#inflazione energia
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Prezzi al consumo: l'inflazione di dicembre 2024 si conferma a +1,3% secondo l'Istat
I dati dell'Istat mostrano una stabilità nel tasso di inflazione annuale, con un leggero incremento mensile dello 0,1%.
I dati dell’Istat mostrano una stabilità nel tasso di inflazione annuale, con un leggero incremento mensile dello 0,1%. Secondo le stime preliminari pubblicate dall’Istat, nel mese di dicembre 2024, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento dello 0,1% su base mensile e del 1,3% su base annua, confermando così lo…
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guadagnoconcreto · 3 months ago
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Investire nel 2023: Le Migliori Strategie per Crescere il Tuo Portafoglio Finanziario
Scopri le strategie più efficaci per investire oggi: dalle azioni agli ETF, fino ai settori emergenti come la tecnologia e l’energia pulita. Consigli pratici per costruire un portafoglio sicuro e bilanciato, proteggendoti dalla volatilità e dall’inflazione. Investire oggi può sembrare una sfida, con i mercati sempre più volatili e le incertezze economiche che influenzano le decisioni. Ma con le…
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economiaconamalia · 1 year ago
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L’inflazione in Italia è finita! O forse no?
Molti di noi mercoledì mattina aprendo i giornali hanno strabuzzato gli occhi leggendo la notizia che l’inflazione in Italia nel mese di ottobre è stata dell’1.8%. Un dato eccezionale! Praticamente saremmo stati tentati di dire che finalmente l’obiettivo della stabilità dei prezzi era stato raggiunto. Ricordiamo che le banche centrali si pongono come obiettivo per la stabilità dei prezzi…
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umbriasud · 2 years ago
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A Terni inflazione in calo, però fare la spesa costa sempre più caro: stranezze della statistica
 A marzo l’inflazione a Terni continua a rallentare, ma non vale lo stesso per il carrello della spesa: mentre l’inflazione media diminuisce passando dal +9.4% del mese scorso a un +8%, superiore al dato nazionale (+7,7%) . Si è rilevata una flessione media di mezzo punto percentuale, dovuta essenzialmente ad un ulteriore calo dei prezzi dei beni energetici in particolare una lieve diminuzione…
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raffaeleitlodeo · 2 months ago
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I CONTI DELLA SERVA. Ieri Trump ha fatto sapere di aver avvertito l’Unione che i paesi europei che hanno avanzo attivo nella bilancia dei pagamenti (cioè che esportano in US più di quanto importano) dovranno pareggiare i conti acquistando più petrolio e gas americano, altrimenti “saranno dazi senza fine!”.
Solo nell’automotive, dazi pesanti sarebbero -25.000 posti di lavoro, per lo più tedeschi ed italiani. Vediamo un po’ la faccenda in soldoni.
La bilancia dei pagamenti Italia-US è attiva per 42 MLD €. La nostra bolletta energetica è di 66 MLD €. Dovremmo quindi stornare 2/3 dei nostri acquisti energetici dai ns fornitori abituali (tra cui il 25% dalla Russia) in favore degli americani. Da vedere però le tariffe applicate dagli americani, tra cui l’oneroso trasporto, ma soprattutto il costo dello shale gas che è parecchio fiori mercato rispetto a gas e petrolio afro-arabo-russo.
Se l’eventuale riorientamento delle forniture sarebbe un terremoto geopolitico e delle relazioni internazionali (operazioni Eni in Libia, Nigeria etc.), il costo sarebbe probabilmente un significativo ammanco di bilancio (spesa su Pil), una importazione netta di inflazione ed un aumento dei costi di produzione (per via del costo energetico) con effetti ultimi di aumento generalizzato dei prezzi e diminuzione delle esportazioni. In pratica, il suicidio non assistito dell’economia nazionale.
