#Frascaro
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pier-carlo-universe · 21 days ago
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Grande successo per il concerto benefico “Sulle Note della Ricerca 6”. Raccolti 9.000 euro per sostenere la ricerca sui tumori del timo
Sabato 30 novembre, il Teatro Alessandrino ha ospitato la sesta edizione del concerto benefico “Sulle Note della Ricerca”, un evento che ha unito musica, solidarietà e speranza.
Sabato 30 novembre, il Teatro Alessandrino ha ospitato la sesta edizione del concerto benefico “Sulle Note della Ricerca”, un evento che ha unito musica, solidarietà e speranza. Organizzato dal FuckCancer Choir, il coro di Frascaro composto da pazienti oncologici, familiari e operatori sanitari, l’evento ha raccolto 9.000 euro destinati a TYME, il network clinico nazionale dedicato alla ricerca…
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delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
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Problemi per il maltempo nell'Alessandrino, allagato sottopasso
Problemi e criticità in provincia di Alessandria, creati dalle precipitazioni diffuse per una nuova fase di maltempo. Nella serata di venerdì – come indicato dalla protezione civile – è stato chiuso per allagamento il sottopasso al chilometro 0+100 della provinciale 238 in territorio di Frascaro, a pochi chilometri dal capoluogo.     In frazione Ovrano di Acqui Terme invece è stato segnalato…
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messinacalcio · 1 year ago
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Ancora una sconfitta casalinga per il Messina questa volta ad opera del Benevento - VIDEO
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Quinta sconfitta stagionale e seconda consecutiva in casa per il Messina di Modica contro il Benevento. Il Messina viene schierato da Modica con il 4-3-3: Fumagalli in porta Lia e Ortisi esterni di difesa con Manetta e Polito centrali; centrocampo con Giunta, Franco e Scafetta; in attacco Cavallo, Emmausso e Plescia. Il Messina parte bene e al 17’ Cavallo gira bene un pallone in area su un cross di Lia. Al 24’ Scafetta da fuori area sfiora il palo. Il Benevento al 41’ si fa vedere con ferrante che colpisce con un tiro in area l’incrocio dei pali. Nel secondo tempo il Benevento cambia passo fondamentale l’ingresso di Marotta al posto di Ferrante e proprio l’attaccante neo entrato sfiora la rete al 50’ con un tiro ravvicinato. Passa un minuto e su calcio d’angolo il Benevento si porta in vantaggio con un colpo di testa di Improta. Al 64’ Ragusa dall’altezza del dischetto del rigore dopo un assiste di Emmausso mette clamorosamente fuori. Al 68’ Fumagalli compie un primo miracolo su un colpo di testa ravvicinato di Marotta, sul calcio d’angolo successivo ci prova di testa ancora Kubica e Fumagalli compie il secondo miracolo. Messina con due facce un buon primo tempo, poi un calo evidente nel secondo anche per il cambio di marcia del Benevento. Classifica molto deficitaria del Messina e calendario che di certo non favorisce una facile ripresa. Tabellino: Messina-Benevento 0-1 Messina: Fumagalli, Lia, Ortisi, Manetta, Polito, Franco (59' Buffa), Giunta (75' Firenze), Scafetta (81' Luciani), Cavallo (59' Ragusa), Plescia, Emmausso (81' Zammit). A disposizione: De Matteis, Di Bella, Darini, Pacciardi, Tropea, Salvo, Frisenna, Zunno. Allenatore: Modica. Benevento: Paleari, Masciangelo, Berra (82' Benedetti), Pastina, El Kaouakibi, Karic, Improta (77' Capellini), Agazzi, Talia (46' Bolsius), Ferrante (46' Marotta), Ciano (62' Kubica). A disposizione: Manfredini, Nunziante, Alfieri, Pinato, Tello, Rillo, Viscardi, Masella, Carfora, Ciciretti. Allenatore: Andreoletti. Arbitro: Frascaro di Firenze. Marcatori: 51' Improta (B). Read the full article
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Giorgio Consolini - Solo tre rose (Tortorella - Frascaro - De Paolis)
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gobelluno · 2 years ago
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Rischio idrogeologico Tomo: eseguito intervento di messa in sicurezza
Rischio idrogeologico Tomo: eseguito intervento di messa in sicurezza
FELTRE – Si è concluso nei giorni scorsi, nella frazione di Tomo, un significativo intervento di mitigazione del rischio idrogeologico. Il lavoro ha riguardato, in particolare, la rimozione di materiale ghiaioso che si era accumulato, per un’altezza variabile compresa tra 120 e 160 centimetri, a monte di alcune briglie posizionate lungo un canalone situato tra la fine via Frascaro e l’inizio di…
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ticonsiglio · 5 years ago
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Ecco il nuovo articolo di Ticonsiglio
https://www.ticonsiglio.com/comune-frascaro-concorso-amministrativi/
Comune di Frascaro: concorso per Amministrativi
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Il Comune di Frascaro (Alessandria) ha indetto un concorso per l’assunzione di Amministrativi a tempo indeterminato e pieno nel ruolo di istruttore amministrativo contabile. Ecco il bando e come candidarsi.
