Classe ‘99, scrivo poesie, studio e ascolto troppa musica. (L)GBT. Amo Bologna, i fiori e i libri. Puoi chiamarmi Rue. IG: ghirigor0 || ♌️ • she/they
Last active 3 hours ago
Don't wanna be here? Send us removal request.
Text
se la mia anima potesse esprimersi in musica, sarebbe certamente questo brano.
1 note
·
View note
Text
Se solo mi permettessi di amarti… so per certo che non ne rimarresti delusa… perché io ti sceglierei, ancora e ancora, giorno dopo giorno, con immensa lealtà. Ti offrirei il mio cuore e la tenerezza di cui dispongo, con premura e responsabilità…
Ma sono forse solo fantasie le mie? Sei solo l’ennesima anima che non vede, il fantasma d’un riflesso conosciuto. Sei solo l’ennesima vita che si dimena nella sua rete?
Non so che darei per riempire il tuo orecchio di dolce consiglio, di cura e belle parole. Non so cosa darei per cessare di sentirmi un corvo che posa sulle tue spalle, per trasformarmi in maestoso airone pronto a venerarti e a portarti immensa felicità.
Che vorrei solo tenerti le mani e sentirti leggerà fra i pesi di questo mondo. Vorrei che tu fossi e che io fossi, che fossimo noi: l’essenziale invisibile agli occhi.
Ma sono solo uno scaltro poetucolo da quattro soldi, alla vana ricerca d’amore nel fogliame di questa realtà.
1 note
·
View note
Text
Comincio a respingerti, con nervosismo e frustrazione… è solo una perdita di tempo, non è vero?
1 note
·
View note
Text
Che io stia facendo di te solo una proiezione? Una dolce astrazione di cui fare tenero diletto la notte, quando sono lontana dall’umano brulicare del mondo?
È la vigilia di Natale e c’è un bellissimo sole ad accarezzare le strade fredde di questa rossa città e ti penso ma ti respingo. Che ad ogni Natale io penso con amore a qualcuno, ma tu? Sei reale? Vado in perenne negazione quando si tratta d’amore. Adesso, io non riesco a parlare la lingua del disinganno. Ho cominciato a farneticare come un Innamorato e il mio Immaginario non sta facendo altro che avvelenare le mie giornate.
Ti metto da parte, ti strappo con forza perché ho imparato ciò quest’anno: a strappare la bellezza dalla mia pelle.
Ho perso un occhio, ho perso la fiducia e la speranza nel prossimo, mi sento triste e sola. Ma poi mi ridesto, rammento con veemenza che voglio brillare e così, di nuovo, sorrido ancora una volta: il loop infinito della mia persona, da sole sono trasfigurata in satellite e s’è fatto questo il mio ciclo lunare.
Forse non sono pronta, ho ancora il cuore troppo malato eppure… non riesco a far altro ed è diventata incomprensibile la mia lingua: sono il pazzo dei fiori, il werther deluso, ma
Sorrido, dissimulo, mento con occhio bugiardo
Sono un attore perfetto, sono il burattino di me stessa
Sono…?
Chi sono?
1 note
·
View note
Text
Megan Nolan, from her novel titled "Acts of Desperation," originally published in March 2021
6K notes
·
View notes
Text
Ho il terrore di innamorarmi di te… ho il terrore di ricevere la delusione del tuo rifiuto. Sento le onde agitarsi adesso che non ci sei, sento il mare chiamarmi e chiedermi di nuotare ancora. Cerco, ad ogni bracciata, di non affannarmi, di lasciarmi semplicemente cullare da questo ritmo confuso dell’onda che sei. T’ho bugiardamente confessato il mio cuore, ma non abbastanza, ho dissimulato la pienezza della mia tenerezza. Ti ho lasciata passare sulle mie spiagge e ti ho vista piangere con dolcezza. Ma mi terrorizza, quel meraviglioso inganno che sei.
Mi è stato detto, suggerito, che manifestare al nuovo anno ciò che si desidera ardentemente può realizzare i sogni più grandi: basta volerlo davvero.
