#insegnamento a distanza
Explore tagged Tumblr posts
pier-carlo-universe · 7 days ago
Text
Processi di Globalizzazione e il loro Impatto sull'Educazione nelle Condizioni Moderne
Annotazione: Questo articolo analizza i processi di globalizzazione e il loro impatto sul sistema educativo nelle condizioni moderne
Annotazione: Questo articolo analizza i processi di globalizzazione e il loro impatto sul sistema educativo nelle condizioni moderne. L’aumento del flusso informativo, l’intensificazione delle interazioni culturali e lo sviluppo delle tecnologie innovative portano sia nuove opportunità che sfide nel processo educativo. L’articolo confronta i metodi tradizionali e moderni di educazione,…
0 notes
susieporta · 26 days ago
Text
"IO PARLO AI MURI!" (Jacques Lacan, 1971)
Chi è un maestro? Il vero maestro non è colui che si propone come modello esemplare. Il vero maestro è tale solo se sa 'parlare ai muri'. Parlare ai muri è la condizione strutturale di ogni insegnamento perché in ogni insegnamento è in gioco una impossibilità: quella di una trasmissione integrale, senza resti, trasparente del sapere. Un vero maestro è colui che lascia che si faccia ciò che si vuole del suo insegnamento, senza pretese paradigmatiche, né di tipo conoscitivo, né di tipo morale.
Un vero maestro è chi non pretende di insegnare ma si presta come mezzo del passaggio del sapere, che è sempre un mezzo transferale, erotico ma anche eretico.
"Io parlo ai muri" è il titolo che Jacques Lacan diede alla serie di seminari che tenne all'Ospedale Sainte-Anne di Parigi, tra il 1971 e il 1972, per ricordare che nella trasmissione del sapere c’è sempre un ostacolo in gioco, una lontananza, una distanza irrecuperabile, un muro, appunto. Ed è proprio questo muro che rende fertile un sapere non imposto, ma proposto come vettore erotico.
3 notes · View notes
acciaiochirurgico · 1 year ago
Text
quindi, ex migliore amica di quando avevo quattordici anni a distanza e con la quale ho SOLO ed ESCLUSIVAMENTE un rapporto epistolare (non ironicamente, NON ironicamente) perché di punto in bianco ha smesso di rispondermi (motivo per il quale dopo sei anni di amicizia ad oggi è una EX amica ma okay) dopo non aver risposto a metà delle mie lettere avendomi fatto così iniziare una sorta di rapporto catartico con la scrittura liberatoria manco fossi in collateral beauty dove scrivo unicamente per allentare la testa consapevole di star parlando da sola, bella e buona, mi manda un messaggio chiedendomi di vederci a Milano.
quindi, si, ricapitolando: Sofia, io non ti sento ne ti vedo dal 2018 ultimo anno in cui non si sa come siamo riuscite a messaggiarci il tanto che basta da avermi convinita a venire da te a Torino dopo quasi due anni che non ti sentivo -senza averne effettivam capita la ragione- per chiarire fallendo miseramente perché dopo una settimana passata assieme come culo e camicia che pareva non ci fossimo lasciate mai una volta tornata a casa hai di nuovo smesso di farti sentire e rispondere lasciandomi ancora più confusa mi chiedi di vederci a Milano (che si trova a 300km da me e ad un'ora di viaggio da te), io ti dico di sì perché sono masochista e legata al passato in un modo così intimo ma al tempo stesso selvatico che solo una del segno della vergine può capire e tu,
smetti di rispondere? sparisci - ti dissolvi - ma cosa mi aspettavo di preciso scusa? - no dico veramente cosa? - e mi chiedo se mi risponderai la mattina stessa del giorno in cui ci dovremmo vedere o magari saresti così fenomenale da non rispondermi nemmeno in quella circostanza lasciandomi vagare per Milano centrale finché avvolte dalla magia delle nostre fiamme gemelle o qualsiasi altra forma karmica di amore che pratichi tu e altre settantanovemila ragazze della nostra generazione annoiata che si vuole sentire ancora giovane pratica ci dovremmo trovare - riconoscere - sorridere tra la folla mosse dal nobile insegnamento tumblr versione 2013 che non importa dove ne come ma riconosci chi ami in mezzo anche a mille persone? - chiedo solo - no dico perché magari io faccio il biglietto mi aspetto di trovarti lì e dopo aver passato mezza giornata da sola in una città tra le più pericolose per una giovane donna torno a casa con 80€ di biglietti in meno nelle tasche, capì? - quindi chiedo solo, è lecito - ma soprattutto, a che ora? e quando torniamo? e specialmente: cosa facciamo? aspettiamo? e se aspettiamo chi aspettiamo? - lo vedi? chiedere è lecito- comunque se facessi i biglietti ora pagherei metà del prezzo ma se poi tu non mi rispondi o mi dai buca, chi mi rimborsa? - emotivamente, intendo. - comunque capisco, ottima mossa, tutto vorremmo capire come trattare gli altri come fossero pedine e devo dire che tu sei fotonica in questo.
ma quindi,
a che ora ci vediamo?