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valnerinaonline · 5 years ago
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Oggi una nuova presentazione per un possibile sviluppo futuro dei progetti di promozione delle associazioni in Umbria. Conosci le attività che stiamo realizzando con Proloco Campi, La Quercia di Nottoria, Proloco Ancarano, Associazione per il Sentiero del Silenzio da Frascaro a Norcia e Proloco Savelli? Scopri il sito www.infrazionicreative.it #villaumbra #infrazionicreative #valnerinaonline (presso Scuola Umbra Amministrazione Pubblica) https://www.instagram.com/p/B0Oi2lZoz2E/?igshid=1rx2g6y6wm3ey
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Siamo combinati proprio  bene: tra navi respinte, censimento di Rom, campagne elettorali costruite contro i migranti e divieti di bivaccare in centro si è aggiunto il divieto di giocare a palla su tutto il territorio comunale.
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Ma i ragazzini si sa non riescono a resistere di dare qualche calcio ad un pallone e nel paese di Gamalero ,vicino Alessandria, 850 abitanti,forse qualcuno in più o in meno, i ragazzini sono stati multati dai carabinieri che li hanno sorpresi a giocare a pallone nel campo di calcetto del paese.
Il gruppetto di ragazzini ha invitato altri coetanei venuti da fuori paese per la classica delle classiche:” il mundialito dei ragazzi” che se non è simile al mondiale che gioca in Russia, almeno si avvicina per grinta e agonismo.
I carabinieri di Sezzadio hanno interrotto il mundialito dopo aver sorpreso i ragazzi con con la palla fra i piedi.
Ai ragazzi a quel punto non è rimasto che tornare a casa e raccontare ai genitori quanto accaduto e anticipare che sarebbe arrivata una multa da 50 euro per l’infrazione.
L’ordinanza dl sindaco da torto ai ragazzi che hanno disubbidito all’ordinanza del sindaco che vieta di giocare a pallone non solo sulle strade,ma su tutto il territorio comunale compreso il campo di calcetto che si trova a fianco del campo regolamentare
I genitori sbottano contro il sindaco: “Però in paese da troppo tempo non c’è un’area dove i ragazzi possano praticare lo sport più amato al mondo. Devono prendere la bicicletta e andare fino a Frascaro, che si trova a tre chilometri di distanza, per avere a disposizione una struttura adeguata. Non siamo tranquilli”.
Il sindaco, Andrea Guazzone, spiega a La Stampa:”Quello che ho dovuto chiudere era uno spazio agibile, con tanto di barbecue ad uso pubblico, ma le attrezzature sono state distrutte solo l’altro giorno e le ho portate personalmente in discarica. È l’ennesimo atto teppistico”.
  Il sindaco è esasperato da chi fa un uso improprio dell’area pubblica , che è in località “La Biotta”: “Abbiamo fatto una gara, ma è andata deserta, per trovare un gestore di quello che, ricordo, è un bene pubblico. Per difenderlo farò mettere delle telecamere. La replica dei genitori non si è fatta attendere:”I nostri figli non sono maleducati, forse hanno l’argento vivo addosso, ma chiedono solo di poter continuare a giocare nel proprio paese”. Uno a uno: palla al centro.
