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Parakalò": Il Ritorno del Detective Alberto AL Lunardini in un’Avventura Tra Alessandria e il Mar Egeo. Presentazione del nuovo romanzo di Alberto Del Sarto: mistero, azione e un viaggio tra Europa e Grecia.
Il romanzo Parakalò, scritto da Alberto Del Sarto, segna il ritorno dell’iconico detective alessandrino Alberto AL Lunardini, già protagonista de Il Caso Fuentes.
Il romanzo Parakalò, scritto da Alberto Del Sarto, segna il ritorno dell’iconico detective alessandrino Alberto AL Lunardini, già protagonista de Il Caso Fuentes. Questa volta, il protagonista si trova coinvolto in un’avventura che lo porta a confrontarsi con intrighi internazionali, misteriosi personaggi e una serie di sfide lungo le coste del Mar Egeo. Con la sua capacità investigativa e il suo…
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una firma per la palestina: netanyahu criminale di guerra
https://mettilafirma.it/netanyahucriminale/ NETANYAHU CRIMINALE DI GUERRA – FERMARE IL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESELa risposta del governo israeliano al terribile attacco terroristico di Hamas del 7 Ottobre ha preso fin da subito la forma di una ritorsione contro la popolazione civile, una punizione collettiva del popolo palestinese.Quello a cui stiamo assistendo è un genocidio di fatto del…
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PRIMA PAGINA Libero di Oggi lunedì, 19 agosto 2024
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Corte penale, l’autogol di Kiev e il doppio standard del diritto
Luigi Daniele
Ucraina/Russia. Zelenksy chiede l’adesione allo Statuto di Roma ma invoca l’articolo 124: nessuna indagine nei prossimi sette anni. A restare fuori, però, non sarebbero solo eventuali crimini ucraini: “via libera” anche a quelli russi commessi sul territorio del paese invaso. Torna l’idea di regole internazionali à la carte, buone solo quando servono contro i nemici
Nel 1945 il giudice che avrebbe servito come procuratore capo americano a Norimberga, Robert Jackson, criticando i profili di «giustizia dei vincitori» che le giurisdizioni penali internazionali avrebbero mantenuto da allora per molti decenni, dichiarò alla Conferenza di Londra: «Non possiamo codificare norme penali contro gli altri che non saremmo disposti a vedere invocate contro di noi».
Sembra questa, al contrario, la scelta del governo Zelensky, che ha ottenuto ieri dalla Verchovna Rada l’approvazione della propria proposta di legge di ratifica dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale (Cpi). La legge contiene l’invocazione dell’articolo 124 dello Statuto, che stabilisce che «uno Stato che diviene parte al presente Statuto può, nei sette anni successivi all’entrata in vigore dello Statuto nei suoi confronti, dichiarare di non accettare la competenza della Corte per quanto riguarda la categoria di reati di cui all’articolo 8 quando sia allegato che un reato è stato commesso sul suo territorio o da suoi cittadini».
LA PROCURA della Cpi, giova ricordarlo, dal 2022 ha considerato la situazione in Ucraina una priorità assoluta, stanziando la più alta cifra del proprio budget (4,5 miliardi di euro) per le indagini, assegnandovi 42 investigatori, organizzando numerose visite in situ del procuratore e aprendo un country office nel paese. Un paese, però, che non aveva mai ratificato lo Statuto, essendosi limitato a una dichiarazione ad hoc di accettazione della giurisdizione della Corte sul proprio territorio e sui propri cittadini nel 2014 e nel 2015 (una sorta di invocazione di intervento della Cpi consentita anche agli stati che non ratificano il suo trattato istitutivo).
L’Ucraina si è trovata nella singolare posizione di essere al vertice delle priorità della Corte, pur non essendo uno Stato parte. La richiesta di aderire al sistema Cpi ridimensiona questa anomalia, aggiungendone però una ancor più stridente: l’invocazione della clausola dell’articolo 124, ovvero una richiesta di temporanea immunità per crimini internazionali eventualmente commessi da propri cittadini o, problematicamente, sul proprio territorio.
Relitto dei compromessi del 1998, anno in cui lo Statuto istitutivo della Corte fu approvato, l’introduzione dell’articolo 124 fu voluta dalla Francia, che minacciava di non firmare se non fosse stata inserita questa clausola, funzionale a tenere il proprio territorio e i propri cittadini «al riparo» dalla giurisdizione della Corte per sette anni dall’adesione.
L’articolo 124 apparì subito così contrario allo spirito dello Statuto che fu immediatamente destinato (come specificato nell’articolo stesso) a essere emendato nella prima conferenza di revisione del trattato. Nel 2015, quindi, l’Assemblea degli stati parte ha approvato un emendamento di cancellazione dell’articolo, che entrerà in vigore se sostenuto dai sette ottavi degli stati parte (tra quelli che hanno già acconsentito alla cancellazione figura la stessa Francia).
Nella speranza di mettere al riparo propri cittadini da possibili responsabilità per crimini di guerra, quindi, Kiev ha optato per la clausola in via di cancellazione. Tuttavia, anche se accettata, la clausola non potrebbe essere applicata retroattivamente.
QUELLO dell’Ucraina potrebbe rivelarsi un clamoroso autogol: se l’articolo 124 fosse applicato, non escluderebbe solo la giurisdizione della Corte su possibili crimini di guerra commessi da cittadini ucraini, ma anche su crimini di guerra commessi su suolo ucraino, inclusi quelli contestati alla leadership e alle forze russe. L’articolo parla di crimini di cui sono sospettati cittadini dello Stato e di crimini la cui commissione è sospettata sul territorio dello stato. È indubbio che i crimini di guerra contestati a Putin, Lvova-Belova e ai comandanti delle forze russe rientrino in tale categoria.
