#monologhi italiani
Explore tagged Tumblr posts
Text
Giuseppe Cruciani porta “Via Cruk” al Teatro Alessandrino: uno show irriverente e provocatorio sul coraggio di dire ciò che si pensa
Sabato 12 aprile 2025 alle ore 21, lo spettacolo scritto e interpretato dal celebre conduttore de “La Zanzara” arriva ad Alessandria Alessandria – Sabato 12 aprile 2025 alle ore 21, il palco del Teatro Alessandrino accoglierà Giuseppe Cruciani con il suo spettacolo “Via Cruk – Tutto quello che pensate e non avete il coraggio di dire”, prodotto da Vera Produzioni e presentato da Paolo Ruffini. Un…
#Alessandria today#arte e provocazione#biglietti Via Cruk#censura#critica sociale#eventi 2025 Alessandria#eventi culturali Alessandria#Giuseppe Cruciani#Google News#italianewsmedia.com#La Zanzara#Lava#Libertà di espressione#libertà di parola#monologhi italiani#Monologo teatrale#Moralismo#Paolo Ruffini#pensieri scomodi#pensiero critico#Pier Carlo#politicamente corretto#religione e satira#sabato 12 aprile 2025#satira italiana#show teatrale#spettacoli ad Alessandria#spettacoli che fanno riflettere#spettacoli di primavera#spettacoli satirici
0 notes
Text
Non lo rinnego il personaggio, anzi, mi sono affezionato, ma mi stanca parlare solo di lui. Però capisco le donne, il playboy belloccio, magari artista, un po' poeta, sciupafemmine e guascogne le diverte. Diverte molto anche me, quanto ci penso.
E portiamocelo appresso, purché non appanni le belle canzoni che ho scritto. Sono un po' ingrati quelli che le hanno cantate ma non sono qui a recriminare. Facciamo così: considerami un "uomoartista"...e scrivilo per favore tutto attaccato... dal quale è uscito questo personaggio che ha cominciato a vivere per conto suo e poi ha riportato al cuore del poeta le sue esperienze e il poeta ci ha scritto sopra le canzoni. Ricordati di ricordarmi.
Il Califfo.
Lo perdevamo 11 anni fa all' eta' di 74 anni ,di lui si sono sempre accentuati eccessi e stereotipi, Franco andrebbe ricordato più per le sue meravigliose composizioni per altri e per se stesso, per i suoi monologhi, per la sua generosità e per tanto altro...tutto il resto...è noia😎
Durante la sua carriera ha pubblicato 32 album e scritto complessivamente tra poesie e canzoni oltre 1 000 opere, oltre a numerosi testi per altri artisti, molti dei quali diventati vere e proprie hit piazzate in vetta alle classifiche italiane e internazionali. Nel 2006 gli è stato conferito anche il Premio Mia Martini alla carriera...Negli anni 70 e 80 i media hanno posto spesso l'accento più su alcuni aspetti della sua vita privata che sulla sua vita artistica, a causa del suo stile di vita sregolato ed eccentrico e per alcune vicende giudiziarie che lo coinvolsero.[È tra gli artisti italiani che hanno venduto il maggior numero di dischi con oltre 20 milioni di copie.

2 notes
·
View notes
Text
Tre anni fa, il 2 novembre 2020, moriva (nel giorno del suo ottantesimo compleanno) il grande attore, cabarettista, doppiatore, conduttore e regista, interprete di film quali La mortadella di Mario Monicelli, La Tosca di Luigi Magni, L’eredità Ferramonti di Mauro Bolognini, Febbre da cavallo di Steno, Casotto di Sergio Citti, Un matrimonio di Robert Altman ed altri. Nato a Roma nel 1940, grandissimo attore di teatro, dove spazia dai monologhi alle commedie musicali, incontra un grande successo in televisione, riproponendo sul piccolo schermo i suoi spettacoli più riusciti. Fin da ragazzo suona vari strumenti (chitarra, pianoforte, fisarmonica, contrabbasso) e canta nelle feste studentesche e nei bar all’aperto. Si iscrive al Centro Teatro Ateneo, in cui insegnano attori quali Giancarlo Sbragia e Arnoldo Foà, e in seguito frequenta il corso di mimica di Giancarlo Cobelli, che nota le sue qualità e lo scrittura per un suo spettacolo d’avanguardia, Can Can degli Italiani (1963), che segnerà il debutto teatrale del giovane Proietti. Negli anni successivi lo troviamo in ruoli secondari con vari gruppi teatrali: in Il mercante di Venezia (1966) di Ettore Giannini, e, con il Gruppo Sperimentale 101 Le mammelle di Tiresia (1968) di Guillaume Apollinaire; Nella giungla delle città (1968) di Bertolt Brecht, Coriolano (1969) di William Shakespeare, Il dio Kurt (1969) di Alberto Moravia, e altre opere, fino al primo grande successo, quando viene inaspettatamente chiamato a sostituire Domenico Modugno nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Alleluja brava gente. A seguire il dramma di Sam Benelli La cena delle beffe (1974), con Carmelo Bene; nel ’76 A me gli occhi, please, considerata una fra le sue prove teatrali più riuscite, e che sarà riportata in scena con grande successo nel ’93, ’96 e, nel 2000, al Teatro Olimpico. Nel ’78, con Sandro Merli, diventa direttore artistico del Teatro Brancaccio di Roma, dove crea un suo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche per i giovani attori che rappresenterà un vero trampolino per volti noti dello spettacolo (Flavio Insinna, Enrico Brignano, Giorgio Tirabassi, Francesca Reggiani e molti altri). Segue una serie di performances, fra cui Il bugiardo di Carlo Goldoni (1980, regia di Ugo Gregoretti), Edipo re di Sofocle (1981, regia di Vittorio Gassman), I sette re di Roma di Luigi Magni (1989, regia di Pietro Garinei), e altre per le quali, oltre a recitare, cura anche la regia, come Caro Petrolini (1979), Cyrano de Bergerac (1985), Liolà di Luigi Pirandello (1988), Guardami negli occhi (1989) e La pulce nell’orecchio (1991) di Georges Feydeau, Socrate (2000, adattamento di Vincenzo Cerami dai Dialoghi di Platone), Full Monty (2001, versione teatrale del film omonimo del ’97), Io, Toto e gli altri (2002, ripreso quattro anni dopo), e molti altri. A partire dagli anni Ottanta ha diretto anche alcune opere liriche: Tosca di Giacomo Puccini nel 1983, Don Pasquale di Gaetano Donizetti nel 1985, Falstaff e Nabucco di Giuseppe Verdi (rispettivamente nel 1985 e nel 2009), Le nozze di Figaro e Don Giovanni (nel 1986 e nel 2002) di Wolfgang Amadeus Mozart, Carmen di Georges Bizet nel 2010. Istrionico, grande improvvisatore, dotato di un’ottima voce e molto audace negli sperimentalismi, al cinema lo ricordiamo nel ruolo del fidanzato di Sophia Loren nel farsesco La mortadella (1971) di Mario Monicelli, ironico protagonista del musicale Tosca (1973) di Luigi Magni, in cui recita con Monica Vitti, interprete del giovane Pippo nel calligrafico L’eredità Ferramonti (1976) di Mauro Bolognini, stallone da quattro soldi nel cinico Casotto (1977) di Sergio Citti, fanfarone nel satirico Un matrimonio (1978) di Robert Altman, in cui recita con Vittorio Gassman. A partire dalla fine degli anni Ottanta dirada notevolmente le sue apparizioni cinematografiche per proseguire l’attività teatrale e quella televisiva, dove ottiene grande successo con le serie Il Maresciallo Rocca (1996-2004) e L’avvocato Porta (1997-98).