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
3 notes · View notes
alishin911 · 2 months ago
Text
Mondo Scuola
 Mondo Scuola: Un Viaggio nell'Universo Educativo
Il Mondo Scuola è un termine che abbraccia tutti gli aspetti dell’educazione, dalle scuole primarie fino all’università, includendo ogni fase dell’apprendimento e tutte le risorse a disposizione per favorire una formazione di qualità. Comprende non solo gli istituti scolastici, ma anche gli strumenti didattici, i metodi di insegnamento, e le innovazioni educative che contribuiscono alla crescita delle nuove generazioni.
Le Fasi del Mondo Scuola
Il percorso educativo in Italia, come in molte altre nazioni, si sviluppa attraverso varie fasi:
Scuola dell'Infanzia: Un primo approccio all'apprendimento, che include giochi, attività creative e l’inizio della socializzazione.
Scuola Primaria: Inizia l’insegnamento formale di materie fondamentali come italiano, matematica, scienze e storia, con un’attenzione alla formazione dei valori e delle abilità sociali.
Scuola Secondaria di Primo Grado (Medie): Questo ciclo rappresenta un passo decisivo nella crescita degli studenti, introducendo materie più complesse come le lingue straniere e le scienze.
Scuola Secondaria di Secondo Grado (Superiori): Le scuole superiori permettono agli studenti di specializzarsi in vari settori, come licei, istituti tecnici o professionali, preparandoli per l'ingresso nel mondo del lavoro o per l'università.
Università e Istituti Superiori: Per chi desidera proseguire con gli studi, l'università rappresenta una fase di specializzazione, con la possibilità di acquisire una laurea triennale o magistrale, e accedere a master e dottorati di ricerca.
Le Risorse del Mondo Scuola
Oltre alle scuole e università, il Mondo Scuola comprende una vasta gamma di risorse che aiutano gli studenti a imparare e a crescere:
Libri di Testo e Materiale Didattico: Gli strumenti fondamentali per l'apprendimento, che vengono costantemente aggiornati per rispondere alle esigenze pedagogiche moderne.
Tecnologia e Strumenti Digitali: La digitalizzazione ha trasformato l’educazione, con piattaforme online, strumenti di e-learning, e dispositivi che rendono l'apprendimento più accessibile e interattivo.
Corsi e Formazione Extra-scolastica: Molti studenti e adulti ricorrono a corsi online, laboratori e seminari per approfondire determinate materie o acquisire nuove competenze.
I Metodi Educativi nel Mondo Scuola
Il Mondo Scuola è in continua evoluzione, e i metodi di insegnamento si stanno adattando ai cambiamenti tecnologici e alle nuove esigenze sociali. Alcuni dei metodi più innovativi includono:
Didattica Attiva: Approcci che incoraggiano la partecipazione attiva degli studenti, come il problem-solving, il lavoro di gruppo, e le discussioni in classe.
Apprendimento Online e a Distanza: Con la pandemia di COVID-19, molte scuole e università hanno adottato l’insegnamento online, una modalità che continua a essere una risorsa fondamentale per l’educazione moderna.
Educazione Inclusiva: Un approccio che mira ad adattare l'insegnamento alle diverse esigenze degli studenti, creando ambienti scolastici che accolgano tutti, indipendentemente dalle loro capacità e background.
Il Futuro del Mondo Scuola
Il Mondo Scuola sta cambiando rapidamente, con un crescente focus sull’innovazione, la sostenibilità e l'inclusività. Le scuole del futuro saranno sempre più digitalizzate, interattive, e orientate al pensiero critico e alle competenze trasversali, preparando gli studenti a vivere e lavorare in un mondo globale e in continuo cambiamento.
Tecnologie Emergenti: L'uso di intelligenza artificiale, realtà aumentata e virtuale potrebbe rivoluzionare il modo in cui gli studenti apprendono e interagiscono con i contenuti.
Educazione Sostenibile: La crescente attenzione verso la sostenibilità e l'ambiente influenzerà i programmi scolastici, con un focus su materie come la scienza ambientale e l'educazione civica.
Personalizzazione dell'Apprendimento: Le piattaforme di e-learning e l'uso di algoritmi intelligenti permetteranno di personalizzare l’esperienza educativa, rispondendo meglio alle necessità individuali degli studenti.
Conclusioni
Il Mondo Scuola è un universo vasto e dinamico, che comprende tutte le risorse e gli strumenti necessari per favorire l’apprendimento e lo sviluppo delle nuove generazioni. Con l’evoluzione continua della tecnologia, dei metodi di insegnamento, e della pedagogia, il futuro dell’educazione si prospetta sempre più interattivo, inclusivo e orientato alle sfide globali.
Che tu sia uno studente, un insegnante, o un genitore, il Mondo Scuola offre opportunità infinite per crescere, imparare e prepararsi al futuro.