Il problema a Quargnento,sempre in provincia di Alessandria, non si pone perché il sindaco Gigi Benzi,ex calciatore e tifoso dei Grigi, invece è orgoglioso di permettere ai ragazzini di giocare a pallone,non certamente sul piazzale antistante la Basilica,ma nel campo di calcio che ha messo a disposizione dei ragazzi che hanno partecipato alla”Notte in tenda” per disputare il loro “mundialito” personale alla presenza del fotografo presente per realizzare il servizio fotografico.
Il servizio fotografico del “mundialito” dei ragazzini di Quargnento sarà pubblicato sul Quotidiano e su facebook.
  ALESSANDRIA. GAMALERO, CAMPO DI CALCETTO: “VIETATO GIOCARE A PALLONE”. A QUARGNENTO IL “MUNDIALITO” DEI RAGAZZINI DELLA NOTTE IN TENDA. Siamo combinati proprio  bene: tra navi respinte, censimento di Rom, campagne elettorali costruite contro i migranti e divieti di bivaccare in centro si è aggiunto il divieto di giocare a palla su tutto il territorio comunale.
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pangeanews · 5 years ago
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“Dio solo basta”. Dalle macerie alla vita: dialogo con Alessandro Leone, il regista di “Storie di pietre”
“Dio solo basta”. I versi senza tempo di Santa Teresa D’Avila sono pazientemente intagliati sul legno, lettera dopo lettera, con un piccolo coltellino, da un frate, il monaco polacco Tadeusz, che vive da vent’anni a Preci, sulle morbide colline nell’eremitaggio di San Fiorenzo, in Umbria. È il 2017, nei dintorni di Norcia si consuma la quiete dopo il terremoto: siamo nel cuore del docufilm Storie di pietre, del regista e sceneggiatore Alessandro Leone che ha vinto con Massimo Donati il Nastro d’Argento Speciale per Fuoriscena, pellicola presentata al 31° Torino Film Festival e vincitrice di numerosi altri riconoscimenti in Italia e all’estero. Storie di pietre è stato presentato da poco in anteprima internazionale al 67° Trento Film Festival, dove si è aggiudicato il Premio RAI come miglior documentario di attualità, è stato inserito nella selezione ufficiale del Torino Cinemambiente e scelto, tra gli otto documentari italiani, nella selezione ufficiale del Cardiff Italian Film Festival.
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Immerso nel silenzio secolare della solitudine, a mille metri di altitudine, il monaco polacco è intento a riparare le lievi crepe della chiesa che si aprono dopo ogni scossa di terremoto. Il film è la storia, le storie nate dopo il violento terremoto delle 7 e 40 di quel tragico 30 ottobre 2016; ma al fragore del sisma, il regista preferisce il silenzio, ai dialoghi, la potenza delle immagini, in una fotografia che resta a lungo negli occhi. Siamo nella piccola, familiare, comunità della frazione di Frascaro di Norcia, che lotta per strappare alle macerie parti preziose della tela che valorizzava la loro antica chiesa romanica, San Salvatore in Campi. Una chiesa che è ridotta a un cumulo di macerie e a uno scheletro di lamiera con il tetto a capanna. Si sente il frinire delle cicale, gli uccellini che cantano, nella morbida campagna che ricorda una preghiera francescana, dove persino le nuvole sembrano macerie di un terremoto, ridotte a brandelli. Le ruspe si fermano e si scava a mani nude. Quella del restauro è un’arte tutta femminile, con delicatezza le restauratrici accarezzano pietre che parlano ferite. Si estrae, nel rumore delle pietre, un candelabro, gli affreschi sono tenuti insieme da bende, sottili come la pelle.
