#impero americano
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“ Il vigente ordine delle cose resta antieuropeo. Letteralmente: contro Europa. Non solo il soggetto Europa non esiste né appare alla vista, ma l’organizzazione dello spazio europeo è ispirata al principio di impedire che si formi. Perché è questo l’interesse degli Stati Uniti d’America: un continente stabile ma non troppo, da loro strategicamente dipendente. Al quale non intendono rinunciare, malgrado l’impallidire delle radici etniche e culturali europee nella società americana sempre meno riducibile al paradigma Wasp. Se gli americani si ritraessero, significherebbe abdicare alla dominanza su scala globale costruita in oltre un secolo di glorie. Implicherebbe la necessità di riscrivere la loro stessa storia. Per inventarne un’altra. È il dilemma che attanaglia oggi l’impero europeo dell’America, ma che è inscritto fin dalla nascita nella sua parabola.
All’Antieuropa l’europeismo, in special modo il suo mito, ha contribuito e contribuisce tuttora. Storia non scritta, anzi celata, financo denegata nella narrazione corrente. Ma praticata. Non toglie che l’Europa del dopo-1945 sia anzitutto prodotto dell’europeismo americano. In duplice senso. Geopolitico: incardinamento degli Stati Uniti d’America in Europa per impedire gli Stati Uniti d’Europa, loro doppio intollerabile in quanto contropotenza. Ideologico: sostegno all’europeismo europeo in quanto incapace di unire gli europei, invece utile per pacificarli, adagiarli nel declassamento inevitabile dopo aver collettivamente perso due guerre mondiali. Parcheggiandoli nella post-storia. L’impero europeo dell’America (Iea), senza il quale Washington non avrebbe potuto aspirare al primato mondiale, è costruito a partire dalla decisione di restare nella parte di continente conquistata con la Seconda guerra mondiale, per impedire che vi risorga una minaccia alla propria sicurezza. Impresa avviata dopo la vittoria su Hitler con la partizione della Germania e della penisola europea, bisecata dalla Cortina di ferro. Culminata a partire dallo scadere dello scorso secolo nell’allargamento della sfera imperiale americana all’Europa centro-orientale in conseguenza del crollo dell’impero sovietico e dell’allargamento della Bundesrepublik alla DDR (1990). Successo persistente, eppure minacciato dal convergere di tre fattori: la difficoltà per Washington di tenere insieme a sé e sotto di sé uno spazio tanto vasto ed eterogeneo in carenza di un credibile Nemico assoluto – tedesco, russo, cinese o una combinazione fra questi; il correlativo riemergere delle pulsioni antimperiali nella repubblica statunitense, nata e raccontata a se stessa e al mondo quale emancipazione di coloni dalla metropoli inglese; la conseguente crisi di legittimazione e di efficienza dell’architettura strategica americana in Europa, la Nato. La minaccia per l’impero americano in Europa non sta quindi nello sterile ideal-europeismo europeo ma nella sua crisi. Nell’antieuropeismo – almeno a-europeismo – serpeggiante oggi fra gli europei. Nel clima del ciascuno per sé nessuno per tutti, surriscaldato dalla sequenza di crisi economiche, migratorie, epidemiche e belliche scoppiate nell’ultimo decennio. “
Lucio Caracciolo, La pace è finita. Così ricomincia la storia in Europa, Feltrinelli (collana Varia), novembre 2022. [Libro elettronico]
#letture#scritti saggistici#saggistica#saggi brevi#geopolitica#Lucio Caracciolo#leggere#citazioni#Unione Europea#libri#impero americano#La pace è finita#Stati Uniti#guerra#DDR#impero sovietico#Washington#storia#sovranità#Germania#Stati Uniti d’America#Bundesrepublik#europeismo#egemonia#Cortina di ferro#NATO#antieuropeismo#UE#RDT#Wasp
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📢 LEVIATHAN: LA SAGA STEAMPUNK DI SCOTT WESTERFELD STA PER DIVENTARE UNA SERIE ANIMATA, IN ARRIVO SU NETFLIX!
L'anime è in produzione presso lo studio Orange (Trigun Stampede, Beastars, Land of the Lustrous) e debutterà globalmente in streaming nel corso del 2025.
