#pop scadente
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TAYLOR SWIFT: Fenòmeno o Feno méno?
La nota scrittrice Meghan Murphy si è espressa sul fenomeno Taylor Swift, ormai osannata più di Maria Callas e Maria Curie messe assieme:
"Taylor Swift has a boring face, a boring personality, a boring life story, and worst of all her music is boring."
(Taylor Swift ha una faccia noiosa, una personalità noiosa, una storia noiosa e, quel che è peggio, la sua musica è noiosa).
Giudizio condiviso da molti altri cantanti, scrittori e da gente comune, cioè DA ME :p
Accusata di parlare contro le donne e di non essere femminista, Meghan Murphy ha risposto: "io non mi definisco femminista, mi definisco una scrittrice" "Devo parlare bene per forza di una cantante scadente?".
Perché questo successo planetario che risolleva il PIL dell'Uruguay e riempie gli stadi di milioni di ragazzine fan sfegatate in delirio?
Sempre secondo la Murphy (e secondo me) perché la stragrande maggioranza delle ragazzine è "boring" come Taylor Swift.
Le sue canzoni hanno testi di una banalità talmente sconcertante che è ovvio suscitino un amore furente. Perché la maggioranza dell'umanità è banale e conformista e le fan di Taylor Swift non fanno eccezione.
Il fatto che sia immensamente ricca e abbia un successo planetario che batte perfino i Beatles, che sia "Madonna of now" non significa che sia la migliore cantante esistente, significa che il pubblico ha il peggior gusto esistente.
Le rime dei suoi testi sono facilissime: far con bar ecc., parla sempre di ragazzi che la lasciano, proprio le ovvietà alla Maria de Filippi che provocano immedesimazione.
Anche il fatto che sia totalmente inespressiva, con tratti un po' volgari da impiegata del catasto di Milwaukee, carina ma non troppo, truccata benino ma non troppo, suscita il fervore da immedesimazione di una gioventù totalmente dedita a seguire le Internet Aesthetics, l'estetica coquette, l'estetica Barbie, l'estetica clean girl....
La sua potentissima e protettiva famiglia le gestisce benissimo questo carrozzone di conformismo e il gioco è fatto.
Eppure Harvard ha istituito un corso di Taylorswiftologia applicata I e II🧐, i cui professori decantano l'aspetto post-moderno del suo rossetto e discettano sulla profondità del suo retropensiero, ondeggiante tra Husserl e Sartre.
Per me è semplicemente una cantante mediocre con la faccia da scema, che fa canzoni di mer*a, idolatrata da milioni di ragazzine che riescono a immedesimarsi solo nella banalità.
Però Taylor Swift ha anche qualche difetto 😂😂😂
Da Antonio Barbieri.
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"Personalmente credo che la regola da adottare verso circenses lobotomici come il cosiddetto “festival della canzone italiana” sia tacerne. Anche parlarne male, nel meccanismo mediatico odierno, significa farlo diventare qualcosa di significativo.
Ma posto che il fuoco di artiglieria su questa grande operazione di distrazione e indottrinamento è comunque massivo, forse ci possiamo permettere una considerazione di cornice, che non nobiliti nessuno dei penosi dettagli della kermesse citandoli.
La prima osservazione da fare riguarda un meccanismo mentale, invalso a partire dagli anni ’80 con l’ingresso nelle vite degli italiani della televisione commerciale. Chiamiamolo l’argomento del “populismo delle élite”. Questo argomento scatta in presenza di critiche e contumelie espresse verso questi circenses, denunciandole come manifestazioni di elitarismo, lontane dal sentire del popolo.
È da quando ho memoria che sento usare questo argomento a molla, per cui se auspichi che qualcuno legga un classico della letteratura piuttosto che la finta autobiografia di un calciatore di successo, che ascolti buona musica invece di spazzatura commerciale, che apprezzi la differenza tra cinematografia di qualità (o, dio non voglia, buon teatro di prosa) rispetto all’ultimo video autopromozionale dell’influencer di turno, se fai questo gesto ti vedi rinfacciare di essere elitista, di non essere in sintonia con il gusto popolare, ecc.
Ed è così che, anno dopo anno, iterazione dopo iterazione di questa scemenza, si è arrivati al fondo del barile, iniziando gaiamente a scavare. Per rendere l’idea, nel mio anno di nascita (1967) il film per ragazzi campione di incassi era “Il libro della giungla” (Disney), oggi è “Me contro Te”.
Il problema dell’argomento del “populismo delle élite” è che è una falsità esiziale che si nutre di un fraintendimento.
Il fraintendimento è che si fa credere che tenere alti i criteri di qualità significhi prediligere dei generi “alti” rispetto ad altri generi. Ma questo è un modo di calciare la palla in tribuna. Non ha senso contrapporre, chessoio, la musica classica al rock, il teatro al cinema, la letteratura entrata nelle antologie a quella contemporanea, ecc. È del tutto ovvio che si trova alta e bassa qualità trasversalmente ad ogni genere, (oddio, per la Trap rimane un’ipotesi da dimostrare, ma diciamo in generale.)
C’è della “musica seria” contemporanea che è solo boriosa trasposizione in pubblico di un’officina di sperimentazione autoreferenziale che ha bisogno dei sottotitoli per significare alcunché, e c’è musica pop che ha prodotto capolavori.
La falsità (e nocività) in questo argomento sta nel fatto che il “gusto popolare” non è una realtà fissa e intrinsecamente scadente. La letteratura popolare ha creato miti profondi e leggende eterne, la musica popolare ha prodotto danze, canti e cori straordinari, una miniera tutt’oggi saccheggiata per estrarre cellule armoniche, melodiche e ritmiche. Il gusto popolare non è una realtà stabile: cresce o decresce, matura o degenera. E la prima forma per qualificare, educare, far maturare le qualità cognitive e la sensibilità pubblica è esporre le persone ad opere di qualità. (Ed ora, per piacere, risparmiatemi gli zebedei dai colpi di “e-chi-lo-dice-che-quella-è-qualità-è-qualità-per-te-non-per-me-il mio-idolo-è-bombolo”).
La scelta di cercare e proporre il livello più basso possibile ponendolo come “naturalmente popolare” è una scelta specifica, una scelta di politica culturale che produce una sistematica degenerazione delle anime. L’abbrutimento del mondo è in effetti la prima condizione per far accettare alla gente tutto il resto: l’arte e la letteratura di qualità consentono alle persone di esplorare modi di sentire e di vedere più perspicui, di percepire la possibilità di forme di vita superiori. Ma guai a lasciar vedere agli schiavi che lavorano nelle viscere della terra la luce del sole, perché potrebbero non voler più rientrare nel fango e nelle tenebre.
La cosiddetta “cultura popolare” odierna non è affatto popolare, non ha niente di spontaneo e non ha nulla a che vedere con una produzione “dal basso”. Si tratta di produzione industriale seriale, fatta cadere dall’alto da multinazionali dell’intrattenimento, che simultaneamente costruiscono personaggetti spendibili nelle proprie “pubblicità progresso”, personaggi su cui gli schiavi possono proiettarsi e trovare conferma che sono “nel posto giusto” e, soprattutto, che “non vi sono alternative”.
Le linee direttive di fondo che guidano l’intrattenimento per il bestiame di riferimento sono tre: bisogna comunicare che “è tutto a posto così com’è”, bisogna garantire che “ci stiamo già prendendo cura dei più alti ideali”, e bisogna far balenare l’idea che “c’è spazio per la spontaneità e per la massima libertà”.
Per fare qualche esempio con riferimenti puramente casuali a cose e persone. Monologhi piacioni da parte di qualche giullare di regime che spiegano la bellezza di una costituzione che viene straziata tre volte al dì nelle forme più spudorate servono a comunicare l’idea che “è tutto a posto” e che “abbiamo a cuore i più alti ideali”. In un paese che ha massacrato senza ritegno il diritto al lavoro, il diritto alla salute, la libertà di insegnamento, la libertà di parola, la libertà di stampa, la libertà terapeutica e che chiama le guerre cui partecipa incostituzionalmente da decenni “azioni di pace”, è necessario che qualcuno metta in campo di quando in quando una sviolinata falsa come Giuda sulla “Costituzione più bella del mondo”.
Similmente il florilegio di libertà in scatola, di trasgressioncelle a cottimo in cui si esibiscono “artisti” fatti a macchina è il modo in cui si rassicura il gregge intorno all’esistenza di spazi di spontaneità e di tolleranza. C’è quello che per l’ennesima volta, stancamente, spacca una chitarra, quello che si presenta in reggicalze, quella che recita in finto nudo, ecc. ecc. infinite spossate ripetizioni di simulacri di libertà, conformismo dell’anticonformismo.
