l'ultimo vero movimento cultural-musicale poi il vuoto, lo so molti dicono che il grunge è stato il punk degli anni 80/90 ma anche no, i motivi sono vari, a differenza del punk che si diffuse a macchia d'olio nell'occidente come genere rivoluzionario e di protesta contro il sistema, il punk diede inizio anche al DIY (do it yourself, oramai un must) perché molti musicisti di quel periodo non avevano l'educazione musicale di quelli precedenti, se si pensa che il punk ha ucciso il progressive rock si capisce perfettamente che la tendenza dei super musicisti era finita anche se non del tutto. Ma il punk era politicamente scorretto, ma non solo per gli attacchi diretti al sistema, democratico o monarchico, ma anche a livello sociale i ragazzi erano visibilmente anticonformisti e al dire dei conformisti vestiti in modo terribile, certo è bello essere vestiti come un manichino dei grandi magazzini e tutti uguali eh? Ma c'è molto di più dietro il punk, c'è la ribellione di una generazione a cui i dogmi di una società non solo stanno stretti ma non piacciono, se si pensa che è nato negli stati uniti e non in UK come si pensa con i Sex Pistols che quando iniziarono la loro carriera i Ramones erano già al terzo album, c'era il malcontento di quella porzione di popolazione giovane che non gradiva l'omologazione, il conformismo, il 9to5 (lavoro d'ufficio) e tutto quello che la società americana imponeva se si voleva fare una vita agiata e senza problemi, un pò quello che abbiamo ora in tutto il nostro bel mondo marrone occidentale, solo che in quel periodo, più o meno dalla metà degli anni 70, le voci che contrastavano il sistema erano un numero alto e gridavano forte anche e soprattutto attraverso la musica, quindi il punk come il rock'n'roll negli anni 50 era uno stile di vita e non soltanto un genere musicale. Sappiamo che ci sono band punk in ogni decade, che hanno raggiunto un successo mainstream intendo, ma essendo appunto famosi il genere si è come dire ammorbidito o adattato alle esigenze di giovani ribelli ma non troppo, di quelli che dicono "Si ascoltavo punk ma poi sono cresciuto", l'ho sentito anche del rock, del metal e di tutti quei generi che oramai sono così smussati che spesso mi sembra di vedere i manichini dei grandi magazzini suonare.
Non dico che oramai la musica ribelle è stata rabbonita dal sistema per evitare ribellioni dei giovani perché risulterei complottista, ma è così, lo sdoganamento e i dogmi hanno fatto si che la musica nel tempo ha perso la sua forza rivoluzionaria, forse nei paesi in via di sviluppo è ancora viva quella scintilla che da ai giovani la forza di andare contro il potere, mentre nel nostro occidente civilizzato chi fa musica vuole solo guadagnare soldi, non tutti come giusto che sia, ma se parli con un giovane musicista difficilmente ti dirà "Faccio punk perché odio il sistema e lo combatto". I tempi sono cambiati e anche il sistema è cambiato, bisognerebbe ribellarsi e gridare comunque NO FUTURE, ma dovrebbero essere i giovani non io che ho quasi 51 anni, ma han trovato il sistema per evitare di essere criticati aspramente, inutile che vi dica quale lo sapete. Con questo non voglio dire che tutti i giovani sono amminchiati e non si ribellano ad un sistema che per com'è sta distruggendo il mondo, ma se ne guardano bene dal disobbedire perché sanno che gli verrebbe negato lo status di "brava persona", personalmente me ne fotto dello status di normale, visto che la normalità è stata inventata da persone prive di fantasia (Alda Merini). Potrei continuare a libitum sul sistema sul fatto che non ci si ribella ecc ecc, ma tanto è solo un discorso come un altro oramai, giusto per iniziare la settimana bene dai 😁​
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der-papero · 4 years ago
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Andiamo a rubare con Papero - Lezione 6 (parte 5) - Come conquistare il mondo
Con questa ultima parte si conclude il mio spiegone su come attaccare le porte dei nostri dispositivi. Farò una side lesson su firewall e NAT, perché sono una spina nel fianco nella nostra attività di ciulamento computer, e l'ultima, come è accaduto con il WiFi, chiusa col separatore, sarà dedicata a coloro che attivamente vogliono mettersi a fare i criminali su questo aspetto.
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Abbiamo visto come è fatto un indirizzo IP, come è fatta una porta, come sono distribuiti gli indirizzi IP nel mondo, non ci resta altro che scegliere una rete a nostro piacimento ed attaccare.
Come anticipato, oggi parliamo di port scan. Come il nome inglese suggerisce, si tratta di controllare le porte di un qualsiasi aggeggio connesso ad una rete, una ad una, e capire quali di queste sono aperte e che tipo di servizio offrono. Vedremo nel dettaglio il software più usato per fare questo tipo di attività.
Ci accingiamo a rubare e quindi è d'uopo fare prima una capatina dall'avvocato, per capire cosa rischiamo.
Avvocato, ci dica: è legale il port scan?
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Eh, l'avvocato ha purtroppo ragione.
Tiriamo fuori un'altra bella metafora.
Immaginate di poter accedere a tutte le porte di una casa, senza mettere piede nella proprietà, come se la maniglia della porta cadesse sulla strada pubblica. Voi la abbassate, sentite il "clack", esclamate "toh, è aperta", ma non la aprite per entrare dentro, bensì lasciate la presa sulla maniglia e la porta rimane chiusa.
E' reato? Vediamo, provo a spiegarla meglio.
Nel discorso del port scan, rispetto alla metafora, la cosa è ancora più sottile. Quando realizzate una connessione da un computer A su una porta di B, quello che avviene è più o meno una cosa del genere (handshake di connessione):
A: oh, B, vorrei connettermi (pacchetto SYN)
B: ho capito che vuoi connetterti e per me va bene (pacchetto SYN/ACK)
A: ho capito che ti va bene che hai capito che voglio connettermi (pacchetto ACK)
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Solo al terzo pacchetto la connessione si può dire realizzata e può iniziare quindi un dialogo tra A e B (cosa si diranno, poi, l'abbiamo capito due lezioni fa, dipende dal servizio che gira su quella porta).
Facendo la metafora con la maniglia, è come se il "clack" (quando la porta fa cenno di muoversi perché aperta) corrispondesse al terzo pacchetto.
