#italia compresa
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anchesetuttinoino · 6 months ago
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“Italia non ha firmato perché testo ricalca legge Zan”
L’Italia non ha aderito “insieme a un terzo degli Stati membri” alla dichiarazione perché “era in realtà sbilanciata sull’identità di genere, quindi fondamentalmente il contenuto della legge Zan”. Così dal ministero della Famiglia spiegano il “criterio ovvio” con cui il governo ha scelto di non firmare. È stata “una decisione presa giorni fa”, riferiscono le stesse fonti, sottolineando che in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia sono stati prodotti diversi documenti e l’Italia ha aderito alla dichiarazione contro omofobia, transfobia e bifobia “perché era relativo alla non discriminazione rispetto all’orientamento sessuale”. 
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diceriadelluntore · 2 months ago
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Storia Di Musica #341, Bee Gees, Main Course, 1975
Per le storie di musica con almeno tre fratelli coinvolti non potevano mancare. Oltre questo motivo importante, mi spinge a scrivere di loro anche il fatto che, come poche altre band, sono fisse nell'immaginario collettivo per un disco, la colonna sonora de La Febbre Del Sabato Sera. Sebbene il disco sia uno dei più venduti di tutti i tempi (probabilmente oltre 40 milioni di copie vendute), legato non solo al mondo musicale ma anche a quello cinematografico, si finisce per dimenticarsi di tutto il resto, cioè di una delle band più longeve e più di successo di tutti i tempi, che nella loro carriera lunga 60 anni ha sperimentato di tutto.
Barry, Robin e Maurice Gibb nascono appena dopo la guerra (Barry nel 1946, Robin e Maurice gemelli nel 1949, hanno anche una sorella maggiore, Leslie, nata nel 1945) sull'isola di Man. Si trasferiscono piccolissimi nei sobborghi di Manchester, dove Barry è coinvolto in numerosi episodi di vandalismo, che gli valgono una condanna con la condizionale. I genitori decisero di emigrare nei pressi di Brisbane, in Australia, nel 1958, dove nel marzo di quell'anno nacque Andy, l'ultimo dei fratelli Gibb. Lì sviluppano, in maniera spontanea, una grande intesa canora e musicale, tanto che i tre fratellini cantano in trio in una radio privata, Radio Brisbane. il deejay che li annuncia si chiama Bill Gates, l'autista che li va a prendere per portargli agli studi radiofonici si chiama Bill Goode. Pensando anche che fossero i Brothers Gibb, decidono di chiamare la band B.G.'s, poi scritto Bee Gees.
Sarebbe lunghissimo scrivere tutta la loro carriera, ma alcune cose le voglio ricordare: nel 1966, dopo una serie di successi in Australia, decidono di tornare in Gran Bretagna, il loro manager Robert Stigwood aggiunge al trio Vince Melouney alla chitarra e Colin Peterson alla batteria. In pochi anni collezionano successi a ripetizione, tra il 1967 e il 1969 pubblicano 4 album e decine di singoli, che vanno in classifica in tutto il mondo, Italia compresa. Tra questi dischi spicca il bellissimo Odessa, un concept album sulla scomparsa di una fittizia nave nel Mar Nero nel 1899, disco che ebbe brutta critica all'epoca, ma che oggi è considerato un capolavoro nascosto di quegli anni. E portò anche ad una rottura tra i fratelli: in disaccordo sull'idea di musica da fare, Robin si allontana dai due fratelli e sceglie di scrivere musica da solo. Barry e Maurice scelgono di proseguire senza di lui: esce così Tomorrow Tomorrow che è superato in quanto a vendite dal singolo di esordio di Robin, Saved By The Bell; Robin pubblicò anche due singoli cantati in lingua italiana, Agosto Ottobre e Un Milione Di Anni Fa. Più tardi provò a bissare il successo con One Million Years ma senza riuscirci, mentre il suo primo album, Robin's Reign, uscì nel 1970. A fine anni '70 ci fu la reunion, che venne considerata alla stregua di una rifondazione, e qui inizia il periodo d'oro della band.
Iniziano a collaborare con il grande produttore Arif Mardin, della etichetta Atlantic, che intuisce che per sfruttare al meglio le perfette armonie canore di cui sono capaci devono virare su suoni più decisi. Li avvicina alle sonorità soul, r'n'b, al funk e alla nascente disco music per farli diventare il gruppo bianco più famoso del genere. Il disco che ho scelto oggi è quello che i critici considerano il primo passo verso questo percorso.
Può sembrare sciocco definire il dodicesimo album di un gruppo con una serie di otto anni di dischi d'oro alle spalle una "svolta", ma è questo che è stato Main Course, che esce nel 1975. In copertina, un bellissimo disegno di Drew Struzan, famoso disegnatore, autore dei più famosi manifesti cinematografici. Main Course ha segnato un enorme cambiamento nel sound dei Bee Gees, abbandonando la forma ballata per un disco fresco, pieno di sonorità innovative e che ha altri primati che scopriremo tra poco. Registrato, su consiglio dell'amico Eric Clapton che lì si era trasferito (al 461 di Ocean Boulevard di Golden Beach, vicino Miami, come il titolo di un suo bellissimo disco) in Florida, le ballate dei dischi precedenti ci sono ancora, come Songbird e Country Lanes, ma la scrittura era più semplice e il resto era composto da orecchiabili melodie dance fortemente influenzate dalla musica soul di Philadelphia del periodo. Trainato dai singoli Jive Talkin', Nights On Broadway, la prima canzone a sfoggiare il falsetto che li renderà iconici e Fanny (Be Tender With My Love), attirò milioni di nuovi ascoltatori. La voce in falsetto di Barry Gibb divenne oggetto di scherno negli anni successivi, ma funziona: riusciva ad essere credibile in senso romantico quanto piuttosto una conquista per la serata, il che era in linea con i costumi sessuali della metà degli anni '70. Arif Mardin aveva convinto i Bee Gees a volgere il loro talento verso una direzione musicale che avevano sempre amato ma mai abbracciato, e basta ascoltare Wind Of Change o Edge Of The Universe per capirne il risultato eccellente. Barry, Robin e Maurice Gibb erano affascinati da R&B e soul da anni (To Love Somebody era stata scritta perché Otis Redding la cantasse), ma, in quanto britannici bianchi, temendo che potessero sembrare ridicoli, non avevano mai adattato quei suoni da soli. Non solo non sembravano ridicoli, ma divennero gli interpreti principi di questo stile, segnando un'era. In Main Course li accompagnano fior di musicisti: Blue Weaver, alle tastiere elettroniche, un marchio di fabbrica di qui in avanti, e calderone di idee infinite, Alan Kendall, che suonava in uno stile di chitarra funky e il batterista Dennis Byron, che suonava pattern più complicati di quanto gli fosse stato chiesto negli anni, furono anche loro felici della nuova direzione e costituirono il nucleo strumentale della band per i successivi sei anni.