L’intrattenimento è da almeno mezzo secolo - lo notava già Günther Anders – la forma primaria di indottrinamento e conformazione. Da tempo si sa che l’indottrinamento attraverso l’asserzione diretta produce resistenza. Invece l’intrattenimento produce i suoi effetti scivolando negli interstizi dell’attenzione, nella forma dell’implicito, dello sfondo, del collaterale.
L’odierno intrattenimento è un’operazione non semplicemente di rincoglionimento (è anche questo naturalmente), ma soprattutto è un’operazione sistematica di castrazione mentale. L’intero spettro dei luoghi dove si può e si deve “lottare” viene spostato in aree protette, innocue per chi detiene il potere, dove la plebe dedica gli ultimi ritagli di mente, tra una corvè e l’altra, alla rivendicazione di diritti sott’olio e libertà sponsorizzate."
Andrea Zhok
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La musica italiana di oggi è la più scadente, la più ridicola e la più deludente quanto la nazionale di calcio italiana. Cantanti pop e trappers che scimmiottano quelli statunitensi per concerti e video. Mah.
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Io, te, i pop corn, del vino un po' scadente, dei collant messi male e i soliti ignoti
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RECENSIONE: Macintosh Plus - Floral Shoppe (Beer On The Rug, 2011)
Abbiamo fatto tutto. Questa è l’impressione quando si parla di storia dell’uomo. Così tanto che non è rimasto più nulla di nuovo da fare e tutto sembra un ciclico ripetersi di ciò che è già avvenuto in passato, soltanto che a volte si ripropone secondo diverse combinazioni e cambiamenti minimi. Per molti questa situazione non corrisponde ad un’occasione per celebrare i traguardi raggiunti dall’uomo, evidentemente talmente avanguardisti da aver riscritto un modello duraturo e funzionante nel tempo, piuttosto vedono con scoraggiata delusione la loro specie che non sembra più in grado di progredire come una volta. Anche in musica tutti i generi sembrano stati inventati e ormai la novità si basa su una combinazione di ciò che è esistito. Lo shoegaze, il dream pop, il trip-hop e tutti i “post” ad iniziare dal post-punk fino al post-club non sono altro che piccole correnti difficilmente riconoscibili, variazioni minime dei generi musicali principali a cui appartengono che invece hanno delle forme meglio definite. Pare che la vaporwave, un microgenere musicale nato - ed alcuni sostengono sia anche morto - proprio in questi tempi di crisi del progresso, manifesti il disagio del vivere nel presente volendosi cullare nella gloria del passato con perpetua nostalgia. Allo stesso tempo, idealizzando gli anni che furono, ne critica gli aspetti più superficiali ed effimeri che forse non sono altro che le cause stesse per cui l’adesso sembra così invivibile. Neanche la musica che verte sulla ripresa di atmosfere passate è certo una novità, ma la vaporwave ha una genesi molto particolare che la rende manifesto di un fenomeno molto diffuso, ovvero, il limite dell’uomo che pur sfruttando invenzioni tecnologiche che prima non esistevano continua a pensare allo stesso modo. Per capire meglio questo strano genere musicale bisogna fare un passo indietro e scoprire dove e come è nato e perché non potrebbe esistere in nessun altro tempo se non questo.
Nel 2010 il mondo si sente già nell’era post-internet, vale a dire, secondo qualcuno la società ha metabolizzato e si sta sviluppando secondo il profondo impatto della nascita di internet, avviandosi verso un nuovo periodo storico. Paradossalmente, gli stravolgimenti più radicali nel nostro modo di vivere sono appena iniziati e da lì a poco ci saremo ritrovati con cellulari dallo schermo sensibile al tocco delle dita, in grado di riconoscere la nostra faccia e sui quali avremo potuto connetterci con tutto il mondo in tempo reale tramite social network sempre più aggiornati. In quegli anni viviamo l’ultimo grande nuovo cambiamento dell’umanità. Contemporaneamente, anche la musica si sposta sui computer e sui siti web. In quegli anni, Claire Boucher ha usato proprio lo stesso termine “post-internet” per descrivere il suo nuovo progetto musicale sotto lo pseudonimo Grimes, come se avesse previsto ciò che sarebbe diventata l’esperienza della creazione musicale nell’era digitale. Con uno sguardo similmente acuto al futuro, qualcuno seduto dietro uno schermo da qualche parte del mondo ha intuito ciò che sta succedendo, volendo testimoniare il momento in cui ci avviamo verso un futuro e salutiamo un passato, ma rendendosi conto che probabilmente sarebbe stato un addio solo alle modalità di creazione, adesso più veloci ed esaustive, e un arrivederci ad assuefazioni ed illusioni che si prospettano più invasive e convincenti.
Dalle costole di artisti come Ariel Pink e James Ferraro che manifestano il loro attaccamento alla cultura popolare anni 90′ tramite sonorità per le quali si è dovuto inventare dei termini specifici, la chillwave ed il pop ipnagogico, si dirama una tendenza sperimentale ed ironica basata su internet chiamata proprio vaporwave. Per gli storici musicali questo è coinciso al momento in cui viene pubblicato Floral Shoppe, l’album accreditato al misterioso Macintosh Plush destinato a definire il genere, nel 2011. Le undici tracce attingono esclusivamente da risorse musicali e culturali degli anni 80′ e 90′ e le riutilizzano tramite l’uso compulsivo del campionamento fino a formare un agglomerato smooth jazz, rnb e lounge. Poi è tutta una manipolazione, un rallentare ed accelerare le canzoni di quegli anni, aggiungere effetti surreali e soporiferi per proporre musica da camera rimodellata e sintetizzata con un gusto onirico, spesso esportata in chiave lo-fi proprio per aumentare la dimensione del sogno. Molti la definiscono come una naturale progressione delle melodie impressionistiche e nebulose del pop ipnagogico, ma qui le trasformazioni sono ambigue, la nostalgia per quei tempi è quasi inquietante e non si capisce se si tratti di una presa in giro ironica o di un’infatuazione malsana. A primo ascolto sembra quasi i file siano corrotti o il computer sia invaso da un virus. Tutto ad un tratto, l’idea dell’era post-internet non è più così eccitante, al contrario, si è inacidita. Oltre il cielo di uno sgargiante rosa, i colori pastello ed il lucido paesaggio urbano si prospetta uno scenario quasi distopico, un posto asetticamente digitale e rigido, una matematica illusione ottica nauseante in cui nulla è attinente e tutto è incollato senza contesto. Michelle Lhooq di Vice a riguardo dice: “Immagina di prendere pezzi di musica da ascensore, da supermercato o dalle televendite anni 80′ o quella canzoncina metallica che mettono nella segreteria telefonica, poi fai qualche taglio, abbassala di qualche tono e rimescola il tutto finché non ottieni un sassofono melmoso che sgocciola da una valvola di plastica scadente. Quella è la vaporwave”.
Per molti la vaporwave è solo una stupidaggine, un’altra tendenza da archiviare, un meme su internet nato per fare ridere qualcuno. E’ vero, in contemporanea della musica prodotta dalla stessa Vektroid o dal visionario Blank Banshee veniva caricata su internet una grandissima quantità di altra roba meno seria e soprattutto negli anni a venire, quando qualcuno si accorge di questa bizzarria musicale, la trasforma in un’estetica facile da prendere in giro. Ma la vaporwave nasce con un suo scopo, un messaggio di critica verso il capitalismo consumistico, secondo lo stravolgimento della spettacolarizzazione mediatica di alcuni fenomeni popolari dell’occidente con toni psichedelici e, a volte, dichiaratamente non-sense, proprio per evidenziarne l’assurdità, una parodia dell'ipercontestualizzazione americana dell'Asia a seguito dell’appropriazione della cultura di manga ed anime. E’ un’estetica fortemente ironica, satirica ed accelerazionista che si è autodeterminata in una serie sconfinata di rappresentazioni grafiche e materiale sonoro. Nel suo libro Babbling Corpse: Vaporwave and the Commodification of Ghosts lo scrittore Grafton Tanner ha definito la vaporwave come la musica del non-tempo e del non-luogo, perché secondo lui questo genere musicale ricorda di come la cultura del consumismo sfrenato non abbia lasciato alcuna impronta significativa nel tempo e nello spazio.