Il punto è che, per il nostro fine, ovvero capire se una porta è disponibile o meno alla connessione, non serve attendere la terza fase, basta ricevere il pacchetto di SYN/ACK. Detto in altri termini, non facciamo alcun tentativo reale di entrata nella proprietà altrui, è solo una misura che non muta lo stato del dispositivo che stiamo esaminando.
Infatti quello che accadrà, nel caso specifico del port scan, è una roba del genere, ovvero il classico dialogo che abbiamo qui su Tumblr tra noi disagiati:
A: oh, B, vorrei connettermi (pacchetto SYN)
B: ho capito che vuoi connetterti e per me va bene (pacchetto SYN/ACK)
A: ma vaffanculo, adesso non voglio connettermi più, testa di cazzo (pacchetto RST)
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Quindi, TECNICAMENTE NON E' UN REATO, al netto della maleducazione, e su questo non sono ammesse discussioni: non c'è furto di informazioni, né manomissione di hardware altrui. Se una persona espone una porta su Internet, me ne fotto che ne è inconsapevole, ha fatto una scelta e un tentativo di connessione è una conseguenza di questa scelta (badate bene, ho scritto connessione, non intrusione, sono due cose diverse, e poi capiremo la differenza).
Ahinoi, però, come ben sappiamo, le regole nella vita non le fanno le persone preparate, col risultato che il vostro provider potrebbe accusarvi di aver abusato delle condizioni di utilizzo della rete per rompere le palle ad altre persone, che sono andate a lagnarsi col vostro provider dicendo "oh, ma che cazzo di animali hai tra i tuoi utenti?". Ad oggi, i casi più emblematici sono stati:
un cittadino in Georgia, USA, fu portato a processo per una attività di port scan e assolto dopo una battaglia legale durata anni (oggi fornisce assistenza legale per le persone ingiustamente accusate di dolo per port scan)
un ragazzo di 17 anni in Finlandia fu condannato ad una pena pecuniaria di 5000$ per aver fatto port scan su una banca
in Israele una persona fu assolta per aver fatto port scan verso i sistemi dei servizi segreti del Mossad, e il giudice motivò l'assoluzione così
Utenti Internet che controllano le vulnerabilità del Web agiscono nel bene comune. Se le loro intenzioni non sono criminali e non causano alcun danno, dovrebbero addirittura essere premiati.
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Come vedete, opinioni diverse, confusione massima. Ancora una volta, fate port scan dietro una VPN sicura o con la rete di un'altra persona (se avete con successo catturato una WiFi) e vivrete tranquilli. Tor, per quanto possibile, non ve lo consiglio, trasforma questa operazione già molto lunga di suo in proibitiva (a meno che non stiate attaccando singole macchine).
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Non vi dico poi qui in Germania, l'ipocrisia più becera. Hanno dichiarato illegale, nel 2007, anche persino possedere qualsiasi tool di analisi, senza nemmeno usarlo. Della serie, siccome non possiamo sapere se una persona con un coltello ci taglierà il pane o la gola di qualcuno, allora chiudiamo tutti i negozi di casalinghi. A voi i commenti sulla coglioneria di questi politici col würstel, poi ci lamentiamo degli italiani.
Ma torniamo alle cose serie.
Poichè a me la doccia piace farla a casa mia, per evitare qualsiasi equivoco farò una scansione sulla mia rete privata, facendo finta che sia, per fare un esempio, la rete di Telecom Italia, e ogni dispositivo che vedrete è tipo il PC di un utente.
Il tool che andremo ad usare è uno dei più famosi al mondo, lo potete usare con qualsiasi PC, gira su Windows, Mac, ha anche una bella interfaccia grafica piena di bottoni colorati, gira pure sul Commodore 64 (ironia), ed è il famosissimo nmap:
La parte più cospicua della mia rete di casa ha un indirizzo CIDR 192.168.100.0/24, quindi un range che va da 192.168.100.1 a 192.168.100.254 (ho tolto il primo e l'ultimo indirizzo, come ben sappiamo).
Lancio la scansione con questo comando:
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In pratica, nmap esaminerà tutta la mia rete, bussando a tutte le porte (1-65535), riportando solo quelle aperte, e salverà il risultato in un file testo (scan.txt), così da poterlo esaminare con calma.
Nel mio caso nmap rileva 15 sistemi attivi, per brevità ne mostro solo due, giusto per rendere l'idea.
Il primo sistema che viene rilevato è il cuore della mia rete, una delle 9 macchine Linux che fa praticamente tutto. Per i nerd curiosoni, è una Slackware 15, una distro che uso da tutta una vita, sin dagli anni '90:
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Dalle porte che vedo, c'è un servizio di tipo terminale (22), uno di tipo DNS (53), condivisione Windows di cartelle e stampanti (139 e 445), il server web che ho concesso a @kon-igi​ e all'altra banda di lazzaroni per fare i test del tool Konvid-19 (9092, cazzo l’ho dimenticata aperta), e tante altre. Quello che a me preme farvi capire è che io qui conosco porta per porta quello che accade, il perché sono aperte e che tipo di protezione ho su ognuna di queste, perché l'ho fatto io, con coscienza e consapevolezza. Quindi possiamo dire che io ho misurato i rischi.
Guardiamo il secondo dispositivo. E' una delle mie due Smart TV della Samsung:
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Ci sono la bellezza di 14 porte aperte, e io non ho la più pallida idea di cosa cazzo siano! 🤬
Certo, adesso potrei indagare, se avessi tempo e voglia, però vedremo, nella side lesson dedicata ai firewall e al NAT, che se la mia TV fosse direttamente esposta su Internet, io potrei essere vittima di vulnerabilità dovute ad un software bacato della Samsung e non ne saprei assolutamente nulla!
Idem con patate relativamente alla mia Alexa, 4 porte aperte, di cui non so assolutamente nulla, stesso dicasi per la mia centralina di controllo della caldaia e del mio decalcificatore d'acqua (1 porta aperta per entrambi).
nmap è il tool che ci permette di avere una fotografia completa della rete che stiamo attaccando. Dal risultato di questa analisi possiamo concentrarci poi sul singolo dispositivo e attaccare quella singola porta, commettendo lì il reato vero e proprio, ovvero una intrusione.
Questa parte sarà illustrata nella parte speciale dedicata ai soli smanettoni o curiosi.
