#inflazione e mercato
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pier-carlo-universe · 14 days ago
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Previsioni Immobiliari 2025: Il Mercato Secondo Tecnocasa. Compravendite stabili e prezzi in leggero aumento
Una panoramica sul mercato immobiliare. Il Gruppo Tecnocasa prevede un 2025 con circa 710-720 mila compravendite, numeri in linea con il 2024, e un incremento dei prezzi stimato tra 0% e +2%. Secondo Fabiana Megliola, Responsabile dell’Ufficio Studi Tecno
Una panoramica sul mercato immobiliare. Il Gruppo Tecnocasa prevede un 2025 con circa 710-720 mila compravendite, numeri in linea con il 2024, e un incremento dei prezzi stimato tra 0% e +2%. Secondo Fabiana Megliola, Responsabile dell’Ufficio Studi Tecnocasa, la domanda di abitazioni resta alta, supportata dai mutui garantiti dal Fondo Consap fino al 2027. Tuttavia, l’inflazione e la prudenza…
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guadagnoconcreto · 4 days ago
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Halving Bitcoin: Cos'è e Come Funziona
Il Bitcoin Halving è un evento cruciale nel mondo delle criptovalute. Ogni quattro anni circa, la ricompensa per i miner di Bitcoin viene dimezzata, riducendo l’offerta di nuovi Bitcoin immessi nel mercato. Questo meccanismo è stato progettato per controllare l’inflazione e garantire la scarsità della criptovaluta, contribuendo alla sua natura deflazionistica. Investire in ETF: scopri i vantaggi,…
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raffaeleitlodeo · 2 months ago
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I CONTI DELLA SERVA. Ieri Trump ha fatto sapere di aver avvertito l’Unione che i paesi europei che hanno avanzo attivo nella bilancia dei pagamenti (cioè che esportano in US più di quanto importano) dovranno pareggiare i conti acquistando più petrolio e gas americano, altrimenti “saranno dazi senza fine!”.
Solo nell’automotive, dazi pesanti sarebbero -25.000 posti di lavoro, per lo più tedeschi ed italiani. Vediamo un po’ la faccenda in soldoni.
La bilancia dei pagamenti Italia-US è attiva per 42 MLD €. La nostra bolletta energetica è di 66 MLD €. Dovremmo quindi stornare 2/3 dei nostri acquisti energetici dai ns fornitori abituali (tra cui il 25% dalla Russia) in favore degli americani. Da vedere però le tariffe applicate dagli americani, tra cui l’oneroso trasporto, ma soprattutto il costo dello shale gas che è parecchio fiori mercato rispetto a gas e petrolio afro-arabo-russo.
Se l’eventuale riorientamento delle forniture sarebbe un terremoto geopolitico e delle relazioni internazionali (operazioni Eni in Libia, Nigeria etc.), il costo sarebbe probabilmente un significativo ammanco di bilancio (spesa su Pil), una importazione netta di inflazione ed un aumento dei costi di produzione (per via del costo energetico) con effetti ultimi di aumento generalizzato dei prezzi e diminuzione delle esportazioni. In pratica, il suicidio non assistito dell’economia nazionale.
Forse potremmo mitigare un po’ la faccenda aumentando l’import dagli US di beni non energetici. Ma questo significherebbe infarcirci di roba per noi non immediatamente utile o fuori mercato. Comunque è da vedere se la condizioni le possiamo trattare o le decide Trump e basta.
Poco tempo fa, il nuovo segretario NATO Rutte, ha fatto sapere che il 2% di Pil in spese militari non è più il traguardo da raggiungere, ma il 3% o forse di più. Ieri Financial Times ha detto di saper per certo che Trump chiederà addirittura il 5%! Noi spendiamo circa 32 MLD € cioè il 1,42% del Pil. Arrivare al 3% significa raddoppiare la spesa ovvero altri 32 MLD €, un altro ammanco deciso del bilancio nazionale.
Che ci frega se abbiamo una delle popolazioni più anziane del mondo e medici ed infermieri scappano dai pronto soccorso perché non più in grado di operare umanamente il servizio? Ci faremo ricoverare in fureria.