Sarajevo, 1914: dopo l’attentato all’arciduca d’Austria scoppia la Prima guerra mondiale. Ma se a combattersi fossero bestie e macchine? Allora sareste nel mondo di Leviathan, Behemoth e Goliath. Sareste nel mondo di Alek e Deryn. È come una guerra tra universi differenti. Da una parte, le potenze Cigolanti e le loro macchine. Dall’altra, gli alleati Darwinisti e le loro creature di sintesi. Carburante contro cibo, metallo contro pelle. Alek contro Deryn. Aleksander è il figlio dell’arciduca assassinato, in fuga da un impero di cui nessuno lo vuole erede. Deryn è una ragazza arruolata in vesti maschili nell’Aviazione britannica, decisa a vivere come vuole. Si incontrano per caso ma si alleano per scelta e affrontano il conflitto insieme: da Istanbul a New York, tra battaglie aeree e rivoluzioni, Alek e Deryn impareranno che cosa sono il caos e l’odio, ma anche l’amicizia e la speranza – forse addirittura l’amore.
Prima prova alla regia per Christophe Ferreira, che si cimenta con l'interessante mondo fantastorico e retrofuturistico immaginato dallo scrittore americano, la cui trilogia di romanzi per ragazzi (composta da Leviathan, Behemoth e Goliath) è edita in Italia da Einaudi.
#leviathan#studio orange#anime#serie tv#computer grafica#netflix#steampunk#biopunk#dieselpunk#alternate history#scott westerfeld#einaudi#animazione#romanzi#qubic pictures
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Lui è Combs un rapper professionista americano Fonte: https://sites.google.com/view/itblogo/1-varie/varie-a/lui-%C3%A8-combs-un-rapper-professionista-americano
Sean Combs, noto anche con i nomi d'arte "Diddy", "Bad Diddy" e "P Diddy", è una delle figure più importanti della musica rap e della cultura popolare americana. Combs è nato il 4 novembre 1969 a New York City, dove è cresciuto ad Harlem. Fin dai suoi esordi, Sean Combs ha dimostrato una combinazione unica di abilità artistica e chiara visione imprenditoriale, caratteristiche che lo hanno aiutato a costruire un impero musicale di successo.
#Sean Combs#Diddy#hip-hop#musica rap#magnate della musica#Puff Daddy#Bad Boy Records#artista#produttore#imprenditore#moda#cultura#premi#collaborazioni#controversie#filantropia#video musicali#in cima alle classifiche#eredità#influenza#New York#anni '90#Grammy Awards#iniziative imprenditoriali#media#problemi sociali#industria musicale#tendenze#streaming#esibizioni
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Da terra di liberi a impero di prepotenti?
Ah, l’America! La terra delle opportunità, del sogno americano, della libertà… o forse dovremmo dire, la terra delle contraddizioni, dell’ipocrisia e della Violenza ? Partiamo da un dato di fatto: l’Italia, poverina, si trova solo al 73° posto nella classifica dei paesi per estensione territoriale. Al primo posto, invece, troneggia la Russia, nonostante le continue perdite di territorio dovute…
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Superman incappa nella kriptonite
Forse si potrebbe paragonare l’insieme del potere americano a Machbet , ma vista la qualità dei personaggi che si sono alternati alla Casa Bianca da Clinton in poi il paragone perfetto sa più di fumetto e ultimamente da Superman, personaggio sa sempre collegato nell’immaginario americano all’eccezionalità e all’ impero. Solo che Trump sta incappando in un giacimento di kriptonite che spunta…
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«Le azioni barbariche di Putin sono l’ultimo esempio di una storia molto vecchia e malvagia. Uno dei miei antenati è stato portato via dalla sua casa, ridotto in schiavitù, incatenato su una nave e costretto a lavorare per il profitto di un impero straniero. Sapeva fin troppo bene cosa fosse l’imperialismo. Questo è imperialismo. Questo è fascismo». È stata una conferenza stampa esaltante, grandiosa, ma allo stesso tempo consapevole e pragmatica, quella del ministro degli Esteri britannico David Lammy in Ucraina. Arrivato a Kyjiv con il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, Lammy ha toccato diversi temi centrali della guerra e del futuro del Paese, dalle responsabilità del Cremlino alla necessità di continuare ad aiutare l’Ucraina fin quando necessario.