E se io volessi te? E se io ti volessi davvero?
Mi tremano le labbra alla pronuncia fugace di tale desiderio. Mi piange il cuore al solo pensiero: la paura domina questo mio animo pavido d’essere spezzato ancora.
La verità è che, molto lentamente, io ti sto già amando. Non oso pronunciare oltre ma è questo un germoglio d’Amore sul mio seno che nasce.
Un germoglio così puro che rifiuto d’essere toccata da mani che non siano le tue.
Passo alcune delle notti della nostra separazione a frugare altri corpi, a provocare piacere a qualcuno che non sei tu. Mi assento mentre lo faccio, è un piacere meccanico, non ha la poesia, la musica che risuona quando è la tua pelle a comandare la mia mano.
Oh povera anima mia… così in pena nel riempirsi di quel dolce tormento che muove stelle e sole ad ogni rinnovar del giorno…
Ma se osassi? Se lo dicessi ad alta voce? Voglio amarti… vorrei che mi ricambiassi
Ma sono solo un poeta rarefatto fra i cristalli dei tuoi ricordi, che la verità è una sola: mi rintano nel tuo sorriso ogni notte, che solo così il sopire si fa più dolce in queste freddi notti di dicembre…
1 note
·
View note
Text
È possibile che sia solo solitudine la nostra? Una coccola bugiarda? Una maschera di dolcezza per proteggerci dal dolore? Oppure è tutto vero, così reale da sembrare assurdo? Da sfociare quasi nell’irrealtà?
Quando sono con te mi sembra di sperimentare quella dimensione altra che è l’amorosa quiete, tale la definisco. Spesso si associa la tenerezza del cuore alla tempesta, ma con te, i miei venti, le mie acque, riposano silenti sotto un cielo sereno. Sei un firmamento limpido e stellato nelle mie notti insonni. Quando sono con te sento di vedere una luce fra le tue iridi ridenti e la poesia torna a sussurrarmi quando il sapore delle tue labbra si mescola al mio. Nego alla mia mano di scriverti, nego alla mia gola di cantare, ma nel mio silenzio rinnegato non faccio altro che lodarti e tessere di te una fitta trama di luci. Lentamente sento di star cristallizzando i ricordi, di star custodendo senza accorgermene momenti di felicità. E di questo ho terrore: che del mio amore io possa costruire per te una gabbia.
Ho il timore irrimediabile di farti fuggire, di incatenarti ai miei polsi, di negarti ciò che tu mi fai sentire: la pace e la libertà.
Preferisco cavarmi gli occhi dalle orbite piuttosto di vedere la verità. Ho paura che tu non possa mai ricambiarmi. Ma io vorrei solo amarti così: disinteressata. È la sfida più difficile smembrare da me il desiderio di legarti, ma non voglio farlo… ho troppa paura di soffocarti. Non siamo pronte per quel passo, tu non lo sei e forse non lo sono nemmeno io… tuttavia… il pensiero che il tuo sguardo si spenga, si distolga dal mio sorriso irrefrenabile, mi distrugge.
Ho giurato che con te avrei imparato a vivere il presente e sento che lo sto facendo, ma non posso negare che l’alveare che nel mio petto si dimena quando ti vedo, quando mi baci, quando mi stringi nel tuo dolce abbraccio, mi sta facendo ronzare e che qualche pungiglione a volte s’incastri nella mia gola.
Questa sera, questa mondanità con te vissuta, mi ha fatta commuovere. Avrei voluto lasciarmi andare alle lacrime per la bellezza del quadro in cui eravamo. Ma la mia perenne lotta contro il tempo mi ha strappata di nuovo via da quel frammento di vita e adesso, che sono di nuovo lontana da te, a casa mia… mi sfioro le labbra con le dita ricordando il dolce tocco delle tue, la fame della tua bocca, assaporo la mia stessa lingua alla ricerca della tua.
