#mal edizioni
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“ Attilio ed Emilio Bandiera erano figlioli di un contrammiraglio della marina austriaca, di cui essi stessi facevano parte, l'uno come alfiere di vascello e l'altro come alfiere di fregata. Non volendo servire l'Austria, dopo aver preso parte ad alcuni moti rivoluzionari, essi si erano ricoverati a Corfù. E in quel contatto con altri esuli in terra straniera; in quel comunicarsi continuo di aspirazioni e di speranze, più rincresceva loro l'inedia che l'esilio. Ond'è che decisero una spedizione arditissima, quasi folle per ardimento. Insieme a Ricciotti, a Moro e a pochi audacissimi, pensarono di compiere uno sbarco sulle coste di Calabria. Ivi avrebbero cercato di far rivoltare le popolazioni calabresi e, se fossero riesciti, di mettere in fiamme tutto il regno di Napoli. Nel 1844, nella notte dal 12 al 13 giugno, i due fratelli Bandiera partirono per la spiaggia calabrese. Era in essi presentimento di morte. Quasi al momento di partire Nicola Ricciotti ed Emilio Bandiera così scrivevano a Garibaldi: « Se soccomberemo, dite ai nostri concittadini che imitino l'esempio, poiché la vita ci venne data per utilmente impiegarla; e la causa per la quale avremo combattuto e saremo morti, è la più pura, la più santa che mai abbia scaldato i petti degli uomini; essa è quella della libertà, della eguaglianza, della umanità, dell'indipendenza, dell'unità d'Italia ». Erano buoni e sinceri: aveano soprattutto la giovanile ingenuità senza di che non è possibile compiere né tentare imprese come quella cui essi si avventuravano. La sera del 16 giugno il piccolo drappello sbarcò sulla costa calabrese, alla foce del fiume Nebo. Il luogo dello sbarco era tristissimo: ma la terra d'Italia parve a essi sacra e la baciarono all'arrivo. Il piccolo drappello, mal guidato, inesperto dei luoghi, aveva anche nel suo seno chi dovea tradirlo. Gli esuli speravano di trovare al loro arrivo popolazioni desiderose di rivolte: e trovarono l'ostilità e la indifferenza. Nella valle di San Giovanni in Fiore — paese già sacro alla leggenda religiosa — circuiti da soldati del re, dopo disperata lotta in cui parecchi morirono, dovettero arrendersi. Un mese dopo, i due fratelli Bandiera furono fucilati, il 25 luglio, in quella stessa terra da cui avevano sperato partisse il segnale della rivolta. Mai nessuna morte fu più compianta della loro. Erano giovani, ricchi, di alto casato: avevano rinunziato con serenità superumana a tutte le gioie della vita. Aveano tutte le qualità per destare negli animi il compianto, e la loro morte fu una delle cose che più nocquero a Ferdinando II. “
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Brano tratto dal saggio breve Eroi (1898) raccolto in:
Francesco Saverio Nitti, Eroi e briganti, Edizioni Osanna (collana Biblioteca Federiciana n° 3), Venosa (PZ), 1987¹; pp. 18-19.
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Pronti a un nuovo viaggio? Les Fleurs du Mal vi porta a scoprire i segreti della grapich novel "Il silenzio dei vivi" di NPE edizioni, con un esclusiva intervista con il famigerato Diego di Dio e il bravissimo illustratore Francesco de Benedittis.
Introduzione. A cura di Alessandra Micheli Conosciamo Diego di Dio per la sua attività non solo di scrittore, ma anche di editor e educatore letterario. Uso il termine educatore non a proposito, proprio perché dai suoi interventi, ogni scrittore non soltanto crea ma cresce anche personalmente di pari passo con la parola scritta. La parola viene studiata, compresa conosciuta e quindi sedotta…
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Come parla Notarbartolo del "mal di schiena", nessuno mai.
"A ogni passo sento la schiena scollarsi dalla colonna vertebrale, il dolore prende vita. Non ho più una schiena mia, ma un animale con artigli conficcati al collo che si regge e tira verso giù, per aprire la carne come la cerniera di uno zaino. Potrei trovare una parte di me a terra, la schiena potrebbe staccarsi e, come un velo da sposa, continuare a seguirmi a strascico."
Cit. Leonardo Notarbartolo in "Rubare l'impossibile" - Edizioni Rizzoli
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Nel mio ufficio vive il male
«Per questo mi chiedo da dove derivi quel malumore, da dove venga quella sensazione di buio. Mi chiedo perché ci si dovrebbe svegliare di buon umore per andare in ufficio il lunedì e tutto il resto della settimana. Così ho cominciato a farmi una piccola violenza, ho indossato un sorriso di cortesia, una faccia per tutte le occasioni fingendo che mi interessasse qualcosa di quello che facevo, come se fossi contenta di vestirmi ed uscire, felice di affrontare questo mondo violentissimo e spietato. Come se perdersi in un universo di persone che portano a spasso il proprio personalissimo dolore fosse un’attività giusta, proficua, necessaria».
il buon Raffaele Calvanese con la sua raccolta di racconti "Dal mio ufficio si vede il male" della Roundmidnight Edizioni, incasella una serie di "storie che condividono una visione disillusa, una percezione parziale del mondo dettata dagli orari e dagli obblighi lavorativi, un senso di libertà alterato, quasi soppresso"...
A parafrasare la sua opera, invece, io potrei scrivere "Nel mio ufficio vive il male"... un mal di vivere, un male legato a rapporti avvelenati tra colleghi, un lavoro che è diventato ossessivo e dilaga nei rapporti interpersonali e familiari, avvelenando e uccidendo tutto ciò che tocca, rendendo le nostre giornate, piatte prive di speranze e ossessive e rindondanti nei discorsi e nei temi dei dialoghi.
Un lavoro che non è più lavoro ma un rapporto tossico di cui vorremo liberarci tutti ma non riusciamo, perchè il Grande Fratello vive tra noi e colleghi, così calati nella parte, da sembrare attori de "Le vite degli altri" (Das Leben der Anderen).
Non so davvero se riuscirò a sopravvivere ad altri 5-6 anni così.
In ogni caso, compratevi il libricino: merita... Raffaele merita
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Lollo - La puerta del corazón
Il nuovo singolo del cantautore e chitarrista di Cesenatico
Un brano dal sapore estivo che ci invita a recuperare la semplicità e le cose vere della vita.
«Questa canzone non poteva che avere un sapore estivo che alterna a ritmiche reggae al rocksteady. Il testo nasce in una domenica soleggiata presso la bancarella ambulante di un mio caro amico argentino impegnato a creare braccialetti e collane dal sapore etnico e sud americano. Si percepisce l’atmosfera elettrica delle giornate di festa dove le persone si muovono gioiose alla ricerca di acquisti. Così il ritornello “deja abierta la puerta de tu corazón – él no escucha las voces de la razón” è un invito a lasciare aperta la porta del cuore e a recuperare la semplicità dello stare insieme e della condivisione poiché il cuore non sente ragioni. La strofa è invece immersa in un sogno che permette all’autore di allontanarsi dalle paranoie “las paranoias dejalas atrás” e concentrarsi sulle cose importanti “no sirve nada estar mal” compiendo un viaggio in un mondo più sicuro camminando in un tempo lontano e fingendo che sia sempre estate» Lollo
“La puerta del corazón” quindi non poteva non essere reggae, il genere che per eccellenza ispira positività anche nei momenti difficili aiutandoci ad allontanare i pensieri corrotti per recuperare le cose vere e più semplici. L’incalzare ritmico del ritornello è puntellato dalle percussioni di Paolo Marini e dal basso di Andrea Danesi, mentre ai fiati troviamo Enrico Farnedi che risalta per un eccellente swing. A completare il sound, Lollo aggiunge una chitarra wah-wah in pieno stile Al Anderson dei The Wailers riproposta poi dal vivo dal secondo chitarrista Tommaso Balestri.
Etichetta: Crotalo
Edizioni Musicali: Crotalo Edizioni Musicali
Radio date singolo: 2 giugno 2023
Lorenzo Benagli, in arte Lollo, nasce e cresce a Cesenatico dove scopre l’amore per la musica iniziando a prendere già dall’età di 14 anni lezioni di chitarra presso un liceo musicale. Inizia con lo studio della musica classica per poi proseguire con il fingerpicking che lo porta ad approfondire la conoscenza di tanti artisti del blues di tutti i tempi. Dagli esordi con una rock band della zona, verso i 18 anni inizia anche a comporre musica per altri cantanti (Maria Loren, JJ Vianello) arrivando poi a realizzare il suo primo album solista, cantato in italiano, dal titolo “A proposito di Rock…” (2006) prodotto da Alberto Solfrini e edito da Crotalo. Da questa collaborazione si svilupperà sempre più una propensione a curare gli arrangiamenti e a lavorare in studio di registrazione, arrivando poi a proporsi spesso come chitarrista acustico/elettrico di studio collaborando, tra gli altri, con JJ Vianello e gli Intoccabili, MANGO Beat, Capiozzo&Mecco, gli STONE FREE di Cristian Capiozzo e Joe Di Luigi. Alcuni anni dopo scopre una passione accesa verso la musica reggae e decide di focalizzarsi verso uno stile musicale più acustico passando anche per la Spagna fino ad arrivare all’America Latina. Sicuramente i suoi studi universitari (si laurea nel 2008 in Lingue e Letterature Straniere) lo portano in questa direzione diventando insegnante di lingua spagnola e amante di viaggi verso il Sud America. Son Cubano, Rumba, Flamenco diventano generi da scoprire e da vivere come anche la scrittura in spagnolo ispirata dai viaggi e dalla collaborazione con un suo grande amico argentino, Martín Guarani. Nasce così un nuovo Lollo, questa volta affiancato anche da La Banda, un gruppo di musicisti incontrati durante le jam session e le esibizioni dal vivo. Vede la luce così il suo secondo album solista dal titolo “Hasta el fin del mundo” (2022), autoprodotto insieme a Luca Nobile, edito sempre dalla Crotalo Edizioni Musicali. Dopo un’estate di promozione e tanta musica dal vivo ritorna in studio per preparare il nuovo singolo “La puerta del corazón” (in uscita venerdì 2 giugno) e altri brani che saranno inseriti in un EP che vedrà la luce probabilmente al termine dell’estate 2023.