Le implicazioni di questo tentativo, tuttavia, non si limitano ai gravi rischi di effetti controproducenti per il diritto alla giustizia delle stesse vittime ucraine. Segnalano, più profondamente, una riproduzione dell’approccio tipico degli Stati uniti al diritto internazionale penale: ci si indigna per i barbarici crimini internazionali dei nemici, proclamando a reti unificate la necessità morale della loro punizione, mentre si mantiene in vigore nella propria legislazione la cd. «Legge di Invasione dell’Aja», che autorizza all’uso della forza armata per liberare cittadini americani o di stati alleati imputati di crimini internazionali e in custodia della Corte.
Persino le norme più elementari di diritto internazionale, ovvero quelle funzionali alla prevenzione e punizioni dei crimini di massa (e di Stato) si dichiarano senza infingimenti buone solo per i nemici e simultaneamente inapplicabili a se stessi.
TRAMONTA così il nucleo di tre secoli di sviluppo della tradizione giuridica illuministico-liberale, cardine dei modelli democratici di giustizia penale, che esigono che sia il tipo di condotta, con il danno sociale che produce e non il tipo di autore, a essere al centro dell’attenzione dei codici penali e delle istituzioni punitive. Al contrario, l’enfasi sui tipi di autore – identificati di volta in volta come nemici «della razza», «della patria» o «della rivoluzione» – fu il tratto distintivo dei modelli punitivi delle esperienze autoritarie e totalitarie.
È un paradosso degno del regresso a cui la guerra ci condanna che siano proprio le forze che si proclamano a difesa delle democrazie a formalizzare e istituzionalizzare nuovi modelli di diritto del nemico, che globalizzano l’etica della diseguaglianza di fronte alla legge e forgiano politiche internazionali che riducono il diritto a strumento di guerra ibrida.
Il nemico totale, la guerra e il diritto del nemico totale sono stati i motori della distruzione della democrazia nel Novecento. Piaccia o meno, è solo l’ultimo a mancare all’appello nell’attuale discorso dominante delle democrazie occidentali. Guerra e democrazia, è una legge della storia, si combattono sempre, spesso all’ultimo sangue. Caduto il bastione dell’eguaglianza di fronte alla legge, anche crimini internazionali e genocidi potranno essere crimini buoni e giusti, purché a commetterli sia la nostra tribù, la tribù delle democrazie.
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A Corrado Simioni? Quello di Hyperion? Quello legato alle Brigate rosse di Moretti? Quello legato alla Cia? «Sì, una fidejussione per Hyperion, la scuola di lingue internazionali a Parigi di cui Simioni era tra i fondatori. Ed era anche grande amico di Mario Moretti. L’Hyperion fu al centro delle attenzioni e manipolazioni da parte dei servizi segreti statunitensi e dei loro alleati, come il Mossad, e le indagini svolte dal dottor Pietro Calogero della Procura di Roma, come lui stesso ha riferito a novembre 2015 alla Commissione parlamentare sul caso Moro, nonostante gli ostacoli posti dal Sisde, accertarono che la sede distaccata dell’Istituto a Rouen in Normandia in realtà era una sede periferica della Cia. Ilardo riferì anche dei rapporti con le Brigate Rosse di Torino, grazie all’intermediazione di un magistrato torinese, Luigi Moschella, che era stato nel 1978 pubblico ministero nel primo processo contro le Br, quello che segnò la fine della vecchia leadership Br e l’avvio della strategia dell’annientamento di Mario Moretti. Magistrato che era amico e in affari non leciti con tale Germano la Chioma, uno dei componenti la banda di Tony Chichiarelli che il 24 marzo 1984 mise a segno la famosa rapina da 35 miliardi di lire alla Brink’s Securmark di Roma. Lo stesso Moschella cercherà di riciclare parte dei titoli trafugati»
. Torniamo al puzzle e ai riferimenti oltreoceano… «Il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro o l’omicidio del Presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella (6 gennaio 1980) non furono altro che delle tappe. Come altri avvenimenti simili, a partire dalla strage di piazza Fontana del dicembre 1969, fino alla strage della stazione di Bologna (2 agosto 1980). Tappe di una prima fase di un piano più sofisticato, teso a quei tempi a far sì che la Democrazia cristiana svolgesse in Italia un ruolo di governo, al fine di contrastare la forte opposizione comunista e socialista e la presenza del Vaticano, con la sua notevole influenza politica, al solo scopo di attuare scelte politiche, economiche e sociali più utili alla politica statunitense e anche per garantire la sicurezza delle tante basi militari Usa presenti in Italia».
Strategia che poi proseguì con un maggior coinvolgimento della criminalità organizzata di stampo mafioso… «I nuovi apparati militari e terroristici. Questo grazie al coinvolgimento della massoneria e dei servizi segreti. Con loro si sono raggiunte forme terroristiche incisive e cruente. Basti pensare alla strage del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e della scorta, il 23 maggio 1992. O a quella del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta, il 19 luglio 1992. O agli attentati stragisti del 1993-1994 a Firenze, Milano e Roma. Tutto ciò all’indomani dell’omicidio di Salvo Lima, uomo forte della Dc siciliana e terminale politico di Giulio Andreotti. Tutto nell’evidente opzione di sostituire il vecchio con un nuovo contenitore politico, come già prefigurato nel “Piano di Rinascita democratica” di Licio Gelli, capo del P2. E agente americano».