Che mi intimidisco ancora a guardarti, continuo a rubare dalla tua visione parti di te come se fossi una ladra, come se profanassi la tua bellezza magistrale. Sei bellissima e non riesco a dirti altro, sei bellissima in quello che sei, dentro, fuori, la tua energia, la tua dolcezza e tranquillità. E vorrei solo poterti guardare sempre… ma non voglio renderti un Endimione dormiente, non voglio imprigionarti nella mia notte: voglio vederti splendere quando sei con me.
Ho solo paura di starmi innamorando ma non voglio fermarmi.
I miei sentimenti sono così mutevoli, ho già amato molto quest’anno e ho già distrutto quel legame, strappato via con violenza quella illusione che mi ha trafitta per mesi… poi sei arrivata tu nella mia vita e dal primo momento hai affascinato il mio cuore. Hai gittato enormi frecce dagli occhi e adesso, come un poeta volgare non riesco a far altro che cantarti in silenzio e di nascosto, con la vergogna che mi fa da nome.
0 notes
Text
Ero giovane e anche se voi non lo vedete, mi sento invecchiare. Provavo una cosi forte passione, il dolore aveva un’intensità lancinante e la profondità d’ogni emozione mi stracciava il petto, mi lacerava con beccate di corvo. Oggi - adesso - invece - non sapete quanta calma si cela dietro ad ogni mia lacrima. Quel mare impetuoso, così come lo solevo chiamare, s’è placato fra le sue stesse onde. Il tempo mi scorre sulla retina, come un rapido riflesso. Sono ancora giovane, è vero, e il mio corpo tende a non invecchiare, tuttavia il peso dei primi anni di vita si fa sentire sulle mie orecchie distratte. Posso vedermi mutare e trasfigurare nell’età adulta. Ma ho imparato a dissimulare ogni verità e - come un attore - sono qui a danzare con la più bella delle mie maschere.
1 note
·
View note
Text
Quelle scosse che penetravano la mia mente sconvolta, adesso non fanno altro che ribaltare il mio petto. Sento un immenso terremoto travolgermi, scossa dopo scossa… 1… 2… 3… correte ai ripari, anime ferite!
0 notes
Text
Voi vedete in me il dolce nido dell calma, mi definite fiera monarca della stabilità. Non sapete, però, quante tempeste reprime questo cuore bugiardo, quanto forte grava in me il peso dell’umanità. Devo farmi carico, peso, fardello immane di commettere un reato d’amore: abbandonare chi amo, per salvare chi è per me l’essenziale. È stata la mia fragilità a portarmi a questo fatale risultato, responsabile d’ogni mio errore devo trascinare per l’eterno questa croce sulle mie spalle. Ho già sfregiato un occhio per questo dolore, già soppresso parte della mia onestà. Ho già tramutato in freddo granito parte del mio cuore, sento il petto irrigidirsi, contrarsi per la guerra che soccombe: la lotta per reprimere questa sensibilità. Devo essere forte: devo essere donna di ghiaccio. Che sia questa la sfida del nuovo anno?
Ho perso metà del mio volto, ho perso parte della mia nota personalità: non so più chi sono. Ma non posso continuare a scappare, devo essere forte. È questo che destino, universo o grande entità stai cercando di dirmi? La vita è percorso assai oscuro, fatto di privilegi o di terribili realtà. E io, sebbene sia nata dalla parte giusta del globo, non posso sfuggirne. Non posso sfuggire alla sofferenza che carica di terrore ed odio il mondo.
Qual è la metamorfosi ch’attende il mio petto stravolto?
Solitudine amara, so che a te devo arrendermi e supplicare la pace. Sono inetta dopo tutto, sono uguale ad ogni persona, sono umilmente umana. Non sono destinata a grandi cose, non ho la personalità d’una valchiria, d’una politica, d’una forza motrice del globo. Sono solo una sciocca ragazzina un po’ cresciuta che adesso deve imparare a fare i conti con quel grande mostro che si chiama casualità. È tutto così aleatorio e non c’è altro se non piccoli frammenti di felicità.