Fra gli altri film ricordiamo Se permettete parliamo di donne (1964) di Ettore Scola, Le piacevoli notti (1966) di Armando Crispino e Luciano Lucignani, La ragazza del bersagliere (1967) di Alessandro Blasetti, Lo scatenato (1967) di Franco Indovina, La matriarca (1968) di Pasquale Festa Campanile, Una ragazza piuttosto complicata (1969) di Damiano Damiani, La virtù sdraiata (1969) di Sidney Lumet, tratto dal libro omonimo di Antonio Leonviola ed interpretato da Anouk Aimée, Omar Sharif, Didi Perego, Fausto Tozzi e Lotte Lenya (la grande attrice di teatro austriaca, vedova del musicista e compositore Kurt Weill ed interprete di Jenny nella prima rappresentazione di L’opera da tre soldi – 1929 – di Bertolt Brecht), Brancaleone alle crociate (1970) di Mario Monicelli, Bubù (1971) di Mauro Bolognini, Gli ordini sono ordini (1972) di Franco Giraldi, Meo Patacca (1972) di Marcello Ciorciolini, La proprietà non è più un furto (1973) di Elio Petri, con Flavio Bucci, Daria Nicolodi, Ugo Tognazzi e Salvo Randone, Le farò da padre (1974) di Alberto Lattuada, Musica per la libertà (1975) di Luigi Perelli, Bordella (1976) di Pupi Avati, Chi dice donna dice donna (1976) di Tonino Cervi, Febbre da cavallo (1976) e Mi faccia causa (1985) di Steno, Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d’Europa (1978) di Ted Kotcheff (il futuro regista di Rambo), Due pezzi di pane (1979) di Sergio Citti, Non ti conosco più amore (1980) di Sergio Corbucci, Di padre in figlio (1982) di Vittorio Gassman, FF. SS.” – Cioè: “che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene? (1983) di Renzo Arbore, Eloise, la figlia di D’Artagnan (1994) di Bertrand Tavernier, Panni sporchi (1998) di Mario Monicelli, Tutti al mare (2011) di Matteo Cerami, Indovina chi viene a Natale? (2013) di Fausto Brizzi, Alberto il grande (2014) di Carlo e Luca Verdone, Il premio (2017) di Alessandro Gassman, Pinocchio (2019) di Matteo Garrone. Ha doppiato attori quali Marlon Brando - in Riflessi in un occhio d’oro (1967) di John Huston, Richard Burton - Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966) di Mike Nichols -, Alex Cord - I cinque disperati duri a morire (1970) di Gordon Flemyng - , Kevin Costner - Attraverso i miei occhi (2019) di Simon Curtis - , Robert De Niro - Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all’inferno (1972) di Martin Scorsese, Gli ultimi fuochi (1976) di Elia Kazan, Casinò (19959 di M. Scorsese - , Ray Danton - Agente speciale L.K. Operazione Re Mida (1967) di Jesus Franco - , Kirk Douglas - Uomini e cobra (1970) di Joseph L. Mankiewicz -, Henry Fonda - L’ora della furia (1968) di Vincent McEveety -, Richard Harris - Camelot (1967) di Joshua Logan, Un uomo chiamato cavallo (1970) di Elliott Silverstein -, Charlton Heston - 23 pugnali per Cesare (1970) di Stuart Burge, Hamlet (1996) di Kenneth Branagh -, Dustin Hoffman - Lenny (1974) di Bob Fosse -, Anthony Hopkins - Hitchcock (2012) di Sacha Gervasi -, Rock Hudson - I due invincibili (1969) di Andrew V. McLagen -, Dean Jones - Tutti i mercoledì (1966) di Robert Ellis Miller -, Paul Newman - Buffalo Bill e gli indiani (1976) di Robert Altman - , Michael Pate - Il ritorno del pistolero (1966) di James Neilsen -, Gregory Peck - La notte dell’agguato (1969) di Robert Mulligan -, Michel Piccoli - Diabolik (1968) di Mario Bava -, Jean Reno - I visitatori (1993) di Jean-Marie Poiré -, George Segal - Gioco senza fine -, Dick Shawn - Per favore, non toccate le vecchiette (1967) di Mel Brooks - , Robert Stack - Il più grande colpo del secolo (1967) di Jean Delannoy -, Sylvester Stallone - Rocky (1976) di John G. Avildsen, F.I.S.T. (1978) di Norman Jewison -, Benito Stefanelli - I giorni dell’ira (1967) di Tonino Valerii -, Donald Sutherland - Il Casanova di Federico Fellini (1976) di Federico Fellini. A teatro, a partire dagli anni Sessanta, recita in decine di pièces e, dal decennio successivo, dirige varie opere ed opere liriche. In televisione appare anche in vari film tv - La maschera e il volto
(1965) di Flaminio Bollini, La fantastica storia di Don Chisciotte della Mancha (1970) di Carlo Quartucci, Romanzo popolare italiano (1975) e Viaggio a Goldonia (1982) di Ugo Gregoretti, Fregoli (1981) di Paolo Cavara, Gli innocenti vanno all’estero (1983) di Luciano Salce, La bella Otero (1984) di José Maria Sanchez, Io a modo mio (1985) di Eros Macchi, Sogni e bisogni (1987) di Sergio Citti, Un figlio a metà (1992) e Un figlio a metà - Un anno dopo (1994) di Giorgio Capitani, Mai storie d’amore in cucina (2004) di G. Capitani e Fabio Jephcott, Il veterinario (2004) di J. M. Sanchez - ed in sceneggiati, serie e miniserie - I grandi camaleonti (1964) di Edmo Fenoglio, Il circolo Pickwick (19669 e Le tigri di Mompracem (1974) di Ugo Gregoretti, Il viaggio di Astolfo (1972) di Vito Molinari, Facciaffittasi (1987), Italian Restaurant (1994), Il signore della truffa (2011) di Luis Prieto, L’ultimo papa re (2013) di Luca Manfredi, Una pallottola nel cuore (2014-18). Nel 2018-19 ha partecipato a due puntate del programma documentaristico Ulisse - Il piacere della scoperta di Piero e Alberto Angela, e ad una puntata di Meraviglie - La penisola dei tesori di A. Angela.
2 notes
·
View notes
Text
italiani confusi perchè sto show non ha avuto pause pubblicitarie monologhi di influencer drammi vari litigate col pubblico ed è finito in due ore precise
3 notes
·
View notes
Text
Gigi Proietti: L'Icona Multifaceted dell'Arte Italiana
Gigi Proietti, nato il 2 novembre 1940 a Roma e scomparso il 2 novembre 2020, è stato uno degli artisti più versatili e amati d'Italia. La sua carriera eclettica lo ha visto distinguersi in molteplici campi, tra cui il cinema, il teatro, la televisione, la doppiaggio e la musica. Con il suo talento innato, la sua capacità di trasformarsi in personaggi diversi e il suo carisma unico, Proietti è diventato un'icona indiscussa dell'arte italiana. Il Teatro e il Mondo del Cabaret La carriera di Gigi Proietti è iniziata nel mondo del teatro e del cabaret. Dopo aver studiato recitazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ha debuttato sulle scene teatrali nel 1962 con lo spettacolo "I giorni del teatro," ma è stato il suo coinvolgimento con il celebre Gruppo Sistina negli anni '70 a consolidare la sua fama. In questo contesto, ha messo in scena e recitato in numerosi spettacoli di successo, dimostrando un talento innato per l'umorismo e la satira. Il suo repertorio comprendeva spettacoli di cabaret, monologhi comici e parodie che lo hanno reso un punto di riferimento per il pubblico italiano. Il Cinema e la Televisione Gigi Proietti ha portato la sua versatilità anche sul grande schermo, lavorando con registi di fama internazionale come Federico Fellini in "La città delle donne" (1980) e Nanni Moretti in "Caro diario" (1993). Ha interpretato una vasta gamma di ruoli, dalle commedie ai drammi, dimostrando la sua capacità di adattarsi a qualsiasi personaggio. Nel corso della sua carriera cinematografica, ha ricevuto riconoscimenti e premi per le sue interpretazioni di alto livello. Inoltre, Proietti ha lasciato il segno anche in televisione, dove è apparso in una serie di programmi di successo. È stato il volto di "Quelli della notte," un popolare show di varietà degli anni '80, e ha condotto programmi televisivi come "Il maresciallo Rocca" e "La valigia sul letto." La sua presenza in TV è stata una costante nella vita degli spettatori italiani, che hanno apprezzato il suo talento e il suo senso dell'umorismo. Il Mondo del Doppiaggio Oltre alla sua carriera di attore, Gigi Proietti è stato un rinomato doppiatore. Ha prestato la sua voce a numerosi personaggi di film d'animazione, come il Genio di Aladdin, e ha dato voce a celebrità straniere nei loro film doppiati in italiano. La sua versatilità vocale e la sua capacità di adattare il tono e l'intonazione alla perfezione lo hanno reso uno dei doppiatori più apprezzati d'Italia. La Musica e il Teatro Musicale Oltre al suo lavoro nel mondo dello spettacolo, Gigi Proietti era anche un musicista talentuoso. Ha inciso album di successo e ha dimostrato la sua abilità nel canto attraverso le sue performance teatrali in spettacoli musicali come "Barnum" e "La vedova allegra." La sua presenza scenica e la sua voce carismatica lo hanno reso un interprete ideale per i musical. Il Commiato dell'Italia da Gigi Proietti La morte di Gigi Proietti il 2 novembre 2020 ha lasciato un vuoto nell'arte e nella cultura italiane. L'intero paese ha pianto la perdita di questo grande artista, amato per la sua umanità, la sua versatilità e il suo contributo ineguagliabile all'arte italiana. La sua carriera poliedrica e le sue interpretazioni indimenticabili resteranno per sempre nella memoria collettiva dell'Italia e continueranno a ispirare le future generazioni di artisti. Foto copertina: https://pixabay.com/it/photos/biglietto-buono-ammissione-2974645/ Read the full article