Franco Fracassi - The Italy Project
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«Nascondevano il denaro degli evasori» Due fratelli comaschi finiscono in cella
Avrebbero consentito di creare riserve in nero utilizzate per una maxi tangente in Francia
Lui è un nome conosciuto, nella Como che conta. Residenza a Lugano, domicilio di fatto in città, un posto nel board dell’esclusivo golf Villa d’Este, la nomea di mago del fisco con la sua fiduciaria svizzera frequentata da decine di imprenditori del Nord Italia. Da ieri mattina Oscar Ronzoni, 63 anni, è in carcere con l’accusa di riciclaggio internazionale di denaro sporco. In cella anche il fratello, l’avvocato Luca Ronzoni, 54 anni, anche lui residente in convalle, già vicepresidente - tra l’altro - del comitato di vigilanza di Infrastrutture Lombarde, meno di un anno fa uscito con un patteggiamento da un’accusa di frode fiscale.
L’inchiesta
I due fratelli sono stati ammanettati dai finanzieri del nucleo di polizia economico e finanziaria di Milano, che hanno eseguito un ordine di custodia cautelare che li accusa di aver fatto scomparire nei paradisi fiscali qualcosa come 20 milioni di euro (e oltre) di soldi frodati al fisco da decine e decine di clienti con il vizio di non pagare le tasse.
Non solo, perché parte di quel denaro, un milione e mezzo per la precisione, dopo essere stato dirottato all’estero è finito sui conti dei dirigenti di una spa italiana, la Petrovalves Spa, che li hanno utilizzati in parte (740mila euro, secondo l’accusa) per girarli a dirigenti della Technip France così da garantirsi un maxi contratto di fornitura per un lavoro da svariati milioni di euro. Una corruzione internazionale tra privati scoperta dai finanzieri e dalla Procura di Milano (il pm è Paolo Storari) proprio grazie all’analisi della documentazione sequestrata a suo tempo a Oscar Ronzoni e alla sua società con sede a Milano, la Luga srl, legata a doppio filo con la fiduciaria luganese Luga Audit & Consulting.
L’intera inchiesta, che ha coinvolto anche le polizie di Svizzera, Austria e Francia, oltre ad aver partorito rogatorie internazionali anche con Gran Bretagna, Bahams, Canada e Repubblica Ceca, parte da una verifica fiscale che l’Agenzia delle entrate ha eseguito ormai diversi anni fa a carico di Ronzoni. Quell’accertamento avrebbe portato alla luce, nella rilettura delle carte da parte degli investigatori, un ruolo decisivo del fiscalista comasco nel far fuggire capitali all’estero attraverso una serie di schermature solo formalmente (è sempre l’ipotesi accusatoria) lecite.
In sostanza diverse società estere, legate e gestite indirettamente - secondo la Gdf - dai fratelli Ronzoni, avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti per milioni di euro a carico delle società italiane interessate a far sparire il proprio nero all’estero. In questo modo il denaro veniva bonificato sui conti della società che aveva emesso la fattura, salvo poi ripartire verso altri lidi, in particolare Mauritius e Bahamas dove Oscar Ronzoni avrebbe gestito, presso la Amber Bank, un fondo da ben 14 milioni.
Commissione del 18%
Oltre al carcere, il giudice delle indagini preliminari di Milano ha emesso a carico dei fratelli Ronzoni anche un decreto di sequestro di poco inferiore al milione di euro. Stando all’inchiesta la commissione chiesta dal fiscalista comasco per far scomparire fondi altrimenti destinati alle tasse sarebbe stata pari al 18% della cifra complessiva.
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“Avevo visitato il centro governativo di Zawiya, chiuso dopo tre attacchi inscenati dal clan di Bidja perché l’unico a restare operativo fosse quello aperto illegalmente dalla sua rete”. Grazie all’incarico istituzionale nella guardia costiera, Bidja e i suoi avevano il controllo di tutta la filiera. Non a caso nel 2017, come racconterà due anni dopo Nello Scavo su Avvenire, l’allora capitano Bidja viene invitato in Italia per partecipare a riunioni con funzionari italiani, visitare il Centro per richiedenti di Mineo e gli uffici della Guardia costiera a Roma. Fatti che nessun governo italiano ha mai voluto chiarire, nonostante il nome di Bidja fosse finito nella black list del Consiglio di Sicurezza dell’Onu a due sole settimane da quel viaggio. Nonostante le indagini della procura di Agrigento e quelle della Corte penale internazionale avviate grazie al lavoro di Porsia. “Sono diventata la nemica numero uno di Bidja che nel 2019 ha minacciato me e la mia famiglia via social, citando nome e cognome di mio figlio che allora aveva due anni, la stessa età che ha oggi suo figlio”, ricorda la giornalista, che dopo l’uscita della sua inchiesta ha rischiato di essere rapita, ha dovuto lasciare la Libia e da allora si è vista negare il visto per rientrarvi. Ma c’è di peggio: “L’Italia sapeva dei pericoli che correvo, ma non fece nulla per proteggere me e il mio lavoro”. Al contrario, nel 2021 scoprirà che la procura di Trapani, quella delle indagini sulle Ong, nel 2017 l’ha intercettata per sei mesi “sebbene non fossi tra gli indagati”.
Tutto a causa di un’inchiesta dall’incredibile tempismo. “Il mio lavoro e così la mia interlocuzione con Bidja per tentare un incontro che poi non ci fu, si svolgevano mentre il governo italiano intesseva il memorandum: stavo provando a denunciare gli interlocutori con cui l’Italia trattava”. Ora che Bidja è morto, spiega, “rimane l’amarezza di essere stata tradita dallo stesso sistema democratico di cui faccio parte”. Quanto alle sorti della Libia, “un’esecuzione mafiosa non può che confermare la condizione del Paese: chiunque sostituirà Bidja sarà come lui se non peggio”. Al contrario, l’attuale governo italiano ritiene che il Paese sia cambiato e che le condanne, anche in Cassazione, delle navi che negli anni passati hanno riportato in Libia i migranti salvati nel Mediterraneo siano superate dall’attuale contesto, “migliorato anche grazie al sostegno dell’Italia e dell’Europa”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piatedosi che non manca mai di ringraziare la guardia costiera libica per le migliaia di persone intercettate e riportate nei centri di detenzione. “Certo, bisognerà capire chi sostituirà Bidja perché il suo era un ruolo chiave: decideva i luoghi di sbarco dei migranti intercettati, dove sarebbero finiti e quindi chi avrebbe ricevuto i finanziamenti”, spiega Porsia, che avverte: “Il suo omicidio incrocia anche interessi internazionali”.