SOCIAL Instagram: https://www.instagram.com/lolloylabanda/ Facebook: https://www.facebook.com/lolloylabanda Spotify: https://shorturl.at/jqrtP
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Parcial #II
Fase 1
Los cuatro libros de la Arquitectura de Palladio
LECTURA DE ROBERTO PANE
ROBERTO PANE
Nació el 23 de noviembre de 1897 en Tarento, Italia y falleció el 29 de julio de 1987 a los 89 años en Sorrento, Italia.
Educado en la universidad de Roma, La Sapienza.
Fué un historiador de la arquitectura, arquitecto e historiador.
En 1949 fue solicitado como experto en restauración arquitectónica por la Unesco.
En 1961 asumió la dirección del prestigioso periódico Napoli nobilissima.
Uno de los principales pensadores de la sociedad italiana de su época, fue defensor de la ciudad histórica y del paisaje, luchando incansablemente contra la especulación urbanística.
Obras principales
•La casa di Loreio Tiburtino e la villa di Diomede in Pompei. Roma, Libreria dello stato, 1947
•Napoli imprevista. Turín, Giulio Einaudi Editore, 1949
•Antoni Gaudí. Milán, Edizioni di Comunità, 1964
Mausolei romani in Campania. Nápoles, Edizioni scientifiche italiane, 1957
•Attualità dell'ambiente antico. Florencia, La nuova Italia, 1967
•Il Rinascimento nell'Italia meridionale. Milán, Edizioni di Comunità, 1975
Conclusiones
Empecemos diciendo que el autor de esta obra es Andrea di Pietro della Gondola, nacido en Padua el 30 de noviembre de 1508. Fue un importante arquitecto italiano de la República de Venecia. El artista estaba interesado en el pensamiento de arquitectos clásicos como Vitruvio y Alberti, es decir, se formó en lo que se considera la teoría de la arquitectura antigua.
Sobre el libro, Roberto ha comentado que publicó en 1570 Los cuatro libros de la arquitectura, que se considera la primera guía práctica de arquitectura residencial. Dijo que el libro contenía los proyectos puros y sencillos que Palladio quería probar en la arquitectura clásica, tanto en teoría como práctica, ilustrados con los dibujos del propio arquitecto. Allí presentó planos y normas para todos los aspectos de la construcción de villas y palacios. Muestran cómo restaurar la "grandeza arquitectónica" a la belleza y la elegancia del viejo mundo sin recurrir al alto coste de la construcción de paredes y columnas de ladrillo. En el primer libro, repasa los cinco órdenes y sus elementos constitutivos. La segunda muestra diseños diversos en planta y sección, la tercera muestra la construcción de edificios públicos, incluida la obra de Villa Pallatinas, y la cuarta está dedicada a una interpretación de la gramática de Vitruvio, que proporciona una reconstrucción pictórica del monumento . .
Cabe destacar que Palladio, como maestro renacentista, hizo una descripción sistemática y esmerada de la arquitectura romana, señalando que sus cálculos y composiciones eran más aleatorias que sistemáticas debido a su mal conocimiento de esta última.
Experiencia
Respecto a la experiencia grupal, hicimos una actividad la cual se basó en la lectura para luego comenzar a debatirla.
Aunque al principio me sentí nerviosa, mientras transcurrió la actividad me fuí introduciendo.
Me pareció divertida e interactiva
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Milano: al Teatro alla Scala una nuova versione del balletto "Le fille mal gardée"
Milano: al Teatro alla Scala una nuova versione del balletto "Le fille mal gardée". Venerdì 14 e domenica 16 aprile 2023 il Teatro alla Scala accoglie i giovani talenti della sua Accademia, Scuola di Ballo e Orchestra, quest’ultima al suo debutto al Piermarini, per una nuova versione de La fille mal gardée, coreografia firmata da Frédéric Olivieri sulla partitura di Peter Ludwig Hertel con scene e costumi di Luisa Spinatelli, rielaborati da Angelo Sala e Maria Chiara Donato. Sul podio, David Coleman. Il balletto è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione Milano per la Scala balletto e della signora Hélène de Prittwitz Zaleski. La fille mal gardée si annovera fra i balletti più antichi ad essere rimasti nel repertorio, essendo nato all’epoca della Rivoluzione francese. È Jean Bercher Dauberval a curare la prima coreografia del balletto, dal titolo Le ballet de la paille, ou il n’est qu’un pas du mal au bien, che va in scena al Grand Théâtre de Bordeaux nel 1789 su uno zibaldone di temi e canzoni popolari francesi. Il balletto conosce nel tempo numerose edizioni e molteplici modifiche nel titolo, nei nomi dei personaggi, nella coreografia e nella partitura musicale. Il Direttore della Scuola scaligera ha scelto la partitura di Hertel, composta nel 1864 per la versione coreografica di Paolo Taglioni per l’Hofoper di Berlino, rappresentata al Teatro alla Scala nel 1880. Nella locandina dell’epoca comparivano anche le allieve della Scuola di Ballo. Fra le numerose edizioni del balletto nel corso del Novecento (fra cui si ricorda in particolare quella fortunatissima di Frederick Ashton per il Royal Ballet nel 1960 su musiche di Ferdinand Hérold arrangiate da John Lanchbery con inserti rossiniani e donizettiani), si cita la versione che Heinz Spoerli ideò per l’Opéra di Parigi nel 1981, ripresa dal Teatro alla Scala nel 1987 in cui brillavano Carla Fracci, Gheorghe Jancu, Bruno Vescovo e Biagio Tambone, con scene e costumi di Luisa Spinatelli, gli stessi oggi rielaborati da Angelo Sala e Maria Chiara Donato per questa nuova edizione di Olivieri. Il balletto, che appartiene al genere comique e pantomimico, uno dei generi in voga alla fine del Settecento in cui prevale l’ambientazione contemporanea immersa in un contesto agreste e in una realtà contadina, mette alla prova gli allievi della Scuola di Ballo scaligera non solo sul piano tecnico, dal momento che la coreografia è pensata per esaltare le loro abilità classico-accademiche, ma anche sul piano interpretativo, poiché richiede notevoli doti ironiche e gestuali soprattutto per alcuni dei personaggi, come M.me Simone qui incarnata da un’allieva e non da un tradizionale danzatore en travesti. Due parole sulla trama: la vicenda, che ha luogo in un tranquillo villaggio di campagna, narra dell’idillio fra Lise e Colas, osteggiati dalla madre di lei, la vedova Simone, che preferirebbe per la figlia il giovane Alain, sempliciotto rampollo del ricco proprietario terriero Thomas. Simone decide di chiudere a chiave la figlia nella sua stanza per avere l’agio di organizzare rapidamente le nozze, non sapendo che lì la stessa Lise aveva precedentemente nascosto l’amato Colas. Al momento di stipulare l’atto, alla presenza del notaio, Simone apre la stanza e Lise e Colas vengono scoperti. Non potendo più opporsi all’unione fra i due ragazzi, il balletto si chiude con il festeggiamento per l’amore che trionfa. In scena una sessantina di allievi fra il 2° e l’8° corso. Fra i momenti più significativi del balletto, che presenta diversi numeri pantomimici come richiede la tradizione del genere settecentesco e che metteranno alla prova i giovani danzatori, si citano il Ballo dell’Albero di Maggio, scena in cui si festeggia il raccolto, con i ballerini che danzano fra una serie di nastri colorati legati a un palo decorato; la “danza degli zoccoli”, che M.me Simone compie con quattro contadine, così chiamata per le calzature che generano un ritmo simile a quello del tip-tap; la danza di Lise quando sogna la vita coniugale con Colas circondata da tanti figli e il Pas de deux finale per festeggiare il matrimonio. Per i giovani musicisti dell’Orchestra, reduci dal recente successo in Oman dove alla Royal Opera House di Muscat hanno eseguito Le nozze di Figaro sotto la direzione di Sesto Quatrini nello storico allestimento di Giorgio Strehler, si tratta del debutto nella sala del Piermarini. Un debutto tanto atteso quanto impegnativo. E, come ormai consuetudine in occasione degli spettacoli che hanno per protagonisti i complessi artistici dell’Accademia, vengono coinvolti anche studenti di altri corsi, come i sarti, che dopo essersi occupati della messa a misura dei costumi, saranno dietro le quinte impegnati nelle attività di sartoria di palcoscenico, i truccatori e parrucchieri che predisporranno il trucco e le acconciature degli artisti prima dell’entrata in scena e gli allievi del corso foto, video e new media, chiamati a documentare le diverse fasi dello spettacolo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Lo prendo subito...
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ItaGLIano sveglia!!1!!
Forza, coraggio e bevi tanto per trovarli... poi al voto!