0 notes
agrpress-blog · 1 year ago
Text
Il 2° Rapporto sulla Scuola e l’Università, presentato dall'Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali (Eurispes), offre un'analisi approfondita sullo stato attuale del sistema educativo italiano. Il Presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara, sottolinea la persistenza di sfide strutturali e criticità nel sistema educativo, evidenziando l'urgenza di riforme strutturali per affrontare i cambiamenti epocali che l'educazione sta affrontando. Sfide Strutturali e Critiche del Sistema Educativo: Burocrazia Straripante: Una media del 93% dei docenti lamenta che la burocrazia è diventata un ostacolo significativo, distogliendo l'attenzione dal ruolo formativo. Investimenti Insufficienti: Quasi l'87% degli insegnanti ritiene che gli investimenti nell'istruzione siano insufficienti, una preoccupazione diffusa tra le diverse fasce scolastiche. Riforme Incomplete: Nel corso degli ultimi vent'anni, numerose riforme sono state avviate ma spesso abbandonate o smontate, contribuendo a una mancanza di continuità e stabilità nel sistema. Impatto della Pandemia: L'esperienza della pandemia ha portato riflessioni miste sull'istruzione a distanza (DaD), con il 55,7% dei docenti segnalando aspetti sia positivi sia negativi. Situazione nelle Scuole Primarie e Secondarie: Problemi Strutturali: Sovraffollamento delle classi, carenze nella presenza di mediatori interculturali e psicologi, e una governance degli istituti scolastici critica sono alcuni dei problemi evidenziati. Richiesta di Innovazione: Gli insegnanti desiderano una maggiore integrazione delle discipline STEM nei programmi di insegnamento e una maggiore utilizzazione delle tecnologie educative. Critiche al Sistema di Valutazione: Circa il 61% degli insegnanti delle primarie e medie si dichiara insoddisfatto del sistema di valutazione basato sui voti. Situazione nelle Scuole Superiori: Percezione di Disparità: Il 77,4% degli insegnanti delle superiori ritiene che ci sia ancora una cultura che considera gli istituti tecnici e professionali come percorsi formativi "di serie B". Educazione Universitaria: Il 97% dei professori universitari considera l'insegnamento in presenza come fondamentale, esprimendo un'opinione negativa verso le Università telematiche. Progetto Erasmus: La maggioranza dei professori ritiene importante, se non prioritario, l'ampliamento delle opportunità di partecipazione al progetto Erasmus, soprattutto per gli studenti economicamente svantaggiati. Il rapporto evidenzia la necessità di affrontare le sfide attuali e future, sottolineando che l'istruzione rappresenta il futuro dell'Italia. Concludendo, Gian Maria Fara si dice fiducioso nel buon uso dei finanziamenti del PNRR per migliorare il sistema educativo italiano, sottolineando che investire nell'istruzione è cruciale per la crescita del paese.
0 notes
cromodinamica · 1 year ago
Text
Indovina chi viene a scuola? Rom, sinti e caminanti
Nel nostro Paese tanti bambini e adolescenti sono in un limbo. Capita su vari fronti della vita sociale, spicca sul fronte scolastico: dall'accesso al sistema educativo pubblico ai metodi di insegnamento, dall’accoglienza in classe al diritto/dovere di frequentare la scuola dell’obbligo, fino all’opportunità di imparare correttamente la lingua italiana. Chi sono questi ragazzini? Sono gli alunni della comunità romanì, nei documenti burocratici definiti “rom, sinti e caminanti” (questi ultimi formano una piccola comunità radicata in Sicilia).
Il 2 agosto del Grande Divoramento
Sebbene siano, salvo una piccola frazione extra-comunitaria, cittadini italiani o di vari Paesi dell’UE, vengono trattati come “migranti” e “clandestini”. Anzi, spesso sono considerati “più stranieri” dei migranti, nonostante i loro antenati siano arrivati in Europa, quindi in Italia, tra XV e XVI secolo (forse prima), dopo una lenta migrazione dall’India settentrionale. Non è questa la sede per ricordare nei dettagli la terribile persecuzione di cui rom e sinti sono stati vittime: la Germania nazista, con il sostegno dell’Italia fascista e di altri regimi alleati, ne ha sterminati più di mezzo milione, in un olocausto denominato in lingua romanì Porrajmos (significa ‘grande divoramento’) e ricordato il 2 agosto, sebbene pochi lo sappiano. Così come richiederebbe molto spazio un resoconto della discriminazione tuttora in corso, in un groviglio di pregiudizi. Di certo, rappresentano oggi la minoranza più discriminata.C’è il rischio, tra gli altri, che in Italia i più giovani (i minorenni sono il 60%) non solo non arrivino alla fine della scuola dell’obbligo, ma non la frequentino affatto. I dati sulla loro scolarizzazione sono diversi a seconda della fonte, perché non c’è una visione generale. Di certo, nelle scuole di alcuni Comuni varie prestazioni legate al diritto allo studio (refezione, sostegno ai disabili, borse di studio) sono negate, perché non risultano residenti. In alcuni istituti scolastici il minorenne romanì (italiano o straniero) viene segnalato come “nomade” e gli stessi ministeri usano spesso la parola “nomadi”, sebbene solo il 3% lo sia davvero. I problemi maggiori nascono nei cosiddetti (ci risiamo…) “campi nomadi”, dove vivono circa 26.000 persone, il 20%: è chiaro che abitare in una baraccopoli – di solito scollegata da scuole e centri abitati – contribuisce a rendere difficile una frequenza regolare.