Forse potremmo mitigare un po’ la faccenda aumentando l’import dagli US di beni non energetici. Ma questo significherebbe infarcirci di roba per noi non immediatamente utile o fuori mercato. Comunque è da vedere se la condizioni le possiamo trattare o le decide Trump e basta.
Poco tempo fa, il nuovo segretario NATO Rutte, ha fatto sapere che il 2% di Pil in spese militari non è più il traguardo da raggiungere, ma il 3% o forse di più. Ieri Financial Times ha detto di saper per certo che Trump chiederà addirittura il 5%! Noi spendiamo circa 32 MLD € cioè il 1,42% del Pil. Arrivare al 3% significa raddoppiare la spesa ovvero altri 32 MLD €, un altro ammanco deciso del bilancio nazionale.
Che ci frega se abbiamo una delle popolazioni più anziane del mondo e medici ed infermieri scappano dai pronto soccorso perché non più in grado di operare umanamente il servizio? Ci faremo ricoverare in fureria.
A questo punto o Bruxelles manda in soffitta tutte le norme che governano le economie dell’area euro (rapporto debiti/Pil) o dovremo andare a tagliare la spesa pubblica (aumentare le tasse per carità, magari ai redditi più alti non se ne parla nemmeno). Il tutto per infarcirci di sistema d’arma per lo più americani. Forse una parte di questi nuovi acquisti potranno scalare i 42 MLD € di disavanzo attivo commerciale.
Trump realizzerebbe così diversi goal.
Il primo sarebbe che i vecchi patti ipotizzati da Obama anni fa quali il TTIP che doveva legare in una matassa commerciale US ed europei, sarebbero superati da questo ordine di importazioni coatte dove il guadagno è tutto da una parte. Pollo al cloro? Oh yes!
Il secondo è che forzando la vendita di energia americana oltre a rinforzare non più il legame ma la dipendenza geopolitica EU-US, beneficerebbe i principali sponsor della sua presidenza che sono -da sempre- i big dell’energia fossile.
Il terzo sarebbe la totale distruzione dell’economia europea a vari livelli, gli europei pagherebbero la svolta multipolare e l’espansione commerciale e produttiva cinese (e non solo) nel mondo che va a detrimento delle posizioni americane.
Infine, quarto, ci ritroveremmo gonfi di armi la cui gran parte è in elettronica ovvero US e quindi saldati una volta di più al polo US che deciderà dove, come e quando mandarci a far guerra di qui e di là secondo proprie intenzioni e benefici.
Tutto ciò verrà gestito dalla signora in immagine, affascinata da Milei e Musk, con i sodali della Lega e di Forza Italia per i quali tasse ai più capienti, politiche redistributive e di spessa sociale sono anatema. Non sono più di destra come molti dicono (categorie superate!), ci assomigliano solo.
Arrivati qui mi verrebbe voglia di intingere il pennino nel veleno e scrivere una notarella sui teorici del sovranismo e del populismo che forse negli ultimi anni non hanno ben capito che in mondo siamo capitati, i “non c’è più destra e sinistra”, quelli che si son bagnati vedendo eletto il "miliardario del popolo" alle ultime elezioni americane, coloro che passano il loro tempo ancora a volgere le loro ossessioni contro il genderismo, il green deal ed altre ininfluenti questioni di ininfluente guerriglia culturale, ma mi asterrò.
Del resto, se costoro non capiscono la lingua che parla la realtà concreta figurati quanto gliene importa di una nota di Fagan.
Auguri a Voi e famiglia!