Tra i record dei Bee Gees: oltre 250 milioni di copie vendute, un ruolo non sono da interpreti, ma da autori fondamentale (Barry ha scritto sedici "numeri uno" in America, come produttore quattordici). Sono presenti nella Rock and Roll Hall Of Fame (1997), nella Songwriters Hall Of Fame (1994), nella Vocal Group Hall Of Fame (2001) e hanno vinto otto Grammy Award tra cui il Grammy Legend Award. Sembra abbastanza per non essere coverizzati per la pubblicità dei fermenti anticolesterolo.
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fatticurare · 2 years ago
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La prigionia e la morte (e prego tanto di sbagliarmi) di quest'uomo marchieranno a vita per l'eternità gli USA,
la GB e tutta la UE, Italia compresa, quali infami dittature omicide.
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gregor-samsung · 6 months ago
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“ La democrazia non si identifica con la sottomissione della minoranza alla maggioranza. La democrazia è uno Stato che riconosce la sottomissione della minoranza alla maggioranza, cioè l'organizzazione della violenza sistematicamente esercitata da una classe contro un'altra, da una parte della popolazione contro l'altra. Noi ci assegniamo come scopo finale la soppressione dello Stato, cioè di ogni violenza organizzata e sistematica, di ogni violenza esercitata contro gli uomini in generale. Noi non auspichiamo l'avvento di un ordinamento sociale in cui non venga applicato il principio della sottomissione della minoranza alla maggioranza. Ma, aspirando al socialismo, abbiamo la convinzione che esso si trasformerà in comunismo, e che scomparirà quindi ogni necessità di ricorrere in generale alla violenza contro gli uomini, alla sottomissione di un uomo a un altro, di una parte della popolazione a un'altra, perché gli uomini si abitueranno a osservare le condizioni elementari della convivenza sociale senza violenza e senza sottomissione. Per mettere in risalto quest'elemento di consuetudine, Engels parla della nuova generazione, « cresciuta in condizioni sociali nuove, libere » e che sarà « in grado di scrollarsi dalle spalle tutto il ciarpame statale », ogni forma di Stato, compresa la repubblica democratica. Per chiarire questo punto dobbiamo analizzare le basi economiche dell'estinzione dello Stato. “
V. I. Lenin, La Comune di Parigi, a cura di Enzo Santarelli, Editori Riuniti (collana Le idee n° 59), 1971¹; p. 131. [Corsivi dell’autore]
 NOTA: Il brano proviene in origine da Stato e rivoluzione, opuscolo di Lenin scritto nell'agosto-settembre del 1917 e pubblicato in Italia a cura di Valentino Gerratana nel 1966 sempre per gli Editori Riuniti.
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toscanoirriverente · 1 year ago
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La norma sull'utilizzo delle fonti rinnovabili stabilisce standard non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. Ecco perché sarebbe meglio un approccio più pragmatico e meno ideologico
Azzeccare previsioni è relativamente semplice, purché non riguardino il futuro. Questa volta però una previsione la facciamo: non vi è alcuna possibilità che gli obiettivi fissati nell’aggiornamento della Direttiva europea (RED III) per quanto riguarda le fonti rinnovabili possano essere raggiunti. Almeno in Italia, ma gli altri stati europei non stanno meglio. L’obiettivo fissato è che al 2030 siano rinnovabili il 42,5% dei consumi finali di energia più un obiettivo non vincolante (ma che significa?) del 45%. Attenzione, questo obiettivo non riguarda la sola energia elettrica, se fosse così già quasi ci saremmo, ma il 42,5 di tutta l’energia. Quindi dobbiamo nello stesso tempo aumentare la quota di energia elettrica prodotta con le rinnovabili e aumentare la quota di elettricità sul totale di energia consumata. E la differenza è enorme. L’elettricità infatti è oggi solo il 21,5 per cento del totale dell’energia consumata.
Per capire di che cosa stiamo parlando è meglio cominciare dai consuntivi, che al contrario delle previsioni presentano numeri certi. Nel 2022, secondo i dati del MASE, solo il 19% dei nostri consumi finali erano da rinnovabili. Sole, vento, idro, geo, ma anche rinnovabili termiche, compresa la legna da ardere, e un po’ di biometano. Nel 2014 era al 17,1. In 8 anni siamo quindi cresciuti di 2 punti. Nei prossimi 7 dovremmo crescere di 23, 5 punti, 12 volte in più del tasso di crescita registrato fin qui. Anche se facessimo oggi tutta l’elettricità con le rinnovabili, cosa impossibile, ci fermeremmo al 31,8, più di 10 punti sotto l’obiettivo. In Europa le cose vanno appena meglio. Siamo al 21% medio, appena due punti sopra l’Italia, grazie soprattutto ad alcuni paesi del Nord Europa, come Svezia e Finlandia, ricchi di idroelettrico e legname.
Da noi la discussione è tutta centrata sulle rinnovabili elettriche, ma occorre capire che in realtà si tratta di perseguire, come detto, un doppio obiettivo. Non solo aumentare la produzione da rinnovabili, ma contemporaneamente aumentare di molto la quota di consumi energetici soddisfatti dall’elettricità. Dal 21,5 % di oggi al 29% nel 2030.  Sembrano pochi  8 punti. Ma il combinato disposto fra le due cose, più rinnovabili e più elettricità nei consumi finali in un tempo così breve, comporta obiettivi irrealizzabili. Stessa cosa per le altre rinnovabili termiche.
Diversi studi, TERNA, Confindustria, Università di Padova, hanno fatto i conti e indicato cosa occorrerebbe fare.  Bisognerebbe da oggi al 2030  installare 700.000 pompe di calore all’anno. Immatricolare 1 milione di auto elettriche all’anno. Nel 2022 sono state 50.000. Installare 120 GW di nuove rinnovabili al ritmo di quasi 20 all’anno contro i 3 dell’anno scorso e almeno 120 GWh di sistemi d accumulo. Aumentare di 15 volte la produzione di biometano. Naturalmente il mix può cambiare, ma siccome nessuno di questi obiettivi singolarmente ha serie possibilità di essere raggiunto le cose non cambiano. Non credo ci sia un solo esperto di problemi energetici che possa ritenere questi obbiettivi realizzabili. Rimane da capire perché l’Europa si ostini ad alzare l’asticella di obiettivi chiaramente non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. E perché l’Italia che pure ha fatto molti compiti a casa non faccia presente che forse un po’ di  realismo servirebbe. Negli stessi giorni dell’approvazione della Direttiva la Presidenza spagnola ha predisposto un documento dai toni più che allarmistici sulla carenza di una serie di materiali necessari per soddisfare tutte le esigenze. Con il rischio che i costi vadano alle stelle e la dipendenza dalla Cina, dice il documento,  raggiunga lo stesso livello di quella precedente dalla Russia. Suona quindi surreale il commento del relatore tedesco Markus Pieper del Ppe secondo il quale “questa direttiva dimostra che Bruxelles può essere poco burocratica e molto pragmatica”. Il punto è che la Ue si è incastrata da sola ponendosi un obiettivo, quello delle zero emissioni al 2050, che la costringe a stabilire  tappe intermedie altrettanto velleitarie. L’unico risultato per il momento è la perdita di competitività dell’industria europea, la creazione di mercati, auto elettriche e rinnovabili, per i produttori cinesi, l’aumento dei costi per imprese e famiglie. Nel frattempo il contributo delle emissioni europee al totale mondiale continua a scendere. Soprattutto perché crescono quelle degli altri.