Secondo nessuna logica convenzionale un disco che allora sembra totalmente incomprensibile avrebbe dovuto sopravvivere oltre i regni del profondo internet nei quali è nato, eppure, più o meno consapevolmente, la giovane Ramona Xavier, poi conosciuta con lo pseudonimo Vektroid, l’elusiva autrice del disco ha saputo rappresentare l’ansia esistenziale e la terrificante distorsione della realtà odierna. Nel 2019, l’ottimismo nei confronti dell’era digitale è assente come lo era in Floral Shoppe quasi dieci anni prima.
L’album inizia con Booting - tradotto dal giapponese ブート Būto - un ritaglio di Tar Baby di Sade che, esattamente come dice il titolo, è un continuo re-bot e si ripete come una gif che si trasforma in una spirale di attacchi d’ansia. Se il pop ipnagogico o la chillwave utilizzano i loop come finestre su una beata eternità, Xavier disorienta tagliando i suoi sample cortissimi, trasformandoli in muri che gradualmente ti si chiudono addosso. Nei momenti finali la traccia si annulla con maggiore violenza, rallentando ancora di più mentre contemporaneamente le versioni accelerate dello stesso loop riecheggiano nello sfondo. E’ l’equivalente musicale dell’iperventilazione, nonché il momento più tetro del disco, rotto bruscamente dall’entrata della più estatica e celeberrima Lisa Frank 420 / Modern Computing - tradotto dal giapponese リサフランク420 / 現代のコンピュー Risafuranku 420 / gendai no konpyū - il quale cinguettante ed euforico groove è diventato il biglietto da visita della vaporwave. La traccia ripropone la versione di Diana Ross di It’s Your Move, ma Xavier abbassa la tonalità vocale dell’icona pop fino a ridurla ad una macchia scura, prosciugandone il fascino ed amplificandone la disperazione. Appropriatamente, la canzone è inebriante, un vertiginoso volo in picchiata verso un’euforia dolorosa. Richiama inavvertitamente il dub, dove il missaggio diventa lo strumento principale, costruendo echi mentre il suono balza da un canale ad un altro. E’ un curioso caso in cui la vaporwave infetta il mondo reale delle corporative, infatti, la traccia diventa persino una hit che appare nelle catene di e-mail e la colonna sonora di un video virale su Youtube che mostra riprese ipnotiche da catene di montaggio nelle fabbriche, semplicemente intitolato The Most Satisfying Video In The World.
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La potenza trasformista del disco accresce mano a mano che le canzoni campionate diventano più oscure, come un paio della band Pages nelle due tracce successive, rispettivamente You Need A Hero in Library - tradotto dal giapponese ライブラリ Raiburari - e If I Saw You Again, una traccia che puntava al successo in classifica ma ha fallito nel suo intento, nella title-track Floral Shoppe - tradotto dal giapponese 花の専門店 Hana no Senmon-ten. Tuttavia, in quest’ultima Xavier è interessata soltanto al breve intro, un rimbalzo fluttuante di synth e batteria che viene totalmente stravolto e ripiegato su se stesso fino a quando diventa labirintico. Nelle canzoni successive vengono campionate tre canzoni della band Dancing Fantasy degli anni 90′, unificando la seconda parte del disco in una specie di suite. Ad esempio, la tentacolare Chill Divin' with ECCO - tradotto dal giapponese ECCOと悪寒ダイビング ECCO to Okan Daibingu - ripete all’infinito lavaggi di synth come fossero onde dentro una lavatrice che sbattono sulle stesse metalliche pareti e riff di chitarra senza volto, ma il risultato è sorprendentemente elegante e gradevole, raggiungendo il picco d’equilibrio tra banalità e trascendenza del disco. Te - tradotto dal giapponese て - è l’unica traccia senza alcun campionamento, una boccata d’aria dopo aver fissato lo schermo di un computer per troppo tempo. La melodia non mostra segni di rallentamento prolungato o editing confuso come in precedenza e quando gli uccelli cinguettano in lontananza comunica un senso di pace ed equilibrio che il resto dell'album scompone così sapientemente.
TRACCE MIGLIORI: Lisa Frank 420 / Modern Computer; Flower Shoppe; Chill Divin' with ECCO
TRACCE PEGGIORI: Foreign Banks Aviation
CLICCA QUI PER LA VALUTAZIONE FINALE
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Gli annunci natalizi di Dynit e VVVVID
Ecco il riassunto degli annunci risultato della collaborazione fra Dynit e VVVVID per questo Natale 2017.
SIMULCAST
Pop Team Epic
Serie tv animata da Kamikaze Douga, ispirata al manga 4-koma “Poputepipikku” (Pop Team Epic) di bkub Ookawa.
Le protagoniste di questa commedia dell’assurdo, piena di ironia e citazioni, sono due studentesse delle superiori. Popuko è quella bassa e irascibile. Pipimi è quella alta e pacata. Entrambe fanno cose senza senso e imprecano come marinai!
La serie andrà in onda da gennaio.
FILM
Eureka Seven Hi-Evolution
Nuova trilogia remake di “Eureka Seven”. La storia partirà da 10 anni prima degli eventi della serie originale, trattando il fenomeno solo citato della prima Summer of Love, per poi continuare con la storia di base che conosciamo e concludersi con un finale però inedito.
Renton Thurston è un ragazzino di 14 anni che vive una vita noiosa in una città noiosa. L’unica cosa che ama è il reffing, uno sport simile al surf, dove al posto delle onde si cavalcano le trapar , particelle presenti nell’aria che consentono evoluzioni aeree strepitose. Il suo sogno è entrare a far parte del gruppo di rinnegati Gekkostate, capitanati dal suo idolo Holland, un leggendario reffer. L’opportunità di realizzare questo sogno si presenta quando un robot, il Nirvash type zero, pilotato da una misteriosa ragazza chiamata Eureka, distrugge per errore la camera di Renton. Entrato così a far parte del gruppo, Renton si rende conto ben presto che la vita dei Gekkostate non è così affascinante come quella raccontata dalle riviste patinate, e insieme ad Eureka si imbarca in un’avventura che cambierà il loro futuro e quello del mondo.
Non è ancora stata comunicata una data di rilascio del primo film.
AGGIUNTE AL CATALOGO
Bleach - I FILM
Disponibili sottotitolati i quattro film d’animazione ispirati al manga “Bleach” di Tite Kubo: Memory of Nobody, Fade to Black, The Diamond Dust Rebellion e Hell Verse.
Dopo il successo del manga di Tite Kubo, arrivano i film tratti dalla serie Bleach. Nel primo, “Memories of Nobody”, Ichigo e Rukia dovranno affrontare degli esseri non identificati e incontreranno Senna, una misteriosa Shinigami che saranno costretti ad inseguire. Sarà una corsa contro il tempo per evitare che il mondo dei vivi e quello dei morti si scontrino… Nel secondo, “The Diamond Dust Rebellion”, un potente e prezioso manufatto, il Sigillo del Re, viene rubato e con esso scompare anche il capitano Hitsugaya, che verrà accusato di esserne complice dalla Soul Society. I lati oscuri del suo passato verranno a galla, ma Ichigo, Rukia e gli altri cercheranno di difenderlo…
I primi due film sono disponibili anche nella versione doppiata in italiano.
Puella Magi Madoka Magica
Disponibile la serie diretta da Akiyuki Shinbo presso lo studio Shaft che ha ridefinito il concetto di maghetta e dato uno scossone al genere. Prodotta nel 2011, la serie è nata da un concept originale del regista, dello sceneggiatore Gen Urobuchi, dell’artista Ume Aoki e del produttore Atsuhiro Iwakami.
"Due studentesse Madoka Kaname e Sayaka Miki, sono avvicinate da uno strano essere di nome Kyubey; questi offre loro di diventare delle giovani maghe in cambio di un desiderio… Lo scopo delle maghe è quello di affrontare e sconfiggere le streghe, creature malvagie nate da maledizioni, responsabili di omicidi, suicidi ed ogni genere di crudeltà. Per una qualche oscura ragione Homura Akemi, una loro compagna di scuola, cercherà in tutti i modi di impedire loro di sottoscrivere un tale contratto."
Tutti e 12 gli episodi doppiati sono già online.
Ghost in the Shell: Arise
Serie OVA che precede il film “Ghost in the Shell: Arise -The Rsing”, che mostra la nascita della Sezione 9 e della leggenda del maggiore Kusanagi.