“Ma non c’è bisogno di un erede vero e proprio perché ormai si tratta di un intero sistema, corroborato e suggellato anche nel forum internazionale tenutosi a Tripoli lo scorso luglio dove la premier Giorgia Meloni era in prima fila: chiedere ad uno Stato fallito com’è la Libia di gestire una materia delicata come la tutela dei diritti umani è come consegnare l’agnello al lupo”. E nella Tripolitania dove le milizie si spartiscono territorio e ministeri, i lupi non mancano: “Dagli Interni alla Difesa, tutti cercano di accaparrarsi la fetta di torta più grande, anche investendo nelle operazioni di pattugliamento a largo delle coste perché questo è il canale principale per prendere i fondi”. Per i migranti, assicura Porsia, “la situazione è solo peggiorata. Le prigioni libiche restano punti neri sulla mappa dove la detenzione è arbitraria e le persone sono numeri che le milizie rivendono al governo di Tripoli come all’Italia. Le torture e le violazioni sono costanti, per uscire bisogna pagare e a farlo è spesso il trafficante che recupererà il denaro dal prezzo della traversata via mare, magari l’ennesima per la stessa persona”. Poco importa chi organizza il viaggio: “Le partenze sono funzionali al business di detenzioni e intercettazioni che a loro volta alimentano i viaggi via mare”. Bidja è stato tra i primi a mettere in piedi un cartello in grado di attuare il patto Italia-Libia alla uniche condizioni possibili in un Paese senza Stato. “Un’azione necessaria alla tenuta democratica dell’Italia – disse del memorandum l’allora ministro dell’Interno Marco Minniti.
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Truffa internazionale ed evasione fiscale nuovo arresto per il faccendiere Oliverio
In manette con altre 9 persone l’uomo che aveva un archivio su personaggi pubblici, politici, militari. Amico di alti prelati, lavorava per i Servizi. Tasse non pagate per 500 milioni
La Guardia di Finanza di Roma ha arrestato 9 persone con l’accusa di reati fiscali e fallimentari. Tra queste figura anche il «faccendiere» Paolo Oliverio, noto come il fiscalista di molti personaggi potenti, già finito in manette nel novembre 2013 per un’inchiesta sugli affari dell’Ordine religioso dei Camilliani. Oliverio, come avevano svelato gli inquirenti, è un commercialista che frequentava uomini d’affari, politici, imprenditori, ma anche alti prelati e militari della stessa Guardia di Finanza. Nel suo archivio, centinaia di schede con dati sensibili su personaggi noti, politici, manager, alti prelati e militari: l’uomo era stato per due anni un collaboratore dei servizi segreti, ingaggiato dall’Aisi, l’agenzia per la sicurezza interna, all’epoca diretta dal generale Giorgio Piccirillo.
FALSE FATTURE E CONTI ESTERI - Con Oliverio, le Fiamme Gialle hanno fermato anche un altro commercialista: gli arresti sono stati eseguiti nell’ambito dell’operazione «Ermitage», una vicenda di truffe internazionali con evasione fiscale e bancarotta fraudolenta che ha portato al sequestro di beni per 154 milioni di euro a carico di 13 persone. Le indagini hanno consentito anche di individuare un imponibile evaso per circa 1 miliardo di euro, attraverso l’emissione ed utilizzo di false fatture per oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro. Ben 79 le persone denunciate, 82 le imprese coinvolte: tra queste, alcune aggiudicatarie di appalti con la Pubblica amministrazione. I finanzieri hanno scoperto milioni di euro transitati su conti correnti svizzeri e monegaschi intestati a società panamensi.
Paolo Oliverio
APPALTI PUBBLICI E FONDI UE - Gli ulteriori sviluppi investigativi hanno accertato responsabilità penali di 46 persone fisiche e di altre 50 società che risultano aver beneficiato del sistema di false fatture: tra queste, 12 società vincitrici di appalti pubblici, società beneficiarie di finanziamenti comunitari, importanti imprese leader nel settore informatico. I reati ipotizzati a carico dei 79 denunciati - tra cui 5 titolari di studi commercialisti - vanno dall’emissione ed utilizzo di fatture false all’occultamento di scritture contabili, all’omessa dichiarazione dei redditi ed Iva (con l’aggravante della transnazionalità), alla sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, al millantato credito, al riciclaggio, alla bancarotta fraudolenta patrimoniale.
DA PANAMA A LUSSEMBURGO - Nei confronti di 11 soggetti è contestata pure l’associazione a delinquere. Nel complesso, le 82 società coinvolte (di cui 3 inglesi, 1 lussemburghese e 4 panamensi) hanno sottratto al fisco materia imponibile ad oggi stimata in oltre 1 miliardo di euro, con un’effettiva evasione d’imposta, ai fini imposte dirette e dell’Iva, quantificata in circa 500 milioni di euro, negli anni dal 2006 al 2013.
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Alessandro Quadri di Cardano – Il nuovo romanzo “La mela marcia”
Un giallo ambientato a New York
Lo scrittore Alessandro Quadri di Cardano pubblica il suo nuovo romanzo “La mela marcia” con l’editore Bertoni, disponibile dall’11 luglio 2024. Si tratta di un libro giallo in cui New York funge da sfondo alle vicende narrate: la comunità arcobaleno della città è sconvolta da una serie di efferate esecuzioni da parte di un killer che uccide le sue vittime con un solo colpo, sparato alle spalle. Il caso è affidato al tenente Frank Bongiovanni che, assieme alla sua squadra di investigatori, cerca di mettere luce su questi omicidi. Una volta individuato un facile colpevole per quietare la stampa e i cittadini, il tenente non si arrende, scardina la gerarchia del NYPD e inizia a condurre singolarmente le indagini, scavando in sé stesso e nel cuore della città. New York è una mela marcia, un labirinto che lascia smarrire i suoi abitanti e li fagocita.