0 notes
Text
Pensieri
la mia voce rovina un po' tutto, ma ci tenevo a pubblicarlo comunque🌼🌻
#frasi#frasi belle#frasi tumblr#frasi vere#scrittori italiani#scrittori emergenti#volareinaltoversoilcielo#pensieri malinconici#compagnia#pensieri#scrivere#scrittori#scrittura#frasi e citazioni#monologhi#citazione vita#aestethic#ocean waves#domande#quotes#send me anons#anonimo#anon ask#frasi tristi#tumblr quotes#love quotes#life quotes#friends#giovani scrittori#scritto da me
35 notes
·
View notes
Photo

Ieri sera, studi di Cartabianca. Dopo 19 minuti quasi ininterrotti di Salvini, senza contraddittorio, tra monologhi, elenchi, accuse, slogan (“riapriamo tutto”) e demagogia spicciola (“Gli italiani vogliono tornare a vivere”), entra in scena Enrico Lucci. E fa quello che nessun giornalista ormai fa più: incalzarlo e metterlo davanti alle sue contraddizioni. In tre mosse. La prima. “Sta’ cosa la sappiamo già tutti che gli italiani vogliono tornare a vivere, non è ‘na novità. Da un politico ci si aspetta che non racconti il disastro ma lo risolva.” Due. “Avevate detto agli imprenditori dello sci: ristori per il primo marzo. Ora siete voi al governo. Quando arriveranno?” E infine, sui ristoranti alla sera, si supera: “Ma lo vuoi capì o no che se riapri la sera scoppia il bordello? La gente s’embriaga, se fa le canne, se fa de’ tutto. Questa cosa di aprire tutto nun se po’ fa!” E, come ogni volta che viene messo davanti a un contraddittorio vero, Salvini bofonchia, annaspa, ride, cambia argomento. E non sa rispondere. Una piccola, grande, lezione di giornalismo. Lorenzo Tosa
66 notes
·
View notes
Text
Comica (mente)
Di norma non leggo i libri scritti da comici televisivi italiani. Perché la maggior pare di essi si riduce alla riproposizione dei loro monologhi. Mi sorprende non si rendano conto per primi di un fatto molto semplice. Un testo comico acquista forza e senso se abbinato al proprio cabarettista. La comicità non è fatta solo di parole, ma anche di gesti e atteggiamenti. Non è il cosa dici, ma il come lo dici. E sulla carta tutto questo si perde.
4 notes
·
View notes
Photo


Premio di Poesia, Narrativa e Teatro “Memorial Giovanni Leone” –
I valori della famiglia - 2^ Edizione. Scadenza 15/04/2021
L’Associazione culturale e teatrale “Luce dell’Arte” di Roma indice il Premio di Poesia, Narrativa e Teatro “Memorial Giovanni Leone” – I valori della famiglia 2^ Edizione, in onore del rag. Giovanni Leone, scomparso da alcuni anni (Manfredonia (FG) 20/05/1931 – Manfredonia (FG) 19/07/2011). Un premio voluto fortemente dall’Associazione per non lasciare nel dimenticatoio un “uomo di grande spessore culturale”, ricco di una rara nobiltà d’animo, distintosi per l’impegno e l’ardore messi nel suo lavoro di impiegato postale, ma soprattutto per la forte sete di conoscenza che l’ha portato a studiare sempre libri di svariate discipline, costruendosi in casa un’enorme biblioteca, ed il senso di sacrificio, amore per la famiglia che l’ha accompagnato fin da giovanissimo, dandogli la forza di vincere ogni battaglia esistenziale. Giovanni Leone, un piccolo “eroe della quotidianità” amato da tutti nella sua città per il suo altruismo e spirito di solidarietà, l’attaccamento appassionato ad ideali e principi morali ed al suo nucleo famigliare, di cui andava fiero. Ecco perché abbiamo voluto sottolineare il tema “I valori della famiglia”, ritenendolo il motore principale di questo uomo che ha lasciato tanto interiormente a chi ha avuto la fortuna di conoscerlo o averlo vicino.
Il premio è suddiviso in Due sezioni ed è aperto ad autori italiani e stranieri. Età minima autori per partecipare 18 anni; età massima nessun limite. Per ciascuna sezione si può aderire con opere già premiate o non ancora in altri premi letterari.
Sezione A) Poesia e Videopoesia a tema “I valori della famiglia”: si può partecipare con poesie edite o inedite in lingua italiana o in vernacolo con traduzione a tema “I valori della famiglia”. In più si possono inviare Videopoesie sempre sulla stessa tematica. Il numero massimo di opere da inviare è di tre. Sono ammessi anche libri editi di poesia o e-book e raccolte poetiche inedite. Nessun limite di lunghezza per gli elaborati. N.B. È possibile inviare illustrazione o dipinto di propria creazione con annessa breve poesia o piccola raccolta poetica, in questo caso allegare copia opera artistica in formato jpeg 13 x18.
Sezione B) Narrativa e Teatro a tema “I valori della famiglia”: si può partecipare con racconti, romanzi, fiabe, saggi e testi teatrali editi o inediti con tema “I valori della famiglia”, in larga misura opere che trattino qualsiasi situazione e sentimento legato alla famiglia. Nel genere testi teatrali, precisiamo che oltre a commedie e tragedie, sono ammessi per la partecipazione monologhi, corti teatrali e brevi sceneggiature. Il numero massimo di opere da inviare è di tre. Si possono inviare anche e-book. Nessun limite di lunghezza per gli elaborati. N.B. È possibile inviare illustrazione o dipinto di propria creazione con annesso racconto breve o monologo, in questo caso allegare copia opera artistica in formato jpeg 13 x18.
Art. 1: Per tutte le sezioni gli elaborati devono essere spediti obbligatoriamente ed esclusivamente per e- mail in formato Doc, Rtf o Pdf in due copie, di cui una anonima e l’altra firmata in calce con annessi la scheda di iscrizione completa di dichiarazione sulla privacy, breve curriculum vitae o biografia e fotocopia versamento della quota di adesione su Postepay. Il tutto va spedito a: [email protected] per il vaglio della Giuria esterna.
Nell’oggetto dell’e-mail inviata con elaborati scrivere sempre: “Partecipazione Premio letterario “Memorial Giovanni Leone” I valori della famiglia 2^ Ed.”
N.B. Solo per chi fosse poco pratico di internet o non in possesso di indirizzo personale di posta elettronica, potrà chiedere alla segreteria dell’Associazione la cortesia di scannerizzare le opere, inviando materiale al concorso soltanto in forma cartacea nelle copie richieste.
Art. 2: Si può partecipare ad Una o a Tutte e Due le sezioni.
La quota di partecipazione a copertura di spese di segreteria è di:
- 10 euro per Una sola sezione, inviando massimo 3 elaborati;
- 15 euro se si partecipa a Due sezioni, inviando un massimo di 3 elaborati a sezione (ossia 6 opere totali).
Modalità di versamento quota di partecipazione tramite carta Postepay indicando le seguenti coordinate:
numero carta: 5333 1710 4875 7252
beneficiario: Carmela Gabriele
codice fiscale GBRCML77E71H926K
Il contributo richiesto per spese di segreteria tramite ricarica Postepay può essere effettuato in modo semplice presso sportelli di uffici postali e tabaccherie, e richiede a parte una minima spesa di commissione esclusa dalla quota di partecipazione, ossia 1 euro o 2 euro.
Art. 3: Le opere devono pervenire tramite indirizzo di posta elettronica entro e non oltre il 15 Aprile 2021, data di scadenza Premio.