La IV Guerra Mondiale è tramontata insieme ai sogni di chi l'ha combattuta. Siamo nell'anno 2027. La città di New Port sta ancora medicando le ferite lasciate dalla guerra, quando l'omicidio di un militare apre scenari irrisolti. Durante le indagini, il bureau della Sezione di Sicurezza Pubblica incontra Motoko Kusanagi. Hacker dal tocco magico, Kusanagi verrà coinvolta nella ricerca dei colpevoli. Ma c'è chi diffiderà di lei fin dall'inizio… Questo è il prequel da cui è nata la leggenda: il Ghost in The Shell.
I quattro episodi sono già disponibili.
L’attacco dei giganti - I FILM
Versione doppiata in italiano dei due film L’arco e la freccia cremisi e Le ali della libertà che riassumono la prima stagione de “L’Attacco dei Giganti”, serie anime prodotta da WIT STUDIO (The Ancient Magus’ Bride, Kabaneri of the Iron Fortress), tratta dall’omonimo manga di Hajime Isayama.
Alzando gli occhi al cielo, Eren vede solo il profilo delle imponenti mura che circondano la città in cui è nato. Oltre queste, c'è l'ignoto. C'è la paura di venire divorati da loro, i mostruosi Giganti. L'umanità è in trappola, senza rendersene conto. Ma un giorno, la mano di un titano si aggrapperà alle mura spazzando via ogni certezza e la pace conquistata. Voliamo sulle Ali della Libertà, nei film di Attack on Titan che riassumono gli eventi chiave della prima stagione.
Le due pellicole sono già disponibili in streaming.
Death Note
Torna online la serie tratta dal popolare manga di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, diretta da Testuro Araki e animata da Madhouse nel 2006.
Death Note, un quaderno dai poteri soprannaturali, che dona il potere di uccidere chiunque, semplicemente avendo in mente il viso della persona e scrivendo il suo nome. Light Yagami lo trova e intende usarlo per eliminare dal mondo tutti i criminali, ma i suoi piani saranno contrastati dall’intervento del detective Elle, chiamato ad indagare sul caso delle misteriose morti dei criminali.
Tutti e 37 gli episodi sono già disponibili.
No Game No Life | No Game No Life: Zero
Confermato l’arrivo sia della serie tv “No Game No Life” che del film “No Game No Life: Zero” prodotti dallo studio Madhouse e tratti dall’omonima saga di romanzi scritta ed illustrata da Yuu Kamiya.
I fratelli Sora e Shiro sono inseparabili, sia nel mondo reale sia in quello videoludico. Le loro abilità individuali, combinate insieme, li rendono un team invincibile: Sora è caratterizzato da intuizioni astute e da una profonda capacità tattico-analitica, mentre Shiro possiede un'intelligenza fuori dal comune che le consente un'incredibile capacità di calcolo e previsione. Nel mondo reale i due fratelli sono un paio di hikikomori e NEET, ma in quello videoludico sono delle vere e proprie leggende. Un giorno però, dopo aver ricevuto un'email di sfida a una partita a scacchi e dopo aver vinto ancora una volta, non senza difficoltà, ai fratelli viene domandato dal misterioso avversario quale sia l'opinione che nutrono riguardo al mondo reale. Subito dopo aver risposto che non è altro che un "gioco scadente" e che se esistesse un'altra realtà interamente regolata dai giochi apparterrebbero a quella, i due vengono teletrasportati in un'altra dimensione.
Non è ancora stata comunicata una data d’uscita per i 12 episodi della serie e per il film.
Kill la Kill
Arriva finalmente in Italia la serie originale prodotta dallo studio TRIGGER nel 2013, diretta da Hiroyuki Imaishi e sceneggiata da Kazuki Nakashima.
Riuko Matoi è pronta a tutto pur di scoprire chi ha ucciso suo padre... anche a sfidare l’intero consiglio studentesco del Liceo Honnouji, guidato dalla terrificante Satsuki Kiryuin. Ma la sua “forbice-spada” sarà abbastanza affilata da tagliare le Ultradivise che rendono i suoi avversari pressoché invincibili?
Non è ancora stata comunicata una data di rilascio dei 24 episodi.
Panda! Go, panda!
Online il lungometraggio ideato da Hayao Miyazaki e diretto da Isao Takahata fra il 1972 e il 1973 presso Tokyo Movie Shinsha.
La piccola Mimiko vive con la nonna dopo la morte dei genitori. Un giorno l'anziana signora parte per un viaggio in treno e la lascia, seppure con molta apprensione. Ogni giorno Mimiko le manderà una lettera per darle sue notizie. Le lettere saranno appassionate e fitte di avvenimenti, perché Mimiko incontrerà due panda con cui farà amicizia. Papanda e il figlio Pan sono appena scappati dallo zoo e insieme alla piccola costruiranno la famiglia che non ha mai avuto. Opera creata da Miyazaki e diretta dal compagno di sempre Isao Takahata.
Il lungometraggio è già disponibile doppiato in italiano.
Il gatto con gli stivali
Online il film del 1969 diretto da Kimio Yabuki presso Toei Animation e che conta le animazione di un giovane Hayao Miyazaki.
Quando mai un gatto salva un topo? Succede a Pero, felino dai lunghi stivali, che per l'atto di bontà viene condannato a morte. Nella fuga incontra Pierre, umile figlio di mugnaio, innamorato della splendida principessa Rosa. Con un abile stratagemma, Pierre si finge il Marchese di Carabas per conquistare il cuore dell'amata. Rosa viene però rapita da un temibile orco-stregone, Lucifero, che vuole conquistare il trono del regno. È l'inizio di una gloriosa battaglia per coronare un sogno d'amore e di pace.
La pellicola è già disponibile sottotitolata in italiano.
NOVITÀ - ABBONAMENTO OPZIONALE
A breve su VVVVID sarà possibile eliminare la pubblicità sottoscrivendo un abbonamento mensile del costo di 4,99 euro. Chi ha acquistato un gadget della piattaforma alla fiera di Lucca Comics & Games può già usufruire, tramite il coupon ricevuto per email, di un accesso anticipato a questa funzionalità per la durata di un mese. La rimozione della pubblicità non sarà comunque effettuata su tutti i contenuti, infatti per alcuni (segnalati con ADV e un lucchetto) verranno comunque visualizzati gli spot a causa delle condizioni con cui sono stati concessi in licenza.
SilenziO)))
[FONTE]
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Urca, De André è diventato santo! Potete lordare tutti, anche il Papa, ma non toccate ‘Faber’! Lista di improperi con cui cercano di martirizzarmi. Eppure, cari miei detrattori, il giornalismo esiste per sfigurare i miti
Ma tu guarda, Fabrizio De André è diventato un santo – o sono i lettori dell’ecumene Italia a essere disinvoltamente frustrati? De André, intendo, è entrato nella ‘valletta dei principi’ degli intoccabili: puoi fare, retoricamente, lo scalpo al Papa, sei scemo se non insulti Donald Trump o un politico qualsiasi, ma lui, il ‘Faber’, no, non puoi toccarlo.
*
La santità di De André l’ho provata sperimentalmente sulla pelle. L’ultima puntata della rubrica settimanale che curo su Linkiesta, “Il bastone e la carota”, era dedicata a lui. La rubrica nasce risvegliando il genere della ‘stroncatura’, per sua natura polemico, petulante, grottesco, vizioso, poco praticato in Italia, dove si preferisce l’arte dell’insulto. Beh, a vent’anni dalla morte di De André m’è parso giusto rimetterne in discussione il mito. Non amo le celebrazioni con l’incenso – al contrario, amo gli eventi culturali, ragion per cui ho elogiato, su questo giornale il 19 luglio scorso, l’iniziativa curata da Massimo Roccaforte e da Interno4 Edizioni, cioè la ristampa del disco Rimini, con copertina di Eron – e non credo nei miti terreni, penso che nessuno sia intoccabile, penso, come Leopardi, che bisogna fare una costante verifica dei grandi. Insomma: bisogna mordere il titano alla giugulare.