NOTA. I conti si riferiscono al bilancio statale, cioè all'Italia e quindi "i conti della serva" del titolo, sono i conti dell'Italia. Ogni altra attribuzione dell'epiteto "serva" ad altro soggetto non era nelle intenzioni dell'autore del post. Pierluigi Fagan, Facebook
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cinquecolonnemagazine · 6 months ago
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Aumento del prezzo del gelato: le cause
Negli ultimi tre anni, il prezzo del gelato in Italia è cresciuto del 30%, ben al di sopra del tasso di inflazione. Questo incremento ha sorpreso molti consumatori, che si interrogano sulle ragioni di questo rincaro. L'articolo esamina le cause di tale aumento, incluse le spese per energia e materie prime, e il loro impatto nelle varie città italiane. Aumento del prezzo del gelato in Italia I costi medi del gelato in vaschetta sono passati da 4,52 euro/kg nel 2021 a 5,86 euro/kg nel 2024, segnando un aumento del 29,6%. Questo rialzo è quasi doppio rispetto al tasso di inflazione del 15,7% nello stesso periodo. Il gelato artigianale ha registrato aumenti ancora più marcati, con prezzi che variano tra i 20 e i 28 euro al kg. A Roma, un cono piccolo può arrivare a costare fino a 5 euro in alcune gelaterie del centro storico. Sebbene i consumi siano in espansione, con un incremento annuale previsto del 6%, i rincari hanno un effetto rilevante sul budget dei consumatori. Differenze di prezzo tra le città L'aumento dei prezzi del gelato non è uniforme su tutto il territorio nazionale. Le città più costose includono Forlì (8,28 euro/kg), Firenze (7,79 euro/kg), Bolzano (7,39 euro/kg), Ancona (7,13 euro/kg) e Milano (7,08 euro/kg). Al contrario, le città più economiche sono Cuneo (4,21 euro/kg), Arezzo (4,59 euro/kg), Siena e Padova (entrambe a 4,60 euro/kg). Il settore dei gelati artigianali mostra una situazione simile, con prezzi che variano notevolmente e costi elevati in località turistiche e grandi metropoli. Cause degli aumenti: caro energia e materie prime Le principali cause dell'aumento dei prezzi del gelato risiedono nell'aumento dei costi delle materie prime e dell'energia. Ecco un'analisi approfondita: - Produzione e Lavorazione: La produzione del gelato richiede macchinari per miscelare, congelare e confezionare, che consumano elevate quantità di elettricità e gas. L'aumento dei costi energetici ha reso più gravosa l'operatività di queste apparecchiature, incrementando i costi di produzione. - Conservazione: Il gelato deve essere conservato a temperature molto basse durante l'intera catena di distribuzione, dal produttore al punto vendita. L'aumento dei costi energetici si traduce in spese più alte per mantenere i sistemi di refrigerazione funzionanti, influenzando direttamente il prezzo finale del prodotto. - Trasporto: Il trasporto del gelato richiede veicoli refrigerati che utilizzano carburante. L'aumento dei prezzi dei carburanti comporta costi logistici maggiori. - Materie Prime: Anche le materie prime usate nella produzione del gelato, come latte, zucchero e cacao, hanno visto aumenti di prezzo, parzialmente dovuti ai costi energetici delle aziende agricole e dei produttori di questi ingredienti. - Costi Operativi dei punti vendita: I negozi di gelato e i supermercati devono mantenere i loro congelatori in funzione tutto il giorno, aumentando il consumo dei frigoriferi. L'incremento delle tariffe elettriche si traduce in spese operative maggiori, che spesso vengono trasferite ai consumatori sotto forma di prezzi più elevati. Impatto dell’aumento del prezzo del gelato sui punti vendita e prospettive future L'aumento dei prezzi del gelato influisce sul budget dei consumatori ma ha anche conseguenze significative per i punti vendita. Ecco come: - Innovazione e Efficienza: Le previsioni per il futuro indicano che i prezzi del gelato potrebbero continuare a salire. Se i costi energetici e delle materie prime rimangono elevati, i produttori potrebbero dover trasferire ulteriori aumenti di costo ai consumatori. Tuttavia, un incremento della domanda potrebbe incentivare l'innovazione e l'efficienza nei processi produttivi, contribuendo a contenere i costi. - Crescita del Mercato: Il mercato del gelato in Italia continua a espandersi, con consumi pro-capite di circa 2,14 kg per il gelato industriale e una spesa annua di circa 43 euro a cittadino per il gelato artigianale. Questo settore, che genera circa 5 miliardi di euro di fatturato, rimane un pilastro dell'economia