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Il film è “immersivo”. Sulla dolorosa ricostruzione, piove come se persino il cielo lacrimasse, dal dolore. Nonostante il nero di nubi, come gabbiani, si vedono volare uomini in parapendio. Con la leggerezza di chi non ha ormai più nulla da perdere, nessun peso da portare. E solo Dio basta. Solo Dio basta anche nei moduli abitativi, dove la vita va avanti grazie a un piatto di spaghetti, al movimento ciclico delle lavatrici, si stendono i panni. Dei ragazzi giocano con il telefonino. Le parole si smorzano definitivamente quando si guardano le foto della chiesa, del paese di Frascaro, prima delle scosse di terremoto, come un mutilato rivede le foto di quel suo arto fantasma. Solo la natura e il suo respiro rimangono immutati mentre il film “fotografa” i volti dei bambini che erano un tempo quei vecchi di oggi. Lo sguardo del ragazzo di Frascaro ormai non è più triste. È rassegnato. “Qualcosa può essere ancora trovato”. Tra le vie del paese, i ragazzini, con una pietra nel pugno, bussano sui muri del paese ancora rimasti in piedi. Il rumore che fanno, il rumore di fondo, accompagna il film, è la storia atavica, primitiva, delle pietre. L’occhio del regista indugia sul volto di Cristo in croce, mutilato, sembra ancor più sofferente. Un bambino, intanto, diventa grande. Un passero ferito a morte, caduto dal nido, viene sepolto nella terra, con una croce di legno stilizzata. I richiami al Vangelo sono così numerosi che non vale contarli. Gli occhi guardano le macerie e si pensa a quello che abbiamo perso, a quello che era stato e che non tornerà più. A chi eravamo stati. E il garage diventa una camera da letto.
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Le immagini del restauro sono le più poetiche del film. La deposizione della Croce è un omaggio al Mantegna. Il Deposito di Santo Chiodo a Spoleto racchiude un tesoro ridotto a puzzle, a tessere di un mosaico che forse mai troveranno mai pace. Il chiodo infilato nei piedi di Dio, una vivida crudeltà. Il corpo di Cristo viene avvolto in un sudario e poi nella plastica. Gli uomini di Frascaro sollevano il cartello con il nome del paese, perché, si sa, se alle cose diamo un nome, esistono. Un agnellino, ancora sporco di sangue e di placenta, tenta faticosamente di sollevarsi e di avvicinarsi alla sua mamma. Impossibile non pensare al sacrificio. I rimandi al Vangelo sono ovunque. Scavando a mani nude nella montagna di macerie, si trova la mano piccola di una piccola statua. Ed è tutto nel tentativo di fare la processione tradizionale del paese il sacrificio narrato da questo film sulla ricostruzione di ciò che è andato distrutto, che prima di tutto è una ricostruzione spirituale, una rinascita. Delle macerie che sono anzitutto dentro di noi, dopo un terremoto, dopo il lutto di perdere tutto, e tutto ciò che eravamo. E il tentativo poetico, struggente, di ritrovarsi, insieme, nel dolore. E nella sua cura.
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Una fotografia dal film “Storie di pietre” (2019) di Alessandro Leone
Dopo il racconto corale di Fuoriscena – scritto e diretto con Massimo Donati – frutto di un anno di riprese nell’Accademia Teatro alla Scala, scuola d’eccellenza fra le più prestigiose a livello internazionale, sei tornato tra le pieghe dell’intimità di una vicenda corale e personale insieme, nel risvolto di una storia che diventa personale e dolorosa, con un messaggio alto, coraggioso. Di rinascita, ricostruzione, dopo la distruzione.
“È un film immersivo e che chiede immersione al pubblico. Questo genere di documentari di osservazione si generano lentamente, sui ritmi di ciò che raccontano. Guarda, Linda, penso che la realtà abbia una componente drammaturgica elevata: si tratta solo di farla emergere. I primi 13 minuti sono forse i più ostici, li ho girati sapendo di dover far conto solo su suoni e rumori, tutto il resto è un’immagine del mondo contadino che sta scomparendo. Volevo iniziare con una premessa che osserva i luoghi della distruzione. Poi il film inizia di nuovo con un briefing e i diversi frammenti di vita. Con l’approccio del documentario di osservazione, rinunciando a interviste e voci narranti, il film è un’immersione progressiva in un tessuto antropologico ferito per comprendere la relazione tra le persone e il territorio; il valore del sacro di fronte alla perdita dei luoghi di culto; la volontà di preservare tradizioni secolari e radici che affondano nel rapporto tra vita contadina e patrimonio artistico; la percezione del presente e la possibilità del futuro nonostante la minaccia incombente. Dagli anziani ai bambini, i protagonisti di Storie di pietre sembrano saldamente legati a questa terra magnifica e disgraziata”.
Che cosa hai voluto ritrarre?
