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#musica proibita
world-of-books31 · 1 month
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Ciao a tutti ragazzi/e!
Mi chiamo Bookie e sono un amante dei libri, dei videogiochi e degli horror.
Sono una scrittrice per passione e ho deciso di pubblicare qui su Tumbler il romanzo a cui sto lavorando.
Ma su cosa si basa questo mio romanzo?
Bene, è una specie di... tributo, se vogliamo definirlo così, alla mia band metal preferita: i "Twilight Force".
Il mio romanzo è il primo fi una lunga serie che ho in mente nella quale romanzo le loro canzoni e i loro album e do vita ai luoghi in esse accennati e alle battaglie che vi prendono luogo.
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Ma come ho strutturato la cosa?
Ogni romanzo si basa su una canzone o una track all'interno di un album e le ogni serie si basa sull'album stesso.
Cosa vuol dire?
Vuol dire che:
Se scrivo un romanzo basato su una canzone presente in un determinato album, la serie che ne segue segue l'arco narrativo dell'album scelto.
Esempio pratico:
Il mio primo romanzo è basato sulla canzone "Enchanted Dragon of Wysdom", brano appartenente all'album "Tales of Ancient Profecies", che è il primo album della band, quindi la serie seguirà l'arco narrativo dell'album.
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Ogni serie basa il proprio numero di libri sul numero di brani o track presenti nell'album stesso, ciò vuol dire che se in un album ci sono 8 canzoni/track la serie sarà composta da 8 libri.
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Dato che gli album sono interconessi fra di loro anche le serie lo sono, quindi nasce una collana, ossia (nel mio caso) un insieme di serie che coesistono tra fra loro.
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Ma chi sono i Twilightforce e perché mi hanno ispirato così tanto?
Sono un gruppo che canta di tutto ciò che è fantasy e ogni canzone e album narra una storia nella quale i protagonisti sono interpretati dai membri stessi della band.
Sono la mia fonte di ispirazione perché è grazie a loro che sono stata introdotta al fantasy come genere letterario e al metal come musica e da allora sono sempre nella mia playlist.
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Chi sono i membri della band o meglio, i protagonisti di questo mio romanzo?
I membri principali sono (li chiamo con il nome del loro personaggio):
• Blackwald: un negromante che è stato esiliato da una biblioteca/fortezza magica per eresia.
• Lynd: un mezzo elfo che è stato abbandonato in orfanotrofio dopo essere stato il risultato di una relazione proibita.
• Aerendir: elfo orfano cresciuto in un villaggio di umani che cerca la sua identità perduta.
• Born: un druido appartenente all'Ordine della Quercia, la più influente gilda di druidi esistente.
• De'Azsh: una creatura misteriosa chiamata anche "Cercatore di Anime".
Loro cinque sono rispettivamente:
• Blackwald -> tastierista/voce narrante
• Lynd: 1°a chitarra
• Aerendir: 2°a chitara
• Born: Bassista
• De'Azsh: Batterista.
A loro cinque si aggiungo i due cantanti che la band ha avuto nel corso degli anni.
• Crhileon: un guerriero il cui destino è diventare re di una terra lontana.
• Allyon: uno straniero proveniente da un regno lontano.
Allyon ha sostituito Crhileon ed è l'attuale cantante dei Twilight Force.
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Questo è tutto ciò che volevo dirvi e farvi sapere per quanto riguarda il romanzo.
Se poi siete curiosi di saperne di più commentate e farò del mio meglio per rispondervi.
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Detto questo io vi saluto e ci vedremo nel prossimo post dove pubblicherò il 1° capitolo della storia.
Io sono anche su Wattpad e su Instagram e il mio nome in entrambi i social e il nome del mio profilo qui su Tumbler.
Bookie è un nomignolo così.
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operaandart · 6 months
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Beniamino Gigli - Musica proibita (Buenos Aires, 1950)
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aremuncom · 1 year
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Rrose - Please Touch: Un Viaggio Elettronico Verso Nuove Dimensioni Sonore
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Eaux presenta il secondo album solista di Rrose, "Please Touch", disponibile in vinile, CD e download digitale a partire da giugno 2023. Questo LP segue le tracce di "Hymn to Moisture" del 2019, in maniera sia sottile che straordinaria: "Please Touch" affina ulteriormente il suono tenso dell'artista, esplorando nuovi panorami estetici e avvolgendosi in un'indiscutibile sensualità giocosa. I nove brani dell'album si muovono con potere ondulatorio, spaziando tra tempi da un leggero 0 bpm a un rilassante 100, fino a un lancinante 140 e ritorno, con una ricca tavolozza di rumore scolpito e microtoni interconnessi. Il processo compositivo di Rrose, radicato nei suoi studi con pionieri della musica d'avanguardia della West Coast al Mills College, si basa su "seed" sonori che vengono fatti passare attraverso complesse reti di elaborazione audio correlate. Il risultato è un mondo in cui i cambiamenti di un elemento hanno implicazioni in cascata per altri elementi, creando una ricca interdipendenza che permette ai brani di respirare, crescere e mutare con un'organicità straordinaria. "Please Touch" affronta in egual misura l'aspetto percettivo e corporeo: sono suoni che si insinuano nel corpo, mostrando una tattilità che spinge, tira, piega e cede con una vibrante potenza. L'album alterna momenti di radicale techno a brani che riducono la percussione, lasciando che le texture dei sintetizzatori si distendano nel loro tempo e spazio. Il vibrante drone e il rollio del sub-bass di "Joy of the Worm" segnano il tono dell'intero disco, mentre "Rib Cage", "Spore" e "Spines" oscillano con solide fondamenta ritmiche. Utilizzando pochi elementi con tensione finemente calibrata, questi brani creano effetti sorprendenti e ruggenti. "Pleasure Vessels" rappresenta un raro momento di introspezione tranquilla nell'opera di Rrose, suggerendo un'atmosfera melodica che è praticamente inedita nei suoi lavori precedenti. Si illumina di una dolce luce all'alba prima di dissolversi in una frizzante marea. "The Illuminating Glass" abbassa il ritmo in una rilassante andatura, tra cinguettii scintillanti e ansimanti pesanti. "Feeding Time", "Disappear" e la conclusione dell'album, "Turning Blue", invece, omaggiano la psichedelia cerebrale dei predecessori di Rrose, con textures ipnotiche e in loop e lunghe e maestose note simili alle opere spettrali di James Tenney (il cui lavoro Rrose esegue regolarmente) e alle composizioni di ascolto profondo di Pauline Oliveros. Il titolo dell'album fa riferimento in modo giocoso alla qualità tattile della musica, suggerendo al contempo una sensualità proibita che è permessa solo all'interno di questo microcosmo. La frase è anche un altro omaggio a Marcel Duchamp, che intitolò così una mostra di arte surrealista nel 1947. "Please Touch" è un invito a sperimentare ed esplorare un viaggio elettronico verso nuove dimensioni sonore, un'avventura sensoriale che lascia senza fiato e con il desiderio di toccare l'inaccessibile. Se sei appassionato di musica elettronica, non lasciarti sfuggire questo incredibile viaggio sonoro firmato Rrose! Please Touch by Rrose Read the full article
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Carlo Buti - Musica proibita (Gastaldon - Flick Flock)
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tarditardi · 2 years
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L’1 aprile ’22 Paola Peroni dj set @ Sestino Beach Desenzano (BS) con i Jay Hermanos Live
La Dolce Vita continua a brillare al  Sestino Beach di Desenzano (BS), il salotto del lago di Garda, un locale unico ed esclusivo aperto ogni weekend.  
Venerdì 1 Aprile 2022 dalle 21:00 ecco un evento musicale tutto da vivere. Si parte con aperitivo e buffet per proseguire con una cena ed il Deborah Bogdan Encuentro Latino Dinner Show. 
Special Guest con la loro live music sono i Jay Hermanos, che canteranno alcune canzoni del loro repertorio uscite su Intercool Digital (www.intercool.it). 
La loro musica è pura energia. I Jay Hermanos sono i due fratelli siciliani Croce e Traspadano Anzalone che insieme all bresciano Nicholas Bodei danno ad un progetto muscale in cui si sente forte un mix di melodia "Made In Italy", suoni latini e atmosfera caliente. Uniti dalla passione per la musica e lo spettacolo, hanno iniziato il loro percorso artistico a dicembre 2019 quando Paola Peroni li ha scoperti durante un suo DJ Set ed ha iniziato a produrre e promuovere alcune canzoni su Intercool Digital. La prima release  "Baciami" dalle sonorità latinoamericane e romantiche parole italiane, poi arriva "Proibita" oltre 100.000 ascolti su Spotify, "Perreo Come In Colombia", "Capitati qui" ed esplodono con "Big Bang" che hanno presentato quest'anno a Casa Sanremo The Club. https://www.intercool.it/jayhermanos
E non è tutto. La serata dell'1 aprile 2022 al Sestino Beach di Desenzano è davvero eccellente dal punto di vista musicale. Special Surprise Guest  in console è infatti Paola Peroni, con dj set decisamente scatenato. La dj producer bresciana annuncerà qualcosa di speciale, tra l'altro. Paola Peroni è una tra le dj producer più esperte ed affermate della scena dance internazionale. Tra le molte, moltissime, produzioni va citata la hit Bacon Popper - "Free", uscita nel 1998 (120.000 copie vendute solo in Francia) e tanti altri successi sfornati sui Media Records. Nel 1991 era già al mixer della discoteca Genux, dove diventa resident dj con lo pseudonimo di DJ Groovy. Tra mille diverse esperienze, va citata la collaborazione con Zucchero, di cui Paola Peroni ha aperto diversi concerti. Inoltre gestisce da tempo la sua label musicale Intercool Digital. "Disciplina, è la prima fondamentale regola per intraprendere un percorso, una meta, un sogno da realizzare, osare, aver pazienza e soprattutto saper ascoltare gli altri con la passione per la musica, l'entusiasmo e l'energia di Paola durante i suoi djset. www.paolaperoni.it
1/4 Paola Peroni dj set @ Sestino Beach Desenzano (BS) con i Jay Hermanos Live
Via F. Agello 21/a - 25015 Desenzano del Garda
Info prenotazioni: 329 247 2452
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levysoft · 3 years
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Il Club del cane d’oro e l’incredibile storia della musica sulle ossa
Questa fantastica storia si svolge nell’unione sovietica di Stalin, dove la pesante politica di proibizionismo non risparmiò nemmeno la musica; ma l’ingegno, l’audacia ed il Club del cane d’oro riuscirono ad aggirare la censura.
Il bando della cultura occidentale
Nel dopoguerra Andrej Aleksandrovič Ždanov rivestiva il ruolo di arbitro della linea culturale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.
Egli firmò una serie di atti  finalizzati a contrastare le influenze occidentali sulla cultura sovietica.
Letteratura, musica, poesia ed, in generale, tutte le espressioni artistiche,  divennero pienamente dipendenti dalla politica.
Erano gli anni del boogie-woogie, rock and roll, jazz e di tutti i nuovi generi musicali che stavano appassionando le nuove generazioni.
Nessun divieto può fermare l’ingegno
Nonostante i divieti, due giovani russi riuscirono ad elaborare un modo di incidere la musica proibita per poterla poi contrabbandare in Unione Sovietica.
Ruslan Bogoslowski e Boris Taigin divennero dei veri e propri “spacciatori di musica”, non solo il rock americano, ma anche tutta la musica degli artisti russi che era stata proibita dal regime, riuscì a trovare una via per diffondersi tra i giovani
La nascita del Club del Cane d’oro
Alla fine degli anni Cinquanta Bogoslowski scoprì che, attraverso un duplicatore di uso militare, era possibile incidere la musica sulle pellicole utilizzate per i raggi X.
Dopo questa scoperta,assieme al poeta Boris Taigin, fondò la “Golden Dog Gang” (il club del cane d’oro), con lo scopo di incidere la musica proibita sulle lastre radiografiche.
I due giovani riuscivano a reperire gratuitamente il materiale presso gli ospedali, che erano costretti dalla legge a smaltire le pellicole radiografiche usate, a causa delle loro infiammabilità.
Dopo averle portate al loro laboratorio Bogolowskij e Taigin le tagliavano al torchio, dando loro la forma di disco.
Succesivamente le foravano al centro ed infine le incidevano e le contrabandavano al costo popolare di 1 rublo, 1 rublo e mezzo.
La reazione del regime e gli arresti
La qualità della registrazione era spesso pessima, ma il sistema prese piede fra i giovani, irritando a tal punto il regime da far scattare diversi arresti.
Lo stesso Bogolowskij finirà più volte in carcere.
La repressione e lo smantellamento del Club , non riuscirono comunque a cancellare l’esempio straordinario di libertà e creatività rappresentato dalla “musica delle ossa”.
Oggi il ricordo di questa impresa resta vivo grazie al “progetto X-Ray Audio”, creato nel 2012 con lo scopo di raccogliere e pubblicare quante più informazioni possibili sulla straordinaria storia dei dischi a raggi X : https://www.x-rayaudio.com/
Via https://www.thescienceofanimaltraining.com/il-club-del-cane-doro/
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biancospino · 3 years
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Ho la nausea. La mancanza che sento lacera stomaco e braccia, morde le mie dita di carta. Il sorriso lento riposa sulle mie labbra spente e un lamento flebile s'accascia sulle mie ciglia ricurve. L'orizzonte minaccia l'attesa d'autunno, l'oscuro richiamo dell'alba che muore ad ogni crepuscolo. Il silenzio adorna le mie guance. Fredda riposa la voce, proibita alle massime doti del linguaggio. Piange serena la lingua, spenta dai grandi rumori del caldo che respira sulle strade. Non c'è musica o poesia che possa consolare la pelle contratta dall'affanno. Non c'è armonia né spasmo al calar del sole la danza. Solo l'illusorio miraggio, d'un cuore che palpita al tuo passo.