#crisi di governo#leg#m5s#pd#fdl#fi#ironia#immagine divertente#mal edizioni#Libero De Mente#vaffanculo
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L’uomo nero e le stragi, personaggi come Bellini sono stati protetti da soldati invisibili nello Stato Parecchi anni fa, nel 2009, scrissi la recensione del libro di Giovanni Vignali sulla figura del terrorista Paolo Bellini. Oggi quel libro torna rivisto e aggiornato grazie alle edizioni PaperFirst ed è più attuale di allora. In questo non breve arco di tempo tante cose sono successe e di Bellini, l’amico di Nino Gioè ... sta emergendo a pieno lo spessore criminale. Soprattutto grazie alla inchiesta-rivelazione della Procura generale di Bologna che... hanno messo a fuoco quel che fino ad oggi non si sapeva (letteralmente messo a fuoco, direi, perché il nostro uomo viene riconosciuto in una vecchia foto scattata alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980 subito dopo la devastante esplosione). Quel tragico giorno Bellini, già indagato a suo tempo poi prosciolto proprio per l’attentato di Bologna, non era a Rimini a casa della madre, come disse allora l’inchiesta, ma si trovava proprio lì, in quel maledetto piazzale, mentre suo padre Aldo, vecchio arnese del neofascismo, aspettava a casa Ugo Sisti, il procuratore capo della città che non ci pensò proprio a stare al suo posto, accanto ai morti e ai sopravvissuti, ma si reco in una gita relax (proprio così disse) dal suo amico Aldo per un incontro che assomiglia oggi sempre di più ad un sinistro summit di valutazione finale di qualcosa. Paolo Bellini, al tempo della prima versione del libro di Vignali, era già emerso come personaggio davvero significativo nelle vicende destabilizzanti del nostro Paese: militante neofascista, assassino, latitante superprotetto, anche da Sisti, trafficante di opere d’arte e interlocutore nei primi anni ‘90 dei boss di Cosa nostra durante gli anni infuocati delle stragi mentre l’offensiva mafiosa è a livelli altissimi di violenza brutale e lo Stato sotto scacco, suggeritore di un attacco particolare allo Stato, quello alle opere d’arte: “Che ci andò a fare a discutere con Gioè ad Altofonte dove c’ha detto e c’ha messo in testa di potere fare queste stragi verso Firenze, verso Pisa, verso l’Italia?”, disse Totò Riina a proposito di Bellini durante il processo per la strage dei Georgofili (25 marzo 2003). Leggere la biografia di Bellini – tappa obbligata per chi voglia documentarsi sulle cronache indicibili del nostro Paese – può far venire il mal di stomaco e non solo perché il personaggio è un nero dentro: ammazza Alceste Campanile facendolo inginocchiare, un primo colpo di pistola alla nuca poi ancora uno cuore, ammette la sua responsabilità nel 1999 e il pentimento gli consente di usufruire delle attenuanti pur avendo eseguito un omicidio premeditato oltre che politico. Quello che fa indignare oltremodo è che per lunghi anni Bellini ha potuto fare quello che egli pareva. Se i processi lo confermeranno finanche la strage di Bologna nonostante le questure sapevano quasi tutto di lui al tempo. Stupidità e incapacità dello Stato? In realtà, al di là dei momenti di allentamento della attenzione investigativa che pure ci sono stati, la questione purtroppo è che i personaggi che hanno fatto la destabilizzazione in Italia sono stati protetti e hanno addirittura potuto conservare il loro anonimato, sono irregolari, mercenari della guerra non ortodossa, gente arruolata da strutture militari riservatissime, rese trasparenti dalla continua opera degli spazzini che hanno cancellato prove e tracce, indizi e segnali. La destabilizzazione è stata fatta tramite soldati invisibili: questa è la grande questione che ci pone la biografia di Bellini, è lì il punto di caduta delle cronache sporche nel ‘900 italiano. Stefania Limiti, giornalista e scrittrice
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EL ENEMIGO ES LOS ESTADOS UNIDOS
por Daniele Perra
Traduccion de Juan Gabriel Caro Rivera
Inmediatamente después de la Segunda Guerra Mundial, el filósofo alemán Martin Heidegger, en una de los fragmentos recientemente publicados de su colección llamada los "Cuadernos Negros", plantea la hipótesis de que el sistema introducido por los Aliados en Alemania acabaría convirtiéndose en una forma de dictadura mucho más sutil que la del mismo Hitler. Escribió en su diario lo siguiente: "Por terrible que sea el soportar la destrucción y la devastación que ahora sobreviene a los alemanes y a su patria, todo esto nunca alcanzará la auto-aniquilación la amplitud de la que ahora seremos testigos: es la traición al pensamiento la que amenaza al Ser-ahí” [1].
En la segunda mitad de la década de 1960, el pensador situacionista francés Guy Debord definió la ideología democrática como la "libertad dictatorial del mercado que es atemperada por el reconocimiento otorgado a los derechos del espectador" [2]. Es la expresión de un mundo al revés en el que la realidad surge en medio del espectáculo y el propio espectáculo se convierte en la única realidad posible. "Esta alienación mutua - continúa Debord - es la esencia y el soporte de la sociedad actual" [3].
Pero las críticas contra la democracia no son una prerrogativa única del siglo XX. De hecho, ellas no faltaron tampoco en los tiempos de la antigua Grecia.
En un texto publicado en 2018 por Edizioni en la colección Veltro, puede encontrarse la obra El régimen político de los atenienses (Athenaion Politeia), el autor de dicha obra [4] considera la democracia no como el "gobierno del pueblo" sino como el gobierno de los canallas (oi poneroi). Por otro lado, que la democracia fuera considerada el peor régimen posible también fue algo afirmado por Alcibíades y según él este sistema no era más que la "locura reconocida universalmente".
No es de extrañar que esta locura haya encontrado su máxima expresión moderna en el hemisferio occidental, en "Occidente" que, según el misticismo islámico, es definido siguiendo las ideas griegas como el "gobierno de los canallas" y como el "pozo de los marginados". Y no es de extrañar que la democracia, incluso en la antigüedad, estuviera asociada intrínsecamente a la talasocracia: al control de los mares y de los flujos comerciales que se mueven en su interior.
El filólogo alemán Walter F. Otto ha subrayado repetidamente el vínculo intrínseco que ligaba en la mitología griega al mar con la materia y, de alguna manera, con el exceso. El mismo Poseidón, dios del mar, estaba inextricablemente demasiado ligado a la materia para alcanzar la realidad divina. Su esfera de poder se limitaba de hecho a un reino que estaba circunscrito a la materia y donde triunfa la violencia y el espíritu de la prevaricación [5]. Los cíclopes, hijos de Poseidón, son descritos en la Odisea como seres arrogantes e injustos: es decir, como la expresión real de esos "gigantes" que en la Modernidad se corresponden con la idea del exceso y del cálculo infinito.
Por el contrario, la manifestación divina por excelencia entre los griegos (Zeus, Atenea o Apolo) no tiene nada que ver con la naturaleza propia de una fuerza inconmensurable que desemboca en lo colosal. Esa "monstruosidad dinámica" es eliminada por medio de una sonrisa gracias a la pura majestad de la naturaleza [6]. El dios griego por antonomasia revela lo que es verdadero, pero nunca revela nada sobre sí mismo. Apolo, cuando era interrogado por los peregrinos que iban al Oráculo de Delfos, nunca hablaba sobre sí mismo ni de su grandeza. “Cuando dice 'conócete a ti mismo', no está imponiéndonos una prueba de sus conocimientos. Sino que nos dice: dirige tus ojos hacia las formas sagradas que existen en la naturaleza, recuerda los límites de lo humano; debes saber quién es realmente el hombre y cuál es la distancia que lo separa de la majestad misma representada por las formas eternas" [7].
A la luz de esto, nos resulta casi inconcebible que hasta el día de hoy el pensamiento griego primitivo sea considerado como la primera expresión filosófica de "Occidente". Sobre todo teniendo en cuenta que los mismos griegos no se consideraban a sí mismos como "occidentales", sino habitantes del "centro del mundo". Su "Patria" se situaba en un espacio intermedio entre las personas que viven en dirección a la Aurora y las que viven en dirección a la oscuridad propia de Occidente [8].
De hecho, lo que ahora se llama "Occidente" esta basado en dos aspectos: a) la idea talasocrática, cuyos fundamentos se remontan a Atenas y a la Guerra del Peloponeso, ampliamente estudiada en las academias militares norteamericanas; b) una superestructura ideológica que puede vincularse a una forma religiosa "judeocristiana" que, con su énfasis en lo "moral", se sitúa en las antípodas de la tradición original propia de Europa.
El hombre se vuelve dueño de un mundo que la divinidad le ha dado. La naturaleza está sujeta por él a su voluntad y el propósito que tiene como fundamento es el enriquecimiento individual. Una parábola excelente sobre este tema es la obra literaria por excelencia del hemisferio occidental: Moby Dick de Herman Melville.
La ley (la norma) se transforma en un mero producto de la razón y ya no coincide con el carácter sagrado de la naturaleza misma. El nomos, que originalmente representaba "la asignación oculta del destino del Ser" [9], se convierte en la única ley, la cual es exclusivamente humana y que surge como una magnitud absoluta que se encuentra por encima de la naturaleza. Su significado intrínseco se reduce a la sola idea de apropiación, prevaricación y uso probable de la violenta, cuyo arquetipo es el episodio bíblico de la conquista de la tierra de Canaán.
El exceso, el gigantismo de la técnica que domina y aplasta la naturaleza o la violencia rapaz son los cimientos de la sociedad norteamericana. Por tanto, los métodos utilizados por las fuerzas policiales para garantizar un orden basado en el monopolio del uso de la violencia no deben sorprendernos en nada. Tampoco debería ser una sorpresa que el sistema de "doble rasero" usado por los medios de comunicación y los líderes políticos del "Occidente", que es liderado por Norteamérica, se relacionan de la misma manera con las protestas que suceden en los Estados Unidos o en Hong Kong, así como en cualquier otro país "no alineado".