Staccate la vostra TV, la vostra Alexa, la vostra lavatrice e la vostra lampadina del soggiorno che si spegne ed accende a pernacchie, sbarrate la porta a chiave ed ingoiatela, perché saranno cazzi vostri (ecco perché @spaam​ ci aveva visto giusto riguardo alle sue paure quando va al cesso).
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biancoscuro · 3 years ago
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Davanti al pc si è ciò che si vuole, si diventa parte di un sistema a senso unico. Sempre gli stessi inutili gesti meccanici, come in una vecchia fabbrica desueta. La tastiera,da spazio frenetico alla fantasia, diciamo tutto ciò che vogliamo. Siamo tutti dello stesso impalpabile materiale. Siamo soli,quando lo schermo si spegne. La realtà è così vera da renderci claustrofobici. Ci impaurisce. Nascosti dietro uno schermo Per la paura di crescere,di essere. Un giorno son uomo d’ affari. Un giorno mi improvviso donna in carriera. Il giono dopo sono il nulla. Mi vuoi bene?dimmelo in faccia. Ti amo. Lo voglio sentire dalla tua voce Ti sfioro. ma non con il pensiero. Ti voglio toccare,sentire,palpare, uniamo i nostri cuori,ascoltiamo il loro battito. Voglio che il tuo profumo si impossessi di me E faccia parte del mio essere. Ti voglio qui. Spengo il pc.Non sei più nulla. Solo belle parole messe assieme … Qwerty di gesti. Solo frasi che non avrei mai avuto il coraggio Di dire,se tu fossi qui,ora. Mi sento protetto nel mio piccolo nucleo celebrale A cristalli liquidi. E voi? Stati come emoticon omologate tutti con la stessa voglia di essere diversi nella loro uguaglianza Fatti che si intersecano in nemesi facciali.
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scogito · 4 years ago
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Più volte ho scritto in quest’angolo di rete pensando allo schifo che stanno vivendo i più giovani; e l’ho fatto anche prima che emergesse questa muffa. 
In realtà non mi rivolgo mai ai ragazzi, ma a quelle sagome che si trovano come genitori, guide o educatori. Quei pupazzetti che hanno il compito di farli crescere, ma in verità si occupano soltanto di ammaestrarli.
Leoni in gabbia.
Ormai è sempre più chiaro che si stanno seminando mine e che  prima o poi qualcuno metterà il piede sopra una di esse, innescando una deflagrazione di incalcolabile effetto. Talmente forte che nessuno avrà più modo di mettere barriere, poiché non avrà altro scopo che se stessa.
Allora li chiamerete egoisti e saprete quale senso hanno avuto le vostre “cautele”.
State costringendo i vostri figli a percorrere la follia, soltanto perché mettete al primo posto la pagella rispetto alla salute emotiva, mentale e fisica.
Vi tate preoccupando di farli studiare in certe condizioni, quando la scuola sta insegnando loro solo ed esclusivamente la TOTALE SOTTOMISSIONE ALL’INGIUSTIZIA.
Dite di essere “preoccupati” e CONTINUATE a metterli in catene.
Vi sentite in colpa e scrivete messaggini vittimistici sui social (a riprova della VOSTRA SOTTOMISSIONE).
Siete completamente fuori di testa.
Mentre dite che volete dar loro un futuro vi impegnate a murarli vivi (perché voi per primi considerate GIUSTO ESSERE MORTI).
Questa è solo l’ennesima manifestazione di una società cresciuta con l’obbedienza nei confronti dell’assurdo. Che razionalizza l’incomprensibile. Rispetta regole di povertà psicologica. E che sarà sempre devota al proprio padrone.
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alternative-bridget-jones · 4 years ago
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“Chi non ama i gatti probabilmente era un topo in una vita precedente”
Ciao ragazzi
lo so, sono stata assente in questo periodo - riconosco che inizio sempre più spesso i miei post con questa frase - ma ho una buona scusa: ha quattro zampe, è peloso e non mi lascia dormire la notte. E in questo momento sta battendo i tasti del pc con le sue zampotte pelose e le sue unghie malefiche. 
Da tempo desideravo un micio, un compagno di vita che fosse tutto mio. Quando sono rientrata dal periodo in Italia ho iniziato la mia ricerca, ma si è rivelata più complicata del previsto. Infatti è molto difficile ottenere un micino da solo, perché preferiscono farli adottare in coppia o dare la precedenza ha chi ha già un gatto. Lo riconosco, è importante per il piccolo arrivato avere un po' di compagnia “felina”, ma nel mio caso vivo in 39mq e un coinquilino mi sembra più che sufficiente. 
Mi sono iscritta a una piattaforma dove i padroni pubblicano annunci per animali da adottare e avevo effettivamente trovato una cara signora che aveva a disposizione molto micini. Uno bianco e nero con una macchiolina nera sull’occhio mi aveva già conquistato. 
Purtroppo, però, il weekend successivo sarei andata ad Amsterdam a trovare la mia ex coinquilina di Milano, e di certo non potevo prendere un gattino e lasciarlo solo dopo meno di una settimana! Ho deciso, un po' a malincuore. di interrompere temporaneamente la mia ricerca. Poi, quando meno me lo aspettavo, durante una sosta da un giro in bicicletta per i canali, ho ricevuto le foto di alcuni splendidi tigrotti e la domanda “due di loro sono maschi - desideravo un ometto - lo vuoi?”
Non riuscivo più a trattenere l’emozione, il mio desiderio si stava avverando e il mio cuore è stato conquistato da una piccola palla rossa e pelosa. “Lui, è l’amico a quattro zampe perfetto per me”. La domanda a quel punto era “come lo avrei chiamato?” Volevo che il suo nome avesse un significato particolare, che appartenesse solo a lui. Poiché il giorno precedente avevo visitato il Museo di Van Gogh - che consiglio vivamente se capitate ad Amsterdam - ho pensato “allora Vincent no, nonostante il loro “colore di capelli” fosse innegabilmente lo stesso - però Theo, come il suo adorato fratello ci sta, è un nome che può andare per un gatto”.
Ho aspettato 3 settimane; a un certo punto ho persino temuto che non sarebbe mai arrivato, poiché si trovava ad Harz, in montagna vicino ad Hannover (però è un Ossy, cioè nato nella Germania dell’Est) e il lockdown stava cominciando.