italiana, con circa 39.000 gelaterie che impiegano 75.000 persone. L'aumento dei prezzi del gelato è un fenomeno complesso influenzato da vari fattori, tra cui l'innalzamento dei costi energetici e delle materie prime. Le variazioni di prezzo tra le diverse città italiane riflettono queste dinamiche, così come l'impatto della crescente domanda, soprattutto da parte dei turisti. Sebbene le previsioni suggeriscano ulteriori rialzi, l'industria del gelato potrebbe trovare soluzioni innovative per mitigare questi costi e continuare a soddisfare le aspettative dei consumatori. Per ulteriori dettagli su come gestire i costi energetici, puoi consultare il nostro articolo sui costi di subentro e attivazione delle utenze. Se sei interessato alle offerte per l'energia e come possono influenzare i prezzi dei tuoi beni, scopri le migliori offerte di Engie. Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/aumento-prezzo-gelato/ Foto di Steve Buissinne da Pixabay Read the full article
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m2024a · 8 months ago
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Paura dell'arresto o del Papa? Bin Salman assente in Puglia dopo lo "strappo" sul petrolio Temeva di venir arrestato perché un'associazione italiana lo ha denunciato per l'omicidio del dissidente Jamal Ahmad Khashoggi. Ha ascoltato il «consigliere» Matteo Renzi accettando di rifilare un reale sgarbo a Giorgia. Non voleva farsi vedere con il Papa cristiano. O semplicemente l'infastidiva la visita a un'Italia con cui è stato in competizione per l'Expo 2030. Le voci sono tante, ma nessuno conosce la vera ragione per cui il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman ha evitato di farsi vedere al G7 e stringere la mano all'ex-alleato Joe Biden. Dietro le quinte dell'economia internazionale la reale defezione vien spiegata con ragioni ben più serie e gravide di conseguenze. Il 9 giugno, tre giorni prima dell'annullamento della visita, era infatti arrivato a scadenza il cinquantennale accordo sui petrol-dollari stretto da Usa e Arabia Saudita nel lontano 1974. E a decidere la rottura - con uno sgarbo non da poco all'America e a Biden - è stato proprio il principe Bin Salman. Lo sgarbo è, infatti, tutt'altro che formale. In base alla defunta intesa il regno saudita s'impegnava a vendere e quotare il suo greggio esclusivamente in dollari. E a utilizzare una parte dei dollari incassati per pagare la protezione garantita al regno dagli Stati Uniti. Oltre all'acquisto di armamenti prodotti da aziende americane. Ma non solo. La terza parte di quell'intesa prevedeva il reinvestimento dei surplus derivanti dalla fatturazione del greggio in bond americani. I sauditi s'impegnavano, insomma, ad acquistare parti consistenti del debito americano. E se ci aggiungiamo che di conseguenza tutto il petrolio del mondo veniva quotato e pagato in dollari, anche se a comprarlo o venderlo erano Paesi come Russia o Cina, è facile capire perché il mancato rinnovo rischi di scatenare un terremoto finanziario che non poteva lasciar indifferente il G7. Anche perché il terremoto minaccia innanzitutto la tradizionale stabilità della valuta di Washington garantita dal ruolo di moneta indispensabile per l'acquisto di energia. Senza più quel ruolo la richiesta di dollari andrebbe incontro a un'inevitabile flessione capace di generare svalutazione e inflazione sui mercati americani. Sul piano strategico lo sgarbo saudita ha implicazioni che vanno ben aldilà delle dinamiche finanziarie. La mossa è la diretta conseguenza della crisi nei rapporti tra Washington e Riad aperta nel 2021 da un Joe Biden pronto ad attribuire al principe ereditario saudita l'omicidio di Jamal Khashoggi. Da quel momento tra Riad e Washington nulla è più stato come prima. La ritirata saudita dal fronte anti Houthi nello Yemen è andata di pari passo con gli accordi sugli aumenti del greggio che nel 2022 hanno garantito le entrate di Mosca nonostante le sanzioni. E subito dopo sono arrivate le intese tra Riad e lo storico nemico iraniano mediate inaspettatamente da una Cina sempre lontana dagli affari mediorientali. Bazzecole rispetto a quanto potrà succedere nelle prossime settimane quando la Russia chiederà che il suo petrolio venga pagato in rubli mentre Pechino pretenderà fatture energetiche da saldare in yuan. O in valute digitali. Un meccanismo totalmente nuovo che rischia di avere per Washington l'effetto di un'indesiderata quanto non dichiarata sanzione finanziaria.
