#passione giovanile
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I ragazzi che si amano – Un inno all’amore puro e senza confini di Jacques Prévert. Recensione di Alessandria today
Una poesia che celebra l’intensità del primo amore, sfidando il giudizio della società e le convenzioni.
Una poesia che celebra l’intensità del primo amore, sfidando il giudizio della società e le convenzioni. Biografia dell’autore.Jacques Prévert (1900-1977) è stato uno dei più grandi poeti e sceneggiatori francesi del XX secolo. Nato a Neuilly-sur-Seine, ha lavorato come autore teatrale e sceneggiatore cinematografico, collaborando con registi come Marcel Carné. La sua opera poetica,…
#Alessandria today#amore e ribellione#amore giovanile#amore giovanile poesia.#Arte poetica#capolavori della poesia#celebrazione dell’amore#emozioni e poesia#Emozioni universali#Google News#I RAGAZZI CHE SI AMANO#italianewsmedia.com#Jacques Prévert#LETTERATURA CONTEMPORANEA#letteratura mondiale#Letture consigliate#letture di qualità#libertà dei sentimenti#Magia dell’amore#Paroles#passione giovanile#Pier Carlo Lava#poesia d’amore#poesia d’autore#poesia d’ispirazione#poesia e passione#poesia evocativa#poesia francese#poesia per giovani#poesia romantica
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Da Auckland con amore
È da un po' che ho una certa passione per la Nuova Zelanda. Molta gente sa a mala pena che questo paese esiste oppure non sa nemmeno dove si trova, ma io invece mi rendo conto che la Nuova Zelanda è produttrice di una serie di cose fichissime.
La Nuova Zelanda, non l'Australia. Non fraintendetemi, non ho niente contro l'Australia, penso che abbia una cultura molto fica: Barry Humphries, Ruby Rose, i surfisti, i tizi col cappello di feltro e le braghe corte che si azzuffano con i coccodrilli, il loro accento inglese che non è né britannico né statunitense.
Eppure l'Australia mi terrorizza come paese da visitare. Fra coccodrili, ragni grandi come Golden Retriever, scorpioni, serpenti lunghi un kilometro, ecc ecc ecc non la visiterei manco per sbaglio.
Invece pagherei oro per visitare la NZ (e probabilmente dovrei farlo davvero). È il paese dove hanno girato il Signore degli Anelli, una specie di Paradiso in Terra terra d'origine di Xena Principessa Guerriera dove Hobbit e Maori vivono in armonia.
Ho sentito che hanno un tasso di criminalità giovanile piuttosto alto però, ma l'Italia deve avercelo di sicuro non basso.
Sfortunatamente i soldi non crescono sui peri quindi penso dovrò aspettare un po' prima di andare nella Terra di Mezzo a sud del sud.
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Denys Maiorino, tra hip hop, calcio femminile e Vespe d’epoca

Che ci fa il logo di NPT, No Parla Tanto Records, la label del celeberrimo rapper Baby Gang sulla maglia del Calcio Lecco 1912 Women? E che c’entra l’hip hop italiano con il calcio femminile? A guidare un’operazione che sta mettendo insieme sport dilettantistico e hip hop non poteva che esserci che Denys Maiorino, 42 anni, manager e booking manager con oltre vent’anni di esperienza alle spalle nel settore musicale. «La musica continua ad essere il settore in cui opero, oggi con la mia Diamond Agency. Stiamo collaborando con tanti artisti di riferimento per la nuova stagione estiva e non solo… ma faccio anche molto altro», racconta Denys.
Se la musica è un business complicato, il bello dello sport è che le vittorie sono numeri e parlano da soli «Nel campionato 2023-2024 ero direttore sportivo dell’FC Lesmo Femminile», spiega Denys. «Con la Prima Squadra abbiamo vinto il campionato approdando in Serie C. Abbiamo anche vinto la Coppa Italia e la Coppa Lombardia e una nostra giocatrice ha vinto Pallone d’Oro. Abbiamo vinto tutte le 39 partite che abbiamo giocato tra campionato e Coppa Italia, segnando 174 gol e subendone solo 12».
Sono numeri da record che nascono dalla passione. Infatti, come l’amore per le due ruote e l’esperienza come meccanico specializzato hanno permesso a Denys di diventare “Il Boss delle Vespe” in TV e su YouTube. E soprattutto, di portare al successo anche Epoca Motors, un”officina specializzata in restauro, preparazione e riparazione di Vespa d’epoca, a Trezzo D’Adda – MI (Epocamotors.it). Anche cinque anni di successi come manager sportivo non nascono dalla voglia di fare solo business, ma dalla voglia di far crescere il calcio femminile.
«Ho iniziato ad appassionarmi al calcio femminile per caso, nel 2019. Mia figlia Denise aveva smesso di praticare Muay Thai e voleva iniziare a giocare a calcio a tutti i costi. Mi è subito piaciuto l’ambiente, più vicino ai veri valori dello sport rispetto a quello del calcio maschile, in cui già a livello giovanile, i genitori dei bambini urlano e litigano tra loro in tribuna. Durante le nostre partite l’atmosfera è diversa», spiega Denys.
Dopo aver lasciato il FC Lesmo Femminile in seguito ad alcune incomprensioni, oggi Denys Maiorino è General Manager del Calcio Lecco 1912 Women. Anche con questa nuova squadra i risultati sono già notevoli. Non solo dal punto di vista del numero delle ragazze, che è cresciuto enormemente per questa società. «Tutte le squadre giovanili sono prime alle fine del girone d’andata, tranne le ragazze delle Under 15, che si sono piazzate terze». La Prima Squadra, che gioca in Promozione, è formata da ragazze molto giovani, che hanno tra i 17 e i 18 anni e stanno facendo un ottimo campionato giocando contro calciatrici già adulte. «Giochiamo contro squadre molto più esperte della nostra, con calciatrici che spesso hanno già giocato in Serie C o addirittura in B, non è per niente facile».
Denys Maiorino sta poi provando ad unire show business e calcio femminile. «Calcio Lecco 1912 Women, dall’anno prossimo, probabilmente approderà in una categoria superiore e durante l’intervallo delle partite vorrei proporre veri show di artisti hip hop e non solo». Come già succede negli USA da tempo, gli eventi sportivi crescono quando propongono anche show e coinvolgono tutti, anche le famiglie e i più giovani, non solo gli appassionati di sport.
Nel frattempo, come dicevamo, sulla magliaCalcio Lecco 1912 Women vede il logo di NPT, No Parla Tanto Records, la label di Baby Gang. «Zaccaria è un ragazzo umile, che conosco bene. In passato ha avuto problemi con la legge ma è molto cambiato. Sta facendo diverse cose nel sociale e come noi crede nei valori dello sport. Come ho già detto in passato, chi è senza peccato scagli la prima pietra», spiega Denys.
Tornando ai risultati sportivi, i risultati sportivi delle squadre con cui collabora Denys Maiorino non arrivano per caso. «Tutti gli allenatori del Calcio Lecco 1912 Women hanno il Patentino B o C. Molti sono laureati in scienze motorie e Giovanni Lofaro, il nostro direttore tecnico, che ha avuto esperienze con il Brescia e con il Genova e con altre squadre importanti. Di lauree lui ne ha addirittura quattro!», spiega Denys, che presto tornerà in tv come Boss delle Vespe, su Sky Canale 809 e in contemporanea sul canale 244 del digitale terrestre. “In realtà Epoca Motors oggi la gestisce mia moglie, con condivide con me la passione per i motori. E’ la passione che ci permette di fare cose bellissime. Ad esempio, vedere ragazze felici che giocano a pallone in un contesto d’eccellenza come quello che sta diventando Calcio Lecco 1912 Women non ha prezzo, per me».
DENYS MAIORINO SU INSTAGRAM
https://www.instagram.com/denysmaios
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Denys Maiorino, tra hip hop, calcio femminile e Vespe d’epoca

Che ci fa il logo di NPT, No Parla Tanto Records, la label del celeberrimo rapper Baby Gang sulla maglia del Calcio Lecco 1912 Women? E che c’entra l’hip hop italiano con il calcio femminile? A guidare un’operazione che sta mettendo insieme sport dilettantistico e hip hop non poteva che esserci che Denys Maiorino, 42 anni, manager e booking manager con oltre vent’anni di esperienza alle spalle nel settore musicale. «La musica continua ad essere il settore in cui opero, oggi con la mia Diamond Agency. Stiamo collaborando con tanti artisti di riferimento per la nuova stagione estiva e non solo… ma faccio anche molto altro», racconta Denys.
Se la musica è un business complicato, il bello dello sport è che le vittorie sono numeri e parlano da soli «Nel campionato 2023-2024 ero direttore sportivo dell’FC Lesmo Femminile», spiega Denys. «Con la Prima Squadra abbiamo vinto il campionato approdando in Serie C. Abbiamo anche vinto la Coppa Italia e la Coppa Lombardia e una nostra giocatrice ha vinto Pallone d’Oro. Abbiamo vinto tutte le 39 partite che abbiamo giocato tra campionato e Coppa Italia, segnando 174 gol e subendone solo 12».