Invece ecco che una settimana fa è arrivato, impaurito, nella sua gabbietta. Mi si è stretto il cuore, ero davvero felice di averlo finalmente con me, ma al tempo stesso mi sentivo in colpa per averlo sottratto alla sua mamma e i suoi fratellini. I primi giorni sono stati duri, si nascondeva dietro al divano o sotto le coperte, non mangiava e leggevo la paura e lo sconforto nei suoi occhi. Poi, piano piano, in punta di piedi, ci siamo avvicinati e ho scoperto una tenerezza commovente e un uragano di energia (soprattutto la notte!). 
Ora Theo ed io siamo sempre insieme. Lui di giorno principalmente si nasconde sotto il piumino - ero molto restia all’inizio a lasciarlo girovagare nel letto ma è stato inevitabile - e dorme. Mangia poco durante il giorno, solitamente si attiva nel tardo pomeriggio e non lo si spegne più. Adora i cavi e ogni tipo di filo - compresi i miei capelli - bere dal mio bicchiere che dimentico sempre sul tavolo e poi devo mettere a lavare e, soprattutto, tormentarmi di notte. Mi concede alcune ore di sonno, ma poi pretende coccole e attenzioni. Ora capisco cosa provano le neo mamme coi propri neonati: sono stanca, a volte davvero infuriata che non posso dormire, ma ogni volta che lo guardo non riesco ad arrabbiarmi. Quel musino, gli occhi gialli e neri cosi vivaci, il pelo morbido che accarezzerei tutto il giorno hanno la meglio su di me.
Mi emoziona pensare che sarà il mio amico per la vita, anche se la veterinaria mi ha informato che potrebbe essere un “Maine Coon” e i gatti di questa razza possono arrivare a pesare 15kg!
Qui sotto un omaggio “Gatto su tela”.
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waitthetimeyouneed · 4 years ago
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Caffè, podcast e pensieri mattutini del lunedì
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Lunedì mattina. Credo che queste parole possano riassumere tutto.
Questa mattina mi sono seduta di fronte alla finestra aperta della cucina con il pc per lavorare e mentre aspettavo che mi caricasse la pagina per poter entrare nel portale, guardavo fuori. I rami dell’albero che ho di fronte casa, precisamente un’acacia, hanno cominciato a mettere le prime foglie verdi. La brezza della mattina giocava tra i rami, divertendosi a scuoterli leggermente, come una mamma che sveglia il proprio bambino che deve andare a scuola. Il cielo non era di un azzurro intenso come quello di ieri, quanto direi piuttosto, era somigliante una tenue copertina azzurrina. Potevo scorgere un cespuglio di rose rampicanti bellissime accanto al cancelletto d’entrata di una casa a pochi metri distanti. Qualche persona ha ricominciato a farsi vedere, andando a camminare, ovviamente con le dovute precauzioni. Il lunedì mattina è strano. È come la prima scena del film “Il diario di Bridget Jones” …quella in cui la protagonista si ritrova il giorno del suo compleanno con un tortino in mano, i capelli in disordine, il pigiama della sera prima e “All by my self” come colonna sonora a ricapitolare la sua vita durante la sua personalissima festa di compleanno. Ecco, il lunedì è esattamente così. Ti ritrovi con un caffè in mano, in attesa che il pc carichi, a ricapitolare quello che è stato il tuo weekend e a pensare che ti ritrovi punto a capo di una nuova settimana e non sai esattamente come prenderla. D'altronde, quando piombi di nuovo nel lunedì mattina, tutte le cose che hai da fare ti ricadono addosso come uno zaino di scuola troppo pesante per la tua schiena: riprendi a lavorare, ci sono scadenze, il bollo della macchina da pagare, devi andare dall'ottico a prenderti gli occhiali, devi studiare per quella benedetta tesi che tieni ferma da un’infinità di tempo e che ti viene il vomito al solo pensiero e chi più ne ha, più ne metta. Come se durante il weekend, improvvisamente, gli impegni venissero sospesi e in un certo senso, è stato così, visto considerato il periodo. Come se fossero responsabilità in stand-by o part-time. Eppure, posso dire che comincio ad apprezzare anche questo giorno. Certo, faccio una fatica enorme ad ingranare ma le due cose che posso dire con estrema certezza che me lo salvano – almeno ultimamente, mettiamola così, non è che tutti lunedì sono uguali – sono il caffè e il podcast che ascolto in continuazione, a ruota. E così, ero vicino alla finestra che osservavo il vicinato, pensando a sabato pomeriggio. Non ho fatto nulla di speciale, anche perché ci sono molte restrizioni ancora, sono andata semplicemente a farmi una camminata dietro casa, in una strada chiusa alle macchine, ed ero accompagnata ovviamente da un sottofondo musicale (quello non può mai mancare). Nello specifico stavo ascoltando “La Somma” di Mr Rain. Guardando alcuni papaveri che sono nati spontaneamente sui bordi della strada, mi sono messa a sorridere. Ascoltavo il testo della canzone con una sensazione nuova: mi sono sentita perfettamente in equilibrio, salda, in una sorta di pace che mi ero reso conta di aver lasciato andare la tristezza che tanto mi aveva attanagliato lo stomaco qualche mese prima. Ora, forse è meglio che non ne parlo troppo, per precauzione. Era una sensazione di pura libertà. In totale sintonia con quel sole che mi scaldava la pelle e quel venticello leggero che giocava con me. Più importante è una persona per noi e più canzoni servono per dimenticarla e forse, non bastano neppure. Le persone non si dimenticano, rendiamo semplicemente il loro ricordo ignifugo, in modo che l’incendio non possa essere appiccato, di punto in bianco, all'improvviso. Forse la cosa peggiore, il divampare senza controllo. Se giorno dopo giorno, si butta anche solo una goccia d’acqua su quel fuoco che arde, prima o poi, la combustione si spegne e rimane la cenere. Rimane un ricordo che si può spostare, in sicurezza, senza che questo bruci ancora la pelle. Rimane un qualcosa che può essere trasportato lontano da quella stessa brezza che ci fa tornare a sentire liberi. Rimane una pellicola, che può essere archiviata. Rimane una pagina scritta, pronta per essere voltata e ricominciare a scrivere, a riempire quella nuova con nuove sensazioni. Un po’ come Bridget Jones che, decisa a cambiare vita, si compra un diario per annotare i propri pensieri e le proprie decisioni, quindi come un lunedì mattina dal sapore indefinito, forse un po’ dolciastro, che non sai come interpretare ma che sai essere diverso.