“Il film intreccia luoghi e storie connesse dal sisma: la piccola comunità della frazione di Frascaro di Norcia, per niente rassegnata a perdere parti di una preziosa tela che valorizzava la loro antica chiesa; i restauratori volontari di Chief attivi a San Salvatore in Campi, perla del romanico di cui rimangono poche mura perimetrali; infine due luoghi silenziosi: il Deposito di Santo Chiodo a Spoleto, dove un team di restauratrici mette in sicurezza ciò che arriva da San Salvatore, Frascaro e da altri siti in macerie; l’eremo di San Fiorenzo, dove a mille metri, un eremita polacco, da più vent’anni, ripara la struttura dopo ogni scossa. Un lavoro solitario che ha reso robusta la pietra che abita con Dio. Il racconto procede per frammenti raccolti nello spazio filmico come tessere di un mosaico, in maniera simile al lavoro dei restauratori che tentano di ricostruire i magnifici affreschi della chiesa distrutta di San Salvatore. Gli stessi frammenti di racconto sono intervallati da “spazi neri” in cui le immagini mancano, lasciando solo i suoni. Non sono neri usati come punteggiatura, ma neri che marcano un’assenza, che definiscono per analogia la frammentazione di un tessuto sociale che improvvisamente si trova orfano di pezzi di vita quotidiana. Se gli interni claustrofobici del container contrastano con gli esterni luminosi, i suoni e i rumori di pietre, il vento, gli animali, fanno da collante tra uomini, paesaggi, icone sfregiate, e si fanno carico di significati anche dove le immagini non ci sono più”.
Sei ritornato sui luoghi del terremoto a distanza di tempo dalle riprese?
“Sì, ci sono tornato e ci torno ancora, perché sono nati legami forti con gli abitanti di Frascaro, con Tadeusz, con i luoghi, c’è dunque familiarità. Un film come Storie di pietre non si risolve in qualche settimana di riprese, è invece un percorso di conoscenza che chiede tempo. Quella delle zone colpite dal sisma è una realtà dolorosa e per questo ogni documentazione deve essere rispettosa del contesto, della vita delle persone che lo abitano. I mesi trascorsi a Frascaro hanno cementato un’amicizia che perdurerà, ne sono certo. La condivisione di storie personali e collettive è una cosa seria, è un atto di fiducia. Il film è ciò che emerge in superficie di questo legame”.
Come procede la ricostruzione?
“È da agosto che manco da Norcia, ma ciò che ho visto la scorsa estate e ciò che mi raccontano gli amici di Frascaro è uno stallo. San Salvatore in Campi è stata messa in sicurezza, dopo che i volontari di Chief Onlus avevano recuperato e catalogato ciò che rimaneva del patrimonio artistico sepolto. A San Benedetto sono iniziati timidamente dei lavori. Anche a Castelluccio. Sono state aperte delle strade. Per il resto, le frazioni attendono ancora interventi. Le casette alloggio che hanno svuotato i container non possono essere la soluzione. Mancano luoghi di aggregazione intorno ai quali ricostruire il tessuto sociale. Questo è il problema più grosso. Non basta una sistemazione temporanea, bisogna riattivare le comunità, permettere loro di riappropriarsi dei vessilli identitari che custodiscono la storia territoriale, come le opere d’arte, le effigi, anche solo ciò che rimane dopo i crolli. È per questo che nel film vediamo con quanta tenacia a Frascaro si sia scavato a mani nude per recuperare frammenti di una tela o di sculture lignee”.
Quali i tuoi prossimi progetti in cantiere?
“Sono in fase di scrittura. Su due progetti in verità. Uno ancora embrionale e che si propone di raccontare un quartiere di Mumbai (una realtà che frequento da quindici anni), l’altro è più definito ma siamo alla ricerca di fondi per lo sviluppo. Infine sto lavorando su un testo che racconta il cinema attraverso gli occhi dei bambini. Spero di poterlo pubblicare nel 2021”.