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veritanascoste · 9 months ago
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Duecento tipi di OGM saranno coltivati anche in ITALIA
Riportiamo qui di seguito i Nominativi di 3 Esponenti Politici, rappresentanti della Triade PD/FDI/FI che stanno agendo al Parlamento Europeo per legittimare l’entrata in Italia di quasi 200 tipi di OGM, da coltivare direttamente in Italia, molti dei quali di seconda generazione (Editing OGM/CRISPR), sempre basatati su RNA infettivo, con cui modificare in maniera irreversibile il Patrimonio genetico delle NOSTRE SEMENTI, antiche e sacre...
Paolo De Castro (Partito Democratico), Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia) e Antonio Tajani (Forza Italia). Fanno da corollario Ettore Prandini (Coldiretti) e Massimiliano Giansanti (Confagricoltura).
Essi sono i principali responsabili di questo Progetto economico voluto dalle Lobby dei Padroni di Davos, e che risulta contrario al Principio di Precauzione sancito dalla Legge, in presenza di pericolose sperimentazioni su larga scala e in campo aperto...
Questi Esponenti politici sono già riusciti, dalla Primavera-Estate 2023, ad introdurre anche in Italia la libera vendita di verdure, ortaggi e frutta OGM, prodotte all’Estero fuori dall’Europa, e cioè in USA, Canada e Ucraina, in gran parte fatte arrivare poi nei nostri porti di Genova, Trieste, Napoli, Bari, Gioia Tauro, Palermo e Cagliari.
La frutta non reca scritto in etichetta l’indicazione di essere OGM, ma soltanto, e non sempre, la dicitura “SENZA SEMI”, e quindi OGM.
Nel caso dei Legumi, come ad esempio i Piselli, viene fatta la seguente pubblicità alla televisione “...contenenti tutti e NOVE gli Aminoacidi Essenziali...”, e quindi compresa la Metionina, e pertanto OGM, poiché i Piselli naturali non contengono la Metionina, e quindi non risultano essere proteici (non avendo TUTTI e Nove gli Aminoacidi Essenziali), e pertanto non risultano essere pericolosi per le persone malate di Reni, o di altre malattie dove risulta sbagliata l’alimentazione iper-proteica.
I Nove Aminoacidi Essenziali, dalla cui unione si formano le PROTEINE, sono la Valina, la Isoleucina, la Leucina, la Lisina, la Metionina, la Istidina, il Triptofano, la Fenilalanina e la Treonina. Viceversa, nei Cereali naturali manca la Lisina, che viene invece aggiunta nel Grano OGM, nel Mais OGM, nel Riso OGM...
Recentemente, Giorgia Meloni e Sergio Mattarella hanno ricevuto a Palazzo Chigi e al Quirinale Bill Gates, il più grande Latifondista OGM degli Stati Uniti (1.200 kmq), già promotore del Vaccino anti-COVID ad RNA infettante, uno dei principali Padroni di Davos. Non sappiamo il motivo del loro incontro, ma possiamo immaginarlo benissimo...
VOLANTINO AUTIGESTITO. Fare FOTOCOPIE se in accordo con il contenuto.
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aitan · 4 months ago
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“La comunità internazionale, in particolare gli alleati di Israele, devono intraprendere azioni inequivoche per assicurare che Israele ponga fine alla sua occupazione illegale, a partire dall’immediato stop all’espansione degli insediamenti e all’annessione di territori palestinesi e dallo smantellamento del brutale sistema di apartheid contro i palestinesi. Cessare l’occupazione è un passo fondamentale per far terminare le violazioni dei diritti umani in Israele e nei Territori palestinesi occupati”.
“Israele deve ritirare le sue forze da ogni parte dei territori occupati, compresa la Striscia di Gaza, e rimuovere tutti i coloni dalla Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, illegalmente annessa. Israele deve inoltre porre fine al controllo su ogni aspetto della vita dei palestinesi e cedere il controllo delle frontiere, delle risorse naturali, dello spazio aereo e delle acque territoriali dei territori occupati. Ciò significa porre fine al blocco illegale di Gaza e consentire ai palestinesi di muoversi liberamente tra Gaza e la Cisgiordania”.
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multiverseofseries · 5 months ago
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Inside Out 2: nuove (e colorate) emozioni per un sequel coerente e significativo
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Un nuovo un sequel in casa Pixar, per uno dei film più amati dello studio. Inside Out 2 sarà riuscito a ripetere la magia?
Il sequel di Inside Out ha debuttato in USA con un weekend di apertura da record, a conferma che la grande attesa che ha alimentato il suo cammino verso la sala si è saputo tradurre in biglietti venduti, a differenza di altri casi recenti.
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Gioia e Ansia in Inside Out 2
Inside Out 2 non può essere dirompente sul piano dell'idea e nemmeno glielo si può chiedere, perché riprende e sviluppa quanto introdotto nove anni fa. Tuttavia, porta avanti i suoi presupposti narrativi in modo coerente, naturale, credibile, facendoci seguire la protagonista Riley negli anni, ritrovandola ad affrontare le difficoltà successive della sua vita in quel delicato passaggio che segna l'infanzia e la pubertà.
Il cammino di una vita e la storia che va avanti
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Gioia e Tristezza in una scena del film Pixar
L'adolescenza arriva di colpo, senza avvisi, senza preparazione. E con un impatto devastante. Succede così un po' a tutti, capita anche a Riley con una home invasion in piena regola da parte degli inservienti della sua mente, addetti alla demolizione che arrivano a interrompere la placida routine delle emozioni che già conosciamo e preparano il campo e l'ambiente del Quartier Generale per ospitare nuovi e imprevisti inquilini. Una rivoluzione interiore che arriva mentre Riley è impegnata in un campo estivo di hockey e deve affrontare le difficoltà tipiche di quella fase della vita, tra vecchie amicizie con cui mantenere i rapporti e nuove da coltivare per non essere tagliati fuori. Crescere, in sintesi, e trovare il proprio posto del mondo, cercando di mantenere un equilibrio tra la parte di sé che vuole sentirsi ancora bambino e la componente adulta che smania per venire fuori e prendere il sopravvento.