A questo punto o Bruxelles manda in soffitta tutte le norme che governano le economie dell’area euro (rapporto debiti/Pil) o dovremo andare a tagliare la spesa pubblica (aumentare le tasse per carità, magari ai redditi più alti non se ne parla nemmeno). Il tutto per infarcirci di sistema d’arma per lo più americani. Forse una parte di questi nuovi acquisti potranno scalare i 42 MLD € di disavanzo attivo commerciale.
Trump realizzerebbe così diversi goal.
Il primo sarebbe che i vecchi patti ipotizzati da Obama anni fa quali il TTIP che doveva legare in una matassa commerciale US ed europei, sarebbero superati da questo ordine di importazioni coatte dove il guadagno è tutto da una parte. Pollo al cloro? Oh yes!
Il secondo è che forzando la vendita di energia americana oltre a rinforzare non più il legame ma la dipendenza geopolitica EU-US, beneficerebbe i principali sponsor della sua presidenza che sono -da sempre- i big dell’energia fossile.
Il terzo sarebbe la totale distruzione dell’economia europea a vari livelli, gli europei pagherebbero la svolta multipolare e l’espansione commerciale e produttiva cinese (e non solo) nel mondo che va a detrimento delle posizioni americane.
Infine, quarto, ci ritroveremmo gonfi di armi la cui gran parte è in elettronica ovvero US e quindi saldati una volta di più al polo US che deciderà dove, come e quando mandarci a far guerra di qui e di là secondo proprie intenzioni e benefici.
Tutto ciò verrà gestito dalla signora in immagine, affascinata da Milei e Musk, con i sodali della Lega e di Forza Italia per i quali tasse ai più capienti, politiche redistributive e di spessa sociale sono anatema. Non sono più di destra come molti dicono (categorie superate!), ci assomigliano solo.
Arrivati qui mi verrebbe voglia di intingere il pennino nel veleno e scrivere una notarella sui teorici del sovranismo e del populismo che forse negli ultimi anni non hanno ben capito che in mondo siamo capitati, i “non c’è più destra e sinistra”, quelli che si son bagnati vedendo eletto il "miliardario del popolo" alle ultime elezioni americane, coloro che passano il loro tempo ancora a volgere le loro ossessioni contro il genderismo, il green deal ed altre ininfluenti questioni di ininfluente guerriglia culturale, ma mi asterrò.
Del resto, se costoro non capiscono la lingua che parla la realtà concreta figurati quanto gliene importa di una nota di Fagan.
Auguri a Voi e famiglia!
NOTA. I conti si riferiscono al bilancio statale, cioè all'Italia e quindi "i conti della serva" del titolo, sono i conti dell'Italia. Ogni altra attribuzione dell'epiteto "serva" ad altro soggetto non era nelle intenzioni dell'autore del post. Pierluigi Fagan, Facebook
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crazy-so-na-sega · 4 months ago
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collettivisti da cortile
Ascoltando questi ultimi ho scoperto che il divide et impera del pollaio si è ultimamente arricchito di una nuova categoria di kulaki: i proprietari di case (al plurale: seconde, terze, quarte...) che, a seconda del narratore, sottrarrebbero con le loro smanie da rentier ora clienti agli albergatori, ora alloggi agli studenti, ora un tetto ai bisognosi, ora un nido alle giovani coppie. A questi neghittosi speculatori che in certi casi avrebbero – orrore! – ereditato dette case dagli zii e dalle nonne, pare si debbano inoltre le seguenti piaghe: inflazione immobiliare, occupazioni abusive, gentrificazione dei centri urbani, improduttività, sovraffollamento turistico, vagabondaggio e forse anche dissesto erariale, giacché alcuni di essi avrebbero osato chiedere e ottenere incentivi pubblici per la riqualificazione edilizia. Costoro andrebbero dunque, se non espropriati, almeno castigati con una generosa sferza fiscale, additati alla riprovazione di chi-lavora, costretti a mettere i loro vani a disposizione di chi-dico-io, alle condizioni che-decido-io e a prezzi drasticamente calmierati. Così imparano.