Linda Terziroli
*Alessandro Leone si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Brera. Regista, sceneggiatore e critico, ha pubblicato diversi saggi sul cinema, tra cui Il girone del cinema di poesia, (in Pasolini – Un’idea in azione, AA.VV., ed. Abrigliasciolta, 2010), Corpo da ring – La boxe immaginata dal cinema (ed. Falsopiano, 2014), Viaggi in Italia (in Essere Vincent Price, AA.VV., ed. Falsopiano, 2014). Nel 2013, con Massimo Donati, scrive e dirige Fuoriscena (Opening Act, 2013); presentato al 31° Torino Film Festival, il documentario ottiene il Nastro d’Argento speciale 2014 e numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero. Nel 2010 scrive il documentario diretto da Daniele Azzola, La via del ring, Guirlande d’Honneur al 28th International Sport Movies & Tv di Milano. Nel 2009 è co-autore della serie di dieci documentari per Yamm 112003 – Gruppo Endemol, Portraits – Ragazzi venuti da lontano. L’anno prima co-sceneggia il film diretto da Federico Rizzo Fuga dal call center, Agave di Cristallo alla sceneggiatura per i migliori dialoghi e premiato come Miglior film al Clorofilla Film Festival nel 2011. Del 2005 è la sua prima regia, il cortometraggio La fune, premiatissimo in diversi festival italiani ed esteri. Storie di pietre è il suo secondo lungometraggio da regista. Il documentario è stato presentato in anteprima assoluta al 67° Trento Film Festival, dove si è aggiudicato il Premio RAI Trento come miglior documentario di attualità.
Storie di Pietre Scritto e diretto da Alessandro Leone. Musiche originali di Rolando Marchesini. Prodotto da Ester Produzioni e Start, Distribuito da Start, Italia, 2019. Durata 74’
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matrooscompany · 6 years ago
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CUTE
(SKIN)
Matroos Company
Concept Direction Coreography – LISA ROSAMILIA
Project and scenographic creation Lisa Rosamilia
Music Voicing Sounding - GIADA BERNARDINI
Scenography technician - Fabio Sabaino
Light – Pietro Frascaro
DANCETHEATRE WITH LIVE MUSIC
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infosannio · 7 years ago
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Roma, Teatro Trastevere: “Traste-Storie” rassegna di spettacoli e performance dedicati al Teatro di Narrazione e Memoria
L’Associazione Culturale Teatro Trastevere presenta dal 23 al 26 gennaio 2018 ARKADY di Giacomo Sette diretto da Azzurra Lochi musiche originali di Alice Giorgi e Ana Kusch disegno luci di Pietro Frascaro aiuto regia Giacomo Sette grafica e locandina Beatrice Fonti responsabile stampa compagnia Chiara Preziosa foto promozionali Giulia Castellano con Arkady: Giulio Clerici Alina: Alice Giorgi…
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nardogranata · 7 years ago
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NARDO’ - S.F. MOLFETTA 2-0
Scorers: Scipioni 53′, Versienti 60′
NARDO’: Mirarco, Cassano, Scipioni, Caporale, De Pascalis (Mangione 80′), Alessio Palmisano (Bertacchi 70′), Bolognese, Versienti, Capristo (Cavaliere 85′), Prinari (Cicerello 85′), Agodirin. bench: Cavana, Trinchera,  De Vita. All. Roberto Taurino.
S.F. MOLFETTA:  Figliola, Basta, Rizzi, Guadalupi, Lenoci, Petitti, Marzio (Donvito), Stefanini (65′ Savasta), Cesareo, Pastore, Tenneriello (70′ Tullimieri). bench: Lullo, Russo, Ferreira, Gissi, Cifarelli. All e Pres. Lanza
Arbitro: Sig. Emanuele Frascaro della sez.Firenze Primo assistente: Paolo Cipolletta della sez.Avellino Secondo assistente: Carmine Castiglione della sez.Frattamaggiore
Note: Spettatori 600 circa, giornata di sole, terreno in condizioni pessime.
Ammoniti: Lenoci, Rizzi e Prinari. Espulso dalla panchina G. Pamisano.