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ilmerlomaschio · 4 years
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RACCONTI SEGRETI
ilramorubato - Come un viaggio "Vogliamo scender nell'abisso, giù nel covo,
fino a bruciarci il cranio: Inferno o Cielo, che importa?
Fino in fondo all'ignoto per trovare del nuovo."
(C. Baudelaire)
E' un preciso istante quello in cui una donna ed un uomo escono così tanto dai loro binari esistenziali, da legarsi l'un l'altro. E' l'ardito superamento di una linea rossa. Un attimo infinito ed assieme sfuggevole in cui due anime si marchiano vicendevolmente del proprio fuoco. Una frazione infinitesima di eternità in cui esse, senza accorgersene, scivolano assieme nella stessa irragionevole contraddizione.
Sfido il traffico per rubare minuti al mio incolpevole ritardo. Parcheggio la macchina. "Sto per arrivare. Spegni il tuo cellulare, bambina mia, e metti la benda sugli occhi." Riempio l'inestinguibile sete di denaro del parchimetro per quattro ore. Non bastano. Frugo tra le tasche fino a trovare altri due euro. Serviranno anche quelli.
E' come un salto nel vuoto. Un passo che fai oltre il precipizio. Il piacere di una caduta improvvida e pericolosa. Una scoperta che attendi di compiere da molto tempo. Ho rubato il tuo sonno, assieme alla tua ragione. Ho demolito certezze. Smantellato dogmi. Aperto dubbi. Ed ora hai paura di te, delle emozioni che ti percuoteranno. Hai paura di me. Di ciò che faremo. Paura di provare troppo piacere. Di sprofondare nelle sabbie mobili del rimorso. Ti sei detta cento volte "no". Che alla fine non saresti venuta. Che ti saresti sentita in colpa verso di lui. Ma se i tuoi desideri e le tue virtù non fossero in questo continuo tormentato conflitto tra loro, non ti troverei così interessante.
E' come il racconto che ho scritto per te, bambina mia. Dopo tanti mesi che l'hai cullato e letto, lo vuoi vivere sulla tua pelle. E ora tu mi stai aspettando. Col batticuore che sembra musica tribale. Seduta sul letto di un albergo, in una città lontana centinaia di chilometri da casa tua. Dopo aver fatto carte false per trovare il tempo e il modo di venire qui. Tu sei l'emozione di un'imprudente scommessa fortemente voluta e infine conquistata, una sfida aperta con te stessa che ora voglio farti vivere fino in fondo.
Oltre il muro del lecito. Oltre i paletti precisi ed ordinati con cui si recinta la quotidianità.
Hai lasciato la porta chiusa, senza accorgertene. Busso. Tu sei bendata. Non puoi vedere. Cammini nel buio. Ti fai strada a tentoni. Cerchi con le mani la porta. Mentre quasi ti manca il fiato per l'emozione. Tutto ciò ti sembra irreale e divino. Assurdamente piacevole ed assieme temibile. E' come un gioco. Una moscacieca proibita che ci rende assieme complici e bambini disobbedienti. Un nascondino di anime sconosciute dentro un luogo altrettanto sconosciuto. E' il gioco del silenzio, in una città mai vista. In una strana deviazione delle nostre esistenze dal loro destino.
Chiudo lentamente la porta alle mie spalle, mentre tu resti in piedi in attesa. Lascio dietro di essa tutte le ragioni per le quali noi non dovremmo essere qui.
Respiri forte davanti a me, senza dire nemmeno una parola. Come a prendere coraggio. Come a prendere aria, prima di una lunga e profonda immersione dentro di te. Io ora non sono più un sogno. Non sono più un racconto. Non sono più la fantasia irrequieta che tante volte ti ha rapita nelle mie parole. Per la prima volta, senza che tu mi veda, ti sto toccando. Oggi sono fatto di carne, e non più di parole.
Ti aggiusti la benda, prima che ti scivoli. E intanto senti le mie mani che ti cingono il ventre. Che ti accarezzano dolcemente i fianchi, per poi salire ai tuoi seni. Mi metto dietro di te. Afferro le tue spalle, le tengo delicatamente strette, come se fossero un delicato manubrio di vetro. Come se la mia forza mal calibrata potesse spezzarti in due. Fatti guidare, bambina mia. Segui i miei passi. Segui le frequenze di questo tuo abbandono. Siediti qui, su questo letto. Penserò a tutto io.
Tra le labbra e la gola. A mezza via tra una dirompente paura e il desiderio di superarla. Trattieni parole che non sanno se uscire. Contieni faticosamente la pioggia battente di emozioni che ti sta sommergendo. E' un silenzio rumoroso, quasi assordante, carico di pensieri delicati. Un ponte sospeso tra la realtà e il desiderio di superarne i limiti. Mentre ti esploro, tra la pelle ed i vestiti, sento che ti stai lasciando andare.
Qualcosa in te ha iniziato a volare lontano. Con i tuoi sensi dilatati. Con le mie ali protettive e assieme impure.
E' come un viaggio, bambina mia. E' come il percorso delle mie mani sopra al tuo corpo. Dentro di te. Dentro di me. Alla ricerca di quel fugace niente che da solo sa dar senso ad un'intera esistenza. Oltre quei limiti di oscuro che io e te, da sempre, ci portiamo dentro. E' come un viaggio, lontano da noi. Fuori dal tempo. Fuori dalle nostre vite. Fuori da ogni logica di compromesso. Un appuntamento con te stessa, a cui stavolta non sei mancata. Un allontamento infinito e istantaneo dalla tua vita, prima di un nuovo rientro in essa
Segui i miei baci, mentre ti spoglio. Cerchi le mie labbra ogni volta che ti tolgo un indumento. Mentre scorrono le maniche della maglia sulle tue braccia. Mentre combatto con il ferretto del tuo reggiseno. Mentre ti sfilo le tue mutandine impazientemente bagnate. Resti vestita solo della tua benda rossa e di un incondizionato abbandono alle mie mani.
E' come un quadro di Mirò, bambina mia. Fatto di corde e di lenzuola. Di carne viva e di odori peccaminosi. Di ombre e di pensieri impuri. Dissemino emozioni primordiali su questa tela. Disordinatamente. Appassionatamente. Inquietamente. Vi muovo consapevolemente le mie fantasie. Vi ripongo le promesse che mi hai distillato. Tengo i fili di questo gioco impuro e proibito, come se stessi componendo la tua perdizione.
Senti i miei morsi scavare nelle tua pelle, e la mia lingua piovere sui fuochi del tuo corpo. Senti la vertigine di un cammino sempre più proibito e pericoloso. Senti che le mie mani fanno delicato scempio delle tua intimità. Assaggi il mio sapore, con la punta della lingua, con la delicatezza con cui scopriresti un vino nuovo. Mi sorridi, sotto la benda rossa. E in quell'istante ti desidero infinitamente.
E' fatta di carezze e di regole infrante questa nostra strada. Di poesia e di sregolatezza. Di desiderio e inquietudine. Accoglimi in te, bambina mia. Sommergimi di te. Contienimi dentro fino all'estremo delirio di questa nostra follia.
E' come una musica, il piacere che sale nell'unione dei nostri corpi. Come un incalzante Bolero di Ravel che cresce avidamente, nutrendosi di quanto ha intorno. Mi risucchi dentro di te, con voracità e delicatezza. Mi trattieni in te. Mi fai vibrare coi tuoi respiri. Col la mia carne che struscia dentro la tua. Morbidamente. Mentre i tuoi seni ballano dello stesso ritmo del mio corpo. Mentre i nostri respiri, crescendo, si confondono e si avvicinano indefinitamente.
Ti guardo, distesa e ancora legata. Gioco con la tua benda. La scopro, la ricopro nella penombra. Scherzi con me, con la delicatezza di una bambina. Calo la benda. Mi guardi. Ti guardo. Ed è la prima volta.
E' come il parto di una tua nuova esistenza. Travagliato, voluto e assieme combattuto. Conquistato con il coraggio di una lucida follia. Come una prova del fuoco. Come se, nella tua schiena fossero spuntate le ali di un nuovo proibito sentire. Come una farfalla appena germogliata dalla sua tranquilla crisalide.
Alterniamo le parole alle carezze, ai baci. Dolcemente gioco con i tuoi seni, con la pelle della tua schiena, con il tuo magnifico sedere, mentre parliamo delle nostre vite lontane. Porteremo nel tempo il ricordo di questi momenti impuri, bambina mia. A volte li ricorderemo con vergogna e distacco. Altre volte con quella dirompente nostalgia che strappa i pensieri dal cuore e li proietta nell'indefinito ricordo della felicità.
Entro in te per l'ultima volta. Ti metti in ginocchio sul letto, e appoggi i polsi sui cuscini. Ti mordo le spalle, mentre allarghi lentamente le gambe. E penso al tuo corpo come ad un magnifico dono che mi offri. Incondizionato e senza pudore alcuno. Ti sento, per un secondo e per sempre, come quella frazione di te che esiste per me e per nessun altro.
Consumiamo negli ultimi abbracci il sapore dell'estasi. Mi lasci un disegno che hai fatto per me. E nulla di più prezioso potevi affidarmi, di un pezzo della tua anima.
Mi guardi. Ti guardo. Ed è già l'ultima volta, prima che centinaia di chilometri e due differenti destini, ci riportino alle nostre realtà. Senza davvero sapere se mai ci rivedremo. Senza nemmeno la certezza del solo risentirci.
Per un giorno. Per anni. Per un solo minuto. Tu non lo sai per quanto e come. Non lo so nemmeno io. Sorrido, mentre la porta della tua camera si chiude alle mie spalle come un sipario calante. E' proprio questo, bambina mia, il preciso istante in cui io e te stiamo legandoci: mentre chiudo questa porta, e tu stai rivedendo quello che abbiamo appena vissuto. Mentre ci siamo lasciati come per un "addio", ed entrambi invece, silenziosamente, stiamo adesso capendo che sarà un "arrivederci".
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corallorosso · 4 years
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La Turchia liberi Nudem Durak, condannata a 19 anni per aver cantato in curdo La tragica morte dei due musicisti turchi elementi del Grup Yorum, avvenuta dopo un lungo sciopero della fame, non deve far calare l’attenzione dei media, peraltro sempre abbastanza modesta, sulla sorte di altri artisti e militanti curdi, prigionieri nelle carceri del “sultano” Erdogan. Fra essi la giovane folk singer Nudem Durak, imprigionata nel 2015 con l’accusa di aver cantato in curdo, attività proibita da una legge del 1990 che perfino abolito il termine Kurdu dalla lingua turca. L’aver contravvenuto pubblicamente a questo divieto ha fatto sì che l’artista sia stata condannata a quindici anni di prigione, pena arbitrariamente estesa a diciannove anni nel 2016. L’accusa, davvero vaga, è di propaganda. in nessuna maniera l’accusa riuscita a dimostrare la sua appartenenza a formazioni combattenti come il KCK o il Pkk. “Era il mio sogno fin da bambina. Suonare e cantare. Allora il mio microfono era una bottiglia di plastica. La mia famiglia era povera, non c’erano soldi per comprare una chitarra. Poi un giorno mia madre mi consegnò la sua fede nuziale. Mi disse di venderla e di essere felice. Quando ebbi la chitarra tra le mani, mi sembrò di avere il mondo tra le mani. La musica è il canto del mondo. La sua anima più vera”, questo il suo racconto, pochi giorni prima di essere arrestata nell’aprile del 2015. Ha poi dichiarato: “Quando mi chiamò l’avvocato e mi disse che ero stata condannata, che mi avrebbero messo in prigione, scoppiai a ridere. Pensavo fosse uno scherzo. Perché mai dovevano arrestarmi? Cosa avevo fatto di male? Perché accusarmi di terrorismo? Nelle mie canzoni io parlavo sempre e solo di pace. Invece, era tutto terribilmente vero. Avrei passato tutta la mia giovinezza in prigione”. Quando hanno perquisito la sua casa non hanno trovato armi; solo libri e la sua chitarra, regolarmente distrutti. Ora per lei si stanno mobilitando alcuni grandi nomi della cultura mondiale fra i quali Angela Davis, Noam Chomsky, Ken Loach, David Graeber, Peter Gabriel e Roger Waters. Si può contribuire, su Internet, alla campagna Free Nûdem Durak: clicca qui. https://secure.avaaz.org/en/community_petitions/Recep_Erdogan_Free_Nudem_Durak/?fbclid=IwAR2n8aPJE8aNpLY3w4M1I-deBOC6gnYg9hVFUuVxc8CbB4Ou7bBYKgEEAnw (globalist)
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vele-e-vento · 4 years
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La lesbicona che c'era nella stanza di fianco alla mia, in una casa già rovinosamente superabitata, ha ospitato la fidanzata di straforo - tutti i gg e tutte le notti - per 11 mesi. Poi io ho cambiato casa-
Le due lolliche, non hanno dato un esame in due anni (e la “fidanzata di straforo” manco mai da sempre), e rompevano il cazzo dalla mattina  fino alle 3.30 del mattino dopo. Per un anno, senza posa. TV, cucina, casa, pulizie, bagno, doccia, musica altissima, gatto, cane, regole, ciclo, chiacchiere, pettegolezzi, ospiti, terzacena, spaghettata, doccia, trucco-strucco parrucco, rumore, sciaquonenotturno.... senza pauseeee
E non uscivano mai di casa. E la “simpy” se atteggiava a “la padrona di casa”.  de tutta la casa, 5 stanze tre bagni due salotti.. ma dico sta nel tuo no?