Nuove emozioni, nuovi personaggi per Inside Out 2
Ci sono nuove emozioni in ballo in Inside Out 2, nuove sfumature che accompagnano la fase successiva nella crescita di Riley: fanno il loro ingresso nella mente della ragazza nuovi protagonisti pronti a prendere il controllo della console, da Ansia a Imbarazzo, da Invidia a Ennui, ovvero quella sorta di noia esistenziale che porta allo scazzo tipico dell'adolescenza. Nuovi personaggi che il team Pixar tratteggia con il classico guizzo creativo, introducendo colori diversi alla palette cromatica di Inside Out: dall'arancione che contraddistingue la vitalità e iperattività di Ansia ( nel mettere in guardia Riley verso "i pericoli che non si vedono", al contrario di Paura che si preoccupa di quelli evidenti) al violetto denaturato e spento di Ennui, fino al rosa dell'Imbarazzo e l'azzurrino vivace di Invidia.
Un lavoro prima di tutti di design, che ci ha conquistati soprattutto nel look del ragazzone adorabile che è Imbarazzo, a cui ha fatto seguito l'ottima scelta vocale: se in originale abbiamo Maya Hawke a dar voce alla nuova emozione che ruba la scena, Ansia, in Italia ci si è affidati a una delle attrici più in vista degli ultimi due anni, Pilar Fogliati. Sulla stessa falsariga di ricerca oculata di casting troviamo Federico Cesari nel ruolo di Imbarazzo, Marta Filippi a dar voce a invidia e Deva Cassel a dare quella sfumatura francese che valorizza Ennui. Anche Riley cambia voce e trova quella della quasi coetanea Sara Ciocca.
Conoscersi nel profondo e crescere
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Le emozioni originali di Inside Out
L'idea di base è quella consolidata e travolgente del primo Inside Out, compresa l'enfasi sulla necessità di accettare e accogliere ogni sfumatura di se stessi senza mettere da parte quanto di negativo accade nella complessità del nostro animo. Ognuno di noi è il risultato di tutto quello che ci passa per la testa, che sia dovuto a Gioia o Tristezza per citare due protagoniste sin dal primo film o, arrivando a quanto c'è di nuovo in Inside Out 2, Ansia, Invidia e Imbarazzo: Riley cresce e le emozioni basiche del film che fu di Pete Docter non bastano più a descrivere le complesse sfumature di un essere umano che prosegue nel suo cammino di vita, o di una ragazza che deve affrontare i primi piccoli drammi sociali e problemi relativi alla ricerca della propria identità. In tal senso è significativo l'aver introdotto il concetto dell'idea di sé che viene definito da ricordi ed emozioni provate (o tenute fuori, nascoste nei meandri dell'inconscio), fulcro e motore narrativo di questo secondo capitolo diretto da Kelsey Mann.
Un sequel impossibile, una scommessa vinta
Integrazioni più o meno consistenti e corpose all'idea di base del primo film, che ne completano e arricchiscono l'impianto concettuale per creare un terreno fertile in cui seminare nuovi spunti, nuovi conflitti, nuove trovate: se da una parte manca la novità, ma è naturale in un sequel, dall'altro l'ampliamento dell'idea di partenza è portato avanti in modo da rendere Inside Out 2 un sequel riuscito e una scommessa vinta a dispetto delle difficoltà di metter mano a qualcosa di così unico e amato. Funziona nel fare passi avanti nel discorso introdotto nel primo film, funziona altrettanto nel definire l'evoluzione dei personaggi, emozioni incluse. Funziona, ovviamente e non è una sorpresa, anche sul piano tecnico con la solita maestria della Pixar nell'uso della CGI e dei piccoli tocchi con stili diversi che ci fanno capire quanto sia chiaro allo studio che l'evoluzione del media va anche verso l'uso di tecniche diverse per creare un contesto artistico innovativo e d'impatto.
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Foto di gruppo per le nuove emozioni del film
Come accadeva nel 2015 si ripete l'incantesimo, e ancora una volta arriviamo al termine della visione immaginando le emozioni alla console della nostra mente, pronte a guidare il nostro comportamento e le nostre sensazioni. Questa è la prova principale di quanto l'idea del film, che si ripete in Inside Out 2, sia riuscita e vincente. Nonché capace di raggiungere gli spettatori di ogni età.
Conclusioni
È un’operazione riuscita quella che ha sviluppato la Pixar con Inside Out 2, un sequel impossibile per un titolo amatissimo che è stato portato avanti in modo naturale e compiuto. Manca ovviamente la forza dirompente dell’idea originale, ma il modo in cui è stata sviluppata riesce ad aggiungere nuove sfumature e amplificare il significato e il tema della comprensione e costruzione di se stessi. Con Inside Out 2 la Pixar riesce ancora una volta a divertire ed emozionare il suo pubblico, lasciandogli spunti di riflessione interessanti sull’importanza di capire e accettare se stessi in ogni sfumatura, più o meno positiva che sia.
👍🏻
Le nuove emozioni: colorate, brillanti, profonde.
Il cast vocale italiano, che rende loro giustizia.
Il modo in cui Kelsey Mann ha saputo sviluppare e portare avanti l’idea brillante che aveva reso geniale il primo Inside Out.
Il messaggio, prezioso e vero, di dover accettare se stessi in ogni sfumatura dei nostri pensieri e delle nostre emozioni.
👎🏻
Manca la novità che aveva reso grande il primo film, ma è normale per un sequel.
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pollicinor · 2 years ago
Quote
L’indagine ha coinvolto un campione di 30.600 persone, di età compresa tra i 18 e i 74 anni in 16 Paesi: Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Irlanda, Belgio, Svizzera, Stati Uniti, Messico, Turchia, Cina, Hong Kong, Giappone, Thailandia, Filippine. Emerge come l’Italia sia il Paese la cui popolazione è più colpita sul fronte della salute mentale: solo il 18% del campione dichiara uno stato di pieno benessere (Flourishing), un dato in calo rispetto allo scorso anno (20%). Come noi solo i giapponesi.
Dall’articolo “AXA Mind Health Report 2023. Italia: ultima in Europa per il livello di benessere mentale” su AziendaBanca.it
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matapetre · 2 years ago
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2 Aprile 2023
LA DOMENICA DELLE PALME
"La guerra è una professione con la quale un uomo non può vivere onorevolmente; un impiego col quale il soldato, se vuole ricavare qualche profitto, è obbligato ad essere..
falso,avido,ecrudele
(questo è il mondo di oggi)
ITALIA COMPRESA!!!
NICCOLÒ MACHIAVELLI
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pedrop61 · 2 years ago
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Gli Elkann sono soci dei Rothschild. Massimi rappresenti della finanza ebraica. Se vendono tutto in Italia, compresa Juve e giornali, è perché l'Italia sarà la prossima Ucraina.