Per quanto circoscritto, il caso è affascinante perché illustra quasi ad absurdum la potenza seduttrice del benecomunismo a comando e il suo ben prestarsi a dissimulare obiettivi del tutto estranei da quanto sembra promettere. Restando nell'ovvio, già da parecchi secoli le civiltà si sono strutturate per demandare alla sfera pubblica (lo Stato, le chiese, le associazioni, le corporazioni ecc.) il compito di gestire i problemi sopra elencati e, insieme, di tutelare la proprietà e la produzione, essendo queste ultime non solo bisogni parimenti meritevoli di protezione ma anche presidi di prosperità da cui scaturiscono le forze con cui le istituzioni assolvono alle loro funzioni.
Un sovrano orientato a nutrire e non a divorare le proprie risorse può (deve) intervenire in tanti modi per soddisfare il bisogno abitativo, il più evidente dei quali è quello di acquistare, noleggiare, riscattare o direttamente realizzare gli allogi, contribuendo così anche a raffreddare il mercato.
Lo si era ad esempio fatto in un'Italia incomparabilmente più povera di oggi, quando con il solo piano INA-Casa furono consegnati più di trecentocinquantamila alloggi in un poco più di un decennio. I pluriproprietari e i plurilocatori esistevano anche allora, erano anzi la norma, ma non risulta siano stati di ostacolo a un progetto che, semplicemente, ieri si è scelto di realizzare, oggi si è scelto di abbandonare.
Ma queste sono, appunto, ovvietà. Il succo della faccenda sta invece in un fatto bizzarro: che il nemico del popolo che possedesse oggi case per un valore, diciamo, di un milione, cesserebbe del tutto di essere tale qualora disponesse dello stesso importo, o anche del doppio, o del decuplo, in depositi e titoli finanziari. In quel caso allora no: è roba sua. Ne faccia quel vuole, anzi beato lui! E qui si scopre il gioco. La differenza pratica tra i due capitalisti è pressoché nulla: entrambi traggono un godimento da ciò che hanno, entrambi sono responsabili dell'uso che ne fanno (perché quello finanziario non presta i soldi a chi-dico-io, alle condizioni che-decido-io? magari per comprarsi una casa?). La differenza teorica è invece sostanziale. Il casettaro ha osato mettere le sue sostanze in una cosa vera e, peggio ancora, utile. Ha voltato le spalle alla futilità dei consumi, al rischio dei mercati e specialmente all'impalpabilità del soldo elettronico, fiduciario e finanziario, per spingersi là dove solo i grandi possono incedere: nella realtà, nei bisogni senza tempo. È questo che non gli si perdona, di avere dato materia al suo lurido gruzzolo ereditato o sudato sottraendolo dagli ologrammi bancari, dalla possibilità di svalutarlo, decurtarlo, metterlo fuori corso, dal mare magno a cui attingono gli investitori, anche per iniziative immobiliari. Perché loro possono, il casettaro no, sicché lo danno in pasto ai Sancho Panza dell'equità. Egli deve essere fluido e ricollocabile, negli averi come nell'esistenza.
Il mattone diffuso offende dunque il denaro, mette in crisi la sua magia, disturba l'incanto in cui ci è chiesto di credere e di vegetare. Con un nemico così, c'è da temere che un giorno la polemicuccia di cui ci siamo occupati sarà rilanciata dal burattinaio sulle prime pagine e sui banchi dei parlamenti. In parte sta già avvenendo, ma avvenga almeno senza il nostro plauso.