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notiziariofinanziario · 11 months ago
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Una parte consistente della recente elevata inflazione nell'area euro va imputata ai prezzi del gas
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Una parte consistente della recente elevata inflazione nell'area euro va imputata a spinte arrivate dal lato dell'offerta, su cui hanno avuto un ruolo preminente i prezzi del gas e le strozzature nelle catene di approvvigionamento globali. E' quanto emerge da uno studio pubblicato dalla BCE dal titolo Shocked to the core: a new model to understand euro area inflation che rileva anche che "è probabile che questi fattori continuino ad avere un ruolo rilevante sulle future dinamiche dell'inflazione". Anche per questi motivi, tra l'altro, si raccomanda una revisione di alcuni elementi chiave nei modelli previsionali. "Il gas naturale potrebbe essere sempre più utilizzato nel processo della transizione verde, dopo che è stato classificato come fonte di energia sostenibile nel 2022 dalla Commissione europea.  Analogamente - rileva lo studio - i problemi nelle catene di approvvigionamenti probabilmente torneranno a verificarsi, come nel caso degli elevati costi ditrasporto marittimo correlati alle tensioni nel Mar Rosso". "Per queste ragioni i modelli sull'inflazione dovrebbero assegnare agli shock sui prezzi del gas anche più rilevanza rispetto ai tradizionali shock sui prezzi del petrolio. Dovrebbero anche integrare il tema delle catene di approvvigionamento, oltre a quello più generico sugli sviluppi nell'offerta aggregata. In futuro - prosegue l'analisi - potrebbero materializzarsi nuovi tipi di spinte all'inflazione" e per questo i modelli previsionali devono disporre di una adeguata flessibilità.Ieri intanto Claudia Buch, presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce in una intervista al Financial Times, ha detto che "nell'area euro stiamo già vedendo aumenti di fallimenti, crediti deteriorati e ritardi dei pagamenti. Stiamo seguendo attenzione questo aspetto e la ragione per cui dobbiamo stare molto attenti e' assicurare che il sistema (bancario) sia sufficientemente resiliente". Al momento, ha comunque sottolineato, gli istituti di credito dispongono di"buone posizioni in termini patrimoniali" Read the full article
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Il piano della Ue per raddoppiare l'energia eolica entro il 2030
AGI – Per raggiungere l’obiettivo Ue di avere almeno il 42,5% di energia rinnovabile entro il 2030, se non il target più ambizioso del 45%, sarà necessario portare la capacità eolica installata dai 204 Gw del 2022 a oltre 500 Gw entro il decennio. Tuttavia una domanda insufficiente e incerta, autorizzazioni lente e complesse, mancanza di accesso alle materie prime, inflazione elevata e prezzi…
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enkeynetwork · 1 year ago
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crossroad1960 · 2 years ago
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Fra i molti motivi di lagna e d’indignazione con cui ci alziamo alla mattina e andiamo a letto alla sera, ce ne sono un paio forse di stagione, senz’altro avvincenti: il prezzo del carburante e quello dei voli. La nostra libertà di spostamento, messa a repentaglio da inflazione o speculazione o che altro, si è profondamente radicata e misura lo stile di vita dell’uomo moderno ed emancipato. Nel 2000 – sono dati dell’Airport Council International – volarono nei cieli del pianeta 3.6 miliardi di passeggeri, nel 2007 erano 4.8 miliardi, fino agli 8.8 miliardi del 2018. Con la pandemia la crescita si è arrestata, ma stiamo velocemente rimontando. Tutti sanno, immagino, quanto inquinano gli aerei. Ogni passeggero produce 285 grammi di Co2 al chilometro, contro i 42 grammi al chilometro in auto di media