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IL film di Natale
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Quello del film di Natale è diventato oggi un genere a sé che prescinde dal calendario, ma ha raggiunto una sua legittimità in tutti i mesi dell’anno: ci sono addirittura canali dedicati che trasmettono ininterrottamente film natalizi per un pubblico di irriducibili affezionati. Ma quali sono le caratteristiche di questo cinema di pura evasione? La prevedibilità, l’atmosfera di affetti familiari e buoni sentimenti, il freddo nevoso esterno neutralizzato da accoglienti caminetti in dimore debitamente addobbate, un finale scontato e sempre invariabilmente positivo e confortante. Niente di male. Ma, per riferirci a un tempo passato in cui i film di Natale erano pochi e firmati da grandi registi, qual è il vostro film preferito, quello che dovete rivedere ogni anno altrimenti non è davvero Natale?
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Ognuno ha il suo beniamino: uno dei più classici è sicuramente La vita è meravigliosa di Frank Capra (1946) con un James Stewart strepitoso (trovate in questo link un interessante articolo su questa pellicola), un capolavoro che ha conquistato molti record: considerato, giustamente, uno dei film che migliorano con il passare del tempo, ha ricevuto un budget colossale, effetti speciali d’avanguardia per l’epoca, montagne di neve chimica (fu girato in primavera-estate). Ma il segreto di tanta popolarità resta imprescrutabile: non bastano un cast eccezionale, una trama avvincente, un regista geniale per spiegare un successo planetario che dura da quasi ottant’anni. In fondo si tratta di una favola semi-realistica con un angelo che non ha nemmeno le ali. Ci sono alchimie inesplicabili e questo è uno di quei casi, ma la preghiera di James Stewart sull’orlo del fallimento e della galera mette i brividi ogni volta che la si guarda.
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Altro film di successo (ma ormai siamo nell’era del colore) è Harry ti presento Sally di Rob Reiner: la coppia scoppia proprio nel periodo natalizio e la splendida Meg Ryan è costretta a trascinare da sola il grande abete fino al suo appartamento di New York. Sarà la festa di Capodanno a rimettere le cose a posto. Originali e commoventi gli inserti delle coppie che in pochi cenni raccontano le loro romantiche storie. Battute degne di Woody Allen, dialoghi e recitazione ad altissimo livello: insomma, un vero cult.
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È ormai un classico a tutti gli effetti, anche se del 2009, A Christmas Carol di Robert Zemeckis con Jim Carrey. Tratto da Dickens, questa geniale versione cinematografica (se ne contano a bizzeffe, compresa quella, assai commovente, della Disney con protagonista Topolino) è stata realizzata con la tecnica della motion capture, che registra il movimento di persone o oggetti con un sistema di telecamere e marcatori posizionati su tute indossate dagli attori: il risultato è una magica fusione tra cinema e cartone animato che consente strabilianti effetti speciali altrimenti impensabili.
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Citiamo solo il titolo di altri film di Natale, come Mamma ho perso l’aereo e relativi sequel, Il Grinch, Miracolo nella 34a strada, Elf, Nightmare before Christmas, Polar Express, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, Una strega in paradiso, per soffermarci invece su Una poltona per due di John Landis, con Dan Aykroyd, Eddie Murphy, Jamie Lee Curtis e un piccolo cameo di James Belushi. Alcune curiosità su questo cult, trasmesso in Italia la vigilia di Natale ininterrottamente dal 2012, anche se la prima visione televisiva risale al 1986 (la pellicola è del 1983):
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per la coppia black & white (questo avrebbe dovuto essere il titolo originale, poi trasformato in Trading Places) all’inizio si era pensato al collaudato duo Richard Pryor-Gene Wilder
dopo questo film in America fu promulgata una legge chiamata Eddie Murphy Rule che per la prima volta regolamenta gli scambi finanziari dell’insider trading
i due miliardari che si giocano la vita dei due protagonisti per una misera scommessa (ben 1 dollaro) si rivedono in Il principe cerca moglie, sempre interpretato da Eddie Murphy, nel ruolo, che si meritano, di poveri clochard
in Italia esiste un gruppo di fedelissimi che dal 2017 si incontrano su un famoso social e ogni giorno inseriscono commenti e fanno il conteggio di Quanti giorni mancano a "Una poltrona per due".
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Ma quale può essere il segreto di un consenso così generalizzato che annovera sempre nuovi estimatori? In fondo il Natale è una tradizione che si rinnova ogni anno, con riti ormai codificati: l’albero, il presepe, il panettone-pandoro, il cotechino con le lenticchie, il vischio, i regali, i dodici chicchi d’uva che portano fortuna e ricchezza... Così è entrata nella tradizione anche questa favola rassicurante, un film perfetto, che non manca una scena, una battuta, una nota. Il miracolo di un’ingiustizia sanata, di un sopruso che si ritorce contro i suoi autori, di poveri emarginati della società che si arricchiscono, di uno yuppie senza cuore che diventa umano: dove possiamo vederlo se non in un film? E in particolare in questo film divertente, magistralmente diretto e magnificamente interpretato.
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Come diceva Frank Capra a proposito di It’s a wonderful life, un film è, in un certo senso, come un figlio che, quando cresce, diventa indipendente e sfugge alla tutela del genitore. Così anche Una poltrona per due ha superato ogni più rosea previsione dei suoi autori e riscuote, ogni anno, un immancabile successo. Ma è anche, se vogliamo, una favola moderna, vagamente trasgressiva, dove si parla di droga, di razzismo, la bella protagonista è una prostituta, Babbo Natale si ubriaca e tenta il suicidio, e dove non nevica ma piove: tutto questo, e molto altro, per un piccolo gioello da ri-vedere in famiglia per sorridere un po’ in questi tempi burrascosi.
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sanguedinondrago · 1 year ago
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Titolo:Das Gefühl von allem (Il sentimento del tutto)
Personaggi: Germania (Georg Joseph Beilschmidt); Italia Veneziano (Marco Vargas)
Genere: Angst., Guerra, Malinconico Coppie: GerIta
Avvertimenti: Guerra
Note aggiuntive: Damoje de angst pesante daje pt 2. A sto giro je damo de GerIta potente, una delle mie Otp più longeve che ormai son più di 10 anni che shippo religiosamente e a cui sono affezioanta in tutte le sue forme 2p compresa. Non so perché mi è sempre stato facile scrivere Germania, e la sua versione 2p non è molto diversa. A sto giro l'ho dovuta dividere in due perché era partita come una cosa da 1000 parole  adesso ho superato le 4000. Non so quando la parte due verrà postata, idealmente la settimana prossima, ma al momento mi sto dedicanto ad una FraIta che avevo in testa da tempo - se avete letto Centoquarantaquattro anni vergine, sapete lol - e voglio buttarla giù prima che l'ispirazione vada via.  Il titolo è un riferimento alla teoria dell'amore di Hegel, il filosofo a cui ho rubato il nome per Germania e Prussia - lunga storia lasciate perdere un giorno la racconterò su tumblr forse lol
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likarotarublogger · 1 year ago
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Francesca Zappia, calabrese con il suo brand Mutamenti, vince il trofeo Vento Fashion 2023
VENTOTENE FASHION WEEK 2023: una gara di eleganza e stile per valorizzare la bellezza, la creatività e il territorio
Domenica, 20 agosto, nella cornice incantata di Piazza Castello di Ventotene si è svolta la quinta edizione di VENTOTENE FASHION WEEK, dedicata all’icona dello stile per eccellenza, Coco Chanel. L’evento, organizzato e ideato dalla stilista internazionale Elena Rodica Rotaru, presidente dell’Associazione Lika Eventi e patrocinato dal Comune di Ventotene, è stato un’esplosione di stile, di bellezza, di musica e canto.