Sì. Scopavano. Come dice lei; scopavano. Cioè se la leccavano a vicenda. Erano gli unici 10 minuti tranquilli nella giornata. Anzi nella settimana. Dolci. Ma due fintone-truzze, maleducate, mal-lavate, e che il lambro se le porti via. La convivenza tra studenti  andrebbe proibita per legge. shitty shit...
#me
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pulcioz · 4 years
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Un flashback. Il flashback di una scalinata. La luce del tramonto che filtra dalla vetrata.
Una donna elegante che scende le scale e un uomo brizzolato che esce dallo studio al piano di sotto. Un bimbo con gli occhi verdi si nasconde dietro i pesanti tendaggi di velluto che limitano l'ingresso, pronto a sorprendere gli ospiti. Una famiglia entra dal massiccio portone la cui serratura è sempre stata difficile da manovrare, pronti per festeggiare l'ennesimo capodanno insieme.Il bimbo viene fuori dalle tende urlando e tutti scoppiano a ridere. 
Gli ospiti salgono al piano superiore, dove l'ampio e luminoso salotto è arredato a festa. I lampadari emanano una calda luce gialla e la tavola è già imbandita. I due bimbi più grandi si accomodano sulle poltrone e il signore calvo decide di scattare una foto. Chi l'avrebbe detto che quello scatto sarebbe rimasto sotto a un vetro in bella mostra per sempre, congelando un istante di infanzia. La bimba più piccola dai capelli ricci scorrazza qua e la infastidendo tutti, sgridata continuamente dalla madre. Ci si siede a tavola e dopo quella che sembra un'infinità i bimbi sono finalmente congedati. Inizia il divertimento. Scappano via dagli adulti, portandosi dietro la piccola in quel labirinto di corridoi bui, ricordandole di non inoltrarsi nella zona proibita della casa. Arrivano in cucina dove, incorniciata sul muro c'è l'ennesima foto. La bimba bionda è seduta su un'altalena mentre il fidanzatino è immobilizzato nel gesto di spingerla. Ecco uno degli altri tanti momenti condivisi; chissà quanto tempo quella foto è rimasta li, sopra il tavolo della cucina, in bella vista. Chissà adesso quella casa come è diventata, chissà quella foto che fine avrà fatto, col senno di poi. 
Ovunque scatti di viaggi, feste, giornate condivise, ovunque ricordi. La cameretta con quell'indescrivibile e incomparabile profumo di inchiostro, la colonna che pochi anni dopo avrebbe causato la prima delle tante corse in ospedale della piccola dai capelli ricci. Il divano sul quale erano stretti in sette quando l'Italia vinse i mondiali del 2006. Il laghetto delle oche, la camera dei grandi, la cucina in cui l'unica cosa cucinata dai ragazzi per anni erano i pop corn. Quella vecchia tv davanti alla quale videro 5 film di harry potter tutti d'un fiato. 
Tutto perduto. La casa, il giardino, l'amicizia.
 Il ricordo di una villa, congelato nella memoria della bimba; una villa che ormai è sostituita da un elegante e modernissimo condominio bianco. Eppure ogni volta, eccolo li: il cancello con il pomo difettoso, il giardino con il sentiero di pietra, la scalinata, i balconi che si affacciano sulla strada, una serranda rotta. Il profumo di inchiostro; dei libri mai restituiti. L'eco delle risate spontanee e genuine. Una carta da parati a righe, un lampadario di vetro, la bici rossa. La poltrona reclinabile della cucina, i dvd sul camino. Una minuscola lavanderia dove per anni si sono nascosti. Il labirinto buio di corridoi e porte. Un ragazzo dagli occhi verdi che si nasconde dietro le pesanti tende rosse, e le ragazze che ormai non si spaventano più. Una macchina nera con i finestrini abbassati e la musica ad alto volume. Complicità, fiducia e protezione. E poi la fine. Le vite si separano, i bimbi crescono, le famiglie traslocano, i legami si infrangono e le case vengono abbattute e ricostruite.
 Rimane solo quella patina gialla e luccicante, come i filtri vintage di instagram. Rimane il ricordo di un'infanzia felice, di una famiglia allargata, di un fratello maggiore.
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palmiz · 5 years
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In URSS, durante la guerra fredda, gli amanti della musica dovettero rinunciare alle canzoni dei Beatles, Pink Floyd e di qualunque altro artista considerato "nemico" e perciò messo al bando.
Contrabbandare i vinili era molto pericoloso, si poteva essere tacciati di attività "anti sovietica".
Ruslan Bogoslowski, un ingegnere ebbe una straordinaria pensata: incidere quella musica illegale
Dai tardi anni '40 fino ai primi anni '60 una sottocultura di giovani amanti della musica elaborò un modo di contrabbandare musica proibita nell'URSS incidendola direttamente su vecchie lastre cestinate dagli ospedali, ritagliandole con le forbici e bruciandoli al centro con una sigaretta.
Decorati con immagini di teschi ed ossa i dischi erano rinominati con nomi tipo "costole" o roentgenizdat, ma contenevano nei propri solchi il suono di Elvis Presley o Louis Armstrong.
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veronica-nardi · 5 years
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The Untamed, La caccia (episodi 24 e 25)
Ok, c'è stato un piccolo cambio di programma dopo aver visto l'episodio 26. Pensavo di inserirlo in questo commento, ma poi mi sono accorta 1) di aver già scritto tanto, 2) è meglio separare le cose per rendere tutto più ordinato. Volevo parlare dell'ipocrisia dei Jin, che già viene fuori adesso, ma mi concentrerò su questo al prossimo giro.
Ma bando alle ciance.
Ora che la guerra contro gli Wen si è conclusa, la faccenda comincia a farsi davvero interessante. È in queste puntate che inizia a venire fuori la vera natura di certe persone, e la maschera del tanto decantato virtuosismo comincia a cadere. Rivedendo gli episodi cerco di prendere la cosa sul ridere, ma è più forte di me e la rabbia mi ribolle dentro appena vedo certe cose.
Il banchetto.
Per festeggiare la fine della guerra viene organizzato un banchetto dai Jin nel palazzo infernale. Jin Guangyao si occupa di tutto, accoglie gli ospiti con gran sorrisi e gentilezze, si assicura dei posti a sedere, risolve con efficacia ogni piccolo inconveniente che può insorgere. In pratica il padre lo ha accolto nel Clan per fargli fare il maggiordomo. Ma Meng Yao non si lamenta di nulla, svolge tutti i suoi compiti in modo servile e brillante, inchinandosi gentilmente a ogni singolo ospite. Scambiando due parole con lui, Wuxian sente subito che Meng Yao sa giocare bene le sue carte, e dentro di sé pensa che sia un individuo molto astuto. I vari Clan arrivano, porgono i loro saluti e prendono posto. Naturalmente non mancano i Nie, i Jiang e i Lan, i Clan che più di tutti hanno contribuito a porre fine al regno di terrore degli Wen. Per dieci minuti buoni la gente non fa altro che inchinarsi a destra e a sinistra, ognuno porge i suoi omaggi, e si scambiano quelle tipiche parole di formalità di queste circostanze.
Wuxian sembra abbastanza (e stranamente) silenzioso per il momento. I rapporti con Lan Zhan sono carichi di tensione per via dei rimproveri e delle varie discussioni che hanno avuto, infatti quando entrano nella sala si guardano soltanto, senza scambiarsi una parola. Ma non sembrano arrabbiati, sembrano più dispiaciuti per come sta andando la loro relazione. Mi piace come questi due riescano a trasmettere quello che provano anche senza il bisogno di parlare, ma anche soltanto con gli sguardi e le espressioni. Poco dopo l'inizio del banchetto, quando tutti stanno brindando e chiacchierando tra loro, Lan Zhan lascia la sala avendo notato l'assenza di Wuxian, che ovviamente si trova di fuori, sui gradini del palazzo stile barbone, a scolarsi una giara di vino in solitudine. Lan Zhan vorrebbe suonare ancora per lui, gli dice che sta imparando nuovi brani, e Wuxian gli dà del testardo perché proprio non vuole arrendersi: lui non ha bisogno di quella musica, ed è inutile insistere. Ma pure tu, Wuxian, hai una bella testa dura eh. Che pazienza.
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Intanto il Capo Jin ha preso posto ad un tavolo in un posto rialzato della sala, sui gradini che portano al trono (dove stava seduto il Capo Wen), in modo da essere più in alto di tutti gli altri e poter avere una visuale di tutta la sala. Anche solo questo gesto mi pare un chiaro messaggio. CON QUALE FACCIA TOSTA JIN GUANGSHAN DECIDE DI ERGERSI AL DI SOPRA DI TUTTI GLI ALTRI. Ora, non si è fatto vedere per tutta la durata della guerra, suo figlio è sceso in battaglia con alcuni uomini ma il Clan Jin ha inviato le proprie truppe solamente a guerra conclusa, per sconfiggere le ultime tracce di ribelli Wen. Ci credo che ora i Jin sono il Clan più ricco e potente che ci sia, e grazie al caz*o. Adesso, mentre gli altri Clan devono subire il peso delle loro perdite e impegnarsi per ricostruire quello che gli è stato distrutto, i Jin escono da tutto ciò belli freschi e spensierati, ma non si fa così. E dopo aver contribuito poco o nulla nella guerra, Jin Guangshan si erge al di sopra di tutti gli altri. Non è chiaro se sia il Cultore Supremo del momento, ma in ogni caso vederlo seduto in quel modo, a fare discorsi apparentemente tanto gentili e virtuosi, a comportarsi come il capo della situazione, comincia a farmi porconare interiormente. È proprio l'atteggiamento che non mi piace e che non approvo: i Jiang e i Lan hanno perso tantissimo in quella guerra, e ora devo vedere i Jin diventare i più potenti là dentro solo perché hanno giocato di paraculismo. E tutti che ascoltano incantati ed eseguono attentamente tutto quello che il Capo Jin dice. Se fa un brindisi, tutti brindano. Se si congratula con qualcuno, tutti si congratulano. Se si buttasse in un pozzo, tutti lo seguirebbero, questo branco di pecore.
Come il Capo Jin apre bocca, già mi dà fastidio, perché mi sa proprio da falso. Voglio dire, parla tanto di virtuosismo, ma poi ha vari figli bastardi avuti da prostitute. Non mi pare un comportamento da uomo molto virtuoso. Ma la cosa che più di tutte mi fa porconare è quando si rivolge a Jiang Cheng per tirare fuori la questione del fidanzamento tra sua sorella e il proprio figlio. E non è che gli parla in privato, con un po' di riservatezza e tranquillità. No. Davanti a tutti, afferma che prendersi cura della figlia di un suo caro amico scomparso, è un suo grande desiderio, e chiede a Jiang Cheng la sua opinione al riguardo. Ripeto: davanti a tutti, nel bel mezzo del banchetto. Comprensibilmente, Jiang Cheng si ritrova in una situazione difficile. Rifiutare, sarebbe come umiliare il Clan Jin per la seconda volta, ma non è nemmeno sicuro di accettare perché non vuole che gli altri pensino che si leghi ai Jin solo per avere vantaggi personali.
Prima che possa rispondere qualcosa, ecco che arriva Wuxian a prendere parola, perché quando si tratta del fidanzamento di Shijie e Jin Zixuan, lui deve sempre mettere bocca. Rientra nella sala elogiando la grande gentilezza del Capo Jin (in realtà penso che vorrebbe mandarlo a cagare), percorre la navata fino al trono con sicurezza, si inchina, e invece di fare una sfuriata o rispondere in malo modo, desidera che a decidere sia sua sorella, quindi propone di chiedere il parere della sua Shijie, visto che si sta parlando della sua vita e del suo matrimonio. Lasciando la scelta a Shijie, come è giusto che sia, significa che Wuxian è disposto ad accettare qualunque sia la decisione della ragazza, anche se dovesse accettare la proposta e sposare il pavone fiorito. Jiang Cheng si dice d'accordo con lui, così YanLi si alza rispettosamente e con educazione afferma che quello non è il momento adatto per pensare a un matrimonio, dovendo lei e la sua famiglia occuparsi della ricostruzione del Pontile del Loto e del Clan Jiang. Jin Zixuan pare dispiaciuto, ma non dice una parola.
Jin Guangyao prende parola, complimentandosi con la signorina Jiang per la sua educazione. Continua dicendo che molti Clan hanno sofferto a causa dei Wen e della guerra, e per spingere i cultori a recuperare la propria energia spirituale invita tutti i presenti alla Torre della Carpa Dorata, per partecipare alla caccia dei Jin, un grande evento mondano molto costoso. I cultori presenti sono entusiasti alla notizia, e ringraziano onorati il Capo Jin per l'organizzazione di quell'evento (eh beh, è facile dare sfoggio con vistosi eventi mondani quando non si è partecipato alla guerra a subire perdite come tutti gli altri).
