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Grande successo per il concerto benefico “Sulle Note della Ricerca 6”. Raccolti 9.000 euro per sostenere la ricerca sui tumori del timo
Sabato 30 novembre, il Teatro Alessandrino ha ospitato la sesta edizione del concerto benefico “Sulle Note della Ricerca”, un evento che ha unito musica, solidarietà e speranza.
Sabato 30 novembre, il Teatro Alessandrino ha ospitato la sesta edizione del concerto benefico “Sulle Note della Ricerca”, un evento che ha unito musica, solidarietà e speranza. Organizzato dal FuckCancer Choir, il coro di Frascaro composto da pazienti oncologici, familiari e operatori sanitari, l’evento ha raccolto 9.000 euro destinati a TYME, il network clinico nazionale dedicato alla ricerca…
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Happy 75th Birthday to Tom Waits!!
Tom Waits concert, July 2008, Prague.
(English / Español / Italiano)
Thomas Alan Waits (born December 7, 1949) singer, songwriter, musician, composer, and actor. His lyrics often focus on the underbelly of society and are delivered in his trademark deep, gravelly voice. He worked primarily in jazz during the 1970s, but his music since the 1980s has reflected greater influence from blues, rock, vaudeville, and experimental genres.
Despite a lack of mainstream commercial success, Waits has influenced many musicians and gained an international cult following, and several biographies have been written about him. In 2015, he was ranked at No. 55 on Rolling Stone's "100 Greatest Songwriters of All Time". He was inducted into the Rock and Roll Hall of Fame in 2011...... listen here
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Thomas Alan Waits (nacido el 7 de diciembre de 1949) es cantante, compositor, músico y actor. Sus letras se centran a menudo en los bajos fondos de la sociedad y las pronuncia con su característica voz profunda y grave. Trabajó principalmente en el jazz durante la década de 1970, pero su música desde la década de 1980 refleja una mayor influencia del blues, el rock, el vodevil y los géneros experimentales.
A pesar de su falta de éxito comercial, Waits ha influido en muchos músicos y se ha ganado un culto internacional, y se han escrito varias biografías sobre él. En 2015, fue incluido en el puesto 55 de la lista de los "100 mejores compositores de todos los tiempos" de Rolling Stone. Fue incluido en el Salón de la Fama del Rock and Roll en 2011. Escucha aquí
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Thomas Alan Waits (nato il 7 dicembre 1949) è un cantante, cantautore, musicista, compositore e attore. I suoi testi si concentrano spesso sul ventre della società e sono pronunciati con la sua caratteristica voce profonda e roca. Negli anni Settanta ha lavorato principalmente nel jazz, ma dagli anni Ottanta la sua musica riflette una maggiore influenza del blues, del rock, del vaudeville e dei generi sperimentali.
Nonostante la mancanza di un successo commerciale mainstream, Waits ha influenzato molti musicisti e si è guadagnato un seguito di culto internazionale; su di lui sono state scritte diverse biografie. Nel 2015 è stato inserito al n. 55 della classifica di Rolling Stone "100 Greatest Songwriters of All Time". Nel 2011 è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame..... ascolta quì
Source: The World of Jazz - The Original
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Storia Di Musica #340 - INXS, Kick, 1987
La band di oggi, a metà anni '80, era tra le più famose del mondo. Ma credo che anche all'epoca pochissima sapessero che il nucleo centrale di questo gruppo australiano fosse formato da tre fratelli. tutto inizia a Perth, nel 1979: i fratelli Farris, Tim, Andrew e Jon che avevano già un gruppo dal nome, inequivocabile, di The Farris Brothers, aggiungono al nucleo fondativo Kirk Pengilly, Garry Beers e un cantante, amico di liceo di Tim, Michael Hutchens. Si spostano a Sydney, dove cambiano nome in INXS ( da leggere come "In Excess") dove ottengono un contratto con una piccola etichetta indipendente, la Deluxe, con cui pubblicano il primo singolo, Simple Simon. Erano gli anni della pulizia dal rumore del punk, dell'arrivo della elettronica "dolce" e della new wave. È in questo solco che la band si muove, ma si apre in maniera piuttosto originale al funk e a piccoli innesti dance. All'inizio concentrano le energie nella nativa Australia, dove ottengono un buon successo con il loro primo disco, del 1980, intitolato INXS, che si ripete nel 1981 con Underneath The Colours, con la prima hit, una cover di un classico della musica australiana coverizzato, The Loved One, successo del 1966 dei The Loved Ones. Nel 1982 tentano il grande salto. Vanno in Inghilterra, dove li scrittura la WEA e la Atlantic li distribuisce negli Stati Uniti. Shabooh Shoobah del 1982 ha il primo singolo di successo mondiale, Don't Change, e il seguente tour internazionale al seguito di The Kinks e Adam And the Ants li fa conoscere in mezzo mondo. Nel 1984 ancora maggiore successo ottiene The Swing, trascinato dal singolo Original Sin, prodotto da Nile Rodgers. Il successo è sempre crescente: nel 1985 partecipano da Sydney al Live Aid, nel 1986 suonano con i Queen alla Royal Albert Hall, Hutchens addirittura esordisce come attore protagonista in Dogs In Space, film che lo vede interpretare Sam, il frontman avvezzo alla sostanze di una band post punk nel 1978 a Melbourne.
Dopo un tour lunghissimo, e con il management che ne programma uno nuovo in Europa, la band torna in studio. Guidati dal produttore Chris Thomas, uno dei grandi produttori inglesi (a lavoro con The Beatles, Pink Floyd, Procol Harum, Roxy Music, Badfinger, Elton John, Paul McCartney, Pete Townshend, Pulp, The Pretenders) le prime prove avvengono addirittura nella spettacolare Sydney Opera House. Il suono è più maturo, gli innesti da altri generi eclettici, i riff invidiabili e la voce di Hutchens è ormai una garanzia. Thomas però vorrebbe più canzoni, anche in previsione dell'atteso e imminente tour europeo, quindi manda Hutchens e Andrew Farris a Honk Kong, dove i due acquistarono un appartamento. Un giorno, mentre è in attesa di un taxi, a Andrew viene in mente una melodia, proprio mentre il taxi è arrivato. Chiede al tassista di aspettarlo cinque minuti, ma lui sale nel suo appartamento, scrive e registra i demo di una canzone, la riporta sulla cassetta e 45 minuti dopo, nonostante la furiosa cazziata del tassista, la porta a Hutchens che lo aspettava in un bar, e in dieci minuti ne scrive il testo, per quello che sarà il singolo di apertura, e hit mondiale, del nuovo disco.
Kick esce il 19 ottobre del 1987, un mese prima, il 21 Settembre, fu preceduto da quella canzone: Need You Tonight, dal ritmo funky, la voce sensuale di Hutchens e un bellissimo video musicale (che vinse nel 1988 5 MTV Video Music Awards) trascinano il brano in cima alle classifiche (primo negli Stati Uniti e secondo in Gran Bretagna) e proietta il disco e la band in una nuova dimensione. Tutte le canzone sono scritte dal duo Hutchens - Andrew Farris, che mediano tra il suono molto funk dei primi dischi a quello mainstream rock dei primi dischi a distribuzione internazionale. Più che altro, hanno il tocco magico di scrivere canzoni che diventano famose per come rimangono in testa: New Sensation, Devil Inside, Mystify, la toccante Never Tear Us Apart, la ripresa di The Loved One ne fanno un disco di grande qualità e di grande successo, con una serie di ganci musicali memorabile. Il disco venderà milioni di copie e li fa diventare rockstar.