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gropiusstadt · 5 years ago
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Sono al pc che lavoro su una tesi quando noto che si sta spegnendo, allora mi giro velocemente per prendere il caricabatterie e lo attacco. A quanto pare, sfioro inavvertitamente l’ebook che compra un libro a caso e intanto il pc si spegne e non salva il materiale O K A Y
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depositots4 · 5 years ago
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BRUH. NO. pt 1
Antonio è rientrato in casa dopo un’uscita un po’ particolare, e la prima cosa che fa è: prendere fuoco.
Per fortuna in quel momento è rientrato anche Salvatore, ed è riuscito a spegnerlo. Vito ha lasciato il camino acceso (BRUH. NO.), e praticamente il loro appartamento sta andando a fuoco.
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Salvatore (unico individuo utile in questa famiglia) si occupa di spegnere anche Vito.
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E spegne anche Gabriele che per qualche fottuto motivo è voluto entrare nel loro appartamento.
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SALVATORE SEI UN EROE.
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Boh cioè, che degrado.
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Salvatore ha provato a spegnere l’incendio nel loro appartamento (ed è anche l’unico non buggato al momento---). Però a sua volta ha preso fuoco. Momento panico in cui ho urlato: “DATEMI UN SALVATORE PER SALVARE SALVATORE” Ma per fortuna si è sbuggato Antonio, ed è intervenuto lui.
Salvatore deve aver gridato le parole magiche: “ANTò FA CALDO”
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“FRA ECCO IL TUO NESTEA”
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Insieme sono riusciti a domare le fiamme, Vito invece si è astenuto: “ho causato l’incendio, ho già avuto un ruolo in questa trama.”
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Flavio ha spiato tutto da dietro la porta. Cagasotto potevi dare una mano eh.
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E ad incendio finito è entrato nell’appartamento e si è messo al pc, come se nulla fosse.
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Giacomo è venuto a cagare il caspio perché “state facendo casino gnegne”
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E Vito ha riacceso il camino.
BRUH. NO.
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tecnowiz · 1 year ago
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Kingston Ironkey Keypad 200: la chiavetta USB più sicura che non teme minacce
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Quale è la chiavetta USB più sicura? Le chiavette USB sono dispositivi estremamente utili per archiviare e trasferire file in modo pratico e veloce. Tuttavia, spesso non offrono protezioni adeguate contro minacce come malware e furti di dati.
Alta sicurezza e di livello militare per Kingston Ironkey Keypad 200 la chiavetta USB più sicura sul mercato per proteggere i tuoi dati importanti
Esistono però alcuni modelli di chiavette USB pensati appositamente per garantire la massima sicurezza dei tuoi dati. In questo articolo analizzeremo le caratteristiche che rendono queste chiavette USB le più sicure sul mercato.
Crittografia hardware AES a 256 bit
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Una delle caratteristiche fondamentali per una chiavetta USB sicura è la crittografia hardware AES a 256 bit. Si tratta di un sistema di cifratura avanzato che rende i dati completamente illeggibili senza la chiave di decrittazione corretta. La crittografia avviene direttamente all'interno del chip della chiavetta, senza passare dal computer host. In questo modo i dati rimangono sempre protetti. La chiave AES a 256 bit offre una robustezza estrema contro attacchi brute force.
Protezione da attacchi BadUSB
Le chiavette USB possono essere soggette ad attacchi "BadUSB", in cui vengono modificate per assumere il controllo del PC ospite. I dati e la chiave di crittografia possono essere così rubati. Le chiavette USB più sicure presentano protezioni hardware che impediscono qualsiasi tentativo di modifica dei firmware. In questo modo gli attacchi BadUSB vengono neutralizzati alla radice.
Autenticazione a due fattori
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Oltre alla crittografia, è importante anche l'autenticazione a due fattori. Prima di accedere ai dati, oltre alla password viene richiesto un secondo codice temporaneo generato da un token fisico o app sullo smartphone. In questo modo, anche se la password venisse compromessa, senza il secondo fattore di autenticazione i dati restano inaccessibili.
Blocco automatico e wipe dopo tentativi falliti
Le chiavette USB più sicure prevedono anche funzionalità di blocco automatico e cancellazione dati (wipe) in caso di ripetuti tentativi di accesso falliti. Ad esempio, dopo 10 PIN errati la chiavetta si blocca e deve essere sbloccata tramite app o sito web ufficiale. Inoltre, oltre un certo numero di tentativi falliti, la chiavetta può autodistruggere la chiave di cifratura rendendo i dati non recuperabili.
Resistente ad acqua, urti e temperature estreme
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Da non sottovalutare è anche la robustezza fisica della chiavetta. I modelli più sicuri resistono ad acqua, polvere, cadute, alte temperature, campi magnetici e molto altro. Ciò impedisce che i dati possano essere compromessi anche in caso di danneggiamento fisico accidentale della chiavetta.