Sono numeri da record che nascono dalla passione. Infatti, come l’amore per le due ruote e l’esperienza come meccanico specializzato hanno permesso a Denys di diventare “Il Boss delle Vespe” in TV e su YouTube. E soprattutto, di portare al successo anche Epoca Motors, un”officina specializzata in restauro, preparazione e riparazione di Vespa d’epoca, a Trezzo D’Adda – MI (Epocamotors.it). Anche cinque anni di successi come manager sportivo non nascono dalla voglia di fare solo business, ma dalla voglia di far crescere il calcio femminile.
«Ho iniziato ad appassionarmi al calcio femminile per caso, nel 2019. Mia figlia Denise aveva smesso di praticare Muay Thai e voleva iniziare a giocare a calcio a tutti i costi. Mi è subito piaciuto l’ambiente, più vicino ai veri valori dello sport rispetto a quello del calcio maschile, in cui già a livello giovanile, i genitori dei bambini urlano e litigano tra loro in tribuna. Durante le nostre partite l’atmosfera è diversa», spiega Denys.
Dopo aver lasciato il FC Lesmo Femminile in seguito ad alcune incomprensioni, oggi Denys Maiorino è General Manager del Calcio Lecco 1912 Women. Anche con questa nuova squadra i risultati sono già notevoli. Non solo dal punto di vista del numero delle ragazze, che è cresciuto enormemente per questa società. «Tutte le squadre giovanili sono prime alle fine del girone d’andata, tranne le ragazze delle Under 15, che si sono piazzate terze». La Prima Squadra, che gioca in Promozione, è formata da ragazze molto giovani, che hanno tra i 17 e i 18 anni e stanno facendo un ottimo campionato giocando contro calciatrici già adulte. «Giochiamo contro squadre molto più esperte della nostra, con calciatrici che spesso hanno già giocato in Serie C o addirittura in B, non è per niente facile».
Denys Maiorino sta poi provando ad unire show business e calcio femminile. «Calcio Lecco 1912 Women, dall’anno prossimo, probabilmente approderà in una categoria superiore e durante l’intervallo delle partite vorrei proporre veri show di artisti hip hop e non solo». Come già succede negli USA da tempo, gli eventi sportivi crescono quando propongono anche show e coinvolgono tutti, anche le famiglie e i più giovani, non solo gli appassionati di sport.
Nel frattempo, come dicevamo, sulla magliaCalcio Lecco 1912 Women vede il logo di NPT, No Parla Tanto Records, la label di Baby Gang. «Zaccaria è un ragazzo umile, che conosco bene. In passato ha avuto problemi con la legge ma è molto cambiato. Sta facendo diverse cose nel sociale e come noi crede nei valori dello sport. Come ho già detto in passato, chi è senza peccato scagli la prima pietra», spiega Denys.
Tornando ai risultati sportivi, i risultati sportivi delle squadre con cui collabora Denys Maiorino non arrivano per caso. «Tutti gli allenatori del Calcio Lecco 1912 Women hanno il Patentino B o C. Molti sono laureati in scienze motorie e Giovanni Lofaro, il nostro direttore tecnico, che ha avuto esperienze con il Brescia e con il Genova e con altre squadre importanti. Di lauree lui ne ha addirittura quattro!», spiega Denys, che presto tornerà in tv come Boss delle Vespe, su Sky Canale 809 e in contemporanea sul canale 244 del digitale terrestre. “In realtà Epoca Motors oggi la gestisce mia moglie, con condivide con me la passione per i motori. E’ la passione che ci permette di fare cose bellissime. Ad esempio, vedere ragazze felici che giocano a pallone in un contesto d’eccellenza come quello che sta diventando Calcio Lecco 1912 Women non ha prezzo, per me».
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The Tennis Court: A Journey to Discover the World’s Greatest Tennis Courts by Nick Pachelli My rating: 5 of 5 stars Regalo di moglie, e che regalo amici. Mi fa sorridere soprattutto che un progetto del genere -più contenuto sia chiaro- l'avevo messo in piedi con due carissimi amici. i protagonisti erano i campetti da basket di Milano. Se per caso la cosa dovesse interessarvi trovate tutto qui: BECONCRETEMILANO. Ma torniamo al libro. Questo mattone mastodontico è un'opera, o per meglio dire una vera e propria dichiarazione d'amore, che esplora duecento dei campi da tennis più affascinanti e iconici del mondo. Attraverso fotografie mozzafiato e descrizioni dettagliate, il libro mette in luce l'unicità di ogni campo, influenzata da elementi come superficie, spazio, vento, acustica, pubblico, ombre, umidità e tutto ciò che lo rende unico al mondo. Tra i campi presentati vi sono quelli più celebri, come l'All England Lawn Tennis Club di Wimbledon, noto per l'impiego di un falco per mantenere puliti i prati, e il Court Philippe-Chatrier del Roland Garros, il cui terreno in terra battuta assume sfumature diverse a seconda della luce. Ma la vera figata non sono i campi più conosciuti e frequantati, ma le perle nascoste, come il Tennis Club San Stin a Venezia, un campo in terra battuta all'aperto nascosto dietro una villa e una parete di 4,5 metri ricoperta di viti. L'autore, Nick Pachelli, è un giornalista, fotografo e soprattutto tennista che sa come si tira un dritto dall'altra parte del campo. Cresciuto sui campi da tennis del New Mexico, ha giocato nel circuito giovanile, classificandosi tra i migliori singolaristi e doppisti del sud-ovest degli Stati Uniti, prima di interrompere la carriera universitaria nel tennis. Successivamente è tornato a competere in tornei per adulti sia a livello nazionale che internazionale. E credetemi, questo fa tutta la differenza del mondo. L'intimità delle foto è raggiunta grazie all'enorme comprensione che ha l'autore verso il gioco del tennis. "The Tennis Court" non è solo una celebrazione visiva del tennis, ma anche un tributo alla passione e all'ossessione che questo sport può ispirare, offrendo ai lettori un viaggio unico attraverso la cultura tennistica globale. View all my reviews


#recelibri#The Tennis Court: A Journey to Discover the World’s Greatest Tennis Courts#Nick Pachelli#tennis#fotografia
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La magia di Anfield: I giovani talenti che stanno scrivendo la nuova storia del Liverpool
I.Introduzione
Liverpool, una città che respira calcio e vive di passione, si trova oggi all’alba di una nuova era. La sua storia è intrecciata con quella del Liverpool Football Club, un’istituzione che non è solo una squadra, ma un simbolo di identità, orgoglio e resilienza. Oggi, però, il fulcro di questa narrazione si sposta verso una nuova generazione di talenti, giovani giocatori che portano con sé sogni ambiziosi e un potenziale inesplorato. Questi ragazzi non sono solo il futuro del club, ma rappresentano una speranza concreta per una rinascita sportiva ed economica.
Il calcio, infatti, non è solo un gioco: è un motore che muove economie, crea opportunità e unisce comunità. E in questo contesto, la nuova generazione del Liverpool si trova a giocare un ruolo cruciale. Non si tratta solo di segnare gol o vincere trofei, ma di diventare protagonisti di un cambiamento più ampio, capace di influenzare il tessuto sociale e finanziario della città.
In questo articolo, esploreremo come il talento di questi giovani stia ridefinendo le regole del gioco, non solo sul campo, ma anche fuori da esso. Attraverso storie di impegno, sacrificio e successo, scopriremo come il calcio possa essere una leva per il rilancio di una città e come Liverpool stia investendo nelle sue nuove stelle per costruire un futuro luminoso.
La nuova generazione del Liverpool non è solo una promessa: è una realtà in divenire, pronta a lasciare il segno. E il loro talento, unito alla visione di chi li guida, potrebbe essere la chiave per un nuovo capitolo di gloria.
II. Il ruolo dei giovani nello sviluppo economico
Nel contesto del Liverpool Football Club, la "regola di Giovanni" rappresenta una filosofia innovativa che mira a trasformare l’economia del club e della città attraverso il talento giovanile e la valorizzazione della completini calcio. Questo approccio, ispirato da una visione a lungo termine, si basa su tre pilastri fondamentali: investimento nei giovani, innovazione strategica e identità culturale.
Investimento nei giovani
La regola di Giovanni pone al centro i giovani talenti, considerandoli non solo come futuri calciatori, ma come motori economici. Attraverso l’accademia giovanile e programmi di formazione avanzati, il Liverpool sta creando una generazione di giocatori in grado di competere ai massimi livelli. Questo investimento si traduce in un ritorno economico significativo, sia attraverso la vendita di giocatori di valore, sia attraverso il successo sportivo che attira sponsorizzazioni e tifosi.