Il Nardò fallisce due rigori con Caporale al 38′ e Capristo al 57′
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Fece una rapina a Genova: arrestato giovane di Frascaro
I carabinieri di Castellazzo Bormida hanno tratto in arresto ieri, martedì 22 agosto, un giovane di Frascaro, portandolo nel carcere “Cantiello e Gaeta” di Alessandria. Il 22enne era colpito da ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Genova, dovendo scontare una pena detentiva di due anni e quattro mesi per una rapina commessa […] Per il contenuto completo visitate il sito http://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page http://ift.tt/2xst20u via Adriano Montanaro - Alessandria
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messinacalcio · 1 year ago
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Emanuele Frascaro di Firenze arbitrerà Messina-Benevento
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L'arbitro designato per Messina-Benevento, incontro della dodicesima giornata del campionato di Serie C, sarà arbitrato da Emanuele Frascaro della sezione di Firenze. Assistenti: Giovanni Dell'Orco di Policoro e Michele Decorato di Cosenza. Quarto ufficiale: Samuel Dania di Milano. Read the full article
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fondazioneterradotranto · 8 years ago
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Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2017/06/10/storie-lampanti-mcbetter-di-mattia-de-pascali/
Storie lampanti. McBetter di Mattia De Pascali
Mattia De Pascali (ph Alessandro Stajano)
  UNA STORIA A SORPRESA: IL “MCBETTER” DI MATTIA DE PASCALI
di   Maria Antonietta Bondanese
“E una mattina, destandomi, scoprii che quel giorno era giunto. E lo accettai senza troppe remore, perché da quando ho memoria ho sempre saputo che sarebbe arrivato.(…) Non c’è nulla da drammatizzare nella fine. E’ il punto d’arrivo, l’assoluta certezza”. Inizia così il racconto di Mattia De Pascali, contenuto nel volume Storie lampanti, che raccoglie le storie più belle proposte nel concorso letterario del 2013 “Raccontare i Paduli”.
Una scrittura incisiva, efficace, per un narrare a metà strada tra fantastico e reale, tra enigma e verità, che coinvolge il lettore e lascia intuire lo stile di De Pascali sceneggiatore e regista.
Il cineasta supersanese, al di là della giovane età, ha già all’attivo un interessante curriculum costruito con competenza, studio e passione. “Sono stato abituato – dice Mattia – a guardare film fin dalla tenera età. Eppure da bambino volevo fare altro, un mestiere che mi permettesse di essere più a contatto con la natura. Almeno fino a tredici anni, quando ho scoperto le opere di Stanley Kubrick e ho compreso il potenziale infinito del mezzo cinematografico”.
Dal regista statunitense, il cui genio ha spaziato dal thriller alla satira politica, dalla storia e fantascienza al dramma psicologico, Mattia ha mutuato la pluralità degli interessi.
(ph Alessandro Stajano)
  “Oggi – aggiunge – non ho un regista, un film o un genere preferito. Tendo a non mitizzare niente e nessuno ma sono aperto a tutto.” La sua stanza di lavoro, adorna di libri, fotografie e manifesti descrive, infatti, un percorso personale ricco di curiosità. Una capacità di guardarsi intorno e rappresentare la quotidianità attraverso il filtro dell’inventiva.
Anche il set del suo recente lungometraggio “McBetter”, allestito nel B&B Luxury a Lecce e quindi ad Arnesano presso Villa Maresca, è lontano dal tipico Salento assolato, intrappolato in una ‘controra’ senza fine. Il contesto salentino è reinventato, invece, come sfondo per un intreccio che potrebbe snodarsi ovunque, perché il “messaggio, le idee politiche o la visione sociale del regista – Mattia ne è convinto – emergeranno comunque attraverso alcuni dettagli per occhi attenti”.
“ Tutti i film – prosegue – raccontano la società in cui nascono ed un ‘messaggio’ arriva meglio se non viene veicolato in modo diretto”. Ma, ad esempio, sotto la specie accattivante del thriller o della commedia “nera” dai toni grotteschi qual è “McBetter”. Una storia in cui il gioco perverso del Potere viene smascherato con scanzonata ironia e i rapporti di forza, motore dell’esistenza, sono tracciati mediante la tensione dell’intrigo. Non a caso, la vicenda di “McBetter” è ispirata al dramma shakespeariano di Macbeth, dove ambizione e avidità sfrenata portano a totale distruzione il protagonista che, ucciso il proprio re, si avvita in una spirale di delitti fino al tragico epilogo.