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Storia dello scrittore
Alessandro Quadri di Cardano è nato nel 1980 a Bologna, da padre italiano e madre belga. Stimolato dall’ambiente multiculturale, si laurea in “Scienze internazionali e diplomatiche” presso l’Università di Bologna, nel 2005. Ottiene una borsa di studio da parte del Ministero degli Affari Esteri italiano e frequenta il Collegio d’Europa di Bruges (Belgio), dove ottiene il Master in “Studi Politici e Amministrativi Europei”, nel 2007. Da quello stesso anno, lavora presso le Istituzioni Europee e, attualmente, vive a Bruxelles, con la moglie e i figli. Sin da ragazzo, coltiva l’amore e la passione per le opere di letteratura italiana e straniera, che legge spesso in versione originale, parlando quattro lingue. Nel 2022, pubblica il suo romanzo d’esordio, intitolato “La verità non conta” (NeP Edizioni). “La Mela Marcia” è il primo romanzo pubblicato con Bertoni.
Instagram: https://www.instagram.com/alessandro_quadridicardano/
Facebook: https://www.facebook.com/alessandro.quadridicardano
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Claudio Graziano, il presidente di Fincantieri trovato morto in casa
Claudio Graziano, il presidente di Fincantieri trovato morto in casa. È morto Claudio Graziano, presidente di Fincantieri. Il generale è stato trovato morto oggi nella sua casa di Roma, la stessa in cui aveva vissuto con la moglie, Maria Luisa Lanucara, scomparsa alcuni mesi fa. Una morte, dice chi conosceva la coppia, che aveva profondamente cambiato la vita del presidente di Fincantieri. La coppia non aveva figli. Sulla morte di Graziano le indagini sono affidate ai carabinieri e l'ipotesi più accreditata resta quella del suicidio. Non è ancora chiaro quando saranno celebrati i funerali, ma sembra certo che ad occuparsi della cerimonia sarà l’Esercito. Il generale, prima di togliersi la vita, avrebbe lasciato un biglietto di addio in cui farebbe riferimento ad una mancanza di senso della sua vita dopo la recente scomparsa della moglie. A dare l'allarme un carabiniere della sua scorta che aveva la seconda chiave dell'appartamento al centro storico. Secondo quanto si apprende, Graziano era disteso sul letto e si sarebbe sparato un colpo di pistola alla testa durante la notte. I pm di Roma hanno aperto un fascicolo di indagine. «Esprimo profondo dolore per la notizia della improvvisa scomparsa del generale Claudio Graziano. Ne ricordo la figura di generoso e leale uomo delle istituzioni, capace di mettere sempre al servizio della Repubblica la sua competenza e la sua professionalità, doti dimostrate negli importanti ruoli di vertice, nazionali e internazionali, ricoperti nel corso della sua lunga carriera». Lo afferma il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "La scomparsa del generale Claudio Graziano mi lascia senza parole. Era un amico ed è stato uno straordinario ufficiale che ha reso onore all'Italia anche nei suoi ruoli europei. Una preghiera lo accompagni nel viaggio per raggiungere la sua sposa”. È il messaggio del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani su X. "Sono sconvolto dalla morte improvvisa del generale Graziano. Un servitore dello Stato, un piemontese europeista, un amico. Addio Claudio, riposa in pace". Così su X il commissario Ue all'economia Paolo Gentiloni ha reagito alla notizia della morte del presidente di Fincantieri. "Sono sconvolta dalla notizia della tragica scomparsa del Generale Claudio Graziano. Ci lascia un integerrimo servitore dello Stato, che in tutta la sua vita ha reso onore alla nazione, alle Forze Armate e alle istituzioni con dedizione, competenza e professionalità. Desidero rivolgere, a nome mio e di tutto il Governo, il cordoglio e la vicinanza alla sua famiglia e ai suoi cari". Lo dice in una nota la premier Giorgia Meloni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Ultime Notizie Roma: Cronaca, Attualità e Eventi nella Capitale
Tutte le ULTIME NOTIZIE Roma: economia, politica, elezioni, lavoro e impresa, problemi con i migranti. Sul quotidiano Roma-24 si parla degli avvenimenti più attuali online.
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Cronaca Roma
La cronaca di Roma è sempre ricca di eventi e avvenimenti che catturano l'attenzione di residenti e visitatori. Nelle ultime settimane, la città è stata teatro di vari episodi significativi. Dall'arresto di una banda specializzata in furti in appartamento alla scoperta di un giro di droga nel quartiere di San Basilio, le forze dell'ordine sono costantemente impegnate per garantire la sicurezza dei cittadini.
Un recente episodio di cronaca nera ha visto un clamoroso inseguimento nel quartiere di Tor Bella Monaca, dove la polizia ha intercettato e arrestato un noto latitante. Le indagini continuano per svelare i legami del malvivente con altre organizzazioni criminali attive sul territorio romano.
Attualità e Politica
Roma è anche il cuore pulsante della politica italiana. Gli ultimi sviluppi vedono la giunta capitolina impegnata in una serie di riforme volte a migliorare la vivibilità della città. Tra i principali temi in discussione ci sono la gestione dei rifiuti, il miglioramento della rete dei trasporti pubblici e l'implementazione di nuovi spazi verdi.