Innovazione strategica
Il club ha adottato tecnologie all’avanguardia, come l’analisi dei dati e la realtà virtuale, per ottimizzare le prestazioni dei giovani e ridurre i rischi di infortuni. Inoltre, il Liverpool sta esplorando nuove fonti di reddito, come i partenariati internazionali e i progetti di sostenibilità, che contribuiscono a diversificare l’economia del club.
Identità culturale: la maglia Liverpool
La maglia Liverpool non è solo una divisa: è un simbolo di appartenenza e orgoglio. La regola di Giovanni prevede di sfruttare questo potenziale culturale per creare un’economia basata sulla passione dei tifosi. Attraverso il merchandising, gli eventi e le iniziative comunitarie, il Liverpool sta trasformando la maglia in un veicolo di crescita economica e sociale.
Unendo questi elementi, la regola di Giovanni sta guidando un vero e proprio rivolgimento economico, che non si limita al calcio, ma si estende alla città di Liverpool. Questo approccio dimostra come il talento giovanile e l’identità culturale possano diventare strumenti potenti per costruire un futuro prospero e sostenibile.
III. Le iniziative per valorizzare il talento giovanile
Il Liverpool Football Club, consapevole dell’importanza di investire nelle nuove generazioni, ha messo in campo una serie di iniziative mirate a individuare, formare e valorizzare i giovani talenti. Questi programmi non si limitano al semplice sviluppo delle abilità calcistiche, ma puntano a creare una cultura del talento che coinvolga l’intera comunità e contribuisca alla crescita del club e della città.
Uno degli strumenti chiave è l’accademia giovanile del Liverpool, un centro d’eccellenza che offre ai ragazzi un percorso formativo completo, sia sul campo che fuori. Qui, i giovani giocatori non solo affinano le loro tecniche, ma ricevono anche un’educazione scolastica e un supporto psicologico, per garantire uno sviluppo equilibrato. L’obiettivo è formare atleti completi, capaci di affrontare le sfide del calcio moderno con maturità e professionalità.
Inoltre, il club collabora con scuole locali e organizzazioni sportive per individuare talenti in età precoce. Attraverso tornei, clinic e programmi di scouting, il Liverpool cerca di dare opportunità a ragazzi di ogni estrazione sociale, promuovendo l’inclusione e la diversità. Questo approccio non solo amplia il bacino di talenti, ma rafforza anche il legame tra il club e la comunità.
Un altro aspetto fondamentale è l’investimento in tecnologia e innovazione. Il Liverpool utilizza strumenti avanzati, come l’analisi dei dati e la realtà virtuale, per monitorare le prestazioni dei giovani e personalizzare i loro allenamenti. Questi strumenti permettono di ottimizzare il potenziale di ogni giocatore, riducendo al contempo il rischio di infortuni.
Infine, il club promuove iniziative per preparare i giovani al futuro, anche al di fuori del calcio. Programmi di formazione professionale e corsi di leadership aiutano i ragazzi a sviluppare competenze trasversali, utili per qualsiasi carriera scelgano di intraprendere. Questo approccio olistico riflette la visione del Liverpool: i giovani non sono solo giocatori, ma individui con un potenziale illimitato.
Queste iniziative dimostrano come il Liverpool non stia solo cercando di vincere partite, ma stia costruendo un futuro solido, basato sul talento, l’innovazione e l’impegno verso la comunità.
IV. Le sfide da superare
Nonostante il potenziale e le opportunità offerte ai giovani talenti del Liverpool, il percorso verso il successo non è privo di ostacoli. Una delle principali sfide è la concorrenza sempre più agguerrita nel mondo del calcio moderno. Con club di tutto il mondo che investono ingenti risorse per scoprire e sviluppare giovani promesse, i ragazzi del Liverpool devono dimostrare di essere non solo talentuosi, ma anche resilienti e determinati.
Un’altra difficoltà è rappresentata dalla pressione psicologica a cui sono sottoposti i giovani giocatori. Passare dalle categorie giovanili alla prima squadra, o addirittura al calcio professionistico, richiede una grande maturità emotiva. La paura di deludere le aspettative, il confronto con giocatori affermati e la gestione dei media possono diventare un peso significativo.
Inoltre, il rischio di infortuni è una minaccia costante per i giovani atleti. Un infortunio grave può interrompere una carriera promettente, soprattutto se non gestito con attenzione. Il club deve quindi bilanciare l’ambizione di far crescere i talenti con la necessità di proteggere la loro salute fisica e mentale.
Un’altra sfida è legata alla sostenibilità economica dei programmi giovanili. Investire in accademie e strutture di alto livello richiede risorse significative, e non sempre i risultati sono immediati. Il Liverpool deve quindi continuare a trovare un equilibrio tra investimenti a lungo termine e la necessità di risultati a breve termine.
Infine, c’è il tema dell’inclusione e dell’accesso alle opportunità. Non tutti i giovani talenti hanno la possibilità di accedere a programmi di formazione di alto livello a causa di barriere economiche, sociali o geografiche. Il club deve lavorare per garantire che il talento sia l’unico criterio per il successo, creando percorsi accessibili per tutti.
Superare queste sfide richiede una visione a lungo termine, un impegno costante e una collaborazione tra il club, i giovani giocatori e la comunità. Solo così il Liverpool potrà continuare a essere un faro per i talenti emergenti, trasformando le difficoltà in opportunità di crescita.
V.Conclusione
La nuova generazione del Liverpool Football Club si erge come una speranza rinnovata, non solo per i tifosi del fabled club, ma anche per la città di Liverpool stessa. I giovani talenti che ora emergono dal sistema di formazione del club rappresentano il frutto di anni di investimento, strategia e passione, e sono destinati a lasciare un'impronta indelebile sul palco del calcio mondiale.
Abbiamo visto come questi giovani non sono solo futuri calciatori, ma anche potenziali embassador di una città che si reinventa. Attraverso il loro talento e impegno, Liverpool può aspirare a ripristinare la sua antica gloria e contemporaneamente a lanciare un messaggio di fiducia e rinascita. Le iniziative prese dal club per valorizzare il talento giovanile sono state illustrate, evidenziando un impegno crescente verso una formazione completa e una preparazione adeguata ai desideri del mondo del football contemporaneo.
Tuttavia, come abbiamo analizzato, il cammino verso il successo è disseminato di sfide. La concorrenza è serrata, la pressione psicologica è alta, e il rischio di infortuni è sempre presente. Ma proprio affrontando queste difficoltà che i veri leader si rivelano, e il Liverpool, con la sua lungimiranza e determinazione, è ben preparato per affrontare questi ostacoli.
Quindi, mentre ci immergiamo nella storia ancora da scrivere di questi giovani talenti, dobbiamo fare affidamento sulla loro passione, sulla loro resistenza e sulla loro voglia di combattere. La nuova generazione del Liverpool è pronta a prendere il testimone, e con essa, la speranza di un futuro migliore per il calcio e per la città di Liverpool. Insieme, possiamo attendere con ansia di vedere quali meraviglie saranno capaci di realizzare, perché la storia del Liverpool Football Club è lungi dall'essere conclusa, e la sua nuova generazione è appena all'inizio del suo incredibile viaggio.
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"Guardare attraverso le lenti...dell'amore" .... 5 Historical Romance con protagoniste intelligenti, caparbie, vivaci e ...munite di Occhiali !
"Scandalo"- di Amanda Quick - La protagonista è Emily Faringdon , ragazza con un grande talento per gli investimenti finanziari ed una grande passione per la letteratura rosa e la poesia.
Da quando la sua reputazione è stata irrimediabilmente compromessa per una sconsideratezza giovanile, Emily Faringdon si è rassegnata a trascorrere da nubile il resto dei suoi giorni. Tuttavia, la tenuta di famiglia da amministrare, le rendite del padre e dei fratelli da gestire, e la grande passione letteraria che la spinge a comporre versi rendono la sua esistenza piena e appagante. Finché Emily non si ritrova coinvolta in una fitta corrispondenza, scoprendosi perdutamente innamorata del sensibile, colto e intelligente Simon Augustus Traherne. Ma il misterioso conte di Blade non è affatto come sembra ed Emily, a conoscenza della vera ragione delle profferte amorose dell’uomo, sa di dover conquistare a ogni costo il suo gelido cuore prima che i demoni del passato distruggano il suo unico grande amore.

https://www.amazon.it/Scandalo-Leggereditore-Amanda-Quick-ebook/dp/B0B7SLP48H/ref=sr_1_1?crid=1LUA238GABNRJ&dib=eyJ2IjoiMSJ9.P75bRtno8-L8smfaDtM_Gr4eJ6Qk8Bc6CeDya-jLt4eVq60PJpFoo1tVCAjzdHzReiiGGpbQDSbRKA7k4zbBUvVWC6aS3U2P0OShN6_lO-YSh7E9QDl3jgnjPzzv_Y151Mjl2gawCg-BF703TQvVzlWna-7ttFa3miP1ECHLrCM.r-YJga4jniGR_Sj_0ssANV2wOX1EBBNe2DAtqda1Gqo&dib_tag=se&keywords=scandalo+amanda+quick&qid=1740839619&sprefix=scandalo+amanda+%2Caps%2C117&sr=8-1
"Mai con quel duca" - (Serie "Would-Be Wallflowers" Vol. 3) - di Eloisa James . La protagonista è Stella Corsham, una Lady che "sfida le convenzioni affrontando le sale da ballo con gli occhiali anche se la società vorrebbe che le signore si muovessero alla cieca durante i ricevimenti". Una ragazza coraggiosa, intelligente, anticonformista.
