Tumgik
#ma amo tutto di questa scena <3
poterimagici · 11 months
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Francesco è in cerca di uno spirito affine.
Volevo fare la Rockstar 1.09
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lilsadcactus · 2 years
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Ogni anno diciembre è un mese amaro. Ho qualche amico che è sempre contento perché arriva natale o l’ultimo dell’anno e mi chiedono sempre perché a te non piace? Perché non festeggi mai? Il grinch, ormai lo accetto come fosse un complimento.
Ogni diciembre inizia con il mio compleanno, giorno spesso grigio, non ricevo mai auguri da chi amo, molti anni li ho passati senza casa, senza cibo, senza vestiti, piangendo; due anni li ho passati con un fidanzato che mi picchiava, 17anni li ho passati con un fratello che mi picchiava e una madre che prendeva le sue difese. Due giorni dopo c’è il compleanno di mio fratello: festa nazionale in contrapposizione con il mio. Il 15 il compleanno di mia madre che anche se faccio qualcosa per lei non sarà mai abbastanza, perché io non sono mai abbastanza per lei.
Natale. Se ricordo quelli dell’infanzia ho solo voglia di vomitare. Non ho mai vissuto un Natale sereno… festa familiare? Che schifo, poveri noi che siamo circondati da persone disfunzionali.
Comunque ogni anno mi sento tagliata fuori dalla gioia generale che provano tutti a dicembre. Così ho deciso di provarci: regali fatti a mano perché sono povera, ma comunque regali, cibo, socializzare, vestiti decenti… per una volta sembrava essere un Natale sereno. Siamo andati a cena da alcuni familiari di Neiva. Ho sentito il famoso Natale, ho quasi pianto.
Poi siamo tornati a casa dei miei.
Mio fratello ha urlato contro Neiva per una stronzata, il fottuto narcisista non può sopportare che la gente attorno a lui gioisca, se non è protagonista per mezzo minuto c’è il finimondo. Neiva che piange, mia madre che la convince a restare perché in fondo suo figlio è solo un bimbo incompreso e comunque che hai fatto per provocarlo??? Bimbo di 29anni. Incompreso. Che si prende le chiavi della sua macchina per non farla andare via mentre le urla che deve levarsi dal cazzo perché lei deve sempre rovinare tutto, vattene!!! Vattene!!! Ma non ti darò le chiavi. Un coglione di 29anni rovina il primo Natale che volevo godermi…
Tutti uguali gli uomini narcisisti. Mio fratello e fabian sono la stessa persona in due paesi diversi. Quella scena l’ho vissuta 3 volte e ora che lo vedo di nuovo non riesco a far finta di niente, vorrei difendere Neiva da questa merda di persona come nessuno ha difeso me da Fabian. Darei la mia vita per lei, ucciderei mio fratello per liberarla.
Questo Natale ho desiderato intensamente che lui dicesse una parola di troppo o facesse un gesto contro di lei per potergli finalmente ficcare il coltello a farfalla in gola. Voglio ucciderlo perché so benissimo che non cambierà mai e sono stufa di sapere che al mondo ci sono persone come lui che fanno solo del male senza conseguenze.
Io ci provo a perdonare e vivere nel presente accettando il passato così com’è giacché non può essere cambiato ma dimmi universo che altro puoi lanciarmi come punizione se perdo la pazienza e uccido colui che mi ha rotto il naso due volte, picchiato ogni giorno dopo scuola, tenuto sveglia ogni notte perché ero la sua serva, rubato i soldi, rovinato infanzia e adolescenza? Cos’altro puoi farmi vivere?
Non avrò mai un Natale in famiglia normale. Non con queste persone, non posso. Non ci voglio restare qui, non sarei mai dovuta tornare, maledetta me.
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[Parte 2 di 3, perché ora Tumblr ha il limite caratteri di una oneshot breve.]
Se passa la sento volentieri
Il nome è già esaustivo, e non credo ci saranno troppi altri gigaparagrafi, da qui in poi.
All'inizio Respectless me la scordavo. La prima volta che l'ho sentita ho detto solo "Com'è di inizio Duemila!" e ho pensato che sembrava una canzone che avrebbero dato alla radio. Non so se me la scordassi anche perché Velvette e Carmilla non hanno tutto questo screentime - Anche se poi la seconda ha rimediato. Sta di fatto che ora capita la canticchi a caso. E, oggettivamente, stiamo parlando di una canzone con una bimbaminkia che dice a tutti che sono dei vecchiacci di merda, i suddetti tutti vanno in Pikachu face mode e, soprattutto, abbiamo un'antagonista perfidissima che ha portato in scena la trama principale e ha innescato una catena di eventi che ha portato alla vittoria del Team Buoni. Velvette queen assoluta.
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Non so se questa gif dia un'idea estremamente fuorviante o estremamente precisa della canzone.
Mi piacciono entrambe le versioni, la De Risi va bene qualsiasi cosa canti, ma preferisco leggeramente quella inglese per un motivo molto stupido: come detto, mi sa tantissimo di canzone anni '00 alla radio, e quelle erano tutte inglesi, quindi temo sia il nostalgiafagghismo a farmi parlare.
Per rimanere da Carmilla, Out for Love. C'è una milfona che pesta la sua appena scelta allieva a ritmo di "CREDI NELLA FORZA DELL'AMOOOOOOOOOOOOORE". Solo il concept merita il Tier S. Ovviamente non è solo amore romantico, è amore tutti i tipi, certo. Still fantastico. Il fatto che Carmilla sia spagnola e Vaggie sudamericana rende ancora migliore il ritmo latino. Inizialmente non mi diceva niente ma, dopo qualche ascolto, l'ho trovata molto più orecchiabile. È un gusto acquisito.
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Questo è l'altro caso dove vado solo, se non esclusivamente, da quella inglese. Sembra che le canzoni di Carmilla siano difficilissime da cantare, ed è per questo che nella versione italiana è l'unica con una doppiatrice per il parlato e una cantante professionista per le canzoni. Tuttavia, non mi piace per niente come la Astolfi apre tutte le vocali. Considerato che "amore" ha tre vocali su cinque lettere e che è il ritornello, non mi piace granché come suoni letteralmente "aHmOOOOOOOOOOOHreH", ripetuto due-tre volte di fila. Il resto va bene, ma il ritornello di Per amore è l'unica cosa che proprio non mi piace del comparto musicale italiano.
Ready for This era la canzone del trailer! E me l'ero scordata. Mi piace il suo essere anche in questo caso una canzone con più cantanti, la parte di Alastor e Rosie è carinissima, e amo come ogni "ready for this" sia detto in modo diverso - A sentirli di fila, si sente chiaramente tutto il flusso di pensieri di Charlie, e trovo sia una cosa fantastica.
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Mi piacciono sia la versione inglese che quella italiana, indistintamente.
Carina
Rimanendo con Charlie, quella che in pratica è la sua character song: A Happy Day in Hell. Confesso che trovo molto più orecchiabile Inside Every Demon There's a Rainbow, dal Pilot, però A Happy Day in Hell suona così tanto principessa Disney nel posto sbagliato che assume una tenerezza e un'ilarità tutte sue. Se Charlie non fosse così persa nel mondo dei sogni, le battute dei figuranti non farebbero ridere allo stesso modo. E, soprattutto, la frase finale non sarebbe epica.
Bonus: Ho detto "principessa Disney", ma in realtà mi fa tantissimo Belle, quindi ha subito la mia simpatia.
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Anche in questo caso mi piacciono allo stesso modo sia la versione italiana che quella inglese.
More Than Anything (Reprise) è l'effettivo duetto romantico di questo musical. È dolcissimo, sia nel concetto che nel video - E, finalmente, un bacio on screen tra Charlie e Vaggie, ancora più importante visto che è dopo il loro essersi riappacificate.
Sono un po' combattuta. La maggior parte di me ama tantissimo che il duetto romantico sia sulla scia della canzone tra Charlie e suo padre - Una volta avevo letto un commento che diceva che, così facendo, faceva capire quanto il primo contatto con l'amore si ha con i propri genitori, e che avendo imparato a coltivare l'amore si può poi donarlo agli altri. Non so se l'idea fosse quella, ma la amo tantissimo e la voglio vedere così. E amo che il bacio venga mostrato solo a questa altezza, trovo gli dia più valore.
Dall'altra parte, però, spero che nella seconda serie Charlie e Vaggie abbiano un loro duetto romantico e non la reprise della canzone di Carla con papino, ecco-
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Come per More Than Anything (E Basta), nella versione italiana si sente tutto lo sforzo della Caputo e della Franceschetti per non andare in debito d'ossigeno - Ma c'è da dire che anche la Henningsen e la Beatriz sfiorano gli ultrasuoni. Le voci di tutte e quattro stanno benissimo nelle loro accoppiate, ma forse mi suona un po' troppo acuta-
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veronica-nardi · 3 years
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Word of honor
Commento con spoiler!!!
SONO TORNATI I COMMENTI SCLERI ALLE SERIE!!!!!
Me:
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Non ricordo qual è stato l'ultimo commento che ho scritto, forse Love is sweet, ma ricordo che ho deciso di mollarli perché nell'ultimo periodo li scrivevo controvoglia, erano corti e frettolosi, e quindi scritti male.
E penso di aver capito perché (piccolo esame della mia vita): stare a casa mia mi rende apatica. Perché guarda caso, mentre ero in Austria scrivevo commenti senza problemi, come sono tornata a casa sono andata in letargo, e ora che ho in progetto di partire di nuovo mi è tornata la voglia di buttare giù i miei pensieri e di sfogarmi.
È sempre un po' un rompimento scrivere questi commenti, perché ci vuole tempo e io sono lenta, però ne vale anche la pena per schiarire le idee e dire la propria, e mi piace anche andare a rileggere i miei commenti passati.
Oggi sono qui per commentare il drama cinese Word of honor, serie di cui ho deciso di scrivere il commento già un po' di tempo fa. Perché?
PERCHÉ HO BISOGNO DI SFOGARMI DI PORCONARE.
Infatti più che un commento questo è uno sfogo.
E che sia chiaro: non mi sfogo in senso positivo come facevo con i miei commenti di The Untamed, in cui sentivo il bisogno di metabolizzare le mie emozioni, ma qui con WOH ho la necessità di sfogarmi in senso negativo, nel senso più negativo possibile.
Avviso: questo è un commento ricco di spoiler sia di Word of honor che di The Untamed (serie che io amo), perché fare il paragone tra le due mi è venuto fin dall'inizio inevitabile.
Qui lo dico, lo affermo e non mi vergogno: Word of honor mi ha grandemente delusa, penso che abbia un sacco di problemi e che non meriti assolutamente il voto che detiene su Mydramalist (8.6 al momento).
FATEMI CAUSA.
Non ho intenzione di stare a scrivere la trama del drama perché non ha senso: questo commento è destinato a chi la serie l’ha già vista tutta.
La prima cosa che voglio dire è che dal momento in cui sono venuta a conoscenza di questo drama, in me è nato subito un forte entusiasmo, che andava accrescendosi ogni giorno che passava. Infatti, nell’attesa che Viki lo finisse di subbare, ho passato settimane se non alcuni mesi a deliziarmi qui su Tumblr tra gif e fanart di questa serie (come io sia riuscita a non beccarmi nessuno spoiler importante rimane un miracolo). Ed ero davvero estasiata. Per vari motivi:
1) Questa serie è un fantasy xianxia e wuxia, un genere che a me piace molto.
2) La ship gay tra i due protagonisti.
3) Suddetti protagonisti che sembravano avere una chimica pazzesca dai modi in cui si guardavano.
4) Mi ricordava un sacco The Untamed, per ovvi motivi.
5) Sembrava una serie fatta davvero bene, quasi “epica”. Le scenografie, i costumi, i combattimenti... tutto sembrava promettere bene.
Ora, da un punto di vista estetico e tecnico, non ho granché di cui lamentarmi. La colonna sonora è molto bella (Ask Heaven stupenda), le scenografie sono bellissime e suggestive, gli effetti speciali in confronto a quelli di TU sono oro colato, e la recitazione anche se non è nulla di straordinario è comunque molto buona in alcuni casi. I miei preferiti sono stati Simon Gong come Wen Kexing (sopratutto nei panni del Signore della Valle), e Li Dai Kun come Re degli Scorpioni.
Mi è piaciuta molto la recitazione dei due lead (anche se Zhang Zhe Han l’ho trovato poco coinvolgente), che hanno per davvero una bellissima chimica. Potrei tranquillamente riempire il mio tumblr di gif set su loro due che si guardano, che si sorridono, che scherzano, che combattono insieme... e sembrerebbe una ship meravigliosa (come era sembrata a me nelle settimane precedenti).
Il problema è proprio questo: Word of honor SEMBRA una serie epica, la WenZhuo SEMBRA una bellissima e struggente storia d’amore.
Ma come dice il proverbio: l’apparenza inganna.
Cosa è andato storto?
1) LA MANCANZA DI CONTESTUALIZZAZIONE, SPIEGAZIONI INESISTENTI E CONFUSIONE GENERALE
Molte persone si lamentano dei primi episodi di The Untamed, dicendo che sono lenti e non succede niente. Il che può anche essere vero, ma io quelle prime puntate le ho sempre apprezzate moltissimo perché fungono da introduzione della trama e presentazione dei personaggi. Ad oggi mi rendo davvero conto dell’importanza e della profonda utilità di quegli episodi, in cui ci presentano i vari personaggi e delineano le relazioni tra di essi, ci presentano il mondo in cui è ambientata la serie, e gettano tutte le basi di quello che avviene in seguito, rendendo quindi tutto molto più fruibile e comprensibile.
In Word of honor invece c’è da mettersi le mani nei capelli. Ho perso il conto delle volte in cui mi sono persa nei dialoghi dei personaggi che parlavano di gente a me sconosciuta. Spesso le cose succedono in modo random, senza uno straccio di spiegazione, al che ci si perde i pezzi per strada. Durante la visione ho sentito tanto la mancanza di un “contesto” che mi aiutasse a capire cosa stava succedendo in scena, di chi si stava parlando, cosa aveva portato un determinato personaggio a dire quella cosa ecc...
Per fare un esempio lampante: come in TU, anche in questo mondo ci sono dei clan principali, ma a differenza di TU dove ogni clan era caratterizzato meravigliosamente e in modo singolare, qui le sette non è nemmeno chiaro quali siano, non hanno caratteristiche precise che le rende uniche e facilmente riconoscibili, e non è nemmeno chiaro dove la gente vive, e comunque le residenze sono tutte molto simili.
Mi ha dato inoltre molto fastidio quando le cose succedevano off screen. Alcuni eventi sono stati solo spiegati o anche semplicemente citati, e non mostrati. Come la morte del capo dei mendicanti, per fare un esempio. Io capisco che la serie avrà avuto un badget limitato, ma di certo non poteva essere più limitato di quello di The Untamed (cane brutto spelacchiato sempre nei nostri cuori @dilebe06), e se quest’ultima è riuscita comunque a dare vita ad una storia capace di travolgerti il cuore, allora poteva farlo anche WOH.
Lasciamo poi perdere tutto il discorso dell’armatura vitrea e dei pezzi moltiplicati da quel genio di Wen Kexing: grazie per avermi complicato la vita.
È stato come rivedere la storyline del Metallo Yin, ma avanzata di livello: un incubo.
2) I PERSONAGGI REAGISCONO IN MANIERA ASSURDA
Più volte mi è partito il WTF nel vedere come reagivano, o meglio, non reagivano i personaggi. 
A cominciare da Chengling a cui viene sterminata la famiglia e distrutta la casa nel secondo episodio, e questo ragazzino sembra non rimanerne più di tanto traumatizzato. Non come il massacro al Pontile del Loto e la reazione devastata di Jiang Cheng, Wuxian e Shijie che angoscia levati. In tutta la serie non ho mai percepito il trauma di Chengling o il suo dolore per la perdita della famiglia, è come se la cosa non fosse mai successa.
La figlia del Gran Capo Gao che viene rapita dalla coppia di vecchietti (voglio sapere se qualcuno ha imparato i loro nomi), e nel momento in cui viene liberata si lascia andare ad un assurdo slancio di bontà, di difesa e di perdono.
Durante l’ultima assemblea Wen Kexing afferma di non essere lui il capo dei fantasmi... e tutti gli credono. E quando viene fuori la sua storia e di chi è davvero figlio, gli viene perdonato tutto perché “eh poverino, ha sofferto tanto”. Quindi, giustamente, chiudiamo tutti gli spettri nella Valle Fantasma lasciandoli morire, tranne Wen Kexing e Xiang perché sono il lead e la lead. (Io comunque non ho mai capito cosa facevano di male questi fantasmi, togliendo quelli che hanno appiccato fuoco alla residenza del ragazzino).
E che dire di Zhuo Zishu e di Cao Wei Ning? Loro sono la ciliegina sulla torta. Questi due si innamorano di due spettri, e quando scoprono la loro vera identità non rimangono minimamente sconvolti, arrabbiati o turbati. Wei Ning un pochino si sorprende, ma la cosa finisce lì. E qui mi collego al prossimo punto.
3) UN ANTICLIMAX IMBARAZZANTE
Quando Ye BaiYi riferisce a Zishu la vera identità di Kexing, viene fuori che lui lo aveva già capito e che non gli importa. Quando Wei Ning scopre di Xiang dopo una iniziale sorpresa la cosa si risolve nel giro di un minuto.
Quando Kenxing scopre dei chiodi di Zishu, dopo un primo momento di disperazione (scena della pioggia), continua la sua vita come se nulla fosse. Non è in ansia. Non è angosciato. Non si mette alla disperata ricerca di una cura - come fece Wuxian per Jiang Cheng - per salvare quello che dice essere la sua anima gemella.
E ancora, Wen Kexing ha provocato la morte della famiglia di Chengling (non facciamo i buonisti: può anche non aver dato l’ordine, ma è quello che voleva e ha fatto di tutto per seminare odio e morte di persone innocenti), e quando il ragazzino lo scopre tutta la rabbia, la frustrazione e la delusione che si potevano creare si risolvono in un perdono totale (e comunque manco ne hanno parlato) in virtù di quello che il povero Wen Kexing ha passato.
Ora, perché non siete stati capaci di creare quella che si chiama angst? Perché, dopo aver creato TANTE occasioni che potevano davvero suscitare una buona dose di angoscia nello spettatore, non avete avuto la capacità di svilupparla come si deve e non avete avuto il coraggio di andare fino in fondo, preferendo invece strade più facili, buoniste e superficiali?
Word of honor aveva la possibilità di mettere su un’angst coi fiocchi, ma tutto si è sempre risolto con un NULLA DI FATTO.
4) UNA SUPERFICIALITA’ GENERALE
Lungo il corso della serie, ho sempre avuto la sensazione che ci fosse tanta carne al fuoco, ma che non sia stata cucinata fino in fondo. Word of honor è una bistecca al sangue. È una pasta al dente. Word of honor è la serie delle occasioni perse, dell’angoscia sprecata.
Word of honor si può riassumere perfettamente con il detto “tutto fumo e niente arrosto.”
Le Sette non sono caratterizzate, le evoluzioni dei personaggi sono praticamente inesistenti, fasulle o bipolari, le relazioni potevano essere un pozzo di profondità ma si sono sempre fermati alla superficie.
Un’altra cosa da cui sono rimasta molto delusa sono stati i Fantasmi. All’inizio mi piacevano un sacco, ma anche loro sono stati trascurati e/o dimenticati. A pochi di loro viene concesso il lusso di una storyline, e nessuna di queste ha saputo lasciare il segno. Non parliamo poi degli Scorpioni, che quasi non si sa chi siano.
Word of honor è una serie che pretende, ma che non dimostra di essersi impegnata abbastanza. Quello che ne risulta è una presa in giro.
5) ZHUO ZISHU E WEN KEXING COME I NUOVI “ROMEO E GIULIETTA”
So che rischio il linciaggio, ma io qui voglio davvero stendere un velo pietoso.
Sia se li prendo come personaggi singoli, sia se li prendo come coppia, li devo bocciare in entrambi i casi.
Wen Kexing è un finto villain, che vive nel bipolarismo tra il desiderio di vendetta e la vita idilliaca con Zishu e Chengling, e mentre passa metà del tempo a esprimersi attraverso versi di poesia e frasi filosofiche di cui non ho mai capito il senso, alla fine ottiene entrambe le cose senza aver mai preso una vera posizione.
Zhuo Zishu è un personaggio che di per sé potrei anche salvare, ma di problemi ne ha parecchi dal momento in cui entra in contatto con Kexing. Non si capisce perché accetta la sua presenza o perché da un episodio all’altro comincia a chiamarlo amico e a desiderare di condividere la sua vita con lui. All’inizio non sa nemmeno chi è, però vuole viaggiare il mondo assieme a lui: non è realistico.
La “storia d’amore” comincia in maniera semplicemente assurda, con Wen Kexing che definisce l’altro anima gemella alla bellezza dell’ottavo episodio, quando il livello di costruzione del loro rapporto è ancora minimo. Ma siccome si era intuito che si fossero già conosciuti nel passato, avevo pensato che avessero avuto un incontro precedente importante e degno di nota, per esempio Zishu che gli aveva salvato la vita, qualcosa di serio e profondo.
Circa a metà serie, si sono degnati di spiegarci le avventure passate di Kexing, e viene fuori che i due lead si sono conosciuti quando erano bambini (ho i brividi per l’inventiva), quando i genitori di Kexing hanno trovato rifugio presso il maestro di Zishu.
Ora...
Mi state dicendo che Wen Kexing ha definito Zishu anima gemella perché quando erano bambini hanno giocato insieme qualche giorno con il cane?