Arriveranno anche al Festival di Sanremo del 1988, però perdono il tocco magico: nonostante tour seguitissimi, in studio perdono la magia e X (1990) e Welcome To Wherever You Are (1992) sono accolti con freddezza e non regalano grandi canzoni. Parallelamente, Hutchens diventa molto più famoso dell'intera band, complice anche la relazione con Paula Yates, giornalista musicale famosa per le sue interviste particolari fatte in programmi come The Tube o The Big Breakfast, dove intervistava gli artisti in un letto e dal 1986 al 1996 moglie di Bob Geldof. Hutchens pensa ad una carriera solista, ma il 22 novembre del 1997 viene trovato morto impiccato in una camera di Hotel in Australia. In un primo momento si scatenano le voci incontrollate di un tragico gioco erotico, in seguito un'inchiesta medico legale, contestata da Yates, accerta che la morte del cantante è suicidio, cosa che non interrompe minimamente il gossip sulla vicenda.
La band, scossa dall'accaduto, sostituirà per un tour celebrativo Hutchens con Terence Trent D'Arby (che fu amante di Paula Yates quando era ancora sposata con Bob Geldof), inaugurando il nuovo stadio Olimpico di Sydney, e nel 2000 alla chiusura dei Giochi Olimpici nella città australiana del 2000. La band continuerà in maniera discontinua anche a suonare dal vivo fino al 2012, ma senza mai arrivare alla qualità di questo disco. Ci sono da raccontare ancora due aneddoti: Hutchens era probabilmente molto simpatico, perchè era amico di tantissimi musicisti. Simon Le Bon dei Duran Duran, scrisse per lui prima della sua morte, Michael, You've Got A Lot To Answer For dall'album Medazzaland del 1997, canzone che Le Bon non è mai riuscita a cantare dal vivo per l'emozione. E Bono dedicò all'amicizia con Hutchens un brano molto famoso, Stuck In A Moment You Can't Get Out Of, da All That You Can't Leave Behind del 2000, che immagina un impossibile dialogo tra i due con Bono che cerca di convincere Hutchens a non farlo:
I never thought you were a fool
But darling, look at you
You gotta stand up straight, carry your own weight
These tears are going nowhere, baby
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Bob Marley (1945-1981) è stato un musicista, cantante e compositore giamaicano, ampiamente riconosciuto come il più celebre interprete della musica reggae. Marley ha avuto un impatto duraturo sulla cultura musicale mondiale e ha contribuito a portare il reggae e la musica giamaicana alla ribalta internazionale.
### Biografia
Robert Nesta Marley è nato il 6 febbraio 1945 a Nine Mile, un villaggio nella parrocchia di Saint Ann, in Giamaica. Ha iniziato la sua carriera musicale nei primi anni '60 con il gruppo The Wailers, insieme a Peter Tosh e Bunny Wailer. Il gruppo ha inizialmente suonato ska e rocksteady prima di abbracciare il reggae.
### Carriera
Il successo internazionale di Marley è arrivato negli anni '70 con album come "Catch a Fire" (1973) e "Burnin'" (1973), che includevano brani famosi come "Stir It Up", "Get Up, Stand Up" e "I Shot the Sheriff", quest'ultimo reso ancora più celebre dalla cover di Eric Clapton.
Tra gli album più celebri di Marley ci sono:
- **"Natty Dread" (1974)**: include canzoni come "No Woman, No Cry" e "Lively Up Yourself".
- **"Rastaman Vibration" (1976)**: l'unico album di Marley ad entrare nella top 10 di Billboard.
- **"Exodus" (1977)**: considerato uno dei migliori album di sempre, con canzoni come "Jamming", "Waiting in Vain" e "Three Little Birds".
- **"Kaya" (1978)**: noto per il suo tono più rilassato e per brani come "Is This Love" e "Satisfy My Soul".
### Temi e Influenze
Marley è noto per le sue canzoni che affrontano temi sociali, politici e spirituali, spesso ispirati dalla sua fede nel Rastafarianesimo. La sua musica spesso promuoveva la pace, l'amore e l'unità, e affrontava temi di ingiustizia e oppressione.
### Eredità
Bob Marley è morto l'11 maggio 1981 a causa di un melanoma. Nonostante la sua vita sia stata breve, il suo impatto sulla musica e sulla cultura è stato immenso. Marley è diventato un simbolo globale della lotta per i diritti civili e della cultura reggae. La sua musica continua ad essere ascoltata e apprezzata in tutto il mondo.
### Citazioni Famosi
- "One good thing about music, when it hits you, you feel no pain."
- "Emancipate yourselves from mental slavery; none but ourselves can free our minds."
Marley è ricordato non solo per la sua musica, ma anche per il suo impegno nel promuovere la giustizia e l'uguaglianza, rendendolo una figura iconica e ispiratrice per generazioni di fan.
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Candida Santomauro vince il trofeo Ventofashion con la sua collezione di abiti e accessori moderni, realizzati all’uncinetto sull’Isola
Grande successo di pubblico domenica, 18 agosto 2024, per la sesta edizione dell’evento Fashion Week Ventotene, ideata dalla stilista Elena Rodica Rotaru. L’evento, organizzato in un luogo simbolo per la nostra Europa, l’isola di Ventotene, è stato dedicato alla Pace, alla convivenza in armonia delle persone, in un momento storico difficile che attraversiamo, pieno di violenze e incomprensioni. “Il numero 6 è il numero che simbolizza la pace nel mondo. Il numero 6 è l’amore. Attraverso il tema scelto, vogliamo far emergere un filo simbolico che unisce l’antichità Egizia all'Eleganza e all'Arte Italiana, al Made in Italy, alla gioia del vivere insieme”.
Il Galà, a causa delle condizioni avverse del tempo, si è svolto presso il Centro Polivalente dell’Isola invece che nella location storica di Piazza Castello. La Sala dei Convegni, che in passato ha ospitato eventi d’importanza nazionale ed internazionale, ha accolto un pubblico numeroso ed entusiasta, formato da turisti e abitanti dell’Isola, insieme a ospiti arrivati da tutt’Italia.
Antonella Brini,Candida Silvestri e Jano Di Gennaro
A vincere il trofeo Ventofashion, sesta Edizione, è stata Candida Santomauro, una vera artista che è nata e si è formata a Ventotene. La Giuria ha particolarmente apprezzato la sua collezione “Crete”, che comprende lavorazioni elaborate, realizzate a mano, accessori creati all’uncinetto e oggetti decorativi in ceramica. La sua sfilata piena di energia ha avuto come protagonisti bambini e ragazzi presenti sull’Isola: l’idea vincente di coinvolgere gli ospiti dell’Isola è ormai un’abitudine consolidata e apprezzata dell’Evento.
Modella Rugiada Colò (Argentina)
Abiti uncinetto e ceramica di Candida Santomauro
Modella Perla Turnu, abiti uncinetto e ceramica di Candida Santomauro
Seconda, Carla Ruggieri, protagonista del film documentario “Sarte Avventura”, andato in onda su Rai Tre. Con la sua collezione, ha fatto tornare il pubblico negli anni 50’ 70’ 90’ mostrando degli splendidi abiti da sposa e da prima comunione indossati dalle proprietarie per le occasioni più importanti della loro vita, tanti anni fa. Si tratta di donne e ragazze della provincia di Rieti, dei borghetti e paesini laziali: ogni abito ha una storia, raccolta e raccontata nel documentario dalla protagonista insieme a Elena Rodica Rotaru. Così è nato il documentario, a bordo del camper di “Sarte Avventura”. Un’umanità ritrovata, le storie di felicità e spensieratezza attraverso abiti bellissimi, nella storia del nostro territorio!