Per chi eventualmente non fosse capace di usare internet o sfornito di indirizzo di posta elettronica, invece, il materiale, dopo aver parlato con la segreteria, va spedito tramite posta raccomandata a:
Dr.ssa Carmela Gabriele, Presidente Ass. Luce dell'Arte,
via dei gelsi, n. 5 – 00171, Roma, (Rm).
Tutte le opere che giungeranno non attenendosi al regolamento, verranno scartate e non saranno più restituite.
Art. 4: A giudicare le opere sarà una Giuria di Qualità, composta da membri del mondo culturale, che conferirà premi ai primi Tre per sezione ed un Premio Assoluto della Critica. Inoltre ci saranno un Premio Miglior Giovane Autore, Menzioni Speciali, consistenti in Medaglie, ed eventuali Diplomi d’Onore, consistenti in pergamene. Non sono previsti ex – equo. Tutti i partecipanti al Premio che ne faranno richiesta, riceveranno come riconoscimento via e-mail un Diploma di Merito personalizzato.
Art. 5: Saranno assegnati i seguenti premi per sezione:
Primo classificato: Grande Targa + Diploma di Merito
Secondo classificato: Targa + Diploma di Merito
Terzo classificato: Trofeo + Diploma di Merito
Premio Assoluto della Critica: Grande Medaglia o Targa + Diploma di Merito
Premio Miglior Giovane Autore: Grande Medaglia o Targa + Diploma di Merito
Menzione speciale: Medaglia + Diploma di Merito
Altri riconoscimenti: Diploma d’Onore
Art.6: I vincitori saranno contattati tempestivamente per e-mail e telefono. La cerimonia di premiazione avverrà nel mese di Maggio 2021 dal vivo a Roma, in prestigiosa Sala eventi, di Sabato o Domenica, nel caso non ci siano problemi con la situazione particolare che stiamo vivendo col Coronavirus, altrimenti sarà fatta esclusivamente via web con video conferenza del Presidente Associazione e dei Giurati, che leggeranno opere dei vincitori e parleranno del Premio.
In quest’ultimo caso, i premi saranno spediti a casa dei vincitori con un loro minimo contributo spese. Ed inoltre ci sarà successivamente da parte dell’Associazione invito ad accoglierli tutti di persona in tempi tranquilli ed in una prossima manifestazione culturale, dando l’opportunità di presentare una loro opera al pubblico.
Invece, in caso di cerimonia di premiazione attuabile in Sala eventi a Roma, i premi vanno ritirati personalmente il giorno della premiazione, tramite delegato solamente in casi di grave impedimento fisico (malattia, invalidità) o motivi di lavoro. Se assenti i premiati, a casa saranno spediti a loro spese solo i diplomi.
Art. 7: Chi partecipa al Premio, accetta tutte le condizioni del presente Bando e le normative sulla privacy per il trattamento dati personali. Per richiesta di qualsiasi altra informazione, contattare il Presidente dell'associazione, la dott.ssa Carmela Gabriele, al seguente indirizzo e-mail: [email protected]. Recapito telefonico Ass. Luce dell'Arte: 3481184968.
Il sito da visitare è:
www.lucedellarte.altervista.org
Pagina Facebook Ass: Associazione culturale e teatrale Luce dell’Arte
Pagina Facebook Premio: Premio di Poesia, Narrativa e Teatro “Memorial Giovanni Leone”
In fede,
Il Presidente dell'Ass.Luce dell'Arte,
dr.ssa Carmela Gabriele
A tutti consiglio di fotocopiare e diffondere il seguente Bando per incrementare la partecipazione all'iniziativa culturale.
Scheda di iscrizione da allegare:
Il/La sottoscritt _ _________________________________________
Nato/a a _________________________________ il ________________
Residente a _________________________ Prov. ( _____ ) CAP. _______
Indirizzo __________________________________ n.___________
Nazionalità_________________________
e-mail ________________________________________
telefono fisso ___________________ cell.____________________
eventuale sito internet_________________________________________
Chiede di partecipare al Premio di Poesia, Narrativa e Teatro “Memorial Giovanni Leone” – I valori della famiglia 2^ Edizione sezione/sezioni _________________________________
Titolo dell’opera/delle opere con cui partecipa ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ che dichiaro essere frutto del mio ingegno.
Autorizzo all'uso dei dati personali al solo fine del Premio.
SI (barrare sul consenso)
Luogo e data ________________________________________
Firma ___________________________
#premio memorial Giovanni Leone I valori della famiglia 2^ Edizione#Memorial Giovanni Leone#concorsi letterari roma#premi letterari#premi letterari roma#Associazione culturale e teatrale Luce dell'Arte#eventi roma#libri#romanzi#teatro#poesia#fotografia#pittura#videopoesia
1 note
·
View note
Photo

Premio di Poesia, Narrativa e Teatro “Memorial Giovanni Leone” –
I valori della famiglia - 2^ Edizione. Scadenza 15/04/2021
L’Associazione culturale e teatrale “Luce dell’Arte” di Roma indice il Premio di Poesia, Narrativa e Teatro “Memorial Giovanni Leone” – I valori della famiglia 2^ Edizione, in onore del rag. Giovanni Leone, scomparso da alcuni anni (Manfredonia (FG) 20/05/1931 – Manfredonia (FG) 19/07/2011). Un premio voluto fortemente dall’Associazione per non lasciare nel dimenticatoio un “uomo di grande spessore culturale”, ricco di una rara nobiltà d’animo, distintosi per l’impegno e l’ardore messi nel suo lavoro di impiegato postale, ma soprattutto per la forte sete di conoscenza che l’ha portato a studiare sempre libri di svariate discipline, costruendosi in casa un’enorme biblioteca, ed il senso di sacrificio, amore per la famiglia che l’ha accompagnato fin da giovanissimo, dandogli la forza di vincere ogni battaglia esistenziale. Giovanni Leone, un piccolo “eroe della quotidianità” amato da tutti nella sua città per il suo altruismo e spirito di solidarietà, l’attaccamento appassionato ad ideali e principi morali ed al suo nucleo famigliare, di cui andava fiero. Ecco perché abbiamo voluto sottolineare il tema “I valori della famiglia”, ritenendolo il motore principale di questo uomo che ha lasciato tanto interiormente a chi ha avuto la fortuna di conoscerlo o averlo vicino.
Il premio è suddiviso in Due sezioni ed è aperto ad autori italiani e stranieri. Età minima autori per partecipare 18 anni; età massima nessun limite. Per ciascuna sezione si può aderire con opere già premiate o non ancora in altri premi letterari.
Sezione A) Poesia e Videopoesia a tema “I valori della famiglia”: si può partecipare con poesie edite o inedite in lingua italiana o in vernacolo con traduzione a tema “I valori della famiglia”. In più si possono inviare Videopoesie sempre sulla stessa tematica. Il numero massimo di opere da inviare è di tre. Sono ammessi anche libri editi di poesia o e-book e raccolte poetiche inedite. Nessun limite di lunghezza per gli elaborati. N.B. È possibile inviare illustrazione o dipinto di propria creazione con annessa breve poesia o piccola raccolta poetica, in questo caso allegare copia opera artistica in formato jpeg 13 x18.
Sezione B) Narrativa e Teatro a tema “I valori della famiglia”: si può partecipare con racconti, romanzi, fiabe, saggi e testi teatrali editi o inediti con tema “I valori della famiglia”, in larga misura opere che trattino qualsiasi situazione e sentimento legato alla famiglia. Nel genere testi teatrali, precisiamo che oltre a commedie e tragedie, sono ammessi per la partecipazione monologhi, corti teatrali e brevi sceneggiature. Il numero massimo di opere da inviare è di tre. Si possono inviare anche e-book. Nessun limite di lunghezza per gli elaborati. N.B. È possibile inviare illustrazione o dipinto di propria creazione con annesso racconto breve o monologo, in questo caso allegare copia opera artistica in formato jpeg 13 x18.
Art. 1: Per tutte le sezioni gli elaborati devono essere spediti obbligatoriamente ed esclusivamente per e- mail in formato Doc, Rtf o Pdf in due copie, di cui una anonima e l’altra firmata in calce con annessi la scheda di iscrizione completa di dichiarazione sulla privacy, breve curriculum vitae o biografia e fotocopia versamento della quota di adesione su Postepay. Il tutto va spedito a: [email protected] per il vaglio della Giuria esterna.