Sinceramente mi sento presa in giro.
Un altro grande problema è la loro comunicazione: superficiale e a volte inesistente.
Mi dispiace ma gli sguardi languidi e i giochetti non mi bastano. Ho bisogno di un fuoco che arde, non della fiammella di una candela.
Durante la prima metà della serie, prima di dare un giudizio definitivo, ho voluto essere speranzosa povera illusa. Mi sono detta: “non sono neanche a metà dai, hanno tutto il tempo per costruire un bel rapporto, per migliorare la comunicazione ecc...” E alla fine? Alla fine sviluppano una comunicazione talmente bella che Wen Kexing mette su un piano geniale senza farne parola con Zhuo Zishu, il quale lo crede morto e allora ripiega sul suicidio perché anche se ha Chengling e altri discepoli ritrovati di cui occuparsi e una possibile occasione di guarire, sia mai cercare di vivere una vita più che decente anche se la persona che ami è morta. Ma poi si scopre che quel simpaticone di Wen Kexing è ancora vivo, ma ormai è troppo tardi perché il danno è già stato fatto.
La loro comunicazione è talmente pessima che la cosa ha portato alla morte uno dei due.
Però sono anime gemelle.
Mi dà inoltre tremendamente fastidio il modo in cui la serie vuole passare per romantica con il messaggio: ha senso vivere solo con la tua anima gemella, se lei muore la vita perde di significato (questo vale anche per la coppietta etero finita male).
Questo NON è romantico. NON è bello. NON è sano.
Wen Kexing e Zhuo Zishu vogliono passare per tragicamente romantici: o viviamo tutti e due, o moriamo tutti e due. Ma io le storie d’amore così non le sopporto. Hanno fatto i nuovi Romeo e Giulietta, solo che loro li posso anche comprendere perché erano due tredicenni, mentre questi lead sono due uomini adulti che dovrebbero capire di dover andare avanti con la loro vita anche senza l’altro.
Voglio affrontare un altro discorso riguardante la ship.
Come ho detto prima, uno dei principali motivi per cui ero molto entusiasta nei confronti di questa serie, era per la ship gay.
Io so che è facile partire con l’entusiasmo quando si tratta di una storia BL, e non perché le ship gay siano speciali o più belle di quelle etero, ma perché in un mondo in cui le coppie gay non sono riconosciute come quelle etero e non hanno gli stessi diritti di queste ultime, è molto bello quando le coppie gay vengono rappresentate, quando vengono dati loro uno spazio e una voce.
Per una persona come me, totalmente supportiva della comunità LGBTQI, vedere queste persone rappresentate mi rende molto felice, soprattutto se si tratta di un drama asiatico, soprattutto se si tratta di un drama cinese!
Ma cominciando a vedere la serie, ho iniziato ben presto a scindere il mio entusiasmo personale da quello che stavo effettivamente vedendo. Io posso anche essere contenta che una serie cinese abbia deciso di rappresentare una storia gay, ma questo non significa che la relazione e la serie in sé siano state sviluppate in maniera adeguata, soddisfacente, emozionante ed ammirevole.
Wen Kexing e Zhuo Zishu scherzano, sorridono, si guardano, si prendono per mano, e tutto questo è bellissimo da vedere. Ma il problema è proprio questo: sono belli soltanto da guardare, come se fossero un bel quadretto.
Ma manca la vera angst, manca quella cosa che ti fa stringere il cuore per loro, manca quello struggimento che ti porta a shipparli, a tifare per loro e a desiderare di vederli insieme come se la tua felicità dipendesse da questo.
Non solo manca tutto questo, ma i due a una certa diventano addirittura noiosi, ripetitivi e ridicoli. Tanto che verso il finale non mi importava più nulla di loro, non mi importava se sarebbero riusciti a stare insieme o se Zishu sarebbe morto (tanto lo sapevo che avrebbero trovato una cura per quei chiodi maledetti: Ashes of love intensifritzzz), e addirittura ci sono stati dei momenti in cui ho sperato che morissero.
L’unica cosa buona di questa ship è quel “ai ni” pronunciato sul finale. Ho scoperto grazie a @dilebe06 che questa serie è famosa per aver passato la censura cinese, e ci credo. Oltre vari riferimenti palesemente gay lungo il corso della serie, l’elemento più eclatante è questo ti amo detto da Wen Kexing. Mettendo da parte le mie critiche, io sono felicissima di questo: un uomo che dice ti amo a un altro uomo, e il governo cinese lo ha passato! Cioè, PARLIAMONE.
Ora, voglio un attimo parlare del finale.
Qui lo dico e non lo nego: le serie asiatiche hanno un GROSSO problema con i finali. È qualcosa che ho notato fin dal mio primo amore Meteor Garden. Sono spesso poco chiari, confusionari, frettolosi, aperti, buonisti, paraculi e semplicistici.
Word of honor non fa eccezione: 
1) Dopo aver esultato per le Nozze Rosse versione cinese, mi sono cascate le braccia nel vedere come il maestro di Wei Ning abbia agito per puro interesse dell’Armatura Vitrea, e non perché fosse un uomo di princìpi che voleva punire Wen Kexing per le sue malefatte. Sia mai rendere le cose interessanti e sfaccettate, meglio cadere nella banalità e scontatezza dilaganti che hanno pervaso questo drama fino all’ultimo.
2) L’Armeria bramata da tutti per tutto il drama che doveva contenere armi potenti si rivela essere un magazzino pieno di grano che possa sfamare le genti. E la manna che cade dal cielo, no?
3) Che vadano a cagare quei sette minuti A PAGAMENTO che compongono l’episodio 37, solo per vedere un riassunto della ship e i due lead che diventano immortali sulle montagne innevate.
4) Il rituale dei sei metodi di coltivazione che usano i due lead e che funziona, a quanto ho capito, solo con persone innamorate a livello romantico, è una cagata talmente immonda che mi vergogno io per la sceneggiatura.
5) A mio parere Xie'er è il personaggio migliore della serie. Non mi sarebbe dispiaciuto se gli avessero dato più spazio, e assolutamente MERITAVA DI MEGLIO SUL FINALE. Quella valanga di neve che travolge tutti senza degnarli di una decente scena di morte è qualcosa di imbarazzante.
Siccome una cosa buona questa serie l’ha fatta, ovvero mi fatto venire nostalgia e voglia di rivedere The Untamed, prima di concludere vorrei commentare le due serie.
In cosa Word of honor non è riuscita a mantenere il paragone con The Untamed:
1) LA STORIA D’AMORE
Please... Non so nemmeno da dove cominciare. Che nessuno venga a dirmi che la Wenzhuo è la nuova Wangxian perché potrei tirare fuori il bazooka.
La Wangxian era ricca e stracolma di angst, nel senso che si stava proprio male a guardarli. Il tifo che ho fatto per la Wangxian equivale a quello dei tifosi di calcio alla finale dei mondiali. La Wangxian era costruita bene, e oltre a certi momenti più spensierati e divertenti regalati dal personaggio di Wuxian, la relazione aveva un’evoluzione sapientemente e dolorosamente costruita, dove introspezione e realismo si fondevano in una combinazione che sembrava fatta di magia.
Wen Kexing e Zhuo Zishu, la Wangxian non la vedono nemmeno col binocolo.
E dovrebbero solamente imparare dalla Wangxian: laddove Zishu ha scelto il suicidio di fronte alla morte di Kexing, Lan Zhan ha scelto di continuare a vivere una vita che sicuramente sarebbe stata difficile, solitaria e costellata da sensi di colpa (quei tre anni di punizione non me li scordo, bastardi), ma allo stesso tempo una vita degna di essere vissuta: crescere Sizhui e i discepoli e vederli diventare dei giovani uomini capaci, maturi e responsabili, occuparsi del Clan Lan, stare vicino alla sua famiglia, andare in giro per il mondo non solo per cercare un possibile stralcio dell’anima di Wei Ying, ma anche per cacciare i fantasmi e andare “ovunque vi fosse il caos”.
È andato avanti. Anche senza Wuxian. Anche se travolto dai sensi di colpa. Anche se era difficile. Anche se soffriva. E non ha vissuto una vita vuota o insignificante, ma una vita che mi rende soltanto orgogliosa di lui. E quando Wuxian è tornato e Lan Zhan ha avuto la sua seconda occasione, non l’ha sprecata, ha imparato dagli errori del passato, ha agito in modo diverso tenendosi stretto Wuxian, proteggendolo, mostrandogli che stavolta era dalla sua parte, condividendo con lui gioie e pericoli.
Ecco quella che io chiamo una storia d’amore costruita e sviluppata come Dio comanda.
In confronto, la Wenzhuo è soltanto una pallida e brutta copia.
2) LA PROFONDITA’, L’INTROSPEZIONE E L’EVOLUZIONE
Questo non vale solo per la storia d’amore, ma anche per la trama e i personaggi.
Lan Zhan è il mio personaggio preferito di The Untamed, e la costruzione di questo personaggio si mangia a colazione quella di Zishu. Così come Kexing non può fare a meno di impallidire di fronte a Wuxian.
E anche per quanto riguarda le due serie in sé, Word of honor non mi ha lasciato molto a livello di messaggi importanti e riflessioni interessanti. Se penso a The Untamed mi vengono in mente cose come i prigionieri di guerra Wen e tutta l'ipocrisia dei cultori, la Yunmeng Family che ad oggi rimane una delle storyline più toccanti della serie, o i personaggi legati alla Città di Yi.
The Untamed era una serie che parlava di perdono, di famiglia, di denuncia, di ipocrisia, di lealtà, di giustizia.
Word of honor si perde per strada nelle occasioni di cui il drama stesso ha scritto le basi.
3) L’ANGST
Wangxian: frustrazione, rabbia, dolore, tristezza, amarezza, struggimento, rimpianti, dolore.
Wenzhuo: l’angst che vola come fumo al vento...
E non vale soltanto per le ship.
Vogliamo parlare del massacro al Pontile del Loto E TUTTO QUELLO CHE NE E’ CONSEGUITO? Vogliamo parlare della morte di Jin Zixuan e delle sue conseguenze? Vogliamo parlare della Città di Yi? Vogliamo parlare della questione del Nucleo d’oro? Vogliamo parlare della drammatica relazione tra Wuxian e Jiang Cheng? Vogliamo parlare di quei disgraziati degli Wen? Vogliamo parlare dei Tumuli e della Coltivazione Demoniaca?
Io soffro anche soltanto a ripensarci.
Word of honor invece, l’ho finita ieri e me la sono già dimenticata.
4) I PERSONAGGI SECONDARI
A mio parere, gli unici personaggi degni di nota di WOH sono Xie’er e suo padre/amante. Ho trovato il loro rapporto tra il malato e il morboso, e quindi interessante.
Tutti gli altri sono fuffa. A partire da Xiang a cui hanno dato una caratterizzazione semplicemente insopportabile, per passare dal principe Jin che definisce Zishu anima gemella e che seppellisce definitivamente la poca serietà di questa serie, per finire con quel ragazzino senza sostanza e senza sapore che è stato Chengling.
Di contro, alcuni personaggi secondari di The Untamed come la Signora Yu e Xue Yang, hanno saputo in pochi episodi non solo presentare la loro caratterizzazione, ma anche regalare lacrime ed emozioni indimenticabili.
Per non parlare delle nuove generazioni. In Word of honor abbiamo l’insipido Chengling e la figlia di Gao, interessante quanto una foglia in una pozzanghera. The Untamed? PFFFFFFF. Vogliamo parlare di quanto fossero adorabili i discepoli? Il piccolo tsundere traumatizzato che era Jin Ling, il simpatico romanticone Ouyang Zizhen, il vivace peperino Jingyi (my favorite). Anche il semplice Sizhui era riuscito a conquistare i cuori di tutti con il suo candore e il modo di fare genuino e allo stesso tempo maturo.
Ci sarebbero altre cose da paragonare, come la recitazione o i villain, ma non voglio infierire troppo e mi basta citare i punti importanti.
Io non mi aspettavo che Word of honor fosse il nuovo The Untamed, però, sinceramente, mi aspettavo di più. Molto di più.
Ho finito.
Ora, ultima cosa che va al di là di Word of honor. Sono demotivata e delusa. Questa serie mi ha dato una grande batosta, ma è anche vero che è tanto tempo che accuso non tanto una mancanza di voglia di vedere drama, ma più che altro la mancanza di quel brivido, di quell’eccitazione, di quel “non vedo l’ora di vedere la prossima puntata!”
Mi manca Goong. Mi manca Hotel del Luna. Mi manca The Untamed. Mi manca Memories of the Alhambra. Mi manca Live. Mi manca vedere un drama che mi prenda il cuore e lì rimanga per i mesi successivi. Mi manca una storia d’amore come quella di The Legends, che quando ci penso mi tornano ancora i brividi e le lacrime.
Il 2020 è stato l’anno dei grandi drama per me. E non è che quest’anno stia vedendo drama brutti o che mi fanno schifo. Sono belli, carini, romantici, divertenti, commoventi, ma mi manca l’innamorarmi.
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dilebe06 · 3 years
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Graceful Family
Divide et impera
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Sapevo già che questo drama mi sarebbe piaciuto. Me l'hanno venduto come un Game Of Thrones versione Korea moderna ed ovviamente mi ha comprata immediatamente.
Se c'è una cosa che amo sono le storie d' intrighi, tradimenti, intelligenza e sete di potere. Famiglie e parenti pronte a scannarsi e tirarsele dietro ad ogni due per tre come cani attorno all'osso. Sapete...le classiche adorabili famiglie disfunzionali.
Graceful Family questo è: una serie dove un gruppo di persone "s'accoltella" vicendevolmente per ottenere quello che vuole. #adoro
La storia parte con Mo Seok Hee, figlia della famiglia Mo - proprietaria della MC Group - che esiliata dalla sua amorevole famiglia negli USA, torna di nascosto e in tutta fretta in Korea a seguito della notizia ricevuta sottobanco delle condizioni critiche del Nonno, il Presidente del MC Group.
Il suo rientro viene però cercato di ostacolare dal TOP, un team di gestione delle crisi che aiuta a coprire i reati commessi dalla ricchissima famiglia Mo.
Seok Hee riesce a tornare ma causando un incidente viene portata alla polizia dove conoscerà l'avvocato di umili origini Heo Yoon Do. Il loro incontro non sarà casuale per la storia perché c'è un motivo nascosto se Seok Hee è tornata in patria: scoprire la verità sulla morte della madre, uccisa 15 anni prima e le cui indagini della polizia non hanno convinto la protagonista. Heo Yoon Do potrà aiutare Seok Hee a scoprire la verità?
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Come si evince dal mio orribile riassunto, la storia è un genere Thriller/Mistero e la serie fa un lavoro per me encomiabile nel gestire la narrazione e gli eventi. Innumerevoli i colpi di scena, i WTF, le imprecazioni. Ho trovato davvero difficile riuscire a staccarmi da questa visione, tanto che ho praticamente maratonato la serie in 3/4 giorni. (cosa che non faccio mai)
Ma non è solo la narrazione accattivante. Credo che un enorme punto a favore della serie siano i personaggi: dalla lead alla Direttrice del TOP, fino a tutti i componenti della famiglia Mo. Le loro psicologie e caratterizzazioni sono assolutamente intriganti ed umane così come le loro interazioni sbalestrate e totalmente fuori di testa. Mi sono decisamente piaciuti molto.
Ho particolarmente apprezzato Seok Hee. Un trattore. Una donna con due balls enormi che ha seminato panico, snobismo e stronzaggine lungo tutti i 16 episodi. Una che non si è fatta mettere i piedi in testa da nessuno - manco dalla famiglia - una guerriera, un bulldog con la rabbia pronta a sbranare chiunque si fosse messo sulla sua strada. Adorabile.
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Altra menzione di merito ai due fratelli di Seok Hee, Mo Wan Soo e Mo Seo Jin. Il primo perché è stato l'unico ad avermi fatto sinceramente ridere. Un artista con la A maiuscola, eclettico ed irresponsabile, sensibile ed emotivo. Mentre l'altro è stato un pò il cucciolino della casa. Tenero e dolce come poche cose.
Altra nota positiva la do alle OST. C'è stata poca varietà ma quelle che si sono sentite sono state perfette. Per la scena, per i personaggi, per l'intensità del momento. Dalle musiche classiche al pop, esse si sono integrate perfettamente nella serie.
Ma quindi è tutto oro? Ehm...no.
Nonostante abbia adorato questa serie, ci sono alcune cose che non ho apprezzato così tanto. Prima di tutto il lead. Heo Yoon Do per carità non è male...ma sfuma di fronte agli personaggi. Quando hai personalità così eclettiche e sopra le righe, un personaggio calmo, umile e "normale" viene completamente nascosto dalle personalità più dominanti.
Altra cosa cose che mi sono piaciute meno riguardano TOP e la Direttrice Han. Io comprendo che essendo un drama la sospensione dell'incredulità deve essermi sempre amica...ma certe volte ho dovuto fare un enorme salto della fede per buttare giù alcune cose che ho trovato assurde. Divertenti, ma assurde.
E la Direttrice Han: non spoilererò qui ma ho trovato la sua resa troppo...troppo.
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Ultima cosa. Ho letto in giro che molti mollano la serie alla terza puntata perché troppo incasinato. Segreti, intrighi, relazioni...è incasinato è vero. I primi episodi possono essere caotici perché ti sparano in faccia decine di informazioni e la serie è fatta a mò di puzzle, quindi è prevedibile una certa confusione. Ma vi assicuro che tenendo il cervello acceso e seguendo la serie, tutto si chiarisce. Tenete duro!
VOTO: 8,6
" Dovrebbero farci un film sulla nostra famiglia" diceva sorridendo e mezzo sconvolto il buon Wan Soo. Mai parole furono più azzeccate per una famiglia come quella Mo. Raramente ho trovato una dinastia così disfunzionale, cattiva, complicata e stronza come questa.
Io credo che qualsiasi psicologo familiare che avesse avuto a che fare con loro si sarebbe suicidato piuttosto che iniziare una terapia:
Il Nonno si rivela essere il padre della protagonista, mentre tutti - anche suo figlio e la lead stessa- crede che la ragazza sia sua figlia. Mentre ne è in realtà la sorella.
La prima moglie del padre della lead - e madre della protagonista - viene allontanata dalla famiglia e costretta a vivere con la figlia da sola per poi venire ammazzata male. La lead dopo la morte della madre viene mandata da sola per 15 anni negli USA senza che la famiglia si faccia mai viva. Abbandonata praticamente.
La seconda moglie che ha causato l'allontanamento della madre della lead, comanda in casa mentre riempie di amore e lodi il suo secondogenito e umilia il figlio primogenito. Primogenito che per far felice sua madre, uccide la madre della lead.
Nel mentre, quello che è a questo punto il fratello della lead - ma che lei pensa essere suo padre ( madonna che casino ) - tradisce la moglie con un attrice, ci va a letto, ci fa un figlio e lo porta a vivere a casa insieme agli altri.
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In questo amorevole clima familiare fatto di tradimenti, egoismi e prepotenze, c'è da considerare anche la psicologia dei familiari:
La matrigna che spadroneggia in casa - e che ho odiato con l'intensità di mille soli - è un'infermiera che si è portata a letto il padre della lead. Gli ha fatto da amante per anni e quando i suoi figli sono stati abbastanza grandi, si è piazzata a casa dell'uomo pretendendo il divorzio dalla prima moglie ed il ruolo di padrona di casa. Perché grazie a lei la dinastia poteva continuare.
Ma per quanto si copra di oro, argento e mirra e faccia la finta acculturata, sempre una bifolca rimane. Questa sua inferiorità verso la più colta madre della lead, la porta a concentrare tutte le sue energie non solo nell'essere arrogante, crudele e presuntuosa, ma anche nel crescere il secondogenito Mo Wan Joon come l'uomo perfetto, caricandolo di aspettative ed obblighi. E - cosa più grave - a non amare, umiliare, allontanare il primogenito, definendolo un fallito. Un figlio che non avrebbe voluto avere.
Non è quindi una sorpresa quando i suoi figli mostrano allo spettatore tutti i loro disturbi e le loro personalità rotte. Se l'artista di casa si carica di atteggiamenti distruttivi e borderline ed il secondogenito tratta in modo inumano la moglie.
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Per me non è stato scioccante scoprire che il perfetto secondogenito fosse in realtà un trans. Per me lo shock è stato vedere con quanto odio, freddezza e stronzaggine ha trattato la moglie. Sei anni di matrimonio e durante il divorzio non l'ha nemmeno guardata in faccia.
C'è anche da dire che ho enormemente apprezzato come una volta venuta fuori la questione trans, Wan Joon non si sia lasciato abbattere. Durante la serie si è vista la sua sofferenza nel non poter dire nulla ai genitori, del dover vivere la vita da erede dell'azienda senza che lo volesse, del matrimonio imposto dai genitori. Ma alla fine Wan Joon è rimasto un pilastro irremovibile. Anzi, credo che la verità sulla sua sessualità sia stata per lui una liberazione.
Il primogenito Wan Soo invece è un altro discorso. Non smetterò mai di pensare che se nel finale sua madre gli avesse detto che lo amava e che lo aveva sempre amato, non si sarebbe ammazzato. La sua è una storia triste, di un bambino prima e uomo poi alla disperata ricerca di affetto materno, che gli viene sempre rifiutato. E la sua morte per me non è data dall'omicidio della madre della lead, ma dalla consapevolezza che mai e poi mai, sua madre lo avrebbe amato. Ammetto di essermi un pò commossa con la sua storia, perché forse Wan Soo è un personaggio tragico, fallito.