Carla Ruggeri la seconda classificata con le sue modelle.
Elisangela Dos Santos Santano Del Brasile
Modella/ vincitrice del concorso Miss Badante Italia 2023.
Modelli
Rugiada Colò e Emanuel Vecchioli abiti sposta e sposo di Tiziana Casali e Marco Marchegiani sposati quasi 40 anni fa a San Polo di Tarano Rieti.
Modella Cristel Mollo -abito da sposa oltre 35 anni fa di Corina Casali , San Polo di Tarano Rieti.
Al terzo posto la giovanissima stilista romana Giorgia Beniamin Salib. 22 ani, con una laurea in Fashion Design allo IUAV di Venezia, che ha presentato la sua ultima collezione “Old Chic”, ispirata all’antico Egitto, un omaggio alle sue radici egiziane. Colore dominante - il bianco della pace, impreziosito da accessori dorati, con accenti sull’eleganza del plissettato, la maestosità delle forme classiche, semplici ma di effetto, e dei materiali ricercati.
Giorgia Beniamin Salib stilista romana .
La serata è stata completata da momenti artistici che hanno conquistato il pubblico, grazie alle voci e le canzoni evergreen di Antonella Brini e Jano Di Gennaro, in veste anche di conduttori - presentatori dell’evento. Un dei momenti più apprezzati è stato quello della sfilata di abiti ispirati al mondo arabo e all’Africa, firmata da Elena Rodica Rotaru. L’Organizzatrice del Festival ci ha portati in un viaggio pieno di colori, con tuniche impreziosite dai disegni tradizionali, turbanti eleganti e mantelli pregiati - tutti abiti raccolti da lei nei viaggi in paesi come Egitto, Dubai Turchia, Tunisia o Marocco. Grande entusiasmo e calorosa accoglienza per la presenza di Elisangela Dos Santos Santano, originaria del Brasile, la vincitrice in carica del Concorso nazionale “Miss Badante”, giunto quest’anno all’ottava edizione. Applausi calorosi a scena aperta anche per i numerosi bambini protagonisti dei balli pieni di energia presentati e diretti da Candida Silvestri.
Elena Rodica Rotaru
La sua sfilata di abiti arabi.
https://youtu.be/oYoAa7Xfmng
La Giuria è stata presieduta da Cataldo Matrone – consigliere comunale di Ventotene ed è stata composta da Emanuel Vecchioli – Hairstylist VIP internazionale - vicepresidente della Giuria, Rosamaria Curcio – Proloco di Ventotene, Gianluca Cappabianca– Make-up VIP internazionale, Pietro Fizzotti – Corteggiatore Tv del programma “Uomini e Donne”, Rosy Filosa – professoressa che per diversi anni ha insegnato sull’isola di Ventotene.
Ecco anche alcune testimonianze a caldo:
Elena Rodica Rotaru, patron del Fashion Week Ventotene: “E’ stato un evento riuscito, sono contenta che, alla sesta edizione, il Trofeo è andato a un’artista dell’isola, Candida Santomauro, che trova la sua ispirazione e creatività proprio in questo territorio meraviglioso. Uno dei momenti più emozionanti per me è stato quello della sfilata dei bambini. Io amo la loro spensieratezza, la spontaneità e la gioia di partecipare ogni anno ballando e presentando abiti, accessori e non solo. Ringrazio i concorrenti che hanno fatto prova del loro talento, Candida Silvestri che, come sempre, è stata al mio fianco nell’organizzazione, la Giuria, i presentatori, il Comune di Ventotene, i nostri partner e sponsor Pandataria Film, Hotel Lo Smeraldo, SISA supermercati, C4 Premiazione. E invito già da adesso stilisti e designer per iscriversi all’edizione dell’anno prossimo, che sarà la settima!”.
Un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno sfilato per questa volta bambini, donne e maschi .
Bambini di Ventotene:
Angela Marina Gargiulo
Susanna Gargiulo
Sofia Rega
Alessandra Mihaly
Clara Vollono
Zoe Cocumelli
Arissa Langella
Bianca Masi
Flavia Musella
Meg Pandolfi
Ragazzi : Emanuel Vecchioli
Ragazze: Elena Cindroiu, Cristina di Felice, Cristel Mollo, Rugiada Colò, Carina Elena, Perla Turnu, Elisangela DOS Santos Santanos, Joyce Coutinho .
Cataldo Matrone: “Come presidente della giuria, posso dire che è stato un evento che ha coinvolto come sempre la comunità ventotenese dai più piccoli ai più grandi. L'entusiasmo di Elena contraddistingue il suo modo di lavorare insieme alla sua professionalità. Jano Di Gennaro, presentatore: “Il sesto anno e' stato una piacevole conferma, Elena Rodica Rotaru non si è risparmiata ed ha realizzato un evento impeccabile. Ogni anno tornare a Ventotene e rivedere quella magica cornice, respirare arte e moda a 360 gradi è sempre una grandissima e valida esperienza. Sono felicissimo di poter essere al timone di questo evento perché quando si investe in passione e gioia di fare i risultati solo sempre eccelsi. Infatti anche quest'anno il risultato finale è stata una armonia di tanti elementi, a partire dalla realizzazione dei capi indossati dalle modelle, fino ad arrivare alla musica che ne ha fatto da contorno. Senza parlare poi della professionalità della giuria e di tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell'intero evento”. Antonella Brini: “E’ stato l’evento più fashion dell’isola di Ventotene. Per il sesto anno consecutivo la moda è arrivata sull’isola sotto la baghetta della direttrice artistica International style Elena Rodica Rotaru. Live motive dell’evento: il numero sei che rappresenta nella storia egizia un numero positivo, rappresenta la pace e rappresenta l’amore. Elena Rodica Rotaru ha portato in Sfilata abiti che la stilista ha raccolto nei suoi viaggi in Egitto, Dubai, Turchia o da Marrakech, mirabilmente indossati da ragazzi ragazze e donne presenti sull’isola. Il premio a Candida Santomauro ha messo in valore le creazioni in ceramica e fatte con l’uncinetto, molto caratteristiche e legate al territorio, sottolineando la cultura dell’artigianato locale. La stilista emergente Giorgia Benjamin è una ragazza giovane di 22 anni che si è approcciata con degli abiti in omaggio al padre egiziano. Carla Ruggieri ha presentato degli abiti da sposa e da comunione che attraversavano gli anni 30, 50, 60, 90 praticamente rivitalizzandoli dagli armadi in cui erano posti. Bella l’idea di far eun film dove raccontare la storia dei proprietari di questi abiti tra i quali il suo di sessant’anni fa!”.
Partner e sponsor dell’Evento: Comune di Ventotene, LikaEventi di Elena Rodica Rotaru e Candida Silvestri, Pandataria Film, in collaborazione con Proloco di Ventotene, Hotel Lo Smeraldo, Hair Beauty Salon di Marilena Bãcanu - ROMA, il Supermercato SISA, C4 Premiazione di Guidonia.
Musica: Dj Jonatan e Pasquale Curcio. Fotografo Ufficiale: Vittorio Musella Riprese Video: Salvatore Braca e Dario Santomauro.
Partner Media: FashionLuxury.info, Pandataria Film, PaeseRoma Quotidiano, MTM, Media X Te di Miruna Cajvaneanu, Lika Rotaru Blogger.
Articolo di Miruna Cajvaneanu e @likarotarublogger @elenarodicarotaru-blog
Qui ⬇️⬇️⬇️ ci sono tutte le foto.