-Il Pedante
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notiziariofinanziario · 5 days ago
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I BTp italiani sono i vincitori nella sfida tra le obbligazioni sovrane mondiali. E anche nel 2025, puntare sui nostri titoli sovrani potrebbe risultare una mossa vincente. Valutando, però, con attenzione rischi e opportunità sui vari BTp (tradizionali, Futura, Valore, Italia e Più) presenti sul mercato. Ma facciamo un passo indietro.La situazione generale Negli ultimi sei mesi i mercati obbligazionari globali hanno osservato andamenti che hanno lasciato qualche dubbio ai possessori di bond sovrani. Mentre la Fed tagliava dell’1% i suoi tassi di riferimento, i titoli governativi statunitensi a 10 anni osservavano un incremento fino a un tasso del 4,8%, determinando quindi una perdita sul prezzo per chi vi avesse investito in Treasury. Dinamica simile per i Bund a lunga scadenza, il cui guadagno per un investitore nel 2024 è stato pressoché nullo. I titoli del debito italiano, invece, si sono comportati diversamente: il vantaggio per gli obbligazionisti si è avuto principalmente grazie alla contrazione dello spread generato anche dal ritrovato interesse dei creditori internazionali per i nostri BTp (la quota di debito posseduta da non residenti è infatti cresciuta fino al 30,5% rispetto al 27,7% di fine 2023). Il premio fedeltà  Nel 2020 e nel 2021, durante il periodo Covid, sono stati emessi i BTp Futura tendenzialmente a lunga scadenza, con bassi tassi cedolari e con un premio fedeltà legato al tasso di crescita del Pil. Poi è stata la volta dei BTp Valore con cedole frequenti e più grosse, durate tendenzialmente più corte e premio di fedeltà fisso e legato unicamente alla detenzione del titolo. «Tuttavia - ricorda Rocco Probo, analista finanziario di Consultique Scf -, i premi di fedeltà valgono soltanto per chi ha sottoscritto in collocamento i titoli e abbia rispettato le condizioni. Chi volesse acquistare ora BTp Futura e BTp Valore non avrebbe questo diritto. Ciò non significa che questi strumenti siano meno interessanti rispetto ai tradizionali BTp». Il confronto Il rendimento a scadenza di BTp Futura e BTp Valore sono più elevati di qualche punto base rispetto a BTp tradizionali di pari scadenza. E per come sono strutturati sono adatti anche a strategie di più breve termine. Per esempio, i BTp Futura (con scadenza più elevata e cedole più contenute) amplificano la “duration” e quindi sono più sensibili ai tassi di interesse. Invece, la struttura cedolare più corposa e il sistema step-up dei BTp Valore li rende meno sensibili ai tassi. I BTp indicizzati all’inflazione Al di là del rendimento a scadenza nominale, ci si potrebbe difendere dalla (eventuale) inflazione con i BTp Italia che permettono di fissare il rendimento reale, facendo crescere in termini nominali i flussi ricevuti al crescere del caro-prezzi. «Alla scadenza di fine 2028 - riassume Probo -, sono disponibili BTp Futura, BTp Valore e BTp Italia. Il rendimento dei titoli non indicizzati (si veda tabella, ndr) è molto simile (circa il 3%), mentre il rendimento reale del BTp Italia è dell’1,8 per cento. L’inflazione attesa da oggi fino a fine 2028 è dell’1,2 per cento. Se l’investitore si attendesse un’inflazione superiore allora dovrebbe preferire il BTp Italia, viceversa dovrebbe preferire i titoli nominali». Il BTp Più Anche se sarà collocato dal 17 al 21 febbraio, il BTp Più (titolo a rendimento nominale, quindi non indicizzato all’inflazione) offrirà in qualche modo una protezione anche da uno scenario inflattivo. «Un’inflazione superiore alle attese - chiosa Probo - potrebbe infatti portare la Bce a tagliare i tassi meno di quanto atteso e, quindi, determinare un livello dei tassi d’interesse più elevato tra qualche anno. In questo contesto avrebbe senso utilizzare l’opzione di rimborso del BTp Più, proteggendo di fatto l’investimento». Read the full article
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bergamorisvegliata · 6 days ago
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TORNIAMO AL LAVORO DI UN TEMPO
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Questo articolo è dedicato a quei selezionatori, imprenditori, dirigenti che nel volere a tutti i costi inseguendo un progresso effimero di questi "tempi moderni", insistono e perseguono nel voler ostinatamente cercare, tra le figure che richiedono per le loro aziende, persone che stiano al "passo con i tempi": ma che significato ha tutto ciò? Ma, soprattutto: che vantaggio ha sulle condizioni dei lavoratori e su una situazione economicamente al collasso in tutta Italia? Mi riferisco anche e soprattutto alle migliaia di agenzie interinali, che se fino alla prima metà degli anni '90 erano addirittura fuorilegge (ricordate il lavoro in nero che tanto offrivano?), poi sono state abilitate per permettere agli imprenditori di ammortizzare i costi delle assunzioni e quelli burocratici per poter vare permessi e autorizzazioni per i vari "permessi" di lavoro. E qui mi fermo, perché non ho elementi per poter affermare che ci siano stati -negli anni- tentativi di "corruzione legalizzata" per assumere questo piuttosto che quello.