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Come detto sopra oltre alla storia, ad intrigarmi sono stati i personaggi: umani, credibili, stronzi. Le loro dinamiche, i fallimenti ed i loro desideri muovono la trama rendendoli super interessanti e coinvolgenti.
Veniamo ora alla Direttrice Han e al TOP. Tralasciando che un agenzia così non può legalmente esistere. Rapimenti, violazioni di domicilio, violazione della privacy, bloccaggio del passaporto, estradizione... Il Top non è un agenzia. E' un governo. Per questo mi sono "lamentata" della credibilità. Va bene tutto ma il TOP aveva un potere troppo grande per non essere mai beccata e non andare in galera prima.
Idem la Direttrice Han. Se il TOP è il Governo con più poteri del Presidente della Korea, la Direttrice Han è Dio. @veronica-nardi Lei sa tutto. Di tutti. Prima di tutti. Anche degli interessati. In sedici episodi non sono mai riusciti a sorprenderla e metterla nel sacco nemmeno una volta.
Dove gli altri personaggi fallivano o i loro piani prendevano pieghe inaspettate, la Direttrice Han non ha mai avuto di questi problemi. Perfino nel finale dove si presume il cattivo ottiene quello che si merita, la donna è stata così overpower che è andata in prigione alle sue condizioni, per un terzo dei suoi veri crimini. Manco la soddisfazione di vederla cadere.
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cdramaitalia · 4 years
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无题 (wútí), “Senza titolo” - da 山河令 Word of Honor  -  Traduzione in italiano dal cinese
Questa è la mia seconda canzone preferita di Word of Honor (la mia preferita in assoluto è Gu Meng solo perché ha il bonus di essere cantata da Zhang Zhehan). È interpretata da 胡夏 Hu Xia e amo particolarmente il testo.
Inoltre la si può sentire nell’episodio 12 nella scena che mi ha fatto innamorare definitivamente di questa serie, quando WKX e ZZS prendono il sole a bordo strada, bevendo, e per un attimo si godono la vita. Nonostante faccia da sfondo a una scena così solare, in realtà è una canzone che parla di separazione e lontananza.
Note:
Come per tutte le canzoni e le poesie scritte in cinese, è difficile rendere perfettamente in italiano ciò che una lingua così concisa e “visiva” vuole esprimere, e che spesso comunica in modo ambiguo e metaforico. Questa traduzione cerca di restare il più vicino possibile al testo originale ma è inevitabile che vi sia anche un po’ della mia interpretazione personale.
È vietato repostare questa traduzione altrove senza il mio consenso o comunque senza citare questo blog come fonte.
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无题 Wútí Senza titolo[1]
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满城倦柳 无飞絮 Mǎn chéng juàn liǔ ; wú fēi xù La città è piena di salici piangenti, ma non c’è traccia dei loro semi nell’aria[2]
心门紧闭 归来无马蹄 Xīn mén jǐn bì ; guīlái wú mǎtí La porta del mio cuore è serrata, e non si sentono zoccoli che scalpitano sulla strada del ritorno
雁千里 杳无音讯 Yàn qiānlǐ ; yǎo wú yīnxùn Le oche selvatiche[3] sono volate lontano mille miglia, ma non arrivano tue notizie
也无风雨也无晴 Yě wú fēngyǔ yě wú qíng Non c’è né vento, né pioggia, né sereno[4]
一钗荼蘼无头绪 Yī chāi tú mí wú tóuxù Una bacchetta per capelli fiorisce come lo stelo dell’ultima rosa di primavera[5], ignara di tutto
字字凋零 东风也无力 Zì zì diāolíng ; dōngfēng yě wúlì Le parole non dette appassiscono una ad una, e il vento dell’est si affievolisce
一杯酒 邀明月 无双成影 Yībēi jiǔ ; yāo míngyuè ; wúshuāng chéng yǐng Con una tazza di vino, invito la luna a farmi compagnia; la mia ombra è senza una compagna[6]
痴言醉语 誓言怎可信 Chī yán zuì yǔ ; shìyán zěn kě xìn Come si fa a credere alle parole e alle promesse degli ubriachi?
原来天地之大 俗尘渺渺 无我也无你 Yuánlái tiāndì zhī dà ; sú chén miǎomiǎo ; wú wǒ yě wú nǐ E poi scopro che l’universo è così grande, il mondo dei mortali così insignificante, che io e te scompariamo.
谁自由来去 嫁祸给宿命 Shéi zìyóu lái qù ; jià huò gěi sùmìng Chi è che, pur avendo libero arbitrio, se la prende col destino?
原来梦境之小 岁月潇潇 迷失了自己 Yuánlái mèngjìng zhī xiǎo ; suìyuè xiāoxiāo ; míshīle zìjǐ E poi scopro che il mondo dei sogni è così piccolo, gli anni passano così in fretta, che ho perso me stesso
若倦鸟无心 不如归去 Ruò juàn niǎo wúxīn ; bùrú guī qù Se gli uccelli sono stanchi di viaggiare, lasciateli tornare a casa
两岸莺啼 人无语 Liǎng'àn yīng tí ; rén wúyǔ Lungo le sponde del fiume cantano i rigogoli, e non si sente nessuna voce umana
一川烟波 淹没了 眼睛 Yī chuān yānbō ; yānmò le ; yǎnjīng Le acque nebbiose hanno sommerso i miei occhi
云万里 无名无姓 Yún wànlǐ ; wú míng wú xìng Le nuvole percorrono diecimila miglia senza che nessuno conosca i loro nomi
也无风雨也无晴 Yě wú fēngyǔ yě wú qíng Non c’è né vento, né pioggia, né sereno
一骑红尘 无路行 Yī qí hóngchén ; wú lù xíng Cavalco nella polvere del mondo terreno senza una strada da seguire
步步惊心 月儿也无明 Bù bù jīng xīn ; yuè er yě wú míng Il terrore a ogni passo, neanche la luna fa più luce
一锋剑 指黑夜 无所畏惧 Yī fēng jiàn ; zhǐ hēiyè ; wú suǒ wèijù Una spada puntata alla notte nera, senza timore
最可怕是 执念的自己 Zuì kěpà shì ; zhí niàn de zìjǐ Quello di cui ho più paura è la mia ossessione
原来天地之大 俗尘渺渺 无我也无你 Yuánlái tiāndì zhī dà ; sú chén miǎomiǎo ; wú wǒ yě wú nǐ E poi scopro che l’universo è così grande, il mondo dei mortali così insignificante, che io e te scompariamo.
谁自由来去 嫁祸给宿命 Shéi zìyóu lái qù ; jià huò gěi sùmìng Chi è che, pur avendo libero arbitrio, se la prende col destino?
原来梦境之小 岁月潇潇 迷失了自己 Yuánlái mèngjìng zhī xiǎo ; suìyuè xiāoxiāo ; míshīle zìjǐ E poi scopro che il mondo dei sogni è così piccolo, gli anni passano così in fretta, che ho perso me stesso
若倦鸟无心 不如归去 Ruò juàn niǎo wúxīn ; bùrú guī qù Se gli uccelli sono stanchi di viaggiare, lasciateli tornare a casa
原来天地之大 俗尘渺渺 无我也无你 Yuánlái tiāndì zhī dà ; sú chén miǎomiǎo ; wú wǒ yě wú nǐ E poi scopro che l’universo è così grande, il mondo dei mortali così insignificante, che io e te scompariamo.
谁自由来去 嫁祸给宿命 Shéi zìyóu lái qù ; jià huò gěi sùmìng Chi è che, pur avendo libero arbitrio, se la prende col destino?
原来梦境之小 岁月潇潇 迷失了自己 Yuánlái mèngjìng zhī xiǎo ; suìyuè xiāoxiāo ; míshīle zìjǐ E poi scopro che il mondo dei sogni è così piccolo, gli anni passano così in fretta, che ho perso me stesso
若倦鸟无心 不如归去 Ruò juàn niǎo wúxīn ; bùrú guī qù Se gli uccelli sono stanchi di viaggiare, lasciateli tornare a casa
若倦鸟无心 不如归去 Ruò juàn niǎo wúxīn ; bùrú guī qù Se gli uccelli sono stanchi di viaggiare, lasciateli tornare a casa
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[1]  无题 significa letteralmente “senza titolo”. Un’altra possibile interpretazione è “senza domande”.
[2] 絮 xù indica i semi lanuginosi delle piante come i salici o i pioppi che vengono dispersi dal vento in primavera e sembrano quasi neve. Nella tradizione letteraria cinese rappresentano libertà, leggerezza, ma anche l’essere in balia di una forza maggiore come il destino. È lo stesso 絮 xù di Zhou Xu/A Xu, ovvero l’alias di Zhou Zishu. Dato che il primo verso ci informa dell’assenza di “Xu”, personalmente interpreto questa canzone come il lamento di Wen Kexing quando ZZS non è con lui (e ci sono altri indizi più avanti che ci fanno pensare alla prospettiva di WKX, come “la mia ossessione”). Ovviamente, non è l’unica interpretazione possibile.
[3] Nella tradizione poetica cinese le oche selvatiche che migrano in stormi verso sud sono spesso associate a sentimenti di malinconia, nostalgia, cambiamento, tempo che passa. Sono anche associate alla ricezione di lettere e di notizie da lontano, di parole a lungo attese.
[4] Questo verso viene dalla poesia 定风波 “Calmando il vento e le onde” del poeta della dinastia Song 苏轼 Su Shi.
[5] Per indicare lo stelo della rosa muti (una varietà che fiorisce al termine della primavera e perciò simboleggia una fine) viene usata la parola per “bastoncino/bacchetta per capelli”. Le bacchette hanno infatti spesso delle decorazioni a forma di fiore. Può essere solo una scelta poetica o può essere un riferimento a delle scene in particolare che chi ha visto il drama ricorderà.
[6] Questo verso è probabilmente ispirato a un verso della poesia 月下独酌 “Bevendo da solo sotto la luna” di 李白 Li Bai: 举杯邀明月,对影成三人 “Sollevando la tazza per brindare, invito la luna a farmi compagnia. Con la mia ombra, ora siamo in tre”.
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forgottenbones · 4 years
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Rebus
1. Definizione
Il rebus è un gioco enigmistico (➔ enigmistica) che propone un insieme di lettere e figure in una successione ordinata oppure nel contesto di un’illustrazione. Se sono correttamente combinate e interpretate secondo le regole di genere del gioco, lettere e figure si risolvono in un’espressione linguistica preordinata dall’autore.
2. Tecnica del rebus
Il rebus italiano contemporaneo si presenta come una vignetta in cui alcuni soggetti sono contrassegnati da una, due o tre lettere. Il solutore ha anche a disposizione (nell’intestazione del gioco) un diagramma numerico che riporta il numero delle lettere che compongono le parole della cosiddetta frase risolutiva (o seconda lettura). A volte il rebus viene corredato da un doppio diagramma, in cui è indicato il numero delle lettere che compongono le parole della chiave (o prima lettura). Dalla prima alla seconda lettura si passa con il procedimento di risegmentazione tipico delle ➔ sciarade e delle frasi doppie.
Un’illustrazione che riporti, da destra verso sinistra, un palmipede contrassegnato dalle lettere GI e un’insenatura contrassegnata dalle lettere MA (Rebus, 6, 1, 4) può essere risolta come segue:
(1) (prima lettura) GI oca, rada MA = (seconda lettura) Giocar a dama
Ogni elemento contrassegnato dalla vignetta deve comparire nella prima lettura del rebus, o per quel che è (un’oca, una rada) o per quello che fa. In un rebus che si risolvesse come segue:
(2) (prima lettura) G alle sei RL a N dà = (seconda lettura) Galles e Irlanda
è indifferente chi sia G, chi sia N e cosa sia RL: G può essere un postino che consegna alla casalinga N il plico RL; G può essere uno staffettista che passa al suo compagno N il testimone RL; G può essere Dio che consegna a Mosè N le Tavole della Legge RL. In ognuna di queste realizzazioni, o delle innumerevoli alternative possibili, il rebus è valido.
Fino agli anni Cinquanta del Novecento alcune oscillazioni terminologiche assegnavano a volte al rebus detto di relazione il nome di rebus crittografico o crittografia (ingenerando ambiguità con un’omonima famiglia di giochi enigmistici non illustrati). Oggi la tendenza dominante denomina come rebus ogni gioco enigmistico illustrato, in cui cioè una sequenza linguistica interpreta una scena rappresentata figurativamente (per denominazione, per relazione o nelle due modalità combinate).
3. Archeologia del rebus
Il gioco del rebus ha radici nelle antiche forme di scrittura pittografica e ideografica in cui la notazione di un concetto prevedeva la sua rappresentazione figurativa: forme che a volte sono state designate dagli storici della materia come scritture-rebus (cfr. Diringer 1969). Già in epoca antica era possibile che elementi linguistici privi di una propria raffigurazione univoca, come per es. i nomi propri, venissero scomposti in segmenti invece raffigurabili. Così la tavoletta che raffigura il faraone Narmer (III millennio a.C.) lo nomina attraverso i disegni di un pesce (nar) e di uno scalpello (mer).
Il passaggio alla scrittura alfabetica decretò l’abbandono dell’iconismo diretto della rappresentazione, ma d’altro lato rese ancora più evidenti le possibilità di scomposizione delle sequenze alfabetiche; quando Cicerone saluta un corrispondente in questo modo:
(3) Mitto tibi navem prora puppique carentem («Ti mando una nave priva di prua e di poppa»: n-ave-m)
costruisce una sorta di rebus tutto linguistico, in cui il lato figurativo è lasciato all’evocazione del tropo analogico (la prima e l’ultima lettera di navem come la prua e la poppa di una nave).
L’aspetto linguistico e l’aspetto figurativo si congiungono sulla scena del sogno. Il primo trattato sull’interpretazione dei sogni, l’Onirocritica di Artemidoro di Daldi (II sec.) riferisce il responso che Aristandro diede a un sogno di Alessandro Magno. Impegnato nell’assedio della città persiana di Tiro, Alessandro aveva sognato un satiro danzante sopra uno scudo. Aristandro ne aveva tratto un auspicio favorevole: Satyros = sa Tyros «Tiro è tua»: una perfetta sciarada, o frase doppia. L’Interpretazione dei sogni (1901) di Sigmund Freud riprenderà e approfondirà questo tema, distinguendo fra contenuto manifesto e contenuto latente, e definendo il sogno come un «indovinello figurato» (Freud 1899). Come ha poi dimostrato François Lyotard (1971), Freud stava facendo diretto riferimento al gioco delle rätselhafte Inschriften («iscrizioni enigmatiche»), una sorta di rebus epigrafico che all’epoca di Freud compariva sulla pubblicazione viennese «Fliegende Blätter». Un analogo raccostamento è stato poi operato da Jacques Lacan, che ha assimilato il sogno al gioco salottiero della sciarada, chiamata charade en action.
Il principio linguistico della sciarada (scomposizione di un’espressione in sillabe o altre unità che si scoprono dotate di senso proprio) e il principio verbo-visivo del rebus (rappresentazione iconica di unità linguistiche) si trovano combinati anche nell’immediato antecedente del rebus: l’impresa rinascimentale (per la quale si rinvia a Praz 1946). Del rebus l’impresa ha innanzitutto l’intento criptico: a differenza degli emblemi manieristi e barocchi, rivolti a un pubblico anche analfabeta (e per questo intento ripresi anche dalla catechesi gesuitica), le imprese realizzavano una comunicazione criptica. Il loro carattere non era universale, ma particolare: intendevano rappresentare in modo incomprensibile ai non adepti l’intenzione segreta, il movente intimo delle azioni di un cavaliere, il suo motto personale o familiare. Vicino al ritratto dell’amata, Orazio Capete Galeota conservava un’impresa in cui una tigre si specchia in una sfera di vetro, con il motto fallimur imagine «siamo ingannati dall’immagine»: l’impresa si spiega grazie a un racconto di sant’Ambrogio in cui i cacciatori ghermiscono un cucciolo di tigre e gettano una sfera di vetro alla madre, che scambierà la propria immagine riflessa e rimpicciolita con quella del figlio, consentendo ai cacciatori di allontanarsi. Solo l’erudizione e la conoscenza diretta dell’interessato consentiva di cogliere il contenuto criptico dell’impresa.
Oltre al meccanismo perfettamente concettuale dell’impresa era disponibile una rappresentazione per segmenti linguistici. Una prima forma, moderata, segmentava le sequenze conservando l’omofonia: è il caso dello stemma della famiglia Anguissola, realizzato con l’immagine di «un solo serpente» (anguis sola). Trattatisti come Paolo Giovio non consideravano questo caso diverso da quello della colonna che campeggia nello stemma della famiglia romana Colonna: la semplice scomposizione che mantiene l’omofonia veniva avvertita come una variante dell’omonimia. Diverso invece, e spesso censurato dai trattatisti, il genere dell’impresa-rebus o impresa cifrata, in cui la sequenza viene scomposta in segmenti che comprendono lettere isolate e in cui l’omofonia è perduta, o faticosa (una perla, una lettera T, una suola di cuoio o coramo: «Margherita, Te, sôla di coramo = Margherita, te sola di cor amo»). È questo il caso dei cosiddetti rebus di cui ➔ Leonardo da Vinci costellò il codice Windsor: la figura di due quaglie e quella di due ossa erano intervallate dalle lettere C, H, I, P. Soluzione: «qua gli è chi possa» (quaglie, C,H,I,P, ossa). È anche il caso dei Rébus de Picardie (fine XV - inizio XVI sec.), ove la figura di una monaca che sculaccia un abate (nonne abbé bat au cul), seguita dalla figura di un osso (os), va risegmentata e reinterpretata come motto latino: Nonne habebat oculos? «ma non aveva occhi?». È questa la prima apparizione del nome rebus, la cui etimologia viene comunemente ricondotta al plurale dell’ablativo strumentale di res «cosa», dunque «con le cose».
4. Il rebus enigmistico
Già dal Rinascimento la produzione italiana di rebus si è differenziata da quella in altre lingue, pur fiorente, per il fatto di accogliere solo esempi rigorosamente omografici. Nella tradizione anglosassone (come nella francese), il soggetto raffigurato può stare per una parola o per un segmento di parola anche solo in virtù dell’omofonia; così in una famosa lettera-rebus di Lewis Carroll il pronome I è rappresentato dal disegno di un occhio (eye).
Nel corso dell’Ottocento il genere del rebus era impreziosito ma anche limitato nelle sue possibilità di sviluppo dal costo della riproduzione tipografica. Rispetto alle sciarade, ai logogrifi, agli acrostici, agli anagrammi, agli enigmi e agli altri generi puramente linguistici dell’incipiente enigmistica, il rebus richiedeva procedimenti di stampa peculiari, che ne limitavano la presenza sulle riviste.
Il rebus enigmistico ottocentesco e del primo Novecento si rivolgeva a estese frasi di tipo proverbiale e gnomico, come sopravvivenza delle radici concettistiche ed emblematiche: «è vano ad amor ardente opporsi», «latte sopra vino è veleno», «senza danari non si àn rosari». Lo sviluppo decisivo del rebus italiano si è prodotto nella seconda metà del Novecento, sulle pagine della «Settimana enigmistica», dove si sono assestati i canoni di accettabilità della frase risolutiva, di chiarezza espositiva della vignetta, di innovazione e correttezza sintattica della prima lettura.
La frase risolutiva si è liberata dai vincoli della proverbialità, adottando come criterio la maggiore prossimità possibile alla dimensione semantica del paralessema e del modo di dire (famosi rebus hanno avuto frasi risolutive come: «bagarre tra vari spettatori»; «fare sberleffi giocosi»; «Sodoma e Gomorra»; «leghe superleggere»; «audace scenetta»; «melodia d’amore medioevale»; Bosio 1993).
L’illustrazione, la cui tecnica è stata codificata da Maria Ghezzi Brighenti, si è caratterizzata per nitore e neutralità del tratto e per l’estensione delle peculiari tecniche di composizione che sottolineano la pertinenza degli elementi utili per la risoluzione.
La prima lettura si è giovata innanzitutto dell’invenzione del «rebus stereoscopico», da parte di Gian Carlo Brighenti (1924-2001): distribuendo la rappresentazione del rebus su più di una vignetta è possibile raffigurare sequenze temporali o meramente logiche (un’aquila C che discende a più riprese dalle stesse montagne: «C a valle rialeggerà = Cavalleria leggera»).
Più recentemente il relativo esaurimento delle chiavi utili alla composizione di rebus si è combinato con l’elevato virtuosismo degli autori e degli illustratori, portando alla pubblicazione di difficili rebus in cui la prima lettura consiste in un’interpretazione particolarmente raffinata (e a volte al limite dell’aleatorio) della vignetta. Per es., un rebus in cui gli sposi G sembrano quasi tardare a scambiarsi gli anelli F si risolve tramite un congiuntivo esortativo e una postilla esplicativa: «G abbiano F: è rito! = Gabbiano ferito».
fonte: Treccani
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delizabethan · 4 years
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FAKE LOVE
N.B.  Prima di iniziare, specifico che con questo post ho voluto condividere la mia interpretazione personale del testo di questa canzone. Ovviamente l’interpretazione è soggettiva, perciò possono esistere diverse teorie per ognuno di noi. Detto questo, spero che la lettura di questo post possa essere di vostro gradimento. Borahae <3
Il testo di questa canzone analizza quelle che sono le caratteristiche di un "falso" amore, o meglio.. di un amore apparentemente perfetto dietro al quale, però, si celano bugie, dolori e lacrime, descrivendo anche la presa di coscienza di questo falso amore di una delle due parti coinvolte in questa relazione.
