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#luogo del cuore
maurosempre · 6 months
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Ho l'animo gitano, ma certi posti e certi scorci hanno un luogo speciale nel cuore.
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onoranzetriolo · 3 months
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è mancata Maria Gravagno ved. Federico
è mancata Maria Gravagno ved. Federico Ne danno il triste annuncio i figli Vincenzo con la moglie Claudia Bertani, Gioacchino con la compagna Barbara Mazzola, i nipoti Davide , Marco e Giorgia, i cognati ed i parenti tutti.
è mancata Maria Gravagno ved. Federico Ne danno il triste annuncio i figli Vincenzo con la moglie Claudia Bertani, Gioacchino con la compagna Barbara Mazzola, i nipoti Davide , Marco e Giorgia, i cognati ed i parenti tutti. I Funerali avranno luogo domenica 7 c.m. alle ore 10:30, nella Chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù.
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neropece · 9 months
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“a silent story” photo by Fabrizio Pece (tumblr | 500px | instagram)
Il bosco di betulle, ai piedi della montagna, si ergeva come un santuario silenzioso, un luogo dove il freddo inverno si abbandonava alla grazia candida della neve. Alle dieci di quel mattino, il sole cercava di penetrare tra i rami spogli delle betulle, gettando un bagliore argenteo sui sentieri di neve intonsa. Non c'era un suono tranne il leggero fruscio delle foglie secche cullate dalla brezza.
Guido, un uomo di mezza età con una cicatrice profonda sul viso e gli occhi che portavano il peso di troppi inverni, camminava solitario tra gli alberi. Il suo respiro si trasformava in nuvole vaporose nell'aria gelida. Vestito con un cappotto logoro, con lo sguardo assorto, era un intruso in quel regno di pace e silenzio.
Le betulle si stagliavano come figure spettrali e la loro corteccia bianca risplendeva sotto il tocco del sole invernale. I rami sottili si intrecciavano come dita ossute, protese verso il cielo. La neve, immacolata e incontaminata, scricchiolava sotto i passi di Guido, un suono delicato che sussurrava i segreti di una terra dimenticata.
Nel cuore del bosco si fermò. Poco distante notò uno spazio aperto dove la neve si adagiava come un manto soffice. Si avvicinò e si sedette su un tronco caduto, osservando la vastità del paesaggio innevato. Il silenzio del bosco era sospeso nel tempo, un'armonia serena che avvolgeva ogni pensiero.
Un cervo, timido e maestoso, fece la sua comparsa ai margini del bosco, i suoi occhi si fissarono su Guido. I loro sguardi si incrociarono per un istante, un legame silenzioso tra l'uomo e la creatura selvaggia. Poi il cervo si allontanò, scomparendo tra gli alberi come un fantasma della foresta.
Guido si alzò lentamente, sentendo la solitudine del bosco penetrare nelle pieghe della sua anima. Era come se il silenzio avesse rivelato la fragilità della vita, la bellezza effimera di un momento invernale. Con un'ultima occhiata alle betulle, al loro bianco splendore, si diresse lentamente verso il sentiero di neve, lasciando il bosco alle sue spalle.
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catsloverword · 3 months
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Per ognuno di noi esiste un luogo speciale, famigliare, un luogo preferito, un posto del cuore, in cui da subito ti senti bene, in cui senti di essere protetto, in cui sai di essere a casa, in cui cercarti certo di ritrovarti e a cui sai di poter tornare, sempre.
Ecco, quel luogo, per me è lì, tra le tue braccia, sul tuo petto, tra il collo e la spalla.
Lì, ho inciso il mio cuore.
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La tragedia della vecchiaia non è che uno è vecchio, ma che uno è giovane.
Dentro questo corpo che invecchia c'è un cuore ancora così curioso, così affamato, ancora pieno di desiderio come lo era in gioventù.