La serata finale, presentata con energia ed entusiasmo da Letizia Trento e dall’attore Jano di Gennaro, è stato il punto culminante di un evento durato tre giorni, dedicato alla moda, alla valorizzazione del territorio, del Made in Italy e degli ospiti che ogni estate danno vita all’Isola.
Il Trofeo Vento Fashion, vince Francesca Zappia
Il Gran Galà, la gara degli stilisti che ogni anno si contendono il trofeo Vento Fashion, ha avuto come protagonisti designer con una carriera importante alle spalle, come Francesca Zappia con il suo brand MutaMenti (Italia) e Hilda Falati (Romania) accanto alla designer emergente Giorgia Beniamin Salib, studentessa allo IUAV di Venezia e al brand di manufatti scolpiti a mano e decorati con mosaico in vetro “Otia e Negotia” di Gea e Salvatore Schiano di Colella, rigorosamente Made in Ventotene.
Il trofeo Vento Fashion 2023 stato assegnato dalla giuria a Francesca Zappia con il brand Mutamenti, mentre al secondo posto si è classificata la giovane Giorgia Beniamin Salib.
“Ringrazio per la calorosa accoglienza. Anche se sono tanti anni che una fa questo lavoro, l'emozione c'è sempre. E la vera emozione è, quando viene riconosciuto il lavoro fatto con tanto amore”, ha dichiarato la vincitrice dopo l’assegnazione del premio.
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Francesca Zappia nasce e cresce in sartoria, studia come modellista e stilista. Dalla Calabria approda a Roma per studiare poi inizia a lavorare in Accademia e in sartoria di alta moda. Ha un suo laboratorio a Roma, dove crea abiti da sposa e da cerimonia. Partecipa a sfilate e fiere, insegna allo IED, nell’Accademia di Fendi ed è specializzata in moulage. Da tre anni collabora con Snt. Mos. creando una linea per una donna sofisticata di classe.
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Una serata sotto il segno di Coco Chanel
Ricco il programma artistico della serata finale, dominato dalle voci e dalla prestazione di Jano di Gennaro e Candida Silvestri.
L’edizione di quest’anno è stata intitolata “Coco Cinque”, in onore all’icona dello stile in assoluto, Coco CHANEL. I colori scelti per l’edizione sono due predominanti: il bianco e il nero, in tante sfumature, mentre il numero ricorrente è stato il cinque, con riferimento al famoso profumo.
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Cinque creazioni in bianco e nero sono state presentate durante la sfilata della fondatrice del Fashion Week Ventotene, Elena Rodica Rotaru, che ha raccontato in più occasioni il legame di cuore e l’influenza che la celebre creatrice di moda francese ha avuto su di lei.
La Fashion Week ha avuto come protagonisti anche ragazzi, signore e bambini che si trovavano sull’isola come turisti e che hanno partecipato alle sfilate e alle coreografie preparate da Candida Silvestri, ex atleta al livello nazionale, originaria di Ventotene e membro dello staff di organizzatori, insieme a Camelia Birlan, che ha coordinato il lavoro dietro le quinte e preparato le modelle.
Affiancando le modelle e gli artisti professionisti ospiti del Gran Galà, gli ospiti dell’isola con età compresa dai 5 - 70 anni, sono diventati loro stessi, per una serata, delle vere star fashion e dello spettacolo.
Gran Galà il balletto con i bambini dell'Isola e non solo. Costumi e direzione artistica di Elena Rodica Rotaru con coreografie della maestra Candida Silvestri.
Le bellissime modelle e i modelli che hanno sfilato, capitanate dalla madrina dell’evento, Giulia Ruggeri, hanno valorizzato in maniera impeccabile le creazioni dei designer, ricevendo gli applausi del pubblico entusiasta.
La giuria e le impressioni sull’evento
La giuria della gara degli stilisti, guidata dal presidente Cataldo Matrone (Comune di Ventotene), è stata composta da: Rosamaria Cucio, Presidente Pro Loco di Ventotene, Samuela Marinsaldi (stilista internazionale di moda capelli), Emanuele Vecchioli (esperto in cura dei capelli, promotore del Made in Italy e consulente di star internazionali), Massimo Meschino, fondatore e Patron di eventi nazionali, e Antonella Brini, cantante, protagonista di show televisivi come “Uomini e Donne” (Canale 5).
Massimo Meschino: “Fantastica serata finale organizzata con maestria da Elena Rodica Rotaru ed il suo staff. Sono stato ospite in giuria per la seconda volta a distanza di tre anni in cui l'evento è cresciuto e migliorato, dando sempre spazio a stilisti internazionali ed a modelle e modelli provenienti da varie parti d'Italia, tra cui anche vari partecipanti del Concorso Nazionale di integrazione sociale, bellezza e talento "Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo" di cui sono l'ideatore e Patron”.
Emanuel Vecchioli, esperto di cura dei capelli “Made in Italy” e consulente di star di livello internazionale, ha riassunto così l’evento: “Sono rimasto felicemente colpito da queste serate. Non sono stati presenti grossi marchi, che ormai conosciamo, ma piccole realtà di qualità, ed è stato proprio questo il valore dell’evento. Oggi, la vera esclusività la trovi proprio nei brand locali, che si possono acquistare soltanto in determinati posti, come i negozi monomarca di Ventotene! Abbiamo visto che c’è una creatività che va oltre gli standard della moda e li arricchisce. Inoltre ho apprezzato che sono stati coinvolte tutte le fasce d’età, perché la verità è che ormai non c’è età nel vestirsi, un ragazzino è fashion vestendo capi che consideravamo da “adulti” mentre un adulto può vestirsi “da ragazzo” senza che venga giudicato. Qui abbiamo assistito a una convivenza bella di tutte e tre le generazioni, durante tutte le fasi dell’evento”.