Pandemia e dispersione scolastica
La dispersione scolastica è stata resa ancora più allarmante, tra 2020 e 2021, dall’emergenza sanitaria, con la fine delle lezioni “in presenza” e, come è intuibile, con problemi ancora maggiori per questi ragazzini, rispetto ad altre fasce svantaggiate, nell’utilizzo della didattica a distanza (Dad). Soprattutto all'interno dei campi. Ci sono stati casi virtuosi di docenti e assistenti sociali che, in alcune aree metropolitane, hanno cercato di rimediare. Tuttavia, oltre a computer e tablet, per svolgere la Dad servono energia elettrica, connessioni decorose al Web, competenze tecniche da parte degli adulti. Nelle baraccopoli non sempre ci sono e questo crea ulteriore dispersione scolastica. Infatti, una volta riaperte le aule, è capitato – a Roma per esempio – che 4 bimbi su 10 non siano rientrati. Eppure una recente indagine demoscopica – dedicata alla loro scolarizzazione e svolta da SWG per conto del “Movimento Khetane, rom e sinti per l’Italia” – svela, fra l’altro, che i due terzi dei genitori ritengono la scuola utile per aprire prospettive lavorative e sociali ai figli. Quindi l’emarginazione pesa più della supposta scarsa disponibilità a favorire l’istruzione.
I sentimenti antizigani degli italiani
Per inquadrare la portata della questione è opportuno un chiarimento sui numeri presunti della comunità. Presunti perché non esiste – per fortuna – un censimento su base etnica (sebbene nel 2018 l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini avesse tentato una schedatura con scopi repressivi), contrario all’articolo 3 della Costituzione e a varie convenzioni europee e internazionali. Rom e sinti in Italia sarebbero 140.000 (è il dato medio valutato, sulla base di dati ufficiosi, dal Consiglio d’Europa), quindi lo 0,25% della popolazione, una delle percentuali più esigue nel continente; mentre i sentimenti antizigani degli italiani sono i più alti (82%). Nonostante luoghi comuni e pregiudizi, spesso eccitati da certa politica e da certi media, la stragrande maggioranza (4 su 5) sta in abitazioni convenzionali e conduce una vita normale. Come già segnalato, solo il 3% è effettivamente nomade; mentre nei “campi nomadi” vive (o è costretto a vivere) uno su 5, in gran parte con la residenza anagrafica. Secondo l’European Roma Rights Centre, nel 2010 la metà dei rom e sinti risultava formata da cittadini italiani; un quarto da quelli di Paesi dell’UE; gli altri erano originari di Stati continentali extra-UE. Insomma, sono parte integrante dell’Europa premoderna, moderna e contemporanea.
Dialetti del romanés e italiano
Torniamo così agli alunni rom e sinti che frequentano le nostre scuole: al di là delle difficoltà citate, esiste anche un aspetto che lega questioni linguistiche a questioni didattiche. Nel senso che per questi bimbi l’italiano spesso è la seconda lingua, dato che in famiglia si usa (sempre nel 50% dei casi, parzialmente negli altri) uno dei dialetti del romanés, lingua neo-sanscrita, tradizionalmente tramandata solo oralmente (anche se stanno nascendo, per ora a livello dei loro intellettuali, un sistema di scrittura condiviso e una lingua standard, strumenti necessari anche per raggiungere un riconoscimento politico-culturale).
Bilinguismo sottrattivo e bilinguismo additivo
Di certo, una lingua-madre che si tramanda per via orale – una delle poche oggi rimaste – richiede “una diversa impostazione di glottodidattica interculturale” sul fronte della scolarizzazione. Lo scrive – in un articolo su EL.LE – Paola Desideri, fino al 2020 professoressa ordinaria di Didattica delle Lingue moderne all’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, che si è addentrata in un campo poco studiato. Spiega che a scuola, “nel rispetto del pluralismo delle differenze, il primo passo è quello di riconoscere l’alterità del mondo” dei rom e sinti, “senza pretendere di reprimerlo o di cancellarlo; anzi proprio questo mondo tanto contrapposto, se conosciuto, può diventare la base per una corretta educazione linguistica in italiano L2 (seconda lingua, ndr)”. La professoressa sostiene che “la scuola non può esimersi dal prendere in carico la questione dell’alunno rom, con tutte le problematiche linguistiche e socioculturali che comporta. In primo luogo, bisogna porsi il problema di convertire il cosiddetto ‘bilinguismo sottrattivo’ tipico delle minoranze – che comporta un depauperamento della L1 (prima lingua, ndr) minoritaria, priva di qualsiasi prestigio sociale e completamente assente nella scuola – in ‘bilinguismo additivo’, il quale, al contrario, non va a discapito della lingua madre, ma anzi rappresenta per il soggetto una forma di arricchimento”.
Il metodo fonico-sillabico
La linguista indica, tra gli strumenti inclusivi che possono favorire con efficacia il processo di apprendimento, il cooperative learning (gli studenti apprendono in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente), il learning by doing (l’imparare facendo) e la didattica laboratoriale. Sono volti a “sviluppare la cooperazione tra pari, le abilità relazionali, il miglioramento del clima di apprendimento e la rivalutazione delle attitudini dell’alunno, in poche parole la crescita interculturale dei soggetti”. Precisa: “Il learning by doing sembra la strategia didattica più efficace per imparare attraverso la manualità, cioè attraverso attività pratiche tali da migliorare la ‘funzione euristica’ e il potenziamento linguistico-cognitivo”. Inoltre, secondo Paola Desideri, per “l’alfabetizzazione dei bambini rom” è preferibile usare “il ‘metodo fonico-sillabico’, perché valorizzando l’articolazione fonetica si dimostra adatto per questi soggetti con una L1 esclusivamente orale”. Inoltre, “uno strumento molto utile per favorire la strutturazione del pensiero e la condivisione dei significati è la costruzione di mappe concettuali, gioco che appassiona i bambini e li stimola a confrontarsi”.