Mi siedo vicino alla finestra e guardo il mondo passare, sentendomi un estraneo in una terra straniera, incapace di relazionarmi con il mondo esterno eppure dentro di me brucia lo stesso fuoco che una volta pensava di poter conquistare il mondo.
E la vera tragedia è che il mondo è ancora così distante e sfuggente, un luogo che non sono mai riuscito a cogliere del tutto.
Albert Camus
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ambrenoir · 6 days
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La tragedia della vecchiaia NON è che uno è vecchio, ma che uno è giovane.
Dentro questo corpo che invecchia c'è un cuore ANCORA così CURIOSO, così AFFAMATO, ancora PIENO di desiderio come lo era in gioventù.
E la vera tragedia è che il mondo è ancora così distante e sfuggente, un luogo che non sono mai riuscito a cogliere del tutto.
(Albert Camus)
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avereunsogno-62 · 1 month
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Resistere alla fugacità. Non correre avanti con il pensiero e nemmeno restare aggrappati al passato. L’arte di stare. Di essere in un luogo, in un luogo soltanto in un dato momento. Percepirlo con tutti i sensi. La sua bellezza, la sua bruttezza, la sua unicità. Lasciarsi sopraffare, senza timore. L’arte di essere dove si è.
Gli accordi del cuore (Jan-Philipp Sendker)
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francesca-70 · 4 months
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Una forza e una generosità straordinarie sono il dono di ogni madre, e sono la base di quell’amore incondizionato che solo una madre sa offrire e che tutti dovremmo avere la possibilità di assaporare. Un vecchio proverbio napoletano recita: «Chi tene ‘a mamma, nun chiagne» (chi ha la mamma, non piange), ed è vero. Le madri sono scudo pronto a difenderci da ogni dolore, a volte persino esagerando.
La verità è che l’amore può tutto, che un sorriso, uno sguardo sincero, una carezza sono sorsi di eternità, che nel dolore la fiducia nel domani può soltanto diventare più grande.
Una terribile battaglia da combattere “un lungo addio”.. “un addio rubato..un addio mancato.. un addio finto”.
Perché tra di noi, mamma, non può esserci addio.
La mia persona più amata si dissolve lentamente in piccoli pezzi, ed è impossibile andare a ripescare quale sia stata l’ultima conversazione. Struggente ed emozionante, «il segreto della vita».
Tutto ruota intorno ai ricordi e alla memoria, al loro disperdersi e riemergere continuo e imprevedibile, trasportando tutti in una sorta di infinito presente. Una storia di cui non conosco né l’inizio né la fine, ma di cui ho vissuto e vivo intensamente ogni giorno con dolore, paura, rabbia, fatica, solitudine, curiosità, ostinazione. Facile perdersi in questo guazzabuglio di emozioni. Non so dire con precisione quando quel processo abbia avuto inizio. Sono stata incapace di cogliere i primi segnali quotidiani. E mi sono trovata direttamente a decidere quanti scatoloni avrebbero occupato i ricordi della mia infanzia e della mia adolescenza, riempiendoli ad una velocità molto superiore a quella delle mie emozioni, che mi soffocavano la gola. “Questo è il momento più difficile”, mi racconto ma intanto sto tatuando il mio cuore. In maniera indelebile.
Figlia unica di un genitore non autosufficiente, come la definisce la USL.
Il muro che ho dovuto attraversare per trovare il mio binario è fatto di rifiuto, disoriento.
Dovevo combattere con i fantasmi del mio passato, guardare negli occhi una persone che non mi riconosceva piu e specchiarmi nelle sue paure. Una micidiale danza di emozioni contrastanti: l’eterno presente senza ieri e senza domani il passato remoto improvvisamente prende vita catapultandoti in una dimensione surreale e spiazzante. Mi trito il cuore cercando di cogliere un’espressione diversa sul volto, un lampo negli occhi, un gesto, ma lei ė in un'altra dimensione e questo fa male. Come tenere tutto dentro.