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Il testo dell’intera canzone non è altro che un dialogo interiore tormentato che il protagonista di questa vicenda conduce con il proprio “io”, e dal quale è possibile comprendere tutta la sua sofferenza nel non riuscire a trovare una via d’uscita da tutto ciò.
Ciò di cui si parla, infatti, non è altro che un amore (a senso unico.. per capirci) talmente grande ma, allo stesso tempo, anche talmente "tossico", per certi versi, da portare la persona, che prova questi sentimenti, ad annullarsi per col*i che ama, assecondandol* in tutto e creando, così, un'immagine di se stessa che non rispecchia la sua persona.
"Se fosse stato per te, avrei potuto fingere di essere felice anche quando ero triste
Se fosse stato per te, avrei potuto fingere di essere forte anche quando stavo soffrendo"
Come il video, anche la coreografia è molto legata al testo della canzone. In questa sequenza, infatti, è possibile vedere le varie sfaccettature che la persona, protagonista di questo testo, ha creato nel corso della sua vita a causa di questo falso amore che l’ha resa schiava. Come se la sua anima si fosse frantumata in tante piccole parti, ognuna diversa dall’altra. Non a caso, infatti, questa prima parte della coreografia è associata alle precedenti strofe, nonché le prime della canzone.
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“Sperando che questo amore si perfezioni con il solo amore
Sperando che tutte le mie debolezze restino nascoste
in questo sogno che non potrà mai essere realizzato
ho coltivato un fiore che non riuscirà mai a sbocciare” 
In queste strofe, che si ripeteranno anche alla fine della canzone, convergono la sofferenza, ma anche la consapevolezza della persona, di non riuscire a liberarsi di questo amore che l’ha resa burattino nelle mani dell’altro.
(Non a caso, durante l’introduzione delle performance live di fake love, i ragazzi vengono rappresentati con le maschere e legati a dei fili dai quali cercano di divincolarsi).
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La persona protagonista del testo spera, infatti, che questo amore “imperfetto” possa, col tempo, perfezionarsi lasciando invariata la situazione (”sperando che tutte le mie debolezze restino nascoste”). Qui, tutte speranze nate dalla disperazione del protagonista, vengono subito mandate in frantumi dai versi successivi in cui si riscontra un’evidente presa di coscienza di questo falso amore e la rassegnazione del protagonista nel cercare di trovare una via di fuga da questa situazione, paragonando le sue stesse speranze ad un “sogno che non potrà mai essere realizzato” e l’amore che lo lega all’altra persona come un “fiore coltivato che non riuscirà mai a sbocciare”.
“Sono così stufo di questo falso amore, falso amore, falso amore Mi dispiace così tanto ma è un falso amore, falso amore, falso amore”
Nel ritornello, la presa di coscienza di cui abbiamo parlato prima, sfocia in un urlo di disperazione che risulta essere quasi una richiesta di aiuto.
Nella coreografia, infatti, durante il ritornello, i ragazzi giungono le mani come se stessero pregando (affinché qualcuno li aiuti).
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“Volendo essere un uomo buono, solo per te
ho dato il mio mondo, solo a te
ho cambiato ogni cosa, solo per te
ma ora non mi riconosco più, chi sei tu?
Ho dimenticato la strada da cui sono venuto,
sono persino insicuro su chi ero
farfugliando allo specchio, chiedo: - Chi diavolo sei tu? -”
Con queste strofe ha inizio la narrazione di questo amore falso. Il protagonista ha dato tutto se stesso per l’altra persona, arrivando a modificarsi nel suo modo di essere, nel suo modo di fare, nel suo modo di agire, a tal punto da non riconoscersi più. (chi sei tu?: domanda che lui pone a se stesso vedendosi cambiato). Abituato ormai a cambiare se stesso per la persona che ama, ha dimenticato chi fosse veramente (”ho dimenticato la strada da cui sono venuto”), com’era prima di adesso (”sono insicuro su chi ero”) ed è proprio questo che lo porta ancora una volta a chiedersi davanti ad uno specchio “chi diavolo sei tu?”.
Questa metafora dello specchio è rafforzata dalla coreografia durante la quale Hoseok e Jungkook si mettono uno di fronte all’altro replicando gli stessi movimenti proprio come se uno dei due fosse lo specchio dell’altro.
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“Ti amo di brutto, ti amo di brutto
plasmo una bella bugia per te
L’amore è così folle, l’amore è così folle
provando a cancellarmi, voglio fare di me la tua marionetta”
Nel ritornello, cantato prima da Jungkook e Taehyung e poi da Jungkook e Jimin, emerge il tormento della persona: ama così tanto l’altra persona da “indossare una maschera” annullando se stesso e facendo di sé la sua marionetta pur di stare con lei (”l’amore è così folle. Provando a cancellarmi, voglio fare di me la tua marionetta”).
“Perché sei triste? Non lo so, non lo so
Sorridi e dì ‘Ti amo’
Guardami, ho rinunciato a me stesso,
persino tu non puoi capirmi”
In questi versi, il dialogo interiore del protagonista fa emergere la persona diversa che è diventata: non riesce più a ad essere felice e non ne comprende il motivo, ma sorride e dice ‘ti amo’ perché quelli sono i “comandi” imposti dalla persona amata oppure dalla relazione stessa con quella persona.
Questo concetto di diversità viene evidenziato nel video dalla scena in cui Namjoon, specchiandosi, vede un’immagine diversa da quello che è realmente. Vede infatti l’immagine della persona in cui si è trasformato annullando se stesso.
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Riprendendo i versi precedenti, silenziosamente urla all’altro di essere visto, di riconoscere ciò che lui ha fatto per amore, ciò che lui è diventato per la persona che ama, tanto da rinunciare a se stesso. Questo suo bisogno disperato di essere visto, di essere compreso si scontra, però, con la realtà dei fatti: “persino tu non puoi capirmi”, ovvero persino tu, persona amata, che dovresti amarmi almeno quanto io amo te, non riesci a comprendere il mio amore.
“Dici che sono poco familiare, cambiato da quello che ti piaceva
Dici che non sono più quello di prima che conoscevi bene
Che cosa intendi con quello? Sono stato cieco
Amore? Ma quale amore! è tutto un falso amore
In questi versi si ha la piena consapevolezza, da parte del protagonista, di stare vivendo una bugia. Per questo motivo, mosso dalla volontà di non voler più essere schiavo di questo falso amore, si “ribella” tornando se stesso, facendo svanire le numerose maschere che ha dovuto indossare per stare accanto alla persona amata (”Dici che sono poco familiare, cambiato da quello che ti piaceva, dici che non sono più quello di prima che conoscevi bene”). Riconosce di essere stato cieco per tutto questo tempo, di non aver voluto vedere ciò in cui questo continuo mascherarsi per fare piacere alla persona amata l’avrebbe portato a diventare. Non si trattava di amore, ma di un falso amore.
“Non so, non so, non so perché
Nemmeno io, nemmeno io mi conosco bene
So solo, so solo, so solo perché
perché è tutto un falso amore, falso amore, falso amore”
Qui è come se il protagonista esprimesse il suo stupore nel prendere coscienza del punto in cui questo suo amore sconfinato per la persona amata lo ha portato. Come se si stupisse di essere arrivato addirittura ad annullare se stesso per amore dell’altro, cosa che, probabilmente, non avrebbe mai pensato di fare (”nemmeno io mi conosco bene”). L’unica cosa di cui è certo adesso che ha aperto gli occhi è che a tenerlo vicino alla persona che ama non è il filo rosso dell’amore, ma catene che lo tengono imprigionato in questa bugia.
A questo punto, questa presa di coscienza del protagonista si trasforma in un effettivo grido di aiuto: (adesso che ho aperto gli occhi e riesco ad avere una visione più chiara, ho bisogno di uscire da questa situazione.. ma come? qualcuno mi aiuti!).
A rafforzare questo concetto, nel video, lo sono le scene in cui Taehyung cerca di scappare dalla stanza piena di telefoni, alla fine della quale è rappresentata la scritta “save me”.
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N.B.
L’intera abitazione rappresentata nel video, dalla quale ognuno dei ragazzi cerca di fuggire, potrebbe, a mio parere, rappresentare la gabbia all’interno della quale l’”io” interiore del protagonista è imprigionato a causa di questo falso amore. I telefoni appesi alle pareti potrebbero a loro volta rappresentare la “maschera” creata e indossata dal protagonista per annullare se stesso. (Rappresentano quindi il falso “io”, la persona che realmente non è). A rafforzare questa tesi lo sono i quadri vuoti appesi alle pareti insieme ai telefoni. I quadri, infatti, potrebbero rappresentare i ricordi o i momenti della vita reali, ovvero quei momenti che scegliamo di ricordare, ai quali vogliamo dare particolare importanza perché hanno segnato la nostra vita. Il fatto che, però, di quei quadri siano appese solo le cornici, simboleggia ciò che abbiamo affermato prima: in una relazione caratterizzata da un amore falso, per la quale si deve abbandonare il proprio “io”, nulla è reale. Non esisteranno momenti di pura gioia perché saranno tutti creati dalla volontà del singolo e non della coppia.
Per questo motivo, alla fine di questo “corridoio”, Taehyung troverà la scritta “Save me”.
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N.B.
Anche qui è necessario fare una nota. La scritta “save me”, se capovolta, compone la frase “I’m fine”. Il messaggio che, a mio parare, questa scritta vuole rappresentare è: “a volte, dietro un sorriso si nasconde la sofferenza più grande”
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ed il fatto che di questa scritta venga mostrata solo la richiesta di aiuto (”save me”) anziché “I’m fine”, sta ad indicare proprio quanto abbiamo affermato prima: l’intero testo della canzone è una vera e propria richiesta di aiuto silenziosa e dato che, a questo punto della canzone, il protagonista ha già preso coscienza di trovarsi in una vera e propria gabbia, ecco che ciò che precedentemente era stato scritto come un “sto bene”, improvvisamente si trasforma in un “salvatemi”.
Da qui si ripete, poi, il ritornello.
“Sperando che questo amore si perfezioni con il solo amore
Sperando che tutte le mie debolezze restino nascoste
in questo sogno che non potrà mai essere realizzato
ho coltivato un fiore che non riuscirà mai a sbocciare”
I versi che prima sembravano un grido disperato di aiuto, adesso vengono letti quasi come una richiesta di aiuto senza speranza (”in questo sogno che non potrà mai essere realizzato”), in attesa che qualcuno venga a salvarlo.
Anche in questa parte del testo, il video ci viene in soccorso aiutandoci ad interpretare meglio il tutto.
Ciò che ho affermato precedentemente, infatti, viene rappresentato nella scena sottostante, in cui è ben visibile la rassegnazione del protagonista dell’intero testo della canzone (in questo caso rappresentato da Jungkook) nel cercare a tutti i costi di riuscire a liberarsi dalle catene di questo falso amore, trovandosi quindi costretto ad indossare la maschera che lui stesso ha creato per stare accanto alla persona amata. In questa scena, infatti, è raffigurato Jungkook che, non riuscendo a trovare una via di fuga dall’abitazione in cui si trova (la gabbia, il falso amore), alla fine della sua corsa e dei suoi disperati tentativi, si ritrova davanti una persona con una maschera sul viso. La persona mascherata, a mio giudizio, potrebbe rappresentare, quindi, se stesso, o meglio, la persona che il protagonista è diventato cancellando se stesso. “La maschera” (il falso “io”) creato da lui stesso per la persona amata.
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Questa volta, però, è necessario prestare attenzione all’ultima frase.
“ho coltivato un fiore che non riuscirà mai a sbocciare”
L’intera storia d’amore che il protagonista ha con l’altra persona viene rappresentata dalla figura di un fiore. Affinché questo fiore possa sbocciare, quindi necessiterà dell’amore e delle attenzioni di entrambi i soggetti innamorati, ma purtroppo in questa relazione non è così. Il fiore viene coltivato solo dal protagonista, la persona che ha dato veramente amore (”ho coltivato”), ed è proprio per questo che quello stesso fiore non riuscirà mai a sbocciare, ovvero perché l’amore di cui esso è nutrito non è autentico (proveniente da entrambe le parti), ma un falso amore (amore a senso unico, caratterizzato da “apparenze” piuttosto che “sostanza”).
La metafora di questo fiore che non riesce a sbocciare ce la mostra la coreografia dei ragazzi esattamente in corrispondenza di questi ultimi versi della canzone.
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In questa parte della coreografia, infatti, i ragazzi si uniscono a formare il terreno, o meglio, le radici di questo fiore. Solo due di loro (Jin e Jungkook) si distaccano dagli altri, unendosi a formare il fiore vero e proprio (rappresentato dalle loro braccia unite verso l’alto).
Nella parte finale della canzone, però, Jungkook ritira il braccio lasciando sollevato solo quello di Jin. Ed è proprio questo gesto che sta a rappresentare “il fiore coltivato che non fiorirà mai”.
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N.B.
I due ragazzi, infatti, potrebbero rappresentare anche le due parti coinvolte in questo falso amore:
Jin: colui che ha amato veramente, che ha cambiato se stesso per la persona amata, arrivando a non riconoscersi più. L’unico che abbia veramente coltivato questo amore.
Jungkook: l’altra parte. Colui che non ha avuto cura dell’altro. Che ha “dettato legge” affinché l’altro apparisse “perfetto” ai suoi occhi e che, quindi, si è “innamorato” della maschera che l’altro ha indossato affinché potesse piacere alla persona amata.
Spero che questo post vi sia piaciuto. Ho intenzione di scriverne altri di questo tipo, ma non so quando avrò il tempo per farlo. I purple you <3
Ascolta qui la canzone
Video ufficiale
- Il testo della canzone è stato preso dalla traduzione di  Sakura Channel -
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pleaseanotherbook · 4 years
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I PREFERITI DEL MESE #3: Marzo
Marzo è letteralmente volato dalla finestra e mai come questo mese mi sembra di non aver combinato niente, di aver lasciato passare settimane senza concludere niente. La quarantena fissa, l’obbligo di rimanere in casa accentuano sicuramente questa sensazione di perdita di mobilità. Viviamo in una realtà frenetica, il cui valore sembra essere dato dagli obiettivi conquistati e dai posti raggiunti e non potersi buttare in strade battute o inesplorate obbligano tutti a fare i conti con sé stessi, con la propria incapacità di stare da soli. Lavoro da remoto dal 24 febbraio e nonostante sia in una call quasi continua con colleghi e clienti, inizio a sentire il peso della solitudine, della mancanza di contatto umano. Quando finirà tutto questo non voglio più saperne di smartworking. Vivo da sola in un monolocale di pochi metri quadri, ma ringrazio di non dover dividere i miei spazi con un’altra persona, sarei impazzita dopo poco alla mancanza di spazi solo miei. E quindi oscillo tra la profonda nostalgia per la mia famiglia e la consapevolezza che è giusto così, che sono immensamente fortunata. Potrebbe andare meglio, ognuno lotta con le sue difficoltà, le sue paure e le sue angosce, ma ce la faremo, non posso lasciarmi andare. Tutto questo finirà e sarà difficile ma ne usciremo. Cerco di pensare positivo nonostante tutto.
Comunque, per cambiare le carte in tavola e dare una rinfrescata a questo blog, dallo scorso mese ho deciso di portare qui su questo spazio di web una delle rubriche che più mi piace guardare su Youtube e che sostanzialmente dimostra che non mi so inventare niente, ma che amo inglobare nel mio modo di essere espressioni, modi e idee che mi colpiscono l’immaginario. “I preferiti del mese” è un format che forse non si presta molto alla parola scritta ma ci proviamo, che tanto se non funziona lo facciamo funzionare a modo nostro.
MUSICA
La mia playlist si chiama L’indie è morto è contiene ogni tipo di canzone che mi capita a tiro e che inizio ad ascoltare ossessivamente, dai The National a Calcutta, dai Coldplay ai BTS, passando per i Måneskin (grazie Fede per avermeli fatti ad ascoltare in una mattinata frenetica in camera tua) e ultimamente grazie a Dario Matassa di Space Valley che ne parla ossessivamente da un po’ (degli Space Valley ve ne ho parlato nel primo episodio di questa rubrica) ho iniziato ad ascoltare Motta. In particolare La fine dei vent’anni è diventata una delle canzoni da ascoltare ossessivamente in questo mese rinchiusa in casa (la sto ascoltando a ripetizione anche adesso che sto scrivendo questo post). Non posso ascoltare sempre le stesse canzoni… giusto?
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LIBRI
Questo mese ho letto veramente pochissimo, e quando dico pochissimo intendo pochissimo. Mi sento abbastanza in colpa per questa cosa, ma allo stesso tempo cosa posso farci? La mia concentrazione è ai minimi storici e già è tanto se non ho smesso del tutto. Menzione quindi per Gli anni incompiuti di Francesco Falconi. A confine tra due generazioni, Marco e Aurora si incontrano, si conoscono, si vivono, con l’incanto dell’infanzia, la ribellione della giovinezza e la brutalità della vita adulta. Francesco Falconi dipinge con abilità il quadro della loro storia, tratteggiando accuratamente i personaggi e le dinamiche, regalando al lettore una storia meravigliosa. Vi lascio la mia recensione.
FILM & SERIE TV
Ah ragazzi miei credo di avere un problema, piuttosto grande. Mi sono fissata di nuovo con i drama, maledetta me, li sto guardando senza soluzione di continuità, facendo le ore piccole e divorandone tantissimi. Maledetta me. Vi cito il mio preferito in assoluto, che ormai è anche tra i miei preferiti di tutti i tempi: ARE YOU HUMAN TOO? Si tratta di uno sci-fi con un cyborg che sembra perfettamente umano. Ha una trama abbastanza ingarbugliata e piena di colpi di scena, un protagonista bellissimo e adorabile e una scenografia molto accurata. Non ho ancora smesso di pensarci.
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BEAUTY
Pensavo che avrei lasciato questo spazio vuoto, perché che beauty vuoi mettere, mica mi trucco per stare in casa… in realtà l’ho fatto in un paio di occasioni. Per la laurea di mia cugina che ho visto in live streaming comodamente seduta in casa e per un aperitivo virtuale con le mie amiche. In questa seconda occasione ho indossato uno dei miei rossetti liquidi preferiti il I’m glamour di Pupa tonalità 012 che ho appena scoperto essere un’edizione limitata e quindi non si trova più. Si tratta di un rosso metallizzato e un po’ brillantinato oro, abbastanza confortevole, che brilla molto. Io non lo metto molto perché sono una mezza frana a mettermi il rossetto in generale, ma mi piace moltissimo.
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CIBO
Le mie amiche dal Giappone mi avevano mandato questa specie di mandorle caramellate al miele, che avevo tenuto da parte perché adoravo il pack. Poi le ho aperte, centellinandole, poi in un giorno in cui ero triste le ho finite in un colpo. E le amo molto. Non le mangerò mai più, però insomma, ci sono le api sopra.
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Restando molto a casa, come la maggior parte degli italiani anche io mi sono data alla cucina, una delle cose che ho fatto più spesso è l’hummus, anzi in realtà è tutto tranne che hummus possiamo tranquillamente chiamarla crema di ceci. Come la fai mi chiedete? Bene con i ceci quelli precotti schiacciati e/o frullati, con il succo di lime, un goccio di olio, sale, pepe, paprika e curcuma. La amo molto.
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RANDOM
Vi darò una grande notizia, di cui probabilmente non vi importerà nulla, ma che mi ha rallegrato una notte in cui non riuscivo a prendere sonno. Zach Braff e Donald Faison gli interpreti di JD e Turk di Scrubs hanno iniziato un podcast in cui riguardano Scrubs e lo commentano intitolato Fake Doctors e Real Friends with Zach & Donald è uscito solo il primo episodio ed è naturalmente in inglese, ma raga Scrubs è la mia serie della vista.
E voi, quali sono i vostri preferiti del mese?
Raccontatemelo qui sotto.
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ili91-efp · 5 years
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Quiz da 45 domande sui drama del 2019
In risposta al tag di @dilebe06​
Ringrazio dilebe06 per il tag che sarà molto divertente da fare, ma anche l’app di mydramalist che è tanto gentile anche da indicare il mese in cui ho finito un determinato drama, aiutando la mia memoria barbina. 
P.S. Se alcune frasi vi sembrano familiari, è perché in alcuni punti mi sono autocitata prendendo commenti che avevo fatto scrivendo i miei Say Yes To The Drama su ParolePelate. 
Drama conclusi nel 2019 divisi per paese (sì, sono talmente tanti che devo pure suddividerli!):   Corea del Sud (18): Weightlifting Fairy Kim Bok Joo, Memories of the Alhambra, Chicago Typewriter, The Last Empress, The Crowned Clown, Angry Mom, Touch Your Heart, The Master’s Sun, Confession, Her Private Life, Imaginary Cat, Angel’s Last Mission, Abyss, Jealousy Incarnate, Hotel Del Luna, Queen For Seven Days, The Tale of Nokdu, Melting Me Softly    Taiwan (3): Prince of Wolf, Refresh Man, HIStory 3: Trapped,  Cina (7): Ever Night, Well Intended Love, Put Your Head on My Shoulder, The Eternal Love, The Untamed, The Love By Hypnotic, The Eternal Love 2,    Giappone (4): Good Doctor, Tomodachi Game, 3 Nen A Gumi, What Did You Eat Yesterday?   Thailandia (7): 2 Moons The Series, Sotus: The Series, Make It Right: The Series, What The Duck: The Series, Bpoop Phaeh Saniwaat, Bai Mai Tee Plid Plew, 2 Moons 2: The Series. 