Nell’oggetto dell’e-mail inviata con elaborati scrivere sempre: “Partecipazione Premio letterario “Memorial Giovanni Leone” I valori della famiglia 2^ Ed.”
N.B. Solo per chi fosse poco pratico di internet o non in possesso di indirizzo personale di posta elettronica, potrà chiedere alla segreteria dell’Associazione la cortesia di scannerizzare le opere, inviando materiale al concorso soltanto in forma cartacea nelle copie richieste.
Art. 2: Si può partecipare ad Una o a Tutte e Due le sezioni.
La quota di partecipazione a copertura di spese di segreteria è di:
- 10 euro per Una sola sezione, inviando massimo 3 elaborati;
- 15 euro se si partecipa a Due sezioni, inviando un massimo di 3 elaborati a sezione (ossia 6 opere totali).
Modalità di versamento quota di partecipazione tramite carta Postepay indicando le seguenti coordinate:
numero carta: 5333 1710 4875 7252
beneficiario: Carmela Gabriele
codice fiscale GBRCML77E71H926K
Il contributo richiesto per spese di segreteria tramite ricarica Postepay può essere effettuato in modo semplice presso sportelli di uffici postali e tabaccherie, e richiede a parte una minima spesa di commissione esclusa dalla quota di partecipazione, ossia 1 euro o 2 euro.
Art. 3: Le opere devono pervenire tramite indirizzo di posta elettronica entro e non oltre il 15 Aprile 2021, data di scadenza Premio.
Per chi eventualmente non fosse capace di usare internet o sfornito di indirizzo di posta elettronica, invece, il materiale, dopo aver parlato con la segreteria, va spedito tramite posta raccomandata a:
Dr.ssa Carmela Gabriele, Presidente Ass. Luce dell'Arte,
via dei gelsi, n. 5 – 00171, Roma, (Rm).
Tutte le opere che giungeranno non attenendosi al regolamento, verranno scartate e non saranno più restituite.
Art. 4: A giudicare le opere sarà una Giuria di Qualità, composta da membri del mondo culturale, che conferirà premi ai primi Tre per sezione ed un Premio Assoluto della Critica. Inoltre ci saranno un Premio Miglior Giovane Autore, Menzioni Speciali, consistenti in Medaglie, ed eventuali Diplomi d’Onore, consistenti in pergamene. Non sono previsti ex – equo. Tutti i partecipanti al Premio che ne faranno richiesta, riceveranno come riconoscimento via e-mail un Diploma di Merito personalizzato.
Art. 5: Saranno assegnati i seguenti premi per sezione:
Primo classificato: Grande Targa + Diploma di Merito
Secondo classificato: Targa + Diploma di Merito
Terzo classificato: Trofeo + Diploma di Merito
Premio Assoluto della Critica: Grande Medaglia o Targa + Diploma di Merito
Premio Miglior Giovane Autore: Grande Medaglia o Targa + Diploma di Merito
Menzione speciale: Medaglia + Diploma di Merito
Altri riconoscimenti: Diploma d’Onore
Art.6: I vincitori saranno contattati tempestivamente per e-mail e telefono. La cerimonia di premiazione avverrà nel mese di Maggio 2021 dal vivo a Roma, in prestigiosa Sala eventi, di Sabato o Domenica, nel caso non ci siano problemi con la situazione particolare che stiamo vivendo col Coronavirus, altrimenti sarà fatta esclusivamente via web con video conferenza del Presidente Associazione e dei Giurati, che leggeranno opere dei vincitori e parleranno del Premio.
In quest’ultimo caso, i premi saranno spediti a casa dei vincitori con un loro minimo contributo spese. Ed inoltre ci sarà successivamente da parte dell’Associazione invito ad accoglierli tutti di persona in tempi tranquilli ed in una prossima manifestazione culturale, dando l’opportunità di presentare una loro opera al pubblico.
Invece, in caso di cerimonia di premiazione attuabile in Sala eventi a Roma, i premi vanno ritirati personalmente il giorno della premiazione, tramite delegato solamente in casi di grave impedimento fisico (malattia, invalidità) o motivi di lavoro. Se assenti i premiati, a casa saranno spediti a loro spese solo i diplomi.
Art. 7: Chi partecipa al Premio, accetta tutte le condizioni del presente Bando e le normative sulla privacy per il trattamento dati personali. Per richiesta di qualsiasi altra informazione, contattare il Presidente dell'associazione, la dott.ssa Carmela Gabriele, al seguente indirizzo e-mail: [email protected]. Recapito telefonico Ass. Luce dell'Arte: 3481184968.
Il sito da visitare è:
www.lucedellarte.altervista.org
Pagina Facebook Ass: Associazione culturale e teatrale Luce dell’Arte
Pagina Facebook Premio: Premio di Poesia, Narrativa e Teatro “Memorial Giovanni Leone”
In fede,
Il Presidente dell'Ass.Luce dell'Arte,
dr.ssa Carmela Gabriele
A tutti consiglio di fotocopiare e diffondere il seguente Bando per incrementare la partecipazione all'iniziativa culturale.
Scheda di iscrizione da allegare:
Il/La sottoscritt _ _________________________________________
Nato/a a _________________________________ il ________________
Residente a _________________________ Prov. ( _____ ) CAP. _______
Indirizzo __________________________________ n.___________
Nazionalità_________________________
e-mail ________________________________________
telefono fisso ___________________ cell.____________________
eventuale sito internet_________________________________________
Chiede di partecipare al Premio di Poesia, Narrativa e Teatro “Memorial Giovanni Leone” – I valori della famiglia 2^ Edizione sezione/sezioni _________________________________
Titolo dell’opera/delle opere con cui partecipa ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ che dichiaro essere frutto del mio ingegno.
Autorizzo all'uso dei dati personali al solo fine del Premio.
SI (barrare sul consenso)
Luogo e data ________________________________________
Firma ___________________________
#premio memorial giovanni leone#premio di poesia#narrativa e teatro Memorial giovanni Leone I valori della famiglia 2^ Edizione#dr.ssa Carmela Gabriele#Associazione Luce dell'arte#premi#concorsi e premi letterari#teatro#libri#opere edite#opere inedite#poesia#narrativa#fiabe#saggi#giovani autori#autori emergenti#premio della critica a roma#fotografia#racconti#romanzi#monologhi teatrali#cortometraggi#sceneggiature#corti
1 note
·
View note
Text
IL PREMIO UBU ANDREA COSENTINO A FRAMURA PER NUOVE TERRE
Mercoledì 14 agosto ore 21.30 / Località Costa – Framura – Ingresso libero
Aldes / Akròama
KOTEKINO RIFF
DI e con Andrea Cosentino (Premio Ubu 2018)
Musiche in scena Michele Giunta ǀ supervisore dinamico Andrea Virgilio Franceschi
Evento in collaborazione con CapoTrave / Kilowatt 2017
Andrea Cosentino – premio speciale Ubu 2018 – è un genio attoriale del nostro tempo: un po’ comico dell’arte che si porta dietro le sue maschere e i suoi lazzi migliori, un po’ jazzista che lavora a trovare il suo suono e il suo stile. Riconoscibile e inimitabile.
Kotekino Riff è un coito caotico di sketch interrotti, una roulette russa di gag sull’idiozia, un fluire sincopato di danze scomposte, monologhi surreali e musica. E’ una esercitazione comica sulla praticabilità della scena, sulla fattibilità dei gesti, sull’abitabilità dei corpi, sulla dicibilità delle storie. Una clownerie gioiosa e nichilista senza altro senso che lo stare al gioco.
KOTEKINO RIFF è il gioco del togliere di mezzo l’opera: da un lato resta l’attore, come macchina ludica di significazione, dall’altro il teatro come esercitazione allo stare comunitario. Vuol dire mille cose diverse: dinamiche di potere, di rappresentazione, di rappresentanza, di racconto, di seduzione. Racchiude questioni importanti e sempre attuali: la coralità, il prendere la parola, il potere, la fiducia e l’inaffidabilità, l’autorevolezza, l’autorialità e l’autoritarismo.