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Wicked: il potere del grande musical
Adattamento dell'omonimo successo di Broadway a cui è estremamente fedele, il film di Jon M. Chu è un grande spettacolo trascinato dalle splendide protagoniste: Cynthia Erivo e la sorprendente Ariana Grande.
In Il mago di Oz, sia nel film del '39 con Judi Garland che nel libro di L. Frank Baum, tutti gioiscono per la morte della Malvagia Strega dell’Ovest. Ma perché era così odiata? E soprattutto: come si è guadagnata l'appellativo di malvagia? Lo è sempre stata, oppure è successo qualcosa che l'ha resa la villain del mondo di Oz? Lo scrittore Gregory Maguire si è fatto queste domande e nel 1995 ha pubblicato il primo di una serie di romanzi che espande l'universo creato da Baum: Strega - Cronache dal Regno di Oz in rivolta. È proprio da questo libro che prende ispirazione il musical Wicked di Winnie Holzman e Stephen Schwartz, un classico di Broadway da 20 anni, a cui, a sua volta, si ispira il film di Jon M. Chu, arrivato al cinema.
Cynthia Erivo e Ariana Grande in Wicked
Anzi, non "si ispira": il Wicked cinematografico è uno degli adattamenti più fedeli mai visti di un musical. Al punto che, per non tagliare nulla, Universal Pictures ha deciso di dividerlo in due parti: la seconda arriverà a novembre 2025. Gli amanti dello spettacolo possono quindi stare tranquilli: chi ha realizzato il film è a sua volta un grande fan dell'opera originale.
Messi in conto quindi una grande disponibilità di mezzi e professionisti per la parte tecnica (lo sfoggio di costumi e scenografie è abbagliante), per far sì che Wicked fosse magico era fondamentale trovare le giuste protagoniste. L'impresa è riuscita: la "cattiva" Elphaba Thropp è Cynthia Erivo, dalla voce potentissima. La Strega Buona del Nord, Glinda, è invece Ariana Grande: la vera sorpresa del progetto. Sapevamo infatti che la pop star sapesse cantare, ma non che fosse un così grande talento comico. Le due in scena fanno, letteralmente, scintille.
Wicked: un cattivo non è mai solo un cattivo
Le fiabe, i miti e anche gran parte dei classici Disney ci hanno insegnato che esistono i buoni e i cattivi. Il viaggio dell'eroe (o dell'eroina) ha sempre al centro qualcuno che opera in funzione del bene, contro un antagonista che in genere è la sua ombra: ha uguale carisma (spesso anche di più), ma impegna le proprie capacità verso il male. E quindi, è matematico: l'eroe trionferà sul villain. Da qualche decennio però questo manicheismo è passato di moda: in nome di una maggiore complessità, i cattivi non sono più soltanto cattivi. Così come i buoni scoprono di avere dei lati oscuri.
Con Wicked accade esattamente questo: Elphaba è evitata da tutti perché ha la pelle verde. E poi perché è in grado di far accadere cose strane. In un regno guidato dal grande e potente Oz (Jeff Goldblum), che dice di essere un mago, quasi nessuno in realtà è davvero dotato di magia. Lei invece sì. Ed è per questo che diventa l'allieva di Madame Morrible (Michelle Yeoh), che vuole incanalare la sua rabbia per farle sviluppare sempre di più i suoi poteri. Per una serie di coincidenze, diventa amica di Glinda, la ragazza più popolare della scuola di magia. Il loro rapporto le porterà ad aprire gli occhi su una verità scomoda: la città di Smeraldo non è il regno perfetto che credevano.
Meglio volare liberi o non volare soli?
In un turbinio di glitter, magia e gorgheggi, Wicked è uno spettacolo emozionante, che non smette di fare domande allo spettatore. Dietro a ogni numero musicale si cela infatti un tema importante: sicuramente l'accettazione di chi è diverso, il bullismo, l'amicizia e perfino una riflessione su come trattiamo gli animali. Il cuore di tutto però è la ricerca della verità. Elphaba lo dice più volte ai suoi compagni di classe: come reagire una volta scoperto come stanno le cose? Meglio stare zitti, oppure battersi per ciò in cui si crede? Come spesso abbiamo scoperto in questi anni di social, la verità è una delle cose che oggi più fa paura: ed è proprio per questo che Elphaba diventa una figura scomoda. Perché non vuole piegarsi alle menzogne, azzerando le certezze di tutti.
Una scena di Wicked
Nella scena più importante di Wicked, quella della canzone Defying Gravity, la strega si dice: "Anche se volo da sola, almeno volo libera" (And if I'm flying solo/At least I'm flying free). Che prezzo ha inseguire la verità? A quanto pare essere ricordata come la cattiva della storia. Ecco, il musical, tra un brano e l'altro, ci dice proprio questo: i mostri spesso sono semplicemente persone incomprese. E i veri cattivi sono quelli che sorridono, mentre ci tolgono la libertà.
Conclusioni
Tra gli adattamenti più fedeli dell'opera originale mai visti sul grande schermo, se siete fan dello spettacolo di Broadway Wicked non vi deluderà. Certo, se non amate i musical questo film non fa per voi, perché è "tutto cantato, tutto ballato, un grande spettacolo"! come si dice in Moulin Rouge! di Baz Luhrmann. Straordinarie le due protagoniste Cynthia Erivo e Ariana Grande, la vera sorpresa del film: era scontato sapesse cantare, meno che fosse anche un'attrice brillante. E non è finita: questa è la prima parte, la seconda arriverà nel 2025.
👍🏻
La fedeltà al musical originale.
La potenza vocale di Cynthia Erivo.
La sorpresa Ariana Grande: oltre a saper cantare è anche un'attrice brillante.
La sfarzosità di costumi e scenografie.
La presenza di due fuoriclasse come Jeff Goldblum e Michelle Yeoh.
👎🏻
Se non amate i musical questo film non fa per voi.
La divisione in due potrebbe lasciare con l'amaro in bocca nel finale della prima parte.
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Ciao!
Quanto tempo, vero? Beh, siamo alla fine dell'anno quindi si fanno i vari recap/wrap/riassunti/classifiche e robe simili. Perché esimermi da tale pratica?
Direi di cominciare con la musica che, fortunatamente, pare non essere stata intaccata dagli ascolti con la piccolina di casa. In entrambi i casi è stato l'anno dell'elettronica suddivisa nella new wave dei Depeche Mode, di cui ho ascoltato tutta la discografia, e la poliedrica produzione di The Weeknd, altro di cui ho ascoltato tutto al netto dell'ultimo album che uscirà nel 2025.
Dei Depeche Mode posso dire che mi hanno colpito molto. Dal primo album interessante e buffo, a tratti bizzarro, c'è stata una crescita enorme culminata con due album: "Violator" dove hanno probabilmente toccato l'apice e "Songs of Faith and Devotion" che, per poco, non ha sfasciato la band (e quasi ucciso il cantante).Tutto quello che è arrivato dopo è un oscillare tra pezzi interessanti e cose meno incisive. È un qualcosa che capita con alcune band o artisti che, avanzando con l'età, cambiano stile, si assestano si cose meno pesanti. È successo a Vasco, a Ligabue, agli U2. Vedremo cosa accadrà e se "Memento Mori" sarà il loro ultimo lavoro.
The Weeknd l'ho scoperto per la ragione più scema in assoluto: è stato il primo artista di Fortnite Festival (aridaje!). Inoltre ha una storia molto particolare, ha uno stile che si è evoluto da molto, temi cupi di degrado psicologico e relazioni tossiche son passati ad amori struggenti e oggi sembrano lievemente più speranzosi. Il nuovo album "Hurry Up Tomorrow" ha pochi singoli all'attivo quindi non so ancora nulla in merito. Però è stato un bel viaggio musicale.