La formazione degli insegnanti
Tuttavia la linguista segnala altri due problemi. Uno riguarda la formazione dei docenti al confronto con rom e sinti. “Il problema esiste sicuramente, non solo per questi ragazzini ma anche per quel che riguarda bimbi di altre etnie”, afferma, dialogando con Treccani.it. “È chiaro che gli insegnanti dovrebbero possedere le conoscenze e le competenze necessarie per gestire tali situazioni. Purtroppo le hanno raramente”. La conferma indiretta arriva dalla ricerca “Gli insegnanti degli alunni rom e sinti. Un'indagine nazionale”, svolta alcuni anni fa sulla base di un questionario. Alessandro Vittorio Sorani, su Quaderni di Sociologia, fa notare che gli stessi docenti intervistati percepiscono “come insufficiente la formazione in loro possesso”. Ciò è accompagnato da una “percezione stereotipata dei rom/sinti come entità culturale”, tanto che il 77,4% degli insegnanti dà un giudizio negativo sull’influenza determinata dalla presenza in aula di quegli alunni.
Una minoranza linguistica non riconosciuta
I ragazzi rom e sinti si trovano però svantaggiati anche per una questione cruciale di ordine giuridico (frutto di scelte politiche) con pesanti ripercussioni nell’ambito scolastico e istituzionale: si tratta, spiega la professoressa Desideri, della “negazione dei diritti linguistici alla minoranza alloglotta rom/sinta da parte della Legge 482 del 15 dicembre 1999 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche, ndr)”. Spiega: “Dopo un lungo e controverso iter parlamentare durato diversi anni, tale legge riconosce e tutela soltanto dodici lingue minoritarie storiche e territorializzate. Tra queste è assente il romanés, che è indubbiamente una minoranza storica, in quanto presente in Italia da almeno seicento anni, ma non territorializzata... Il pretesto della mancanza della delimitazione e della definizione territoriale ha dunque deprivato le comunità di usufruire delle disposizioni e delle forme di tutela a tutti i livelli, tra cui il legittimo diritto di adottare il romanés nelle occasioni istituzionali e di disporre dei mediatori linguistico-culturali, quanto mai indispensabili nell’ambito scolastico”. Dovrebbero pretendere questo riconoscimento pure i gagi (gagé indica nella lingua romanì i “non-rom”). Purtroppo, sebbene qualche proposta legislativa sia stata avanzata, da 22 anni è tutto fermo, probabilmente anche perché la presunta “diversità” di rom e sinti italiani fa comodo alla propaganda di certa politica.
Dalla negazione all’affermazione
Eppure, dice a Treccani.it Eva Rizzin, sinta italiana, “la scolarizzazione è sicuramente la chiave della futura emancipazione delle nuove generazioni rom e sinte”. Anche lei, nata nel 1977, parente di tante vittime dei lager nazisti, ha dovuto affrontare molti pregiudizi quando andava a scuola. Oggi è dottore di ricerca in Geopolitica, responsabile scientifico dell’Osservatorio nazionale sull’Antiziganismo presso il CREAa dell’Università Verona. Nell’ultimo libro che ha curato – Attraversare Auschwitz. Storie di rom e sinti: identità, memorie, antiziganismo, pubblicato nel 2020 – ci sono le testimonianze di tante persone della comunità; inclusi i ricordi scolastici, quasi sempre dolorosi. C’è anche il suo, che ha un lieto fine: “Mia mamma e i miei zii… negli anni Sessanta… hanno dovuto frequentare le ‘Lacio Drom’, le ‘classi speciali per zingari’... Spesso relegati nei sottoscala, con orari differenti dagli altri... Si sentivano degli appestati ed alla fine rifiutarono di andarci… Mia madre è rimasta analfabeta, ma ha sempre avuto la forza e la consapevolezza di affermare che il riscatto per me e per tutti i sinti potesse e dovesse passare dalla scuola”. Continua la dottoressa Rizzin: “Anch’io ho scoperto di essere ‘zingara’ (nome imposto dall’esterno che rom e sinti rifiutano, ndr) il primo giorno di scuola, quando alcune compagne mi dissero che non potevo giocare con loro. La maestra fu eccezionale e mi portò per mano a giocare… Dopo l’adolescenza… sono riuscita a passare dalla negazione all’affermazione, con quella grande consapevolezza che devo a mia madre e a tutta la mia famiglia”. Poi la maturità, la laurea in Scienze politiche (110 e lode) e il dottorato, con la prima tesi sulla sua comunità e l'altra sull’antiziganismo: “La cosa che ricordo con più affetto è naturalmente mia madre il giorno della discussione della tesi di laurea, ma anche l’aula magna dell’università affollata di sinti. ...C’erano con l’orgoglio di chi attendeva un riconoscimento per tutta la comunità e non solo per me”. Non possiamo che augurarci, tutti, un futuro così.