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Come la griglia ha plasmato il paesaggio degli Stati Uniti C’è qualcosa di più nella griglia americana La storia della formazione degli Stati Uniti attraverso la griglia rettilinea segue le ispirazioni dei leader del XVIII e XIX secolo. Il concetto di ‘Griglia della Libertà’ di Amir Alexander offre una prospettiva unica e approfondita su questo aspetto. Il paesaggio e i valori americani La griglia americana incarna l’idea di libertà e opportunità illimitate. Alexander sottolinea come essa rappresenti l’eccezionalismo americano e il concetto di “impero della libertà”. Thomas Jefferson, con la sua visione scientifica, contribuì a plasmare questa prospettiva. I geometri hanno impiegato un secolo per mappare la topografia degli Stati
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Il contenimento dell’influenza sovietica in Europa occidentale
La natura dei rapporti tra Stati Uniti e Europa occidentale negli anni della guerra fredda è spesso descritta utilizzando le categorie di “impero” o “egemonia”. Dal momento che per “impero” si intende un principio di organizzazione dello spazio politico in cui gli attori coinvolti perdono formalmente la loro autonomia a favore della potenza centrale, al caso americano sembra più adeguata la…

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#1946#1947#America#americane#anticomunismo#Europa#Germania#impero#Italia#Letizia Marini#occidentale#Stati Uniti#truppe#URSS
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Il contenimento dell’influenza sovietica in Europa occidentale
La natura dei rapporti tra Stati Uniti e Europa occidentale negli anni della guerra fredda è spesso descritta utilizzando le categorie di “impero” o “egemonia”. Dal momento che per “impero” si intende un principio di organizzazione dello spazio politico in cui gli attori coinvolti perdono formalmente la loro autonomia a favore della potenza centrale, al caso americano sembra più adeguata la…

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Il contenimento dell’influenza sovietica in Europa occidentale
La natura dei rapporti tra Stati Uniti e Europa occidentale negli anni della guerra fredda è spesso descritta utilizzando le categorie di “impero” o “egemonia”. Dal momento che per “impero” si intende un principio di organizzazione dello spazio politico in cui gli attori coinvolti perdono formalmente la loro autonomia a favore della potenza centrale, al caso americano sembra più adeguata la…

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Il contenimento dell’influenza sovietica in Europa occidentale
La natura dei rapporti tra Stati Uniti e Europa occidentale negli anni della guerra fredda è spesso descritta utilizzando le categorie di “impero” o “egemonia”. Dal momento che per “impero” si intende un principio di organizzazione dello spazio politico in cui gli attori coinvolti perdono formalmente la loro autonomia a favore della potenza centrale, al caso americano sembra più adeguata la…

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Il contenimento dell’influenza sovietica in Europa occidentale
La natura dei rapporti tra Stati Uniti e Europa occidentale negli anni della guerra fredda è spesso descritta utilizzando le categorie di “impero” o “egemonia”. Dal momento che per “impero” si intende un principio di organizzazione dello spazio politico in cui gli attori coinvolti perdono formalmente la loro autonomia a favore della potenza centrale, al caso americano sembra più adeguata la…

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Chrysler Building in vendita
René Benko deve fare cassa per salvare il suo impero, travolto da 25 miliardi di euro. Inevitabile lo spezzatino del colosso immobiliare austriaco Signa, padrone di mezza Europa, ma finito in dissesto: il primo a essere sacrificato è il Chrysler Building, uno dei grattacieli più famosi di New York. La scure del Tribunale Il commissario straordinario, Christof Stapf, arrivato al capezzale della società, la più grande vittima finora della crisi immobiliare europea, sta tentando un salvataggio, a base di dismissioni e disboscamento dei costi. Come prima mossa, ha iniziato a intavolare trattative per vendere la quota nel Chrysler Building. Allo stesso tempo, la scure è caduta su molti “lussi” aziendali come il jet privato aziendale