Per il resto Frozen ha coperto ogni momento della crescita di mia figlia, sia il primo che il secondo, facendomi scoprire come una colonna sonora possa essere davvero interessante. Per concludere ho scoperto Nintendo Music ed ora mi sparo le colonne sonore dei migliori giochi della casa di Kyoto, in attesa che aggiungano F-Zero originale, Super Mario World ed altre chicche.
Sul lato musica abbiamo finito. Si passa ai videogiochi ma non aspettatevi molto. Sapete già dove andrà a finire: autobus volanti, banane antropomorfe e llama.
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[✎ ITA] Weverse Magazine : Recensione : JIN È Felice di Fare del Suo Meglio | 05.12.24⠸
🌟 Weverse Magazine 🗞
JIN È Felice di Fare del Suo Meglio
__ Una recensione del primo album solista di Jin dei BTS __
__ di SEO SEONGDEOK | 05. 12. 2024
Twitter / X | Orig. KOR
Nel corso dell'ultimo paio di anni, i BTS hanno visto sviluppi inaspettati. L'arruolamento dei membri per il servizio militare obbligatorio ha portato ad un'inevitabile pausa dalle attività di gruppo. Jin è stato il primo ad iniziare, nel dicembre 2022, e man mano, nel corso dell'anno successivo, anche gli altri membri si sono arruolati.
Ciononostante, i BTS hanno continuato a proporre ai/lle propri/e fan diversi contenuti. Ognuno dei membri si è dato alla produzione di album solisti – tutti con concept ed intenzioni artistiche uniche - è apparso in vari contenuti video e show televisivi e ha collaborato con altrə artistə, colmando così armoniosamente il vuoto altrimenti causato dalla loro pausa.
Sebbene, a tutta prima, il graduale arruolamento dei membri sembri la principale ragione per il successo di questo programma, è ovvio che l'attenta pianificazione, la messa in pratica, le risorse investite e, soprattutto, la straordinaria etica lavorativa dei ragazzi sono da considerarsi come le principali forze motrici di questo progetto. In breve, i BTS sono la dimostrazione di un fenomeno senza precedenti. A dispetto delle prove che gli idol coreani sono chiamati ad affrontare partecipando al servizio militare obbligatorio—per non parlare, poi, della tendenza per cui, storicamente, le boy band sono solite porre fine alle attività di gruppo in favore di carriere soliste— i BTS hanno dimostrato che un diverso approccio è possibile. Cosa ancor più notevole, ci son voluti meno di 2 anni perché tutti e sette i membri, da RM a Jin, entrassero nella Top 10 della classifica Billboard 200.
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Ufficialmente, Jin ha aperto la sua carriera solista con il singolo The Astronaut, rilasciato nell'ottobre 2022, appena prima del suo arruolamento. Essendo ora il primo membro dei BTS ad aver finito il servizio militare, ha anche aperto la nuova era del gruppo ed il graduale congedo dei membri, sfruttando appieno il momento propizio. Non ha avuto ancora un attimo di respiro—subito dopo il congedo, a giugno, è apparso alla BTS FESTA, portando avanti attività per 8 giorni filati e con un solo giorno di riposo—e ha poi rilasciato un mini album da 6 tracce e relativi MV, e tutto questo entro la fine dell'anno. Non ha perso un attimo di tempo. Ma l'aspetto più interessante è che questi ritmi serrati, uniti al messaggio del suo album, riflettono essenzialmente la filosofia ed i pensieri ch Jin ha condiviso in varie interviste. Fondamentalmente, Jin vuole rendere felice la gente che lo segue ed ama, e quella gioia, per contro, è fonte di felicità anche per lui. Non a caso, il titolo dell'album è Happy.
Una tale costanza può forse sembrare un tratto comune a tantə artistə K-pop. Ma questa sua risolutezza e sincera dedizione non lascia adito a dubbi – specialmente arrivando da una persona che, un tempo aspirante attore, ora non desidera altro che restare per sempre insieme al suo gruppo – ed il sound dei suoi brani, ampiamente di ispirazione band music, rispecchia perfettamente quel proposito d'essere e rendere il prossimo felice (“happy”).
Che sia insieme ai BTS o come artista solista, l'obiettivo di Jin non varia: essere fedele a se stesso e al suo messaggio.
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Dunque, quali sono le tracce che ha da offrirci Happy? Jin aveva già mostrato un approccio molto moderno alla band music attraverso The Astronaut, cui ha lavorato con i Coldplay e Kygo. Tuttavia, la sua voce delicata e le sue doti canore straordinarie hanno sempre spiccato maggiormente nelle ballate, distraendo dall'elemento rock di questa e delle sue altre tracce. Attraverso Happy, Jin si avventura in un territorio musicale ancora inesplorato.
“Running Wild”, che vede la partecipazione di Gary Barlow – membro della boy band britannica dei Take That, alla produzione, ci offre un vivace sound pop-rock, carico di entusiasmo. Ma l'aspetto più prominente è l'uso che è stato fatto di queste sonorità band music—le quali rimangono sullo sfondo del cantato, ma hanno comunque forte risonanza grazie all'uso di strumenti veri e propri, invece di riproduzioni digitali attraverso sample. Questo tipo di strumentazione non fa che mettere in luce l'ampia gamma canora e la tecnica di Jin, allineandosi fluidamente con la progressione sonora del brano ed il suo crescendo emotivo.
Lo scopo del video musicale è catturare momenti di pura gioia seppure in un mondo al limite del collasso. L'attenzione, dunque, non è sull'aspetto distopico della situazione, ma su quest'ultimo scorcio di bellezza. In tal senso, incarna pienamente il tema della ricerca della felicità. Mentre “Running Wild” presenta il classico sound rock, seppure in chiave pop, il resto dell'album sembra quasi un'esplorazione più ampia del genere e tema, intessuto com'è di sperimentalismo musicale e pura passione.
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La prima traccia ad essere rilasciata è stata “I’ll Be There” - brano che presenta uno stile rockabilly facilmente digeribile ed un'atmosfera festosa, che si riflette anche nel MV – in cui vediamo varie persone accorrere ad assistere all'esibizione di Jin. Il video musicale è tanto coinvolgente quanto la canzone stessa, con il suo sapiente lavoro di editing e la dinamicità data dalla progressiva introduzione di nuovi personaggi, che gradualmente ma inesorabilmente avvalorano ancor più il tema e messaggio della canzone. Come dice il testo, la clip culmina in un momento in cui tuttə mostrano “un sorriso luminoso, contagioso, così che tuttə possano essere felici”.
“Another Level” esplora l'intensità emotiva dell'alternative rock da stadio, mischiando anche vari elementi da altri generi così da amplificarne ulteriormente l'impatto. Non è difficile immaginarsi un'esibizione grandiosa per questa traccia, Jin sul palco circondato da effetti e luci sfolgoranti.
“Until I Reach You” è il brano più moderno ed indie rock dell'album, e vede il contributo di Taka e Toru dei ONE OK ROCK.
Un'altra traccia davvero notevole è “Heart on the Window”, un duetto con Wendy delle Red Velvet. Anche grazie al testo di Isran, questa canzone sa trasmettere magnificamente alcune delle emozioni più universali attraverso la semplicissima immagine di un cuore disegnato su una finestra appannata. Il fatto che due delle migliori voci del K-Pop vi abbiano unito le forze, non fa che elevare questo brano allo status di ballata pop intramontabile.