Sin duda, uno de los efectos más deletéreos de las más de siete décadas de ocupación militar de Europa por Washington es sin duda el estado mental que lleva a considerar lo que sucede en el centro pseudo-imperial como algo decisivo que afecta a su periferia. El sometimiento psicológico que han producido los Estados Unidos ha llegado a tal punto que desencadena una lucha entre los partidarios extranjeros que apoyan a los dos bandos contrarios de ese espectáculo electoral que es la democracia estadounidense: ambos mantienen la esperanza de que la victoria del uno o del otro pueda al menos garantizar de alguna manera la mejora de las condiciones que han aceptado sus súbditos.
Semejante fenómeno alcanzó un proceso de polarización extrema durante las elecciones presidenciales del 2016, las cuales terminaron en la victoria del magnate Donald J. Trump. Sin embargo, tal victoria sucedió en un momento de decadencia propio del poder mismo de la talasocracia.
En este contexto, el ya empalagoso espectáculo propagandístico propio de la lucha entre el presidente y el llamado "Estado profundo" no se dio a conocer en modo alguno. Cualquiera que este mínimamente familiarizado con los mecanismos reales del poder norteamericano sabe perfectamente bien que existe un complejo industrial-político-militar que persigue unos determinados fines geopolíticos y se mueve en una determinada dirección independientemente de quién esté en la cúspide de su sistema político. El propio proceso de privatización del Pentágono ha creado un sistema de negociación militar privado que se alimenta del conflicto, obteniendo enormes beneficios de él. Baste decir que, en medio de la pandemia, Washington votó en contra de una resolución de la ONU para congelar todos los conflictos y sanciones disponibles [10].
En este sentido, la construcción actual de una nueva retórica bipolar (en la que China se presenta como un nuevo imperio del mal), además de garantizarle a Washington ese papel de liderazgo democrático del "mundo libre" que Estados Unidos no podía permitirse asumir en el actual nacimiento de la multipolaridad, le sirve en esencia a los Estados Unidos para mantener este sistema en una tensión continua.
A menudo se enfatiza que la administración Trump no ha provocado nuevos conflictos. Esta afirmación no encuentra ninguna confirmación en la realidad geopolítica. Primero, es un hecho que las "guerras comerciales" son guerras en todo el sentido del término y, a menudo, representan el preludio de acciones militares más complejas. En segundo lugar, lo que impidió nuevas acciones militares no fue la elección de Trump, sino el fortalecimiento de la alianza estratégica entre Moscú y Pekín (factor que ya había asustado a la administración anterior), que de inmediato insinuaba atacar otros lugares, como por ejemplo sucedía con los casos de Venezuela e Irán. El propio trumpismo, entre otras cosas, no es ajeno al excepcionalismo norteamericano que quisiera moldear el mundo para hacerlo a imagen y semejanza de los Estados Unidos. En este sentido, pensemos en el proyecto bannoniano de la Nueva China Federal trata de hacer de China, liberada del gobierno del PCCh, una especie de nueva CEI (la Comunidad de Estados Independientes que suplantó a la URSS después de haberse producido su colapso) [11].
Lo que se ha definido como violencia depredadora (el saqueo de los recursos petroleros en Siria, por ejemplo) es, de hecho, lo que sigue garantizando a los Estados Unidos ser una fuerza hegemónica lo suficiente fuerte como para mantener el dominio colonial sobre una Europa que desde hace mucho tiempo ha renunciado a su propia voluntad para tomar decisiones. Aspectos que en cambio eran predominantes en su misma tradición política y ante la cual ahora se encuentra en total esclavitud frente a "Occidente" [12].
Ahora bien, si Europa, gracias a una autoestima renovada, quisiera intentar recuperar su soberanía, el primer paso a dar sería necesariamente la identificación de su enemigo existencial y geopolítico. Este enemigo es los Estados Unidos.
NOTAS:
[1]M. Heidegger, Quaderni Neri. Note I-IV, Bompiani, Milano 2018, p. 112.
[2]G. Debord, La società dello spettacolo, Di Donato, Bari 1968, p. 41.
[3]Ibidem, p. 45.
[4] La atribución del texto es objeto de debate. Aunque figura entre los escritos de Jenofonte, el panfleto probablemente fue escrito por algún otro oponente de la democracia ateniense en los primeros años de la guerra del Peloponeso. Ver Pseudosenofonte, Il regime politico degli Ateniesi (a cargo de Claudio Mutti), Edizioni all’insegna del Veltro, Parma 2018.
[5]W. F. Otto, Gli dèi della Grecia, Adelphi Edizioni, Milano 2004, p. 321.
[6]Ibidem.
[7]Ibidem.
[8]Si veda Odissea, Canto XIII (vv. 239-241).
[9]M. Heidegger, Lettera sull’umanismo, Adelphi Edizioni, Milano 1994, p. 83.
[10]Onu. Coronavirus: gli USA contrari al blocco dei conflitti e delle sanzioni, www.notiziegeopolitiche.net.
[11]What is the ‘New Federal State of China?’, www.foxbusiness.com.
[12] En este sentido se puede ver L. Disogra, L’Europa come Rivoluzione. Pensiero e azione di Jean Thiriart, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma 2020.
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“ Il padrone ce l’ha il cane, continuano a ripetere certi contadini toscani, mezzadri per la precisione. Ma quello è un proverbio ottimista, errato, dove si confondono l’essere e il dover essere. In realtà il padrone l’abbiamo tutti, allo stesso modo in cui tutti abbiamo una mamma e, se va bene, tutti abbiamo una casa. La schiavitù è durata tanti secoli, e in certi Paesi dura ancora, per colpa non dei padroni, ma degli stessi schiavi, i quali godevano d’una posizione privilegiata e mal volentieri si rassegnarono a perderla: mantenuti per tutta la vita insieme alle mogli e ai figli, con la pensione assicurata. È vero, il padrone poteva anche ucciderli, allo stesso modo in cui io, volendo, posso bruciare la mia casa, che sarebbe una bella mattana. Un onere troppo gravoso, di cui i padroni si sono liberati, trasformando gli schiavi in servi della gleba, poi in mezzadri e finalmente in braccianti, salariati, stipendiati. Tutta gente che viene pagata a giornata (anzi a bella giornata, perché se piove non beccano una lira) e si può licenziare a piacimento. Mogli e figli a carico. La tendenza naturale dell'uomo a trovarsi un padrone appare anche in certe locuzioni che si sentono in bocca a persone stimate, come per esempio «al servizio della patria», oppure del Paese, della fede, del pubblico, eccetera. Sulle maniere più opportune per riconoscere, accostare, utilizzare un padrone si sono scritti libri su libri. Il più celebre porta la firma di Niccolò Machiavelli, e chi vuole può consultarlo con poca spesa e molto profitto. “
Luciano Bianciardi, Non leggete i libri, fateveli raccontare. Sei lezioni per diventare un intellettuale dedicate in particolare ai giovani privi di talento, Edizioni Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri (collana Eretica), 2008; pp. 38-40.
NOTA: Il libro raccoglie sei ironici articoli pubblicati nel 1967 su sei numeri consecutivi di “ABC”, settimanale culturale milanese anticonformista e anticlericale che aderì a numerose campagne civili, dall’aborto all’obiezione di coscienza, alla libertà sessuale, alla laicità dello stato. Significativa fu la sospensione delle pubblicazioni di questo periodico nel 1975 dovuta secondo Lidia Ravera al titolo di copertina «Polizia assassina».
#Luciano Bianciardi#citazioni#letture#libri#leggere#lavoro#Non leggete i libri fateveli raccontare#anarchismo#anarchici#intellettuali italiani del XX secolo#anarchia#ironia#sarcasmo#pensiero anarchico#lotta di classe#lovoratori#proverbi#vita#lavoro dipendente#schiavitù#padronato#libertà#socialismo#classi lavoratrici#libertarismo#capitalismo#umanità#utopia#Niccolò Machiavelli#comunismo
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Quess è pi gli amici chi parlen solo l'inglese, cushì ci si capisce prima.
(credit Mal edizioni)
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Punkouture
Cucire una rivolta 1976-1986
a cura di Matteo Torcinovich
Nomos edizioni, Milano 2019, 256 pagine, ISBN 978-88-894811-43-8
euro 29,90
email if you want to buy [email protected]
Un percorso che ricompone un panorama internazionale di tutto quello che è stato creato per il punk, senza tralasciare alcun ambito con sezioni dedicate a abbigliamento – calzature – accessori – make up – acconciature – negozi e marchi simbolo. Vestirsi e suonare, linguaggi i cui denominatori comuni sono l’eccitazione e la sessualità deliberatamente provocatoria sebbene con caratteri differenti: più socio-politico a Londra, più street style trasandato a New York e più festaiolo e glamour a Los Angeles. Uno stile che afferma la sua nuova identità e crea un’ immagine personalizzata usando cose ordinarie recuperate, vecchi oggetti trovati nei cassetti, negli armadi e in soffitta. Un invito alla sperimentazione, al fai da te, all’asimmetria e alla spettacolarità promosso anche da riviste e fanzine che pubblicano consigli e indicazioni per i più giovani. Così la nuova estetica prende forma e si espande a macchia d’olio in tutto il mondo, Italia compresa: alla fine degli anni settanta tremila outlets vendevano la genialità di Elio Fiorucci, lo stilista italiano che ha saputo miscelare stili e culture effettivamente complementari tra loro, una genialità che è stata talvolta frutto di malintesi e talvolta mal giudicata anche dai più radicali del punk.
Dopo il fortunato Pics off! Matteo Torcinovich regala un’inedita vetrina che raccoglie ispirazioni e suggestioni fashion, perfetta per amanti della moda, nostalgici dell’epoca, addetti ai lavori, designer, stilisti e studenti. una raccolta inedita che esplora – ancora una volta grazie a uno straordinario e spettacolare corredo fotografico – lo stile di un decennio assolutamente unico e irripetibile.