Una volta terminato il banchetto, che più un festeggiamento per la fine della guerra mi è sembrato cominciare a imporre il proprio potere da parte dei Jin, dopo che tutti gli ospiti se ne sono andati, Jin Guangshan se ne sta appollaiato sul trono della sala, E LA COSA NON MI PIACE PER NIENTE. Già qui la prima volta mi era venuto da pensare: ma non è che i Jin stanno per diventare gli Wen 2.0? Il loro atteggiamento mi è sempre puzzato troppo. E quando Meng Yao entra in scena mi puzza ancora di più. Ormai sto molto attenta quando lo vedo in azione, e devo ammettere che è molto abile nel parlare. I due parlano dei pezzi di Metallo Yin, del Sigillo della Tigre, e di come abbia fatto Wuxian a ottenerlo. L'ultimo pezzo di Metallo era nelle mani di Xue Yang qualche tempo prima, ed è davvero strano che quel delinquente sia scomparso nel nulla, mentre Wuxian ricompare con un nuovo incredibile potere. Che sia in combutta con Xue Yang? Che gli abbia sottratto il Metallo? Jin Guangyao mette in tavola solo mere ipotesi, non accusa in modo diretto Wuxian. Prima instilla il dubbio, poi afferma che essendo Wuxian molto legato al virtuosissimo Lan Wangji è improbabile che abbia fatto qualcosa di malvagio. Questo si chiama paraculismo e manipolazione, e per quanto odi il fatto che stia buttando fango addosso a Wuxian, devo fargli i miei complimenti per la sua astuzia. Alla fine i due decidono di tenere sott'occhio Wuxian e di farlo spiare in modo da controllare i suoi movimenti.
"Non c'è ordine senza regole."
Tornato ai Meandri delle Nuvole, Lan Zhan passa le giornate a imparare ed esercitarsi su nuovi spartiti musicali che possano essere utili a Wuxian (amore mio sei un tesoro, ma quel bastardo non vuole accettare il tuo aiuto). Il fratello lo va a trovare, sorridendo del fatto che Lan Zhan passi praticamente giorno e notte a studiare quelle melodie, e a fare ricerche nella biblioteca. Tutti noi sappiamo che il nostro Lan Xichen è il shipper number one della nostra coppietta, e il suo sorriso vale tutto. Lan Zhan sorride meno, ed esprime al fratello il desiderio di entrare nella Sezione Proibita della Biblioteca per poter cercare altri spartiti. Lan Xichen si fa riflessivo, ma prima che possa rispondere i due vengono chiamati al cospetto dello zio.
Il maestro Lan è l'uomo meno di spirito di questo mondo, e invece è quello più rigido e severo, e soprattutto attaccato alle regole. Avendo sentito di Wuxian e del suo pericoloso Sigillo, non vuole che Lan Zhan passi più del tempo con lui per non rischiare di venire influenzato negativamente, così, mentre manda Lan Xichen a caccia notturna nel Qishan, costringe invece il nipote più giovane a rimanere a casa con la scusa di fargli ricopiare le regole, i principi e gli indottrinamenti del Clan Lan, per recuperare i libri perduti nell'incendio.
Lan Zhan non osa replicare, prende i libri obbediente e inchinandosi, mentre lo zio gli ricorda l'importanza delle regole a questo mondo. Lan Zhan conosce bene l'importanza delle regole, ma conosce anche l'importanza di aiutare Wuxian, cosa al momento per lui molto più urgente. Chiede quindi allo zio di poter entrare nella Sezione Proibita, ma l'uomo preferirebbe lasciarsi trapassare da parte a parte piuttosto che permettere al nipote di entrare là dentro per cercare melodie per Wuxian. Sarebbe come farlo entrare nelle porte dell'inferno.
Mentre i due nipoti stanno uscendo, il maestro richiama Lan Zhan, che si volta con il viso pieno di speranza al pensiero che lo zio possa aver cambiato idea, speranza che viene subito presa e distrutta quando lo zio gli chiede: "Sai perché non ti lascio andare con tuo fratello?" È come un pugno nello stomaco per me, figuriamoci per Lan Zhan. TUTTO QUELLO CHE VUOLE È AIUTARE IL SUO AMORE, E NON GLIELO PERMETTONO. Bastardi.
Da quando è tornato, Wuxian non gode affatto di una buona reputazione: si mostra arrogante non portando la spada, ed ha abbandonato la via virtuosa per intraprendere un percorso oscuro e non ortodosso. Ciò non è accettabile, tanto meno per un uomo così rigoroso come il maestro Lan. Le regole sono la cosa più importante per lui, e se le regole dicono di non stringere amicizia con persone malvagie, bisogna seguire le regole. Per questo vuole allontanare il nipote da Wei Ying, perché non vuole che lo porti su una brutta strada. Ma qui torniamo al discorso fatto in precedenza: cosa è giusto e cosa è sbagliato? Se lui pensa che Wuxian sia cattivo e Lan Zhan non lo pensa, chi ha ragione? Solo perché Wuxian usa metodi diversi, diventa in automatico un individuo malvagio? È un ragionamento stupido e che lascia intravedere la chiusura mentale di questi cultori: è vero che Wuxian usa la magia risentita, ma nei fatti la usa davvero per fare del male? Ma questo ai cultori non importa, se lui usa quella magia è da condannare, e non importa che uso ne fa o cosa lo abbia portato a padroneggiarla.
E qui Lan Zhan mi sorprende: nonostante il divieto di suo zio e nonostante SIA ASSOLUTAMENTE CONTRO LE REGOLE, si reca di nascosto nel Padiglione dei libri segreti per memorizzare nuovi spartiti. Chissà quante regole sta infrangendo con tale azione, ma l'amore e la preoccupazione che prova per Wei Ying in questo momento sono più forti delle rigide regole del suo Clan.
Wuxian e Lan Xichen.
Lan Xichen attraversa (non credo per pura coincidenza) Yunmeng lungo il suo viaggio, e passando per la città incontra Wuxian, che se ne appollaiato sul davanzale di una locanda a scolarsi una giara di vino. Ormai è diventato il suo passatempo. Certo, gli è sempre piaciuto bere, ma almeno prima lo faceva scherzando e col sorriso, ora sembra bere per provare ad affogare nell'alcol quello che sta passando. È un ottimo esempio di depressione.
Ad ogni modo, i due ragazzi si siedono insieme a bere qualcosa e a scambiare due chiacchiere. Wuxian mostra presto il suo interesse per Lan Zhan, chiedendo come mai non è partito assieme al fratello, e quando sente che è dovuto rimanere a casa per riscrivere le regole del Clan, sorride, pensando che vista la quantità di regole probabilmente rimarrà intrappolato in montagna per almeno tre anni.
Quando pensa di tornare ai Meandri delle Nuvole per andarlo a trovare, Lan Xichen ne approfitta per dirgli che in questo modo potrà ascoltare le melodie su cui il fratello si sta tanto esercitando. La faccia di Wuxian riflette chiaramente quello che gli passa per la testa quando sente tale proposta: "MI AVETE ROTTO IL CAZZO!!" Da una parte mi fa ridere e lo capisco, perché tutti continuano a criticarlo, a dirgli di tornare a percorrere la virtuosa via della spada, a metterlo in guardia riguardo i poteri che sta usando. Capisco che per Wuxian tutto ciò possa risultare pesante. Ma, parlando di Lan Xichen, capisco anche lui e la sua preoccupazione. Conosce bene suo fratello, conosce i suoi sentimenti (è Capitain Shipper per un motivo) e ciò che lo spinge a voler aiutare Wuxian, sa che è in ansia per lui e che ci tiene moltissimo ad aiutarlo. Ed è preoccupato anche per lo stesso Wuxian e il suo Sigillo: se dovesse perdere il controllo, le conseguenze sarebbero disastrose.
Lan Xichen cerca di essere riflessivo e diplomatico: se Wuxian fosse l'unica persona sulla faccia della terra, potrebbe fare quello che vuole. Ma non è così. Le altre persone hanno tutto il diritto di esprimere la loro opinione: "Spero che tu non sia così concentrato su te stesso da influenzare le persone che si preoccupano per te. Se hai fiducia in me e Wangji, il Clan Lan può aiutarti a riprendere la via della spada."
Wuxian: "Mi fido di voi. Ma non voglio farlo."
Lan Xichen rimane davvero di sasso di fronte a tale risposta, che appare davvero maleducata, arrogante, impertinente e sconsiderata. Il problema è sempre quello: non avendo più il Nucleo, Wuxian non può tornare a usare la spada, quindi tutto quello che può fare è rifiutarsi di farlo, apparendo arrogante e macchiando la sua reputazione. E di fronte le preoccupazioni presentate da Lan Xichen, viene davvero fuori la sua arroganza:
"Non perderò il controllo. Voglio tentare. Chi lo sa, magari sono il prodigio del secolo."
Wuxian, Wuxian.... Quando imparerai a scendere da quel piedistallo che ti sei costruito? Cosa deve succedere perché tu capisca che per quanto geniale rimani pur sempre un essere umano imperfetto e vulnerabile?
Ritorno a casa.
I fratelli di Yunmeng fanno finalmente ritorno al Pontile del Loto, la casa che hanno dovuto abbandonare per tanti mesi. Quando entrano, la devastazione è ancora nell'aria, ci sono ancora gli arredamenti distrutti e tracce di sangue sul pavimento, segni del passato massacro. Un massacro che ha lasciato delle ferite ancora aperte. Entrando, Wuxian si guarda intorno con aria piena di malinconia, e per un momento si rivede bambino, assieme allo Zio Jiang che gli insegnava come tirare con l'arco, segno di quanto sente la mancanza di coloro che ha perso, della vita felice che la famiglia Jiang gli ha dato la possibilità di vivere, e di quanto sia importante per lui il Pontile del Loto e tutto l'amore che ha ricevuto tra quelle mura.
A Wuxian e Jiang Cheng sale la rabbia vedendo la loro casa ridotta in quello stato e ricordando tutto quello che è successo, ma ora è tempo di ricostruire e andare avanti. Prima di tutto, una modesta e solenne cerimonia "incorona" ufficialmente Jiang Cheng come Capo del Clan, e non posso fare a meno di provare un certo elettrizzante orgoglio. Jiang Cheng è ancora giovane, ma appare orgoglioso e sicuro di sé quando promette di dedicarsi al valore del Clan, e di fare di tutto per evitare un altro massacro.
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Senza perdere tempo, Jiang Cheng mette i discepoli sotto allenamento, mostrandosi fin da subito un Capo Clan fiero, duro, rigoroso, deciso a non sfigurare di fronte agli altri Capi Clan. Guardandolo, sento la pressione sotto cui deve sentirsi: deve imparare velocemente il nuovo ruolo che ricopre, non c'è nessuno a insegnargli come si fa, si vede bene che si mostra severo con i discepoli perché non vuole dare l'aria di essere un ragazzo debole senza spina dorsale. Inoltre, il peso del Clan non gli è stato consegnato in un momento di pace qualunque: sono appena usciti da una guerra che li ha ridotti allo stremo, quindi deve pensare alla ricostruzione e a riportare il nome dei Jiang al prestigio che ricopriva una volta. Insomma, un lavoraccio.
Sarebbe un po' più facile se ad aiutarlo avesse Wuxian. Se fosse al suo fianco si sentirebbe supportato, la presenza del fratello gli darebbe la forza e il sostegno, perché forse Jiang Cheng pensa di non potercela fare senza di lui. Di certo, il suo aiuto gli farebbe comodo. Come quando i piccoli Clan delle vicinanze chiedono udienza per parlare col Capo Jiang, ma A-Cheng non ha tempo per occuparsi di tutti, quindi ordina di chiamare Wuxian e far parlare lui con gli ospiti. Peccato che Wuxian se ne stia in giro al villaggio a bere litri su litri di vino, ignorando completamente il Clan Jiang e la promessa fatta al fratello. Jiang Cheng rimane molto infastidito e contrariato nell'apprendere che ancora una volta Wuxian se la sia svignata in città, ed è visibilmente offeso e ferito dalla mancanza di parola del fratello. Nemmeno la sorella riesce a calmarlo, che come al solito difende subito A-Xian affermando che anche se sono tornati a casa, ora sembra tutto diverso rispetto a prima e probabilmente si deve abituare. Anche per Jiang Cheng è tutto diverso e si deve abituare a essere il Capo Clan, ma proprio per questo non ha tempo e modo di andare a bighellonare in giro e ubriacarsi come se non ci fosse un domani.
Anche se Wuxian non ricopre il ruolo di responsabilità al Pontile del Loto, è comunque fratello del Capo e i discepoli lo chiamano maestro, segno che comunque ricopre una certa posizione e dovrebbe essere presente in casa per assistere nei vari impegni. Mentre in precedenza avevo apprezzato l'interesse di YanLi nel capire quale fosse il problema di Wuxian, ora mi cade quando per l'ennesima volta passa sopra la negligenza del suo A-Xian giustificandolo con "Eh poverino, si deve abituare". E quindi lasciamo che passi le giornate a ubriacarsi e a crogiolarsi nella sua depressione? Ma perché non lo prendiamo e affrontiamo con lui un bel discorso serio? Eh no, non sia mai. A-Xian va solo coccolato.
In realtà non solo YanLi, ma tutti e tre stanno agendo in maniera criticabile.