1 note · View note
londranotizie24 · 2 years ago
Text
L'italiana Media Engineering porta a Londra gli avatar per l'e-learning
Tumblr media
Di Pietro Nigro @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND La società romana Media Engineering presenta i suoi ologrammi a Learning Technologies, la fiera più importante del mondo dedicata all'apprendimento a distanza in ambito lavorativo, in programma a Londra il 3 e il 4 maggio 2023. Gli ologrammi italiani per l'insegnamento a distanza sbarcano a Londra La creatività Made in Italy e spesso alla base dell'innovazione in diversi settori della produzione, anche di quelli più tecnologicamente avanzati. È il caso della Media Engineering, startup italiana ma dal no è inglese e dalla vocazione internazionaule, che ha pensato di applicare n innovativo ologramma ai moderni sistemi di insegnamento a distanza e che partecipa all'evento Learning Technologies. In programma il 4 e 4 maggio a Londra, e con oltre 200 espositori venuti da ogni parte del mondo, Learning technologies è il più importante evento espositivo dedicato all'apprendimento a distanza in ambito lavorativo e si propone di accompagnare l’e-learning verso un’integrazione tecnologica sempre più all’avanguardia. La necessità continua di formarsi, la possibilità di farlo da remoto e l’accessibilità dell’apprendimento a distanza hanno reso l’e-learning uno dei settori più futuribili in assoluto. Secondo i dati di Research and Markets, considerato il più grande archivio di ricerche di mercato al mondo, questo settore raggiungerà i 325 miliardi di dollari di valore complessivo entro il 2025. E anche in Italia il settore è in forte crescita, visto che l‘industria dell’e-learning vale già oggi 19 miliardi di euro e rappresenta un’innovazione chiave nell’ambito della formazione aziendale e professionale. Media Engineering è nata a Roma nel 2002 dall’intuizione degli Ingegneri Antonio e Gianluca Franzese, e affianca al proprio know-how ingegneristico, creatività e multimedialità proprio per rispondere alle nuove esigenze delle imprese. Attraverso la realizzazione di software e applicazioni all’avanguardia, progettazione di e-Learning Management System 3D e Gamification, l’impresa italiana ha un obiettivo ben preciso: innovare, immaginare una nuova visione del futuro e creare soluzioni tecnologiche per le aziende che puntano a una comunicazione digitale integrata a 360 gradi. Con Media Engineering il formatore aziendale diventa un avatar “Anche quest’anno – racconta Franzese – saremo presenti con uno stand insieme al nostro partner di Londra ARuVR, e presenteremo un esempio di integrazione tra realtà virtuale, aumentata e olografia. Per ... Continua a leggere su www. Read the full article
0 notes
ilsimplicissimusblog · 5 years ago
Text
La scuola pubblica agli sgoccioli
La scuola pubblica agli sgoccioli
Tumblr media
Come ci si poteva facilmente immaginare a settembre le scuole o comunque molte scuole di ogni ordine e grado, università compresa, rischiano di non riaprire perché come dicono i sindacati “non ci sono le condizioni”. E quali sarebbero? Distanziamenti in aula, classi ridotte, mascherine nocive, banchi gabbietta da 300 euro ciascuno ( che cos’ ci si abitua subito alla futura condizione umana) ,…
View On WordPress
3 notes · View notes
drjacked · 4 years ago
Text
" Perché certe persone non si accorgono di quanto ci pesano sul cuore? Perché ci entrano dentro all'improvviso? Perché si siedono così, a peso morto, come se il nostro cuore fosse un vecchio divano sfondato? Ci vorrebbe una legge che stabilisca i tempi minimi di conoscenza prima di poter parlare di amore "
23 notes · View notes
itsmyecho · 6 years ago
Text
Mi sto privando di tante cose, forse per punirmi o forse per stare meglio.
Itsmyecho
201 notes · View notes
ticers · 3 years ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
CERCA I VIDEO SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE.
Tumblr media Tumblr media
0 notes
pier-carlo-universe · 2 months ago
Text
Moderni mezzi tecnici di insegnamento: un nuovo approccio per un’istruzione innovativa
Come le tecnologie educative stanno rivoluzionando il processo educativo con strumenti digitali e multimediali
Come le tecnologie educative stanno rivoluzionando il processo educativo con strumenti digitali e multimediali. Nell’era della globalizzazione e del progresso tecnologico, il settore educativo si trova a un punto di svolta. L’introduzione di moderni mezzi tecnici, come lavagne interattive, piattaforme digitali, sistemi di apprendimento a distanza e tecnologie di realtà aumentata, sta…
0 notes
susieporta · 2 years ago
Text
Quando ci ammaliamo, e tendiamo la mano agli altri, a volte possiamo essere bombardati di consigli e opinioni.
A volte chiediamo opinioni e consigli altrui e loro gentilmente li offrono, e a volte le loro opinioni e consigli sono utili.
Ma a volte ci vengono date opinioni e consigli senza il nostro consenso. Altri ci diagnosticano a distanza. Giocano al medico in poltrona, al terapista o allo psicologo. Pensano che ciò che ha funzionato per loro debba funzionare per noi. Ci danno soluzioni riduttive, troppo semplicistiche o in bianco e nero.
Nella peggiore delle ipotesi, ci gasano e bypassano spiritualmente la nostra verità, vergognandoci e incolpandoci di essere malati, scaricandoci addosso la loro stessa paura e frustrazione, dogmi e auto-giudizi - in altre parole, scaricando su di noi le loro parti non guarite, e il loro stesso bisogno di essere insegnanti e guru e autorità su malattia e salute, illuminazione e guarigione.