Andrea Cosentino – Attore, autore, comico e studioso di teatro. E’ inventore, proprietario, conduttore e conduttrice unico/a di Telemomò, la televisione autarchica a filiera corta. Tra i suoi spettacoli ‘La tartaruga in bicicletta in discesa va veloce’, il ‘dittico del presente’ costituito da L’asino albino e Angelica (i cui testi son pubblicati in Carla Romana Antolini (a cura di), Andrea Cosentino l’apocalisse comica, Roma, Editoria e spettacolo, 2008), Antò le Momòavanspettacolo della crudeltà, Primi passi sulla luna (il cui testo in versione narrativa è pubblicato da Tic edizioni), Not here not now e (in collaborazione con Roberto Castello) Trattato di economia. Le sue apparizioni televisive vanno dalla presenza come opinionista comico nella trasmissione AUT-AUT (Gbrcircuito Cinquestelle) nel 1993 alla partecipazione nel 2003 alla trasmissione televisiva Ciro presenta Visitors (RTI mediaset), per la quale inventa una telenovela serial-demenziale recitata da bambole di plastica. E’ promotore del PROGETTO MARA’SAMORT, che opera per un’ipotesi di teatro del-con-sul margine, attraverso un aricerca tematica, linguistica e performativa sulle forme
espressive subalterne.
INFO
Officine Papage – 339.8698181 [email protected]
nuoveterre.officinepapage.itPagina Facebook: Festival Nuove Terre
www.officinepapage.it
Ufficio stampa Marzia Spanu
#gallery-0-5 { margin: auto; } #gallery-0-5 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 33%; } #gallery-0-5 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-0-5 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
Cooperativa Battelieri del Porto di Genova
NetParade.it
Quezzi.it
AlfaRecovery.com
Comuni-italiani.it
Il Secolo XIX
CentroRicambiCucine.it
Contatti
Stefano Brizzante
Impianti Elettrici
Informatica Servizi
Edilizia
Il Secolo XIX
MusicforPeace Che Festival
MusicforPeace Programma 29 maggio
Programma eventi Genova Celebra Colombo
Genova Celebra Colombo
Andrea Cosentino a Framura con “Kotekino Riff” IL PREMIO UBU ANDREA COSENTINO A FRAMURA PER NUOVE TERRE Mercoledì 14 agosto ore 21.30 / Località Costa - Framura - Ingresso libero…
1 note
·
View note
Text
Il festival di Sanremo più che festival della canzone italiana la definirei il festival dell’ipocrisia, dell’incoerenza, della doppia morale e dei doppi standard. Più che altro, Sanremo è l’antitesi della musica italiana. I monologhi su pregiudizi e sulla Costituzione sono solo una presa per il culo a tutti gli italiani.
1 note
·
View note
Text
Debutterà giovedì 8 febbraio 2024 alle ore 21.00 al Teatro degli Audaci - via Giuseppe De Santis, 29 - la commedia di Roberto D’Alessandro L’ammazzo col gas, regia di R. D’Alessandro, ed interpretata da Danila Stalteri e Gianni Ferreri. Dopo il successo della stagione 2022-23 torna a teatro L’ammazzo col gas, una sketch comedy a due attori e decine di personaggi portati in scena dagli irresistibili Gianni Ferreri e Danila Stalteri. Da giovedì 8 a domenica 11 febbraio 2024 lo spettacolo sarà in scena al Teatro degli Audaci di Roma. Prodotto da StArtLab con la regia e la drammaturgia di Roberto D'Alessandro, la sketch comedy prevede continui cambi d'abito e di situazione. I nostri protagonisti dipingono una serie di scenari di vita matrimoniale in cui l'insofferenza verso il coniuge rimane al centro della scena. Dopo il debutto nel 2022, lo spettacolo è andato in scena in numerosi teatri italiani con grande successo di pubblico e critica. Un Marito attore-autore-regista e una Moglie attrice primadonna; i due si trovano in un teatro di un luogo imprecisato per mettere in scena uno spettacolo che da anni rappresenta il loro cavallo di battaglia ma subito dopo l’inizio qualcosa comincia ad andare storto…Lo spettacolo si snoda attraverso una serie di scene che esaminano, in chiave rigorosamente comica e grottesca, svariate casistiche delle tipologie di mogli o mariti che alla fine vengono "eliminati" dal coniuge. Vediamo così il marito che si crede vittima della gelosia della moglie o la moglie gassofoba, il marito rompiscatole o la moglie ricca e racchia. Una galleria di personaggi per uno spettacolo dal ritmo sfrenato pieno di colpi di scena. Danila Stalteri ha debuttato giovanissima al cinema ed ha proseguito la sua carriera soprattutto a teatro dove scrive, dirige e interpreta sia esilaranti one woman show (Manco fossi Laura Chiatti, Odio i monologhi - però li faccio) sia commedie corali (Ti va di sposarmi?). Ha preso parte a numerose fiction di successo, fra cui Terra ribelle e Un'altra vita, con Vanessa Incontrada, entrambe per la regia di Cinzia Th Torrini, L'Allievacon Alessandra Mastronardi, Nero a metà, con Claudio Amendola, Lea con Anna Valle. Gianni Ferreri, interprete teatrale napoletano, ha riscosso successo anche al cinema diretto da Leonardo Pieraccioni e Paolo Genovese & Luca Miniero, ma soprattutto in televisione, con il ruolo del sovrintendente Ingargiola nella miniserie a puntate Distretto di Polizia. La commedia L’ammazzo col gas di Roberto D’Alessandro - regia: Roberto D'Alessandro; interpreti: Danila Stalteri, Gianni Ferreri; luci e audio: Cristian Martorana; costumi: Eleonora Tondo; scenografie: Cri.Escions; produzione: StArt LAB; durata: 90’ - rimarrà in scena al Teatro degli Audaci fino a domenica 11 febbraio 2024 (orari: da giovedì 8 a sabato 10, ore 21.00; domenica 11, ore 18.00).
0 notes
Text
“Autumn at Sorrento”: la parodia del viaggio in Italia per Robert Browning. Ovvero: riflessioni sull’opera di un poeta da rileggere (senza di lui, non potremmo capire T. S. Eliot, Ezra Pound e Kavafis)
Un autore che non è più letto è un autore che non parla più. La sua voce è condannata al silenzio. Dimenticato, passato di moda (ma cosa c’è di più effimero e fuorviante delle mode letterarie?). Quando poi l’autore in questione si chiama Robert Browning, il poeta vittoriano che per oltre trent’anni fu, nonostante il suo genio, il «grande estraneo» della letteratura inglese, in quanto le sue opere venivano sistematicamente ignorate dal pubblico e stroncate dalla critica, può venire il legittimo sospetto che il destino si accanisca con certi artisti con una particolare determinazione. Eppure Browning è poeta grandissimo, senza il quale sarebbe impossibile comprendere autori del Novecento di primo piano, da T. S. Eliot e Ezra Pound, fino a Konstatinos Kavafis. Come mai, dunque, nessuno più lo legge? La prima risposta che mi verrebbe da dare è che è poeta troppo difficile per i nostri tempi (come altri poeti venuti dopo di lui poco o nulla letti, penso a Luis Cernuda, Hart Crane, Wallace Stevens). Tempi di semplificazioni, che rifuggono la complessità. E tuttavia Browning va letto e riletto (mi riferisco soprattutto ai suoi superbi «monologhi drammatici», e a tutta la produzione antecedente al poema che lo rese finalmente famoso, «L’anello e il libro», nel 1868), perché è dalla sua poesia che ha origine la modernità, così come la intendiamo oggi, così come la interroghiamo oggi, a dispetto della volontà di metterlo in soffitta. Così, dal momento che ruolo del critico è anche quello di ridare voce agli autori dimenticati, tenterò di farlo con una poesia di Browning, non la sua più importante, ma una di quelle a cui sono più affezionato, una poesia di estrema (ma solo apparente) semplicità, composta al ritorno dal suo secondo viaggio in Italia, nel 1845 (il terzo, e ultimo, lo compirà un anno dopo, nella sua fuga d’amore a Firenze con la moglie Elizabeth Barrett, appena posata).