cilindrata. Secondo uno studio del Parlamento europeo, circa un quarto delle emissioni continentali è imputabile al trasporto e, con tutte le auto e i camion in circolazione, il 72 per cento dipende da quello su gomma. In Italia ci sono quasi quaranta milioni di automobili, quasi un milione in più rispetto al 2018 e quasi quattro milioni in più rispetto al 2008. Dal 1990 al 2019, rileva lo studio, il comparto che ha ridotto di più l’impatto ambientale è l’industria, ma anche energia e agricoltura hanno andamenti virtuosi. Soltanto il trasporto prosegue nel suo spensierato e infestante sviluppo: in trent’anni, più 33 per cento di gas serra. Non vorrei darvi un’impressione sbagliata: non sto attentando ai diritti turistici e a buon mercato del popolo. Sto solo attentando al suo diritto alla lagna e all’indignazione. (Mattia Feltri)
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Aumento delle bollette della luce dal 2025. Aumenti del 18% per 3,4 milioni di clienti
Le bollette della luce aumenteranno del 18% a gennaio 2025 a causa delle tensioni internazionali.
Le bollette della luce aumenteranno del 18% a gennaio 2025 a causa delle tensioni internazionali. A partire da gennaio 2025, i consumatori italiani dovranno affrontare un significativo aumento delle bollette dell’energia elettrica, pari al 18% rispetto alle tariffe attuali. Questo incremento interesserà circa 3,4 milioni di clienti nel mercato tutelato, colpendo famiglie e piccole imprese già…
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scienza-magia · 2 years ago
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Ondata di scioperi nel Regno Unito causati dall'alta inflazione
L'inflazione nel Regno Unito rimane al di sopra del 10%, aumentando la prospettiva di ulteriori aumenti dei tassi di interesse. I prezzi dei prodotti alimentari aumentano al ritmo più alto dal 1977 a causa dell'inflazione persistente. Il tasso annuo di inflazione del Regno Unito è stato superiore alle attese a marzo ed è rimasto a due cifre, un livello di aumenti persistenti dei prezzi che potrebbe significare ulteriori aumenti dei tassi di interesse nei prossimi mesi nonostante un'economia debole. I prezzi al consumo di marzo sono stati del 10,1% più alti rispetto all'anno precedente, un calo del tasso di inflazione rispetto al 10,4% di febbraio, ha dichiarato mercoledì l'agenzia statistica del Regno Unito. Quel tasso era più alto del previsto, con gli economisti che avevano previsto un calo al 9,8%. Il tasso di inflazione core, che esclude voci volatili come energia e cibo, è rimasto invariato al 6,2%. La lettura di marzo ha lasciato il Regno Unito con il più alto tasso di inflazione tra le ricche democrazie del Gruppo delle Sette, con i prezzi al consumo che sono aumentati più del doppio nel Regno Unito rispetto agli Stati Uniti. inferiori negli Stati Uniti il mese scorso rispetto a un anno prima, sono aumentati del 40,5% nel Regno Unito I prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 19,1% nei 12 mesi fino a marzo, l'aumento più marcato dal 1977. Pane e cereali, frutta, cioccolato e dolciumi hanno registrato gli aumenti maggiori. L'aumento dei prezzi dell'energia, del cibo e di altri beni e servizi ha indebolito la spesa delle famiglie e provocato un'ondata di scioperi che continuano a colpire i settori della sanità e dell'istruzione, anche se alcune controversie sui trasporti e sulla logistica sono in fase di risoluzione. Il Royal College of Nursing, un sindacato per infermieri, la scorsa settimana ha rifiutato l'ultima offerta di paga del governo e prevede ulteriori scioperi il 30 aprile e il 1 maggio. I giovani medici hanno scioperato per quattro giorni la scorsa settimana e devono ancora annunciare i piani per ulteriori azioni in una controversia salariale irrisolta. Gli insegnanti scioperano il 27 aprile e il 2 maggio, un colpo per l'economia in generale, poiché alcuni genitori