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Sta di fatto che da quei tempi in poi, è stato tutto un "rifiorire" di figure e mansioni specializzate, sia da parte di chi cerca personale all'interno di queste agenzie (hr recruiter che fa tanto "figo" ai giovani d'oggi), sia da chi abbisogna di personale qualificato. Ma...e gli operai? La manovalanza? Ovvero, i lavoratori intesi nel senso "classico" del termine? Con il tempo paiono quasi scomparsi, forse anche per quell'endemico "vizio" dell'uso di termini inglesi (hr, appunto, worker, lead manager, tra gli altri...) che nulla aggiungono a settori e categorie anche fin troppo inflazionate. Ma ciò che si sta sempre di più mettendo in rilievo sono contratti sempre meno attrattivi e sempre più precari: dai contratti a tempo indeterminato si è passati a quelli a progetto, e via via a quelli a chiamati o che prevedono la "possibilità" di lavorare pochissime ore, ma con la garanzia di essere disponibili a effettuarne altre accettando la "chiamata" anche poche ore prima dell'inizio del turno. Non parliamo poi delle ore "fisse" che da decenni ormai "costellano" i turni di lavoro per un malinteso senso di produttività (quante ore di notte...)! Sarà che personalmente sono "reduce" da una risoluzione contrattuale a causa della scadenza, ma per via di un contratto rinnovato a distanza di 2-3 mesi, altro genere di contratto del tutto impossibile da sostenere per chi abbia necessità di un mutuo per l'acquisto di un'auto o di un piccolo locale a uso abitativo.
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Insomma, non la faccio troppo lunga, ma è mai possibile che nel 2025 non si riesca a considerare le persone come esseri umani che hanno diritto al rispetto delle loro possibilità anziché scambiarle per "macchine" manipolabili a seconda delle esigenze "di mercato"? Dove è finita l'umanità?
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oraultima · 7 days ago
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ORA ULTIMA 🆘 Gelato, shorts e...speck! Scopri le novità del paniere ISTAT su ORA ULTIMA: https://www.oraultima.com/paniere-istat-2025/
🆘L'inflazione è un tema caldo, e il paniere ISTAT è uno strumento fondamentale per comprenderne le dinamiche. L'aggiornamento del 2025 introduce cambiamenti significativi, con l'ingresso di prodotti legati al tempo libero e al benessere, e l'uscita di beni diventati meno rilevanti. Approfondisci l'analisi su ORA ULTIMA e scopri come interpretare i dati sull'inflazione. Visita https://www.oraultima.com/ per leggere l'articolo completo e scoprire tutti i dettagli sulla situazione dei mercati finanziari.
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criptovalutait · 1 month ago
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La fine dell’anno è sempre un periodo di bilanci, e così accade anche nel mondo delle crypto e dell’andamento dei prezzi. Il 2024 si sta chiudendo in modo positivo per tutto il settore e per la grande maggioranza dei token. Bitcoin e Crypto un 2024 da ricordare Non c’è solo da registrare il successo di Bitcoin e del suo ATH a 108.364 dollari, ma anche una crescita generale di tutto il settore. La crescita non riguarda soltanto i prezzi, ma anche la sempre maggiore globalizzazione delle criptovalute. Le crypto stanno entrando sempre di più nel tessuto economico globale, ampliando la loro diffusione e utilizzo. Crescita dei prezzi e diffusione globale L’ingresso e lo sdoganamento delle crypto all’interno dei mercati della finanza tradizionale hanno avuto effetti sia positivi che negativi. Tuttavia, questo processo ha sicuramente portato un notevole afflusso di nuovi capitali, ampliando le opportunità di investimento per un pubblico più vasto. ll 2025 l'anno della DeFi e dei Real-World Asset? Il 2025 sarà probabilmente un anno di grande sviluppo per la DeFi e per i progetti legati ai RWA (Real-World Asset). Con il termine RWA si fa riferimento al processo di tokenizzazione di beni fisici o tradizionali sulla blockchain, rendendoli accessibili e scambiabili nel mercato delle crypto. Questo concetto rappresenta un ponte tra la finanza tradizionale e la finanza decentralizzata (DeFi). Per un approfondimento