Non sono certo gli occhiali né le lentiggini né tantomeno la forma rotondetta che hanno circondato lady Stella di pretendenti, e sicuramente tra questi cacciatori di dote non figura l'affascinante Silvester Parnell, duca di Huntington, che rifugge l'originalità e si è impegnato col suo migliore amico in una sfida per conquistare il diamante della Stagione. Ma il fato spinge Stella e Silvester una contro l'altro ancora e ancora e ancora... per tutte le ragioni sbagliate. E se Stella preferirebbe qualsiasi altro uomo a un duca che non la vuole, Silvester si rende conto che quella stravagante rossa è l'unica possibile duchessa per lui. Convincerla della sua sincerità, però, sarà un vero problema.

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"L'amore è cieco" - di Lynsay Sands - La protagonista è Clarissa Crambray, una ragazza dolce e buona che vive , per colpa della sua matrigna, in un mondo sfocato e privo di gioia. Con tenacia e amore riuscirà a riemergere dalle ombre e a riprendere in mano la sua vita.
Pestare i piedi a un possibile pretendente, o dare fuoco alla sua parrucca, non è il modo migliore per trovare marito. Purtroppo senza gli occhiali da vista, che la matrigna le vieta di portare, lady Clarissa Crambray rappresenta un potenziale pericolo per tutto il ton, finché a un ballo non incontra l'ombra confusa di un uomo irresistibile. Da quando è tornato dalla guerra, Adrian Montfort, conte di Mowbray, si è tenuto lontano dalla società a causa di una cicatrice che gli deturpa il volto. Per lui la semicecità di Clarissa è una benedizione, ma a incantarlo sono soprattutto la sua onestà e la sua intelligenza, capaci anche di accendergli un desiderio di cui ha un grande bisogno...

https://www.amazon.it/Lamore-cieco-I-Romanzi-Passione-ebook/dp/B00RLX237C/ref=sr_1_4?crid=3E2ORYN0OOJIB&dib=eyJ2IjoiMSJ9.t3o2krRthoxr0uIaghwvEzUXdALRc1_0HDdvRTKhWv425jK0iVEsqCZycOLcovxwncEuL3iJ9V9fGfdAOa0QihsoC0VP5Jsz5EMlW6B4Fn0w7BrGirfX-SUgLl903dYMiq3W4xulqjaUNVbjpxKk-zQTEVCU1fZKi-F0q0uLXn7krlhg5cSGDqXpS85jmDvzZ5Tma_b2FRVhZmb5ivGvxm2SJ_Wl4LDwQNp69NtRvXbEywuXS7oExyFGXFL1pZvf8PpteP2yTtITDYTuFgFIwWDxwjoHGt-z1q2kex8jJ2ZlbiVkLGvC7oiV8T7u3FXcCe4sbIKrFWoD2FZcSUdbEJSjnU9tl9_VNgyIkLjvi29JfFEB6BZoC7zRSm6qghr1E-VjCqDjEOCILWIKYrkJ-e3-_QTo6ar3oOexNx0YyNpt-7NnxEZEUVFf0Q0Q_zpo.TW3vqJAETsw-aqnnG2RciokEyDxjhNPtXPVTMuiOXJE&dib_tag=se&keywords=l%27amore+%C3%A8+cieco&qid=1740840880&sprefix=l%27amore+%C3%A8+cieco%2Caps%2C130&sr=8-4
"La colpa e il desiderio"- (Serie "The Rules of Scoundrels" vol.2) - di Sarah MacLean- La protagonista è Philippa Marbury, una giovane lady curiosa e ricca di ingegno. La sua sete di conoscenza abbraccia tanti aspetti della vita , e lotterà fino alla fine con astuzia e coraggio per raggiungere ciò che più desidera.
Bionda, occhialuta, bizzarra, lady Philippa Marbury ama i libri e le scienze, rifuggendo qualunque altro tipo di passione. La sua vita sembra aver trovato il giusto equilibrio: sta per sposare un uomo altolocato e insieme a lui vivrà dedicandosi ai suoi cani e ai suoi studi. Prima di compiere il grande passo, però, Pippa ha deciso che vuole sperimentare ciò che non ha mai provato prima, e per far questo ha bisogno di un insegnante adeguato, una canaglia insomma. Cross è l'uomo giusto, scaltro proprietario di una famigerata sala da gioco e grande esperto in ogni genere di dissolutezza: gioco d'azzardo, liquori, pugilato e... sesso. L'arrivo improvviso della ragazza lo sconvolgerà, ma a travolgerlo davvero sarà ben presto un sentimento diverso e incontrollabile...


https://www.amazon.it/gp/product/B0BWSV3GYT?ref_=dbs_m_mng_rwt_calw_tkin_1&storeType=ebooks
"Tuo per sempre" - (Correlato alla serie "Capital Theatre" - Spin off del Vol.2) di Lisa Kleypas - La protagonista è Caroline Hargreaves, una giovane donna apparentemente rigida e inflessibile, in verità molto legata al fratello, per il quale stringe un patto con l'uomo che più detesta al mondo. Il suo cuore e la sua intelligenza riusciranno a salvare più di una vita.
Andrew, lord Drake, è un famigerato libertino che non ha nessuna intenzione di ravvedersi, almeno fin quando il padre, sul letto di morte, non lo disereda per la sua condotta scandalosa. Timoroso di perdere fondi e posizione sociale, Andrew architetta un audace piano per convincere il genitore che è cambiato: corteggerà la rispettabile zitella Caroline Hargreaves, una donna che fino a quel momento non aveva degnato neppure di uno sguardo e che lo disprezza profondamente. Ma ciò che nessuno dei due ha messo in conto è che le bugie a volte possono trasformarsi in verità e che la passione può scoppiare quando meno lo si aspetta… Un romanzo coinvolgente, che trascinerà le lettrici nella Londra del 1833, dove ogni altezzoso contegno può essere perduto e ogni dissolutezza può trasformarsi in promessa d’amore.

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Blindo Office Cuspo Basket: Una sconfitta contro Tarditi Rosta, ma la squadra guarda avanti.
Un match combattuto al PalaCima di Alessandria, terminato con un 52-69.
Un match combattuto al PalaCima di Alessandria, terminato con un 52-69. La cronaca della partita.Domenica scorsa, presso il PalaCima di Alessandria, il Blindo Office Cuspo Basket ha affrontato il Tarditi Rosta in una partita valida per il campionato universitario. Il match si è concluso con una sconfitta per 52-69, nonostante una buona partenza da parte degli Universitari. La squadra, guidata da…
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Maud Lewis: l’Arte Folk che ha Conquistato il Mondo
Maud Lewis (South Ohio, 7 marzo 1903 – Digby, 30 luglio 1970) rimane una delle figure più amate nel panorama dell’arte folk canadese. La sua vita, segnata da difficoltà personali e povertà, è stata illuminata dalla sua straordinaria passione per l’arte, che le ha permesso di trasformare il quotidiano in opere d’arte vibranti e ricche di significato.
Una Vita Dedicata all’Arte
Maud Dowley, nata a South Ohio, Nuova Scozia, mostrò un talento precoce per l’arte grazie all’influenza della madre, che le insegnò a creare cartoline natalizie con gli acquerelli. Tuttavia, la sua infanzia fu segnata dalla sofferenza: Maud soffriva di artrite reumatoide giovanile, una condizione che limitò la sua mobilità per tutta la vita. Dopo la morte dei genitori negli anni ’30, si trasferì a vivere con la zia a Digby, dove continuò a dedicarsi all’arte nonostante le avversità.

L’arte, per Maud, non era solo una passione ma un rifugio. Iniziò vendendo cartoline natalizie fatte a mano per pochi centesimi, un’attività che le permise di entrare in contatto con il pubblico e di diffondere il suo talento unico. Questa umile attività fu il trampolino di lancio per la sua carriera artistica.
Un Matrimonio e una Casa-Studio
Nel 1938, all’età di 34 anni, Maud sposò Everett Lewis, un pescivendolo della zona. La loro casa, un piccolo monolocale a Marshalltown, divenne lo studio in cui Maud creò molte delle sue opere. Questa casa, decorata con i suoi dipinti, è oggi uno dei simboli più iconici della sua arte. L’interno e l’esterno erano coperti da motivi floreali, animali e scene di vita quotidiana, trasformando lo spazio abitativo in un’estensione della sua creatività.