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L’articolo, scritto da uno che ha De André conficcato nel cruscotto della macchina – in particolare: La buona novella, Fabrizio De André [L’indiano], Le nuvole, Anime salve – al netto dell’arte provocatoria (relativa al ‘genere’ giornalistico di riferimento) tocca un paio di temi che mi paiono interessanti. Primo: una canzone è musica & parole, ma a volte, anche se le parole sono pessime, la canzone può essere magnifica, e ad ogni modo De André non è un ‘poeta’, le sue restano ‘canzonette’ (con rispetto parlando) al cospetto dei versi di Mario Luzi o di René Char. A questa prima constatazione se ne lega una seconda. Non è vero che i cantautori, in assoluto, scrivano testi migliori dei cantanti pop. Per giustificare questo concetto ho fatto degli esempi. Il terzo punto sono considerazioni personali: mi pare che De André, sugli altari manco fosse un pensatore, un Heidegger o un Cioran, sia meno imperiale di Battiato e meno musicale di Battisti (i cui testi, chi non lo sa, li ha scritti quel fenomeno di Mogol). Invitavo, nel contempo, a riscoprire Giuni Russo e a leggere, per chi ama le atmosfere liguri, Francesco Biamonti, uno scrittore straordinario. Eppure, dicevo, De André è un santo. Ragion per cui, le orde dei social mi hanno mandato al rogo.
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Ecco una fiera lista di alcuni commenti che ho letto sul mio spazio Facebook e in tour per il web, che introduco con una dida esplicativa:
Il disgustato: Sei riuscito a disgustarmi come pochi. Non tanto per l’analisi scadente e ciononostante pretenziosa, è proprio questo egocentrismo delirante e trasudato da “Ce l’ho lungo” a farmi schifo. Buon proseguimento nel pantheon del giornalismo su “Il giornale”. [ps: ma cosa c’entra il Giornale, su cui per altro son fiero di scrivere – ci scrivevano Piovene, Burgess, Borges – in questo caso? Boh]
Il taglia corto: Libero di dire tutte le cazzate che credi, ci mancherebbe.
Il politicante: Tra le cose più stupide viste/lette nel 2019 fa a gara col video di Bonafede su Battisti.
L’untore: Il problema è che sta roba acquisisce tanta più risonanza quante più stronzate contiene.. è questa la cosa preoccupante. [Il medesimo specifica, poco dopo: Finalmente! Sentivamo la mancanza di un altro rutto editoriale dopo quelli di Feltri e Belpietro]
L’Andy Warhol: A brullo ti serve scrive ste cazzate per avere cinque minuti di notorietà?
Il saputo: Che spocchioso babbeo! [Il medesimo specifica il concetto poco dopo: Ti dovresti sciacquare la bocca, somaro!]
Il sessomane: Se preferisci la merda tipo anal del rey cazzi tuoi, non sai nemmeno di cosa parlano le suoi canzoni.
Sull’ignorare: Sig. Davide Brullo, prima di questo articolo non sapevo nemmeno chi fosse e continuerò, con piacere, a “non saperlo”. Dopo aver perso due minuti per leggere il Suo articolo tornerò ad ignoraLa per come merita.
Ah, la celebrità: Mezzucci per far parlare di sé. Poteva risparmiarselo.
Il critico: Che articolo inutile, scritto pure male per giunta.
Il riccio: Ma vai a schiacciare i ricci col culo, magari ti viene meglio che scrivere questi articoli di merda.
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Non faccio la lista di insulti, velate minacce, ceffoni su Instagram. Tutto previsto quando si fa questa professione. Il punto superficiale è questo. Tendenzialmente, leggo diverse cose che non mi piacciono, ogni giorno. Per coerenza con quel poco di cervello che mi resta, se la cosa che non mi piace mi stimola un pensiero eguale e contrario, rispondo. Altrimenti passo oltre. Non sono arso dal livore dell’offesa, sparata con fatale idiozia. Tuttavia, mi pare di avere svolto un compito terapeutico. Chi è roso da rabbie sommerse si sentirà felice di dedicarmi tutti gli improperi del caso. Per altro, meglio, per una manciata di ore, parlare di De André che, ancora e ancora, di Salvini, di reddito di cittadinanza, di Di Maio. Se è così, recito con piacere il ruolo di San Sebastiano – le masse, d’altronde, godono nel veder ghigliottinare pubblicamente il nemico pubblico.
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Certo, continua a stupirmi un fatto. Perché sputare in faccia a chi mette in discussione un intoccabile e neanche uno che abbia voglia di ragionare, letture alla mano? Perché nessuno ha avuto voglia di parlare di Biamonti? Perché la stessa passione e la stessa ferocia non vengono spese commentando un articolo su Iosif Brodskij, su Boris Pasternak, su Gabriele Del Grande, sul libro che ricostruisce le fonti filosofiche che giustificano i genocidi? Eppure, lì ci vorrebbe passione, sentimento, ferocia, perché si parla di cose grandi, di cose urgenti, che chiedono una presa d’atto e di campo. Quelle di De André, infatti, restano canzonette (con rispetto parlando, come sempre). E forse lui, De André, più che fan, accoliti o fedeli desidererebbe avere accaniti critici, sono più utili.
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C’è poi qualcosa di ultimo e di profondo. Il giornalismo esiste per sfatare i falsi miti e per mettere in discussioni i miti vigenti. Chi lecca il culo ai vivi e sparge incenso sui morti non mi piace. Mettere in discussione i miti – anche quelli buoni, sia chiaro, costantemente – è un monito, ma è un esercizio che è in grado di fare solo chi ha il coraggio, anzi tutto, di mettere in discussione se stesso e il ring del proprio pregiudizio.
Davide Brullo
L'articolo Urca, De André è diventato santo! Potete lordare tutti, anche il Papa, ma non toccate ‘Faber’! Lista di improperi con cui cercano di martirizzarmi. Eppure, cari miei detrattori, il giornalismo esiste per sfigurare i miti proviene da Pangea.
from pangea.news http://bit.ly/2CJmQp8
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al Governo...
“Come moltissimi altri ho tutte le perplessità del mondo sul nascente governo, sulla caratura dei loro leader, sul programma che stanno varando, sulla sostenibilità delle promesse, sulla qualità della classe dirigente che promuoveranno.
Non è il 'mio' governo.
Però, se parte, sarà un governo di coalizione democraticamente eletto senza premi di maggioranza, il che una certa legittimità, maggiore di tutti gli ultimi che lo hanno preceduto, gliela conferisce.
Sarà un governo populista? Probabile. Però è utile ricordare che al populismo di successo va almeno riconosciuto di star nominando correttamente quelli che sono percepiti come problemi dal popolo. Poi, come sempre, la corretta percezione dei problemi non garantisce affatto della corretta costruzione di soluzioni.
Credo perciò che sia razionale per tutti quanti, chi li ha votati e chi non li ha votati, disporci ad una valutazione critica sì, ma per quanto possibile non pregiudiziale (lo pensavo all'inizio del governo Renzi, e lo penso altrettanto oggi).
Chi però non ha NESSUN TITOLO a produrre obiezioni apriori a questo 'populismo dotato di seguito' sono due gruppi: Quelli che sono così estranei al 'popolo' da non riconoscerne proprio i problemi (eurocrati modello Bonino-Katainen). E quelli che si sono sbracciati in tutte le più patetiche forme di populismo senza riuscire neanche a trasformarlo in seguito (Renzie).
I primi sono come quegli sprinter che partono troppo presto e si spompano prima del traguardo. Il governo non è ancora partito è gli hanno già imputato lo sfondamento del debito pubblico, l'aumento dello spread, il crollo della borsa, le cavallette e l'effetto serra. A tutti questi sofferenti di externatio precox suggerisco di partire con il proprio Yacht (e chi non ha uno Yacht al giovno d'oggi, n'est-ce pas?) e di ritornare tra qualche mese, per riprendere gli stessi temi.
Quelli che proprio non si possono sentire sono i secondi. Non si può sentire Mr. Selfie-dalla-D'Urso, Mr. Fare-fare-fare, l'uomo del popolo che sfotteva Gufi e Professoroni, che ora si mette a giocare la parte della personalità sobria e integerrima. No, ciccio, puoi anche infilare spilloni vodoo nelle bambole di Di Maio-Salvini, per quel che me ne cale, e puoi anche essere l'ultimo che resterà in piedi (con i pop corn in mano) dopo lo sfacelo. Resterai lo scadente piazzista di te stesso che eri prima e ce ne ricorderemo.” [cit.A.Zock]
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Gabry Venus al top con “Prende La Vela” (intervista)
Ci fai un tuo breve identikit? Sangue veneto (i miei sono di Venezia), ma nato a Roma dove vivo tuttora. Abito vicino al mare, che adoro, ma la mia passione è la montagna, anzi più precisamente il cielo.. Sono un pilota di parapendio. Ho una meravigliosa bimba di nove anni, amo cucinare e il buon vino e, ovviamente, la musica house! Questo sono io, Gabry Venus.