Un recente dibattito ha riguardato la proposta di introdurre una zona a traffico limitato (ZTL) notturna per combattere l'inquinamento e ridurre il traffico nel centro storico. La misura, ancora in fase di valutazione, ha suscitato diverse reazioni tra cittadini e commercianti.
Eventi Culturali e Spettacoli
Roma, con la sua ricca storia e cultura, offre un calendario fitto di eventi e spettacoli. Le prossime settimane vedranno l'apertura della tanto attesa mostra su Caravaggio ai Musei Capitolini, un evento imperdibile per gli amanti dell'arte. Inoltre, il Teatro dell'Opera di Roma presenterà una nuova produzione de "La Traviata", con la partecipazione di artisti di fama internazionale.
Non mancano poi le iniziative per i più giovani. La Festa del Cinema di Roma tornerà ad ottobre con una selezione di film e documentari provenienti da tutto il mondo. Un'occasione unica per gli appassionati di cinema di vivere da vicino il glamour del tappeto rosso e di partecipare a incontri con registi e attori.
Notizie di Servizio e Utilità
Per chi vive o lavora a Roma, le notizie di servizio sono fondamentali per affrontare la quotidianità nella capitale. Gli ultimi aggiornamenti riguardano il piano straordinario di manutenzione delle strade, con lavori programmati in varie zone della città per migliorare la viabilità e la sicurezza stradale.
Importanti novità anche per i pendolari: è stata annunciata l'apertura di nuove stazioni della metropolitana Linea C, che collegheranno il centro con le periferie esterne, rendendo gli spostamenti più rapidi ed efficienti.
Sport
Il calcio rimane uno degli argomenti più seguiti dai romani. Le squadre della capitale, AS Roma e SS Lazio, sono pronte a dare battaglia nella nuova stagione calcistica. I tifosi seguono con passione le vicende dei loro beniamini, sperando in una stagione ricca di successi e soddisfazioni.
Non solo calcio, però. Roma è anche sede di importanti eventi sportivi internazionali, come la Maratona di Roma e il torneo di tennis degli Internazionali BNL d'Italia, che attirano ogni anno migliaia di atleti e appassionati.Per rimanere sempre aggiornati su tutte le notizie Roma, visitate Romanotizia.it. Qui troverete le ULTIME NOTIZIE Roma e le notizie di cronaca Roma più rilevanti, insieme a un'ampia gamma di contenuti che coprono tutti gli aspetti della vita nella Città Eterna.
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Cause Innaturali: il ritorno di Kay Scarpetta in un thriller avvincente di Patricia Cornwell. Recensione di Alessandria today
Un nuovo capitolo ricco di suspense e colpi di scena per l’anatomopatologa più famosa del mondo
Un nuovo capitolo ricco di suspense e colpi di scena per l’anatomopatologa più famosa del mondo La recensione Patricia Cornwell, regina indiscussa del thriller forense, ritorna con “Cause Innaturali”, un romanzo che vede Kay Scarpetta affrontare uno dei casi più complessi e inquietanti della sua carriera. Ambientato tra gli scenari selvaggi della Virginia settentrionale, il libro cattura il…
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Eyes on the world #195
Bandiera a scacchi sul mese di maggio.
Ci avviamo a grandi falcate verso la metà del 2024, che finora non ha fatto di certo annoiare. Questa settimana meno news – numericamente parlando – ma non per questo di poca importanza. Solito recap dell’ultima settimana (tragica) a Gaza, le ultime dagli USA sul caso Trump, pericolose indagini avviate all’alba delle elezioni europee e importanti documenti sottratti a Google.
Direi di partire immediatamente 👇
🇮🇱 ISRAELE-HAMAS: L’OFFENSIVA A RAFAH, IL MOLO TEMPORANEO INUTILIZZABILE, I TUMULTI AL GOVERNO
1) Settimana ricca di eventi sul fronte israelo-palestinese, andiamo con ordine. Domenica sera, #Israele ha lanciato un pesante bombardamento su #Rafah, l'ultima città della Striscia di #Gaza non ancora invasa. Gli attacchi hanno causato un incendio in un accampamento di civili palestinesi sfollati, uccidendo almeno 45 persone e ferendone oltre 200, secondo la Mezzaluna Rossa palestinese. L'esercito israeliano ha affermato che l'obiettivo era un complesso di #Hamas e che sono stati uccisi due leader dell'organizzazione, Yassin Rabia e Khaled Nagar. Riguardo all'incendio nell'accampamento, l'esercito ha dichiarato che saranno condotte indagini, mentre il primo ministro israeliano, Benjamin #Netanyahu, ha definito l'uccisione dei civili un "tragico errore". L'attacco è stato condotto con "armi di precisione", mirato solo al complesso di Hamas, ma non è chiaro perché sia stato colpito anche l'accampamento, anche perché questo si trova in una zona designata come “area umanitaria” dall'esercito israeliano. I bombardamenti sono avvenuti poche ore dopo che Hamas aveva lanciato razzi verso Tel Aviv, senza causare danni significativi. Sono i primi attacchi a Rafah dopo che la #Corte internazionale di giustizia aveva ordinato a Israele di fermare l'offensiva, descrivendo la situazione come "disastrosa". Tuttavia, la Corte non ha mezzi per far rispettare le sue decisioni. Nei giorni successivi, l’esercito israeliano ha continuato ad attaccare Rafah; martedì un altro bombardamento nella parte occidentale della città ha ucciso almeno 21 persone e ferito decine. I carri armati israeliani sono avanzati fino alla rotonda di al Awda, un importante punto di snodo. Nuovi attacchi hanno colpito un condominio e un ospedale da campo, intrappolando personale medico e pazienti. In questi attacchi sono stati uccisi almeno sette palestinesi e un altro ospedale ha chiuso dopo la morte di due membri del personale. La comunità internazionale ha richiesto un cessate il fuoco, con condanne da parte di vari governi e organizzazioni internazionali. Manifestazioni di protesta si sono svolte in molte città del mondo, tra cui Barcellona, Istanbul, Parigi, New York e Tunisi.