Everett incoraggiò Maud a proseguire nel suo percorso artistico, acquistandole colori a olio e supporti su cui dipingere. Maud iniziò così a dipingere non solo su tela ma anche su cartone, masonite e perfino su oggetti domestici come teglie per dolci. La sua tecnica era semplice ma efficace: applicava un fondo bianco, tracciava le linee guida e dipingeva direttamente dal tubetto, senza sfumare i colori.
Lo Stile Unico di Maud Lewis
I dipinti di Maud Lewis sono caratterizzati da colori vivaci e soggetti semplici ma affascinanti. Scene di vita rurale, animali come gatti, buoi e uccelli, e paesaggi della Nuova Scozia erano al centro della sua arte. La sua capacità di catturare la bellezza e la gioia delle piccole cose l’ha resa una delle artiste folk più amate. L’arte di Maud era profondamente ispirata dai ricordi della sua infanzia e dal paesaggio circostante, che ritraeva con un tocco di innocenza e meraviglia.
La Popolarità dell’Arte di Maud Lewis
Negli anni ’40 e ’50, i turisti iniziarono a fermarsi a casa sua per acquistare i suoi dipinti, che vendeva a prezzi modesti, tra i due e i tre dollari. La sua popolarità crebbe ulteriormente quando un articolo del Toronto Star Weekly e un’apparizione sulla CBC-TV la portarono all’attenzione nazionale. Tra i suoi ammiratori figurava persino la Casa Bianca, che acquistò due dei suoi dipinti nel 1970 durante la presidenza di Richard Nixon.
Negli ultimi anni, i dipinti di Maud Lewis hanno raggiunto prezzi impressionanti nelle aste, con opere vendute fino a 45.000 dollari. Questo dimostra quanto l’arte di Maud sia stata apprezzata e riconosciuta per il suo valore culturale e artistico.
Un’Eredità che Vive
Dopo la sua morte nel 1970, la casa di Maud Lewis cadde in rovina, ma un gruppo di cittadini locali si mobilitò per salvarla. Oggi, la casa è conservata nella Art Gallery of Nova Scotia ad Halifax, dove attira visitatori da tutto il mondo. Il sito originale della casa è stato commemorato con un monumento in acciaio che ne riproduce la struttura.
Maud Lewis è anche protagonista di libri, documentari e film. Il lungometraggio Maudie (2016), con Sally Hawkins nel ruolo di Maud, ha portato la sua storia sul grande schermo, rendendola nota a un pubblico ancora più vasto.
Conclusione
L’arte di Maud Lewis non è solo un’espressione della sua creatività, ma anche un simbolo di resilienza e speranza. Nonostante le sfide della sua vita, Maud ha trovato nell’arte un mezzo per condividere la bellezza del mondo con gli altri. Oggi, è ricordata non solo come un’artista folk di talento, ma anche come una fonte d’ispirazione per chiunque sogni di superare le avversità attraverso la passione e la dedizione.
L’arte di Maud Lewis continua a vivere, affascinando generazioni di ammiratori e dimostrando che, con il cuore e la creatività, è possibile lasciare un’impronta indelebile nel mondo.
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OPERA FILM
SCUDETTO IN CASA PAISIELLO
OPERA IN DUE ATTI
soggetto di Mario Menicagli
musica di Mario Menicagli e Oliviero Lacagnina
libretto di Mario Menicagli, Giuseppe di Palma e Lido Pacciardi
edizioni: EMA Vinci edizioni - Sillabe
Danilo Paludi (baritono) – Gaetano [tifoso del Napoli]
Francesca Mercadante (soprano) – Caterina [moglie di Gaetano]
Niccolò Roda (baritono) – Munacello [spiritello]
Orchestra Il Contrappunto
L’azione si svolge in un appartamento napoletano tra il 30 aprile e il 4 maggio 2023
Sceneggiatura e Regia di Giuseppe e Luciano Scali
una produzione EMA Vinci records – NAREEI*
direttore di produzione Marco Cardone
PREMESSE
_ storia e tradizione
La prima operetta italiana che parla del calcio.
Sebbene il calcio sia uno sport relativamente giovane rispetto alla storia della lirica e dell'operetta, l'idea di un'opera incentrata su questo tema è affascinante, come è deducibile: il soggetto può dar vita a trame molto interessanti. Così è per Scudetto in casa Paisiello.
Le opere liriche e le operette hanno spesso affrontato temi legati all'amore, alla passione, al dramma, alla mitologia e alla storia. Il calcio, pur essendo una passione molto forte per molti, potrebbe essere considerato un tema meno "nobile", ma perché non far sposare assieme la principale forma musicale italiana, con la più importante tradizione sportiva vissuta nel paese dello stivale?
Un'opera teatrale sul calcio è qualcosa di completamente nuovo e originale, ha il potere di unire generazioni diverse e appassionare sia gli amanti della musica classica che i tifosi del calcio.
LA PRODUZIONE
_ antefatti
EMA Vinci records partecipa e vince il bando nuove musiche indetto dalla SIAE e dal Ministero della Cultura nell’ambito del progetto “Per Chi Crea”.
La discografica identifica quale l’artista da proporre al bando (giovani under 35) l’Orchestra giovanile “Il Contrappunto”, orchestra con la quale la discografica collabora oramai da tempo. (Andrea Mura Fondatore e vicepresidente, Damiano Tognetti Presidente e direttore artistico).
EMA Vinci records commissiona a Mario Menicagli il compito di scrivere e musicare un’operetta che verrà realizzata e prodotta in ambito cinematografico come nuova musica nella forma OPERA VIDEO.
Mario suggerisce come soggetto un’opera sullo scudetto del Napoli e avvalendosi dell’aiuto di Giuseppe di Palma, Lido Pacciardi e Olviero Lacagnina scrive la musica e il libretto.
Giuseppe e Luciano Scali realizzeranno la sceneggiatura e la regia. Marco Cardone sarà il direttore esecutivo della produzione.
Alla prossima puntata, così vi racconteremo la trama …
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Con il Sostegno del MIC e di SIAE nell'ambito del programma "Per Chi Crea"
________________________________________________________
#scudettoincasapaisiello
#scudettonapoli
#scudettoema
#scudettonareei
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@EMA Vinci records
@NAREEI
#EMAVinciservice
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#SIAE
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#MIC
* EMA Vinci records, EMA Vinci service e NAREEI sono marchi di EMA Vinci s.a.s
[email protected] – www.emavinci.it
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Michela - Il nuovo singolo “Voglio La Felicità”
Il brano della cantautrice sugli stores digitali e nelle radio

“Voglio La Felicità” è il nuovo singolo della poliedrica e talentuosa cantautrice Michela, sui principali stores digitali e dal 28 giugno nelle radio italiane in promozione nazionale. Secondo brano per l’artista che torna nella discografia italiana strizzando l’occhio alle radio con un ritornello che mette in evidenza le sue doti canore. Impeccabile l’interpretazione vocale di Michela che dona pathos ad un arrangiamento ben costruito per far colpo già al primo ascolto. Una personalità forte che non passa di certo inosservata. “Voglio La Felicità” è un brano che racconta in modo diretto e schietto il desiderio di raggiungere la felicità nella sua forma più piena e costante nel tempo. Quel tipo di felicità che non dipende da niente e da nessuno, nemmeno da un singolo momento o episodio.
“È uno stato d’ animo difficile da raggiungere, forse impossibile, ma la sua ricerca rappresenta uno stimolo essenziale nella vita di tutti i giorni.” Michela
Ascolta il brano
Storia dell’artista
Michela Bernardi nasce a Latisana (Udine) l'11 ottobre del 1996. Sin da piccola ama la musica, in particolare il canto. Inizia a prendere lezioni di pianoforte all'età di sette anni ed entra a far parte di un coro giovanile di voci bianche. Durante l'adolescenza partecipa a vari karaoke, concorsi canori e provini per talent televisivi come Italia's Got Talent e X-Factor. Per acquisire ulteriore esperienza entra a far parte di un'orchestra impegnata in numerosi live in regione. Contemporaneamente viene coinvolta in progetti cover paralleli. Due anni fa scopre la passione per la scrittura di brani inediti, inizia a collaborare con un cantante/chitarrista della zona e realizza il suo primo brano “Il mio tormento”. Attualmente sta lavorando a nuovi demo e continua ad esibirsi dal vivo in duo acustico proponendo durante i concerti anche i suoi brani. Recentemente vince il contest Premio Mimmo Bucci con “Il mio tormento” che le permette di esibirsi al Teatro Petruzzelli di Bari. Attualmente è impegnata nell’uscita e nella promozione del suo secondo inedito dal titolo “Voglio La Felicità”.
Facebook: https://www.facebook.com/michela.bernardi.581
Instagram: https://www.instagram.com/michelabernardi96/
YouTube: https://www.youtube.com/@MichelaBernardi96
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Luca Di Stefano, l'album d'esordio s’intitola "19"

Dal 24 gennaio 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming "19", l'album d'esordio di Luca Di Stefano per Musca Lavica Records realizzato con il contributo di NUOVOIMAIE dal quale è estratto il singolo in rotazione radiofonica "How Stupid I am".