dovranno rimanere a casa durante la chiusura delle scuole e potrebbero non essere in grado di lavorare tutte le ore del solito. Quella combinazione di alti prezzi dell'energia e scioperi ha rallentato l'economia, anche se la recessione prevista dalla Bank of England e altri per ora è stata evitata. La scorsa settimana il Fondo monetario internazionale ha previsto che l'economia del Regno Unito si contrarrà quest'anno, l'unico dei 16 paesi per i quali sono state pubblicate nuove previsioni a subire tale destino. Anche il Regno Unito deve affrontare una carenza di lavoratori, con il numero di persone che non possono lavorare a causa di malattia che sale a un livello record di 2,53 milioni nei tre mesi fino a febbraio. L'aumento riflette in parte un sistema sanitario statale sopraffatto che ha accumulato un enorme arretrato di casi durante la pandemia, che ora ha portato a lunghe attese per le cure.
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I prezzi più alti per l'energia, il cibo e altri beni e servizi hanno indebolito la spesa delle famiglie nel Regno Unito. Foto: Chris Ratcliffe/Bloomberg News "Un mercato del lavoro ristretto significa che è ancora difficile per le aziende assumere le persone di cui hanno bisogno e un'inflazione elevata significa che il valore dei salari diminuendo", ha affermato Matthew Percival, direttore per le persone presso la Confederation of British Industry, un gruppo di pressione per le imprese. "Entrambe queste dinamiche stanno agendo come un freno alla crescita". Il divario di inflazione del Regno Unito con il resto del G-7 dovrebbe ridursi ad aprile, quando i prezzi dell'energia nel Regno Unito saranno confrontati con aprile 2022, quando sono aumentati del 50%. Gli economisti prevedono che i prezzi dell'energia scenderanno al di sotto del livello attuale a partire da luglio, contribuendo a un forte calo dell'inflazione complessiva. La Banca d'Inghilterra condivide questa aspettativa, ma teme che l'inflazione potrebbe non scendere così velocemente come aveva sperato. Un motivo di preoccupazione per i responsabili politici è che i lavoratori come gli infermieri otterranno aumenti salariali molto più elevati di quelli comuni negli ultimi decenni e che le aziende aumenteranno i loro prezzi per coprire l'aumento dei costi del personale, dando il via a un nuovo ciclo di richieste salariali. I dati pubblicati martedì hanno mostrato che la retribuzione settimanale media era del 7% più alta a febbraio rispetto all'anno precedente, rispetto al 5,9% di gennaio. La BOE ha indicato che potrebbe presto sospendere una serie di aumenti che hanno portato il suo tasso di interesse chiave al 4,25% dallo 0,1% in 11 fasi. Ma una combinazione di inflazione ostinatamente alta e aumento dei salari potrebbe convincere i responsabili politici a votare per un dodicesimo aumento quando si riuniranno a metà maggio. "Per quelli di noi che si aspettano che la Banca d'Inghilterra mantenga i tassi di interesse invariati il mese prossimo, l'ultima ripresa a sorpresa della crescita dei salari nel Regno Unito mette indubbiamente una chiave inglese nei lavori", ha affermato James Smith, economista di ING Bank. Scrivi a Paul Hannon a [email protected] Correzioni e amplificazioni: la Banca d'Inghilterra ha indicato che potrebbe presto sospendere una serie di aumenti dei tassi. Una versione precedente di questo articolo lo scriveva in modo errato in un caso come Band of England. (Corretto il 19 aprile) Read the full article
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linkhansacom · 2 years ago
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asmaagacem · 2 years ago
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Asmaa Gacem: L'inflazione ei Nostri Anziani
L'inflazione è un concetto economico che si riferisce all'aumento generalizzato dei prezzi dei beni e dei servizi in un'economia in un determinato periodo di tempo.