Kingston Ironkey Keypad 200: Alta sicurezza e di livello militare
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Se stai cercando una chiavetta USB che ti garantisca la massima protezione dei tuoi dati sensibili, la Kingston Ironkey Keypad 200 è la soluzione che fa per te. Si tratta di una chiavetta USB dotata di un tastierino numerico integrato che ti permette di impostare un codice PIN per sbloccare l’accesso ai tuoi file. In questo modo, anche se perdi o ti rubano la chiavetta, nessuno potrà accedere ai tuoi dati senza conoscere il codice PIN. Caratteristiche principali della Kingston Ironkey Keypad 200 La Kingston Ironkey Keypad 200 è una chiavetta USB che offre diverse caratteristiche distintive che la rendono la chiavetta USB più sicura sul mercato. Vediamole nel dettaglio: Capacità: la chiavetta USB ha una capacità di 4 GB, 8 GB, 16 GB, 32 GB, 64 GB, 128 GB 256 GB o 512 GB a seconda delle tue esigenze di archiviazione. Tastierino numerico: la chiavetta USB ha un tastierino numerico integrato che ti permette di impostare un codice PIN da 7 a 15 cifre per sbloccare l’accesso ai tuoi file. Il tastierino si illumina quando lo usi e si spegne quando non lo usi, per risparmiare batteria. Crittografia hardware: la chiavetta USB utilizza una crittografia hardware AES a 256 bit in modalità XTS per proteggere i tuoi dati da eventuali attacchi informatici. La crittografia hardware è più sicura della crittografia software perché non dipende dal sistema operativo del tuo computer e non può essere compromessa da virus o malware. Auto-distruzione: la chiavetta USB ha una funzione di auto-distruzione che cancella definitivamente tutti i dati presenti nella memoria se il codice PIN viene inserito in modo errato per 10 volte consecutive. In questo modo, puoi essere sicuro che i tuoi dati non cadranno nelle mani sbagliate in caso di furto o smarrimento della chiavetta. Resistenza: la chiavetta USB è realizzata in metallo zincato e ha una guarnizione in gomma che la rende resistente agli urti, alle cadute, all’acqua, alla polvere e alle alte temperature. Puoi portare la tua chiavetta USB ovunque senza preoccuparti di danneggiarla. Vantaggi della Kingston Ironkey Keypad 200 La Kingston Ironkey Keypad 200 è la chiavetta USB più sicura che puoi trovare sul mercato perché ti offre diversi vantaggi rispetto alle altre chiavette USB: Semplicità d’uso: per usare la chiavetta USB, basta inserire il codice PIN sul tastierino numerico e collegarla al tuo computer. Non hai bisogno di installare nessun software o driver aggiuntivo. Compatibilità: la chiavetta USB è compatibile con tutti i principali sistemi operativi, come Windows, Mac OS, Linux e Chrome OS. Puoi usare la tua chiavetta USB su qualsiasi computer senza problemi di compatibilità. Velocità: la chiavetta USB ha una velocità di lettura fino a 300 MB/s e una velocità di scrittura fino a 100 MB/s, garantendoti trasferimenti rapidi e fluidi dei tuoi file. Affidabilità: la chiavetta USB è prodotta da Kingston, una delle aziende leader nel settore delle memorie flash. Puoi fidarti della qualità e della durata della tua chiavetta USB. Se vuoi acquistare la Kingston Ironkey Keypad 200, puoi trovarla sul sito ufficiale di Kingston oppure su Amazon a un prezzo conveniente. Non perdere l’occasione di avere la chiavetta USB più sicura che non teme minacce!
Conclusioni
La Kingston Ironkey Keypad 200 è la chiavetta USB più sicura che puoi acquistare se vuoi proteggere i tuoi dati sensibili da eventuali minacce. Grazie al tastierino numerico, alla crittografia hardware, alla funzione di auto-distruzione e alla resistenza, la chiavetta USB ti offre un livello di sicurezza ineguagliabile. Inoltre, la chiavetta USB è semplice da usare, compatibile con tutti i sistemi operativi, veloce e affidabile.
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida. Kingston Ironkey Keypad 200: la chiavetta USB più sicura che non teme minacce. Ma prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, Per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr, per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluta. Read the full article
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altabattery00 · 3 years ago
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Recensione delle cuffie da gioco Master & Dynamic MG20(3)
【Se il tuo smartphone,tablet,smart TV ha bisogno di sostituire la batteria o l'alimentatore,puoi cliccare su:altabatteria.com.Siamo specializzati nella fornitura di batterie e alimentatori sostituibili per case intelligenti come smartphone,tablet,laptop,smart TV,cuffie intelligenti,console di gioco portatili,orologi indossabili,diserbo,aspirapolvere,lavastoviglie e altre case intelligenti.】
Puoi connetterti a una PS4, PS5 o PC utilizzando il dongle a bassa latenza incluso per un'ottima connessione che resiste a una certa distanza o cablato se preferisci, mentre il Bluetooth funzionerà anche con cellulari e PC.
Tuttavia, mentre ci sono alcuni codec aptX qui per i giochi mobili senza ritardi, non c'è davvero nient'altro di cui scrivere a casa sul lato delle funzionalità e penseremmo che per questo prezzo potresti volere una cancellazione attiva del rumore (ANC) per isolare davvero il tuo suono. Ma no, niente dadi.
Allo stesso modo, siamo rimasti un po' delusi dalla durata della batteria dell'MG20, che è dichiarata a 22 ore, ma spesso è durata molto meno per noi. Questo è stato anche con uno spegnimento dopo la fine di una sessione di gioco, piuttosto piuttosto che fare affidamento su una funzione di rilevamento della testa che in teoria dovrebbe comunque farlo per noi.
Tuttavia, la connessione alla nostra PS5 è stata un processo semplice e ha funzionato in modo affidabile, e quella connessione non si è mai interrotta inaspettatamente. Ricevi anche un suono di avviso morbido per farti sapere che la batteria si sta esaurendo, anche se questo ti darà solo pochi minuti prima l'auricolare si spegne completamente.
Si ricarica tramite USB-C, come speri, il che significa che non devi preoccuparti di ospitare un cavo extra nella tua routine. M&D fornisce anche l'auricolare con una bella custodia per il trasporto in tessuto pesante, con tasche su misura per il microfono e un cavo di ricarica e una parte superiore a chiusura magnetica, che è qualcosa che abbiamo adorato usare per la conservazione.
Infine, l'auricolare ha microfoni integrati in modo da poter rispondere alle chiamate senza bisogno del microfono ad asta e, sebbene il pickup del microfono non sia particolarmente buono, è più che funzionale e un bel tocco.
Verdetto
Ci è piaciuto molto usare l'MG20, ma se rappresenti un buon rapporto qualità-prezzo non è una domanda così semplice. Tuttavia, questa è senza dubbio una delle cuffie da gioco più lussuose in circolazione; è bella e si sente benissimo.
Se fosse meno costoso, ci staremmo più dietro con tutto il cuore, ma a questo prezzo potresti acquistare più di una delle nostre altre cuffie preferite e ottenere lo stesso livello di prestazioni audio (o migliori).
Se ti interessa particolarmente l'aspetto e la sensazione della tua tecnologia - e più potenza per te - allora non rimarrai deluso dall'MG20, ma in questo momento la sua proposta di valore non sarà del tutto giusta per la maggior parte delle persone.
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mostrogobbo · 7 years ago
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La vera natura dei giganti
Era una torrida estate (anzi, fine estate) quando mi sono appassionata ad Attack on Titan. Ero stata in vacanza con amici e il mio compagno, rimasto a casa, si era fatto una maratona della prima stagione dell'anime. Quando sono tornata mi ha consigliato di guardarlo mettendomi a parte del binge watching a cui si era sottoposto: STRANO! Lui che riesce a reggere a malapena un episodio e poi si distrae perchè vuole armeggiare al pc o dietro ai suoi lavori artistici. Così ho iniziato a guardare il primo episodio (non sono mai stata una grande fan di manga e anime, ho sempre preferito libri, serie e film) e devo dire che la cosa che mi ha agganciato subito è stato lo Smiling Titan. Ricordo di averlo trovato tremendamente inquietante, molto più inquietante dell'Armored e del Colossal perchè quei due sembravano possedere nello sguardo la vivace determinazione dell'intelletto umano.