Essere malati, vulnerabili e spaventati è già abbastanza difficile, ma sentirsi dire che...
- è tutta colpa tua
- l'hai "creato"
- lo stai facendo per "attenzione"
- hai "inconsciamente" desiderato essere malato
- tutto è dovuto al karma o allineamento dei pianeti o al dolore represso o alla rabbia
- è tutto semplicemente un trauma che si manifesta nel corpo
- tutto dovuto ai tuoi "rapporti disfunzionali con mamma e papà"
.... è, diciamo così.... tutto un altro livello da navigare....
Alcuni - amici, guide, guaritori, medici, terapeuti - ti ascoltano, ti confermano, ti credono e vogliono davvero il meglio per te. Altri dicono di volere il meglio per te ma vogliono davvero il meglio per se stessi. Vogliono essere il Saggio che ti cura. Vogliono essere l'esperto che ha ragione. Vogliono dimostrare l'efficacia della loro medicina, il loro metodo, il loro processo, la loro indagine, il loro insegnamento spirituale, la loro discutibile "scienza", la loro traballante "guida" spirituale.
La crisi fa emergere tutti i salvatori e i messia, i leader della setta e i guru.
La crisi rivela anche chi sono i veri amici e sostenitori, la famiglia e i campioni.
La crisi è devastazione, ed è un'opportunità. E' una frantumazione, e un'apertura per la luce.
È una morte, e una potenziale rinascita.
Nella verità. In amore.
In una nuova visione.
Lascia che la tua più profonda saggezza interiore sia la tua guida. Radunatevi intorno a voi saggi amici e guaritori, esperti gentili e abili, coloro che hanno veramente a cuore i vostri interessi.
- Jeff Foster
5 notes · View notes
michelenigrowordpresscom · 4 years ago
Text
Lamento degli amnesici mascherati
Lamento degli amnesici mascherati
Siamo stati forgiati nella fucina della solitudine,non chiediamo aiuto mentre affoghiamonon emettiamo suono alcunoperché preferiamo il silenzio anche in punto di morte.Senza chiedere l’elemosina del consensomaciniamo chilometri dolentitra gli inciampi del buongiornoe gli inganni della sera,coltiviamo amori insonnicome lucciole per un domani dei sensi.Ma è il confine della vita persa e dei colori…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
artide · 3 years ago
Text
Mi ero ripromesso di non scrivere oggi per il 27 gennaio ma mi trovo costretto complice il fatto che oggi non sono a scuola e non posso fare lezione. Ma è proprio questo il punto. Qualche giorno fa mi arriva una mail della: "commissione di educazione civica" che ha pianificato dall'alto gli interventi da somministrare agli alunni di tutta la scuola e i materiali dai quali attingere. Trovo sia aberrante che si metta il naso sull'insegnamento che dovrebbe essere scevro da qualsiasi influenza e libero. Nel 2020 ho fatto il mio tour della memoria trascorrendo in Polonia dieci giorni, girando per i campi, per i ghetti ed i musei e scoprendo cose che non sapevo e che nella narrazione a cui siamo abituati passano inosservate. Non parlo certo di negazionismo ma di alcuni passaggi che si tacciono perchè di solito si arriva al dunque ai campi, alla soluzione finale, non soffermandosi su tutto quello che è stato il processo, lungo anni, in cui chi sopravviveva giungeva alla camera a gas. Tanti particolari della vita del campo e del ghetto mi sono giunti nuovi, la resistenza interna al campo, gli insegnamenti, la possibilità di uscire per lavorare e il fatto che era risaputo da tutti ciò che accadeva dentro anche ad alti livelli. L'anno scorso ebbi la possibilità di fare una lezione. Quest'anno al di la dell'ultimo giorno di quarantena, no. Avrei dovuto collegarmi ai link, ennesimo insegnamento a distanza di cui si sta abusando, o collegarmi al sito della Mondadori, che immagino non abbia alcun interesse nell'azione che fa. Questa è la deriva preoccupante della scuola a cui si sta assistendo spesso con le mani legate oppure completamente col paraocchi. Siamo responsabili.
16 notes · View notes
wggacademy · 4 years ago
Photo
Tumblr media
Son seduto davanti al mio foglio virtuale da più o meno un’ora, riassumere in una lettera cosa sia stata, e cosa sia tutt’ora, la pallacanestro per me, mi fa tornare alla mente il vuoto cosmico che avevo in testa durante la terza prova all’esame di maturitá, preparato dal sottoscritto da manuale (spoiler pesante della mia vita in arrivo), con pomeriggi passati in palestra ad allenarmi o al campetto a tirare, per sfide di 1vs1 ai 100 e tirare ancora, al posto di provare a passare anche solo una mezz’ora buona coi libri in mano. Pensiero che non rientra (tra l’altro) propriamente nella top 5 dei ricordi migliori che ho a parte, l’unica spiegazione che mi do per questa difficoltá nel buttare giù due righe sulla palla a spicchi è che penso abbia rappresentato praticamente qualsiasi cosa per me.Scontato dirlo, un po’ meno scriverlo.