Ecco come vedo, assisto e vivo questo lento perdersi. Un lento svanire. Spegnersi poco a poco, spettatore di questa surreale esibizione della vita. Dove il regista è il tempo e la trama è composta dalla memoria, dai ricordi, che a tratti riemergono da quel luogo fuori dallo spazio e dal tempo. Sono sempre lì. Sono sempre loro. Solo nascosti in qualche angolino. Basta aspettare il momento giusto... ed eccoli.
Un viaggio nei legami affettivi più forti, nelle nostre paure e nei nostri bisogni di amare, alla ricerca della felicità anche nelle situazioni apparentemente più avverse.
A 52 anni proprio non me lo aspettavo. Di figli ne avevo già uno, ormai grande, proiettato verso un futuro luminoso insieme alla famiglia che si era creato.
Ed io, invece, ecco che mi ritrovo, inaspettatamente, a dover fare i conti con la dolorosa esperienza di diventare “madre di mia madre", nel suo lento declino fisico e mentale.
Eppure il suo sguardo, di tanto in tanto, torna per un fugace momento (tanto fugace che, a volte mi chiedo se sia veramente successo) a fissarsi su di me, limpido e cosciente. Come se davvero fosse tornata a vederMi...tornata ad essere mia madre. Quella che si preoccupava per me. E si prendeva cura di me, sempre con un sorriso sulle labbra. Non so bene come spiegarmi. C’è da non trovare le parole quando hai a che fare con una persona che se ne sta andando lontano, sempre più, suo malgrado. C’è da augurarselo di non trovarle, mettere in fila i pensieri richiederebbe di voler vedere quello che si ha davanti e io non voglio.
“Mamma, sono io, sono Francesca”. Te lo ricordo, te lo ripeto, non perderlo il mio nome. Non lasciarmi andare. Nei tuoi pensieri troncati, assillanti, confusi non sei persa, perché non si può affogare in una pozzanghera, e non sei rinchiusa finché fai di tutto per stare a galla. Attaccati a me, aggrappati all'amo, salda più che puoi, con le mani e con lo sguardo, che ti tiro verso di me, non smettere di respirare.
Quanto fa male trasformarsi. “Sono io, mamma, sono Francesca”. “Lo so,” mi rispondi. Sei arrabbiata. In te c’è ancora forza...non molli, non cedi, ti ribelli. Mi prenderesti a schiaffi. Ti vedo, seduta sul divano. Ti stringi, ti rimpicciolisci, scompari, eppure io ti trovo sempre. So dove cercarti. So dove trovarmi. Anche se potremmo essere il gioco dei contrari io e te. Tu, che sei tanto diversa da me eppure ti assomiglio. Ho paura..e nello stesso tempo ho Il bisogno di non far vedere agli altri che sto male.
Ho tanti sensi di colpa: sono una mamma, come te. Quanta malinconia c’è, quanto mi ricordo di te..ricordi che si diluiscono. All’inizio mi concentro sul come fare per catturarti e quando ti ho catturata penso a come trattenerti; quando sto per perderti cerco di invogliarti a restare con un nuovo stratagemma; quando ti ho persa iniziano i propositi per fare meglio la volta dopo. Ricomincio, riprovo, non mollo mai. I tentativi si susseguono senza sosta. Non c’è fine, non c’è pausa. Ci pensi anche quando non lo fai. Ci deve essere da qualche parte una linea di confine che, se oltrepassata, è un cambio perenne di stato. E ci pensi mentre fai la spesa o sei in fila dal dottore, mentre parli al telefono con un’amica e perfino mentre ti fai la doccia. Quando sei sotto il getto dell’acqua tiepida piangi per il fallimento: non importa quanto poco ti consoli l’esserci per accudirla. L’acqua si miscela alle lacrime nel gorgo dello scarico e dovrebbe andare giù, lasciarti, non tornare, giusto? No, non va giù. La lacrima stagna, imputridisce. Si deposita. È l’acqua delle pozzanghere. Non conosce colore, non conosce fine. Non riflette tutto il cielo, non è nemmeno una finestra. Non bisogna scoraggiarsi.. ma mi mancano le forze o forse il coraggio. A volte ricordo i tempi piu felici che sono anche i più taglienti.“Eccomi! Ciao, come stai oggi? Hai visto che è arrivata l'estate???....