La poesia è The Englishman in Italy (inizialmente con il sottotitolo Autumn at Sorrento, che mi fa venire sempre in mente, per assonanza, il malinconico e cullante standard di Vernon Duke, Autumn in New York, cantato da Billie Holiday): è ispirata al soggiorno di Browning a Piano di Sorrento, sui Colli di San Pietro, dove probabilmente il poeta fu ospite presso il Castello Colonna. Seppure priva di quella spiccata componente narrativa e drammatica tipica delle poesie che Browning andava elaborando per la raccolta Dramatic Romances and Lyrics, pubblicata nello stesso anno, questa poesia prende chiaramente le distanze dall’astrazione e vaghezza shelleyana scaturita dai viaggi italiani, rovesciando il sublime romantico in un elogio della concretezza e dell’infinitamente piccolo, della semplicità e dell’osservazione minuta, che l’avvicina, paradossalmente, al «prose-poet» del mai amato Wordsworth, per il quale la poesia doveva scegliere «eventi e situazioni dalla vita comune» (ma, come vedremo, l’avvicinamento è solo un pretesto, perché in Browning nulla è mai ciò che sembra). Non c’è più traccia qui di identificazione del Soggetto con la Natura, la quale è riscoperta piuttosto con uno sguardo microscopico, con un’attenzione al dettaglio, all’elencazione precisa, alla catalogazione quasi pignola, alla «descrizione pura» che cancella ogni residua partecipazione sentimentale. La componente emotiva è invece tutta sviluppata sul versante delle sensazioni visive, uditive e tattili, come una gioiosa rapsodia sensoriale, un caleidoscopio di immagini, suoni e colori. In questo eden ritrovato che è l’emblema di quella «rara, traboccante bellezza d’Italia» di cui Browning parlerà nella tarda raccolta poetica Asolando, l’io lirico descrive a un’immaginaria bimbetta di nome Fortù, sullo sfondo autunnale di una giornata di pioggia e scirocco, le vivide immagini di un paesaggio e dei suoi natural objects, caratterizzate da un notevole dinamismo descrittivo, tra cui il cibo svolge una funzione di primo piano.
Così, mentre «fuori, sui tetti a terrazza /dove seccavano i fichi, /le ragazze mettevano i graticci al riparo», a causa del maltempo, non c’è lo spettacolo del pescatore che torna da Amalfi, con il suo cesto «tutto palpitante / di polpi grigio-rosei e frutti di mare», mentre attorno a lui si stringono «come diavoletti mocciosi nudi strillando, / bruni come i suoi gamberetti».
Intanto è cominciata la vendemmia:
Nel tino in mezzo al portico /ribolle sanguigno il mosto, / e vi danza a gambe nude tuo fratello, / finché ansando fa una smorfia, / stremato dalla fatica incessante / di pigiare l’uva; / e quando pare abbia finito /nuovo bottino riversano /le ragazze che vanno e vengono senza posa / con la gerla sulle spalle / socchiudendo gli occhi alla pioggia sferzante.
Attraverso queste descrizioni vivide, Browning accumula pennellate di tonalità, con accostamenti cromatici, come in un quadro: il rosso del pomodoro «polposo», il porpora delle «fette di zucca fritta», insieme al blu dell’uva, al bianco della caciotta che «si sfalda come una cipolla» e ancora al rosso della polpa del fico d’India. Ma qual è lo scopo del poeta? Questa scoperta componente pittorica, questo colorismo, che cosa nascondono? Per capirlo dobbiamo arrivare alla seconda sezione della poesia, che è anche la centrale e più ampia, dove viene descritta la scalata, a dorso di mulo, sul «Monte Calvano», ovvero il Monte Vico Alvano, un’altura di 613 metri nei pressi di Arola, una frazione di Vico Equense (un’escursione che mi è capitato di fare a piedi, in pellegrinaggio, per omaggiare Browning e questa sua deliziosa poesia).
L’inizio ha un tono dimesso, ironico, in perfetta sintonia con la serena e gaudente bonarietà dell’introduzione:
Ieri pomeriggio sono salito alla montagna: / tuo fratello, che mi faceva da guida, / presto mi lasciò / per rimpinzarsi di mirtilli / che offrivano sul ciglio della strada / le bacche nero lucide e succose / o per cogliere il tesoro dei sorbi, le biondo rosee mirabili / sorbe lanuginose. / Ma il mio mulo continuava cauto sul sentiero, sicuro e sobrio, / fermandosi solo a ragliare / quando scorgeva giù nella valle / i compagni per via, / carichi di barili d’acqua e di fascine.
I riferimenti espliciti alla lirica di Shelley Marenghi sono qui utilizzati più per prendere le distanze dai suoi toni poetici solenni che per rendere omaggio al suo modello. Ed è proprio questa distanza ironica la chiave di lettura dell’intero componimento. L’immagine della guida che abbandona il poeta per «rimpinzarsi di mirtilli» – laddove il cibo e l’atto del mangiare svolgono ancora una volta un ruolo centrale – è infatti scopertamente comica, e anche quando il registro si fa più elevato, nell’accenno al tesoro dei «mirabili» sorbi, subito dopo il tono si abbassa con la descrizione del mulo che prosegue ragliando. Poi assistiamo ancora a un mutamento di tono: nel continuare la descrizione dell’escursione, e in particolare il movimento ascensionale del percorso, la natura viene antropomorfizzata, ma non per farsi specchio dello stato d’animo del poeta, secondo il tradizionale canone romantico, al contrario per enfatizzarne l’alterità, la distanza dall’uomo, la separazione, perfino l’ostilità. L’atteggiamento del poeta di fronte a questo nuovo aspetto della natura non cambia: il suo occhio resta impassibile, e continua ad essere attento alle manifestazioni più minute della realtà, con un approccio quasi da botanico, annotando le piante selvatiche come la «fumaria», i «mirtilli», i «nespoli», i «sorbi», i «fichi», e i sempreverdi come il «rosmarino» e i «lentischi». Solo quando viene raggiunta la vetta del monte Browning sembra cedere al topos romantico dell’ascesa alla montagna che conduce a una visione rivelatrice: «L’abisso divino /era sopra di me, e attorno, a me le montagne, /e sotto il mare, /e dentro di me il mio cuore a testimoniare / ciò che fu e che sarà».
I versi qui rievocano l’immagine del quadro di Caspar David Friedrich, Il viandante sul mare di nebbia, divenuto poi emblema del Romanticismo, e naturalmente della Ehrebung di matrice kantiana. Non c’è più traccia di «common life»: il tono sembra adeguarsi ora al travelogue poetico, a quel genere, cioè, del diario di viaggio in versi tipico del periodo romantico, dal tono uniformemente solenne, ispirato proprio dal Grand Tour in Italia, come il celebre Childe Harold’s Pilgrimage di Lord Byron, o Italy di Samuel Rogers. Anche la citazione biblica cui Browning ricorre, quando accenna al «terrible crystal» del cielo, riprendendo l’immagine da Ezechiele, è tipico del genere. E l’invito rivolto a Fortù di rinnovare l’avventura di Ulisse con le sirene, di fronte alla visione degli isolotti dei Galli, è un chiaro riferimento all’Italia immortalata come terra del mito e dell’antichità, come vuole la tradizione. Ma siamo sicuri che Browning non stia ancora parodizzando il suo modello? L’ironia, in effetti, è qui nascosta, ma continua ad agire ed è corrosiva. L’intero brano della poesia, infatti, assomiglia molto di più a un congedo definitivo, a un ultimo e tardivo omaggio a un periodo storico-culturale ormai chiuso del tutto, non a caso inserito proprio all’interno di un componimento che si confronta con un modello della tradizione romantica solo per prenderne le distanze, in un audace rovesciamento parodico. E difatti, chiusa la parentesi solenne della Ehrebung, Browning ritorna bruscamente al tono minore della prima parte, quasi a ricordarci la reale dimensione della sua poesia, fatta di notazioni minute, di personaggi umili, di distanziazione ironica: la comparsa in scena del «fabbro calderaio», che «ha piantato il suo fornello a mantice / e si è subito accovacciato / a martellare là sotto il muro» dilegua il climax romantico per contrasto, come se una miniatura avesse preso il posto di un affresco, con un procedimento non troppo dissimile da quello che utilizzerà di lì a poco Gustav Mahler nelle sue Sinfonie, opponendo triviali marcette militari e canzoni popolari a temi più «alti». Ora la scena è occupata interamente dai preparativi per la processione della Vergine del Rosario, con gli «addobbi apparecchiati» in chiesa – le colonne e gli stipiti decorati con «bandierine rosse e azzurre», la volta che «è uno sventolio di nastri», gli altari che brillano di ceri – e il palco pronto ad accogliere i musicisti che suoneranno indifferentemente Auber e Bellini. Browning indugia al pittoresco, ma la descrizione, animata e ricca di dettagli, va letta ancora una volta in chiara funzione ironica e oppositiva rispetto alla maestosità della «visione» sulla cima del monte. Così la «Madonna dai capelli di stoppa», condotta «in pompa magna / attraverso Piano», e i fuochi d’artificio esplosi a chiusura della «processione sgargiante» lasceranno il posto, a notte, alle «vampe di falò» che guizzeranno «dalla cresta del Calvano» e ad altri scoppi. E il racconto dell’io lirico si conclude, non a caso, con un altro invito alla fanciulla Fortù: stavolta, però, il poeta non le chiede di unirsi a lui per partire sulle tracce del mito di Ulisse, ma molto più modestamente – e l’abbassamento drastico di tono ha ancora una volta una funzione parodicamente antitetica – a vederlo «battere con una zappa sull’intonaco / finché non cade uno scorpione / dalle grandi pinze irose», come se l’unica odissea possibile fosse quella da vivere all’interno del proprio «orto», dove le fatali sirene da affrontare sono trasformate in un piccolo scorpione.