di Benko. Le notizie sono state annunciata ai creditori di Signa, riunitisi per la prima volta a Vienna, e sono anche la prima uscita pubblica del curatore. «È stato avviato un piano di liquidazione per la vendita accelerata di investimenti e beni», ha dichiarato Stapf. Lo sbarco negli Usa Nel 2019, Signa e lo sviluppatore immobiliare americano RFR Holding, avevano acquisito il Chrysler Building, l’edificio art déco che era il più alto del mondo quando fu completato nel 1930. L’incontro a porte chiuse di martedì in un tribunale di Vienna ha fatto emergere una massa di 5 miliardi di euro di creditori, di cui per ora solo 1 miliardo ha presentato domanda in tribunale per essere ammesso alla lista del passivo (che però si chiude a gennaio). Il grosso dei debiti di Signa è composto da prestiti bancari e titoli finanziari. Read the full article
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15 dic 2023 11:11
“L’UCRAINA NELL’UE? CREEREMO UN BUCO NERO DI DIMENSIONI EPOCALI. LA RICOSTRUZIONE È STIMATA DALLA BANCA MONDIALE 500 MILIARDI DI DOLLARI” - LUCIO CARACCIOLO: “IN UCRAINA VINCE PUTIN? DI SICURO PERDE ZELENSKY E PIÙ DI LUI L'UCRAINA, CHE NON RECUPERERÀ I TERRITORI E SARÀ UNO STATO FALLITO - GLI UCRAINI SONO STATI USATI DAGLI AMERICANI PER DISSANGUARE I RUSSI E HANNO SBAGLIATO A RINUNCIARE ALLA MEDIAZIONE TURCA - MA ALL'ORIGINE DI TUTTO C'È LA CRISI AMERICANA - IL QATAR? È UN'AGENZIA DI SERVIZI. UNA VOLTA SI CHIAMAVA COSTA DEI PIRATI - L'UE E NATO HANNO PERSO SENSO. L'EUROPEISMO? UN'ILLUSIONE CHE HA ESASPERATO I NAZIONALISMI. PATTO DI STABILITÀ? UN LIMITE PER L'ITALIA"
Estratto dell’articolo di Francesco Rigatelli per "la Stampa"
«Il via libera del Consiglio europeo ai negoziati per l'ingresso dell'Ucraina nell'Ue aiuta a guardare oltre, ma da qui a immaginare un vero ruolo dell'Europa ce ne corre. Certo se questo non ci sarà creeremo un buco nero di dimensioni epocali». Lucio Caracciolo, 70 anni a febbraio, 30 anni della rivista di geopolitica Limes da lui fondata, in tutto questo tempo ha capito «che tra la realtà e il modo in cui la percepiamo c'è un abisso che cerchiamo faticosamente di colmare».
In Ucraina vince Putin, come insinua l'Economist?
«Di sicuro perde Zelensky e più di lui l'Ucraina, che non recupererà i territori e sarà uno stato fallito. Ha perso un terzo degli abitanti, molti dei quali rifugiati che non torneranno.
È dipendente da Usa e Ue, e questo avrà dei costi politici ed economici soprattutto per l'Europa visto il disimpegno americano. La ricostruzione è stimata dalla Banca mondiale 500 miliardi di dollari».
A livello globale come cambiano gli equilibri?
«La situazione volge a favore della Cina, perché la Russia recupera territori tra cui la Crimea, ma il Paese del Dragone diventa più influente sull'ex impero sovietico. Questa guerra era evitabile dagli Usa, che a partire dai primi anni 2000 hanno finanziato forze antirusse in Ucraina. I neocon, ben rappresentati al Dipartimento di stato da Blinken, hanno scommesso sull'Ucraina nella Nato e sulla caduta di Putin».
Hanno fallito tutti?
«Gli ucraini sono stati usati dagli americani per dissanguare i russi e hanno sbagliato a rinunciare alla mediazione turca su pressione degli angloamericani. […] All'origine di tutto c'è la crisi americana, che ha portato a una sconfitta strategica provando sulla pelle degli ucraini l'inconsistenza della propria capacità di deterrenza. Putin ha attaccato un protettorato Usa e ora tutti nel mondo sanno di poter fare altrettanto».
Passando al teatro israeliano, la soluzione due popoli-due stati è un'utopia?
«Una specie di Palestina informale è stata Gaza, ma Israele l'ha evacuata pensando di impiantarvi l'Autorità palestinese mentre Hamas si è opposta. Non dimentichiamo l'ambiguità israeliana per cui Hamas è stata foraggiata indirettamente per usarla contro l'Autorità palestinese.
L'atto inaudito di terrorismo di massa del 7 ottobre ha inferto a Israele una ferita incancellabile. Netanyahu ora vuole fare tabula rasa a Gaza, allagare i tunnel e gestire la Striscia al posto di Hamas, così come intende avanzare in Cisgiordania. Una reazione eccessiva? Israele poi si sentirà più sicuro e che conseguenze questo porterà sulla diaspora? Domande da porsi, anche se Israele è uno stato, mentre i palestinesi non sono nemmeno una nazione bensì una questione umanitaria».