"How Stupid I Am" è una canzone che affronta il tema della delusione nelle relazioni sociali, concentrandosi sulle dinamiche tossiche e sull'incapacità di riconoscere i veri limiti dell'amicizia. Il testo non parla di un ex partner, ma del dolore causato da amici che, invece di supportare il protagonista, ignorano il suo malessere e preferiscono schierarsi superficialmente con l'ex.
Il bridge usa l'ironia per criticare chi si fa passare per vittima, manipolando la verità e influenzando il giudizio degli altri. Il ritornello, invece, è una riflessione amara rivolta a sé stessi: il protagonista ammette di essere "stupido" per dare troppa importanza a persone che non ricambiano la sua lealtà. Questa consapevolezza emerge con forza nella terza strofa, dove il protagonista comprende di aver dato troppo potere alle opinioni altrui, ritrovandosi smarrito.
Il messaggio centrale del brano invita a riflettere sul valore dell'amicizia, sull'empatia e sulla necessità di stabilire confini emotivi per proteggersi da relazioni superficiali. Con toni ironici e malinconici, la canzone racconta un percorso di consapevolezza, trasformando una delusione in un momento di crescita personale.
Spiega l'artista a proposito del brano: "Come ogni mio brano, anche questo nasce da un'esperienza personale. La scorsa estate, deluso da atteggiamenti superficiali di persone che reputavo amiche, ho trasformato la mia frustrazione in musica. Tutto è iniziato da un riff su chitarra, il mio strumento non principale, che però non trovava forma. Solo quando ho cercato di sfogare la mia rabbia, quel riff è diventato il cuore di una canzone. Il testo, scritto spontaneamente in poche ore, racconta la delusione per le voci infondate che circolano in seguito a una relazione finita e riflette sul mio errore di dare troppo peso alle opinioni altrui."
Il videoclip di "How stupid I am" esplora il tema dell'isolamento e della lotta interiore attraverso l'uso simbolico della luce e dell'ombra. L'artista è inizialmente isolato in un forte contrasto fatto da luce e buio che rappresenta la solitudine e la tensione. Man mano che l'ombra avanza, cresce la sensazione di lotta, con la luce che diventa sempre più debole, ad indicare il conflitto interno dell'artista nel cercare di emergere dall'oscurità. Il movimento della camera e i cambi di luce intensificano l'emotività e la dinamicità del racconto visivo.
Samir Kharrat, con la sua regia raffinata, riesce a creare un'atmosfera suggestiva, coinvolgente e ricca di emozioni e colori, invitando ancora una volta a riflettere sulla complessità dell'animo umano, anche collegata alla bellezza dei rapporti, seppur imperfetti, e sulla forza della passione.
Guarda il videoclip su YouTube:
youtube
"19" è un'esortazione alla libertà e autenticità personale, un invito a trovare dentro di sé la fiducia e il coraggio per affrontare le sfide che quotidianamente caratterizzano la nostra esistenza, senza paura del giudizio altrui, senza dover rispondere alle aspettative che gli altri hanno sulla nostra persona e che non corrispondono ai nostri desideri, un invito ad essere se stessi, in un mondo che propone modelli omologati , standard estetici ed economici irraggiungibili per la maggioranza della collettività e che per tal via genera spesso frustrazione e depressione, specie nei più giovani che, sovente, rispondono a questa sensazione di inadeguatezza anche con atti di autolesionismo. È una tematica che sta molto a cuore all'artista, attento osservatore del mondo giovanile e di cui si parla troppo poco. "19" lo fa, in modo sottile e indiretto, e propone un'inversione di tendenza, un cambio di rotta che spesso grazie anche all'ironia porta alla scoperta della bellezza che risiede nell'unicità di ciascuno, nella luce del proprio valore personale.
Commenta l'artista per l'uscita dell'album: "Questo mio primo album non è soltanto una raccolta di brani, ma soprattutto un viaggio tra emozioni, occasioni mancate e una profonda rivalsa personale. Ho voluto dare voce a quelle sensazioni che per troppo tempo ho tenuto nascoste, traducendole finalmente in musica. Un filo conduttore lega tutte le canzoni: l'Amore, inteso nel suo senso più ampio e complesso. Per me, l'Amore è rabbia, rancore, tristezza, gioia e molto altro. Questa varietà di emozioni si riflette anche nelle scelte musicali presenti all'interno del disco: mood diversi tra loro, ma uniti da un'identità sonora che abbiamo costruito con anni di ricerca, prove e sperimentazione insieme al mio produttore, Denis Marino.
Il numero 19 ha per me un significato speciale: è un simbolo che mi accompagna, una sorta di guida. Lo incontro ovunque, nei momenti di decisione e nelle situazioni più importanti. È il numero che ha segnato la mia nascita, sia terrena che artistica, e segna un legame profondo tra loro, quasi spirituale. 19 non è un semplice album. Non è qualcosa da ascoltare con leggerezza: è una raccolta di emozioni intime che ho scelto di condividere con il mondo. La mia speranza è che chi lo ascolta possa trovare, in queste canzoni, risposte alle proprie domande o almeno un conforto, un appiglio. Questo album non è solo mio: è anche il frutto del lavoro instancabile di chi ha condiviso con me giorni e notti davanti a uno schermo, ad un pianoforte o ad un semplice carta e penna, cercando il suono perfetto. È fatto di lacrime, fatica e incontri straordinari, di quegli incastri magici che solo la musica può creare. 19 è anche un dono rivolto al cielo, un omaggio a chi continua a sostenermi da lontano, nonostante la distanza terrena."
TRACK LIST
1. Undone
2. Broke in two
3. How stupid I am
4. I don't wanna know
5. Once again
6. Riserva
7. Breath in
8. Not in my arms
9. Last call
10. Ricordi vivi
11. Let's get it on
12. Just the way you are
Pre-salva l'album: https://orcd.co/19
Biografia
Luca Di Stefano, giovanissimo cantante catanese dalla voce calda e profonda, conquista tantissimi fan in tutta Italia grazie alla propria partecipazione alla prima edizione italiana di All Together Now, talent canoro condotto da Michelle Hunziker e J-Ax, andato in onda su Canale 5. Luca, classificandosi al terzo posto in questa competizione, ha letteralmente fatto impazzire sia i giudici che il pubblico, riuscendo addirittura a far commuovere J-AX che ha voluto un suo intervento musicale all'interno del brano Supercalifragili - prodotto da Takagi & Ketra e con ospite anche Annalisa - inserito nella playlist del prossimo disco dello stesso J-Ax.
Collabora con il giovane pianista Davide Locatelli su una cover di Bad Guy.
Da sempre innamorato della musica blues e soul in particolare, Luca studia sassofono e canto.
Fa parte del roster artisti dell'etichetta discografica Musica Lavica Records di Denis Marino, con la quale ha già pubblicato sei singoli ed è in uscita con il suo primo disco di inediti, che vedrà la luce a fine 2024. Per quanto riguarda la promozione e la consulenza commerciale, si affida alla DD Entertainment di Donato D'Elia.
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Denys Maiorino, tra hip hop, calcio femminile e Vespe d'epoca

Che ci fa il logo di NPT, No Parla Tanto Records, la label del celeberrimo rapper Baby Gang sulla maglia del Calcio Lecco 1912 Women? E che c'entra l'hip hop italiano con il calcio femminile? A guidare un'operazione che sta mettendo insieme sport dilettantistico e hip hop non poteva che esserci che Denys Maiorino (nella foto sulla sx, sulla dx l'artista Baby Gang), 42 anni, manager e booking manager con oltre vent'anni di esperienza alle spalle nel settore musicale. «La musica continua ad essere il settore in cui opero, oggi con la mia Diamond Agency. Stiamo collaborando con tanti artisti di riferimento per la nuova stagione estiva e non solo… ma faccio anche molto altro», racconta Denys.
Se la musica è un business complicato, il bello dello sport è che le vittorie sono numeri e parlano da soli «Nel campionato 2023-2024 ero direttore sportivo dell'FC Lesmo Femminile», spiega Denys. «Con la Prima Squadra abbiamo vinto il campionato approdando in Serie C. Abbiamo anche vinto la Coppa Italia e la Coppa Lombardia e una nostra giocatrice ha vinto Pallone d'Oro. Abbiamo vinto tutte le 39 partite che abbiamo giocato tra campionato e Coppa Italia, segnando 174 gol e subendone solo 12».
Sono numeri da record che nascono dalla passione. Infatti, come l'amore per le due ruote e l'esperienza come meccanico specializzato hanno permesso a Denys di diventare "Il Boss delle Vespe" in TV e su YouTube. E soprattutto, di portare al successo anche Epoca Motors, un''officina specializzata in restauro, preparazione e riparazione di Vespa d'epoca, a Trezzo D'Adda - MI (Epocamotors.it). Anche cinque anni di successi come manager sportivo non nascono dalla voglia di fare solo business, ma dalla voglia di far crescere il calcio femminile.