sui trend del 2025 vi invitiamo a leggere l'articolo: 5 trend del 2024 che ESPLODERANNO nel 2025 crypto. Le SORPRESE per gli investitori. Top 20 market cap in evoluzione Crypto Top 20 da inizio 2024 Un anno fa, pochi conoscevano il progetto legato alla crypto SUI, che oggi si è consolidato nella Top 20. Attualmente capitalizza 11,860 miliardi di dollari e ha registrato una crescita impressionante del 356% da inizio anno come si può vedere dall’immagine allegata. Anche Hedera (HBAR) è entrata nella Top 20, con una crescita del 200% negli ultimi mesi, consolidandosi tra i progetti più promettenti. A sorpresa, anche Stellar (XLM) ha fatto il suo ritorno, registrando un aumento del 164%. Questo successo è stato alimentato dal boom di Ripple (XRP) e dall’avvio della conclusione dei contenziosi legali con la SEC. L'Influenza della Politica sulle Crypto Il cambiamento nelle politiche verso l’ecosistema crypto, favorito dall'elezione di Trump, ha contribuito significativamente a creare un ambiente positivo per il mercato. Questo nuovo approccio ha accelerato la diffusione delle crypto e aumentato l’interesse degli investitori. Di questa situazione ne ha beneficiato in particolare Dogecoin grazie al suo legame con Elon Musk. Polkadot l’eccezione negativa nel mercato rialzista del 2024 In questo scenario rialzista del mercato, Polkadot spicca come l’unica tra le TOP 20 che chiuderà il 2024 in negativo. Al valore attuale di 6,845 USDT, $DOT è in calo del 24,40% a dicembre, e sta registrando una perdita del 19,60% da inizio 2024. Polkadot (DOT) - Monthly Dicembre 2024 Polkadot l’eccezione negativa del 2024 In un mercato rialzista, Polkadot emerge come un’anomalia negativa. Al valore attuale di 6,845 USDT, $DOT è in calo del 24,50% a dicembre e ha registrato una perdita del 19,70% da inizio anno.Sul grafico monthly, il prezzo di Polkadot è ancora schiacciato verso i minimi, lontano dall’ATH di 55,09 USDT raggiunto nel novembre 2021, con un calo dell’87%. Problemi e Prospettive per Polkadot Affinché Polkadot possa invertire questa tendenza negativa nel 2025, sarà necessario superare la soglia dei 13,50 USDT. Tuttavia, sarà fondamentale anche un cambio di rotta nella gestione.Le attuali politiche sul tasso di inflazione annuale non sono sufficienti per stimolare una crescita sostenibile, e Polkadot appare assente dai principali progetti legati agli RWA. Mentre altre crypto, come Solana, si concentrano sullo sviluppo dei loro ecosistemi, Polkadot è troppo focalizzato sulle ricompense dello staking, che arricchiscono la struttura ma gravano sul prezzo. Un cambio di focus verso progetti ambiziosi del suo ecosistema multichain potrebbe rappresentare la svolta necessaria nel 2025. Read the full article
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satoshiblogit · 2 months ago
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Inflazione ed aumento dei tassi
La BCE ha comunicato l’ennesimo aumento dei tassi. Il decimo consecutivo. Il 4,50% sui rifinanziamenti, il 4% sui depositi ed il 4,75 sui prestiti marginali. Gli effetti, quelli di calmierare l’inflazione, sinceramente, si vedono poco e male. A parte l’energia,  un mercato che ritengo notevolmente tossico, sul più importante, il carrello della spesa, poco si è visto. Non che quello della bolletta…
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italianinews · 2 months ago
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argentogenova · 4 months ago
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Compro Oro a Genova: una guida alla vendita dei tuoi metalli preziosi
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Nel cuore di Genova, c'è una crescente domanda di servizi specializzati nell'acquisto di metalli preziosi come oro e argento. Uno di questi servizi, "Compro Oro - Argento Genova", offre un modo semplice e sicuro per scambiare i tuoi oggetti in oro e argento con denaro contante. Che tu stia cercando di vendere vecchi gioielli, monete o rottami d'oro, il processo è semplice e può fornirti un valore equo in base al prezzo di mercato attuale. Se stai pensando "Voglio vendere oro a Genova", questo articolo ti guiderà attraverso tutto ciò che devi sapere.