L'album si chiude con “Longing”, che è una serenata al piano dedicata alle/i fan nonché la conclusione - carica di pathos e conforto - del viaggio musicale intrapreso da Jin in Happy.
Happy è sicuramente in linea con il successo creativo ed artistico raggiunto dai BTS nel corso degli ultimi due anni. Specialmente nel caso di artisti dalla lunga carriera di gruppo, i progetti solisti sono spesso considerati come espressione della propria individualità creativa finanche un rito di passaggio. Entrambi gli approcci possono portare a risultati notevoli. Tuttavia, sebbene sia facile categorizzare ogni progetto in una o l'altra di queste opzioni, la realtà è che esistono innumerevoli altre felici (o “happy”) possibilità. Sicuramente Jin non è né il primo né l'unico artista che sa riflettere la sua filosofia personale nella propria musica, ma è senz'altro un raro esempio di interprete che sa raggiungere quest'obiettivo senza smarrirsi, dimenticare le proprie origini, la sua umanità, l'amore ricevuto e ciò che desidera dare in cambio. In quest'album, non solo Jin si rivolge direttamente alle/i fan, ma lo fa collaborando con grandi talenti musicali ed artistici dagli Stati Uniti, il Regno Unito, il Giappone e la Corea al fine di creare una trama sonora uniforme, e riesce a convincere, siglando il tutto con la sua voce. Come da suo proposito, dunque, Happy è la dimostrazione che – con la musica – il mondo può diventare un luogo un goccio migliore.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS⠸
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[L'incel che ha fondato Facebook da incel per dare voce a incel e boomer è pure sposato 🤭😂]
Mark Zuckerberg, CEO di Meta, e il rapper T-Pain hanno unito le forze per rilasciare "Get Low (Mark's Version)", una cover acustica rallentata del successo del 2002 di Lil Jon, come regalo personale per l'anniversario della moglie di Zuckerberg, Priscilla Chan, con i proventi a sostegno della Save The Music Foundation.
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Venerdì 18 ottobre
💰 Compleanni del giorno: Zac Efron e Chuck Berry 🙀 Canzone del giorno: Il giro giusto di Bugo 🍤 Film/Serie TV del giorno: It's Always Sunny in Philadelphia 🚌 Curiosità del giorno: Zac Efron non ha cantato nel primo film della saga di High School Musical. La voce di Troy Bolton nei grandi successi del primo fim è stata prestata Drew Seeley. Dopo il grande successo di High School Musical, Zac Efron ha preso delle lezioni di canto e si è imposto perché avesse la possibilità di cantare personalmente le canzoni del suo personaggio nel secondo film (e poi nel terzo).
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Espresso di Sabrina Carpenter: La Canzone che Domina le Classifiche Statunitensi
Un viaggio nel mondo del pop con un sound coinvolgente e un’artista che conquista il cuore degli ascoltatori
Un viaggio nel mondo del pop con un sound coinvolgente e un’artista che conquista il cuore degli ascoltatori Sabrina Carpenter e il successo travolgente di Espresso Il panorama musicale statunitense è stato recentemente travolto dall’energia di “Espresso”, l’ultimo singolo di Sabrina Carpenter. La canzone, che ha rapidamente scalato le classifiche di Spotify, Apple Music, e altre piattaforme di…
#Alessandria today#Apple Music top hits#Artista emergente#Artisti americani#brani pop orecchiabili#cantautrici pop#canzone di successo#canzone più famosa USA#canzone virale#canzoni del momento#canzoni top USA#classifica Billboard#classifiche musicali#Espresso Sabrina Carpenter#evoluzione musicale#Google News#hit pop 2024#hit Spotify#italianewsmedia.com#melodie contagiose#musica e emozioni#musica elettropop#musica internazionale#musica moderna#musica pop 2024#nuove hit#Nuove uscite musicali#Pier Carlo Lava#popstar americane#Sabrina Carpenter
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Shania Twain
Shania Twain, cantautrice canadese e regina del country pop, è una delle donne che hanno venduto più dischi della storia, più di cento milioni di copie.
Scrive testi che parlano d’amore, di empowerment femminile, descrive spaccati di vita quotidiana e mette in luce, con ironia e sarcasmo, il materialismo e la superficialità del mondo contemporaneo.
Più volte in testa alle classifiche mondiali, tre dei suoi album sono stati premiati come dischi di diamante.
Tra i numerosi premi ricevuti spiccano cinque Grammy Awards, due World Music Awards e ben 39 BMI Songwriter Awards.
È inserita nella Walk of Fame del Canada, nella Walk of Fame di Hollywood, nella Canadian Music Hall of Fame e nella Nashville Songwriters Hall of Fame. Le è stata anche dedicata una Barbie.
Per il suo impegno umanitario e per aver dato lustro alla storia della musica, è stata insignita col prestigioso Ordine del Canada.
Nata col nome di Eilleen Regina Edwards a Windsor, in Ontario, il 28 agosto 1965. Ha avuto un’infanzia difficile vissuta in ristrettezze economiche. Il suo patrigno, che l’aveva adottata insieme alle due sorelle dando loro il cognome Twain, picchiava la madre caduta in depressione che, per un periodo, era anche stata accolta in una casa rifugio per donne maltrattate.
Ha iniziato a cantare nei bar all’età di otto anni per aiutare la sua famiglia. L’esperienza nei locali notturni sono stati la sua prima palestra di vita.
A 13 anni è comparsa in un programma della CBC e ai tempi del liceo era la cantante di una band locale che faceva cover.
Quando, nel 1987, la madre e il padre adottivo sono morti in un incidente d’auto, si è trovata a prendersi cura delle sorelle e del fratello.
Nel 1991 ha firmato il suo primo contratto con la Mercury Nashville Records adottando il nome d’arte Shania, che, in una lingua nativa, significa “a modo mio“.
Nel 1993 è uscito il suo primo album, l’omonimo Shania Twain con cui si è fatta notare e anche criticare nella scena country per i suoi videoclip in cui metteva in mostra l’ombelico.
Due anni dopo, insieme al produttore Robert Lange, che intanto aveva sposato, ha pubblicato The Woman in Me rimasto per mesi al primo posto nelle classifiche country e che ha venduto dodici milioni di copie, vinto un Grammy e ottenuto due premi dall’Academy of Country Music.
Come on Over, del 1997, ne ha consacrato il successo internazionale. Rimasto in classifica per due anni consecutivi, con i suoi 40 milioni di copie, è stato il disco di musica country più venduto di tutti i tempi che le ha portato quattro Grammy.
Da allora la sua carriera musicale è stata tutta in ascesa, tour mondiali, importanti collaborazioni, i suoi brani usati per importanti campagne pubblicitarie e serie tv.
Una vita non priva di intoppi e arresti, ha superato la malattia di Lyme e un lungo periodo di depressione ma si è sempre rialzata, con la grinta e l’ironia che la contraddistinguono.
Nel 2011 è stata protagonista di un reality dal titolo ‘Why Not? with Shania Twain‘ andato in onda sul canale americano ‘OWN’ di proprietà di Oprah Winfrey. Nel corso del programma, ha ripercorso tutte le tappe della sua vita, anche quelle dolorose causate dal divorzio col marito, l’infanzia e la difficile adolescenza.
Il 3 maggio dello stesso anno è uscito From This Moment On, il suo libro autobiografico.
Dal 1º dicembre 2012 è stata presenza fissa per due anni di seguito al Caesars Palace di Las Vegas con lo spettacolo residente Shania: Still the One.
Nel 2017 ha pubblicato l’album Now, seguito da un anno di tour promozionali prima di accettare la seconda residenza a Las Vegas Let’s Go! , che ha aperto il 6 dicembre 2019 che si è conclusa il 10 settembre 2022.