09/12/19
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ci siamo e ci saremo ancora, la ragazza del '77, immortalata da Tano D'Amico, è immortale e siamo tutte noi
da contropiano
Avevamo dato ieri la triste notizia della morte della compagna Simonetta Frau, insegnante e dirigente di Unicobas. Sull’onda delle voci di movimento che davano per certo fosse lei “la ragazza del ’77” immortalata da Tano D’Amico, anche noi avevamo titolato in questo modo.
Ora la compagna Luana Emery fa sapere a tutti che c’è stato un errore, tanto più sgradevole quando si parla di rivolta e di morte.
Contemporaneamente, altri lettori segnalano che invece sarebbe “Fiamma UtoFia Lolli ed viva e vegeta”. Ricordando a tutti che quella come altre immagini diventate “icona” di un tempo di conflitto mantengono il loro significato in quanto patrimonio collettivo.
Come sempre avviene nella Storia, ognuno di noi può prestare per un attimo il proprio volto alla rivolta senza nemmeno averne l’intenzione. E quell’attimo resta nel tempo, al di là di noi…
******
Sono Luana Emery, come dice Silvia sono io nella foto. Mi dispiace molto per Simonetta che non conoscevo, ma vorrei fare chiarezza per quanti mi conoscono.
Sono qui, sto scrivendo è sempre come dice Silvia, grazie a dio, buddha e manitu sono VIVA.
Vorrei gentilmente chiedere a chi ha postato di controllare le proprie fonti. Non sono arrabbiata, non voglio fare polemica ma solo far sapere ai miei amici che CI SONO.
grazie un saluto
*****
SONO LEGGENDA
È di questi giorni la notizia della morte di Simonetta Frau, insegnante, sindacalista, pittrice e autrice di “La seconda chance” (Mimesis Edizioni).
Non l’ho mai conosciuta ma, naturalmente, la morte di una compagna e coetanea colpisce sempre. Simonetta Frau, però, leggo in queste ore, è stata anche la famosa “Ragazza e carabinieri”, foto del 1977 di Tano D’Amico. Ora, che io sappia, la ragazza ero (e sono) io.
Mi piacerebbe avere la conferma o la smentita di Tano (per non parlare di una stampa di quella foto!) ma, dopo tanti anni – bimbi: quasi quarantatré, ormai, glom – non ci spero più.
Qualche anno fa, durante la presentazione di un suo libro alla Libreria Grande di Ponte San Giovanni (Perugia), disse che ero io (mi pare che la presentazione sia stata a cura di Giovanni Dozzini, chissà se ricorda qualcosa) e mi promise una stampa; mi dette il suo numero di telefono ma non ci trovammo mai. Me la sono stampata dal web.
Anni dopo, durante una trasmissione radio su Rai3, lanciò la ricerca della “misteriosa ragazza”, ma lo seppi troppo tardi (mi avvertì, tra gli altri, Michele Cecere, anche qui chissà se ricorda) per chiamare. Da parte mia tutto quello che posso dire è che so di avere cominciato a vedere la foto su quotidiani e riviste pochi giorni dopo lo scatto e so di essere stata io, so di che colore era la bandana – blu e bianca – so che in uno uno dei tanti fogli volanti del ’77 c’era scritto “Fiamma si è sssiolta le tressie, oh!” (erano i tempi in cui scrivevamo, disegnavamo, pubblicavamo e affidavamo alle distribuzione del movimento innumerevoli deliri – noi intendo Olivier, Maurizio Gabbianelli detto Fanale, Carlo e tantissime e tantissimi altri) proprio perché da quando la foto cominciò a spuntare un po’ dappertutto non ne potei più di quell’aria guerriera con le trecce arrotolate per non dare appigli ai celerini durante gli scontri e le sciolsi.
Da allora non mi sono mai più coperta la faccia in un corteo. Che vi devo dire di più? Nel corso del tempo ho sentito dire, letto, saputo, che la ragazza si chiamava Marina ed era (è, spero) di Napoli; che era una studente greca fuori sede; e, ora, che si chiamava Simonetta ed è morta.
Che cosa dovrei fare, chiedere una rilevazione biometrica sulla distanza degli occhi, la forma di quel che si vede del naso, l’attaccatura dei capelli eccetera? Anche no.
Ringrazio Sara, Francesco, Gina, Alessandro, Valentina, Marina, Aurora e ho perso il conto di chi altri per essersi preoccupati per la mia salute ma sto bene, ho solo (ancora) mal di schiena. Per il resto, da oggi sono – definitivamente – leggenda.
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LA BIBLIA NO ES UN LIBRO SAGRADO
Mauro Biglino es un autor, ensayista y traductor italiano. Biglino trabajó por 10 años en la principal casa editorial del Vaticano, llamada Edizioni San Paolo, como traductor de textos hebreos del texto Masorético de la Biblia. Bibligno tradujo 23 libros de la Biblia para el Vaticano, derivados del antiguo texto hebreo de la Biblia Hebraica Stuttgartensia. Según Biglino, el conocimiento y la comprensión del pensamiento religioso hoy en día es más accesible gracias al análisis directo de la Biblia en sus idiomas originales. Biglino traduce textualmente el Antiguo Testamento de las lenguas originales, hebreo y arameo, ignorando deliberadamente interpretaciones basadas en doctrinas elaboradas con el surgimiento del cristianismo. En particular, enfatiza el conocimiento tecnológico de los elohim, seres injustificadamente representados como un singular "Dios" en las traducciones teológicas griegas del libro, quienes, según el autor, habrían creado la humanidad y la raza adamita a su propia imagen y semejanza. Además, argumenta que en la Biblia hay referencias a dispositivos altamente tecnológicos propiedad de los elohim. Expone lo que él considera que son traducciones infieles e injustificadas de la Biblia para hacerla compatibles con el cristianismo, y el monoteísmo y el creacionismo de este último que, en su opinión, no encuentran apoyo en el libro. En su libro “La Bibbia non è un libro sacro” (La Biblia No Es Un Libro Sagrado), el autor busca mostrar que los conceptos de divinidad y espiritualidad no están presentes en el Antiguo Testamento, destacando cómo el texto fue cambiado durante siglos.
Mauro Biglino tradujo muchos libros de la Biblia para el Vaticano. Éste hombre tuvo que traducir el Códice de Leningrado (versión de la Biblia que las tres principales religiones monoteístas-católica, judía y musulmana reconocen como la Biblia oficial) del hebreo, palabra por palabra, literalmente y sin interpretación personal alguna. Es decir, que no es un cabalista aspirante a alguna conspiración o un ufólogo, ya que el organismo oficial del Vaticano lo ha aprobado y publicado por lo menos en 17 libros. Mientras trabajaba en la Biblia, se dió cuenta de que muchas de las historias de éste libro fueron mal traducidas, mal-interpretadas, sobre todo a propósito, con el fin de introducir la noción de un todopoderoso espiritual, e infalible dios.
La imagen que nos da del best-seller de todos los tiempos es diferente de lo que todos decían. De hecho, tan pronto como se publicó su propio libro llamado “El libro que cambiará para siempre nuestras ideas sobre la Biblia-Los dioses procedentes del espacio”, el Vaticano suspendió todas las futuras publicaciones de Mauro Biglino.
Biglino afirma que “no hay ninguna referencia a Dios en los textos de la Biblia. Hay, más bien, un colectivo llamado Elohim, y uno en particular, llamado Yahweh “. En un momento dado, el autor explica, “las traducciones estaban siendo manipuladas y estaban convirtiendo a Yahweh en un Dios todo poderoso.” Y añade: “En hebreo no hay ni siquiera una palabra que significa Dios.” En su libro, Mauro Biglino detalla la ruta de las traducciones oficiales de la Biblia que han sido manipuladas para “inventar monoteísmo.”
Biglino, que nació en 1950 en la ciudad italiana de Turín, aprendió hebreo en la comunidad judía de Turín. Más tarde, el editor del Vaticano se dio cuenta del trabajo de traducción de Biglino, reconoció su rigor y lo invitó a colaborar. Además, se dieron cuenta de que también sabía latín y griego, esenciales para entender el contexto de los textos bíblicos.
En 2010, empezó a escribir un libro denunciando algunas de las contradicciones que se encuentran en las traducciones de los textos bíblicos, y desde ese momento, la colaboración fue interrumpida, terminó su contrato de trabajo. Biglino añade que entiende “perfectamente” la decisión de la editorial, ya que se ha convertido en “inviable” el servicio de la editorial al obtener conclusiones tan diferentes.
Cuando dejó de cooperar con el Edizioni San Paolo, una de las editoras católicas más importantes en el mundo, que publica la Biblia y otros libros católicos de todo el mundo, Biglino publicó libros que presentaron traducciones literales, palabra por palabra, varios textos bíblicos, que fueron utilizados por los historiadores para identificar inexactitudes. En estos libros, Biglino sostiene que la Biblia contiene varias inexactitudes fácilmente demostrables. “Es por eso que los críticos no están de acuerdo con mis conclusiones, pero no ponen en tela de juicio la exactitud de las traducciones”, subraya.
“Cuando digo que la Biblia no habla de Dios, no digo que Dios no existe. Sólo digo que la Biblia no habla de Dios “, dijo, añadiendo que, en su opinión,” no sabe nada acerca de Dios “.Mauro Biglino también afirma que no es el único en no estar de acuerdo con las traducciones oficiales de la Biblia, pero añade que “no hay muchos que tienen el valor de revelar sus hallazgos”.