Per un totale di... 39 drama! E l’anno non è ancora finito...
1. Serie tv preferita: The Untamed  
Ero indecisa tra Jealousy Incarnate, The Untamed e 3 Nen A Gumi (e a malincuore tra la scelta finale ho dovuto escludere anche Chicago Typewriter e The Crowned Clown), ma alla fine ha prevalso The Untamed, perché comunque vada, è un drama che mi è rimasto profondamente nel cuore. Lui, i suoi personaggi, la sua storia, il loro mondo, sia con i suoi momenti di gioia sia con i suoi momenti di dolore. Sono arrivata a ordinare su internet i nendoroid di Wei Wuxian e Lan Wangji, da mettere sopra la mia mensola degli oggetti particolari o da fandom e stanno lì, in tutto il loro splendore, con i mano i loro strumenti, come se ancora stessero suonando insieme WangXian.   
2.  Serie Tv che ti è piaciuta meno: What Did You Eat Yesterday?
L’ho iniziato perché pensavo fosse uno slice of life carino, piacevole. Non dev’esserci per forza una storia da cardiopalma perché un drama mi interessi, o una storia super mega romantica... anche qualcosa di semplice va più che bene (per esempio, Imaginary Cat mi è piaciuto, e mi ha coinvolto abbastanza da farmi piangere alla fine... prevedibile con un animale di mezzo, mi sono tirata proprio la zappa sui piedi da sola, in quel caso).  Ma qui no. Noia. Noia. Noia. Dato che era super breve (dieci episodi da circa 20 minuti, se non sbaglio), l’ho portato a termine, ma avrei potuto non farlo e non sarebbe cambiato niente. Perché questo ho provato guardandolo: niente. Ho visto drama qualitativamente parlando più brutti di questo, ma la noia è il peggior peccato di una serie per quanto mi riguarda, peggio che se ti faccia arrabbiare.   
3. Protagonista maschile preferito: The Untamed
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(originarialmente postato da edwinalric)
Giuro che questo non sta diventato un post “quanto amo The Untamed”, ma Wei Wuxian doveva vincere per forza (ha avuto un buon avversario, però, il prof  Hiragi Ibuki di 3 Nen A Gumi).  Io mi sono innamorata di Wei Wuxian al primo episodio. Era comparso da tipo un quarto d’ora (mi sto dando delle arie, forse erano passati solo cinque minuti) e già ero persa per lui.  E’ intelligente (ho un debole per i personaggi intelligenti, sue me!), carismatico, ha un animo puro, così pieno di sacrificio per le persone che ama... come potevo non perderci la testa? Ha avuto i suoi momenti no nel corso della serie, ma è bello che questo sia stato causato principalmente dal voler fare la cosa giusta (e da una buona dose di arroganza, ma nessuno è perfetto!). Poi adoro che nonostante i guai che ha passato, il dolore che ha subito, non si sia mai abbattuto e sia sempre andato avanti con i suoi principi per la sua strada, ha una forza mentale davvero ammirevole.   
4. Protagonista femminile preferita: Hotel Del Luna
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(originariamente postata da dramaintherain)
Mi stavo segnando qualche nome, quando poi mi ha colpito come un fulmine, lei: Jang Man Wol, di Hotel Del Luna. Posso mettere solo lei come miglior personaggio femminile.  La proprietaria del lussuoso Hotel Del Luna, dove i morti alloggiano prima di passare oltre, è una donna che ne ha passate tante, come tanto è il tempo in cui ha vissuto. Man Wol è una donna forte, super badass e con un passato straziante e ingiusto che l’ha resa quella che è. L’ho adorata come personaggio a tutto tondo, anche per il suo lato spendaccione e l’atteggiamento controverso che aveva, oltre per i suoi outfit da sballo (ma di questo ne parliamo dopo *wink*).
5.Miglior Coppia: The Untamed
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(Originariamente postata da oldlace)
Questo NON sta diventando un post pro The Untamed. PROMETTO.  “Ma, Ilaria, Wei Ying e Lan Zhan non si mettono insieme nel drama!”, direte voi.  E quindi?! Sto un po’ barando in questo campo, forse, ma se devo scegliere la mia coppia preferita tra i drama visti quest’anno, WangXian vince la corsa come se si trovasse già di fronte al traguardo ancora prima di partire.  E poi, parliamoci chiaro, a quanti amici andate a dire che li vedete come i vostri soulmate (anima gemella)? Ci sono tantissime cose di loro che mi resteranno impresse, tipo Lan Zhan che con il braccio insanguinato riacchiappa Wei Ying, il sorriso di Wei Ying a Lan Zhan nell’ultimo episodio, i WangXian che combattono insieme con Lan Zhan che protegge Wei Ying mentre quest’ultimo suona, i conigli, l’aver aspettato Wei Ying per sedici anni (16!), e tanto tanto altro. T_T  
6. Miglior Scena d’azione: Ever Night
Qui non ci sono stata nemmeno a pensare. Una delle cose che più mi è piaciuto e che prima di tutte mi ha colpito di Ever Night, sono le sue scene d’azione. Sono tutte veramente incredibili, molto sceniche e anche allo stesso tempo molto reali. La regista è stata veramente grandissima ed è una vera fortuna che il budget fosse sufficientemente generoso da permettere tutto questo. Una delle mie scene d’azione preferite di questo drama è quella che Ning Que, il nostro lead, ha in una specie di locanda con uno dei suoi nemici. Veramente qualcosa di spettacolare. Tra l’altro Ever Night ha il pregio di avere scene d’azione che sono prive dei movimenti eleganti e svolazzanti che hanno molte serie storiche fantasy cinesi (The Untamed, per dirne uno). Mi auguro che anche la seconda stagione sia sullo stesso livello su questo campo.   
7. Miglior momento comico: Master’s Sun
https://www.youtube.com/watch?v=QdD0noO9EdI
Ve lo linko direttamente. Enjoy!  Rido ancora se ripenso a Tae Gong Shil ubriaca che veniva posseduta da vari fantasmi. Le mie possessioni preferite sono il cane, il gatto e la parigina!  Adoro quell’attrice, è formidabile. 
8. Miglior bacio: Angel’s Last Mission: Love
Che è più o meno come chiedere a una madre di tanti figli: qual è il tuo preferito? E meno male che ho dovuto scegliere solo tra quelli nati visti nel 2019. E’ stata una dura lotta. Ho dovuto escludere Jealousy Incarnate e Chicago Typewriter, ma Angel’s Last Mission: Love e il suo bacio sotto la pioggia non poteva fare a meno di vincere. Indimenticabile.  Poi è una scena molto sentita, perché è un piccolo momento di gioia per i protagonisti dopo tante tribolazioni (peccato che dopo di esso abbiano dovuto soffrire ancora un po’...).   
9. Miglior Villain: The Tale of Nokdu
In realtà non lo posso dire, perché è un grosso spoiler, ma vi basti sapere che il villain di The Tale of Nokdu ha vinto a mani basse questa competizione. Parte come il solito tipico personaggio, poi ti rendi conto che nasconde molto di più, e arriva il plot twist che ti cambia la visione da così a così.  Pazzo, senza scrupoli e con un bel proposito in mente, ma comunque anche con delle debolezze, in particolare una che gli ha quasi rovinato la partita. Tra l’altro, mi è piaciuto molto anche il suo finale. 
10. Miglior Ost: The Eternal Love 1 e 2
Qui è stata dura, perché ho un debole per le ost dei drama. Dato che è praticamente impossibile per me scegliere, ho deciso di premiare il drama di cui ost sto ascoltando in questo istante mentre scrivo. (No, sul serio, avrei potuto citare almeno un terzo dei drama elencati sopra, troppo difficile...) 
11. Miglior ambientazione/location: Memories of the Alhambra
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(Originariamente postato da  baek1nho)
Avrei potuto scegliere tra i mondi fantastici creati dai drama storici/fantasy cinesi, ma la meravigliosa ambientazione spagnola di Memories of the Alhambra mi rubò il cuore quando vidi il drama ed è giusto premiarlo per questo. Il drama vince anche solo per questo (no, non è vero, anche la trama era veramente qualcosa di formidabile, mi ha tenuta incollata tutto il tempo con i suoi molteplici plot twist). 
 12. Miglior scena WTF?! : The Tale of Nodku
Ero indecisa tra Angry Mom, The Tale of Nodku e Well Intended Love e sono tutti WTF diversi! Il primo è un WTF disperato da “oddio, no, che tragedia!”, il secondo eccitato da “oh, wow, e chi se lo aspettava!” e il terzo infuriato da “sei proprio un maledetto bastardo, Ling!”. Alla fine ho scelto The Tale of Nokdu, perché sono davvero entusiasta che, una volta tanto, SPOILER non si sia rivelato un semplice SPOILER, ma un villain folle e intelligente.  Bonus: Però rimarrà sempre un momento WTF immenso anche Xia che scopre che, ops, non aveva la leucemia come suo marito le aveva fatto credere, ma una semplice anemia (come diavolo hai fatto a non renderti conto di non aver subito un intervento?!!).   
13. Personaggio più intelligente: 3 Nen A Gumi
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(Originariamente postata da wooyoungbby)
Se ve lo state chiedendo... sì, ho quasi rimesso un’altra Wei Wuxian, perché comunque stiamo parlando di un uomo che ha perso il suo nucleo dorato (cosa che io non ho ancora superato) ed è comunque riuscito a diventare più potente di tutti diventando il patriarca di Yiling (oltre che a creare un sacco di invenzioni utili ed essere l’unico a scoprire chi li stesse manovrando come marionette).  Ma dato che questo non è un post su The Untamed, puntiamo i riflettori su Hiragi Ibuki che, nonostante non stesse bene, è riuscito a mettere su un piano per scoprire chi avesse portato una sua studentessa al suicidio, piazzando bombe e imprigionando la sua classe, la 3A. E il tutto per... insegnare una lezione. Un piano studiato nei minimi dettagli per mesi, fino al suo compimento. 
14. Personaggio meno intelligente: The Love By Hypnotic 
Qiao Hui Xin, ripeti con me: Il principe Li Qian non mi ama e non lo farà mai.  Non ho mai visto una second lead più stupida.  Vedete, Li Qian non è il lead che lascia che la second lead di turno fraintenda la situazione o che tenga un po’ il piede in due scarpe. Lui, molto correttamente, l’ha rifiutata 4 volte. 4 VOLTE! Lei non ha mai recepito il messaggio.  La prima volta, le ha detto che la vedeva come una sorella. Poi l’ha rifiutata altre 3 volte, sempre in modo chiaro e man mano un pochino più duramente. Nonostante tutto, lei non demordeva, aggrappandosi al fatto che era colpa della protagonista se lui stava così, perché aveva usato i suoi poteri ipnotici su di lui.  Non contenta di essere una rottura di scatole, finisce pure per diventare il villain principale! Complimenti, non ne hai combinata una buona in 36 episodi!     
15. Miglior Personaggio Comico: The Crowned Clown
Indimenticabile il matematico di The Crowned Clown e la spaventosa cotta che aveva per il nostro protagonista, il Re Buffone.  Mi viene ancora da ridere se ripenso al modo in cui lo guardava sognante per il modo in cui era stato gentile con lui e gli aveva fatto rivalutare le persone potenti.  
16. Miglior Second Lead: Queen For Seven Days
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(Originariamente postata da leo-princeofdarkness)
Sì, il Re di Queen For Seven Days. Per quanto per chi l’ha visto possa sembrare incredibile, ho davvero amato il Re di Queen For Seven Days, pure se era spesso fuori come un balcone e particolarmente crudele, ci sono stati momenti in cui l’ho preferito al lead, in cui l’ho pure shippato con la protagonista, pure se io non soffro affatto della sindrome da second lead.  Resta un personaggio davvero affascinante e sicuramente ha aiutato che fosse interpretato in modo eccelso da Lee Dong Gun. 
17. Miglior momento triste: 
Su 39 drama... avete almeno una minima idea di quanti momenti tristi io abbia dovuto superare? No, non posso scegliere! Citerò velocemente le cose più indimenticabili (altrimenti detto: i traumi che mi porterò dietro):
a) Memories of the Alhambra: La morte del segretario sulla stazione. Io che urlo: no, no, non colpitelo! Scappa! 
b) Imaginary Cat: Tutta la serie insistono sul fatto che la gatta è anziana. Indovinate un po’ qual è il momento triste? 
c) Angel’s Last Mission: Ci sono due personaggi secondari, quasi due comparse, che compaiono per tipo dieci minuti complessivi e hanno la storia più tragica di sempre, crudele da matti. 
d) The Tale of Nokdu: L’assalto del villaggio. Una roba strizza-stomaco (parola inventata al momento).
e) The Untamed: Tipo tutti gli episodi da quando Wei Wuxian perde il nucleo dorato fino alla sua morte. E peggiorava di minuto in minuto. E’ stato un sollievo arrivare all’episodio 34.  
f) Good Doctor: Raga... il protagonista è un dottore in un ospedale in un reparto di bambini. Ho detto tutto.
18. Miglior finale: The Tale of Nokdu
Credo sia uno dei pochissimi finali che mi abbia fatto pensare: mi sento completamente soddisfatta. Non c’era nulla che avrei cambiato del finale, nemmeno una virgola, sia per i buoni, sia per i cattivi.  Era semplicemente il finale perfetto. 
19. Miglior Outfit: Hotel Del Luna
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(Originariamente postata da dazzlingkai)
Ammetto che all’inizio, quando ho letto le varie domande a cui rispondere, quando sono arrivata a questa, ho pensato a The Love By Hypnotic, perché gli outfit erano proprio di buona fattura, mi piacevano molto le stoffe usate, ma... solo Hotel Del Luna poteva essere il vero prescelto. La protagonista, Man Wol, cambia abito tipo 4-5 volte a episodio (la pettinatura, pure!) e sono tutti meravigliosi esempi di sartoria, talmente belli che gliene avrei volentieri rubati almeno almeno la metà. 
20. Miglior Bromance: The Eternal Love 2
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(Originariamente postata da thingskateknows)
La bromance che nessun’altro potrà replicare, perché il protagonista diventa amico con... il se stesso del passato, mentre indossa una maschera di carne che gli dà un viso diverso. E’ un rapporto davvero particolare, perché i due si aiutano a vicenda (voglio dire, non aiuteresti te stesso?), ma allo stesso tempo sono gelosi l’uno dell’altro perché bramano la stessa ragazza (beh... hanno ovviamente gli stessi gusti!) e arrivano a sacrificarsi a vicenda, in un certo senso (si può considerare come tale, se sei sempre tu...?).  
21. Personaggio più odiato: Hotel Del Luna
Può sembrare strano, ma io ho odiato profondamente il second lead di Hotel Del Luna. Non perché diventi il villain a un certo punto della storia, assolutamente no, second lead era e second lead rimane, ma... È stato una marionetta in vita e responsabile della dura punizione di Man-wol dopo essere morto. Era partito tutto figo per poi rivelarsi tutto fumo e niente arrosto. Non aveva alcuna spina dorsale e mai ho capito l’amore che il fandom aveva per lui. Nel corso della serie, mi è diventato così antipatico che lo trovo l’unico punto meh del drama, che per il resto è veramente bellissimo.
22. Personaggio più amato: The Untamed
D’altronde ho detto che mi sono innamorata di Wei Wuxian dopo cinque minuti che era apparso nel primo episodio, chi mai altro avrei potuto scegliere?! 
23. Peggior finale: Memories of the Alhambra
Non è che abbia propriamente odiato questo finale, ma tra tutti quelli in lista è quello su cui ho più rimostranze in quanto è incompleto.  Nel senso... lascia molti punti oscuri, non spiega le cose e siamo quasi sul livello del buco di trama. Il drama mi è piaciuto molto, ma il finale si poteva fare mille volte meglio, sarebbe bastato poco, uno o due episodi in più per spiegare meglio perché la cosa si è risolta in un certo modo e magari allungare giusto un pelo la scena finale per non lasciarla così monca. Insomma, bene ma non benissimo. 
24. Miglior Attore: Queen For Seven Days
Sarebbe stato molto, molto semplice premiare Xiao Zhan (Wei Wuxian in The Untamed) e basta, ma credo che quello che meriti di più, in questo caso, sia Lee Dong Gun per il suo Re in Queen For Seven Days. Mi ha colpito troppo.  Il Re era un po’ innamorato, un po’ crudele, un po’ folle, un po’ coraggioso e tanto altro. Era un personaggio così sfaccettato che sarebbe stato semplice relegarlo al ruolo di semplice second lead cattivo, ma il Re era molto più di questo, o non avrei passato il tempo a odiarlo e amarlo, saltando da una sensazione all’altra mentre seguivo il drama. E il merito non è solo dello script, ma della meravigliosa interpretazione di Lee Dong Gun (che, tra l’altro, per quanto lì il personaggio mi sia stato antipatico e basta, ha dato ottima prova di sé anche nel più recente Angel’s Last Mission).  
25. Miglior Attrice: Hotel Del Luna
Anche qui sono stata profondamente indecisa. Ho un debole sia per Shin Hye Sun sia per Gong Hyo Jin, perché sono molto brave e scelgono drama belli, ma mi sento di premiare la suprema interpretazione di IU in Hotel Del Luna. Era il primo drama che vedevo con lei, ma nonostante le critiche che ha ricevuto per sue precedenti interpretazioni, in Hotel Del Luna ha dominato la scena e io l’ho adorata nel suo ruolo. 
26. Miglior cast: Queen For Seven Days
Queen For Seven Days ha il difetto che va piuttosto contro i miei gusti perché è davvero pesante da vedere. Non hai il tempo di sfiatare tra un scena triste e l’altra, la narrazione non fa altro che farti provare sempre più dolore e arrivi alla fine che cominci a perdere la favella un po’ come il Re (può testimoniare l’amica che me l’ha consigliato che nell’audio commento finale che le ho mandato ridevo e piangevo insieme...).  Però tutto questo turbinio di emozioni, di un drama che comunque mi è piaciuto, è anche merito del cast, in particolare dei tre protagonisti. 
27. Quale personaggio avresti voluto essere e quale non avresti voluto essere: Memories of the Alhambra e Well Intended Love
Sicuramente non avrei voluto essere Xia di Well Intended Love perché io a Ling avrei cambiato i connotati e poi probabilmente sarei finita in carcere per questo. Mentre per chi avrei voluto essere... è difficile perché ogni personaggio affronta le peggio sfighe, però diciamo uno dei personaggi che hanno avuto la possibilità di provare il gioco presente in Memories, magari senza le sue spaventose conseguenze. 
28. Di quale serie vorresti un seguito: Hotel Del Luna
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(Originariamente postata da belsmultifandommess)
Premettendo che a me non piacciono i sequel (se la storia è finita), perché 9 volte su 10 la serie sequel non sarà affatto all’altezza della precedente (fun fact: The Eternal Love 2 è mille volte meglio di The Eternal Love), mi piacerebbe tanto un sequel di Hotel Del Luna, soprattutto perché un po’ questa cosa ce l’hanno accennata mostrandoci il successivo proprietario del Hotel, che anche se è comparso per tipo 2 minuti mi ha fatto subito una buona impressione, quindi mi piacerebbe che la storia proseguisse con lui, nuovi personaggi e almeno un cameo di quelli vecchi.  
29. Quale Ship ti è piaciuta di meno? What The Duck: The Series
Passiamo almeno una volta in Thailandia (che, a onor del vero, ho preso in considerazione per il “miglior attrice” grazie a Baifern e il suo ruolo in Bai Mai Tee Plid Plew) per la ship peggiore.  Io sono una delle poche persone al mondo ad aver odiato profondamente Rambo e Pree (mi spiace Mew, però ti sto amando in TharnType) e il motivo è uno solo: ERANO UNA LAGNA!  Non me ne frega niente se le loro scene passionali fossero belle e ci fosse chimica, quando parlavano non facevano altro che lagnarsi e comportarsi da idioti e ho finito per odiarli così tanto che ho cominciato a skippare parte delle loro scene perché non li sopportavo più. Se la scena si fosse concentrata solo su Oat e Pop sarei stata molto, molto più contenta. 
30. Una frase che ricordi o che ti è rimasta impressa? 3 Nen A Gumi
“Let’s think!” Questa domanda è un colpo basso per me visto che la memoria non è la mia migliore qualità, quindi mi limito a dire quelle due parole, che hanno un significato molto più profondo di quello che possa sembrare, oppure tutto il monologo del prof sul tetto che è davvero troppo lungo per poterlo riportare qui.  
31. La serie di cui faresti un rewatch adesso? The Untamed
Non mi piacciono i rewatch in generale, perché il mare è pieno di pesci (drama) e io voglio pescare il più possibile, ma... a parte il fatto che in realtà non mi dispiace affatto vedere varie versioni di una stessa storia (tipo, ho visto tutte le versioni esistenti di Itazura Na Kiss e buona parte di quelle di Hanayori Dango), penso che l’unico di cui farei un rewatch sarebbe The Untamed. 
32. I tre uomini e le tre donne più belle delle serie che hai visto? 
Ahahahahahahhaha! Solo tre? Forse dovrei già ringraziare che non ne chieda uno solo... Uomini: L (Angel’s Last Mission), Ji Chang Wook (Melting Me Softly), Mew Suppasit Jongcheveevat (What The Duck: The Series)  Gli esclusi: Yoo Ah In (Chicago Typewriter, che ha delle labbra fantastiche), Yeo Jin Goo (Hotel Del Luna, The Crowned Clown, che è semplicemente bellissimo), Kang Tae Oh (The Tale of Nokdu, che ha un sorriso che potrebbe sciogliere il sole)
Donne: Baifern Pimchanok Luevisadpaibul (Bai Mai Tee Plid Plew, che inferno i nomi thailandesi, raga...), Zoey Meng (The Untamed), IU (Hotel Del Luna) 
33.  A quale personaggio assomigli? 2 Moons 2 The Series
Non sono brava con questo tipo di domanda, quindi diciamo un po’ la fangirl di 2 Moons 2. I feel you, girl. 