Shijie lo coccola e lo giustifica sempre, non facendo mai nulla di effettivo a fine giornata. La posizione di Wuxian è: non ho più il Nucleo quindi uso la magia risentita, non ho bisogno dell'aiuto di nessuno perché ho tutto sotto controllo, e con sta spada avete rotto i coglioni. Jiang Cheng dal canto suo non vede o finge di non vedere il problema del fratello, e non fa altro che borbottarlo e mettere il broncio. Non l'ho mai sentito nemmeno una volta preoccuparsi della pericolosità della magia usata da Wuxian.
Pensandoci, capisco le motivazioni di tutti e tre. Shijie ha questo bellissimo e speciale rapporto con A-Xian, per lui è sempre stata una mamma molto dolce e comprensiva, e credo che la ragazza non riesca/non voglia rimproverarlo perché vuole fargli sentire che mentre tutti gli altri lo guardano male, lei è dalla sua parte e gli vuole bene comunque. Ok. Questo è molto bello. E sono d'accordo che Wuxian ha bisogno di sentirsi amato e accettato, per via dei vari complessi che ha sviluppato e del poco valore che dà a se stesso (perché lui pensa di meritare quello che sta passando, pensa di non meritare di meglio). È bello che Shijie non lo abbia mai incolpato di nulla e che gli voglia sempre bene nonostante tutto, infatti non chiedo che smetta di volergli bene o che lo prenda a calci, semplicemente ci vorrebbe una bella presa di coscienza del problema, e affrontarlo. Come sta provando a fare Lan Zhan. Quello che apprezzo di Shijie è il suo forte, profondo e commovente affetto per i suoi fratelli. Li supporta, li incoraggia, è sempre al loro fianco. È anche riuscita a rimanere razionale di fronte alla perdita dei genitori e si è sempre fatta forte per i fratelli. È un'ottima sorella, non posso negarlo. Come non posso negare che con A-Xian dovrebbe usare più polso.
I problemi di Wuxian sono sostanzialmente due: l'arroganza, e il fatto che è abituato a combattere da solo. Crede di potercela fare a controllare la sua magia, perché lui è un grande prodigio infallibile e non c'è nulla di cui preoccuparsi. È arrogante, ma allo stesso tempo sta soffrendo molto, e non racconta a nessuno quello che sta passando. Un po' perché non è il tipo che si sfoga ma che nasconde il dolore dietro ai sorrisi, un po' perché non può dire a nessuno della perdita del Nucleo. Questo non aiuta. E come gli ha giustamente fatto notare Lan Xichen, non è solo al mondo, e il suo comportamento influenza e fa soffrire e preoccupare le persone intorno a lui.
Capisco molto bene anche la posizione di Jiang Cheng. 1) È Capo Clan, questo significa che adesso ha una grossa responsabilità sulle spalle. 2) Wuxian ha una promessa in sospeso con lui. È infastidito, seccato e ferito. Capisco la sua rabbia, ma ignorare più o meno volutamente l'evidente problema del fratello e la sua magia, non fa certo scomparire il dilemma.
Quando la sera Wuxian torna a casa, dopo aver parlato con Lan Xichen ed essersi scolato tipo 382 litri di vino, trova Jiang Cheng seduto sul trono intento a lucidare la sua spada, e a vederli sembrano una madre severa che ha beccato il figlio tornare a casa ubriaco in piena notte. Battute a parte, Jiang Cheng è davvero seccato, e rimprovera il fratello perché se ne sta sempre in giro a bere e non porta nemmeno con sé la sua spada. Wuxian gli va vicino e fa per circondargli le spalle con un braccio, come è solito fare, ma Jiang Cheng gli dà appena un colpetto e lui cade a terra. Wuxian smette immediatamente di scherzare e si fa serio, e anche Jiang Cheng rimane sorpreso nel vedere il fratello cadere a terra per un colpo così piccolo. Tra l'alcol del momento e lo scarso potere spirituale, per Wuxian è facile cadere preda degli attacchi altrui, per questo schiva il contatto con gli altri e intima a Jiang Cheng di stare indietro quando lui allunga la mano per aiutarlo a rialzarsi. Dicendo di essere stanco, Wuxian lascia il fratello dietro di sé e se ne va con aria miserabile.
Per consolarsi dei rimproveri del fratello va dalla sua Shijie, perché sa che da lei avrà le coccole. Gli stessi personaggi lo dicono, quando Wuxian chiede alla sorella di non essere arrabbiata con lui, e lei: "Sciocco, come potrei essere arrabbiata con te?" Intanto Shijie ha ripreso ad indossare vestiti dai colori più accesi e perle tra i capelli, mentre durante la guerra vestiva sempre con abiti "tristi". Tornare a casa l'ha fatta rifiorire. E parlando proprio della loro casa, i due ricordano quando lo Zio Jiang incontrò il piccolo Wei Ying per le strade e lo portò a casa con sé, e Wuxian promette alla sorella che il Pontile del Loto è la sua casa e che non la lascerà mai, e che loro staranno insieme per sempre.
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Tra una coccola e l'altra, Wuxian se ne esce con una domanda interessante: "Shijie, perché a una persona ne piace un'altra?" Anche se non viene fatto nessun nome e Wuxian nega di provare interesse per qualcuno perché afferma che sarebbe come legarsi una corda attorno al collo, tutti noi sappiamo nel suo cuore a chi si sta riferendo con quella domanda. Ma come fa capire lui stesso, Wuxian non è ancora pronto ad ammettere i suoi sentimenti e a lasciarsi andare, forse perché quello che prova non è ancora così forte, o forse perché pensa che a Lan Zhan non importi di lui in quel senso.
Intanto Jiang Cheng se ne sta fuori dalla porta ad ascoltare come un vero birbante, e da tsundere qual è, mentre un attimo prima teneva il broncio con Wuxian, ora non riesce a trattenere il sorriso nel sentire i due fratelli scherzare affettuosamente. La stessa Shijie lo dice a Wuxian: Jiang Cheng avrà anche un brutto carattere, ma in fondo gli vuole bene e si preoccupa sempre molto per lui. E quando Wuxian esce coglie il fratello ad origliare, e i due nel giro di cinque secondi riprendono a spalleggiarsi e a beccarsi come solo loro sanno fare. Non posso fare a meno di amare profondamente questo trio quando li vedo ridere e scherzare insieme, segno di come siano legati da un incrollabile affetto nonostante tutto.
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E Jiang Cheng mi colpisce quando ricorda per l'ennesima volta la promessa che Wuxian gli ha fatto. Tranquillamente gli dice: "Mi raccomando, non deludermi." Ha continuato a sottolineare la promessa fatta durante tutta la puntata, indice di quanto sia profondamente importante per lui. Con i suoi problemi di insicurezza e di autostima, Jiang Cheng pensa di non poter essere all'altezza, per lui è importantissimo avere Wuxian al suo fianco. Apprezzo molto che nonostante l'affetto che li lega, la serie non rende mai questi fratelli come una famiglia del Mulino Bianco. Se così fosse Wuxian aiuterebbe Jiang Cheng come ha promesso e sarebbe tutto rose e fiori, e anche molto favolistico. Il fatto che abbiano le loro divergenze e ognuno con le proprie motivazioni, rende la storia interessante e realistica.
Quando i due fratelli parlano di Shijie e del fidanzamento mancato con Jin Zixuan, la pensano diversamente: Wuxian proprio non riesce a digerire il ragazzo Jin e non capisce come possa a Shijie piacere quel pavone fiorito, mentre Jiang Cheng non si dimostra contrario all'idea del matrimonio. Dopotutto, a YanLi lui piace ancora, e spetta a lei decidere se perdonarlo o meno per gli errori passati. Infine Jiang Cheng chiede al fratello di comportarsi bene e di non litigare con Jin Zixuan quando il mese prossimo andranno dai Jin per la battuta di caccia. "Se doveste litigare, cosa dovrei fare io come Capo Clan? Dovrei stare dalla tua parte, o rimproverarti?"
Capito, Wuxian?
Bersagli umani.
Poco prima dell'evento della caccia, Jin Zixuan giunge al Pontile del Loto per invitare formalmente la famiglia Jiang, in particolare riferisce che sua madre sarebbe deliziata dalla presenza della signorina YanLi. I due pseudo innamorati si comportano sempre in modo molto strano quando sono insieme. Se, presi singolarmente, sanno essere due giovani adulti con la testa sulle spalle, quando li metti vicini diventano improvvisamente due adolescenti super timidi e imbarazzati, incapaci di formulare frasi di senso compiuto. Ho sempre pensato che la loro storia d'amore poteva essere costruita meglio, e riguardando la puntata della caccia, confermo in modo assoluto il mio pensiero. Prima mi hanno fatto scuotere la testa, poi mi hanno fatto porconare, e infine mi hanno fatto ridere.
Ad ogni modo, quando YanLi accetta gentilmente l'invito della Signora Jin, il ragazzo quasi esulta dalla gioia, per poi darsi un contegno subito dopo, tutto imbarazzato. Prima di andarsene, si ferma per parlare con Wuxian. Tra i due già non scorre buon sangue, e la cosa di certo non migliora quando Jin Zixuan chiede all'altro se sa dove si trovi il restante pezzo di Metallo Yin ancora in circolazione. Il Capo Jin sta svolgendo delle ricerche al riguardo, per eliminare anche quel pezzo, e tutti sanno che in passato Wuxian ha avuto a che fare con Xue Yang, ed avendo creato il Sigillo della Tigre, è opinione comune che ci sia riuscito utilizzando il Metallo del delinquente scomparso (nessuno sa della spada della tartaruga). Wuxian non ha nulla da dire al riguardo, se anche dicesse la verità, chi gli crederebbe? Si mostra però infastidito dall'atteggiamento di comando dei Jin, e manca poco che i due vengano alle mani. Jin Zixuan si controlla, e freddamente invita Wuxian a presentarsi all'imminente banchetto alla Torre della Carpa Dorata portando con sé il suo Sigillo, e rinunciarvi, così da sollevare gli animi di tutti i cultori (aspetta e spera).
Il giorno della fantomatica caccia arriva, e tutti i Clan si riuniscono dai Jin. Prima che l'evento vero e proprio cominci, i padroni di casa hanno organizzato un gioco di tiro con l'arco per riscaldare gli animi e divertirsi. Fin qui, nulla di male. Il problema sorge nel momento in cui Jin Guangyao fa posizionare davanti ai bersagli dei prigionieri Wen, così da rendere più elettrizzante la cosa: con le persone davanti, colpire il bersaglio sarà più difficile.
Ma è questo il problema: quelle sono persone. Sono degli esseri umani che rischiano di venire colpiti e magari addirittura uccisi, per puro intrattenimento e divertimento degli altri cultori. E a parte qualche occhiata perplessa e qualche sguardo di rimprovero, NESSUNO dice nulla. Mi stupisce che persone come Lan Xichen o Nie Mingjue se ne stiano fermi a guardare mentre questi poveretti tremano spaventati in attesa di scoprire se verranno colpiti oppure no. Sono i primi a condannare il male e a fare sfoggio del loro virtuosismo, e poi fanno finta di niente di fronte a dei bersagli umani. Parlano tanto di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ma a quanto pare fanno ricorso ai loro metri di giudizio solo quando pare a loro.
Indignatissimo, l'unico che fa un passo avanti con l'intenzione di dire qualcosa è Wuxian, stringendo con rabbia il suo flauto, ma si controlla quando lo sguardo di Jiang Cheng gli fa chiaramente capire di non creare problemi e di starsene al posto suo. A fatica, riprende il controllo di sé ed evita una scenata. Ma non può starsene senza far niente. Dopo che Jin Zixuan ha dato mostra della sua abilità centrando in pieno un bersaglio (con grande terrore dei prigionieri), Wuxian si fa avanti come per dire: adesso è il mio turno, perdenti. Totalmente ignorato da Lan Zhan che si rifiuta di prestargli la fascia che porta sulla fronte, si sfila una benda del suo vestito e la usa per bendarsi.
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Poi scocca sette frecce in una volta e colpisce in un colpo solo tutti i bersagli, lasciando i presenti a bocca aperta e guadagnandosi un applauso. So che Wuxian si è fatto avanti perché essendo molto abile con l'arco sapeva che non avrebbe fatto del male ai prigionieri, mentre altri cultori avrebbero potuto colpirli più o meno di proposito, ma c'era bisogno di bendarsi? Questo è dare spettacolo per mostrare la propria superiorità. Perché se non mette continuamente in mostra il fatto di essere un prodigio, Wuxian non sta bene.
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"Cosa sono io per te?"
E dopo lo spettacolino di Wuxian, Jin Guangyao fa aprire l'arena per cominciare la caccia. Forse infastidito da Jin Zixun che dopo averlo visto colpire i bersagli lo ha sfidato a fare sfoggio delle sue abilità anche durante la caccia, o forse semplicemente per un atteggiamento noncurante e superficiale, Wuxian si inoltra nei boschi, si siede sotto un albero e si mette a suonare il flauto, riuscendo con la sua melodia a catturare moltissime prede e a mandarle nelle trappole del Clan Jiang. Quando i discepoli riferiscono la cosa a Jiang Cheng, questi rimane infastidito e scocciato perché dopo tutte le raccomandazioni fatte il fratello sta di nuovo facendo di testa propria senza pensare alle conseguenze di ciò che fa.