In questi teatri di guerra ci sono interessi secondari, per esempio la vendita di armi?
«Gli accordi di Abramo hanno una componente militare importante. Quando i sauditi hanno compreso che gli Stati Uniti li proteggevano di meno dall'Iran hanno ordinato i sistemi di difesa israeliani. Far discendere tutto dalle armi però sarebbe troppo, anche perché queste guerre hanno mostrato una crisi incredibile dell'industria americana. Il primo motivo dell'intervento Usa in Ucraina è semplicemente strategico, cioè colpire la Russia, renderla una potenza secondaria e staccarla dalla Cina. Un obiettivo fallito».
Che ruolo ha il Qatar nello scacchiere globale?
«È un'agenzia di servizi. Una volta si chiamava Costa dei pirati. Si tratta di un piccolo Paese ricco di gas, di cui impiega i proventi per proteggersi e influenzare diversi teatri. Negli anni è diventato un luogo di incontro tra americani, europei, israeliani, iraniani e sauditi. C'è una grande base americana e i turchi forniscono la guardia pretoriana al palazzo dell'emiro Al-Thani. Certamente la crisi israeliana non era nelle intenzioni del Qatar, che ha pagato una tangente mensile ad Hamas per sostenerla e dimostrare agli israeliani la propria affidabilità».
In tutto questo l'Italia ha riacquisito centralità dopo la caduta del muro di Berlino?
«Oggettivamente sì. Si trova in una zona calda tra Balcani, Medioriente e Nordafrica, ha il secondo schieramento militare americano in Europa, non a caso dopo la Germania, ed è considerata una portaerei sul Mediterraneo».
In Italia si avverte più propaganda americana o russa?
«Più che propaganda abbiamo un maggiore vincolo culturale e strategico con l'America e questo si sente. La propaganda russa qui non ha grande effetto ed è più spesso rivolta al proprio interno. La spedizione sui vaccini fu però curiosa e l'idea che un Paese Nato come l'Italia abbia permesso a militari russi di scorrazzare liberamente meriterebbe un'indagine adeguata».
Trump vincerà le elezioni Usa dell'anno prossimo?
«Contro Biden sì, ma tutti gli scenari sono aperti».
Sarebbe un disastro?
«Sarebbe la conferma della crisi americana. Trump con modi eccessivi ha solo ripetuto quello che si sapeva già dalla fine della guerra in Iraq ovvero che c'è una tendenza al disimpegno. Questo ha attivato alcune medie potenze come Turchia, Polonia, India e Giappone».
La Cina supererà gli Stati Uniti?
«Dipende dai parametri. Come Pil sì, come guida del mondo libero meno. La Cina ha sempre vissuto nell'idea di essere il mondo più che di conquistarlo».
Esiste ancora una superiorità morale americana?
«Sì, anche se sempre di meno, ma la Cina non ambisce e comunque non ha le qualità per sostituire la leadership americana».
[…] Per l'Ue ha ragione Macron ha puntare su Draghi?
«Draghi o no il problema è la sostanza dell'Ue, che non evolve verso una qualche forma di statualità e soggettività geopolitica, ma ognuno gioca per sé e scarica i problemi sugli altri. Ue e Nato sono strutture burocratizzate difficili da cambiare, hanno perso senso e sono più sterili.
All'atto pratico alcuni Paesi europei si metteranno d'accordo rispetto ad altri: Italia, Francia, Spagna e Germania hanno interessi comuni, mentre altri dell'Est o del Nord meno. L'europeismo è stato un'illusione che ha esasperato i nazionalismi più che mettere assieme gli europei».
Ha ragione Mario Monti ad elogiare la politica estera del governo Meloni e a suggerire il veto sul Patto di stabilità?
«È simile a quella dei governi precedenti, molto tattica più che strategica e non pienamente consapevole dell'evoluzione di cui abbiamo parlato.
La stagione dei vincoli esterni è finita e questo significa assumersi maggiori responsabilità nell'alleanza atlantica. Il rapporto con l'America non può essere solo passivo, ma deve essere anche attivo. Il Patto di stabilità è un limite per l'Italia e questo sistema, di cui siamo parte e non spettatori, non è nel nostro interesse».
La premier Meloni sosterrà la nuova Commissione Ue?
«Penso vorrà far parte della maggioranza, che temo però non cambierà i destini né dell'Ue né del mondo».