«Ho iniziato ad appassionarmi al calcio femminile per caso, nel 2019. Mia figlia Denise aveva smesso di praticare Muay Thai e voleva iniziare a giocare a calcio a tutti i costi. Mi è subito piaciuto l'ambiente, più vicino ai veri valori dello sport rispetto a quello del calcio maschile, in cui già a livello giovanile, i genitori dei bambini urlano e litigano tra loro in tribuna. Durante le nostre partite l'atmosfera è diversa», spiega Denys.
Dopo aver lasciato il FC Lesmo Femminile in seguito ad alcune incomprensioni, oggi Denys Maiorino è General Manager del Calcio Lecco 1912 Women. Anche con questa nuova squadra i risultati sono già notevoli. Non solo dal punto di vista del numero delle ragazze, che è cresciuto enormemente per questa società. «Tutte le squadre giovanili sono prime alle fine del girone d'andata, tranne le ragazze delle Under 15, che si sono piazzate terze». La Prima Squadra, che gioca in Promozione, è formata da ragazze molto giovani, che hanno tra i 17 e i 18 anni e stanno facendo un ottimo campionato giocando contro calciatrici già adulte. «Giochiamo contro squadre molto più esperte della nostra, con calciatrici che spesso hanno già giocato in Serie C o addirittura in B, non è per niente facile».
Denys Maiorino sta poi provando ad unire show business e calcio femminile. «Calcio Lecco 1912 Women, dall'anno prossimo, probabilmente approderà in una categoria superiore e durante l'intervallo delle partite vorrei proporre veri show di artisti hip hop e non solo». Come già succede negli USA da tempo, gli eventi sportivi crescono quando propongono anche show e coinvolgono tutti, anche le famiglie e i più giovani, non solo gli appassionati di sport.
Nel frattempo, come dicevamo, sulla magliaCalcio Lecco 1912 Women vede il logo di NPT, No Parla Tanto Records, la label di Baby Gang. «Zaccaria è un ragazzo umile, che conosco bene. In passato ha avuto problemi con la legge ma è molto cambiato. Sta facendo diverse cose nel social e come noi crede nei valori dello sport. Come ho già detto in passato, chi è senza peccato scagli la prima pietra», spiega Denys.
Tornando ai risultati sportivi, i risultati sportivi delle squadre con cui collabora Denys Maiorino non arrivano per caso. «Tutti gli allenatori del Calcio Lecco 1912 Women hanno il Patentino B o C. Molti sono laureati in scienze motorie e Giovanni Lofaro, il nostro direttore tecnico, che ha avuto esperienze con il Brescia e con il Genova e con altre squadre importanti. Di lauree lui ne ha addirittura quattro!», spiega Denys, che presto tornerà in tv come Boss delle Vespe, su Sky Canale 809 e in contemporanea sul canale 244 del digitale terrestre. "In realtà Epoca Motors oggi la gestisce mia moglie, con condivide con me la passione per i motori. E' la passione che ci permette di fare cose bellissime. Ad esempio, vedere ragazze felici che giocano a pallone in un contesto d'eccellenza come quello che sta diventando Calcio Lecco 1912 Women non ha prezzo, per me».
DENYS MAIORINO SU INSTAGRAM
https://www.instagram.com/denysmaios/
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Luca Di Stefano, l'album d'esordio s’intitola "19"

Dal 24 gennaio 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming "19", l'album d'esordio di Luca Di Stefano per Musca Lavica Records realizzato con il contributo di NUOVOIMAIE dal quale è estratto il singolo in rotazione radiofonica "How Stupid I am".
"How Stupid I Am" è una canzone che affronta il tema della delusione nelle relazioni sociali, concentrandosi sulle dinamiche tossiche e sull'incapacità di riconoscere i veri limiti dell'amicizia. Il testo non parla di un ex partner, ma del dolore causato da amici che, invece di supportare il protagonista, ignorano il suo malessere e preferiscono schierarsi superficialmente con l'ex.
Il bridge usa l'ironia per criticare chi si fa passare per vittima, manipolando la verità e influenzando il giudizio degli altri. Il ritornello, invece, è una riflessione amara rivolta a sé stessi: il protagonista ammette di essere "stupido" per dare troppa importanza a persone che non ricambiano la sua lealtà. Questa consapevolezza emerge con forza nella terza strofa, dove il protagonista comprende di aver dato troppo potere alle opinioni altrui, ritrovandosi smarrito.
Il messaggio centrale del brano invita a riflettere sul valore dell'amicizia, sull'empatia e sulla necessità di stabilire confini emotivi per proteggersi da relazioni superficiali. Con toni ironici e malinconici, la canzone racconta un percorso di consapevolezza, trasformando una delusione in un momento di crescita personale.
Spiega l'artista a proposito del brano: "Come ogni mio brano, anche questo nasce da un'esperienza personale. La scorsa estate, deluso da atteggiamenti superficiali di persone che reputavo amiche, ho trasformato la mia frustrazione in musica. Tutto è iniziato da un riff su chitarra, il mio strumento non principale, che però non trovava forma. Solo quando ho cercato di sfogare la mia rabbia, quel riff è diventato il cuore di una canzone. Il testo, scritto spontaneamente in poche ore, racconta la delusione per le voci infondate che circolano in seguito a una relazione finita e riflette sul mio errore di dare troppo peso alle opinioni altrui."
Il videoclip di "How stupid I am" esplora il tema dell'isolamento e della lotta interiore attraverso l'uso simbolico della luce e dell'ombra. L'artista è inizialmente isolato in un forte contrasto fatto da luce e buio che rappresenta la solitudine e la tensione. Man mano che l'ombra avanza, cresce la sensazione di lotta, con la luce che diventa sempre più debole, ad indicare il conflitto interno dell'artista nel cercare di emergere dall'oscurità. Il movimento della camera e i cambi di luce intensificano l'emotività e la dinamicità del racconto visivo.
Samir Kharrat, con la sua regia raffinata, riesce a creare un'atmosfera suggestiva, coinvolgente e ricca di emozioni e colori, invitando ancora una volta a riflettere sulla complessità dell'animo umano, anche collegata alla bellezza dei rapporti, seppur imperfetti, e sulla forza della passione.
Guarda il videoclip su YouTube:
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"19" è un'esortazione alla libertà e autenticità personale, un invito a trovare dentro di sé la fiducia e il coraggio per affrontare le sfide che quotidianamente caratterizzano la nostra esistenza, senza paura del giudizio altrui, senza dover rispondere alle aspettative che gli altri hanno sulla nostra persona e che non corrispondono ai nostri desideri, un invito ad essere se stessi, in un mondo che propone modelli omologati , standard estetici ed economici irraggiungibili per la maggioranza della collettività e che per tal via genera spesso frustrazione e depressione, specie nei più giovani che, sovente, rispondono a questa sensazione di inadeguatezza anche con atti di autolesionismo. È una tematica che sta molto a cuore all'artista, attento osservatore del mondo giovanile e di cui si parla troppo poco. "19" lo fa, in modo sottile e indiretto, e propone un'inversione di tendenza, un cambio di rotta che spesso grazie anche all'ironia porta alla scoperta della bellezza che risiede nell'unicità di ciascuno, nella luce del proprio valore personale.
Commenta l'artista per l'uscita dell'album: "Questo mio primo album non è soltanto una raccolta di brani, ma soprattutto un viaggio tra emozioni, occasioni mancate e una profonda rivalsa personale. Ho voluto dare voce a quelle sensazioni che per troppo tempo ho tenuto nascoste, traducendole finalmente in musica. Un filo conduttore lega tutte le canzoni: l'Amore, inteso nel suo senso più ampio e complesso. Per me, l'Amore è rabbia, rancore, tristezza, gioia e molto altro. Questa varietà di emozioni si riflette anche nelle scelte musicali presenti all'interno del disco: mood diversi tra loro, ma uniti da un'identità sonora che abbiamo costruito con anni di ricerca, prove e sperimentazione insieme al mio produttore, Denis Marino.
Il numero 19 ha per me un significato speciale: è un simbolo che mi accompagna, una sorta di guida. Lo incontro ovunque, nei momenti di decisione e nelle situazioni più importanti. È il numero che ha segnato la mia nascita, sia terrena che artistica, e segna un legame profondo tra loro, quasi spirituale. 19 non è un semplice album. Non è qualcosa da ascoltare con leggerezza: è una raccolta di emozioni intime che ho scelto di condividere con il mondo. La mia speranza è che chi lo ascolta possa trovare, in queste canzoni, risposte alle proprie domande o almeno un conforto, un appiglio. Questo album non è solo mio: è anche il frutto del lavoro instancabile di chi ha condiviso con me giorni e notti davanti a uno schermo, ad un pianoforte o ad un semplice carta e penna, cercando il suono perfetto. È fatto di lacrime, fatica e incontri straordinari, di quegli incastri magici che solo la musica può creare. 19 è anche un dono rivolto al cielo, un omaggio a chi continua a sostenermi da lontano, nonostante la distanza terrena."