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Lo Smiling Titan invece sembrava guidato da una forza superiore, ha puntato dritto su casa Jaeger e si è divorato Carla dopo averla strizzata e aver brutalizzato il suo corpo già spezzato: che scena terribile, tutta sotto gli occhi di Eren e Mikasa. E ricordo di aver amato immensamente la scelta di mostrarci Hannes, l'ubriacone di buon cuore che dovrebbe salvare maldestramente tutti, ritrovarsi al cospetto di un orrore di cui, alla fine, la milizia cittadina aveva solo sentito parlare e contro il quale sbattevano la faccia solo gli Scout. E Hannes, di fronte all'orrore di questo sguardo vuoto, di questa bocca idiota eternamente affamata, fugge riuscendo a portarsi via giusto i due bambini, lasciando Carla al proprio destino. Ecco, difficilmente riesco a ricordare un momento tanto emozionante in un prodotto d'intrattenimento e Attack on Titan me ne ha regalati tantissimi altri dopo questo. Ma l'argomento di oggi parte dallo Smiling Titan. Essendo un'appassionata dei film sugli zombie di George Romero, ho pensato subito che tutti i giganti ad eccezione del Colossal, dell'Armored e dell'Attacking, somigliassero ad enormi morti viventi guidati dallo stesso desiderio primario: non il fare del male o il distruggere, ma una fame inestinguibile e, probabilmente, arsi da un dolore dovuto all'impossibilità di nutrirsi.
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Ad oggi sono ancora più convinta che la rassomiglianza con gli zombie sia piuttosto consistente anche alla luce delle scoperte che sono state fatte nel manga, soprattutto gli studi che Hanji ha condotto sui Mindless catturati e la rivelazione di Bertholdt a proposito della posizione degli Shifter sulla nuca del gigante con la possibilità di spostare la propria coscienza all'interno del sistema nervoso del costrutto.
Esaminiamo un attimo i mindless titan che conosciamo meglio come lo Smiling Titan, che sappiamo essere la povera Dina Fritz e diversi altri, non ultimi quelli trasformati da Zeke a Ragako. Se proviamo a guardare solo gli occhi dello Smiling Titan ci troveremo tutta la tristezza della sua condizione. Sappiamo da Ymir che quando si viene trasformati in Mindless si resta coscienti ed è come vivere intrappolati in un lungo, interminabile incubo (che nel suo caso è durato ben sessant'anni).
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Occhi tristi quelli dello Smiling Titan, gli occhi con cui ha guardato Grisha l'ultima volta, forse comprendendo e condividendo con lui l'orrore di aver generato un figlio per il solo bisogno di rivalsa e, detto fra noi, ho la convinzione che dietro all'incontro fra Dina e Grisha ci sia stato proprio Krueger che ha mandato l'ultima Fritz come femmina dal sangue prezioso per ottenere un ben più prezioso erede. Un plasmabile, straordinario bambino. Così Dina viene trasformata ed il suo ultimo pensiero, sopraffatto dal dolore è di ritrovare Grisha, lei glielo giura che lo ritroverà, che tornerà da lui. E con buona pace della povera Carla, Dina c'è riuscita. Mutata in un mostro decerebrato ma viva al suo interno, impossibilitata a fare qualsiasi cosa se non perdurare nell'incubo, l'unico carburante di quello straordinario motore che è il Mindless è stato il suo ultimo viscerale desiderio. Tornare da Grisha.
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Abbiamo un altro esempio di un mindless mosso da qualcosa di diverso dalla semplice fame ed è il Talking Titan che divora Ilse Langnar: un'altra "lei", per altro che mossa dall'immensa fede e amore per Ymir, ritrovandosi di fronte ad una ragazza che poteva somigliarle prova a combattere contro quella fame, contro l'incapacità di interagirci come avrebbe fatto da "umana" e alla fine perde ma prima di farlo si strazia per il dolore di ciò che sarà costretta a fare. Anche qui abbiamo gli stessi occhi tristi di Dina Fritz ma una bocca insaziabile fissata in un rictus di morte che poco si sposa con l'espressione del volto. Vediamo anche i Mindless di Eren e di Ymir, come esempio. Eren viene trasformato da Grisha in un momento di paura e di incomprensione e quello che ne emerge è un gigante dalle fauci smisurate ma dagli occhi grandi e spaventati del bambino-Eren che abbiamo visto giusto la vignetta prima.
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Ymir è un altro caso: quando viene trasformata sulle mura di Marley la sua paura si trasforma in disillusione e la sua espressione si smarrisce mentre precipita, vivendo come ultimo pensiero la gioia di essere esistita anche solo per qualche tempo, trattata come una piccola regina.
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Il suo mindless ha lo sguardo vacuo ed assente di una persona dal cervello svuotato ma, anche in questo caso, le sue fauci raccontano la stessa storia della sua fame insaziabile che la porterà a divorare Marcel Galliard, rubandogli il Jaw Titan. C'è poi il caso del gruppo dei seguaci di Grisha che vengono trasformati in sequenza (il Beard Titan, quello che si mangia Eren e il Peering Titan, quello con gli occhi Kawaii): la loro espressione varia dall'assente (quella del Beard) a quella intenta e furiosa (quella del Peering). Cos'hanno pensato queste persone quando hanno subito l'iniezione letale e sono state gettate dalle mura? Qual è stato il loro ultimo pensiero, il loro ultimo desiderio, la loro ultima paura?
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Gli Zombie di George Romero sono mossi dal medesimo istinto e anche loro, soprattutto i morti più "freschi", sembrano non essere coscienti del loro essere morti e il desiderare tornare a fare ciò che stavano facendo prima, nell'esatto momento della morte o nella vita. Sono mossi da qualcosa di molto forte o molto vicino come Stephen nel film "Zombi" che, una volta morto e "risvegliato", torna a cercare sua moglie per puro istinto, non certo per divorarla... ma sappiamo cosa sarebbe successo se l'avesse trovata. E il famoso "Bub", lo zombi "buono" di "Il giorno degli Zombi" che viene istruito dal dottor Logan e spinto a far funzionare ciò che resta del suo cervello, la parte che non è marcita (non ancora) a ricordare come usare un rasoio, ad emozionarsi nell'ascoltare la musica, a parlare al telefono "Dì ciao a zia Alicia, Bub!".