Quell’Italia che Byron definiva nel suo Childe «garden of the world», con tutto il suo carico di mitologie e fascinazioni è qui ridotta dunque a «garden» familiare, domestico, recintato da un muretto. Un microcosmo di piccole cose e di eventi minuscoli. «Bazzecole», come le definisce la stessa Fortù – «Such trifles!» – alle quali non resta che contrapporre, a chiusura della poesia, un riferimento concretissimo, cronachistico, alla discussione sull’abolizione del dazio sul grano – ancora il cibo come topos ricorrente, rivelatore direi – prevista in quegli stessi giorni nel Parlamento inglese. Una sorta di ritorno forzato in patria, un’Itaca non desiderata, che incarna il freudiano principio di realtà, a sancire una volta per tutte la fine del «sogno italiano». Il viaggio, l’evasione, l’alterità non sono più possibili. La fine dell’utopia, del mito, del Romanticismo, si celebra qui nella familiarità dello sguardo, nella reticenza dell’immaginario, nella percezione che il mondo finisca là dove la vista può estendersi. Un passo avanti, e siamo già alla vita misurata «con cucchiaini da caffè» dal Prufrock di Eliot. Anche per questo Browning è un grande poeta. E per questo va letto, dunque, per questo bisogna lasciare che la sua voce ritorni a parlare, la voce dei suoi fanatici religiosi, ciarlatani, artisti rovinatisi con le proprie mani, amanti traditi, cattivi poeti, insani uxoricidi, sofisti, mascalzoni di varia natura, viaggiatori caduti in disgrazia, truffatori; la voce del suo Pictor Ignotus, che si fa una ragione del suo anonimato, vi si arrocca dentro come se fosse una corazza, e finge di averlo scelto volontariamente; la voce del suo adorabile Fra Lippo Lippi, l’artista del corpo e dell’esperienza, convinto che, nonostante tutto, il mondo abbia pur sempre un significato «intenso» e «buono»; la voce del suo Orlando, il cavaliere in cerca della Torre Oscura, con la sua vocazione al fallimento. Solo così si può riscoprire il genio sorprendente di questo poeta vittoriano che, forse, ci può aiutare a guardare al nostro presente da una prospettiva più sghemba, più ardita, più imprevedibile, e soprattutto più ricca. In fondo, non è ancora questo lo scopo della poesia?
Fabrizio Coscia
*
(La traduzione dei versi della poesia è di Angelo Righetti, tratta dal volume: R. Browning, Poems-Poesie, Mursia, 1990).
L'articolo “Autumn at Sorrento”: la parodia del viaggio in Italia per Robert Browning. Ovvero: riflessioni sull’opera di un poeta da rileggere (senza di lui, non potremmo capire T. S. Eliot, Ezra Pound e Kavafis) proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/2L9Pcft
5 notes
·
View notes
Text
youtube
⚠SE SIETE FACILMENTE IMPRESSIONABILI NON APRITE IL VIDEO ⚠
#wattpad#scrittori italiani#scrittori emergenti#scrittura#scrittori#scrivere#writers on tumblr#writers#my post#my writing#my art#monologhi#monologo#nuove compagnie#compagnia#anonimo#domande anonime#domande#frasi libri#frasi sulla vita#frasi d'amore#frasi belle#frasi#frasi tumblr#frasi vere#horror#trailer
2 notes
·
View notes
Photo

“Ma che ci faccio qui?”: chissà cosa avrà pensato Mario Draghi ascoltando i discorsi dei parlamentari Di Selvaggia Lucarelli Le dichiarazioni di voto dei politici di ieri sono state un momento da incorniciare, di quelli a metà tra la commedia e la tragedia. Assistere in diretta alla galleria dei monologhi di alcuni scappati da partiti e di alcuni scappati di casa è stato puro intrattenimento. Meglio dell’Eurovision, meglio di Sanremo, con un’unica nota imbarazzante o, come direbbe mio figlio, “cringe”: l’idea che Mario Draghi abbia dovuto assistere a tutto questo. Pagherei oro per sapere cosa gli stesse passando per la mente mentre alcuni senatori parlavano. Suppongo da “C’aveva ragione mia moglie, potevamo invecchiare sereni, facendo qualche bella crociera sul Mediterraneo” a “Dopo chiamo Mattarella e gli dico “Bravo per ‘sta sola che mi ha rifilato”. Partirei dalla senatrice Anna Maria Bernini che, per nulla retorica, asciutta, pulita, senza fronzoli ha affermato: “Noi di Forza Italia ci sentiamo un po’ nutrici del governo, incoraggiato sin dall’inizio da Berlusconi per uscire dalle secche dell’immobilismo del governo precedente. (…) E complimenti a lei, presidente, per aver superato ‘lo stress test’!”. Un’immagine raccapricciante quella di Forza Italia come “nutrice”, roba che uno si immagina Draghi attaccato alla tetta di Berlusconi, roba da non prendere sonno per una settimana. Ma poi, perché i complimenti per aver retto lo stress-test? Cosa si aspettava la Bernini, che Draghi a un certo punto si accasciasse sul banco e dovessero portarlo via a spalla, come la statua di Santa Rosa? Notevole anche il discorso di Matteo Salvini, il quale per spiegare – non senza imbarazzo – come mai sia diventato improvvisamente europeista, quando fino all’altro ieri preferiva i sesterzi all’euro, ha fatto come quelli che vogliono tornare con l’ex, però mantenendo un po’ di dignità. Allora premettono che loro dimenticano il passato però “da ora in avanti le cose devono cambiare, eh”. E quindi: “Sì all’Europa però se l’Europa ci tratta da italiani”. Ma tu pensa, di solito ci trattano da olandesi. Ma soprattutto, Salvini ha detto: “Noi siamo per la dieta mediterranea!”, “Non vogliamo più i virologi in tv a tutte le ore del giorno!”, roba che Draghi ha preso una penna al volo e s’è appuntato tutto sul polsino. Davide Faraone, di Italia Viva, si è superato: “Draghi, lei è il nostro Mes!”. Immaginate questo povero uomo, immaginate che sforzo mentale deve aver compiuto per uscire dall’imbarazzo dell’aver fatto cadere il governo con la scusa che Conte non voleva il Mes e ora si ritrova a sostenere Draghi che non vuole il Mes. E quindi, dopo una notte insonne ad arrovellarsi, con un commovente candore, ha trovato la via d’uscita: “Se non posso dire che lui non vuole il Mes dirò che lui è il Mes!”. Certo, è anche il figlio e lo spirito santo. Amen. Poi l’immancabile momento Ciampolillo, ormai star consumata, i cui ritardi (compreso quello di ieri) sono autentica mitologia. “Mi ero prenotato!”, contesta a chi gli fa notare che ha il vizio di sparire quando tocca a lui. Insomma, Ciampolillo è il tizio che dal macellaio prende il numeretto, poi esce per andare a giocare al superenealotto, si fa il caffè al bar, poi torna che gli sono passate tre persone davanti e vuole essere servito. Da segnalare anche lo show di Gianluigi Paragone, il quale ha più volte chiamato Draghi “incappucciato della finanza”. Draghi, in quel momento, pensava a quella crociera sul Mediterraneo che poteva fare con sua moglie. E a Mattarella, “il vecchio m’ha fregato!”. Infine, il meraviglioso tweet serale di Raffaella Paita di Italia Viva: “Tra gli aspetti che mi hanno colpito del discorso di Draghi c’è un dettaglio che probabilmente non tutti hanno notato. Quando veniva interrotto da applausi ricominciava il periodo dall’inizio per rispettare il rigore del ragionamento”. Un tizio sotto ha commentato: lo faceva anche mio nonno, aveva l’Alzheimer.
9 notes
·
View notes