34. Serie tv per riflettere? 3 Nen A Gumi
Trattando nel modo migliore molteplici temi con il suicidio e il cyber-bullismo, 3 Nen A Gumi insegna lezioni molto importanti e oltre a essere una serie che intrattiene, ti fa pensare, al punto che batte mille a zero il tentativo di 13 Reasons Why di fare altrettanto.  
35. Peggior outfit? The Eternal Love
Erano talmente brutti i vestiti e le pettinature che addirittura nell’impalcatura di alcune pettinature si vedeva lo scotch. Il peggior outfit in assoluto lo aveva il Principe 14 che era talmente brutto e con accostamenti di colore orrendi che ti faceva provare pena per lui. A loro discolpa, il budget della prima serie era talmente basso che hanno dovuto risparmiare su tutto, compreso il prato, che era di plastica.  Però, sorprendentemente, la serie ha avuto talmente successo che hanno dato al drama una seconda stagione, The Eternal Love 2, e molti più soldi, riuscendo a rimediare su questo punto. 
36. Peggior attrice?  The Eternal Love
Liang Jie, nella prima stagione di The Eternal Love, era piuttosto terribile. Nella seconda è migliorata un po’, ma la sua interpretazione non è decisamente uno dei motivi per cui mi è piaciuto il drama. 
37. Peggior attore? Make It Right: The Series
Non metterò alcun nome, tutto il cast è pieno di cani paurosi.  I due protagonisti erano i peggiori, era un continuo fare sorrisi idioti, soprattutto l’interprete di Fuse, sguardi vuoti e il feeling tra i due era inesistente e anche piuttosto imbarazzante da guardare. Gli attori di Book e Frame erano leggermente meglio, mentre anche gli attori secondari e le varie comparse erano qualcosa di terrificante, nessuno che riuscisse a sembrare un minimo naturale. Chi diavolo ha fatto i casting!? Com’è possibile che tra tutti quelli che si saranno presentati non ci fosse niente di meglio!? Cos’è, “buona la prima”? 
38.  Qual è il tuo genere di serie tv preferito?
Il mio genere preferito è quello che contiene un po’ di thriller, fantasy e romance. Se ci sono tutti e tre questi generi, si ottiene il connubio perfetto per farmi felice. 
39. Preferisci le storie fantastiche o realistiche?
Decisamente fantastiche. Il realismo non deve assolutamente mancare, non siamo alla fiera dell’assurdo, ma adoro il fantasy e le opportunità di trama che offre. 
40. Una coppia fittizia che non ha alcuna possibilità di concretizzarsi ma che tu shippi comunque? The Prince of Wolf
In un’occasione più unica che rara, per buona parte del drama ho shippato in modo spettacolare il lead con la second lead. Penso abbia aiutato un po’ non solo il fatto che la lead fosse piuttosto insopportabile molte volte e che gli attori che interpretavano il lead e la second lead stessero insieme in quel periodo (la chimica bucava lo schermo, voi non potete capire!), ma ho seriamente desiderato che lui si dimenticasse della lead e si mettesse con l’altra. Sarebbe stato bello. 
41. Una serie che, secondo te, merita di essere più conosciuta? 3 Nen A Gumi
Se fosse coreana avrebbe vita facile, ma essendo giapponese 3 Nen A Gumi finisce per essere poco conosciuta ed è un vero peccato perché merita molto. 
42. Se dovessi uscire con un personaggio di una serie tv chi sarebbe? Hotel Del Luna
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(Originariamente postata da ebjkk)
Perché uno? Non posso avere un harem?  Comunque sia... mi è piaciuto veramente un sacco il lead di Hotel Del Luna, interpretato dal bravissimo Yeo Jin Goo, al contrario del sopracitato e odiatissimo second lead, perché era una persona, benché giovane, su cui si può contare, a cui daresti fiducia e per Man Wol era un amore profondo e maturo che non si può che ammirare, quel tipo di amore che invecchia bene e dura tutta la vita. 
43. Se potessi far resuscitare un personaggio morto in una serie tv chi sarebbe? HIStory 3: Make Our Days Count
Ssssh! Lo so che non dovrebbe essere in lista perché mi mancano due episodi e quindi tecnicamente non l’ho finito, ma può essere solo lui, okay?!  Dato che però è spoiler e non dovrei dirlo, diciamo solo che nel drama muore qualcuno che non doveva assolutamente morire.  MOSTRI! VI ODIO! Ne aveva già passate di tutti i colori, non si meritava tutto questo! T_T T_T T_T
44. Se potessi eliminare un personaggio in una serie tv chi sarebbe? Queen For Seven Days
Credetemi, senza la second lead di Queen For Seven Days il drama ne avrebbe guadagnato. Odiosa, infame, insopportabile e lagnosa.  L’attrice carinissima e aveva un outfit che adoravo, ma volevo prenderla a calci a ogni scena. Ho continuato a sperare che morisse soffrendo in modo da poterla far risorgere e ucciderla di nuovo a ripetizione per almeno una cinquantina di volte, ma... non sono mai stata accontentata.  
45. Se potessi vivere con un personaggio di una serie tv chi sarebbe? The Tale of Nokdu
Sarebbe sicuramente spassosissimo vivere con il gruppo di amici dei protagonisti di The Tale of Nokdu, che sono diventati una famiglia particolare e piena di elementi simpatici. 
Ho adorato fare questo post! Ho potuto tornare a rimembrare il mio 2019 televisivo e le molteplici cose belle che ho visto. <3
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sigisette-blog · 5 years
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La Top 10 (non richiesta) dei fumetti che ho letto fino ad ora
Wow, sono passati 3000 anni dall’ultimo post, ho una costanza formidabile proprio con questo blog. Abbiate pietà della mia anima.
Oggi ho deciso di trasformarmi nel Corrado Augias dei poveri e fare una top 10 dei fumetti che ho letto fino a questo momento. Non è stato semplice, lo ammetto ma era un’idea che avevo da un po’. 
Sono delle mini recensioni perchè non voglio spoilerare le storie complete, anzi voglio incuriosirvi a leggerli!
Premessa: non è che tutti gli altri che ho letto fanno schifo, semplicemente questi mi sono rimassi impressi di più e li rileggo con piacere. 
Let’s roll!
10. “DEATH” di Neil Gaiman 
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Questo fumetto è uno dei miei preferiti tra quelli di Neil Gaiman. Incoraggio sempre tutti a leggerlo perchè è un mostro della scrittura e “Sandman” (da cui è tratto questo personaggio) è un’opera pazzesca. 
La protagonista qui è Morte, e intendo proprio la morte con la M maiuscola. E’ rappresentata come una giovane ragazza goth che nessuno assocerebbe al Tristo Mietitore (siamo abituati allo scheletro con la falce e il mantello nero) e forse è giusto così. 
Questo volume è una raccolta delle storie in cui lei è il personaggio principale (di solito lo è suo fratello Sogno) e c’è una profonda riflessione sul concetto di Morte e su cosa comporta la sua presenza. 
Consiglio assolutamente di leggere e rileggere la prima storia, “Il Battito delle Sue Ali” perchè è una mazzata al cuore ma anche la realtà della morte stessa.
9. “LA GENERAZIONE” di Flavia Biondi
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Io ADORO Flavia Biondi. Adoro la sua scrittura e il suo tratto e ho letto quasi tutto quello che ha prodotto. 
Questo fumetto è quello che più mi è piaciuto e che riprendo spesso in mano.
La storia ruota attorno a Matteo, un ragazzo gay che si trova in crisi e decide di tornare nel suo paese natale dove abitano le sue zie e sua nonna. Matteo teme di trovare un ambiente che lo tratti male per via di chi è, invece trova un percorso che lo aiuta a crescere. 
Una delle mie scene preferite è sicuramente l’elaborazione della sessualità di Matteo da parte delle zie. E’ una scena semplice di per sè ma ha tantissimo significato.
I rapporti umani sono le fondamenta di questa storia e sono quei rapporti che ci troviamo anche noi nella realtà. Ci si allontana ma in qualche modo ci si riavvicina per sostenersi a vicenda nei momenti difficili. 
8. “MAUS” di Art Spiegelman
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(Spero che Tumblr non mi censuri sto post perchè c’è quel simbolo sulla copertina... se lo fa, smatto)
Beh, che dire? Un classico dei fumetti. Una storia che prende un’epoca che uno vorrebbe dimenticare per gli orrori che ci sono stati ma che invece dobbiamo ricordare, soprattutto alla luce degli ultimi tempi. 
E’ la biografia del padre di Art Spiegelman, Vladek Spiegelman, un ebreo polacco che ha subito le torture dell’Olocausto. Ovviamente il povero uomo si ritroverà in un campo di concentramento e cercherà di sopravvivere. 
Ora... Come si può trattare questo argomento con un fumetto senza essere banali? Spiegelman ci è riuscito utilizzando animali antropomorfi. Gli ebrei sono rappresentati come topi, i tedeschi come gatti, i polacchi come maiali (sottile critica per il loro aiuto ai nazisti) e così via... Sembra quasi un libro per bambini ma non lo è. Ci sono scene forti e d’impatto che fanno venire il magone.
La tematica può sembrare “banale” (e non dovrebbe esserlo MAI) ma il tutto è reso in una maniera che prende la lettura. Non sono riuscita a metterlo giù fino alla fine.
7. “RUGHE” di Paco Roca 
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Penso di aver perso tutte le mie lacrime su questo fumetto. Non sto esagerando.
La storia è ispirata alla vita dell’amico di Roca, Diego, e di suo padre Emilio che ha l’Alzheimer.
Il protagonista, Emilio, è un ex-impiegato di banca che in tarda età viene mandato dal figlio in casa di riposo perchè gli viene diagnosticato l’Alzheimer. La storia parte da questo momento e vediamo come Emilio si approccia all’ospizio e a chi vi abita ma vediamo anche il triste declino della sua salute.
In qualche modo speri che non finisca male ma è inevitabile che succeda perchè non c’è cura per questo morbo. E’ davvero straziante.
E’ una storia che tocca tante persone, chi ha avuto o ha una persona cara malata, ha visto un suo nonno sparire davanti a sé e sa che non può fare nulla se non starci vicino. 
E’ davvero una storia che mi ha colpito da vicino, con un disegno “semplice” ma funzionale alla storia. 
Preparate i fazzoletti. 
6. “IL PORTO PROIBITO” di Teresa Radice e Stefano Turconi
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La bellezza di questo fumetto non è quantificabile, amo qualsiasi vignetta.
Questo volume è il prodotto della premiata ditta Radice-Turconi e la prima cosa che si vede è che è fatto tutto, interamente a matita! Già solo per questo va nella mia top 10, la matita è lo strumento che ha il tratto più bello per me. Rende tutto più sinuoso ed elegante.
La storia si concentra su Abel, un giovane naufrago che non ricorda nulla della sua vita; sale su una nave che lo porta a Plymouth dove incontrerà la prostituta Rebecca e i due hanno molto in comune.
Ci sono colpi di scena continui e non assolutamente la storia che ti aspetti. Ci sono tantissimi riferimenti alla letteratura inglese (Coleridge, Wordsworth, Blake...) e la cura nei dettagli è incredibile.
Fun fact: alla fine del libro gli autori ci hanno lasciato una playlist con le canzoni che hanno utilizzato nella realizzazione del fumetto e l’ho trovata una cosa geniale!
5. “PRESIDENTI MORTI” di Posehn, Duggan e Moore
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Dopo una carrellata di fumetti con storie tristi, è il momento della storia senza senso che ti fa ridere come un’idiota.
E’ l’unico fumetto Marvel che troverete in lista ed è qui perchè c’è uno dei miei personaggi preferiti, Deadpool. 
Il Mercenario Chiacchierone già normalmente fa ridere con le sue battute e il suo rivolgersi al lettore (unico personaggio che lo fa nell’universo Marvel e tutti lo prendono per pazzo) ma qui si supera.
Uno stregone, pensando di aiutare gli USA, decide di far tornare in vita (come zombie) tutti i vecchi presidenti americani ma la cosa gli sfugge di mano e questi cercano di distruggere il paese.
Ovviamente è compito di Deadpool, essendo lui immortale, quello di rispedirli indietro e si vengono a creare delle scene comiche che ti lasciano a ridere per ore. 
Se volete qualcosa di leggero e divertente, è il fumetto perfetto per voi!
4. “DIMENTICA IL MIO NOME” di Zerocalcare
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Vabbè dai tanto era ovvio che prima o poi Zerocalcare saltasse fuori. 
Ho letto tutto quello che c’è di Zerocalcare e adoro il fatto che sia capace di mischiare il comico con tragico, che ti coinvolga tantissimo nella sua storia.
Ero tentata di inserire “Kobane Calling” (che consiglio comunque) ma questo è quello che più ho sentito vicino a me.
Zerocalcare qui affronta la perdita della nonna a cui voleva molto bene. La storia tratta dell’elaborare il lutto ma soprattutto del vedere le persone, che di solito sono la tua roccia, cadere giù per la tristezza, per la perdita. 
C’è una componente comica e anche una “fantastica” nel racconto della vita della nonna, che fa sorridere ma anche piangere.
E’ una storia in cui un po’ tutti ci possiamo ritrovare: quando perdi qualcuno cerchi di farti forza ma anche di far forza a quelli attorno a te, a quelle persone che di solito sono sempre quelle che ti aiutano nei momenti difficili.
Grazie, Zero.
3. “RESIDENZA ARCADIA” di Daniel Cuello
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E siamo nella top 3! 
Questo libro l’ho preso a caso, lo ammetto. Non avevo assolutamente idea di chi fosse Daniel, quale fosse la storia... Ho guardato la copertina e ho pensato “Sembra carino”.
E’ BELLISSIMO!
L’avrò letto in 2 ore, penso. Divorato.
La storia sembra semplice a primo impatto: la vita in un condominio. Ma non è così. Già le prime pagine ti fanno dire “No... Aspetta... Cosa è successo???” e da lì in avanti è tutto un crescendo. 
Il punto di forza sono i personaggi. Sono tutti anziani (tranne due) che vivono da tempo in questo condominio e ognuno ha la propria caratteristica: chi è acido, chi è curioso, chi è ligio al dovere, chi è diffidente... Sono vecchi che vediamo tutti i giorni.
Ma alcuni nascondono delle storie, anche molti tristi, che fanno comprendere il perchè siano così. 
Vivono in un microcosmo tutto loro che però li aiuta a sopravvivere al macrocosmo pericoloso fuori dal condominio. 
Il finale non è scontato, anzi, tutto l’opposto!
2. “BLACKSAD” di Diaz Canales e Guarnido
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Mi strappo i capelli per la bellezza di questo libro.
Avete presente quando vedete un bel quadro e dite “cavolo, lo vorrei nel mio salotto”? Ecco, io vorrei nel mio salotto ogni tavola prodotta da Guarnido.
“Blacksad” è un Zootropolis noir per adulti, diciamo. I personaggi sono tutti animali antropomorfi che abitano il nostro mondo. Il protagonista è John Blacksad, un gatto nero (tranne il muso) che fa l’investigatore privato. 
Le avventure di John non sono semplici gialli, trattano anche di tematiche importanti come il razzismo, la droga, il pericolo dell’atomica e così via. 
A livello visivo è una BOMBA. Ogni pagina è un’opera d’arte che guardi per 15 minuti, trovando ogni volta un dettaglio nuovo. Guarnido fa quello che vuole con il pennello e tu non puoi che inginocchiarti al suo cospetto.
Le storie di Canales poi non sono banali, ti lasciano con il fiato sospeso e c’è sempre un colpo di scena che ti fa saltare sulla sedia.
Se non lo leggete, siete brutte persone.
1. “LA SAGA DI PAPERON DE’ PAPERONI” di Don Rosa
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“Che noiosa, hai messo un roba della Disney al primo posto”
Ebbene sì e non me ne pento. 
Paperone è un personaggio che in qualche modo ho sempre amato. E’ vero che è uno scorbutico taccagno e un avido uomo d’affari... Ma lo è sempre stato?
Questa saga racconta l’immensa storia di Paperone, da quando era piccolo e viveva in povertà in Scozia fino a quando non è diventato il papero più ricco del mondo. E’ l’esempio dell’immigrato che lascia la sua famiglia per andare a guadagnare altrove e aiutare così i suoi parenti (se ci pensiamo è una storia estremamente attuale). 
Così vediamo come Paperone arriva negli USA durante la febbre dell’oro e qui incontra una marea di personaggi famosi realmente esistiti che lo aiutano nelle sue avventure.
Ma non è tutta rose e fiori. Ci sono anche momenti di grande tristezza per Paperone, lutti nella famiglia che non può affrontare perchè deve lavorare ma quando riesce a tornare a casa, l’immagine è davvero straziante (è una cosa molto anomala nel fumetti Disney vedere la morte).
Scopriamo anche che Paperone ha avuto un grande amore (pure lui rimorchiava) che però ha messo da parte per continuare la sua scalata al successo... Tuttavia non ha mai dimenticato la papera che lo ha stregato. 
Questa saga fa rivalutare tantissimo l’immagine burbera di Paperone perchè bisogna sempre chiedersi del perchè qualcuno è quello che è, c’è sempre una storia dietro.
La mia top 10 finisce qui, spero vi sia stata utile e vi invogli a leggere alcuni di questi fumetti bellissimi!
Peace out
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veronica-nardi · 4 years
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The Untamed
Commento secondo rewatch
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LO SO, SONO PAZZA.
Mi sono accorta di aver iniziato questo secondo rewatch il quattro maggio, giorno della parziale riapertura dell'Italia. Coincidenza? Sinceramente, non lo so. Ne sentivo la mancanza da un po', e forse il fatto di poter di nuovo uscire liberamente di casa e riprendere a fare passeggiate all'aria aperta, mi ha dato la spinta per cliccare play sul primo episodio. O forse avrei ricominciato la visione in ogni caso, chi lo sa.
Ho impiegato esattamente otto giorni per rivedere la serie, guardando tra i sei e gli otto episodi al giorno, e qui lo dico: MAI PIÙ FARÒ UNA COSA DEL GENERE.
Perché The Untamed ha cinquanta episodi. È vero, non sono episodi lunghi, non sono dei pipponi, ma cinquanta sono cinquanta episodi.
E, cosa più importante, sono cinquanta episodi emotivamente pesanti.
Su cinquanta puntate, ho pianto almeno in venti. Vi pare normale piangere per quasi metà del tempo?
Durante questa terza visione (questo è stato il secondo rewatch + la prima volta che l'ho visto), ho maledetto la serie in tutti i modi. "Stronzi bastardi" è stato il mio commento più frequente. E ho maledetto anche me stessa per la bella idea che ho avuto di fare il rewatch di quella che sapevo benissimo essere una tragedia immane.
Più volte mi sono detta: "Veronica, la prossima volta che ti viene la bella idea di rivedere The Untamed, ricordati bene che è una serie che ti fa soffrire come un cane".
Ho notato per la terza volta che quando io vedo The Untamed, arrivo sempre a un punto in cui sento il bisogno di tornare indietro. Di solito succede verso la fine del flashback. Perché questo flashback è talmente bastardo che io sento di non potercela fare, e ho solo voglia di tornare indietro, alle prime puntate, quando i personaggi erano ancora felici e spensierati, quando si volevano tutti bene ed erano tutti vivi.
Per questo le puntate ambientate ai Meandri delle Nuvole me le godo come una bambina felice, perché so che questa spensieratezza non durerà per sempre, e che quello che arriverà dopo sarà davvero molto tosto.
Stavolta, quando mi è venuta voglia di tornare indietro, ho stretto i denti e sono andata avanti, facendomi coraggio con la certezza che una volta tornati al presente le cose sarebbero piano piano andate meglio.
E così è stato. Quindi al di là di tutto, nonostante tutte le lacrime, una volta arrivata in fondo mi sono sentita sollevata. Contenta per avercela fatta. Triste per tutto quello che ho visto.
The Untamed è così: prima ti spezza il cuore in tanti pezzi, un po' alla volta, e poi ti aiuta a rimetterli insieme. Prima ti ferisce, poi ti cura.
È per questo che quando arrivo alla fine dell'ultimo episodio sento che ne è valsa la pena.
E sinceramente ho anche voglia di ricominciare, ma no, non intendo rivedere la serie per mesi, perché se la rivedessi sempre non ci sarebbe gusto. Ovvio, sarebbe sempre bella, ma io The Untamed me lo voglio godere con calma, nel tempo. È per questo che io non rivedo mai le scene di questa serie, neanche le mie preferite. Quando ho voglia di rivedere la serie la rivedo, e quando l'ho finita, stop, grazie e arrivederci.
Quindi la prossima volta che rivedrò The Untamed non mi guarderò gli episodi uno dietro l'altro, tutti concentrati nel giro di una settimana. Sarà una visione graduale, per godermelo meglio e metabolizzare bene gli avvenimenti.
Per esempio, stavolta, quando finivo un episodio non mi tenevo l'ansia per il successivo, perché tanto lo vedevo subito, e così ho notato che preferisco vedermi uno o due episodi al giorno, in modo da tenere l'adrenalina bella alta.