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When the United States politicizes trade relations,it's the American people who pay the price by having a higher cost of living and worse quality in their products
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
🐲 相互尊重 | GLI STATI UNITI DOVREBBERO CESSARE DI PROMUOVERE LA POLITICIZZAZIONE DELLE RELAZIONI COMMERCIALI CON LA CINA, RIMUOVENDO SANZIONI UNILATERALI E BAN AGLI INVESTIMENTI 👏
🇨🇳 Dopodiché, il Presidente ha trattato il tema dell'assurda politicizzazione anti-Cinese delle relazioni commerciali da parte degli USA, ricordando le quasi 700 Aziende Cinesi sanzionate unilateralmente e i ban agli investimenti, perpetrati dall'Amministrazione Statunitense con l'obiettivo di minare gli interessi della Cina
⭐️ Il Percorso di Sviluppo Cinese, ha sottolineato il Presidente Xi Jinping, è guidato dall'Innovazione Tecnico-Scientifica, secondo una Filosofia di Sviluppo di Alta Qualità. Pertanto, sopprimere le Aziende Cinesi operanti nel settore dell'innovazione significa tentare di frenare lo Sviluppo Cinese e privare il Popolo Cinese del suo Diritto allo Sviluppo 😡
🤔 In ogni caso, tentare di bloccare lo Sviluppo della Cina è impossibile. Ogni qualvolta gli imperialisti statunitensi tentano di farlo, succede sempre questo:
一 Gli USA impongono sanzioni a qualche azienda Cinese, come Huawei, per limitarne o bloccarne lo sviluppo 🤹♂️
二 I grotteschi propagandisti del decadente impero americano iniziano a scrivere "articoli" sulle difficoltà della Cina nel settore colpito, ricolmi di wishful-thinking 😂
三 Qualche tempo dopo, la Cina riemerge, non solo con la medesima tecnologia, ma anche con una versione migliore
四 I leccapiedi dell'impero schiumano di rabbia, e ripromuovono il mantra: "ma a quale prezzo?" 😂
💬 «Si spera che gli USA prendano sul serio le preoccupazioni della Cina, e agiscano per eliminare le sanzioni unilaterali, e forniscano un ambiente equo, giusto e non-discriminatorio alle Aziende Cinesi» 👏
🤔 Il tutto, per gli USA, si riduce sempre all'espressione 事实胜于雄辩 - le azioni concrete battono l'eloquenza. Gli USA non vogliono bloccare lo Sviluppo della Cina? Allora dovrebbero agire di conseguenza e rimuovere le sanzioni alla Cina 😉
🌸 Iscriviti 👉 @collettivoshaoshan 😘
🐲 相互尊重 | THE UNITED STATES SHOULD CEASE PROMOTING THE POLITICIZATION OF TRADE RELATIONS WITH CHINA, REMOVING UNILATERAL SANCTIONS AND INVESTMENT BANS 👏
🇨🇳 Afterwards, the President addressed the topic of the absurd anti-Chinese politicization of trade relations by the USA, recalling the almost 700 unilaterally sanctioned Chinese companies and the investment bans, perpetrated by the US Administration with the aim of undermining the China's interests
⭐️ The Chinese Development Path, underlined President Xi Jinping, is guided by Technical-Scientific Innovation, according to a High Quality Development Philosophy. Therefore, suppressing Chinese companies operating in the innovation sector means attempting to slow down Chinese Development and deprive the Chinese People of their Right to Development 😡
🤔 In any case, trying to block China's development is impossible. Whenever US imperialists try to do this, this always happens:
一 The USA imposes sanctions on some Chinese companies, such as Huawei, to limit or block their development 🤹♂️
二 The grotesque propagandists of the decadent American empire begin to write "articles" on China's difficulties in the affected sector, full of wishful-thinking 😂
三 Some time later, China re-emerges, not only with the same technology, but also with a better version
四 The toadies of the empire are foaming with anger, and repeat the mantra: "but at what cost?" 😂
💬 «It is hoped that the US will take China's concerns seriously, and act to eliminate unilateral sanctions, and provide a fair, just and non-discriminatory environment for Chinese companies» 👏
🤔 Everything, for the USA, always boils down to the expression 事实胜于雄辩 - concrete actions beat eloquence. Doesn't the USA want to block China's development? Then they should act accordingly and remove sanctions on China 😉
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