Biglino tradujo muchos libros especialmente para el Vaticano, hasta que comenzó a enviar las primeras versiones de sus traducciones de la Biblia, donde señaló con entusiasmo que la Biblia no es un libro sagrado, nunca se pretendió que fuera a ser uno, sino que simplemente era un libro de historia sobre las guerras, masacres, limpiezas étnicas y sobre la creación de la humanidad.
Insistió en que, de acuerdo con las escrituras no hubo ninguna mención de un Dios en el Antiguo Testamento originalmente, sino sólo de unos seres denominados Elohim, quizá cosmonautas, quienes crearon a la humanidad a su semejanza utilizando una parte de la sustancia de la imagen de sí mismos.
Ahí fue entonces cuando su trabajo asignado concluyó abruptamente y le dijeron que ya no necesitaban sus servicios, ahora dice que por fortuna, porque no tiene ya nada más que perder al exponer lo que estaba claramente escrito y, obviamente, oculto durante siglos por aquellos que tienen el poder sobre el planeta.
Por supuesto, un diluvio de insultos ha cubierto a Mauro Biglino tras la publicación de su libro titulado “La Biblia no es un libro sagrado – El Gran Engaño”, algunos fueron tan lejos como amenazarlo de muerte, algunos pueden temer sinceramente lo que dice y sentir el completo núcleo de su sistema de creencias amenazado por su propia existencia y algunos otros pueden temer la exposición pública y vergüenza consiguiente por el hecho de que sabían todo el tiempo lo que estaba pasando y lo encubrieron, porque podían -y se beneficiaron- del Status Quo, tremendamente.
Biglino trabajo en este proyecto con eruditos judíos eminentes y todos ellos confirmaron que el Antiguo Testamento nos cuenta una historia que no tiene nada que ver con la historia que conocemos, o mejor dicho, tiene pedazos de ella, pero no los bits y piezas pertinentes para trabajar sobre nuestros orígenes, nuestro propósito y por qué las cosas se han prolongado durante siglos como lo hicieron.
Para aquellos que se oponen a aprender una nueva verdad, una verdad que no coincide con el sistema de creencias que hemos adoptado de mala gana desde el nacimiento, uno debe preguntarse: ¿cómo nos aferramos, sin pestañear, al nacimiento por una virgen o un Dios omnisciente que no vio venir esto, un Creador Todopoderoso que permitió la existencia de un mundo tan deshonroso donde el abuso, la violencia y las guerras han reinado y, el miedo es nuestro núcleo base? y ¿cómo conciliar estos aspectos del Dios Creador Único con su legendaria Compasión, porque esos son los dogmas verdaderamente difíciles de tragar que ni siquiera cuestionamos.
Cada vez son más y más las evidencias de algo que a muchos nos resultó impactante y demoledor, tanto como derrumbar las estructuras con las que fuimos educados. Pero siempre hay un tiempo de rectificar en la vida, no es la intención de ésta publicación herir susceptibilidades, pero resultaría hipócrita no publicarlo.
PREMISAS DEL TRABAJO DE MAURO BIGLINO:
-EL ORIGEN DEL HOMBRE:
Mauro Biglino encontró que en libro del Génesis del antiquísimo texto hebreo de la biblia, estaba escrito algo que él interpreta como que un grupo de individuos llamados Elohim, hicieron al hombre con intervención de ingeniería genética, mezclando su propio ADN con la de los primitivos primates presentes en la Tierra.
En texto bíblico, hay una palabra específica que según él se refiere al ADN. Esta palabra es tselem. Biglino postula que una correcta traducción para los versículos del Genesis (1:26) es:
“Y los Elohim dijeron: Hagamos al hombre según nuestra semejanza, usando aquello que contiene nuestra imagen”.
La “cosa que contiene nuestra imagen” es el tselem, que significa “algo materia que contiene la imagen, y de donde ha sido cortada”.
El diccionario Bíblio Hebreo y Arameo, y otros diccionarios, registran la palabra a la que le dan el significado de “algo cortado” o “extraído de”.
Ese algo “extraído de”, es lo que Biglino cree que se trata del ADN que fue mezclado con los de los primates habitantes de la Tierra en esos lejanos tiempos.
La palabra Elohim, en las modernas Biblias, ha sido traducida como “Dios” pero realmente la palabra es plural para otro término. Biglino explica que el vocablo Elohim en el hebreo es un sustantivo común masculino plural intensivo que significa “muy poderoso” o “muy poderosos”, algo que erróneamente y sin ninguna base ha sido siempre traducido como “Dios”.
A continuación, se presenta una traducción de una parte de las conferencias que realizó Mauro Biglino con relación a su trabajo:
--TRADUCCIÓN DE UNA CONFERENCIA DE MAURO BIGLINO:
A las palabras de la Toráh se pueden dar hasta en 70 diferentes significados... pero hay una que seguramente tiene y que es su significado literal Y nos apegaremos a eso. Descubriremos que la Biblia es un libro de historia.
Así que, a pesar de lo que están a punto de escuchar, debo decir que no soy Ufólogo, esto es que, no estudio Ovnis, no estudio el fenómeno de los Ovnis, nunca he visto un Ovni en mi vida, y de igual forma jamás he visto un orbe. Estoy aprendiendo todas estas terminologías porque desde que publiqué mi libro, me vi sumergido por noticias acerca de la Ufología, sin embargo, soy un traductor del Antiguo Hebreo, eso es un traductor del Hebreo Masorético.
Por alrededor de 10 años lo he estado realizando para la editorial San Paolo (una casa editorial del Vaticano) que ha publicado 17 volúmenes de traducciones literales del Antiguo Testamento. Para ello tuve que dividir las palabras judías en sus únicos componentes de su traducción literal, es decir, sin interpretar. Tuve que controlar que el texto judío estaba bien escrito y tuve que hacer y publicar el análisis filológico de todas las formas verbales.
Por lo tanto, todo lo que vas a oír viene de eso. La Biblia que poseemos, que trabajamos y que estoy a punto de decirle algo al respecto, es una Biblia que se fijó entre el siglo 7 y el noveno, es decir, en los años 600-800 dC, en definitiva, es cuando los Merovingios primero y luego los Carolingios gobernaron Europa. Si bien Carlomagno tuvo a cargo la construcción del Sacro Imperio Romano, en el lago de Galilea, había una familia, la cual era de Aarón Moshhez ben ben Asher, que define a la Biblia como la conocemos.
Ésta familia estaba en conflicto con otras familias que representaban la escuela de Tiberíades. Allí estaba la escuela palestina, y la samaritana. La primera Biblia fue escrita como una secuencia de consonantes. Esto significa que el trabajo realizado por los tipos llamados Masorets =los Guardianes de la tradición= obtuvieron el primer lugar para determinar las palabras, es decir, la división de la fila de las consonantes y la determinación de las palabras, que pueden dividirse y se establecieron en muchas diferentes maneras.
La segunda obra que se hizo fue la inserción de las vocales, que no estaban allí y la inserción de las vocales en realidad significa insertar el significado de las palabras. Uno de los problemas de esos señores era que no tenían en cuenta la cuestión lingüística, que nunca se preguntaron. Ellos estaban interesados en la inserción de su pensamiento teológico. Eso es lo que hicieron. Por lo tanto, una cosa que debe saber es que la única certeza que tenemos es que sabemos que no sabemos. No sé ni cómo la Biblia fue vocalizada cuando lo escribí. En el momento en que la mayoría de los eventos de la Biblia sucedieron, sobre todo los fundamentales, el hebreo ni siquiera existía como un lenguaje.
Cuando muchos nombres fueron pronunciados, el hebreo no existía, Moisés no hablaba hebreo, los judíos no lo hablaban durante el Éxodo. Si nos gusta, si queremos creer que hablaban algún tipo de lengua semítica, pero lo dudo, se habló algún tipo de amorreo, entonces tal vez empezaron a hablar algún tipo de arameo. Más tarde, un par de siglos posteriores, el lenguaje judío comenzó a tomar forma, que es en realidad una transformación Sub-fenicia.
Ahora usted puede entender que la única certeza es que sabemos que no sabemos. Esto es un entendimiento que cualquier persona que trabaja en la Biblia debe tener, incluyendo teólogos, cabalistas y todos aquellos que dicen “Yo te diré como es”. Es por eso que no voy a decir “cómo son las cosas”, te diré lo que hay en las raíces judías de consonantes, porque ese es mi trabajo, o mejor dicho, lo era.
En realidad, no era mi trabajo, porque es imposible sobrevivir haciendo traducciones judías, es una de esas cosas que se hacen por la noche y por vocación. Mi deber era exactamente buscar el significado original, por supuesto, mediante el uso de los diccionarios tradicionales en el judío y la etimología del arameo, editado por rabinos y publicado en Israel o en los EE.UU.
Vamos ahora a explicar el real significado de las palabras Elohim o *Ruach*es decir, los Elohim de viento, el que en la Biblia se le llama y se traduce como *El Espíritu de Dios*, sin embargo RUACH es un término que no significa espíritu, significa viento, o cualquier cosa que vuela en el aire rápidamente y causa el viento. La elaboración teológica posterior, cuando la figura de Dios fue creada, estaba dirigido a la fijación de RUACH el significado de espíritu. Pero, en realidad, esto no es así (entonces realiza un boceto). El RUACH era representado en los pictogramas sumerios, debido a que ésta palabra no era judía sino de origen sumerio. Ese es el pictograma realizado por aquellos que vieron “el primer RUACH”, lo cual es de dónde provino el RUACH de los hebreos. Así que, esa es una cosa que no sabemos que es, digamos que no la conocemos, así que, podemos tomarlo con tranquilidad, pero que invariablemente se cierne sobre el agua, no hay duda de ello. Como no sabemos lo que es, vamos a tomar prestado el nombre directamente desde el Vaticano, por lo cual vamos muy mal, de modo que no nos equivoquemos. Si han leído la última edición del “Lexicon Recentis Latinitatis (Modelos Frescos del Léxico)” publicado por la “Librería Editrice Vaticana”, donde insertan los neologismos del latín, encontraran que el Vaticano inserto “navis sideralis (nave sideral)”, lo cual significa “starship (nave espacial)”. Insertaron “aeria navis (nave aérea)”, insertaron “aerus viator (astronauta)”, eso significa astronauta, e insertaron un acrónimo “R.I.V.”, lo cual significa: “res inexplicatae volantes”, eso es OVNI´s.