L'inflazione può avere effetti significativi sulle finanze personali, specialmente per i nostri anziani, che spesso vivono con redditi fissi e risparmi limitati.
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Come l'inflazione influisce sui nostri anziani
L'inflazione può influire sui nostri anziani in diverse maniere. In primo luogo, può ridurre il potere d'acquisto dei loro redditi fissi, il che significa che avranno meno soldi da spendere per gli stessi beni e servizi di cui hanno bisogno.
Questo può portare a una diminuzione della loro qualità della vita e rendere più difficile per loro soddisfare le loro esigenze di base.
Inoltre, l'inflazione può aumentare il costo dei prodotti e dei servizi medici, il che può essere particolarmente preoccupante per i nostri anziani, che spesso hanno più bisogno di cure mediche rispetto ai giovani. L'inflazione pu�� anche influire negativamente su coloro che dipendono da risparmi e investimenti per il loro sostentamento.
Se l'inflazione aumenta più rapidamente del rendimento dei loro investimenti, possono perdere potere d'acquisto e quindi la capacità di coprire le spese.
Consigli per proteggere i nostri anziani dall'inflazione
Fortunatamente, ci sono misure che possiamo adottare per proteggere i nostri anziani dagli effetti negativi dell'inflazione. Ecco alcuni consigli che possono essere utili.
Riduzione delle spese superflue
Un modo per ridurre l'impatto dell'inflazione è cercare modi per ridurre le spese superflue.
Ciò può includere cose come tagliare il cavo, annullare abbonamenti a riviste o servizi poco utilizzati, o semplicemente ridurre il consumo di energia e acqua in casa.
Cercare offerte e sconti
Un altro modo per risparmiare denaro e ridurre l'impatto dell'inflazione è cercare offerte e sconti su prodotti e servizi di cui i nostri anziani hanno bisogno.
Ciò può includere l'acquisto di prodotti sfusi, la ricerca di offerte sui farmaci e la ricerca di sconti sui ristoranti e negozi.
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Considerare opzioni di investimento sicure
Se i nostri anziani hanno risparmi e investimenti, è importante che considerino opzioni di investimento sicure che possono aiutarli a mantenere il loro potere d'acquisto in tempi di inflazione.
Ciò può includere i buoni del Tesoro, i fondi comuni di investimento conservativi e i conti di risparmio ad alto rendimento.
In conclusione
L'inflazione può avere effetti significativi sulle finanze personali dei nostri anziani, ma ci sono misure che possiamo adottare per proteggerli dagli effetti negativi.
Riducendo le spese superflue, cercando offerte e sconti.
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umbriasud · 2 years ago
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Terni, prezzi: aumentano gli alimentari, in calo bollette inflazione -1%
 L’’inflazione a Terni frena per il terzo mese consecutivo e si attesta a +10.4%, abbassandosi nel solo mese di gennaio di oltre un punto percentuale. Il rallentamento in questo inizio del 2023 è dovuto principalmente al ridimensionamento dei costi di energia elettrica e gas che hanno registrato nel solo mese di gennaio rispettivamente un -13,8% e -10%, come descritto dal bollettino mensile di…
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