Che sta succedendo nel tuo mondo musicale in questo periodo? Cosa bolle in pentola? Parliamo di “Prende La Vela”, brano realizzato in collaborazione con i Cube Guys, che sta avendo un notevole successo ed è supportato da djs internazionali.. Qualche esempio? Kryder, Benny Benassi, Robbie Rivera... inoltre è stata quasi due mesi su Beatport in Top 10 Funky ed è tuttora in classifica. È stata suonata dai Double Pleasure nel MainStage del Tommorowland, molto trasmessa dalle radio italiane, da settimane nella Top100 Earone e ora anche nella House Chart di Dance Directory. Ora sto lavorando al suo follow up ed ho ultimato un brano dance cantato sulla scia della mia Gold uscita la scorsa estate e devo dire, senza falsa modestia, che mi piace moltissimo! Ho realizzato inoltre una produzione con la Vamos per cui ho anche fatto un remix very cool.. Bollono in pentola anche altre cose, ma è ancora presto per parlarne.
Che sound ti sembra stia funzionando in discoteca e nei festival? Direi che ultimamente si spazia davvero molto: dalla mia “Prende La Vela” a “Despacito” passando per le “cosìddette” Big Room; c’è da dire che anche all’interno di uno stesso festival ci sono molte situazioni differenti... per quanto riguarda il Club dipende molto anche da dove: a seconda dei paesi cambia anche il gusto musicale... Per fare un esempio a me sembra che in Italia in generale il pubblico prediliga brani che in qualche modo conosce; ad Ibiza si spazia parecchio a secondo del locale, dell’orario, del contesto.... Direi che un comune denominatore potrebbe essere, da un punto di vista tecnico, l’essenzialità: pochi elementi e molto groove.
Come ti vedi tra 15 anni, a livello personale e professionale? Che vi posso dire? Io vorrei far coincidere le due cose... mi spiego meglio: tra 15/20 anni io mi vedo così: in giro per il mondo in camper con la mia vela (quella del parapendio, non il disco) ed il mio Mac: tempo bello si vola, brutto tempo si fa musica.. possibilmente qualche serata in giro… what else?
Che tecnologia usi in console? Credi che cambi tutto usando cd, vinile o computer? Non cambia nulla. Non mi sono mai espresso, e nemmeno intendo farlo, nei vari post con polemiche in questo senso. E’ ridicolo. Il dj è mood, energia e psicologia, è cultura musicale, o quanto meno gusto musicale. Io ho iniziato con una piastra Akai ed un giradischi Lenco di legno, che credo fosse l’unico modello a pesare più dei 1200. Son passato per i 1200, Traktor ed ora uso le console Pioneer perché è il sistema più versatile e diffuso. Punto. E’ meratecnologia. Fare il dj prescinde da tutto ciò. Quello che cambia veramente usando ancora il vinile è che fai ciao ciao ad un mucchio di frequenze che in un club è proprio un peccato perdersi!
Che stavi facendo un attimo prima di rispondere alle nostre domande? Ho appena acquistato una console nuova! E intanto che la testo, sto scaricando la traccia del mio volo in parapendio di ieri: 4 meravigliose orette tra i 2500 ed i 3000 metri.... Bellissimo, un clima meraviglioso!
Quali sono i brani pop e/o da ballare (house techno progressive trance edm vedi tu) che ti piacciono di più in questo momento e perché? Lo cito per primo perché lo passavano ora in radio, l’ultimo di Axwell e Ingrosso. Su unp iano pop/edm. Ma loro non serve definirli, fanno tutta roba pazzesca e basta! Per quel che concerne il ballare, constato con piacere che abbiamo moltissimo in Italia per il Dancefloor: Cube Guys, Alex Guesta, Provenzano & Federico Scavo non sbagliano mai in pista. Per chi può “menare” un po’ di più c’è Marco Lys che fa un disco più figo dell’altro. Alaia, Gallo, Luca Guerrieri, Alex Colle per il comparto più underground. Tanta roba ragazzi. Parlo degli italiani perché mi fa rabbia la situazione: potremmo essere un’industria ed una forza se solo fossimo un po’ più strutturati. Cultura e psicologia. Perché il talento c’è! E ce n’è ancora molti altri: Dino Brown, il mitico Spada, Leandro Da Silva, Samuele Sartini e altri ancora, tanti producers che hanno messo a fuoco un progetto e lo portano avanti. Basta fare paragoni con il passato: lavorando duro e guardando avanti potremmo fare moltissimo.
Che consigli daresti ad un giovane dj? Di avere un approccio imprenditoriale. Di sviluppare un progetto, una missione. Definire obiettivi a lungo, medio e breve termine. Di lasciare al caso solo le sfumature creative. Di affrontarla con un progetto di business. Perché è un mestiere che richiede questo, oltre alla passione e a tanto investimento, anche economico. E di evitare di perdere anche un solo minuto a fare o rispondere a polemiche sui social. Ognuno di quei minuti è investito meglio in un tutorial online. Anche se è un tutorial scadente!
C’è davvero crisi nel clubbing? Il Dj che oggi diventa una superstar, a mio avviso, è un vero e proprio progetto d’impresa ben riuscito. Il fine di un’impresa è massimizzare il profitto, il che accade quando il dj diventa una superstar. C’è un lavoro di squadra, anzi, di squadre (ed in quei casi, che squadre!) mostruoso, programmato e molto diversificato. La superstar in questione deve essere una persona capace, perseverante, di carattere. E un artista di talento. Intelligente, con quotidiana voglia di apprendere e mettersi in discussione. Ed è lo starting point. Poi il resto della squadra, che necessita altrettanta professionalità e dedizione.
Se tu potessi andare in vacanza in questo periodo, dove andresti e perché? Ovunque si voli. Il perché è semplice: non c’è una cosa più bella da fare nel tempo libero. E non fate pensieri impuri. O almeno prima venite a volare! Ma tornerei anche qualche giorno a Ibiza. Da quando Radio Globo ha aperto gli studi lì ho iniziato a frequentarla capendo che, oltre alla vitalità di Playa D’En Bossa e dei Club, c’è molto di più. Quest’anno mi son preso qualche giorno per girarla in motorino di giorno. E’ bellissima, ti strega! Se ci fosse una montagnetta con un decollo ci andrei a vivere. Ma non c’è. Giuro che ho fatto anche una perlustrazione sulle montagne dell’isola di fronte a Es Vedra per capire se avrei potuto crearlo io un decollo. Ma non ci sono proprio gli estremi!
Un drink perfetto ed un locale in cui berlo? Non vorrei essere monotono col Gin Mare, quindi quest’anno ho un nuovo vizio: un bel Franciacorta ghiacciato da bere in acqua su un materassino tondo e con palmetta gonfiabile sulla spiaggia di Ses Salines. Una mix degli ambienti che sto frequentando ultimamente!
Qual è la caratteristica che un dj deve necessariamente avere per intraprendere questa professione? Ascoltare. Tanta musica e tante persone. Non necessariamente seguire le regole di qualcuno, ma ascoltarle tutte il più possibile. Incrociarle con le proprie idee esperimentare. Anche copiare (a fini didattici chiaramente). E’ un ottimo esercizio, perchéquando sei in grado di rifare una cosa che hai sentito e ti piace, avrai più
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Gabry Venus al top con “Prende La Vela” (intervista)
Ci fai un tuo breve identikit? Sangue veneto (i miei sono di Venezia), ma nato a Roma dove vivo tuttora. Abito vicino al mare, che adoro, ma la mia passione è la montagna, anzi più precisamente il cielo.. Sono un pilota di parapendio. Ho una meravigliosa bimba di nove anni, amo cucinare e il buon vino e, ovviamente, la musica house! Questo sono io, Gabry Venus.
Che sta succedendo nel tuo mondo musicale in questo periodo? Cosa bolle in pentola? Parliamo di “Prende La Vela”, brano realizzato in collaborazione con i Cube Guys, che sta avendo un notevole successo ed è supportato da djs internazionali.. Qualche esempio? Kryder, Benny Benassi, Robbie Rivera... inoltre è stata quasi due mesi su Beatport in Top 10 Funky ed è tuttora in classifica. È stata suonata dai Double Pleasure nel MainStage del Tommorowland, molto trasmessa dalle radio italiane, da settimane nella Top100 Earone e ora anche nella House Chart di Dance Directory. Ora sto lavorando al suo follow up ed ho ultimato un brano dance cantato sulla scia della mia Gold uscita la scorsa estate e devo dire, senza falsa modestia, che mi piace moltissimo! Ho realizzato inoltre una produzione con la Vamos per cui ho anche fatto un remix very cool.. Bollono in pentola anche altre cose, ma è ancora presto per parlarne.