Detto ciò, voglio buttarmi su una serie di punti per mettere nero su bianco quello che più mi ha colpito in questo secondo rewatch:
Prima di tutto, posso dire che questa volta ho guardato la serie con molta più razionalità e consapevolezza. La prima volta che ho visto The Untamed è stata indimenticabile, ho provato emozioni pazzesche e bellissime, ma che a volte mi portavano a non vedere l'obiettività delle cose, o a non vedere le cose in modo completo.
Mi ricordo bene che al tempo (si parla di otto mesi fa) ero ESTREMAMENTE empatica con Wuxian, quindi mi arrabbiavo davvero tanto quando vedevo Jiang Cheng scontrarsi con lui. Sono sempre molto empatica con Wuxian, ma ho imparato a scindere le emozioni personali, e ad oggi posso dire di avere una buona comprensione del personaggio di Jiang Cheng, e che non sono più minimamente arrabbiata con lui.
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Questa terza visione della serie mi ha fatto capire una cosa che già intuivo: ho sempre voluto stilare una classifica dei dieci personaggi preferiti di The Untamed, ma mi sono resa conto che, almeno per me, è praticamente impossibile. Alcuni sono fissi, ma altri variano perché ogni volta che vedo la serie i personaggi mi colpiscono in maniera differente, quindi decidere una classifica che sia sempre valida è davvero difficile.
Io lo dico: Shijie non è un personaggio psicologicamente interessante ai miei occhi, ma è di certo uno di quelli che mi ha fatto piangere di più. È sempre stato così, e questa cosa mi piace molto. Trovo il suo amore verso i suoi fratelli davvero commovente, così come il suo desiderio di tenere la famiglia unita.
Per quanto riguarda la sua morte, lo so, si è un po' suicidata andando sul quel campo di battaglia, ma cavolo, SE FOSSI STATA IN LEI AVREI FATTO LA STESSA COSA.
Si riuniscono tutti contro mio fratello e probabilmente questa è l'ultima possibilità che ho di dirgli che gli voglio ancora bene nonostante tutto? Cazzo, pure io sarei corsa su quel campo.
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E comunque nella scena della caccia è stata mitica.
Wuxian. Non c'è niente da fare: lo amo. Non c'è altro da dire.
Lan Zhan: miglior personaggio di The Untamed. E muti.
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WangXian. Ancora devo conoscere una storia d'amore che mi piaccia più di questa. Penso che aspetterò per sempre. Non comincio neanche a elencare tutte le scene adorabili tra loro due sennò faccio notte, ma questa la devo citare perché rimane la scena madre della serie:
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Colonna sonora: non ci sono parole per dire quanto la trovo bella.
Amo Jin Ling, Sizhui e tutti i discepoli. Sono davvero una ventata di freschezza, e il loro rapporto con Wuxian è adorabile.
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Signora Yu: Queen del mio cuore per l'eternità. Tra l'altro, mi ricordo di averla odiata non poco la prima volta. Ora? Pfff. Ora la amo e basta.
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L'ho già detto e lo ripeto: il sorriso finale di Wuxian vale tutto.
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Jin Guangyao e Xue Yang rimangono due villain con i controcazzi. Li amo un sacco entrambi.
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Curiosità: non riesco a vedere la morte di Xue Yang senza piangere.
Voglio un uomo che mi guardi come Lan Zhan guarda Wuxian. È meraviglioso. Mi ha sciolto il cuore. E adoro come Lan Zhan dimostri tutto il suo amore non con le parole, bensì con i fatti. Ha letteralmente salvato Wuxian, dopo che lui ha portato la gioia nella sua vita.
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CIOÈ, MA SI PUÒ???
(E comunque una parte di me non ha potuto fare a meno di pensare che Wang Yibo fosse davvero innamorato di Xiao Zhan, perché sennò non si spiega. Qui gatta ci cova XD)
Ho trovato alcuni momenti un po' troppo lunghi. Sono solo alcuni, e in generale il drama scivola via bene. Tra l'altro mi sono stupita perché in soli quaranta minuti di puntata sembravano succedere un sacco di cose, e questo mi è piaciuto molto. Ma ci sono state 2/3 scene che potevano essere tagliate di qualche minuto, come quando in uno degli episodi finali arriva Wen Ning brandendo la sciabola di Nie Mingjue, e Wuxian deve calmare lo spirito della sciabola e metterla nella tomba. Per fare ciò ci si impiega una cosa come 12 minuti: troppo.
Il finale. In generale mi piace come si chiudono tutte le storyline, la mia preferita è quella tra Wuxian e Jiang Cheng. Riguardo Wuxian e Lan Zhan, manca (per ovvie ragioni) un pezzo in cui i due si parlano e chiariscono i propri sentimenti. Ammetto che la cosa non mi secca più di tanto, perché la serie ha fatto un lavoro davvero mostruoso riuscendo a mostrarci l'amore senza mai dirlo con le parole, quindi mi sento molto appagata anche solo con gli sguardi. Ma devo anche ammettere che se ci fosse stata una vera e propria dichiarazione d'amore sarebbe stato perfetto. Il finale di The Untamed, per come ci viene mostrato, non è facile da capire a un primo sguardo (perché i dialoghi tra i due protagonisti sono quasi ZERO), e bisogna interpretarlo, ma considerando i limiti di cui dovevano tener conto credo che abbiano comunque fatto un buon lavoro.
Questo commento dimostra quanto questa serie mi abbia fatto impazzire, visto che già avevo scritto vari commenti nei mesi precedenti.
Devo ammettere un'ultima cosa: ho impiegato più tempo a scegliere le gif da usare che a scrivere il commento stesso.
Ecco perché dovrei fare pulizia in galleria XD.
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Liberato day
Analisi dei pezzi di Liberato presa da un commento su Facebook.
Canzoni che a molti non piacciono ma la trama che traspare dai video e dai testi è qualcosa di stupendo.
I - Tu t'e scurdat 'e me( solo video ) : Il protagonista incontra la sua bella. Lui classico guaglione di quartiere, lei la bella ragazza dei quartieri alti. Flirtano ( seppur lei all' inizio è un po' reticente ) si innamorano e fanno cose da innamorati. Sono chiaramente incompatibili, come possiamo ben vedere in alcuni episodi e personaggi ( gli amici di lui, la scena delle sigaretta, la casa di lei ). Queste differenze di ceto però non sembrano pesare dinanzi al loro sfrenato amore.Alla fine del video però, purtroppo capiamo ( grazie anche ovviamente al testo ed al titolo della canzone) che si sono lasciati. Tutto questo succede nell' anno X ( e in un periodo tra l' 1 Gennaio e 8 Maggio dell' anno X appunto ). II. 9 Maggio: Nel video non troviamo nessun riferimento ai due protagonisti di "Tu t'e scurdat 'e me". Il testo della canzone ci fa capire che il ragazzo è addolorato e triste in quanto gli è stato riferito che, in data 9 Maggio anno X, hanno visto la sua ex che "turnava nziem 'a 'n 'at'". Probabilmente lui sperava ancora in un riavvicinamento, ma il sapere, all' improvviso, che lei si fosse messa assieme ad un altro lo ha completamente buttato giù ( "Nove Maggio m'è lassat'/sfunnat). III. Tu t'e scurdat 'e me ( testo ): ambientato temporalmente dopo "9 Maggio". Qua, il ragazzo, nello sconforto più totale, si lamenta del fatto che sia stato dimenticato da lei, narrando al contempo i bei ricordi passati insieme ( la festa a Trentaremi, i fuochi a Forcella, ecc. ). Questo molto probabilmente accade a Novembre/Dicembre dell' anno X, in quanto nel testo ci viene chiaramente detto "Sei mis' senz' 'e te" ( e da questo ho capito che il testo di "Tu te.." non poteva corrispondere temporalmente al video ). IV. INTOSTREET/JE TE VOJO BENE ASSAJE ( sia testo che video ) Qui finalmente vediamo ritornare i nostri protagonisti. Il tutto è ambientato il 2 maggio di uno o più ( molto più probabile uno ) anno/i dopo i fatti di "Tu te..". Lui è ancora innamorato di lei ( così come anche lei di lui, seppur la sua parte "razionale" cerca di prevalere e non cedere alla tentazione ) e continuano a tempestarsi di messaggi ( lo capiamo dal fatto che siano costantemente attaccati ad essi). Inoltre, lui sembra essere corteggiato da una classica "guagliona"; quest' ultima rappresentata in modo da contrapporre, in modo volutamente stereotipato, i due tipi di donna napoletana: da un lato la passione e la sensualità quasi volgare ( intesa in senso positivo ) delle ragazze provenienti dai ceti popolari, dall' altra la raffinatezza e la pura e fragile bellezza dei quartieri/classi alti/e. La stessa contrapposizione la troviamo nel "corteggiatore" di lei: la sottointesa agiatezza economica e il "visino pulito" di quest' ultimo a fronte della sregolatezza e alla arroganza spensierata del protagonista. Entrambi sembrano lasciarsi tentare ma nessuno dei due cede, hanno ancora troppo in testa l' un l' altro. In seguito lui la vede con il suo fidanzato a bordo di un "macchinone" ( e qua probabilmente abbiamo la conferma definitiva del perché si siano lasciati: fanno parte di due mondi incompatibili, lui ceto popolare e lei ceto aristocratico/ricco ). Dopo una breve lite, lui, amareggiato, decide di tornare a casa, passando probabilmente una notte piena di rabbia e tristezza. Il giorno dopo ( 3 Maggio ) va "a mare", probabilmente sperando di sbollire un po' la rabbia che è in lui. Qua lo vediamo scattare la foto ad un muro dove sono disposte delle casse d' acqua, ( le stesse casse e lo stesso luogo dove in una scena di "Tu t'e.. li vediamo limonare di brutto ) Decide quindi di inviargli la foto e, per la prima volta dopo tanto tempo, il ricordo fa riscattare la scintilla in lei. Si rincontrano, si baciano e passano una notte d' amore. Passano 7 giorni ( 9 Maggio ) e vediamo il protagonista a braccetto con "la ragazza dei quartieri popolari"; probabilmente si è deciso a cedere alle sue avances. Al contempo e nello stesso luogo vediamo l' altra protagonista con il suo fidanzato, anche lui classica rappresentazione del "ragazzo di buona famiglia". Lui li guarda e ( almeno a quanto me sembra ) accenna un mezzo sorriso. Sullo sguardo di lei invece traspare più un sentimento di malinconia o tristezza. Qua si aprono quindi due scenari. 1. Dopo una notte di amore, decidono che quella sarà il loro ultimo incontro, l' ultima fiamma bruciata prima del addio definitivo. Il sorriso è quindi dettato dal ricordo piacevole di tutto ciò che è stato 2. Dopo il loro riavvicinamento, decidono di non stare assieme ( ripeto, in quanto incompatibili per modi e ceto sociale ) però continueranno a vedersi di nascosto. Il sorriso quindi qua scaturisce dal pensiero della relazione segreta che intercorre tra loro. Il testo ci fa più propendere per quest' ultima opzione ( "Staje cu' isso, ma poi chiamme a me" ). Eppure lo sguardo triste di lei sembra far più pensare alla prima opzione. Per quanto riguarda le altre sue canzoni/video ( "Me staje appennenn' amo" e "Gaiola Portafortuna" ), credo non facciano parte ( o forse solo una ) di questa "trilogia di Maggio". Mi spiego meglio. In "Me staje.." il testo non fa nessun riferimento alla "solita coppia", ma possiamo sentire/leggere semplicemente la storia malinconica di un ragazzo che si lamenta per il fatto di essere stato lasciato, e che ogni volta che vede lei divertirsi con i suoi amici/amiche prova dolore e tristezza. Se proprio vogliamo quindi infilare questa canzone a forza nella "trilogia" ( che poi più trilogia non sarebbe ) la possiamo collocare tra "Tu te..." e "9 Maggio": lui si lamenta della recente rottura e si intristisce nel vederla divertita, come se non fosse mai accaduto niente, con i suoi amici. Attenzione, dice con i suoi amici, non con il suo fidanzato; proprio per questo ritengo che vada collocata temporalmente prima di "9 Maggio". Anche il beat e il testo sono meno melodrammatici rispetto a "9 Maggio": nel primo una piccola speranza di riconquistarla l' aveva, in 9 Maggio invece il vederla con un altro è per lui una mazzata definitiva, e così la canzone si fa più "triste". "Gaiola Portafortuna" invece ritengo non c' entri proprio niente, neanche cercando di inserirla a forza. Tralasciando il beat allegro e il testo senza nessun riferimento alla "trilogia di Maggio", c'è un piccolo particolare che mi capire definitivamente che non c' entra nulla con gli altri video. Sul finire della canzone, Liberato canta "Fumammo 'nfaccia 'a luna". Come detto nel commento principale, in una scena di "Tu te.." si vede chiaramente la ragazza rifiutare la sigaretta offertagli da un amico di lui ( motivo per cui dopo sarà derisa ). Potrà sembrare una cazzata, ma non credo che dopo aver imbastito una storia così sottile e ricca di rimandi, Liberato e Co. caschino su una banalità simile. Un micromondo creato da Liberato e Lettieri che mi ha affascinato tantissimo: sono riusciti a trasporre il racconto della tipica "favola napoletana" in un modo superlativo, ricco di riferimenti, dettagli e sfaccettature, il tutto unito ovviamente da una fotografia e da una colonna sonora a livelli sublimi. So che mi prenderete per un coglione ( anche solo per aver scritto tutta questa pappardella ) ma sono quasi commosso di fronte al capolavoro artistico che questi due hanno creato.
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dilebe06 · 5 years
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La casa di Carta 3
Sarò sincera, questa stagione mi è piaciuta meno delle precedenti. 
Forse perchè l’ho trovata ripetitiva sia nel modus operandi, sia nei personaggi:
mentre è affascinante l’uso di Sophia che mi ha fatto sbellicare dalle risate o i vari piani messi in atto dal Professore per portare a termine la rapina, tre stagioni dove bene o male accadono le stesse cose, alla lunga mi annoiano. 
Mi sono trovata di fronte situazioni già viste: Arturo che entra in banca come Tokyo nelle stagioni passate, la caccia al professore, le negoziazioni con la polizia, le relazioni tra i ladri, Il capo della polizia che da di matto esattamente come fece Prieto, la situazione degli ostaggi... 
Senza contare i personaggi: l’investigatrice stronza, Palermo che tenta in tutti i modi di prendere il posto di Berlino senza riuscirci, Bogotà che fa le veci di Mosca ecc ecc. 
Cambia il nome del personaggio ma il ruolo impostogli dalla storia rimane. C’è l’impulsiva, il saggio padre di famiglia, l’ingenuo ecc ecc... 
Questo non implica che sia una stagione brutta o che non vada la pena vederla, perchè La casa di Carta mi ha dato esattamente quello che volevo: tamarraggine, distacco del cervello, tensione, colpi di scena. 
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Inoltre abbiamo avuto tanto Berlino e a quello non si dice mai di no, un’ introspezione più profonda del Professore e un approfondimento dei personaggi.
Tuttavia ci sono cose che proprio non mi sono andate giù:
1) Tokyo detta anche "...faccio bordello ,che me frega"
Mentre posso capire che la sua impulsività ed egoismo sia spesso un modo per muovere la trama e aggiungere tensione, trovo assurdo con quanta leggerezza le si perdona tutto ciò.
Già nelle passate stagioni aveva sbroccato male, ed era stata punita da Berlino...adesso manda a scatafascio il puntalissimo piano del professore per tenerli tutti al sicuro - insieme a Rio - e poi SBAM! Sbronza clamorosa per superare la fine della relazione.
Nei piani dettagliatissimi del Professore...Tokyo è la variabile incontrollabile.
Da una parte, c'è uno che non fa una mossa senza aver pensato ad ogni possibilità, che ci pensa settordici volte, pianificando tutto nel dettaglio. 
Dall'altra...Tokyo.
E a distanza di tre stagioni, ancora non capisco perchè il Professore se la porti dietro, visto tutte i problemi che crea. 
2) Arturo che torna dai suoi "amici"
Oltre ad essere uno dei personaggi più fastidiosi delle ultime 50 serie che ho visto, la cosa assurda è che dopo tutto il casino fatto nelle passate stagioni, NON VENGA LEGATO/AMMANETTATO/IMBAVAGLIATO/ sceglieteneve voi una
Massì! Lasciamo tornare quel gran problema di Arturo tra noi senza nemmeno un accorgimento. 
E allora vi meritate che Arturo vi mandi a monte TUTTI i piani. 
Una parte di me spera che Arturito butti fuori tutta la sua insopportabilità per rovinare i piani dei ladri. 
3) le forzature
Sono troppe da descrivere ( una su tutti, l’arresto di Rio) ma la più clamorosa è l’accettazione nel fare un altra rapina per liberare Rio. 
Punto primo, Rio e Tokyo si sono messi nei casini da soli. Non è che sono stati beccati casualmente...se la sono proprio cercata. 
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Ergo, ha ragione Denver a non voler tornare in attività, rischiando non solo la sua vita, ma anche la sua famiglia e tutto il lavoro fatto per svaligiare la Zecca. Senza considerare che ha perso suo padre in quella rapina. 
La sua reazione è quella più logica e razionale, frutto di un evoluzione che ringraziando iddio, viene esaltata e che amo. 
Se Rio fosse stato catturato previo lavoro delle forze dell’ordine, perchè qualcuno aveva fatto la spia, oppure per casualità...era un’altro discorso. 
Lo so è un discorso “stronzo” da fare. Ma la scelta che hanno fatto nella serie, mi pare davvero sentimentale, romanzata e romantica:  Mo’ sono tutti amici e pronti a morire uno per l’altro, quando nella prima stagione Tokyo giocava alla Roulette russa con Berlino o sempre Tokyo, veniva sbattuta fuori dalla banca bravo Berlino.  
4) femminismo, maschilismo e sessismo
Questa serie, già nelle prime stagioni, tirava fuori queste tematiche molto spesso. Ricordo Nairobi e il celebre “ Adesso inizia il matriarcato “ o le parole di Berlino.
 Ci ho sempre soprasseduto sopra perchè ero interessata ad altro, ma in questa stagione viene di nuovo tirato in ballo in maschilismo, a mio parere, senza nessun motivo.
Denver, PER PAURA DI PERDERE MONICA, non vuole che la suddetta faccia la rapina. Oltre a ciò, sua moglie non è mai stata legata al mondo della “malavita” ( diciamo così ). A differenza di Nairobi che è una falsaria o di Tokyo che ha già assaporato il clima da svaligia-banche, Monica ne è praticamente all’oscuro. 
Significa che è fuori dal suo elemento e una preda più facile non perchè donna, ma per motivi di vita diversa rispetto agli altri. E questo è collegato anche alla prima stagione, quando il Professore non voleva che Rio facesse la rapina alla Zecca, perchè non lo riteneva adatto. 
Tuttavia per questioni che non mi spiego, Monica da a Denver del maschilista e parte una discussione infinita, che per me, non era proprio necessaria. 
Siccome appunto non è la prima volta che questi argomenti vengono tirati fuori così platealmente, mi chiedo se sia fatta apposta e ci marcino sopra, o se è casualità. cosa che a questo punto dubito
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Inoltre..chiacchierando con @ladylady85 e @veronica-nardi sono venute fuori interessanti discussioni generali che mi hanno fatto riflettere: 
La prima è legata al concetto stesso di “attacco al sistema” con cui il Professore spaccia la motivazione della rapina. Come dei novelli Robin Hood, i nostri ladri rapinando la Zecca di Stato vogliono attaccare il sistema corrotto, presentandosi come i buoni che lottano contro un’entità contaminata. 
Sulle note di Bella Ciao, creano dei soldi, terrorizzano degli ostaggi indifesi e violano le leggi. 
La domanda a questo punto è: perchè voler far passare questa banda di ladri come i buoni? 
Non è che con quei soldi della Zecca, Rio ha fatto della beneficienza! O gli spagnoli hanno ricevuto qualche regalo! 
Loro sono entrati alla Zecca, hanno creato miliardi per loro e se li sono tenuti diventando ricchi sfondati. 
La banda di Ocean’s Eleven non ha mai avuto bisogno di alti valori  o motivazioni eroiche per svaligiare case o casinò. Idem Lupen. Nonostante ciò sono visti come personaggi fighi, positivi, interessanti. 
La Resistenza e Bella Ciao e ben altro che fare soldi e vivere ricchi sfondati: è ad esempio mia nonna che si nasconde terrorizzata per due settimane in una soffitta perchè i tedeschi che avevano occupato il mio paese, se la volevano portare via con la forza. E molto, molto altro. 
La seconda è più “frivola”: ma se Denver e Monica nella quarta stagione muoiono ad esempio SE MI AMMAZZANO DENVER NON VEDRò MAI PIù UNA PUNTATA, cosa accade al loro figlio? rimane dai monaci benedettini per sempre? si fa frate?! Stesso discorso per la figlia di Raquel: adesso che l’hanno presa, sicuramente gli toglieranno la podestà della figlia e se non lo fanno sono dei cani .  
Concludendo: Ho visto questa serie spengendo il cervello e da un punto di vista prettamente di tensione e colpi di scena, mi è piaciuta. Bella anche l’evoluzione di Denver o l’approfondimento sia di Berlino sia del Professore. Come anche l’analisi più profonda del rapporto tra i due fratelli. Ottima anche la fotografia.
Tuttavia non mi sento di dargli come voto, più di 6. La ripetitività, la rigidità dei ruoli, le forzature hanno pesato grandemente sulla visione. 