McBetter family
  In “McBetter” il re da usurpare è l’attempato imprenditore Joe McBetter, proprietario di una ricca catena di fast food mentre il nuovo Macbeth è Malcom, suo genero. Entra così in primo piano il mercato del fast food, del cibo veloce, industria tra le più potenti del mondo dove le ragioni del profitto impongono lo sfruttamento dei lavoratori e la seduzione dei consumatori, specie dei bambini, mediante una pubblicità ingannevole. Una realtà che corre lungo il filo della trama con sorprese e colpi di scena, come nel più classico dei polizieschi. Singolari i personaggi di questa storia, per i quali De Pascali ha selezionato gli interpreti secondo il criterio dell’originalità e della bravura. “Durante il ‘casting’ – ci tiene a sottolineare – ho cercato attori che fossero personaggi particolari, non belle presenze.   E così è stato, compreso per il più giovane dei protagonisti, Oscar Stajano, cinque anni appena e pronipote di Giò Stajano, famosa nella ‘dolce vita’ di felliniana memoria”.
ph Silvia Cappello
  Il gruppo degli attori – Nik Manzi, Donatella Reverchon, Serena Toma e Andrea Cananiello – è affiancato da tecnici esperti come Giulio Ciancamerla, l’aiuto regista; Lucio Massa, l’organizzatore generale; Islam Mohamed detto ‘Ismo’, il direttore della fotografia; Silvia Cappello, l’assistente di fotografia; Cristina Panarese, per gli effetti speciali; Jonathan Imperiale, il segretario di edizione; Sofia Volpe e Giorgia De Carlo, per trucco & parrucco. Spiccano nella troupe due giovani talenti di Supersano, Arianna Alfarano e Valentino Galati. Arianna , brillante attrice nel teatro amatoriale ed allieva presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, si è cimentata nell’impresa in qualità di abile scenografa. Valentino, noto dj, ha preso parte come addetto all’audio e compositore della colonna sonora. Dall’estro di Valentino, che opera in campo musicale nel duo “Monotron”, è nata anche la musica originale che esalta le immagini di Candy School, il cortometraggio realizzato nel 2103 da Mattia De Pascali con gli alunni dell’Istituto Comprensivo “E. Frascaro”di Supersano, nel laboratorio di cinema da lui tenuto sul tema del bullismo.
Numerose le opere di Mattia selezionate in vari festival, come il Festival del Cinema Europeo a Lecce, il Castro Film Festival e il Puglia in corto a Brindisi. Intensa anche la sua collaborazione con la rivista online di critica cinematografica Point Blank – La più corta distanza fra il bene e il male e quella con altri registi come Alberto Genovese, per il quale sta ultimando la sceneggiatura del film “Resurrection Corporation”.
Risultati sorretti da una solida formazione e cultura professionale. Alla laurea triennale al DAMS di Bologna, hanno fatto seguito infatti la laurea magistrale in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale conseguita a pieni voti al DAMS di Roma Tre e la frequenza di vari corsi per ampliare la sua specializzazione. “Il cinema – dice Mattia – è diventato la mia ragione di vita”.
Più che le parole, il tono della voce e lo sguardo lasciano trapelare quanto entusiasmo, coraggio e determinazione siano necessari ad affrontare gli ostacoli che un’attività così complessa comporta. Dalla fine degli anni Ottanta, il cinema “made” in Puglia ha fatto un salto di qualità, grazie anche al supporto della Regione ma serve “qualcuno che investa cifre vere e non si appoggi solo ai limitati fondi pubblici per promuovere un’industria in grado di crescere su delle basi solide e non essere alla mercè di tagli e crisi economiche”. E’ quanto annotava Mattia De Pascali nel suo libro Multisala Salento, che reca l’eloquente sottotitolo “Come fare film sotto il sole con pochi soldi e a stento”. Era il 2012 quando appunto osservava che mancano programmazione e infrastrutture, mancano teatri di posa e una scuola di cinema. Manca il sostegno economico  a chi è agli inizi.
Un regista emergente come Mattia De Pascali deve perciò auto produrre il suo film. Senza cedere a facili vittimismi, Mattia lavora adesso con impegno al montaggio del “McBetter”, finito di girare lo scorso aprile, per poterlo ultimare quest’anno e proporlo nel 2018 entro i circuiti di distribuzione. Anche questo è un grosso problema perché il mercato tende in genere a premiare i nomi già noti più che gli esordienti, la cassetta più che la qualità.
Ma il cinema che da sempre racconta bellissime storie, potrà forse regalarci ancora una volta sorprese ed emozioni con la ‘storia’ di Mattia De Pascali.
Per sapere di più su personaggi e interpreti della black commedy “McBetter”, conoscere particolari gustosi e momenti del set, si può visitare la pagina Facebook: www.facebook.com/McBetterMovie.
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pier-carlo-universe · 3 years ago
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