Finito di suonare, Wuxian abbassa il flauto e il suo sguardo cade su Lan Zhan che proprio in quel momento sta camminando lungo il sentiero sotto di lui. Subito il suo sguardo si accende e le labbra si aprono in un sorriso luminoso, è pronto a chiamarlo "Lan Zhan!" come è solito fare, ma si blocca quando le parole di Lan Xichen risuonano nella sua testa: "Ci sono delle regole a questo mondo. Spero che non sarai tanto egoista da influenzare negativamente le persone intorno a te."
Il suo sguardo si spegne, il sorriso scompare e solo tristezza si dipinge sul suo viso. Fa per voltarsi da un'altra parte, pronto a ignorarlo, ma poi Lan Zhan lo nota e risale il sentiero per raggiungerlo, e subito sollievo colora il volto di Wuxian. C'è anche un po' sorpresa nei suoi occhi nel vedere l'amico ancora disposto a voler stare con lui nonostante la reputazione che si sta facendo, perché anche se non scoppia in un gran sorriso come faceva in passato, quel timido sorriso appena accennato racconta la gratitudine di Wuxian in quel momento.
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Lan Zhan deve dargli conforto e calore avvicinandosi a lui, perché gli fa sapere che non ha intenzione di prendere le distanze e che ancora lo ritiene importante nella sua vita. Ma quando gli dice di aver studiato molto nuove partiture che vorrebbe suonare per lui per vedere se lo aiutano, siamo punto e a capo. Anche se stavolta non si arrabbia, Wuxian è stanco di sentir parlare delle tecniche musicali, e chiede a Lan Zhan di lasciarlo in pace. Lan Zhan, sguardo basso, serio, chiede:
"Cosa sono io per te?"
Questa domanda spiazza Wuxian, che colto alla sprovvista rimane sorpreso. Poi interrompe il contatto visivo con Lan Zhan, abbassa lo sguardo con aria triste ripensando al loro rapporto passato e tutto quello che hanno condiviso. Quando parla non ha ancora trovato il coraggio di guardare Lan Zhan, che invece non distoglie un attimo gli occhi da lui. È da quando è tornato dai Tumuli che Wuxian a volte evita di guardare negli occhi le persone e sfugge agli sguardi altrui sentendosi giudicato. Le sue parole risuonano malinconiche quando si decide a parlare:
"Una volta ti vedevo come una persona a cui poter affidare la mia vita."
Ok, ho visto che in inglese questa frase è stata tradotta anche con "Una volta ti vedevo come la mia anima gemella". Non posso sapere quale sia l'originale battuta in lingua cinese, ma è chiaro che Wuxian parla di Lan Zhan come qualcuno di cui una volta poteva fidarsi ciecamente, anche al punto da affidargli la sua stessa vita, e una persona a lui affine con cui difendeva gli stessi valori.
"Lo sono ancora."
Ora Lan Zhan lo guarda dritto negli occhi, profondamente, in attesa, pieno di assurda speranza. Con quelle poche parole e quello sguardo così intenso dice tutto: sono qui, fidati di me, sono preoccupato per te e voglio aiutarti, non ti volto le spalle perché tu per me sei importante, lo sei sempre stato, e puoi anche chiamarmi testardo ma io voglio proteggerti.
E Wuxian rimane in silenzio a pensare a Dio solo sa cosa perché questo scemo NON PARLA e io devo tentare di leggergli nella mente. Wuxian parla parla parla, ma quando si tratta di tirare fuori quello che ha dentro, non ce la può fare. Ma, anche se non dice nulla, quando alza il flauto davanti a sé e lo guarda con aria quasi indecisa, sembra per un momento che se ne voglia sbarazzare. Sembra quasi pronto a darlo a Lan Zhan, lasciar perdere la magia nera e tutta la sua arroganza, e affidarsi a lui.
E dentro di me penso "FALLO!!!"
Una scena molto carina che ancora una volta ci mostra l'estrema preoccupazione di Lan Zhan davanti a quello che la magia risentita può fare a Wuxian. Ha una grave influenza sul suo spirito, richiede una profonda intensità mentale e una capacità di controllo non indifferente. E non importa quanto Wuxian possa essere bravo nel padroneggiarla, non può essere sempre infallibile, può arrivare il momento in cui perde il controllo e le conseguenze sarebbero gravi. È vero, Lan Zhan è testardo, insistente e pesante, ma tra tutti quelli che lo circondano è L'UNICO che sta prendendo la cosa seriamente e sta cercando di mettere in guardia Wuxian e cerca di proteggerlo.
Lan Zhan sta diventando il suo angelo custode.
Rabbia, orgoglio, e dichiarazioni.
Non sapremo mai cosa avrebbe risposto Wuxian, perché i due vengono interrotti dall'arrivo di Jin Zixuan e Shijie che stanno camminando insieme lungo il sentiero, da soli. I due amici si nascondono tra la vegetazione e si mettono a spiarli. Qui è dove la relazione della coppietta (intendo quella etero) mi ha fatto porconare. Sopratutto il comportamento di YanLi. Dopo tutto questo tempo i due non sono ancora capaci di sostenere una conversazione per più di due minuti senza cadere in qualche sorta di equivoco.
Quando Jin Zixuan invita la ragazza a partecipare a un'altra caccia il mese successivo, NON SO PERCHÉ, lei rifiuta l'offerta. Quello che non capisco è: se ti piace, perché rifiuti? Ti ha anche invitato lui stesso, di persona, per passare del tempo insieme. Forse YanLi pensa che agisce così solo per soddisfare il volere della madre? Fatto sta che Jin Zixuan fraintende i sentimenti di lei, e pensa che la ragazza non gradisce stare in sua compagnia. A questo punto Shijie inizia a balbettare e manca poco che scoppi in lacrime come l'altra volta, ed è qui che mi fa arrabbiare. Perché la devono rendere una scema balbettante e farfugliante quando sta con Jin Zixuan? Perché non è capace di parlare normalmente come parla con le altre persone? E perché Jin Zixuan, da ragazzo gentile e imbarazzato, deve tutto a un tratto diventare scontroso e maleducato?
QUESTA STORIA MERITAVA DI MEGLIO. L'ho sempre detto e sempre lo dirò.
A questo punto mi viene da pensare che i problemi di comunicazione tra i due siano stati fatti apposta per far sclerare Wuxian. Voglio dire, tutte le volte che sono insieme c'è qualcosa che non va e puntualmente accorre Wuxian che si mette a porconare da tutte le parti. Ma questa storia d'amore non poteva essere una storyline a sé stante? Perché l'hanno costruita in maniera da far muovere il personaggio di Wuxian in un certo modo?
Come c'era da aspettarsi, Wuxian non ce la fa a stare a guardare sua sorella trattata male. Lan Zhan cerca di trattenerlo, ma a una certa Wuxian spicca in un balzo e atterra tra Shijie e Jin Zixuan, facendo come da scudo per sua sorella. I due ragazzi si parlano in modo aspro, Jin Zixuan sguaina la spada ed è pronto ad attaccare, ma in un gesto fulmineo Lan Zhan gli impedisce anche solo di provare a sfiorare il suo amore.
Ora arriva il bello.
Sulla scena giunge quel simpaticone di Jin Zixun seguito da un branco di pecor... voglio dire, cultori. Con una smorfia tra l'arrogante e l'infastidito costantemente stampata sulla faccia, è un personaggio che prendi in antipatia appena lo vedi. Squadrando Wuxian con avversione, gli chiede perché deve sempre infastidire suo cugino, ma Wuxian manco ricorda chi sia questo tizio, cosa che innervosisce ancora di più Jin Zixun. Arriva pure la Signora Jin, anche lei con la scorta. In due secondi si mostra una donna imperiosa e risoluta che comanda rispetto, nessuno osa essere maleducato di fronte a lei. In un batter d'occhio zittisce suo figlio, poi con più dolcezza si rivolge a YanLi per chiederle come sta. Wuxian la informa che suo figlio e la sua Shijie d'ora in avanti non avranno più contatti, avendo il ragazzo usato modi rudi più volte con YanLi.
E qui parte lo scontro tra Jin Zixun e Wuxian.
Jin Zixun rimprovera a Wuxian la sua arroganza e la sua maleducazione. Prima di tutto, a suo dire, non ha portato rispetto alla Signora Jin, poi si lamenta del fatto che ha voluto rubare la scena catturando un terzo delle prede dell'arena. Lan Zhan rimane colpito sentendo questo, perché è segno che i poteri di Wuxian sono davvero forti e lui, da solo, è capace di fare grandi cose. Jin Zixun lo accusa di essere irrispettoso verso gli altri e di preoccuparsi solo di se stesso. Mentre gli parlano, Wuxian lancia occhiate serio-preoccupate a Lan Zhan e sua sorella (sembra anche che provi un po' di imbarazzo), ma quando parla per rispondere al Jin, sfodera sicurezza e pienezza di sé:
Siete stati voi Jin a dire di usare le nostre capacità. Volete rimangiarvi la parola?
Fai solo uso di sporchi trucchetti, quelle non sono abilità. Tutto quello che sai fare è suonare un flauto.
Bene. Le mie non sono abilità? Mostrami le tue, allora, e prova a battermi. Illuminami. Suona il flauto magari, e vediamo cosa riesci a prendere.
Ovvio che non pensi di essere nel torto. Non è la prima volta che non segui le regole. Non porti mai la spada ad eventi importanti come questo, non conosci l'educazione, non hai considerazione delle persone presenti. Quindi è questa la disciplina del Clan Jiang? Hanno cresciuto qualcuno che pratica un percorso non ortodosso!
Disciplina? Non ortodosso? - qui Wuxian comincia ad arrabbiarsi davvero, stanco di tutti quei rimproveri di cui vede chiaramente l'ipocrisia che c'è dietro. Guarda i cultori di fronte a lui, con un leggero sorriso ironico mentre la rabbia continua a montare dentro di lui - Volete sapere perché non porto la spada? Non farebbe alcuna differenza se ve lo dicessi, perché anche senza la spada, con questo "percorso non ortodosso" che voi criticate tanto, mi eleverò senza eguali e vi lascerò tutti a guardarmi da dietro!
Wei Wuxian, sei solo il figlio di una serva. Non essere così arrogante!
CHE COSA HAI OSATO DIRE, BASTARDO??! (Ok, questo lo dico io).
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Questo insulto ferisce Wuxian nell'orgoglio, rimane quasi sconvolto nel sentirlo. Stringe convulsamente il flauto tra le dita, trema di rabbia, le lacrime di umiliazione trattenute dentro di sé. Sembra che stia per esplodere. Lan Zhan si precipita da lui e gli afferra il polso, spronandolo a concentrarsi. Vedendo come il fratello stia per diventare una bomba a orologeria, anche Shijie accorre e lo chiama per riportarlo alla calma. Ancora una volta, grazie al loro aiuto, Wuxian riesce a tenere sotto controllo la rabbia e a calmarsi.
(Da questo momento per tutta la durata della scena Lan Zhan non stacca un solo momento gli occhi da lui, completamente incurante degli altri, troppo preoccupato per il suo amore)
Allora, ricapitolando, la questione è questa: questa caccia è un evento sociale e mondano in cui i partecipanti sono migliaia, mentre le prede sono solo poche centinaia. Se un partecipante, da solo, si appropria di un terzo delle prede, ai restanti giocatori resta ben poco da cacciare. A questo punto, cosa ci siamo venuti a fare a questa caccia se Wuxian toglie di mezzo così tante prede? Siamo venuti per ammirare il suo talento? Dobbiamo fargli i complimenti e restare a guardare senza poter prendere parte alla competizione?
Wuxian è chiaramente più bravo degli altri e di questo non posso fargliene una colpa, ma mi sento di dire che ha mancato di semplice buonsenso. Capisco il punto di vista di Jin Zixun, e degli altri cultori, ma 1) si esprime in modo assolutamente pessimo, 2) quella di Jin Zixun è più che altro invidia perché Wuxian è più bravo di lui e fa fare bella figura al Clan Jiang facendo sfigurare il Clan Jin. Lo ha infastidito parecchio vederlo colpire tutti quei bersagli in un colpo solo, lo ha sfidato a fare di meglio durante la caccia, una sfida che Wuxian ha accettato, e vinto. E questo ha mandato Jin Zixun su tutte le furie, e ha quindi cominciato a rimproverare Wuxian di qualunque cosa gli sia venuta in mente per cercare di metterlo in cattiva luce, fino ad arrivare a umiliarlo. Se fosse stato lui stesso a catturare tutte quelle prede si sarebbe vantato davanti a tutti, se fosse stato il cugino avrebbe esaltato l'abilità dei Jin, e tutti gli altri cultori si sarebbero complimentati. Ma siccome qualcun altro ha osato sfidare la superiorità del Clan Jin, ha voluto buttargli mer*a addosso, e tutti che lo seguono da bravi pecore quali sono. In generale, la seccatura davanti a Wuxian che cattura un terzo delle prede è assolutamente legittima, ma ai miei occhi Jin Zixun è solo un bastardo ipocrita.
Bene. Detto ciò, entra in gioco Shijie e qui MI PARTE L'APPLAUSO PERCHÉ È STATA FO**UTAMENTE GRANDIOSA E L'HO AMATA TANTO.