Nel luglio 2022 è stato pubblicato un documentario Netflix che ripercorre la sua carriera intitolato Not Just A Girl.
Il 3 febbraio 2023 è uscito il suo sesto album in studio, Queen of Me.
Shania Twain ha partecipato a concerti che hanno fatto la storia, a numerose trasmissioni televisive e recitato in serie tv e diversi film.
Ha sgomitato per farsi apprezzare oltre la sua bellezza e avvenenza fisica ma è stata di ispirazione per tante giovani musiciste, prima tra tutte, Taylor Swift.
È vegetariana e da anni vive in Svizzera.
Nel 2010 ha creato Shania Kids Can, organizzazione che si occupa di assistenza all’infanzia. Sostiene una serie di enti di distribuzione alimentare per persone indigenti.
È una donna grintosa, partita dal niente che è diventata una delle star più potenti del mondo musicale.
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Storia Di Musica #345 - Buzzcocks, Spiral Scratch, 1977
L'Extended Play ha avuto un momento di grande successo durante la stagione del punk. Nell'era d'oro del movimento (1976-1980) la facilità e i minori costi di produzione resero il formato piuttosto amato dalle giovani band punk, che così, in pieno stilema del movimento, potevamo mettere sul banco quel poco che erano capaci di suonare all'inizio: lo spirito ultimo del punk era, soprattutto all'inizio, la ribellione (fittizia a volte, ma è un altro discorso) ai canoni del musicista preparato, per virare in una sorta di spontanea espressione personale, a volte al limite del dilettantismo (principio che se allora poteva apparire rivoluzionario, ai giorni nostri ha tutt'altro significato). La storia musicale di oggi riguarda una band che non solo esordì con un Ep, ma, cosa davvero storica, fu la prima ad autoprodurselo, dando il via alla strada delle etichette indipendenti in Gran Bretagna.
Tutto nasce nel 1975 quando due ragazzi di Bolton, vicino Manchester, Peter McNeish e Howard Trafford, appassionati di musica, decidono che vogliono fondare una band. Si cambiano il nome in Pete Shelley e Howard Devoto, Shelley suona la chitarra e canta, Devoto canta soltanto, e chiedono in giro chi vorrebbe unirsi a loro. Hanno un accordo con un batterista, e leggendo sul New Musical Express che i Sex Pistols stanno iniziando un Tour in Inghilterra vanno a Londra per incontrare la band. Prendono accordi con il manager Malcom McLaren per aprire la data di Manchester, ma malauguratamente tutti i batteristi che contattano sono indisponibili. Ci riescono alla seconda data, nel luglio del 1976, quando vennero reclutati il bassista Steve Diggle e il batterista John Maher, e la loro esibizione d'apertura è possibile rivederla in un documentario su quel primo tour dei Sex Pistols, nel documentario Punk: Attitude diretto da Don Letts.
Quella sera si presentarono al pubblico con un nome decisamente punk: Buzzcocks, che è un misto tra il nome dialettale di quelle zone per chiamare i ragazzi (cocks) e una battuta di un celebre telefilm molto famoso in quei tempi, Rock Follies, che aveva una sorta di battuta tormentone in "that's the buzz, cocks" che vale più o meno "è la voce che gira, ragazzi". Tra l'altro Pete Shelley come lavoretto era commesso in un sexy shop a Bolton, particolare che dava una vena ironica alla scelta.
Decidono, con una mossa che farà scuola, di autoprodursi il primo lavoro, che è l'Ep di oggi. Fondano una propria casa discografica, la New Hormones, che è stata la prima etichetta indipendente di punk in Gran Bretagna. Producono, insieme al mitico produttore Martin Hannet (il capo produttore della Factory di Manchester, fido collaboratore dei Joy Division e di altre storiche band del periodo) questo Ep, che sin dal titolo, Spiral Scratch (a ricordo del suono della puntina sul vinile quando non funziona bene) è un inno al loro punk che sin da subito prende una strada diversa: abbandona i toni "politici" che in parte avevano i Sex Pistols e in seguito i Clash, per scegliere una vena ironica ma non meno devastante, parlando, per primi, dei problemi di droga dei giovani del tempo, della loro solitudine, del sesso. Chiesti 500 sterline a parenti ed amici, affittano con Hannett il 28 Dicembre del 1976 gli Indigo Sound Studios di Manchester, e in tre ore registrano 4 brani, che diventeranno loro icone e piccole perle del primo punk. Breakdown apre il lavoro, con il suo ritmo sostenuto e la chiara devastazione di essere non ancora formato in nulla di una generazione per la prima volta allo sbando (Whatever makes me tick it takes away my concentration\sets my hands a-trembling, gives me frustration\I'm gonna breakdown, I'm gonna breakdown yes). La nervosa Time's Up ha un piccolo refrain che è una dichiarazione d'intenti (Your time's up and me too\I'm out on account of you) prima che si apra la prima canzone icona del gruppo: Boredom prende alla lettera il titolo sviluppandosi in una canzone che in pratica utilizza solo due note, ed è il manifesto di una generazione apatica che ripete come un mantra "noia, noia noia" e, per la prima volta nella musica, ha paura nel futuro. Devoto, che lascerà la band dopo questo Ep dicendosi stanco del già sentirsi "definito e stereotipato" cambierà idea poco dopo fondando una nuova band, i Magazine. Friends Of Mine, con la voce diabolica di Devoto, è molto più estrema del resto, e rimarrà una sorta di unicum del gruppo, he nei lavori successivi amplierà il lato pop-punk, molto ironico, diventando la risposta europea ai Ramones.
Il disco, che fu stampato in sole 1000 copie, divenne una sorta di piccolo culto, e con il passaparola e con l'aiuto decisivo del manager del Virgin Records Store di Manchester, che lo consigliò ad altri negozi del gruppo, fu ristampato tantissime volte, fino a vendere nelle edizioni New Hormones oltre 16 mila copie. La casa discografica, che ebbe tra le mani i primi lavori di band poi eccezionali come The Fall, Cabaret Voltaire, Gang Of Four, in un primo momento non poté produrre nulla per mancanza di soldi. Solo dopo che la band, nel 1980, ebbe dissidi e non produsse niente l'etichetta iniziò a realizzare lavori, in tutto 21 dischi, ma a Manchester lo scettro era arrivato nelle mani della Factory, che produsse i dischi più innovativi e belli del periodo. Devoto una volta uscito, verrà sostituito spostando Steve Diggle alla chitarra, al basso Garth Smith, che venne ben presto rimpiazzato da Steve Garvey. Pur essendo stati i fondatori della prima piccola etichetta DIY (Do It by Yourself, termine coniato dal critico Simon Reynolds in un capitale saggio sul punk) la band siglerà un accordo con la United Artist per distribuire gli ultimi dischi della band. Con una formazione a 4 pubblicheranno nel 1978 Another Music In A Different Kitchen, uno dei migliori lavori del biennio punk '77-'78, decidendo di curare molto di più la produzione e a brani come Fast Cars, You Tear Me Up e I Don't Mind. Nello stesso anno pubblicano Love Bites, che doveva essere il nome del loro secondo Ep, che contiene la loro canzone più famosa, Ever Fallen In Love?, 2 minuti e 39 di chitarre e cori che sono un'apice del pop-punk, e vi consiglio di ascoltare anche la cover che anni dopo fanno del pezzo i Five Young Cannibals. Poi si sciolgono, e si riuniscono nel 1993, senza lasciare granchè. Una band punk ma non troppo questi Buzzcocks.