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Guardami,
"sono Francesca, mamma
Mamma❤”.
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smokingago · 5 months
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Forse mi dimenticherai.
Lo scorrere del tempo ti aiuterà,
altri sguardi, altri sorrisi
desteranno un sussulto nel tuo cuore.
Un altro sole ti scalderà.
Altre piogge, altre lacrime bagneranno il tuo volto.
Altre brezze si confonderanno
con i tuoi sospiri
ed io non sarò più per te che un nome, un’ombra.
O forse un giorno,
quando cercando te stessa
avrai ancora affondato le mani nella vita,
quando sarai finalmente convinta
che chi sei è dentro di te,
non fuori, non nei corpi più belli,
non nei paesaggi profumi sapori più splendidi,
ma dentro di te,
forse allora mi ricorderai
e saprai che ciò che vedesti specchiato nei miei occhi fu quel luogo recondito.
Ciò che svelammo un attimo insieme
fu noi stessi.
E fu il sussulto più dolce, più vero.
Allan Riger-Brown
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perpassareiltempo · 6 months
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Come faccio a spiegare che quello che tu significhi per me, quello che mi dai, non ha niente a che vedere col luogo in cui ti trovi? Che non c’è bisogno di toccare la mano dell’altro per sentirsi vicini?
Jan-Philipp Sendker - L’ arte di ascoltare i battiti del cuore
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quelmaredeimieiocchi · 2 months
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Quando ti ho conosciuto avevo 14 anni, ero una bambina ma ti ho amato dal primo sguardo, da quel sorriso che ci siamo scambiati, da quel "Ciao, come stai?" che mi hai sussurrato, sottovoce.
Ti ho giurato amore dal primo istante. Era la prima volta anche per me: le farfalle nello stomaco, il formicolio sulle dita, il cuore finalmente sereno. Sì, era la prima volta anche per me, ma l'ho sentito forte e chiaro: il mio cuore batteva.
Era la prima volta che mi sentivo forte, e viva.
Quando sei andato via non mi sono sentita solo sola, no, ma completamente persa. Quella fame di te mi si stava divorando dentro, senza lasciar spazio più a nulla. Ho costruito intorno a me muri su muri per proteggermi, mi cercavo ovunque ma non ero da nessuna parte... fino a quando mi sono ritrovata poi nella mia stessa prigione: una gabbia dal quale non si fugge, un labirinto senza via d'uscita. E poi ci ho fatto amicizia, è diventata casa mia. Un luogo sicuro da cui non penetrava un filo di luce, e di aria.
Con l'andare del tempo ho avuto modo di prendere consapevolezza di ciò che mi stava succedendo. Ti ho cercato, perdutamente. E perdutamente ho provato a scordarmi di quella sete di te. Perdutamente annegavo nella valle di lacrime che avevo pianto, e navigavo fra le onde, senza meta, dolcemente. Senza la mia perfetta metà, tu mi completi.
Ti ho amato sottovoce e senza volerlo, ti ho amato con tutti contro, compresa me stessa. E ti ho difeso nonostante la prima ad essere colpita ero stata proprio io. Non eri un mio nemico, ma un mio intimo amico.
Ad oggi, quel rumore è ancora cieco, e assordante, dentro me. Un suono dolce che mi accompagna durante il giorno, ed una ninna nanna che mi culla la sera.
Il desiderio è ancora forte Jhon. Dimenticarti per me è inconcepibile, o meglio, lo è per il mio cuore, per la mia mente, per quei sogni nel cassetto di cui non trovo più la chiave.