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Sono Felice con Te (James Potter x Lettore)
Avvertimenti: nessuno mi pare
Richiesta: Yas “fai un immagina su James potter da giovane dove lui e la ragazza hanno una relazione segreta? grazie :)”
Parole: 1874
A/n: la mia prima richiesta in tipo poco più di sei mesi lol, spero ti piaccia hun <3<3
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La labbra di James crollarono contro quelle di (T/n) e le sue mani le carezzavano i fianchi facendola rabbrividire. (T/n) sentiva il peso di James premerla contro il muro gelido di pietra e il suo cuore battere forte contro il suo petto, quasi a cercare di sincronizzarsi con il suo. Per qualche minuto entrambi si dimenticarono della scuola, dei compiti, della rivalità delle loro Case e si concentrarono solamente l’uno sull’altra.
-(T/n)- mormorò il ragazzo contro le sue labbra. Lei si staccò leggermente per guardarlo negli occhi nonostante la scarsa visibilità provvista dallo sgabuzzino in cui si trovavano. Anche nella semi-oscurità riusciva a vedere la scintilla negli occhi ambrati di James e il sorriso che gli aleggiava sul viso.
-Sei bellissima.- disse spostandole una ciocca di capelli da davanti agli occhi. (T/n) sorrise a trentadue denti: James sapeva sempre cosa dire e quando dirlo. Il ragazzo lanciò un’occhiata veloce all’orologio e sospirò.
-Cosa c’è?- chiese (T/n) aggrottando le sopracciglia. Lui le mostrò il quadrante scuotendo la testa.
-Dobbiamo andare a cena- rispose riannodandosi la cravatta e passandosi una mano tra i capelli. (T/n) sospirò a sua volta. James le prese il mento dolcemente così che si guardassero negli occhi.
-Ehi, sono felice.- disse con tenerezza prima di darle un bacio veloce sulle labbra e uscire dallo sgabuzzino.
Sono felice. Il loro codice segreto. Avevano deciso che per evitare di dire “ti amo” troppo presto, senza veramente volerlo, avrebbero invece detto “sono felice”.  Un significato molto simile, a pensarci bene, ma comunque completamente diverso.
Il fantasma delle labbra di James aleggiava ancora sulle sue e (T/n) giurò di sentire ancora l’odore del suo profumo addosso, come a voler lasciare una traccia invisibile di quei minuti trascorsi assieme.
(T/n) sospirò un’ultima volta, poi spinse la porta dello stanzino e uscì, lasciandosi alle spalle James, il suo odore e i suoi baci.
In Sala Grande (T/n) era seduta da sola visto che la sua migliore amica Lindsey era malata e in mancanza di qualcosa di migliore da fare stava osservando James. Era seduto dall’altra parte della stanza, al tavolo di Grifondoro, e stava parlando animatamente con i suoi amici. Era bellissimo. I capelli erano spettinati, come al solito, gli occhiali squadrati gli sedevano sbilenchi sul naso, la sua risata riecheggiava allegra nella grande stanza.
Quasi accorgendosi che (T/n) lo stava guardando, James incrociò il suo sguardo e il suo sorriso si fece più ampio. (T/n) arrossì, compiaciuta di esserne il motivo, e gli sorrise di rimando.
-Cosa guardi, (T/c)?- sibilò Christina Millins con malignità. -Potter non ti degnerebbe mai di uno sguardo, nemmeno se fossi in Grifondoro. E poi, anche se fosse, si stancherebbe di te dopo una settimana.
(T/n) non rispose e abbassò lo sguardo sul suo piatto, la gioia causata dal sorriso di James evaporata completamente. James l’aveva degnata di tantissimi sguardi: furtivi, apprensivi, dolci. O almeno così pensava. Sì, era lei che aveva voluto che la loro storia restasse segreta. Non poteva immaginare cosa sarebbe successo se tutta la scuola fosse venuta a sapere che James Potter stava con una Serpeverde. Sapeva che non avrebbe potuto sopportare di essere presa in giro dai suoi compagni di Casa, né di essere giudicata dagli amici di James. Ma allo stesso tempo voleva poterlo baciare e non preoccuparsi che qualcuno li vedesse, senza pensare alle conseguenze delle sue azioni per una volta. Voleva essere davvero felice, senza doverlo nascondere, ma sapeva che non poteva.
-A dopo- sussurrò una voce familiare da dietro di lei. (T/n) si voltò e vide James e i malandrini allontanarsi verso l’uscita della Sala Grande. Cercando di nascondere il sorriso che stava lentamente cercando di farsi strada sul suo viso  (T/n) si alzò.
Quella sera (T/n) era di ronda al settimo piano. Essere Caposcuola era abbastanza noioso: l’unico lato positivo era che anche James lo era.
-Buona sera, collega Caposcuola- la salutò il ragazzo cogliendola di sorpresa. (T/n) rise.
-Buona sera a lei- rispose lasciando che James le prendesse la mano e gliela baciasse.
-Com’è andata la cena?- chiese e allacciò le dita a quelle della ragazza. (T/n) fece spallucce.
-Abbastanza bene.
-Ho sentito che state preparando uno scherzo per Malfoy. Posso dare un suggerimento?- disse (T/n) sorridendo malignamente.
-Per favore, sì!- disse James.
-Scambiate il suo shampoo con tintura per capelli. Secondo me il rosa gli starebbe divinamente. E poi io potrei aiutare a piazzarla nel suo bagno.
James si fermò improvvisamente facendo sì che (T/n) gli sbattesse addosso.
-Sei un genio.- disse lui guardandola con ammirazione, un po’ prendendola in giro, un po’ sul serio.
-Smettila!- (T/n) lo spinse via giocosamente. Gli occhi di James luccicarono al buio.
-Fammi smettere tu.- mormorò, improvvisamente serio. (T/n) non riuscì a resistere e, lanciandogli le braccia al collo, lo baciò furiosamente. James avanzò facendola indietreggiare e facendola finire spalle al muro. Non riusciva a credere di essere lei quella a farlo sorridere, quella che lui voleva baciare e abbracciare. Eppure le parole di Christina Millins le frullavano ancora per la testa.
-Ti piacerei di più se non fossi in Serpeverde?- chiese improvvisamente (T/n) dopo diversi minuti passati tra baci e parole dolci, non riuscendo più a tenersi tutto dentro. James era confuso. Come poteva una ragazza così intelligente, simpatica e buona pensare che gli importasse a che Casa appartenesse?
-No, certo che no. Perché me lo chiedi?- fece il ragazzo con dolcezza. (T/n) sospirò.
-Non lo so. Stavo solo pensando che saresti più felice con una ragazza che non abbia paura di mostrarsi in pubblico al tuo fianco.
James la guardò per un lungo istante cercando di riordinare i pensieri che affollavano la sua mente.
-Ma io voglio te. Non voglio qualcun altro. Non voglio un’atra ragazza. E io con te sono felice, tumi rendi felice. E non importa se vuoi tenere la nostra relazione un segreto, a me basta che siamo solo io e te.- mormorò accarezzandole la guancia. James voleva che (T/n) capisse quanto desiderasse averla al suo fianco più di qualunque cosa.
-Anche tu mi rendi felice James- rispose (T/n) tornando a sorridere.
Dopo la conversazione di quella sera le cose tra (T/n) e James andarono lisce come l’olio. Appena potevano, scappavano dalle loro Sale Comuni e s’incontravano nel solito sgabuzzino. Tutto quel correre e nascondersi rendeva la loro relazione molto eccitante e fresca, ma (T/n) non poté evitare di notare come una parte di lei volesse di più. Non sapeva cosa, né perché. Finché un giorno lo scoprì.
Era seduta sull’erba in riva al Lago Nero con la sua migliore amica Lindsey a scrivere un tema per Pozioni e godersi l’aria frizzante di Marzo quando vide un gruppo di ragazzi passarle davanti.
-Ti dico che secondo me funzionerebbe Lunastorta! Diglielo Felpato!- stava dicendo James che, quando si accorse di (T/n), le fece un occhiolino furtivo. (T/n) sorrise nascondendosi dietro alla sua pergamena. Il gruppetto dei Malandrini si sedette all’ombra di un pioppo poco distante da (T/n) e Lindsey.
-(T/n)?- chiese l’amica chiudendo la sua copia di Pozioni Avanzate. (T/n) alzò lo sguardo dal suo tema.
-Dimmi.
-Per caso tu e Potter vi conoscete?- domandò maliziosa. (T/n) arrossì e scosse il capo.
-Come ti è venuta in mente una roba del genere? È un Grifondoro!- esclamò ignorando il calore che il suo corpo emanava e il rossore che dominava il suo viso. Lindsey rise.
-Non ti credo!- disse spingendola giocosamente. (T/n) rise a sua volta.
-Ti giuro che non c’è niente tra di noi.- disse con la mano destra sul cuore. Odiava mentire alla sua migliore amica, ma non era ancora pronta a dirglielo.
-Come vuoi... io vado, ho ripetizioni con Jason Blake.- disse Lindsey raccogliendo le sue cose. (T/n) la guardò per un attimo.
-Ripetizioni? Da quando ti servono?- chiese con fare indagatore. L’amica sorrise sorniona.
-Da quando il mio insegnante è un figo pazzesco. Ci vediamo a cena!- la salutò allegra.
(T/n) scosse la testa con un sorriso. Lindsey era incorreggibile: solo quell’anno aveva avuto tre fidanzati.
Aveva appena ricominciato a concentrarsi sul suo tema quando sentì delle voci avvicinarsi. Pensando che fosse qualcuno che voleva parlare con lei, alzò lo sguardo per poi vedere che il gruppo di ragazze che aveva sentito era diretto verso i Malandrini.
-Ehi James!- disse una ragazza con lunghissimi capelli biondi. (T/n) sentì una stretta di gelosia al cuore. James la guardò confuso: non aveva idea di chi fosse.
-Ciao.- rispose passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
-Ti andrebbe di andare ad Hogsmeade insieme? A prendere una burrobirra solo io e te?- chiese battendo le ciglia come una civetta e avvicinandosi decisamente troppo a James. Le sue amiche trattennero il respiro all’audacia della ragazza, James invece sembrava piuttosto a disagio mentre i suoi amici fischiavano.
-Io veramente...
-Oh dai Jamsie, lo sanno tutti a scuola che ci piacciamo a vicenda. Perché non la finiamo con questa farsa?- disse passandosi una mano tra i biondi capelli e sporgendosi per baciarlo sulla guancia. James la evitò di pochissimo.
(T/n) era furiosa. Con l’adrenalina che le scorreva nelle vene a velocità supersonica e la gelosia che le bruciava in petto si precipitò verso il gruppetto.
-Potter ti devo parlare- disse furente una volta di fronte alla scena. La ragazza la squadrò sogghignando.
-E chi sarebbe questa sfigata?- fece con un sopracciglio alzato. (T/n) rise.
-Io sono la fidanzata.- disse scoccando uno sguardo inviperito alla bionda. Ormai non le importava più tenere il segreto, non sopportava vedere quella tipa provarci con ilsuoragazzo. Sirius, Remus e Peter restarono a bocca aperta dallo shock, così come le ragazze.
James la guardò con adorazione.
-Dimmi che non è vero Jamsie!- fece la bionda allontanandosi di qualche passo. Lui si alzò in piedi e si fermò di fronte a (T/n).
-Invece sì.- disse prima di poggiare dolcemente le labbra su quelle di (T/n). Le ragazze se ne andarono indignate e imbarazzate.
Quando si staccarono James la guardò un po’ colpevole mentre la trascinava via dai suoi amici che li stavano guardando estremamente curiosi ed eccitati.
-Scusa, non volevo baciarti davanti a tutti, è solo che quella tipa...
-Va tutto bene James. Tenere tutto segreto è stata una mia idea e mi rendo conto solo ora che non mi basta vederti nei magazzini delle scope. Voglio poter andare in giro mano nella mano e sedermi accanto a te a pranzo e cena. Adesso sono pronta.- lo rassicurò (T/n) passandogli una mano sulla spalla teneramente.
-Sei sicura?- chiese da sopra gli occhiali.
-James tu mi rendi la persona più felice sulla faccia della Terra! Io ti amo James Potter e voglio stare con te.
Ecco. Le aveva dette. Le parole senza ritorno.
Con una lentezza che sembrò lacerare il cuore di (T/n) per poi ricongiungerne i pezzi in un solo veloce istante, James sorrise. Uno di quei sorrisi che illuminavano la stanza e che la facevano sentire speciale quando erano indirizzati  solo e soltanto a lei.
-Anche io ti amo. Ti amo da impazzire.- disse e la baciò improvvisamente. A (T/n) non poteva interessare di meno se qualcuno li avesse visti. Non aveva più paura di cosa sarebbe potuto accadere se qualcuno l’avesse vista al fianco di James.
-Vieni- disse James quando si staccarono passandole un braccio intorno alle spalle e stringendola a sé. -Ti presento i miei amici.
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forgottenbones · 4 years
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sciarade
1. Definizione
La sciarada è lo schema enigmistico (➔ enigmistica) che richiede di saldare due parole per ottenerne una terza.
È uno degli schemi enigmistici fondamentali e il suo nome è tra quelli appartenenti alla terminologia enigmistica che vengono usati anche in senso generico, come sinonimo di «rompicapo, problema difficile da risolvere» (assieme a enigma, indovinello, rebus e, in passato, logogrifo).
2. Importanza storica della sciarada
Benché il semplice principio della sciarada sia uno dei meccanismi enigmistici fondamentali, l’importanza di tale schema è di ordine innanzitutto storico. È attraverso la sciarada, infatti, che i giochi linguistici confinati all’oralità (o a varianti scritte erudite e accademiche) hanno trovato il loro medium elettivo: la stampa periodica a vasta diffusione.
Schema che per vocazione si pone in un punto di mediazione tra oralità e scrittura, la sciarada è stato a lungo un gioco inavvertito. L’impresa anguis sola («un solo serpente») per la famiglia Anguissola o l’uso petrarchesco di l’aura per Laura non venivano considerati in modo diverso dall’impresa con una colonna, per la famiglia Colonna, o dall’uso dantesco di Beatrice (Bartezzaghi 2001 e 2004). La distinzione attuale tra omofonia e omografia (Dossena 2004) è posteriore all’invenzione della stampa e all’assestamento nell’uso corrente degli spazi vuoti tra parola e parola.
Nella seconda metà del Settecento si diffonde, nei salotti francesi, un gioco di conversazione in cui una parte dell’uditorio deve indovinare a quale parola il giocatore alluda, mimandone le componenti. Troviamo descrizioni letterarie di questo gioco conviviale in William Thackeray, Stendhal, Jane Austen (Augarde 1984; Gagnière 1996), fino a un’allusione di Virginia Woolf che ci consente di considerarlo ancora in auge all’inizio del Novecento (oggi non è scomparso, ma si pratica mimando i titoli dei film). Era questo il gioco delle charades, un termine che viene fatto risalire (non senza qualche opacità) a una parola provenzale, charrado «chiacchierata».
Il gioco si diffuse in tutta Europa e, alla fine del XVIII secolo, incominciò a esserne pubblicata sul «Mercure de France» una versione scritta. Già agli esordi della stampa periodica borghese non venivano proposti solo testi da leggere ma anche testi da risolvere, piccole sfide all’intelligenza con cui si istituiva una relazione di gioco tra giornale e lettore (Bartezzaghi 2004).
La versione scritta della sciarada ripeteva il rituale che si svolgeva nei salotti: chi proponeva il gioco distingueva le due o più parti che dovevano comporre la soluzione finale attraverso dei numeri. Così nelle sciarade scritte le parti della soluzione compaiono nel testo sostituite da termini convenzionali come premier, second, autre, tout (ricalcati in italiano da primiero, secondo, altro, intero).
A volte il testo definiva il contenuto delle parti:
È piatto il mio primiero,
fu verde il mio secondo;
contiene il mio intero
davvero tutto il mondo
Soluzione: pian / età = pianeta (si noti l’uso allora consueto di termini tronchi e la mancata concordanza del termine convenzionale secondo al genere della soluzione, età).
In altri casi, invece, la soluzione veniva evocata non per menzione ma per uso, come accade in una sciarada satirica attribuita a ➔ Vittorio Alfieri:
Sarebbe l’intero
tagliare il secondo
a ogni primiero
Soluzione: (primiero) re / (secondo) gola = (intero) regola.
In questi casi la difficoltà per il solutore è estrema, mancando quasi ogni appiglio semantico che indirizzi verso le parole della soluzione. I tre oggetti nascosti sono colti solo nella loro relazione reciproca, come nell’esempio che segue:
Sta dentro al mio secondo il mio primiero
e il primo col secondo nell’intero
Soluzione: cor / petto = corpetto. Il corpetto contiene il petto che contiene il cuore: la relazione di ognuno di questi tre elementi con gli altri due è l’unica caratteristica – non proprio specifica – che il solutore ha per individuarlo.
Con il tempo, in Italia, la sciarada e gli altri giochi hanno conosciuto altri sistemi di occultamento che hanno finito per far dimenticare il sistema delle parti convenzionali, che aveva dominato la scena sino a tutto l’Ottocento.
La prima pubblicazione italiana totalmente dedicata a giochi enigmistici è del 1816: un libro di sciarade (Frediani 1816). Nel decennio successivo incominciarono a uscire almanacchi come l’«Aguzza-ingegno» e poi «Lo sciaradista» e «Il nuovo sciaradista». Solo progressivamente, su tali pubblicazioni, furono introdotti schemi diversi dalla sciarada, molto spesso da questa derivati.
3. Meccanismo della sciarada
Il principio della sciarada è la risegmentazione o cesura: l’introduzione, la cancellazione o lo spostamento degli spazi fra le diverse parole (Bartezzaghi 2001).
Il principio non si riscontra solo nelle sciarade, ma in molti altri giochi e generi enigmistici: è il principio base dei rebus e della gran parte della crittografie, e può intervenire liberamente nella maggior parte degli schemi enigmistici. Così come i segni d’accento e la differenza tra maiuscole e minuscole, in enigmistica (salvo che in rare occasioni), anche gli spazi tra le parole non sono pertinenti.
Nella sua forma standard la sciarada non prevede spostamenti di lettere di alcun genere. Si ha una sciarada quando due parole vengono semplicemente unite per formarne una terza: ora / colo = oracolo. Nella tradizione italiana la sciarada è un gioco che interviene sulle lettere, e non sui fonemi, a differenza di quello che succede nella versione francese originale, dove è perfettamente possibile una combinazione come âne «asino» / thon «tonno» = hanneton «maggiolino».
Le varietà di questo schema-base sono poco numerose: le parti della sciarada possono essere più di due: re / gola / mento = regolamento; il risultato della sciarada può essere composto da una frase (nel lessico enigmistico è frase ogni espressione costituita da più parole in relazione sintattica): lame / lamatura = la mela matura. Anche gli elementi della sciarada possono essere costituiti da frasi, a condizione che si tratti sempre di almeno due elementi distinti (la Crimea / mare = lacrime amare).
Quando le due parti della sciarada sono costituite da altrettante frasi, allora si ha una frase doppia: chi ama, teme = chiamate me.
4. Varianti della sciarada
Oltre alle varietà legate al numero degli elementi e delle parole che li compongono, il meccanismo di base della sciarada ha dato vita a numerose varianti (Bartezzaghi 2001).
(a) Schemi a lettura alternata:
(i) l’incastro, in cui il primo elemento si segmenta in due tratti e il secondo viene interposto al primo: ara / ring = arringa (ara / RING = arRINGa);
(ii) la sciarada alterna, in cui entrambi gli elementi si segmentano e i quattro tratti risultanti si leggono alternati: ring / amo = ramingo (ring / AMO = rAMingO);
(iii) l’intarsio, nella cui forma base il primo elemento si segmenta in tre tratti e il secondo elemento in due: cala / ring = carlinga (cala / RING = caRlINGa).
Ognuno di questi tre schemi può essere realizzato con un maggior numero di elementi e con varie combinazioni diverse.
(b) Schemi a scarto: la sciarada incatenata, in cui il tratto terminale del primo elemento è identico al tratto iniziale del secondo; si elimina uno dei due tratti identici e si legge consecutivamente una nuova parola: ring / ghiera = ringhiera (rinG / Ghiera = rinGhiera).
(c) Schemi a doppio scarto: il principio della caduta di entrambi i tratti identici è alla base di una famiglia di schemi enigmistici che alla sciarada devono la fondamentale forma ternaria «a / b = c»: la famiglia dei biscarti. In tale famiglia si distinguono biscarti semplici, biscarti iniziali, biscarti finali, lucchetti, cerniere, doppie estrazioni, secondo la posizione dei tratti comuni da lasciar cadere.
La maggior parte, se non la totalità, degli schemi enigmistici si può combinare con la sciarada: in passato si parlava così di sciarada a scarto (club / etto = cubetto), sciarada a scambio (cia / lozione = coalizione), sciarada a spostamento (tacco / moda / meno = accomodamento), sciarada bifronte (arido / secca = acceso d’ira). Ora la dizione sciarada è decaduta, in questi casi, poiché si ritiene che non aggiunga informazioni che non siano contenute nel diagramma numerico che accompagna ogni gioco.
Viene a volte denominato sciarada (o sciarada a bisensi o bisensi) anche uno schema in cui non c’è alcuna risegmentazione, ma le parti si limitano a cambiare significato: imposta (fiscale) / rotta (navale) = imposta rotta («infisso rotto»). È il caso che mostra con chiarezza il funzionamento sistematico dell’ambiguità enigmistica: quando viene a cessare un’ambivalenza nella composizione del significante deve intervenire l’ambivalenza nell’ambito del significato.
fonte: Treccani
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