Siamo così banali noi esseri umani, non facciamo altro che vivere per piccoli frammenti di tempo, per surreali attimi di sollievo: solleviamo guerre per un briciolo secondo di piacere. E cosa sono io se non questo? L’eterno ripetersi d’una storia mortale, ingabbiata nelle ceneri e nel ferro del suo linguaggio.
0 notes
Photo
208K notes
·
View notes
Text
Sono tante le cose che ho da dire, da annotare, da segnare minuziosamente su questo blando taccuino. Ho cominciato ad abbracciare ogni parte di me, proprio come avevo promesso, a provare a baciare ogni lembo ferito che ancora s'infiamma a giorni alterni. Ho - in parte - trovato la pace. Ho capito di non essere più la persona che credevo. Questo ha provocato in me una cattedrale confusione, mi ha lasciata persa nella nebbia più opaca. Ho scoperto che quel sistema che è la monogamia, forse, non aderisce completamente alla mia pelle, forse è mutato, l'ho lasciata cadere e adesso ho una forma tutta nuova e da scoprire. Lei è il rapporto più ibrido mai sperimentato, ma mi piace, ne trovo conforto. Non sento il bisogno di amore eterno, ma di cura e dolcezza, se un giorno mi sceglierai dovrà essere semplice e spontaneo. Ho capito che il blocco ermetico che per te provavo non era paura, non era sdegno, ma era ciò che non pensavo davvero: non riuscivo a parlarti perchè non erano quelle le cose che desideravo dirti. Volevo solo confessarti il mio affetto e rassicurarti, dirti di volerti accanto con dolcezza - priva d'ogni forma d'obbligo. Possiamo, insieme, essere due volpi che s'abbracciano. Ho capito che ho cominciato a decostruire ma non solo: ho capito che se amerò di nuovo, voglio farlo con estrema lentezza. Ho capito che nella mia vita non ho fatto altro che idealizzare immense muse, che poi m'hanno disilluso: sono stanca di vivere questo perpetuo inganno. Se dovremo amarci, lo faremo con coscienza, leggerezza, sicurezza. Non voglio idealizzarti, voglio conoscerti frammento per frammento: scoprire ogni tua camera oscura e scegliere se sostare fra le tue ombre latenti. Da quando t'ho aperto sincero il mio cuore, sento la pace nel nostro rapporto: non siamo esclusive, eppure, quello che ho con te è puramente unico, incondivisibile. Nostro. E questo, per adesso, mi rende felice. Non mi importa dove arriveremo, che etichetta sceglieremo un giorno, se ci innamoreremo oppure no. Spero che non finiremo a ferirci, spero solo che continueremo a volerci bene. Sei bella e voglio viverti così: a fiato sospeso.
2 notes
·
View notes
Text
Jacques Pugin
Étude de nu. Série Ombre et Lumière
Suisse 1983
1K notes
·
View notes
Text
ho aperto questa nota testo, ma in realtà non ho idea di cosa scrivere. Mi manca scrivere, mi manca tanto. L'ultima poesia che ho scritto parla di te, ancora una volta. Stanotte ti ho sognata, ho sognato che ti amavo ancora, che ti stringevo la mano, che ti abbracciavo. Ma niente di tutto questo al mio risveglio ritorna. Ho aperto questa ennesima nota di diario, ma non so cos'è che voglio dire. Immagino di disegnare ogni giorno, ad ogni ora, perché le parole sono difficili: la mia poesia è difficile, ora come ora.
Vivo in infinite sovrapposizioni temporali, vivo alla ricerca della mia realtà: il passato mi divora. Vedo le luci della città sbiadirsi, sfocarsi, appiattirsi... non c'è coda di volpe a illuminare la mia volta stellata. S'è aperta la stagione delle nebbie e tu - mia debole pioggia - non fai altro ch'avvolgerti nelle tenebre di questa macabra teatralità. Sei la strofa difficile che si frammenta sulla mia pagina
1 note
·
View note
Text
Sono così patetica che pur di aver un segno dal tuo fantasma, quella presenza infame che da quattro mesi ormai nell’ombra mi abbraccia, ho pregato di ricevere un tuo messaggio.
0 notes