Perché scegliere i servizi "Compro Oro" a Genova? Genova è una città nota per la sua storia e cultura, ma è anche un luogo in cui le persone possono trasformare il loro vecchio oro e argento inutilizzati in denaro contante. Con molte persone che conservano gioielli d'oro, monete o cimeli di famiglia, "Compro Oro - Argento Genova" fornisce un servizio prezioso per coloro che desiderano vendere questi oggetti in modo semplice e trasparente.
I motivi principali per scegliere un servizio "Compro oro" affidabile a Genova includono:
Trasparenza: "Compro Oro - Argento Genova" assicura che il processo di vendita dell'oro sia completamente trasparente. Offrono prezzi di mercato equi, basati sul valore attuale dell'oro, che fluttua quotidianamente. Prima di prendere qualsiasi decisione, puoi controllare il valore dei tuoi articoli e sapere esattamente quanto valgono.
Sicurezza: vendere oro può essere un processo scoraggiante, soprattutto quando si tratta di garantire di ricevere un affare equo. Questa attività è nota per le sue transazioni sicure e affidabili. Il loro team di professionisti garantisce che tu venga pagato in modo equo e che i tuoi articoli vengano valutati correttamente.
Stime di esperti: non tutti sono esperti di metalli preziosi, ed è qui che entra in gioco "Compro Oro - Argento Genova". I loro professionisti qualificati valuteranno la purezza e il peso del tuo oro, assicurandoti di essere pagato in base al valore dei tuoi articoli.
Transazioni rapide: se hai bisogno di contanti rapidamente, vendere il tuo oro tramite "Compro Oro - Argento Genova" è una soluzione ideale. Il processo è veloce, con perizie e pagamenti spesso completati lo stesso giorno.
Come vendere il tuo oro a Genova Se stai pensando di vendere oro a Genova, il processo è relativamente semplice. Tuttavia, ci sono alcuni passaggi che dovresti seguire per assicurarti di ottenere il miglior affare:
Raccogli i tuoi oggetti d'oro: prima di andare a "Compro Oro - Argento Genova", raccogli tutti gli oggetti d'oro che desideri vendere. Ciò potrebbe includere gioielli, monete o persino pezzi d'oro rotti. Assicurati di controllare se sono timbrati con marchi che indicano la purezza dell'oro, come 18k o 24k.
Ottieni una perizia: una volta portati i tuoi oggetti d'oro al negozio, i professionisti di "Compro Oro - Argento Genova" eseguiranno una perizia approfondita. Ciò comporta la pesatura degli oggetti e il test della loro purezza per determinarne il valore in base all'attuale prezzo di mercato dell'oro.
Esamina l'offerta: dopo la perizia, riceverai un'offerta basata sul valore del tuo oro. È importante ricordare che il prezzo dell'oro fluttua, quindi l'offerta potrebbe cambiare se decidi di aspettare. Se sei soddisfatto dell'offerta, puoi procedere con la transazione.
Ricevi il pagamento: una volta accettata l'offerta, riceverai il pagamento. La maggior parte degli acquirenti di oro affidabili, come "Compro Oro - Argento Genova", offrirà pagamenti in contanti immediati o trasferimenti, rendendolo un processo rapido ed efficiente.
Comprendere i prezzi dell'oro a Genova Il prezzo dell'oro è determinato da diversi fattori, tra cui l'economia globale, la domanda di mercato e i tassi di inflazione. Quando vendi il tuo oro a un'azienda come "Compro Oro - Argento Genova", ti offriranno un prezzo che riflette l'attuale valore di mercato dell'oro.
Il prezzo è solitamente quotato al grammo e può fluttuare durante il giorno. Tuttavia, la maggior parte delle aziende affidabili utilizzerà tariffe aggiornate per garantire che tu ottenga un prezzo equo per i tuoi articoli. Ecco perché è essenziale vendere il tuo oro in un posto che offra trasparenza nei prezzi.
Inoltre, la purezza del tuo oro influirà in modo significativo sul suo valore. L'oro si misura in carati, con 24k che è oro puro. Gli articoli con carati inferiori, come 18k o 14k, contengono meno oro e sono mischiati ad altri metalli, il che significa che saranno valutati meno dell'oro puro.