Nel frattempo, il molo temporaneo costruito dall’esercito statunitense davanti alla costa della Striscia di Gaza è diventato inutilizzabile a causa di forti mareggiate, che hanno scollegato la piattaforma galleggiante ancorata al largo. Questo molo, noto come #JLOTS (Joint Logistics Over-the-Shore), è costato 320 milioni di dollari e consiste in una piattaforma galleggiante e un molo collegato alla costa tramite una passerella. Gli aiuti umanitari provenienti da Cipro venivano scaricati sulla piattaforma galleggiante, trasferiti su navi militari più piccole e poi trasportati al molo per essere caricati su camion e distribuiti dal Programma alimentare mondiale dell’#ONU. Le condizioni del mare avevano già ritardato il completamento del molo, ancorato definitivamente solo il 16 maggio.
Nel corso della settimana, l’esercito israeliano ha preso il controllo anche della “Philadelphia Route” nella Striscia di Gaza, lungo il confine con l’#Egitto. Il portavoce Daniel Hagari ha dichiarato che l’area era usata da Hamas per il contrabbando di armi. Durante l’operazione, sono stati trovati circa 20 tunnel di Hamas e 82 punti di accesso. La tv egiziana Al Qahera News ha riportato che, secondo una fonte egiziana, Israele starebbe usando la scoperta dei tunnel come copertura per l’offensiva su Rafah. Al governo, intanto, si accende lo scontro. Giovedì, la coalizione di Benny #Gantz ha presentato una mozione per sciogliere la Knesset e indire nuove elezioni, nonostante le scarse possibilità di successo, dato che la coalizione di governo di Netanyahu ha la maggioranza. La proposta, avanzata da Pnina Tamano-Shata di Unità Nazionale, riflette le tensioni interne al governo di unità nazionale creato dopo l'attacco di Hamas il 7 ottobre. Gantz e il ministro della Difesa Gallant criticano Netanyahu per la gestione della guerra e hanno minacciato dimissioni se non verrà presentato un piano per la fine del conflitto entro l'8 giugno.
🇺🇸 USA: DONALD TRUMP GIUDICATO COLPEVOLE DI TUTTI I 34 CAPI D’ACCUSA SUL CASO “STORMY DANIELS”
2) L’ex presidente degli #StatiUniti, Donald #Trump, è stato condannato dalla giuria popolare nel processo riguardante i pagamenti all'attrice di film porno #Stormy Daniels. Trump è stato giudicato colpevole per tutti i 34 capi d’accusa. La pena sarà stabilita dal giudice Juan Merchan l’11 luglio, con una possibile pena massima di 4 anni di carcere, ma è probabile che gli venga concessa una pena alternativa come la libertà vigilata, dato che è incensurato e ha 77 anni; in ogni caso, la condanna non obbliga Trump a ritirarsi dalla candidatura alle #elezioni presidenziali del prossimo 5 novembre, con la campagna elettorale che proseguirebbe a distanza o con restrizioni sugli spostamenti. Trump, come prevedibile, ha negato le accuse e ha definito il processo come “truccato”; se decidesse di fare appello, la sua pena potrebbe essere sospesa, e il processo di appello potrebbe durare anni, oltre le elezioni del 2024. Le accuse riguardavano la falsificazione dei documenti contabili della campagna elettorale del 2016 per nascondere i pagamenti fatti a Daniels per comprare il suo silenzio su una presunta relazione sessuale. La difesa ha sostenuto che Trump non fosse a conoscenza dei pagamenti, attribuendo la responsabilità all’ex legale Michael #Cohen. L'accusa ha invece dimostrato che il pagamento fu effettuato con la diretta autorizzazione di Trump e che venne falsamente registrato come consulenza legale. La giuria ha ritenuto che la falsificazione dei documenti contabili facesse parte di una strategia più ampia per proteggere Trump da potenziali scandali durante la campagna elettorale del 2016. Trump è coinvolto in altri tre processi penali, tra cui tentativi di sovvertire l’esito delle elezioni presidenziali del 2020 e conservare documenti governativi riservati. Il caso è senza precedenti, poiché è la prima volta che un presidente o ex presidente degli Stati Uniti viene condannato penalmente. Il #PartitoRepubblicano non ha comunque intenzione di sostituirlo come candidato. La condanna potrebbe avere un impatto minimo sulla sua candidatura: i sondaggi lo danno ancora in vantaggio su Joe #Biden.
🇪🇺 PARLAMENTO EUROPEO: AVVIATE LE INDAGINI PER PRESUNTE INFLUENZE RUSSE SULLE ELEZIONI IN ARRIVO
3) Mercoledì, le case e gli uffici a #Bruxelles e #Strasburgo di Guillaume Pradoura, assistente del parlamentare europeo di estrema destra Marcel de Graaff, sono stati perquisiti dalla polizia belga e francese. L'indagine riguarda un presunto tentativo della Russia di influenzare le elezioni europee di giugno tramite una rete di disinformazione e propaganda che avrebbe coinvolto alcuni parlamentari europei, in cui Pradoura avrebbe avuto un "ruolo importante". Pradoura, noto per la sua carriera politica nell'estrema destra, era stato espulso dal #RassemblementNational per aver condiviso un'immagine antisemita. Aveva lavorato anche per Maximilian Krah di Alternative für Deutschland, (#AFD) anche lui noto per dichiarazioni controverse sul nazismo. L'inchiesta si concentra su Voice of Europe, un sito di news chiuso dalle autorità ceche, che sarebbe stato controllato da persone vicine al governo russo e avrebbe pagato parlamentari europei per diffondere notizie favorevoli alla Russia. Il #Parlamento Europeo non ha ancora commentato, mentre de Graaff nega ogni coinvolgimento in operazioni di disinformazione filorussa.