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1. Undone
2. Broke in two
3. How stupid I am
4. I don't wanna know
5. Once again
6. Riserva
7. Breath in
8. Not in my arms
9. Last call
10. Ricordi vivi
11. Let's get it on
12. Just the way you are
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Biografia
Luca Di Stefano, giovanissimo cantante catanese dalla voce calda e profonda, conquista tantissimi fan in tutta Italia grazie alla propria partecipazione alla prima edizione italiana di All Together Now, talent canoro condotto da Michelle Hunziker e J-Ax, andato in onda su Canale 5. Luca, classificandosi al terzo posto in questa competizione, ha letteralmente fatto impazzire sia i giudici che il pubblico, riuscendo addirittura a far commuovere J-AX che ha voluto un suo intervento musicale all'interno del brano Supercalifragili - prodotto da Takagi & Ketra e con ospite anche Annalisa - inserito nella playlist del prossimo disco dello stesso J-Ax.
Collabora con il giovane pianista Davide Locatelli su una cover di Bad Guy.
Da sempre innamorato della musica blues e soul in particolare, Luca studia sassofono e canto.
Fa parte del roster artisti dell'etichetta discografica Musica Lavica Records di Denis Marino, con la quale ha già pubblicato sei singoli ed è in uscita con il suo primo disco di inediti, che vedrà la luce a fine 2024. Per quanto riguarda la promozione e la consulenza commerciale, si affida alla DD Entertainment di Donato D'Elia.
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4 apr 2024 14:23
DI BRUNO CE NE E’ UNO E VIENE DA NETTUNO! “FUI BOCCIATO A DIVERSI PROVINI, OGGI TUTTI I GENITORI SONO CONVINTI DI AVERE UN FIGLIO FENOMENO” – BRUNO CONTI SI RACCONTA: "IO PER ANDARE A GIOCARE ALLA ROMA PRENDEVO IL TRENO DA NETTUNO, POI LA METRO E FACEVO UN PEZZO A PIEDI, OGGI I GENITORI PORTANO LA BORSA AL BAMBINO. COSI’ IMPARARE IL SACRIFICIO È DURA” – L’ABUSO DI FARMACI? ASSOCIARE CERTI PRODOTTI ALLE MALATTIE È UN MECCANISMO NON SEMPLICE. LE POLEMICHE CI SONO SEMPRE STATE, ANCHE SULLA CARNITINA AL MONDIALE” – E POI ERIKSSON, MARADONA, PERTINI E IL PARAGONE DE ROSSI-ANCELOTTI -
Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera” - Estratti
Bruno Conti, lei ha debuttato in A 19enne, 50 anni fa. Era già pronto o fu Liedholm a buttarla nella mischia?
«Non mi sentivo pronto, ma il Barone me lo disse all’ultimo, fu questo il segreto».
La Roma è ancora parte della sua vita. Un caso unico.
«Soprattutto se penso che ho realizzato il sogno di mio padre, che era un tifoso romanista e ha cresciuto sette figli. Ho giocato, allenato i ragazzi, la prima squadra, ho fatto il direttore tecnico e del settore giovanile: quando potevo essere d’aiuto non mi sono mai tirato indietro».
Se oggi deve spiegare a un ragazzino che cos’è il professionismo, che parole usa?
«Il problema è spiegarlo ai suoi genitori. Noi siamo cresciuti in strada, pensando solo a divertirci. Oggi se a 11 anni un bambino viene selezionato c’è un’esasperazione incredibile, si pensa solo al risultato, a litigare e a sovrastare gli altri, invece di far capire poche cose, ma con chiarezza».
(...)
Uno dei provini fu con Helenio Herrera. Come andò?
«Scrisse che ero bravo tecnicamente ma che fisicamente non potevo giocare a calcio.
Non fu l’unico a dirlo, ma non ho mai mollato. E come dico sempre ai più giovani, ho sempre pensato a divertirmi».
Ma per emergere pesa di più la fame o il talento?
«Io un po’ di talento ce l’avevo, anche nel baseball. Ma ottieni tutto solo con la fame e la passione, che sono quelle che ti fanno fare i sacrifici. Se racconto ai ragazzi che per andare a giocare alla Roma prendevo il treno da Nettuno, poi la metropolitana e facevo anche un pezzo a piedi, mi rispondono che i tempi sono cambiati. Ma se i genitori portano la borsa al bambino, imparare il sacrificio è dura...».
(...)
Se la Roma è l’amore di una vita, la Nazionale cos’è stata?
«La prima convocazione con il Lussemburgo fu un sogno e dalla seconda con la Danimarca non sono più uscito: vincere il Mondiale significa ricevere ancora oggi lettere dal Giappone, dalla Cina, dalla Croazia. Vuol dire lasciare un segno nella gente».
I campioni dell’82 sono più amati di quelli del 2006?
«Fare paragoni è difficile. Però la nostra vittoria arrivò in un Paese che dopo gli anni di piombo aveva voglia di felicità, di fare festa. E battere quel Brasile, quella Argentina, poi Polonia e Germania, fu speciale: siamo stati snobbati, ma non eravamo da meno di tutti quei fenomeni».
Per dimostrarlo avete quasi fatto annegare Bearzot?
«Era sempre cupo e triste dopo le prime tre partite. Ma dopo la vittoria sul Brasile io e Graziani lo abbiamo buttato in piscina con la tuta e il borsello delle pipe: non sapeva nuotare e ci siamo dovuti tuffare in tanti per soccorrerlo».
Lei è anche il responsabile della colonna sonora di quella spedizione, giusto?
«Presi in prestito da Cabrini la cassetta di Battiato e cuccurrucucù paloma la ascoltavo in continuazione: l’ho messa sul mangianastri del pullman ed è diventata la nostra musica».
Che ricordo ha di Pertini?
«In ritiro con la Roma eravamo rimasti svegli tutta la notte per seguire la vicenda del povero Alfredino, con il presidente che seguì da vicino tutta la tragedia. Ritrovarcelo in Spagna fu particolare, ma lui era semplice, alla mano. Era davvero uno di noi».
Maradona le faceva una corte così serrata?
«Ad ogni abbraccio in campo, Diego mi sussurrava nell’orecchio di andare a Napoli.
C’era grande stima e rispetto, venne a Trigoria a trovarmi quando allenavo. Oltre al calciatore c’era un uomo fantastico, buono nell’anima».
Lei è stato campione del mondo, ma ha sbagliato un rigore chiave in finale di Coppa dei Campioni, per giunta a Roma: un campione ricorda di più i momenti di gioia o quelli brutti?
«Nessun italiano in tre anni consecutivi ha vinto Mondiale, scudetto e Coppa dei Campioni e io ci sono andato molto vicino. Ma lo sport è fatto di gioie e dolori: questi te li porti dietro, bisogna accettare le sconfitte e reagire, perché il calcio è bello comunque».
Con De Rossi allenatore della Roma cosa è cambiato?
«Per me Daniele è sempre stato un allenatore in campo, per l’intelligenza tattica e per le scelte che faceva: quando vedevo Ancelotti in campo avevo la stessa sensazione. Poi è un grande uomo, mai banale: ha preso la squadra in un momento delicato e si sta dimostrando un allenatore vero, preparato in tutto. Sono contentissimo per lui».
Cosa pensa della paura per i farmaci assunti in carriera, manifestata da tanti suoi ex colleghi?
«Personalmente non ho mai preso nulla di nulla e le polemiche ci sono sempre state, anche sulla carnitina al Mondiale. Ma associare certi prodotti alle malattie è un meccanismo non semplice».
Eriksson è stato suo allenatore. La sua lotta al tumore è un’altra pagina dura.
«Non dimenticherò mai la sua presenza, in quel momento non scontata, al mio addio al calcio. Forza Sven, gli auguro tutto il bene possibile».
Che padre è stato Bruno Conti con i suoi figli?
«Protettivo. Ho cercato di crescerli come ha fatto mio padre con me, grazie anche a una moglie incredibile, nel rispetto assoluto per la famiglia. Esserci riuscito è una grande soddisfazione».
La dinastia prosegue coi nipoti?
«Ne ho cinque, due giocano a calcio. Bruno nel Verona e Manuel con il Cagliari».
C’è un ragazzo del settore giovanile della Roma su cui non avrebbe scommesso e che invece è arrivato in alto?
«Politano era considerato come me, troppo gracile. Nessuno ci credeva invece è arrivato dove è arrivato. Ma quello che mi ha dato più soddisfazione di tutti è proprio De Rossi: lo avevamo preso come attaccante, poi è stato spostato in mediana ed è diventato grande. Anche per questo vederlo oggi sulla panchina della Roma è speciale».
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