Vediamo quindi i giganti di Ragako, trasformati da Zeke. Questi giganti sembrano avere un'espressione diversa, meno furiosa rispetto ai giganti creati da Marley, come se fossero stati colti dalla trasformazione nel mezzo delle loro normali attività. Un esempio? I genitori di Connie. La madre, addirittura, riesce a parlare e dire a suo figlio "Bentornato a casa" come se non si stesse rendendo conto del tutto di essere stata mutata in un'aberrazione genetica. Il suo gigante è così malformato da essere inutile, impossibilitato a muoversi, forse perchè la volontà della donna è stata così forte da inceppare la trasformazione ad un certo punto.
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Il padre addirittura è un gigante "piccolo", quasi di dimensioni umane, dall'aspetto compassato e sereno, lo stesso che aveva nel ritratto con il resto della famiglia. Anche il famigerato Glottonous Titan ha occhi grandi ed espressivi e un'espressione quasi allegra (qualcuno dice che possa essere uno dei fratellini di Connie, che tristezza!).
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Si può quindi assumere che qualcosa della persona resti dentro il Mindless, pensiamo anche a Rod Reiss che pur nella sua forma mostruosa, ignora il gruppetto di Eren e degli Scout per puntare direttamente verso la città, senza alcuna esitazione.
Ma cos'è che resta dentro di loro? Ufficialmente, non si sa. Io credo che si tratti del midollo spinale che sappiamo essere un motore molto importante in fatto di creazione di giganti (Zeke per esempio, sembra usare il proprio, unito al famoso "grido" per accendere la trasformazione e poi comandarli). Il midollo spinale in particolare locato all'altezza della nuca del Mindless, il punto che, se colpito, "spegne" il gigante e, lo stesso punto che negli Shifter protegge proprio lo Shifter che, dal racconto di Bertholdt, sappiamo trovarsi parzialmente fuso alla colonna vertebrale del gigante con il sistema nervoso raddoppiato.
Esaminiamo quindi, in ultimo, cosa succede al cervello durante e negli attimi subito successivi alla morte del corpo. Dopo la morte, il cervello continua infatti a funzionare per circa dieci minuti. Quando viene definita la morte di un corpo? Quando il cuore cessa di battere, quando l'apparato respiratorio e circolatorio smettono di funzionare: il corpo si sta spegnendo e la vita cessa. Si può dire, tuttavia, che il cervello sia l'ultimo organo ad "arrendersi" quando il resto del corpo è oramai privo del soffio della vita.
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(Stephen, Karen e Bub: anche dopo la morte ricordavano, amavano e potevano imparare ma restano schiavi del loro attuale stato d’esistenza e per loro esiste un’unica spinta: divorare carne umana.)
L'attimo prima della morte, infatti, sembra che il cervello riceva una grande quantità di stimoli elettrici e nessuno è ancora riuscito a spiegare con precisione come questo accada mentre, contemporaneamente, l'ossigeno inizia a calare. Dopo che il cuore ha smesso di battere ed il respiro si è fermato, si può restare coscienti fra i due e i venti secondi; questo perchè la corteccia cerebrale riesce a sopravvivere senza ossigeno per qualche tempo. Questa parte del cervello è responsabile del "pensare" e del prendere decisioni oltre che il convertire le informazioni raccolte da tutti i nostri sensi, in azioni. A questo punto, il cervello inizia ad attraversare il suo ultimo minuto di vita: le cellule cerebrali attivano collegamenti chimici che iniziano a guidare tutto l'organismo verso la sua fine. Solo una pompa di ossigeno ci separa dal nostro ultimo istante. Se qualcuno cercasse di far ripartire il nostro cuore tramite una stimolazione o un cpr, il cervello riceverebbe abbastanza ossigeno per potersi risvegliare: privato completamente dell'ossigeno, il cervello non potrebbe far altro che iniziare la sua resa. Gran parte del cervello è oramai morta ma c'è un'ultima zona che non sembra volersi arrendere così facilmente: il centro della memoria, dove sono contenuti i ricordi più emozionanti che abbiamo mai sperimentato. Quest'area del cervello non è colpita troppo pesantemente dalla perdita di sangue nemmeno dopo ferite piuttosto gravi: è l'ultima parte del cervello che si spegne. Prima di cessare la sua attività, il centro della memoria invia dei "flash" di ricordi della vita come se scorressero proprio davanti agli occhi. Quando i medici staccano i supporti vitali da pazienti terminali dichiarati clinicamente morti, il cervello sembra rimanere attivo per più di dieci minuti. Controllando tramite elettroencefalogramma, i medici hanno riscontrato attività cerebrali molto differenti fra paziente e paziente, questo perchè ognuno sembra vivere un'esperienza diversa come diverse sono state le loro vite. Due giorni dopo la morte, circa mille geni sono ancora al lavoro all'interno del corpo. Alcuni di questi geni sono altamente reattivi e sono hanno un'attività molto importante: come attivare il sistema immunitario e contrastare lo stress. In parte però sono geni la cui attività è stata documentata solo durante lo sviluppo dell'embrione: è possibile che l'organismo cerchi di difendersi dalla morte attuando un'"inversione cellulare"? In alcuni casi è stato possibile verificare una crescita di cellule tumorali anche a due giorni dopo la morte dell'organism: qual è lo scopo chimico di generare cellule tumorali dopo che l'organismo ha cessato di vivere? Un'altra domanda che non ha ancora ricevuto risposta. E' difficile definire la morte di un organismo quando alcune sue funzioni di base, come quelle cerebrali, sono ancora attive.
La mia domanda quindi è: potrebbe esserci una possibilità di far tornare i Mindless "persone" senza necessariamente imbarcarsi nel ciclo infinito di mindless > divora shifter > diventa shifter > viene divorato da mindless?
Dietro ai giganti di Attack on Titan c'è qualcosa di mastodontico, una scienza monumentale che li ha progettati esattamente così. Ma di chi era la mano iniziale? Di Ymir Fritz? Del Diavolo di tutte le terre? Qual è la fonte del potere che, come l'albero della Scienza del Bene e del Male può contenere tutto il sapere del creato, tanto da renderti onnisciente quanto Dio, può trasformarsi in una terribile maledizione?
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