“I quattro stilisti in gara rappresentavano una grande varietà, abbiamo assistito a varie interpretazioni della moda, dal lato più aggressivo e accattivante, fino alla stilista vincitrice, che ha portato sul palco la moda classica rivisitata, con una sfilata culminata con l’immancabile abito da sposa bianco. Anche gli accessori realizzati a mano, pezzi unici, hanno sottolineato l’unicità di ogni articolo, una creatività che cambia e non è mai lo stessa” ha raccontato Samuela Marinsaldi, stilista internazionale di moda capelli e membro della giuria.
“Conoscevo quest’evento ma non avevo mai avuto l’occasione di partecipare.
Ma quest’anno, alla sua quinta edizione, ho avuto il piacere di presentare le prime due serate, dove ho potuto apprezzare le creazioni della stilista internazionale Elena Rodica Rotaru, organizzatrice promotrice e art director dell’evento e di alcuni negozi dell’isola . L’organizzazione è stata impeccabile la manifestazione è stata accolta da tutti gli isolani e i molti turisti presenti con grande piacere ed interesse .
Nella terza serata ho avuto l’onore di far parte della Giuria. E’ stata una giuria molto qualificata per il concorso dedicato ai designer. Ci sono stati nuovi stilisti emergenti a cui auguro un grande successo per il prossimo futuro! La serata è stata presentata ed animata dalla bellissima voce di Jano de Gennaro, attore e cantante e dall’elegante Letizia Trento. Aspettiamo con piacere la sesta edizione” - Antonella Brini, cantante, protagonista della trasmissione “Uomini e donne” (Canale 5)
Rosa Maria Cucio, Presidente Pro Loco Ventotene: “Un grande evento per una piccola isola, connubio meraviglioso, dove gli abiti stupendi erano messi in risalto dalle bellezze dei luoghi e nel contempo la sfilata esaltava gli scorci della nostra incantevole isola! Grazie a Elena Rodica Rotaru e al suo staff qualificato ed efficiente! Conoscevo e seguivo la manifestazione Fashion Week, giunta alla quinta edizione, e quest'anno ho avuto modo di viverla più da vicino, grazie all'invito a far parte della giuria (assieme ad altri giurati competenti), in qualità di Presidente della Pro Loco Isola di Ventotene, cosa per me davvero entusiasmante. Di sicuro posso dire che il livello degli stilisti è stato molto alto lasciando a noi della giuria un compito molto difficile, in quanto a mio avviso erano tutti meritevoli di vincere. Davvero tra le manifestazioni di spicco per Ventotene e ora non ci resta che aspettare la sesta edizione! Ad maiora!
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I negozi premiati: Emporio, Evaso di Gian Marco e Agnese, L’isola che non c’è, Semplicemente Gió e Le meraviglie del mare, Levante e La Perla, Le Rampe
Elena Rodica Rotaru vorrei sottolineare che ho premiato uguale tutto i sette negozi dell’isola che hanno sfilata il 18 Agosto in piazza chiesa . È de per questo ringrazio molto per la loro collaborazione.
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Sponsor ufficiali dell’evento: Hotel “Lo Smeraldo” e il Ristorante “Marisqueria” dell’hotel Isolabella.
Altri sponsor e collaboratori: Supermercato Sisa, Marilena Bãcanu -hairstyle , Candida Silvestri - Acquagym, 4C Premiazioni e Gioielleria Costantini -Guidonia, Afrodite , Mast’Aniello, Il Gabbiano, Candidaterra, Pro Loco di Ventotene, Diving World Ventotene , Manolo Ruggeri fotografo, MTM di Massimo Meschino, Dj. Pasquale e Jonathan Curcio
Partner Media: FashionLuxury.info, Rotarufashionblog, Miruna Cajvaneanu blog - Iromeni.com, Pandataria film, PaeseRoma quotidiano, Max International
Musica: Dj Jonathan e Pasquale Curcio
Elena Rodica Rotaru
Organizzare.
Ventotene Fashion Week, per me la quinta edizione, è sempre emozionante organizzare questo evento annuale a Ventotene, che parla di arte, moda e creatività.
Tre giorni di moda qui hanno regalato tante emozioni a negozi di abbigliamento, ristoranti, hotel e altre attività commerciali dell’isola.
Il 18 agosto l’apertura dell’evento Ventotene Fashion Week ha riunito tutti gli isolani e i turisti sul sagrato della chiesa per una tipica sfilata ventotenese...
Evaso da Gian Marco e Agnese Matrone,
L’Isola che non c’è di Valentina De Feo,
Semplicemente Gió e Le Meraviglie del mare di Giovanna Silvestri Andreina e Roberto Matrone,
La Perla e Levante di Fiorentina, Tila e Raffaele Taliercio,
Le Rampe di Luca Cupini, Emporio di Giovanna Assenso
La bellissima spiaggia, il mare, la barca e l’elegante abbigliamento sportivo per donna, uomo e bambino hanno fatto risplendere tutta la piazza della chiesa.
La seconda serata della fashion week si è svolta nel giardino dell’Hotel Lo Smeraldo Fashion Coco 5 di Elena Rodica Rotaru.
La mia sfilata con abiti eleganti e colorati ispirati al mio idolo CHANEL e ai viaggi che faccio è stata una serata meravigliosa, vorrei ringraziarvi di cuore, la quinta edizione davvero non sarebbe stata possibile senza di loro.. Santomauro Famiglia Fabio, Gerardo e Tonino...un contributo enorme.
L’ultima serata dell’evento, il 20 agosto in Piazza Castello di Ventotene, ha creato un momento di emozioni e di gioia.. l’apertura della Grande Tempesta con il balletto dei bambini dell’isola e non con le coreografie di Candida Silvestri e la regia del artisti e costumi di Elena Rodica Rotaru...
Il momento clou della serata per me è stato il balletto dei bambini, perché crescono con la settimana della moda. Perché questo evento si basa sulla sfilata di bambini, ragazzi/e, donne e uomini, professionisti e non, di ogni età e nazionalità.
Sono felice che questo progetto continui e si arricchisca ogni anno nella diversità di idee per illuminare i turisti che ritornano all’evento.
Il tema della quinta edizione è “Fashion Coco 5” black and white”
Ho presentato in anteprima i contendenti con la mia collezione di cinque modelli in bianco e nero.
Subito dopo il concorso di designer emergenti, brand, studenti di arte e moda e design.
Per me hanno vinto tutti perché hanno dimostrato il loro lavoro, la creatività e la passione artistica per la moda e altro ancora.
Grazie mille a Camelia Birlan per la suo grande professionalità di coreografia modelle/i e i stilisti come tutti gli anni lei che si occupa della coreografia fashion week.
Giorgia Beniamin Salib, studentessa di moda, mi ha davvero colpito con le sue creazioni fatte a mano, l’ho vista credere perché ha partecipato alla prima edizione come modella e quest’anno come stilista.
Arte di Ventotene sono oggetti realizzati a mano con pietre e fondi da Gea e Salvatore Schiano di Colella.