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TAYLOR SWIFT: Fenòmeno o Feno méno?
La nota scrittrice Meghan Murphy si è espressa sul fenomeno Taylor Swift, ormai osannata più di Maria Callas e Maria Curie messe assieme:
"Taylor Swift has a boring face, a boring personality, a boring life story, and worst of all her music is boring."
(Taylor Swift ha una faccia noiosa, una personalità noiosa, una storia noiosa e, quel che è peggio, la sua musica è noiosa).
Giudizio condiviso da molti altri cantanti, scrittori e da gente comune, cioè DA ME :p
Accusata di parlare contro le donne e di non essere femminista, Meghan Murphy ha risposto: "io non mi definisco femminista, mi definisco una scrittrice" "Devo parlare bene per forza di una cantante scadente?".
Perché questo successo planetario che risolleva il PIL dell'Uruguay e riempie gli stadi di milioni di ragazzine fan sfegatate in delirio?
Sempre secondo la Murphy (e secondo me) perché la stragrande maggioranza delle ragazzine è "boring" come Taylor Swift.
Le sue canzoni hanno testi di una banalità talmente sconcertante che è ovvio suscitino un amore furente. Perché la maggioranza dell'umanità è banale e conformista e le fan di Taylor Swift non fanno eccezione.
Il fatto che sia immensamente ricca e abbia un successo planetario che batte perfino i Beatles, che sia "Madonna of now" non significa che sia la migliore cantante esistente, significa che il pubblico ha il peggior gusto esistente.
Le rime dei suoi testi sono facilissime: far con bar ecc., parla sempre di ragazzi che la lasciano, proprio le ovvietà alla Maria de Filippi che provocano immedesimazione.
Anche il fatto che sia totalmente inespressiva, con tratti un po' volgari da impiegata del catasto di Milwaukee, carina ma non troppo, truccata benino ma non troppo, suscita il fervore da immedesimazione di una gioventù totalmente dedita a seguire le Internet Aesthetics, l'estetica coquette, l'estetica Barbie, l'estetica clean girl....
La sua potentissima e protettiva famiglia le gestisce benissimo questo carrozzone di conformismo e il gioco è fatto.
Eppure Harvard ha istituito un corso di Taylorswiftologia applicata I e II🧐, i cui professori decantano l'aspetto post-moderno del suo rossetto e discettano sulla profondità del suo retropensiero, ondeggiante tra Husserl e Sartre.
Per me è semplicemente una cantante mediocre con la faccia da scema, che fa canzoni di mer*a, idolatrata da milioni di ragazzine che riescono a immedesimarsi solo nella banalità.
Però Taylor Swift ha anche qualche difetto 😂😂😂
Da Antonio Barbieri.
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Robert Wyatt - Sea Song (Official Audio)
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La musica di Robert Wyatt gode da sempre di una stima illimitata, sin dai tempi in cui era batterista-cantante dei Soft Machine e poi alla fine di quell’esperienza (per lui una ferita mai sanata) e alla nascita dei Matching Mole (se lo si pronuncia alla francese diventa Machine Molle = Soft Machine). In entrambi i casi Wyatt contribuisce ad album destinati alla storia della popular music come Third dei Softs e Matching Mole. Poi però succede qualcosa di tragico: il 1° giugno 1973, durante la festa di compleanno di Gilli Smyth dei Gong e della poetessa/performer Lady June, un Wyatt strafatto e ubriaco si arrampica sul tetto per tentare di calarsi sul balcone del piano dove si sta svolgendo la festa e sorprendere tutti. Sono pochi passi ma sufficienti per cambiargli per sempre la vita. Appoggia male un piede, scivola e cade nel vuoto. Al suo risveglio in ospedale si ritrova paralizzato dall’addome in giù.
Quella è la fine del «batterista bipede», come Robert ha sempre definito la sua vita prima dell’incidente. La cosa sconvolge i suoi amici e la scena musicale tutta, e porta a bellissime iniziative come il concerto organizzato dai Pink Floyd (con i quali i Soft Machine avevano speso una buona parte dei ’60 in tour) il cui incasso è devoluto a Wyatt per le cure ospedaliere. Ma i link con i Floyd, lo si vedrà leggendo, non finiscono qui.
Supportato dalla fedele moglie/collaboratrice (è autrice dei tutte le sue copertine e di diversi testi) Alfreda Benge, detta Alfie, Wyatt mette da parte le inquietudini e le esagerazioni che hanno caratterizzato gli anni giovanili e si concentra su una musica che altro non può essere definita se non la musica di Robert Wyatt. Dentro ci sono echi della scuola di Canterbury (non potrebbe essere diversamente), prog, sperimentali, world. E c’è quel jazz che in definitiva rappresenta il più grande amore dell’artista. Ma soprattutto c’è la sua voce. Una voce che ha influenzato cantanti moderni (qualcuno ha detto Thom Yorke?) e che o la si apprezza in tutte le sue sfumature o la si rifiuta: sottile, sempre al limite dello spezzarsi, addirittura dell’andare fuori tono. Però dolce, sicura, riconoscibilissima, in grado solo con poche note di scaldare l’anima come un caminetto acceso in una notte di neve. Infine ci sono le sue canzoni e le molte cover con le quali spesso si è misurato: rarefatte, impalpabili, struggenti, solo sue. Ma anche agguerrite in altri momenti. Col tempo infatti Wyatt ha saputo mettere in atto un fiero impegno politico, schierandosi con il Partito Comunista Britannico e trovandosi coinvolto in iniziative umanitarie.
Nel 1997 nel quale in Italia (caso unico al mondo) viene pubblicato un tributo a Wyatt (The Different You – Robert Wyatt e noi, organizzato da Francesco Magnelli e Gianni Maroccolo e pubblicato dal Consorzio Produttori Indipendenti) esce Shleep, suo più grande successo dai tempi di Rock Bottom. È un album sereno, variegato, in grado di mettere sul piatto i diversi mondi wyattiani in maniera perfetta. Con diverse perle sonore tra cui una che spicca per intensità: Maryan, scritta col chitarrista jazz Philip Catherine e ripresa con eleganza e trasporto da Ginevra di Marco e Cristina Donà nel tributo.
Uno degli album più importanti degli ultimi 50 anni. Concepito nei giorni di convalescenza a seguito dell’incidente e prodotto da Nick Mason, il disco presenta un Wyatt fresco e nuovo, che compone canzoni che entrano nell’anima del mondo. Sospeso tra umori jazz, melodie struggenti ed esperimenti, Rock Bottom farà scuola per il suo carattere al tempo stesso tortuoso e godibile. Al suo interno molta malinconia, ma anche uno spirito ironico e vitale che permette a Wyatt di pubblicare alcune tra le sue canzoni più belle, una su tutte Sea Song che è pura poesia per il suo amore con Alfie. Ma è tutto l’album a essere una lunga lettera d’amore alla consorte, alcuni brani portano addirittura il suo nome. Rock Bottom è l’equilibrio perfetto tra canzone e sperimentazione, tra jazz e tutto ciò che musicalmente c’è di bello sul pianeta Te
( da Rolling Stone)
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“Lies are sprinters, but the truth runs a marathon.”
Michael Jackson
#curiosity
With over 1 billion copies sold worldwide, Jackson is one of the most successful musical artists with sales comparable only to Elvis Presley and the Beatles.
"Le bugie sono velociste, ma la verità corre una maratona."
Michael Jackson
#curiosità
Con oltre 1 miliardo di copie vendute in tutto il mondo, Jackson è uno degli artisti musicali di maggior successo discografico con vendite paragonabili solo ad Elvis Presley e ai Beatles.
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