Che sound ti sembra stia funzionando in discoteca e nei festival? Direi che ultimamente si spazia davvero molto: dalla mia “Prende La Vela” a “Despacito” passando per le “cosìddette” Big Room; c’è da dire che anche all’interno di uno stesso festival ci sono molte situazioni differenti... per quanto riguarda il Club dipende molto anche da dove: a seconda dei paesi cambia anche il gusto musicale... Per fare un esempio a me sembra che in Italia in generale il pubblico prediliga brani che in qualche modo conosce; ad Ibiza si spazia parecchio a secondo del locale, dell’orario, del contesto.... Direi che un comune denominatore potrebbe essere, da un punto di vista tecnico, l’essenzialità: pochi elementi e molto groove.
Come ti vedi tra 15 anni, a livello personale e professionale? Che vi posso dire? Io vorrei far coincidere le due cose... mi spiego meglio: tra 15/20 anni io mi vedo così: in giro per il mondo in camper con la mia vela (quella del parapendio, non il disco) ed il mio Mac: tempo bello si vola, brutto tempo si fa musica.. possibilmente qualche serata in giro… what else?
Che tecnologia usi in console? Credi che cambi tutto usando cd, vinile o computer? Non cambia nulla. Non mi sono mai espresso, e nemmeno intendo farlo, nei vari post con polemiche in questo senso. E’ ridicolo. Il dj è mood, energia e psicologia, è cultura musicale, o quanto meno gusto musicale. Io ho iniziato con una piastra Akai ed un giradischi Lenco di legno, che credo fosse l’unico modello a pesare più dei 1200. Son passato per i 1200, Traktor ed ora uso le console Pioneer perché è il sistema più versatile e diffuso. Punto. E’ meratecnologia. Fare il dj prescinde da tutto ciò. Quello che cambia veramente usando ancora il vinile è che fai ciao ciao ad un mucchio di frequenze che in un club è proprio un peccato perdersi!
Che stavi facendo un attimo prima di rispondere alle nostre domande? Ho appena acquistato una console nuova! E intanto che la testo, sto scaricando la traccia del mio volo in parapendio di ieri: 4 meravigliose orette tra i 2500 ed i 3000 metri.... Bellissimo, un clima meraviglioso!
Quali sono i brani pop e/o da ballare (house techno progressive trance edm vedi tu) che ti piacciono di più in questo momento e perché? Lo cito per primo perché lo passavano ora in radio, l’ultimo di Axwell e Ingrosso. Su unp iano pop/edm. Ma loro non serve definirli, fanno tutta roba pazzesca e basta! Per quel che concerne il ballare, constato con piacere che abbiamo moltissimo in Italia per il Dancefloor: Cube Guys, Alex Guesta, Provenzano & Federico Scavo non sbagliano mai in pista. Per chi può “menare” un po’ di più c’è Marco Lys che fa un disco più figo dell’altro. Alaia, Gallo, Luca Guerrieri, Alex Colle per il comparto più underground. Tanta roba ragazzi. Parlo degli italiani perché mi fa rabbia la situazione: potremmo essere un’industria ed una forza se solo fossimo un po’ più strutturati. Cultura e psicologia. Perché il talento c’è! E ce n’è ancora molti altri: Dino Brown, il mitico Spada, Leandro Da Silva, Samuele Sartini e altri ancora, tanti producers che hanno messo a fuoco un progetto e lo portano avanti. Basta fare paragoni con il passato: lavorando duro e guardando avanti potremmo fare moltissimo.
Che consigli daresti ad un giovane dj? Di avere un approccio imprenditoriale. Di sviluppare un progetto, una missione. Definire obiettivi a lungo, medio e breve termine. Di lasciare al caso solo le sfumature creative. Di affrontarla con un progetto di business. Perché è un mestiere che richiede questo, oltre alla passione e a tanto investimento, anche economico. E di evitare di perdere anche un solo minuto a fare o rispondere a polemiche sui social. Ognuno di quei minuti è investito meglio in un tutorial online. Anche se è un tutorial scadente!
C’è davvero crisi nel clubbing? Il Dj che oggi diventa una superstar, a mio avviso, è un vero e proprio progetto d’impresa ben riuscito. Il fine di un’impresa è massimizzare il profitto, il che accade quando il dj diventa una superstar. C’è un lavoro di squadra, anzi, di squadre (ed in quei casi, che squadre!) mostruoso, programmato e molto diversificato. La superstar in questione deve essere una persona capace, perseverante, di carattere. E un artista di talento. Intelligente, con quotidiana voglia di apprendere e mettersi in discussione. Ed è lo starting point. Poi il resto della squadra, che necessita altrettanta professionalità e dedizione.
Se tu potessi andare in vacanza in questo periodo, dove andresti e perché? Ovunque si voli. Il perché è semplice: non c’è una cosa più bella da fare nel tempo libero. E non fate pensieri impuri. O almeno prima venite a volare! Ma tornerei anche qualche giorno a Ibiza. Da quando Radio Globo ha aperto gli studi lì ho iniziato a frequentarla capendo che, oltre alla vitalità di Playa D’En Bossa e dei Club, c’è molto di più. Quest’anno mi son preso qualche giorno per girarla in motorino di giorno. E’ bellissima, ti strega! Se ci fosse una montagnetta con un decollo ci andrei a vivere. Ma non c’è. Giuro che ho fatto anche una perlustrazione sulle montagne dell’isola di fronte a Es Vedra per capire se avrei potuto crearlo io un decollo. Ma non ci sono proprio gli estremi!
Un drink perfetto ed un locale in cui berlo? Non vorrei essere monotono col Gin Mare, quindi quest’anno ho un nuovo vizio: un bel Franciacorta ghiacciato da bere in acqua su un materassino tondo e con palmetta gonfiabile sulla spiaggia di Ses Salines. Una mix degli ambienti che sto frequentando ultimamente!
Qual è la caratteristica che un dj deve necessariamente avere per intraprendere questa professione? Ascoltare. Tanta musica e tante persone. Non necessariamente seguire le regole di qualcuno, ma ascoltarle tutte il più possibile. Incrociarle con le proprie idee esperimentare. Anche copiare (a fini didattici chiaramente). E’ un ottimo esercizio, perchéquando sei in grado di rifare una cosa che hai sentito e ti piace, avrai più
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LOL vs. Spring Breakers
Okay, su twitter stanno andando avanti -Marzo 2013- su Twitter tra i fan di Miley Cyrus e dell'ex di Bieber, i fan di Selena Gomez. Se non lo sapete, Miley è una ragazza multi talentuosa che ha sucesso sotto ogni aspetto. Ha avuto diversi album di platino, top billboard hits, canzoni al primo posto alla radio, ha un franchise da miliardi di dollari per lo show più di successo della Disney; Hannah Montana, ha più di un miliardo di dollari nel box office, ha due film che hanno ottenuto riconoscimenti, un libro best-selling, e ancora. Se dovessi trattare del successo di Miley mi ci vorrebbe un po'. Selena Gomez è conosciuta da molti per la sua relazione con la pop star Justin Bieber, ha tre album d'oro, ha vinto i KCA awards, e qui finisce. Ora che abbiamo quessto piccolo background riguardo alle due star, parliamo di LOL e Spring Breakers.
LOL è stato filmato nel 2010 e a prima visione, sembrava che sarebbe stato grande e oh, fidatevi, lo è stato. Non ha ricevuto alcuna promozione, nessuna premiere né altro. Solo perché è stato un film a rilascio limitato non significa che è stato un pessimo film o che Miley è un flop. Molti film sono stati a rilascio limitato. Comunque, il film ha avuto molto successo. E' arrivato primo su iTunes, secondo nella classifica dei DVD con 150 mila copie vendute la prima settimana, ha superato il suo budget facendo più di 12 milioni di dollari. Il film ha ricevuto diverse recensioni dalla critica, ma il pubblico che l'ha visto è rimasto soddisfatto e questo è ciò che conta. Ciò che conta è che piaccia al pubblico.