Sono trascorsi secoli dall'ultima volta, ma gli anni non potranno mai cancellare quello che è stato. Io ti aspetto ancora, dietro questo muro so che ci sei, ovunque tu sia, la mia mano è quì.
Croce sul cuore.
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onoranzetriolo · 4 months
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è mancata Annunziata Palamara ved. Nicola Farina
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angelap3 · 4 months
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Bellissima❤️
IL PONTE DELL'ARCOBALENO "
La leggenda narra che quando muore un animale che è stato molto vicino a qualcuno, arriva in un luogo del cielo chiamato:
"Il ponte dell'arcobaleno. "
Dice la leggenda, che dall'altra parte del ponte si trovano prati e colline per correre e giocare.
C'è abbastanza spazio, cibo, acqua e sole per farli stare caldi e comodi. Tutti coloro che sono stati malati o vecchi, tornano ad essere pieni di salute ed energia come li ricordiamo nei loro momenti migliori.
Da questa parte dell'arcobaleno, i nostri amici si trovano felici e soddisfatti, tranne per qualcosa; a ciascuno manca quella persona speciale che hanno lasciato dall'altra parte.
All'improvviso, mentre tutti corrono e giocano, qualcuno si ferma e fissa lo sguardo da lontano. I suoi occhi lucenti danno un lampo inutilizzato, è ansioso, il suo corpo trema e in disperata emozione, si separa dal gruppo e corre attraverso i pascoli verdi.
Ogni volta, le sue zampe lo portano sempre più velocemente. Ti ha visto in mezzo al ponte e corre felicemente ad accoglierti. Tu e il tuo amico vi riunite con la gioia di sapere che non vi separerete mai più.
Le linguette umide piovono sul tuo viso, mentre le tue mani tornano ad accarezzare questa creatura tanto amata.
Rivedi quello sguardo pieno di amore e nobiltà del tuo amato animale domestico, che per un po' è stato assente dalla tua vita, ma mai dal tuo cuore.
Ora tu e il tuo amico attraversate...
"Il ponte dell'arcobaleno" per stare sempre insieme...
( Fonte Web)
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ilfildiarianna · 4 months
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Passiamo la vita a fare progetti e forse non ci accorgiamo quando stiamo vivendo i momenti migliori.
Uno, due, dieci, al massimo trenta giorni da salvare in questo tritacarne privo di senso. Quante ore relegate all'inutile. Guardiamo avanti, sulla scia dell'illusorietà della linea retta del tempo. Cerchiamo sempre qualcosa, un dopo, un non so che di migliore, un qualche cambiamento. Eppure il futuro era già passato, tutto il resto era solo un niente da scontare. Perché non mi sono fermato nel momento giusto? Tentiamo di ricostruire le nostre rovine, ma non c'è più calce da intonacare intorno alle pareti del cuore. A un certo punto siamo poco più di un museo senza visitatori, un luogo interiore dove assistere malinconici alle nostre lacrime fossilizzate.
- Vincenzo Fiore, Storia di Sorana
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La tragedia della vecchiaia non è che uno è vecchio, ma che uno è giovane.
Dentro questo corpo che invecchia c'è un cuore ancora così curioso, così affamato, ancora pieno di desiderio come lo era in gioventù.
Mi siedo vicino alla finestra e guardo il mondo passare, sentendomi un estraneo in una terra straniera, incapace di relazionarmi con il mondo esterno eppure dentro di me brucia lo stesso fuoco che una volta pensava di poter conquistare il mondo.
E la vera tragedia è che il mondo è ancora così distante e sfuggente, un luogo che non sono mai riuscito a cogliere del tutto.
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Albert Camus
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ninoelesirene · 4 months
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Sono tornato dove l’amore ha preso dimora,
e m’ha stretto la mano, in mezzo al bosco.
Il suo giallo è esploso nel cuore.
Forse se n’è andato,
la tristezza, di certo, non c’è più.
È rimasta la magia,
chissà se è del luogo,
chissà se è solo mia.
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