🌐 GOOGLE: CONFERMATA L’AUTOREVOLEZZA DEGLI OLTRE 2.500 DOCUMENTI LEAKATI
4) #Google ha confermato l'autenticità di oltre 2.500 documenti divulgati recentemente riguardanti il funzionamento del suo motore di ricerca. Questi #documenti, diffusi da un esperto di #SEO, rivelano dettagli importanti sui complessi algoritmi di Google, normalmente segreti per evitare manipolazioni. I documenti suggeriscono che, oltre ai noti algoritmi, Google potrebbe considerare anche il numero di clic e dati raccolti tramite Chrome per determinare le posizioni nei risultati di ricerca. Alcuni esperti di SEO hanno notato contraddizioni tra le pratiche indicate nei documenti e le dichiarazioni ufficiali di Google. La documentazione include anche riferimenti a sistemi che favoriscono certi siti in specifiche circostanze, come le elezioni, e suggerisce che la presenza di #autori specifici potrebbe influenzare il #posizionamento dei siti di informazione. Google, pur confermando l'autenticità dei documenti, ha avvertito di non trarre conclusioni affrettate da informazioni fuori contesto o incomplete, e ha sottolineato il suo impegno nel mantenere l'integrità dei risultati di ricerca. L'analisi dei documenti è ancora in corso e molti contengono dettagli tecnici difficili da interpretare senza un contesto più ampio, anche perché non è chiaro se i documenti siano aggiornati né per quali scopi specifici siano stati usati.
Alla prossima 👋
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PRIMA PAGINA Giornale Di Sicilia di Oggi giovedì, 15 agosto 2024
#PrimaPagina#giornaledisicilia quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi giornale#sicilia#musica#vanno#kiev#attacca#aeroporti#russi#mosca#allarme#delitto#smaschera#affari#cosa#nostra#indagini#riciclaggio#delle#cosche#palermitane#brasile
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"La classe non si insegna né si compra". Gassmann affonda Chiara Ferragni Continua inevitabilmente a tenere banco la vicenda del pandoro-gate con protagonista in negativo Chiara Ferragni che dopo il mea-culpa per l'accaduto si è chiusa nel più lungo silenzio social da quando è diventata influencer. Non fosse stata vista al parco con i figli non se ne sarebbe più saputo nulla eppure adesso dovrebbe trovarsi in uno dei cinquemila chalet prenotati in montagna anche se nelle storie su Instagram delle sue sorelle non c'�� alcuna traccia. Sulla vicenda della beneficienza è entrato a gamba tesa anche l'attore Alessandro Gassmann che ha un'idea molto nobile e precisa su quando si fa del bene al prossimo. Le parole di Gassmann Intervistato da Repubblica, l'attore e regista romano di 58 anni ha spiegato chiaramente che la beneficenza in quanto tale "non andrebbe dichiarata né pubblicizzata, altrimenti si potrebbe pensare che si è fatta per trarne vantaggio di immagine. Ma capisco che la riservatezza, insieme alla gentilezza, sia del tutto scomparsa". Il messaggio è chiaro e lo capirebbe pure un bambino: l'influencer Ferragni ha gridato ai quattro venti che una parte del ricavato (una miseria) sull'acquisto dei pandori Balocco sarebbe finito ai bambini dell'ospedale Regina Margherita di Torino. Sono due le parole chiave ben utilizzate a uso e consumo personale dalla Ferragni: "vantaggio" e "immagine" riassumono perfettamente il concetto ben spiegato da Gassmann. Il ricordo del padre La seconda parte del pensiero dell'attore va all'indimenticatible padre, Vittorio Gassmann, che in vita ha sempre aiutato il prossimo senza la necessità di doverlo sbandierare ai quattro venti. "Mio padre ha sempre fatto beneficenza nella sua vita e non ne ha mai parlato pubblicamente – ricorda Gassmann – e la cosa lo ha sempre reso felice, esclusivamente per i risultati ottenuti, pubblicizzarla lo avrebbe messo in imbarazzo. La classe non si insegna né si compra". Parole chiare e lapidarie: c'è chi sa vivere e comportarsi e chi, dietro nobili motivi, vuole accrescere consenso e popolarità a tutti i costi come la vicenda natalizia della Ferragni ci insegna. Anzi, altro che natalizia, le indagini si estendono anche alle uova di Pasqua con la Procura di Milano già a lavoro dopo l'apertura di un'inchiesta. La beneficienza non sbandierata Anche se si è ricchi e famosi, dunque, la beneficienza dovrebbe rimanere una cosa intima e privata come fanno decine di star nazionali e internazionali che non si vantano in diretta social dei soldi che donano come nel caso di Keanu Reeves che ha versato oltre 31 milioni di dollari per la ricerca sul cancro dopo che la sorella Kim è stata costretta a combattere con la leucemia. Un milione di dollari Johnny Depp li ha donati a varie associazioni: erano i soldi della causa vinta contro l'ex moglie, Aber Heard. Discorso simile, per quanto riguarda alcuni nomi italiani, anche per Giorgio Armani e Renzo Rosso che non hanno certamente fatto dei post sui social per far vedere quanto fossero bravi e attenti al sociale.
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Scomparso sette anni fa, la Polizia lo trova in Texas
Era scomparso sette anni fa e la Polizia di Stato di Milano, che su input dell’Ufficio del Commissario straordinario per le persone scomparse aveva avviato in agosto nuove indagini, è stata informata dall’Interpol di Washington DC che il milanese Roberto Coppola è vivo e si trova in buone condizioni. La scomparsa, denunciata nel 2016 dalla madre a Milano, aveva portato a ricerche internazionali,…
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