Aquellos de ustedes que acaban de ver esto (refiriéndose al boceto ) ahora se darán cuenta de que es un objeto desconocido que flota sobre el agua, lo que la Biblia llamó El Espíritu de Dios es una cosa desconocida que se cierne sobre el agua. Si usted recuerda el principio de la Biblia, donde dice: “En el principio creó Dios los cielos y la tierra” recordará también que también dijo que RUACH Elohim, o *el espíritu de Dios se movía sobre el agua*. Sólo el RUACH es eso.
Para el término “flotar” se utilizó un participio, que es MERAPHERET. Y se usa también en otras partes de la Biblia, lo que indica la forma típica de vuelo de aves rapaces, cuando se dejan llevar por el viento, sin mover las alas. Lo Que Es, Ruach Elohim, lo que los sumerios representaron de esa manera, lo cual fue algo que en el principio de todo *flotaba en el agua sin mover sus alas*. Eso significa que en hebreo tenemos la descripción *mal traducida*de lo que en realidad los sumerios habían representado gráficamente. Sin lugar a dudas, que estaban hablando de lo mismo.
De lo que podemos sacar de la traducción literal de la Biblia, por lo tanto de la definición de las raíces consonánticas, la Biblia nos dice que Adán fué hecho como *Tselem Elohim*. Por lo general, todas las traducciones dicen que estamos hechos en la *imágen de Dios* y después de su *imagen y semejanza* ¿Entienden el significado de Elohim? Dios Elohim es un término bíblico, que así se traduce generalmente. En realidad, Elohim es un plural.
Por cierto, tal vez, debido a que desde el punto de vista de las cosas, la Filología Semítica no es tan simple como se dice a menudo. Por lo tanto, no es tan cierto que Elohim es el plural de EL. Pueden ser dos formas antiguas. Por lo tanto, cuando hablamos de ELOHIM, tradicionalmente se identifica con Dios, pero que sin duda en la Biblia significa un montón de gente. No hay duda de eso. Independientemente de la cuestión de si el término es plural o no, significa *muchas personas* ..
El culto dice que estamos hechos (la traducción tradicional) en la imagen y semejanza. En realidad, la Biblia dice que estamos hechos a imagen y semejanza con algo que contenga la imagen Elohim. Los diccionarios editados por los rabinos dicen más, afirman que se deriva de la *Tselem tsalam* verbo que significa *cortar de* =ADN= En realidad la Biblia dice que los primeros humanos se hicieron con una cierta cantidad de material, que contiene la imagen de los Elohim , y que han sido cortadas.
Ahora cada uno de nosotros sabe inmediatamente a lo que nos estamos refiriendo cuando decimos que tomamos algo que contiene la imagen de un individuo y que se ha *cortado de* su ADN. Con toda probabilidad, éste relato bíblico es el resumen de la historia de las tablillas sumerias, en particular, en el *Enuma Elish*, es decir, cuando los sumerios hablan del principio. Pero, ¿La historia sumeria es mucho más precisa que la Biblia?, Porque los sumerios nunca pensaron en la creación de una religión.
Nunca construyeron un templo, nunca se habló de dioses. Ciertamente los primeros humanos respetaban a éstos seres y tenían miedo de ellos, porque, obviamente, como se puede entender, esos tipos eran mucho más poderosos, desde el punto de vista del conocimiento y la tecnología pero no los consideraban dioses, tal como sí lo han hecho posteriormente culturas no sumerias que construyeron un templo.
Por lo tanto los sumerios, que eran mucho más precisos, sabían que éstos seres no fueron infalibles dioses, no tuvieron ningún escrúpulo en decir de sus fracasos y nos dicen con mayor precisión en comparación con el pensamiento monoteista, que ha sido insertado posteriormente en la Biblia, sobre éstos seres que habían tenido un montón de intentos que habían salido mal, antes de alcanzar la creación del ser esclavo, es decir, que cometieron un montón de errores en su experimentación antes de llegar a concretar la creación del primer ser humano.
Para que se entienda, recordemos el incidente de la oveja Dolly, la clonación. En un momento dado la noticia salió, y decía que en el laboratorio de Edimburgo se clonó a la oveja Dolly, pero ellos no nos dijeron que en el proceso de la experimentación produjeron alrededor de 240 ovejas *fallidas*, es decir, hicieron cerca de 240 experimentos equivocadas, y luego llegaron al acierto con la oveja Dolly. Los Sumerios dejaron constancia de lo mismo con sus dioses presuntos.
Éste planeta es como una escuela con los seres humanos que poseemos un ADN cósmico, fruto de benévolas prácticas, que ya existían cuando los Anunnaki llegaron a la Tierra. En las tablillas hay constancia de los experimentos fallidos, hicieron un ser que no podía retener la orina, uno que no podía cerrar los ojos, uno con una columna vertebral torcida, uno sin genitales, otro que no podía comer.
Yo ni siquiera recuerdo a todos, eso no es importante de todos modos, ellos hicieron un montón de experimentos humanos que estaban equivocados. Uno fue realmente horrible, por coincidencia fue hecho con lo que se había extraído de la sangre de un *dios* de esos jefes, hasta que, el intento con éxito fue el que tenía la sangre de Enki. Sangre Real. Pero antes de esto se creó un ser peludo, con la garganta cerrada, los ojos imperfectos, las costillas torcidas, la columna vertebral paralizada, corazón, cabeza e intestinos dañados, incapaz de levantar sus manos.
Estas traducciones que he hecho no son de Sitchin. Debido a que Sitchin es importante, pero uno tiene que ir más allá. En cuanto a Sumeriología, sigo las traducciones hechas por los académicos. Estas son las traducciones hechas por Giovanni, Pettinato, que es una autoridad en todo el mundo, en realidad él era, porque él está muerto. Por lo tanto las traducciones de Giovanni Pettinato son una alternativa sumeriologista, hechas por un académico.
Sobre el Dios Alfarero, nos dijeron muchas cosas en la Biblia. Obviamente, con los instrumentos de lingüística cultural conceptuales que se les proporcionaron. Pero nos contaron la historia de la forma en que probablemente sucedió. La Biblia hace un resumen de la creación de Adán, o mejor, hizo dos. Dios, una especie de alfarero que moldeó al hombre a partir de la arcilla. Ahora no sé si algunos genetistas y biólogos están presentes aquí, pero todo el mundo sabe la importancia de la arcilla como un catalizador para el movimiento de precesión de la combinación de los ácidos nucleicos, por lo tanto, de ADN y ARN.
El relato sobre la idea de Dios representado como un alfarero, no es un relato mítico en absoluto. Es la misma historia, vista desde el otro lado. Mientras que la primera historia nos habla de que hemos sido hechos con *Tselem Elohim* por lo tanto del ADN de los Elohim, el segundo cuento nos dice que Elohim actuó en la *AFAR*, por tanto, en el polvo, el barro que había en la Tierra. Y esto tiene 2 significados, porque AFAR proviene del acadio TIKIT que indica tanto la arcilla y lo que contiene la forma, porque la arcilla es algo que puede contener forma e información.
Esto significa que este segundo cuento se ve desde el punto de vista del ADN homínido que estuvo presente aquí en la Tierra. Por lo tanto, hemos sido hechos con Tselem Elohim que se ha insertado en la AFAR, que es lo que contiene la información y ya estaba presente en la Tierra, por lo tanto es el ADN homínido. Los dos cuentos, fueron considerados tradicionalmente por separado, no explicables desde el punto de vista teológico espiritualista. Si se lee, sobre todo, en paralelo con los relatos sumerios correspondientes, éstos cuentan la misma historia vista desde ambos lados y no hay ninguna contradicción, por el contrario.
Sobre el Pecado Original basado en el árbol de la ciencia del bien y del mal la historia sugiere como si realmente se tratara simplemente de una fruta. Hace muchos años, mientras que yo estaba traduciendo la Biblia, obviamente yo solía pensar con la mentalidad de alguien que nació en nuestra cultura. El árbol del conocimiento del bien y del mal, simbólicamente hablando, el momento en que el hombre empezó a distinguir el bien del mal.
Es decir, empezó a comprender lo que está bien y lo qué está mal, lo que es legítimo, pero en la Biblia no es así. En ese momento, la moral fundamental, la ética natural, fue inscrito por Dios en el corazón del hombre. Mientras que en la traducción del Génesis, me dije: *Eso es raro, estas cosas no están allí*. En Diciembre de 2009, una convención de psicoanalistas se llevaba a cabo en la Universidad de Venecia, algunos terapeutas freudianos hablaron, entonces el ex presidente de las comunidades italiano-Isreaelitas y biblista judío eminente, Amos Luzzatto tomó la palabra.
Es evidente que cuando los psicoterapeutas hablan sobre la idea del bien y del mal, hablan del sentimiento de culpa, la moral natural, inscrita en el corazón del hombre, y así sucesivamente. Amos Luzzatto toma la palabra y agradece a los terapeutas diciendo: *Un análisis muy bueno, sólo que esta materia no está en la Biblia*.