Suggerimenti per vendere oro a Genova Per assicurarti di ottenere il miglior affare quando vendi oro, considera i seguenti suggerimenti:
Controlla il tasso di mercato attuale: prima di vendere, fai delle ricerche per capire il tasso di mercato attuale dell'oro. Questo ti darà un'idea di cosa aspettarti quando ricevi un'offerta.
Conosci la purezza del tuo oro: se conosci il valore in carati del tuo oro, puoi stimarne il valore in modo più accurato. Gli articoli con carati più alti otterranno un prezzo più alto.
Scegli un acquirente affidabile: non tutti gli acquirenti di oro sono uguali. Assicurati di scegliere un'attività affidabile come "Compro Oro - Argento Genova", nota per le sue transazioni eque e trasparenti.
Conclusione Se stai pensando "Voglio vendere oro a Genova", allora "Compro Oro - Argento Genova" è il posto giusto da cui iniziare. Il loro processo trasparente, sicuro e veloce ti consente di trasformare facilmente i tuoi metalli preziosi in denaro. Che tu stia vendendo vecchi gioielli o rottami d'oro, puoi stare certo che riceverai un prezzo equo in base al valore di mercato attuale.
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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“Caffè alle stelle: il prezzo vola come non accadeva da 50 anni”. Tra clima, geopolitica e speculazione, il rito del caffè diventa un lusso
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Un record che non si vedeva dal 1977 Il caffè, simbolo delle nostre pause quotidiane e del convivio al bar, sta diventando sempre più costoso. I prezzi hanno raggiunto livelli record che non si vedevano da mezzo secolo, con un’impennata che sta facendo tremare i mercati globali e, inevitabilmente, le tasche dei consumatori. A influenzare questa crescita vertiginosa sono una combinazione di…
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guadagnoconcreto · 3 months ago
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Investimenti e Finanza: Le Migliori News e Analisi per il Tuo Portafoglio
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londranotizie24 · 5 months ago
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rassegnanotizie · 5 months ago
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Il tema della sostenibilità ambientale e della gestione delle forniture è attualmente più rilevante che mai, soprattutto in un contesto di inflazione e tensioni geopolitiche che hanno provocato un aumento dei prezzi e dei tempi di attesa per le materie prime. In questo scenario, si sta assistendo a un vero e proprio boom del riciclo di auto e veicoli commerciali. Secondo i dati diffusi da Spherical Insights, il mercato globale del riciclo di auto private e veicoli commerciali dovrebbe quadruplicare i propri ricavi nei prossimi otto anni, raggiungendo quasi 300 miliardi di euro, con una crescita media annua composta del 15%. La Cina e l'India emergono come i principali attori di questo mercato, mentre il Nord America mostrerà la crescita più significativa. In Europa, tuttavia, l'Italia e la Polonia si distinguono per il numero di veicoli riciclati. L'idea alla base del riciclaggio di veicoli a fine vita è che questi non siano semplici rifiuti, ma opportunità da valorizzare. Antonello Di Mauro, fondatore di Ecoeuro, sottolinea che fino all'86% delle parti di un veicolo può essere riciclato. I pneumatici, ad esempio, possono essere trasformati in polimeri utili per la pavimentazione sportiva o per il rinnovo dell'asfalto. Guardando al futuro, si prevede una spinta verso il riciclo dei veicoli elettrici, che presentano una redditività superiore del 9% rispetto ai veicoli a combustione interna. Un altro aspetto innovativo riguarda l'uso dell'intelligenza artificiale negli sfasciacarrozze. Secondo uno studio di Science Direct, il riciclo "artificiale" è destinato a diventare sempre più prevalente. L'uso di algoritmi di intelligenza artificiale permetterà di identificare e ordinare i materiali nei veicoli a fine vita, facilitando il loro smontaggio e riciclaggio. A fianco dei professionisti umani, sempre più aziende integreranno "robo-collegues", robot capaci di smontare in modo sicuro ed efficiente i veicoli. Questa integrazione non solo ridurrà il rischio di infortuni sul lavoro, ma velocizzerà anche i processi operativi, migliorando l'efficienza del "recycled process". In sintesi, il settore del riciclo di veicoli sta affrontando una fase di evoluzione significativa, guidata da innovazioni tecnologiche e dalla crescente necessità di sostenibilità.
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economiaefficiente · 6 months ago
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