Spring Breakers venne filmato nel 2012 e ci sono due attrici di successo, Vanessa Hudgens e Ashley Benson, che non apprezzo chissà quanto. Vanessa ha avuto successo con High School Musical ed ha partecipato in film che hanno raggiunto il primo posto, come quello con Dwayne The Rock Johnson. Ashley Benson ha fatto parte del cast di Pretty Little Liars, show molto famoso che ho guardo io stessa. Selena Gomez; star della Disney con nessun passato importante, ma ad un certo punto I Maghi erano famosi. Rachel Korine era la moglie del regista, quindi questa è una piccola informazione di background. Penso che il film non abbia trama ed ogni persona esagera, soprattutto la Gomez. Il trailer è terribile e il pubblico l'ha odiato. La maggior parte delle persone è rimasta delusa e gli unici a cui è piaciuto sono stati pervertiti di mezza età che non ottengono abbastanza dalle mogli, se ne hanno. Il film è stato ampiamente promosso con diverse premiere, alle quali praticamente nessuno ha partecipato. Il film è iniziato come a rilascio limitato ed ha fatto 263,002$ in quel week end. Ne ha fatti 100 mila in tre cinema, il che è abbastanza notevole ma non significa nulla se la gente che va al cinema dice che fa schifo. Il film non può più essere considerato a rilascio limitato, è diventato internazionale. E' stato riprodotto in 1.104 cinema all'opening, facendo circa 4.8 milioni di dollari. E' NULLA, Miley ha fatto 10 volte tanto nell'opening del suo film-concerto all'età di 14-15 anni. Hannah Montana & Miley Cyrus: Best of Both Worlds Concert Movie è arrivato primo, facendo circa 45.000$ IN OGNI CINEMA, venendo riprodotto in circa 683, facendo circca 31.1 milioni di dollari solo durante il primo weekend. LOL è arrivato sesto facendo circa 4.000$ a cinema, rilasciato in circa 500 cinema in più rispetto al film del concerto. Perché ho smesso di paragonare Spring Breakers a LOL? Oh, perché ho realizzato che Spring Breakers non era più a rilascio limitato e che sarebbe stato più opportuno paragonarlo ad un film a rilascio mondiale. Spring Breakers è stato riprodotto in circa 1300 cinema e ha fatto meno di 500 a posto. Come potete capire, Spring Breakers non sembra il tipo di film per cui sprecheresti i tuoi soldi ed il tuo tempo. Ovviamente, lasciamo che le Selenators provino a distruggere l'immagine di Miley Cyrus anche se lei distrugge la carriera di Selena solo respirando come fa ogni giorno. Comunque: Spring Breakers è stato riprodotto in 1.104 cinema e ha fatto 1.902 dollari a cinema.
LOL è stato riprodotto in 36 cinema e ha fatto 2.610 dollari a posto. Trovo divertente il fatto che le Selenators siano così veloci a dire "non ci sono paragoni tra Selena e Miley!" e le loro uniche risorse stanno in LOL. Se Spring Breakers fosse miracolosamente arrivato a 50 milioni di dollari, Miley distruggerebbe COMUNQUE selena. Miley sarebbe comunque più ricca. Miley avrebbe comunque talento. Miley sarebbe comunque al top. Così è sempre stato. Ai media non importa di Selena, togliendo i casi in cui il suo nome è legato ad altri o è mezza nuda in un film. Con che coraggio fate paragoni tra LOL e Spring Breakers? Spring Breakers è stato riprodotto in più cinema, è stato promosso... LOL no. Quindi, in che modo paragonate due film che sono stati rilasciati in modi diversi? E la parte più divertente è che i Selenators IGNORANO gli altri film di Miley, come Hannah Montana: The Movie, Bolt, The Last Song. Paragonare la base di LOL (un film di qualità e con una trama sensata) con la base di Spring Breakers (un film privo di trama e "atteso" solo per le ragazze mezze nude al suo interno) è come paragonare un album rilasciato in Canada ed uno rilasciato a livello mondiale, ridendo del fatto che uno ha avuto meno successo dell'altro. Ma in più, i Selenators che hanno visto il film sono rimasti delusi ritenendolo un film scadente, ma volevano comunque che vendesse per poter dire "Selena ha fatto meglio di Miley". Ovviamente non lo diranno mai perché Miley, diversamente da selena, basa le sue produzioni sia su QUALITA' che su QUANTITA'. In più, LOL non è stato rilasciato a NYC, la città più popolare dell'America. Il punto di questo dibattito tra LOL e Spring Breakers si spiega da solo. E almeno, quando i fan di Miley vanno a guardarlo, non rimpiangono né soldi né tempo. E comunque, Spring Breakers non è nemmeno un film di Selena! C'è per tipo, 30 minuti? E ovviamente Selena deve far ricadere tutto su se stessa. Vediamo cosa ne pensano i fan:
PER LE FOTO DEI COMMENTI CLICCA QUI
Se volete DAVVERO paragonare dei film, parliamo di qualcosa a rilascio mondiale tipo Ramona & Beezus o Monte Carlo. Sapete? Sarò scorretta con Miley. Paragoniamo The Last Song a Ramona e Monte Carlo uniti Whooops... The Last Song ha comunque incassato di più, anche con i film sommati tra di loro. Oh e Selenators, non dovreste chiamare qualcuno "flop", se volete almeno considerate la carriera di Selena. :)
In più, tenete a mente che LOL ha fatto più di 100 mila dollari in più rispetto a Spring Breakers alla prima visione, anche in meno cinema.
Buona Giornata.
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Netflix, arrivano sulla piattaforma anche Made in Abyss, Megalo Box e No Game No Life
Altre tre serie anime aggiunte dopo quelle di ieri.
Di seguito trovate in dettaglio tutte le nuove aggiunte di oggi al catalogo anime italiano di Netflix, che si vanno ad aggiungere ai titoli approdati giusto ieri sulla piattaforma.
Made in Abyss
Serie animata basata sull’omonimo manga di Akihito Tsukushi, edito nel nostro paese da J-POP. Il progetto è stato diretto da Masayuki Kojima (Abenobashi, Piano Forest) presso lo studio Kinema Citrus.
L'Abisso rimane l'ultimo luogo inesplorato del mondo. Si tratta di un enorme sistema di caverne, dalla profondità mai determinata, popolato da reliquie e straordinarie creature. Generazioni di esploratori si sono calati nelle viscere dell'Abisso, ma solo i più coraggiosi hanno preso il nome di “Cave Raiders”. Sul limitare dell'Abisso, sorge il villaggio di Oosu. Qui è cresciuta una piccola orfana di nome Riko, il cui sogno è diventare una grandiosa esploratrice come la mamma scomparsa. Mentre è in una delle sue perlustrazioni, incontra un bambino non del tutto umano...
Le puntate sono disponibili in lingua originale, con sottotitoli in italiano.
Megalo Box
Serie originale ispirata da “Rocky Joe” e realizzata per il 50° anniversario dell’opera, che racconta una storia basata su un concept scritto proprio dagli autori Ikki Kajiwara e Tetsuya Chiba. Il progetto è stato diretto da You Moriyama presso lo studio TMS Entertainment.
C'è un mondo sotterraneo, affollato e bollente, dove gli incontri di boxe clandestini sono all'ordine del giorno. Questo mondo è Megalo Box. A guadagnarsi il pane sul ring ci sono tanti pugili, tra cui il giovane JD (Junk Dog). L'ennesima battaglia sul ring lo porta a un incontro fuori dal comune. Sarà questo a metterlo in carreggiata per una sfida in cui rischiare il tutto per tutto.
Le 13 puntate sono disponibili in lingua originale, con sottotitoli in italiano.
No Game No Life
Serie animata del 2014, tratta dall’omonima light novel di Yuu Kamiya. Il progetto è stato diretto da Atsuko Ishizuka (Prince of Stride: Alternative, A Place Further Than The Universe) presso lo studio Madhouse.
Nella vita quotidiana i fratelli Sora e Shiro sono due hikikimori e NEET (Not in Education, Employment or Training). Al contrario, nel mondo dei videogiochi sono una coppia invincibile. Sono talmente forti da diventare una leggenda metropolitana e sono riconosciuti come『 』(letteralmente “spazio bianco”). L'immersione nel gaming è così parte di loro, che considerano la realtà “un gioco scadente”. Tutto cambia quando a contattarli è “Dio” in persona. “Dio” li teletrasporta nella dimensione di Disboard, regno virtuale popolato da sedici razze e dove non esistono guerre. O meglio: ogni conflitto si risolve giocando!
Le 12 puntate sono disponibili in lingua originale, con sottotitoli in italiano.
SilenziO)))
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