Da bambino è stata la prima cotta, esatto, quella che ti faceva venire le farfalle nello stomaco, che vi emozionava, che vi lasciava senza fiato con uno sguardo, era gioia pura insomma...mi piaceva, io forse a lei un po’ meno, perdevamo praticamente sempre, chi mi conosce un po’ sa che (oggi come ieri) ho qualche problema a metabolizzare una sconfitta, ma ci davo dentro sempre, la corteggiavo a modo mio senza un domani, allenamento dopo allenamento, finchè finalmente non si è decisa, dopo non mi ricordo quante sconfitte arriva il momento che sogni da giorni, la tua prima vittoria, ce l’hai fatta, ero riuscito a prenderle la mano!
Da li in poi, ad oggi, è stata una corsa durata praticamente 26 anni.
Da adolescente ha assunto più forme di quante potessi immaginare. Siamo passati da prima cotta, a convivenza totale (e spesso quasi letale) nel giro di pochi anni. Da convivenza è diventata una vera e propria scuola di vita, con tanto di insegnamenti pratici, che tu fossi pronto o meno. È stata delusione, poi gioia infinita, di nuovo delusione e così via, una montagna russa, un sali-scendi di emozioni clamoroso durato quasi 10 anni. È stata odio per diverso tempo, perchè ad un tratto ho odiato la palla a spicchi. Non capivo al tempo perchè non ricambiasse tutte le attenzioni che le davo io, sembrava respingermi, tenermi lontano. Fortuna mia, in quel periodo, entro per caso nel mondo dello streetball, del 3vs3, della musica rap mentre si gioca, insomma...avevo appena conosciuto quell’amico che fa solo cose fighe, che ti crea situazioni interessanti, che ti lascia libero di esprimere te stesso senza giudicarti. Posso dire senza problemi che senza il basket estivo al campetto, tra un torneo e l’altro, probabilmente la mia vita cestistica avrebbe avuto vita molto breve.
Nel giro di un’estate di punto in bianco la pallacanestro subisce l’ennesima mutazione, da montagna russa, da odio, da amico, da amante, all’improvviso diventa una compagna di viaggio clamorosa. E non mi lascia mai, mi accompagna per mezza Italia, ci rincorriamo stagione dopo stagione, annata dopo annata.
Nel frattempo passano 10 anni, che mentre scrivo sembrano molti meno per la velocitá con cui sono trascorsi. In tutto questo crescendo e maturando (ma non troppo) col tempo ho poi potuto comprenderne e conoscerne meglio altre mille sfaccettature. È stata stata una famiglia, che mi ha accolto in ogni momento, mi ha dato un posto dove stare, mi ha dato altri fratelli che diversamente non avrei mai avuto , è stata un strada da seguire che mi ha permesso di fare tra le 7 e le 8 miliardi di esperienze, negative e positive, mi ha fatto conoscere persone, stringere legami che tutt’ora sono fortissimi e vivi con persone di qualsiasi zona dell’Italia e non.
Ha avuto la pazienza di farmi da vice mamma e vice papá, che per quanto insostituibili potranno mai essere, spesso e volentieri a 1000km di distanza, facevano fatica a gestirmi.
Ragazzi, è stata una tour operator clamorosa, mi ha fatto conoscere posti che mi porto nel cuore ancora oggi per la bellezza pazzesca e mi ha imposto di approfondire la conoscenza con luoghi che a prima occhiata non mi sarebbero andati a genio, facendomene scoprire invece tutti i lati positivi.
Mi ha permesso, da buona agenzia matrimoniale, di rendermi conto che il basket che corteggiavo io non fosse l’unico, ma ne esistevano altri mille in giro, che soprattutto sembravano tollerarmi vagamente meglio rispetto a quello!
È stata un’università clamorosa. Ha professato pazienza, ha spiegato i rapporti umani, ha tenuto lezioni su cosa non fare mai in uno spogliatoio (ci vorrebbe una lettera a parte), corsi di gestione delle emozioni, ai quali spesso ero però assente, lo ammetto, e dottorati sul non arrendersi di fronte a imprevisti e problemi perchè c’è sempre qualcosa di positivo, dopo.
È stato dolore, molto, un ginocchio, una serie incalcolabile di infortuni, punti, lesioni ecc...ma che si è trasformava in gioia, infinita, ogni volta che dopo ogni stop rimettevo il culo al suo posto, sul parquet.
Sei stata insegnamento, quello giusto, quello sano, hai indotto in me principi come il rispetto, la condivisione, la trasparenza, la fiducia e l’onestà
È stata un turbinio di esperienze, una montagna russa emozionale, una corsa su una Ferrari lanciata ai 300km orari su un rettilineo costituito dalle tappe della mia vita...
Inoltre la cosa assurda è che non so bene cosa potrebbe diventare in un futuro prossimo, tra qualche anno, ma mi incuriosisce da matti pensarci, fermarmi anche solo qualche secondo ogni tanto e chiedermi in cosa potrebbe ancora evolvere il nostro rapporto così lungo e così mutaforma giá fin’ora.
Ma ritorniamo alla domanda iniziale, che si è divagato un po’ troppo mi sa...
Cara palla a spicchi, cosa sei quindi per me ora?
Sono convinto che tu, per me, sia tutto quell’insieme di emozioni, insegnamenti ed esperienze che buttate nell’enorme calderone che porta il mio nome, mi abbiano portato ad essere la persona che sono ora, componendo la parte migliore di me.
3 notes · View notes