Dopo aver calmato il fratello, decide di prendere in mano la situazione. Lascia Wuxian dietro di sé, come a volergli fare da scudo, si avvicina a Jin Zixun, si rivolge a lui e a tutti i cultori presenti affermando che certamente il fratello deve aver causato problemi a tutti e che è stato troppo audace. Quindi chiede scusa per lui, e si inchina, con aria incredibilmente dignitosa, mentre Jin Zixun ride di spietata soddisfazione e qui vorresti davvero tirargli una scarpata. Wuxian rimane sconvolto nel vedere la sua Shijie arrivare a UMILIARSI per difenderlo, e le lacrime cominciano a salire, continua a tremare, mentre Lan Zhan è sempre al suo fianco e non lo perde d'occhio un secondo.
Ma la rivincita sta arrivando.
Shijie torna a guardare Jin Zixun, a testa alta, ma non un briciolo di arroganza o maleducazione la sfiora. È molto decorosa, dignitosa, educata ma ferma, schietta, e incredibilmente coraggiosa nell'affrontare tutti quegli uomini intorno a lei che provano a contestare quello che dice, ma lei non si lascia abbattere e replica con fermezza alle critiche fatte:
"Ad ogni modo, anche se non ho mai partecipato alla Caccia prima d'ora, non ho mai sentito parlare di una regola che vieta di catturare troppe prede. Avete detto che A-Xian ha infranto le regole, quale regola ha infranto? Non è colpa sua se voi non siete capaci di cacciare le prede. Nella caccia è l'abilità a parlare. Anche se A-Xian fa uso di un metodo diverso, lo padroneggia con grandi capacità. Non potete dire che pratica trucchetti maligni solo perché non siete capaci di catturare le prede. Inoltre, una caccia è una caccia, perché tirare fuori il discorso della disciplina? A-Xian è un discepolo del Clan Jiang di Yunmeng che è cresciuto assieme a me e a mio fratello. Noi due siamo come fratello e sorella. Lo avete chiamato "figlio di una serva", mi dispiace ma non lo accetto! Mi auguro che Jin Zixun possa chiedere scusa a Wei Wuxian, nostro discepolo del Clan Jiang di Yunmeng."
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Una cosa la voglio dire: sono profondamente orgogliosa e commossa nel vedere YanLi sfoggiare lo stesso orgoglio pieno di dignità che era proprio di sua madre. E se ho goduto quando la Signora Yu mise al tappeto la smorfiosa, qui torno a godere nel vedere Shijie tirare fuori le unghie per difendere il suo A-Xian e riuscire a zittire Jin Zixun e TUTTI i cultori lì presenti, che altro non sono che un branco di pecore belanti.
Voglio fare i miei complimenti agli attori di Wuxian e Shijie per come hanno interpretato questa scena. Xiao Zhan ha interpretato in modo sublime la rabbia esplosiva di Wuxian, l'umiliazione, l'insulto ricevuto, le lacrime agli occhi, la ferita dentro di sé, il modo in cui trema e stringe in modo convulso il suo flauto. Mentre Xuan Lu è stata magnifica nel portare in scena l'orgoglio pieno di rabbia di Shijie, la sua ammirabile dignità, la sua ferma determinazione nel difendere A-Xian a tutti i costi.
Adoro il fatto che quando guardo questa serie, non vedo gli attori, ma i personaggi stessi. Gli attori non sembra nemmeno che stiano recitando tanto sono calati nella parte, hanno preso i loro personaggi e sono diventati un tutt'uno con essi, dimenticando di avere di fronte delle videocamere.
Jin Zixun è colpito dalle parole di YanLi, di certo non si aspettava una reazione del genere, e rimane spiazzato quando lei gli chiede di porgere le sue scuse a Wuxian. Fa una faccia come per dire "cosa dovrei fare io?!", ma YanLi non abbassa lo sguardo nemmeno un secondo, per nulla intimorita. Anche gli altri cultori si lasciano andare a esclamazioni di sorpresa, presi alla sprovvista dalla reazione della ragazza. La Signora Jin interviene e cerca di calmarla dicendo che tutto ciò è solo una sciocchezza, ma Shijie replica che se qualcuno umilia suo fratello per lei non è affatto una sciocchezza. Vedendola così offesa e determinata, la signora si rivolge al nipote e lo sprona a scusarsi, lui è indignato, E L'ARRIVO DI JIN GUANGYAO E LAN XICHEN MI TOGLIE LA SODDISFAZIONE DI VEDERLO SCUSARSI CON WUXIAN.
Jin Guangyao, col suo solito sorriso premuroso sul volto, si fa avanti e chiede che cosa succede. La Signora Jin quasi lo aggredisce, lo rimprovera di aver organizzato un evento che sta andando a rotoli, parte l'insulto (perché le madri asiatiche devono sempre insultare), e in pratica gli dà tutta la colpa. Jin Zixun fa tutto l'offeso e decide di abbandonare la caccia, seguito dalle sue pecore.
Poco dopo, mentre stanno tornando alla Torre, la Signora Jin consiglia a YanLi di non passare del tempo da sola con Wuxian. Le parla in modo tanto gentile e premuroso, sembra che ci tenga tanto a lei, e all'inizio avanza la scusa che in quanto uomo e donna è inappropriato per i due passare del tempo insieme, da soli (YanLi e Jin Zixuan hanno passato il pomeriggio da soli, non è forse inappropriato?). La verità è che la donna vuole allontanare Shijie da Wuxian a causa dei metodi da lui usati, le consiglia di prendere le distanze da lui. Shijie replica educatamente, ma in tono fermo, che A-Xian è suo fratello minore, e che qualunque cosa accada, lei sarà sempre dalla sua parte. Wuxian prova un grandissimo conforto nell'udire quelle parole. Prende la sorella e porge i suoi saluti, stanno andando via e la Signora Jin sprona il figlio a fare qualcosa, e lui lo fa.
Chiama la signorina Jiang, lei subito si ferma, pianta i piedi a terra per ascoltarlo, in attesa che lui pronunci le parole magiche, con Wuxian che la guarda sorpreso (ancora non hai capito che prova davvero qualcosa per quel pavone fiorito?).
"Non è stata mia madre a volerlo. Non sono stato costretto. Affatto! Ero io! Ero io a volere che veniste."
Musica romantica di sottofondo. YanLi si gira e lo guarda, senza pronunciare una sola parola, perché con lui rimane sempre a corto di vocabolario. Jin Zixuan si sente sotto pressione, è imbarazzatissimo, perché intorno a lui si è formato un certo pubblico e lui non riesce a sopportarlo. Quindi, dopo qualche istante di balbettamento... corre via.
Siamo onesti: alzi la mano chi non ha riso in questa scena. Doveva essere una dichiarazione romantica, ma alla fine si è trasformata in uno spettacolo esilarante e quasi comico. Lo stesso Lan Xichen osserva la scena con un mezzo sorriso sulle labbra e l'aria chiaramente divertita, ma il buonsenso gli fa reprimere l'evidente risata che sta per sfuggirgli dalla bocca.
Dopo la dipartita del Jin, direi che è il momento di chiudere questa caccia. YanLi torna alla Torre con la Signora Jin, Wuxian alza i tacchi e decide di andare a farsi un giro in città, mentre Jiang Cheng (già, in tutto ciò esiste anche lui), attraversando il bosco con i suoi discepoli, per caso si imbatte nei discorsi di alcuni cultori che parlano di quello che è successo. Si lamentano perché il Clan Jiang ha rubato tutta la scena, affermano che non vorrebbero uno come Wei Wuxian nel loro Clan perché causerebbe sempre problemi. Per completare il quadro, tirano fuori il Sigillo della Tigre, e come molti altri ipotizzano che Wuxian deve essere riuscito a prendere il pezzo di Metallo che era nelle mani di Xue Yang, altrimenti come avrebbe potuto creare il Sigillo? Ciliegina sulla torta, dichiarano che in futuro non prenderanno più parte a eventi come quello se il Clan Jiang sarà presente. Inutile dire che ascoltare tali parole lascia Jiang Cheng molto scosso e pieno di rabbia.
Intanto, giù in città, mentre sta camminando lungo la strada, Wuxian si imbatte in una vecchia conoscenza e direi anche vecchia amica: Wen Qing, ormai diventata una mendicante, vestita con abiti logori, il viso sporco, sola e disperata. Wuxian si ferma e la guarda, e già sappiamo che non le volterà le spalle.
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Un amore disperato.
Ma sono Lan Xichen e Lan Zhan che concludono questa giornata di caccia, con Lan Xichen che, da bravo fratello preoccupato, chiede al fratello che cos'è che lo tormenta così tanto in quegli ultimi tempi. E Lan Zhan che esprime tutta la sua disperazione, angoscia e preoccupazione con una semplice frase:
"Vorrei portare qualcuno ai Meandri delle Nuvole. Portarlo lì, e nasconderlo."
Lan Xichen, da Captain Shipper qual è, non ha bisogno di chiedere chi sia questa persona e perché il fratello lo vorrebbe nascondere. Ha già capito tutto. E ha già capito come reagirebbe Wuxian quando risponde:
"Temo che lui non acconsentirebbe."
Lan Zhan non parla molto, ma quando parla ti colpisce al cuore. Con queste poche parole si mette a nudo. Tutto il suo amore disperato, il suo angosciante bisogno di proteggere Wuxian a qualunque costo, anche a costo di prenderlo e rinchiuderlo da qualche parte per proteggerlo da se stesso e dal mondo che lo vuole distruggere. Wuxian non lo ascolta, non accetta il suo aiuto e non intende abbandonare la magia nera, una magia che sta padroneggiando in modo sempre più potente e che potrebbe rovinarlo. Il resto del mondo non lo vede di buon occhio, e presto o tardi arriverà il momento in cui le due parti finiranno per scontrarsi. Ed è probabile che Wuxian sia destinato a perdere. In una situazione così, per quanto sia sbagliato e soffocante rinchiudere una persona per tutta la vita, capisco il desiderio tormentato di Lan Zhan. Perché si sente impotente, con le mani legate, perché non può fare altro che restare a guardare mentre Wuxian cade lentamente in un baratro che finirà per inghiottirlo per sempre. Perché ormai ha imboccato una strada che non è possibile lasciare. E Lan Zhan può solo guardare.
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IL Volo – Musica Proibita
IL Volo – Musica Proibita
Tradução para o português Ogni sera di sotto al mio balcone Sento cantar una canzon d’amore Più volte la ripete un bel garzone E battere mi sento forte il cuore, E batere mi sento forte il cor Oh, quanto è dolce quella melodia Oh, come è bella, quanto m’e graditta Ch’io la canti non vuol la mamma mia Vorrei saper perchè me l’hà…
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laurafrezzato · 5 years
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TUTTI A TEATRO A VEDERE "LA LIRICA IN SALOTTO"
TUTTI A TEATRO A VEDERE “LA LIRICA IN SALOTTO”
Domenica 22 settembre alle ore 16:00 all’Eco Teatro di Milano vi aspetta un divertente spettacolo musicale: Lirica in salotto…con un pò di danza!
Un quartetto di grandi voci interpreta le più belle canzoni italiane d’altri tempi come Musica proibita, Non ti scordar di me, A Vucchella e molte altre.
(more…)
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auroraccblog · 5 years
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🔴Blood e Honour Hexagone: un gruppo neonazista di fronte alla giustizia - Le Monde - Luc Leroux
Tre leader di questo gruppo nostalgico del Terzo Reich potrebbero essere rapidamente rinviati a giudizio dinanzi al Tribunale penale di Marsiglia per "partecipazione ad un gruppo di combattimento".
In quel giorno, la sala della Trois-Chênes de Torchefelon, un villaggio di 700 abitanti dell'Isère, è stata ufficialmente riservata per un compleanno. Il 5 marzo 2016, 400 appassionati di rock anticomunista (RAC) si sono riuniti per un concerto di "musica patriottica", organizzato da Blood and Honour Hexagon (BHH), un gruppo di estrema destra il cui nome si riferisce al motto della gioventù hitleriana "Blut und Ehre" ("sangue e onore").
Allertata da questa manifestazione apertamente neonazista, la polizia ha arrestato 393 persone. Risultato: 68 seguaci sono stati ritrovati in possesso di una cart "S" timbrata " destra radicale" con la panoplia del perfetto militante filonazista, di striscioni con la scritta "White Power" e manifesti con l'effigie del Terzo Reich.....
Tre dei leader di questo gruppo sono stati incriminati e potrebbero, secondo le nostre informazioni, essere rinviati a giudizio davanti al tribunale penale di Marsiglia nelle prossime settimane per "partecipazione ad un gruppo di combattimento", come richiesto dal pubblico ministero: Loïc Delboy, 38 anni, presidente di HexaProds, associazione legale di facciata, Pierre Scarano, 29 anni, autista di autobus nella regione parigina e considerato il braccio destro del primo, e il tesoriere dell'associazione, David Dumas, 48 anni, tipografo. L'accusa ha inoltre richiesto l'allontanamento per lo stesso reato del tatuatore "ufficiale", che era presente ai raduni di BHHH. Dopo il loro arresto nel marzo 2016, tutti sono stati posti sotto controllo giudiziario con il divieto di detenere armi.
🔴Fascinazione per il regime nazista 🔴
Il gruppo è sottoposto a giudizio dal 2015, dopo essere comparso nel corso di un'indagine sul traffico di armi ed esplosivi. Un pm marsigliese si è così immerso in questo universo che unisce il movimento skinhead, la musica e il fascino per il regime nazista e sta per chiudere il caso che Le Monde ha potuto consultare.