Él dice: “No se trata del pecado visto como la biblia lo concibe, ni siquiera en mi país”. Me di cuenta de que en cuestiones de traducción hebrea, hay algunos grafemas que no están allí, por lo tanto no hay distinción. Después de que Adán y Eva hicieron una cosa determinada, los Elohim (dos facciones) hacen una declaración de hecho, no los están condenando sino que dicen: “Usted ha hecho una elección” (los enlilitas), ahora, quiero que sepa que a causa de esta elección, nosotros no estamos de acuerdo*.
Mientras que otra persona y facción (la serpiente o enkitas), creía que la elección era lo mejor para Adán, él intervino para que sea más feliz. Uno de los *vigilantes* intervino, mientras que el otro no quería ésta decisión, y les dice a Adán y a Eva: “Usted ha hecho su elección, entonces debe salir de aquí” (el Edén) y continúa; “Pero usted debe saber que, fuera de aquí, van a experimentar los aspectos positivos y los aspectos negativos de esta elección”. No es una condena. Es lo que se llama *veredicto post-eventum*.Trivializando con un ejemplo apropiado: “¿Usted quería la bicicleta? ¡¡ ahora pedalee!!”
Es lo mismo que Amos Luzzatto dice: *Dios no condena a nadie*, he aquí que Dios dice, *Usted ha hecho su elección, y la elección que usted quería, ha experimentado desde el punto de vista de la reproducción y Usted se ha vuelto independiente de nosotros*. Previamente, la creación de los humanos por parte de Elohim-Annunaki, el hombre era mantenido, contenido y abastecido como una mascota.
A partir de ahora, la nueva especie se ha convertido en autosuficiente. Entonces a partir de la procreación debía vivir fuera de éste territorio protegido, porque todo el sistema de protección era costoso, trabajoso y complicado para los Elohim, algo así como *A partir de ahora te vas a vivir por tu cuenta*. Usted entenderá que entre los efectos de ésta elección no hay únicamente libertad y placer, sino también que a partir de ahora, si quieres un poco de comida, tendrás que conseguirla por ti mismo. Y tú, Eva, deberás entender que llevar un niño en el vientre, va a doler. Pero simplemente vas a entender, no te voy a condenar por ello, ahora vas a entender, ustedes experimentarán.
Por lo tanto, los Elohim les dicen a Adán y Eva: *Una vez fuera de este territorio vallado y protegido, en el que les hemos mantenido y protegido, ustedes descubrirán que pueden sentirse mal, en primer lugar, cuando ustedes tengan hambre, tendrán que buscar comida, mientras que aquí sólo había que sentarse a la mesa. Y tú, Eva, que te has convertido en prolífica, deberás entender que portar vida en tu vientre, duele.
No hay distinción, ni ética, ni moral, ni ninguna condenación, Eso es todo.
Sobre dicho libro (la Biblia) me hago la siguiente pregunta: ¿Los detentadores del conocimiento nos han revelado realmente su contenido? La respuesta es para mí evidente: absolutamente no.
No es que se hayan limitado a no contar o a omitir lo que de verdad contiene, sino que han ido más lejos: se han inventado de manera deliberada y sin pudor lo que simplemente no existe.
La lectura real de esta obra deja claro que la ‘divinidad’, entendida en un sentido espiritual, no está presente en el Antiguo Testamento. Y en particular, tampoco lo está Dios ni existe un culto
rendido a Dios. Por el contrario, lo que existe es una obediencia timorata hacia a un individuo de nombre Yahweh, perteneciente al grupo de los Elohim, seres de carne y hueso que nunca son definidos como ‘dioses’, en términos espirituales.
Del Antiguo Testamento conocemos sólo aquello que los poderosos de todos los tiempos han querido transmitir; partiendo de los teólogos hebreos que iniciaron la elaboración de la doctrina monoteísta hasta las actuales estructuras doctrinales que intervienen a través de sistemas de pensamiento teológico e ideológicos despojados de todo fundamento. Sólo falseando la verdad sobre este texto ha sido posible su definición y su difusión.
Los católicos toman como verdaderos un total de cuarenta y seis libros canónicos (esto es, libros y epístolas considerados auténticos e incluidos en la biblia catolica). Para el canon hebreo, por su parte, los libros aceptados son sólo treinta y nueve, pues no reconoce como auténticos algunos de los libros que para los cristianos son de indiscutible inspiración divina.
Los textos bíblicos que cualquiera de nosotros puede tener a su disposición están redactados esencialmente sobre la base de la Biblia Hebraica Stuttgartensia (o Biblia de Stuttgart), es decir, la versión impresa del Códice masorético de Leningrado.
La iglesia reformista, es decir: el protestantismo, se atiene básicamente al canon judío. Los cristianos coptos consideran canónicos otros libros que tanto hebreos como católicos romanos no
aceptan por considerarlos apócrifos: es el caso del Libro de Henoc y el Libro de los Jubileos. La iglesia greco-ortodoxa, por su parte, no utiliza como base el Códice masorético de Leningrado, sino la Biblia Septuaginta o Biblia de los Setenta, es decir, el texto escrito en griego en el Egipto del siglo III a.C. La Biblia greca presenta en torno a las mil variantes con respecto al Códice masorético, entre ellas algunas de notable importancia, pues contienen divergencias sobre el significado del texto, llegando en ocasiones a revelar incluso ajustes (falsedades literales) provocadas por los masoretas. Esta versión griega constituyó el fundamento bíblico para los padres de la Iglesia durante los albores de la era cristiana, hasta que la Iglesia romana se decantó por el canon hebraico como base. Los rabinos, por su parte, rechazaron la Biblia Septuaginta sosteniendo que sólo eran aceptables los libros considerados acordes con la Torá (el Pentateuco para los cristianos), escritos en Palestina –y no en otros lugares– sólo en hebreo y en el periodo anterior a Esdras (esto es, con anterioridad al siglo V a.C.). Aunque no todo lo elaborado con esas condiciones sería apto.
Por ejemplo, quien haya nacido en Palestina, en el territorio de Samaria, escuchará que la verdad no está en el texto escrito por los masoretas, sino en la Torá samaritana que respecto a la masorética presenta más de dos mil variantes. Por otro lado, la Peshitta o Biblia siriaca, aceptada por los maronitas, nestorianos, jacobitas (o monofisitas) y melquitas, se diferencia a su vez de la Biblia masorética.
Por tanto, antes de las traducciones tenemos diversas biblias posibles, pero sobre todo sabemos que cada uno de estos textos, con sus numerosas diferencias entre ellos, para los miembros de cada tradición, la suya es considerada como indiscutible y verdadera.
Estas primeras consideraciones serían suficientes para hacernos ver que la Biblia en la que debemos creer dependerá del periodo histórico y del lugar en el que hayamos nacido. Es decir, no
existe un ‘absoluto’ porque siempre hay alguien que decide por nosotros, indicándonos de manera dogmática cuál es y dónde se encuentra la verdad.
-CONSLUSIÓN / REFLEXIÓN:
Resulta increíble que en estos tiempos justamente un hombre que ha trabajado para el Vaticano nos hable de tablillas sumerias, de Anunnaki, de Enki, de Enlil, de naves, de clonación. Pero no es tan increíble cuando nos damos cuenta que hemos sido ignorantes felices, que hemos aceptado las cosas sin habernos hecho muchas preguntas.
Biglino no niega en absoluto la creencia en Dios, sino que pone en claro quién ha sido al que le hemos llamado dios, o mejor dicho a quiénes. Vean ustedes como la Biblia es una mezcla de verdades dichas a medias y de mentiras solapadas y tergiversadas, y estimo que no fue por simples errores de traducción.
Por eso, la Biblia encierra verdades y mentiras, por lo tanto ha pasado a ser un libro imperfecto y carente de toda credibilidad. Quienes acusan de quitar o agregar una sola coma fueron quienes la modificaron de puño y letra, mucho más los hipócritas de todos los siglos y épocas que jamás nos permitieron hacer un análisis profundo y exhaustivo de los libros.
Y en ésta conspiración enorme las culpas no recaen solamente sobre una religión en particular, no...Todas ellas, mezcladas en una gran bolsa de mentiras, haciéndonos creer cada una de ellas que eran las fieles representaciones de Dios, pues a drede o no a drede, nos han arrastrado a adorar justamente a lo que no debíamos adorar.
Y no había que desentramar algo imposible para nuestra razón, todo estaba ahí… a la vista, pero el facilismo de entregarnos todo en bandeja de plata, nos acostumbró a no mover ni las manos ni dos gramos de razonamiento como para investigar, cuestionar y sacarnos las dudas. Y aparecen otros, como siempre, a destiempo pero aparecen al fin, con sus ideas y teorías que al principio parecen locas y traídas de los pelos. Después el descrédito, la negación, la persecución, la herejía, y el silencio. Fíjense ustedes, cómo los tiempos cambian y éste es un tiempo especial.
Pareciera ser que ni la venda más gigante puede ya tapar las cosas que antes se tapaban. Hay en estos momentos una apertura que quizás obedezca a la evolución propia y natural de nuestra raza, o a milagrosas y misteriosas fuerzas superiores que sueltan la verdad como el sembrador suelta el puñado de semillas sobre la tierra.
Tiempos donde se necesita una enorme tolerancia que siempre estuvo ausente.
Puede que al leer éste informe y otras informaciones, muchos piensen que se está en un error y se está en contra de Dios, pero no es ése el caso. Dios no tiene intermediarios, ni un templo donde ir a buscar lo que estuvo siempre dentro de nosotros.
Hoy la humanidad más que nunca necesita aprender del pasado, y estábamos aprendiendo de un pasado que no era el real. Hoy caen las vendas y vemos lo que fuimos y lo que somos. Aprendamos a ser, que cada día un rayo de luz siga iluminando ésta obscuridad, y que nunca más repitamos la nefasta historia.
#abretumente #expandiendoelconocimiento
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