Hilda Falati è una designer con pluriennale esperienza nel mondo della moda e del design, le sue creazioni artistiche sono molto delicate dai tessuti preziosi allo stile imperiale.
Francesca Zappia, vincitrice della quinta edizione della settimana della moda di Ventotene “Vento Fashion” ha deliziato tutta l’isola con le sue creazioni per cerimonie e matrimoni.
un po’ difficile da valutare perché ognuno di loro ha dato il meglio del proprio lavoro.
Grazie a tutti i partecipanti, collaboratori, grazie al mio meraviglioso staff Candida Silvestri (coreografa, assistente Camelia Birlan, parrucchiera Marilena Băcanu, Letizia Trento (presentatrice) cantante/attore e direttore d’orchestra Jano di Gennaro, Giulia Ruggeri madrina dell’evento, fotografo ufficiale Manolo Ruggeri dell’evento, Annarita Matrone, Rosamaria Curcio, Jonathan e Pasquale Curcio, Emanuel Fizzotti, Luigia Aiello, Eugenia, Maria Santomauro e Pietro Fizzotti dell’Hotel Lo Smeraldo, Mina e Tonino, Fabio e Gerardo Santomauro del Ristorante Marisqueria.
Grazie mille per le due presentazioni serali ad Antonella Brini..
Le modelle ringraziano tutti i ballerini e le modelle:
Patrick Biondi model International da Sanremo a Dubai, Parigi, Londra ..
Giuseppe Leone vincitore del concorso Una Ragazza,Un ragazzo,Un bambino per lo spettacolo del 2022 di Massimo Meschino
Emanuele Vecchioli ex mister Italia
Giulia Ruggeri madrina dell’evento VFW, vincitrice del concorso Una ragazza,Un ragazzo e Un bambino per lo spettacolo del 2022 di Massimo Meschino
Stella Marini
Aurora Cinga -fascia Pandataria Film
Elisa Franzini- fascia Elena Rodica Rotaru
Cristina Di Felici -presentatrice e modella
Cristel Mollo
Sofia
Antonella Langella
Mariagrazia Garbarino
Chiara Marisa Cappucci
Giulia Mascolo
Grazie anche a i miei ospiti in giuria..
Cataldo Matrone consigliere comunale ed presidente della giuria,
Rosamaria Curcio
Antonella Brini
Emanuel Vecchioli
Marinsaldi Samuela
Massimo Meschino
Ringrazio molto per la collaborazione dei vestiti che ha sponsorizzato la stilista Rosanna Stega della Puglia.
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raffaeleitlodeo · 2 years ago
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E’ un anno che si combatte sul pianerottolo ucraino dell'Europa. Intanto, qui in Italia, chi credeva nella guerra sta commentando il festival di Sanremo. Chi non credeva nella guerra, sta commentando il festival di Sanremo. E Zelensky che fa? Passa? No, ma manda un testo scritto, magari lo leggiamo la notte, sul tardi. In compenso passa Mattarella, lui sì, autentica pop star: daje, cantiamo l'inno di Mameli tutt* insieme: siam pronti alla morte! La Ferragni com'è vestita? Ha parlato bene? Si possono prendere a calci le rose sul palco, oppure è diseducativo? Commenti sui giornali, commenti sui social, commenti ai commenti… e chi è un po’ stanco del festival, oggi, lo può alternare con le partite del campionato di calcio. Zaniolo se n'è andato? Dov'è finito lo striscione dei Fedayn? Se ricompare a Napoli “sarà guerra civile” (cit.). Forse la vita è anche questo: sedersi davanti alla tv, abituarsi più o meno a tutto ciò che ci scorre dentro, compresa la kermesse inter-nazionale della violenza. Le armi nucleari saranno usate? A chi spetta prendersi la Crimea? Sedersi davanti alla tv, e provare a dare un senso a quello che vedi. Le persone devono stare in carcere fino all'ultimo giorno di vita? Le vittime dei terremoti sono tutte uguali? Nel pianerottolo liquido dell'Europa c'è chi continua ad affogare, perché è nato dalla parte sbagliata del Mediterraneo. Ci riguarda?   Sedersi davanti alla tv, cercare un po’ di tranquillità. Almeno finché è possibile. Finché rimane ancora una porta Accostata Che ci separa (Malamente) Dai pianerottoli incasinati Dell'Europa Che non c'è.
Urbano Grandier, Facebook
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klimt7 · 2 years ago
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Ideologia o stupidità
Animalista?
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1) Abbattere gli orsi ?
2) Abbattere gli Animalisti ?
3) oppure, abbattere chi ha reintrodotto sulle Alpi italiane, gli orsi sloveni, senza avere mai compreso che in molte vallate ormai intensamente antropizzate, è molto complicato, far convivere le esigenze contrapposte degli animali predatori selvatici e della popolazione umana?
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Gli orsi possono sopravvivere senza creare grossi problemi, solo in ambienti scarsamente popolati dagli umani: tipo in Canada, in Siberia e per ciò che riguarda l'Europa, solo in alcune zone dei Carpazi, dei monti Tatra, nei monti Urali in Russia, oppure in Scandinavia dove vi sono zone con densità di popolazione di 10 abitanti per chilometro quadrato e addirittura inferiori a 2, nei distretti più settentrionali della Norvegia.
Diversamente, si va incontro ad una duplice strage: di orsi e di esseri umani.
Sono dati oggettivi, reali. Coi quali, è inevitabile fare i conti.
La Politica ha il compito di gestire i molteplici interessi delle due comunità: gli orsi e le persone.
E nella seconda comunità, sono da considerare, sia i residenti delle vallate alpine, che i turisti che frequentano abitualmente le Alpi (Baviera, Francia, Svizzera, Austria, Slovenia e Italia).
Ma di tutto questo, non c'è traccia nei documenti della Provincia Autonoma di Trento che doveva gestire il piano di ripopolamento dell'orso nelle Alpi.
L'autorità politica, come uno struzzo, in questi ultimi 20 anni, ha messo la testa sotto la sabbia, evitando di definire un numero massimo di orsi, compatibile con la popolazione umana presente.
E ciò ha portato all'attuale numero di orsi, (stimabile in 120 esemplari) chiaramente insostenibile per i territori di Bolzano e Trento.
Ora, pensare di potersi schierare solo dalla parte degli Orsi, a prescindere da tutto il resto, come fanno i cosiddetti "Animalisti", è ingenuo e distopico: fuori dalla realtà, dalla storia e dal buon senso.
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Il problema va affrontato considerando tutte le variabili in gioco: compresa la possibilità di trasferimento e di abbattimento.
Gli animali selvatici sono da gestire con cura e da monitorare con attenzione, evitando sempre, il sovrappopolamento.
In molti casi, sono da gestire in ambienti rigorosamente protetti, come i Parchi, e non reintrodotti a caso e poi abbandonati al loro destino, finchè non diventano un problema di sicurezza e ordine pubblico.
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