"Appartenere all'estrema destra per difendere il mio paese è l'impegno della mia vita", ha riassunto al magistrato Loïc Delbloy, un ex skinhead che adottava il bastone “con gli arabi e i redskins". All'ingresso dell'appartamento del signor Delboy, gli investigatori hanno notato la presenza di una tela sulla parete descritta come "una visione allegorica di Adolf Hitler in visita al fronte". Su uno stendibiancheria c'erano delle magliette firmate "Anti Antifa" con un coltello insanguinato e, sul retro, "Welcome to NS Territory", NS è l'abbreviazione di National Socialism. Nel suo computer, un esperto ha trovato video di raduni durante i quali sono state bruciate bandiere algerine e israeliane sul palco e un discorso del 2013 in cui dice di "reclamare la terra dei nostri antenati e non lasciarla ai cani di Israele e ai figli di Allah".
I tre uomini presentano Blood and Honour Hexagone come un gruppo di amici che vogliono "promuovere la scena musicale". La musica sembra essere il filo conduttore del gruppo, che, secondo Delboy, conta una ventina di membri, ma è legato ad altri movimenti di estrema destra come l'ex Union Defence Group di Lione o agli altri gruppi Blood and Honour all'estero, che in alcuni paesi sono fuorilegge.
L'attività formalmente dichiarata l’organizzazione di quattro eventi all'anno: a marzo, un concerto di musica RAC nella regione di Lione; a giugno, un gala di arti marziali miste (MMA), uno sport da combattimento la cui pratica e le cui competizioni sono vietate in Francia; a settembre, un secondo concerto chiamato "Memorial ISD" che celebra Ian Stuart Donaldson, cantante di un gruppo neonazista britannico (Skrewdriver) scomparso nel settembre 1993, noto per le sue teorie bianche suprematiste. E infine, a dicembre, si è tenuto il "Natale bianco". "Il termine bianco è più simile al colore della pelle dei partecipanti che al colore della neve", ha chiarito uno dei membri durante la sua custodia cautelare. Le foto illustrano anche la celebrazione, nel cuore della natura, del solstizio d'estate.
🔴Saluti Nazisti, tatuaggi e bombers🔴
I saluti nazisti sono d’obbligo in questi concerti, la cui location viene resa pubblica sui social network solo poche ore prima del loro inizio, al fine di evitare ogni rischio di infiltrazione. In questo ambiente dove il tatuaggio fa parte del codice di abbigliamento proprio come il bomber, uno degli attivisti, escluso da BHH, si è fatto tatuare il volto di Hitler sulla coscia sinistra. "Mi considero nazionalsocialista o, in altre parole, di estrema destra", ha spiegato.
La scelta delle location predilige piccoli villaggi isolati e le prenotazioni si effettuano con la scusa di un compleanno o di un battesimo. E' stata effettuata una perquisizione su ogni partecipante per "impedire loro di entrare con armi e, a seconda dei gruppi musicali invitati, per impedire loro di far entrare i telefoni cellulari e di scattare foto perché alcuni gruppi provenienti da Germania, Russia e Spagna sono vietati".
Rispondendo francamente agli investigatori, i leader della BHHH hanno spiegato che il gruppo era strutturato intorno ad un primo cerchio, i membri effettivi, un secondo cerchio composto da "prospettive", aspiranti membri prima di essere ammessi alla presentazione dei "colori" e, infine, simpatizzanti chiamati "esagonieri" che danno una mano nell'organizzazione degli eventi.
Alla domanda sulle condizioni necessarie per l'adesione, Loïc Delboy ha detto: "Prendere droghe è proibito, praticare uno sport è obbligatorio, bisogna praticare uno stile di vita sano, possibilmente uno sport da combattimento, ma questo non è obbligatorio. "La birra, tuttavia, non è proibita. "Non è però tollerato ritrovarci ubriachi morti per terra con una maglietta ufficiale del gruppo", ha riassunto un attivista.
Ma Loïc Delboy si è difeso dall'aver guidato un "gruppo di combattimento", cioè un "gruppo di persone che detengono o hanno accesso alle armi, con un'organizzazione gerarchica atta a turbare l'ordine pubblico", secondo il codice penale, che punisce il fatto di partecipare con tre anni di reclusione e una multa di 45 000 euro. Questo marsigliese vanta in particolare di aver avuto accesso alle armi e perturbato l'ordine pubblico.
Gli investigatori, da parte loro, imputano a Blood and Honour Hexagone e ai suoi manager "una ricerca di egemonia in alcuni mercati di nicchia considerati promettenti, come i concerti del RAC e le gare di MMA in Francia". Con la tendenza anche a "riunire un movimento di ultra-destra che agisce a livello diffuso". Loïc Delboy è stato visto durante gli scontri del 6 febbraio 2016 a Roquevaire (Bouches-du-Rhône) dove una trentina di attivisti dell'Action Provence francese si sono riuniti, nonostante un decreto prefettizio che lo vietasse, presso la tomba di Charles Maurras. O durante un concerto musicale del RAC il 31 luglio 2015 nelle arene di Fréjus (Var) che era degenerato in incidenti.
Questo gruppo è stato sciolto il 24 luglio di quest'anno in sede di Consiglio dei ministri. In risposta alla recrudescenza di atti antisemitici e anti-musulmani, Emmanuel Macron si è impegnato, alla fine di febbraio, durante una cena del Consiglio di Rappresentanza delle istituzioni ebraiche in Francia, a sciogliere diversi piccoli gruppi di estrema destra, tra cui Blood and Honour Hexagone.
Versione originale pubblicata su Le Monde:
🔴Blood and Honour Hexagone : un groupe néonazi face à la justice🔴
➡️[Article en entier] publié par Luc Leroux
Trois dirigeants de ce groupuscule nostalgique du IIIe Reich pourraient être renvoyés rapidement devant le tribunal correctionnel de Marseille pour « participation à un groupe de combat ».
Ce jour-là, la salle des fêtes des Trois-Chênes de Torchefelon, un village de 700 habitants dans l’Isère, avait été officiellement réservée pour un anniversaire. Le 5 mars 2016, 400 adeptes de rock anticommuniste (RAC), s’y sont retrouvés pour un concert de « musique patriote », organisé par Blood and Honour Hexagone (BHH), un groupuscule d’extrême droite, dont le nom fait référence au « Blut und Ehre » (« sang et honneur »), devise des Jeunesses hitlériennes.
Alertés de ce rassemblement aux relents ouvertement néonazis, les gendarmes ont procédé à 393 interpellations. Résultat : 68 adeptes relevaient d’une fiche « S » estampillée « droite radicale » avec la panoplie du parfait militant pronazi, banderoles « White Power », affiches à l’effigie du IIIe Reich…
Trois des dirigeants de ce groupe ont été mis en examen et pourraient, selon nos informations, être renvoyés dans les semaines à venir devant le tribunal correctionnel de Marseille pour « participation à un groupe de combat », comme l’a requis le parquet : Loïc Delboy, 38 ans, président d’HexaProds, l’association qui faisait office de vitrine légale, Pierre Scarano, 29 ans, conducteur de bus en région parisienne et considéré comme le bras droit du premier, et le trésorier de l’association, David Dumas, un imprimeur âgé de 48 ans. Le parquet a également requis le renvoi pour la même infraction du tatoueur « officiel », présent lors des rassemblements de BHH. Après leur interpellation en mars 2016, tous avaient été placés sous contrôle judiciaire avec interdiction de détenir des armes.
🔴Fascination du régime nazi🔴
Le groupe est dans le viseur de la justice depuis 2015, après être apparu au détour d’une enquête sur un trafic d’armes et d’explosif. Un juge d’instruction marseillais a ainsi plongé dans cet univers qui mêle mouvement skinhead, musique et fascination du régime nazi et s’apprête à boucler un dossier que Le Monde a pu consulter.
« L’appartenance à l’extrême droite afin de défendre mon pays est l’engagement de ma vie», a résumé au magistrat Loïc Delbloy, ancien skinhead adepte de bastons « avec des Arabes ou des redskins ». Dans l’entrée de l’appartement de M. Delboy, les enquêteurs avaient noté la présence d’une toile au mur décrite comme « une vision allégorique d’Adolf Hitler visitant le front ». Sur un étendoir séchaient des t-shirts siglés « Anti antifa » avec un couteau ensanglanté et, au dos, « Welcome to NS Territory », NS étant l’abréviation de national-socialisme. Dans son ordinateur, un expert a déniché des vidéos de rassemblements durant lesquels étaient brûlés sur scène des drapeaux algérien et israélien et un discours de 2013 appelant à « reconquérir la terre de nos ancêtres et non à l’abandonner aux chiens d’Israël et aux fils d’Allah ».
Les trois hommes présentent Blood and Honour Hexagone comme un groupe d’amis ayant le souci de « faire bouger la scène musicale ». La musique apparaît comme le fil rouge du groupuscule regroupant, selon M. Delboy, une vingtaine de membres, mais en lien avec d’autres mouvances d’extrême droite tels l’ex-Groupe union défense de Lyon ou des groupes Blood and Honour à l’étranger, interdits dans certains pays.
L’activité revendiquée est d’organiser quatre événements par an : en mars, un concert de musique RAC dans la région lyonnaise ; en juin, un gala d’arts martiaux mixtes (MMA), un sport de combat dont la pratique et les compétitions sont interdites en France ; en septembre, un second concert baptisé « Memorial ISD » célèbre Ian Stuart Donaldson, chanteur d’un groupe néonazi britannique (Skrewdriver) mort en septembre 1993, connu pour ses théories suprémacistes blanches. Et, enfin, en décembre, se tenait le « White Christmas ». « Le terme blanc s’apparente plus à la couleur de la peau des participants qu’à la couleur de la neige », a bien tenu à préciser l’un des membres durant sa garde à vue. Des photos illustrent également la célébration, en pleine nature, du solstice d’été.
🔴Saluts nazis, tatouages et bombers🔴
Les saluts nazis étaient de mise dans ces concerts dont l’adresse n’était diffusée que sur les réseaux sociaux que quelques heures avant qu’ils ne commencent afin d’éviter tout risque d’infiltration. Dans ce milieu où le tatouage fait partie du dress code tout comme le blouson bomber, l’un des militants, exclu de BHH, avait fait tatouer le visage d’Hitler sur sa cuisse gauche. « Je me considère comme national-socialiste ou en d’autres termes, d’extrême droite », s’est-il expliqué.
Le choix des lieux se portait sur des petits villages isolés et les réservations étaient faites sous le motif fallacieux d’un anniversaire ou d’un baptême. Une fouille était opérée sur chaque participant afin d’« éviter qu’ils n’entrent des armes et, suivant les groupes de musique invités, pour éviter qu’ils ne rentrent des téléphones portables et que des photos soient prises car certains groupes d‘Allemagne, de Russie et d’Espagne sont interdits ».
Répondant sans détour aux enquêteurs, les dirigeants de BHH ont expliqué que le groupe se structurait autour d’un premier cercle, les membres à part entière, un second cercle étant composé de « prospects », aspirants à l’adhésion avant d’être adoubés par la remise des « couleurs » et, enfin, des sympathisants baptisés « hexagoners » qui donnent notamment un coup de main dans l’organisation des événements.
Interrogé sur les conditions nécessaires à l’adhésion, Loïc Delboy a indiqué : « Prise de drogue interdite, pratique d’un sport obligatoire, une bonne hygiène de vie, un sport de combat mais ce n’est pas obligatoire. » La bière n’entre cependant pas dans les prohibitions. « Il n’est pas toléré de nous retrouver ivres morts à terre avec un t-shirt officiel du groupuscule », a résumé un militant.
Mais Loïc Delboy s’est défendu d’avoir dirigé un « groupe de combat », soit un « groupement de personnes détenant ou ayant accès à des armes, doté d’une organisation hiérarchisée et susceptible de troubler l’ordre public », selon le code pénal, qui punit le fait d’y participer de trois ans de prison et de 45 000 euros d’amende. Ce Marseillais conteste notamment avoir eu accès à des armes et avoir troublé l’ordre public.
Les enquêteurs, eux, prêtent à Blood and Honour Hexagone et à ses dirigeants « une recherche d’hégémonie sur certains créneaux jugés porteurs comme les concerts RAC et la compétition de MMA en France ». Volonté aussi de « rassembler une mouvance ultradroitière qui agit en ordre dispersé ». Loïc Delboy a ainsi été vu lors des incidents du 6 février 2016 à Roquevaire (Bouches-du-Rhône) où une trentaine de militants de l’Action française Provence s’étaient rassemblés, malgré un arrêté préfectoral l’interdisant, à proximité de la tombe de Charles Maurras. Ou lors d’un concert de musique RAC le 31 juillet 2015 dans les arènes de Fréjus (Var) qui avait dégénéré en bagarre générale.
Le groupe lui-même a été dissous le 24 juillet de cette année en conseil des ministres. En réponse à une recrudescence des actes antisémites et antimusulmans, Emmanuel Macron s’était engagé, fin février, lors d’un dîner du Conseil représentatif des institutions juives de France à dissoudre plusieurs groupuscules de l’ultradroite, dont Blood and Honour Hexagone.
Traduzione a cura di AURORA: https://www.lemonde.fr/societe/article/2019/08/21/blood-and-honor-hexagone-un-groupe-neonazi-face-a-la-justice_5501173_3224
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